Risultato della ricerca: souvenir
nat521
Giza...gente in attesa di turisti,assillante come in tutti i posti turistici...per poter guadagnare qualche pounds offrendo souvenir e servizi ......inprovvisandosi secondo l\'opportunismo..figurante,guida etc..etc..e a volte si pongono nell\'inquadratura ...deliberatamente..per poi ..trattare.
Verdegiada
Una delle Scalinate di ingresso della Piazza, dove scorgere Palazzo Pubblico e la torre del Mangia. Souvenir, cartoline e oggetti tipici senesi lungo la scalinata a incorniciare la veduta
mauriziot
... è il titolo di una mostra, organizzata dal Circolo La Gondola, che apre oggi, venerdì 9 settembre, per le calli della Giudecca sui cui muri vengono esposte foto di 2 metri per 3 che denunciano i mali di Venezia: l'eccesso del turismo mordi e fuggi, il proliferare dei negozi da souvenir a un euro; il moto ondoso, alcuni angoli nascosti usati come orinatoi, la pubblicità che copre i palazzi del '700 .....; questa immagine è stata scatta vicinissimo al Ponte di Rialto: un profilato di metallo lasciato a coprire dei lavori, un manifesto abusivo, l'azione dei passanti. La foto del manifesto di una grande nave sbridellato, come la discussione su questo tema: tante parole, poche decisioni e nessuna certezza, mentre poco si parla di temi forse più importanti, come il numero dei turisti giornalieri o una regolazione intelligente dei trasporti nei canali. Commenti particolarmente graditi. Venezia, 2016
radiocom
souvenir,chincaglierie...
PierGeo
Testo tratto da: www.walkingearth.wordpress.com Milano, 7 del mattino. Il cielo lentamente s’illumina della luce del sole nascente, le cime bergamasche mostrano i loro veli imbiancati come timide spose. Il treno velocemente si riempie delle persone che quotidianamente ripetono il rito del viaggio pendolare dalle loro case al posto di lavoro. Silenziose figure barcollano in cerca di un posto in cui sedere per poi rimanere con occhi bassi o alzarli vagamente per lanciare uno sguardo sospettoso al ragazzo con le cuffie di fronte. Io invece penso ancora a lei. Penso a quello sguardo durato 1/50 di secondo, appena accennato dietro il velo rosso e bianco. Penso a quell’enigmatico sorriso, più nobile di qualunque ricca principessa e più misterioso di qualunque Monna Lisa. A essere sinceri, potrei trovare diversi difetti tecnici in questo scatto: la composizione non strepitosa, il fuoco un po’ debole intorno alla bocca, lo sfondo non omogeneo e altro ancora. Tuttavia non è un caso se ho deciso di iniziare una serie di post dedicati al mio recente viaggio in Etiopia e Dancalia proprio con questa fotografia. Tra tante, meglio di altre rappresenta l’essenza di questa esperienza. La Dancalia non è una terra che si ammira al primo sguardo. L’aria soffocante ricca di polvere e il calore che sale dal terreno arso dal sole impediscono allo sguardo di correre verso i coni vulcanici che appena si intravedono in lontananza. Questa terra ci costringe a faticare per camminare, percorrere i sentieri e le piste accidentate dove sopravvivono solo secchi arbusti, invidiando l’incedere elegante dei dromedari. Ma poi, ecco che si svelano laghi azzurri, vulcani con laghi pulsanti di lava, distese luccicanti di rocce gialle, rosse e verdi. In questa terra vive un popolo che è come lei, schivo, fiero e guerriero. Sono gli afar che percorrono da millenni questo deserto infernale seguendo le stelle per spostarsi da un pozzo all’altro e abbeverare le poche capre che ne garantiscono la sopravvivenza. Per tutto il viaggio avevo cercato di ritrarre queste genti. Gli anziani che con la loro saggezza dirigono le carovane, i giovani guerrieri con i lunghi coltelli e gli immancabili mitragliatori AK-47 Kalashnikov. E le donne, bellissime, eleganti come regine, camminano come sulle nuvole e si nascondono veloci dietro i veli e nelle tende di pelli, attorniate da una miriade di bambini sorridenti. La legge dell’Islam e il costume vietano alle ragazze in età di marito di mostrarsi con facilità e tantomeno di farsi fotografare da qualche bianco in caccia del souvenir della vacanza. Non era questo che cercavo, né tantomeno avrei mai ceduto alla diffusa usanza di pagare per ottenere lo scatto desiderato. No, volevo una foto sincera che scaturisse da un incontro amichevole. Ho visto questa ragazza ad Ahmed-Ela, un villaggio di capanne a pochi chilometri dal confine eritreo. Qui da secoli gli uomini si seccano al sole della Dancalia per estrarre il sale dalla Piana del Sale e guadagnare pochi Birr in cambio degli occhi che si spengono a poco più di trent’anni. Guardavo le carovane che rientravano in città quando ho notato questa ragazza appoggiata a un angolo della baracca in cui viveva con la sua famiglia. Era bellissima, incuriosita dalla nostra presenza e attenta a non farsi fotografare. Mi sono avvicinato “Salam Alekum” le dissi e lei “Alekum Salam”. Non ci speravo, le ho indicato la macchina fotografica e lei, dopo aver controllato che il padre non la vedesse, si è tolta il velo e…click…poi è fuggita, le sorelline alla gonna, la cena da preparare, una vita e due mondi uniti in 1/50 di secondo.
mariadb
Per la seconda volta che passando mi fermo al lago Balaton (Ungheria ) e anche questa volta sono riuscita a riprendere un piccolo serpente d' acqua (30 cm ) . Queste biscie incuranti dei bagnanti vivono vicino alla riva sotto ai sassi e ogni tanto mettono su la testa per respirare . Questione di attimi , beccata con la preda più grande di lei .
Foto_Folloni
Un piccolo negozio di souvenir nella parte vecchia di Rodi.
auseri
In Sardegna e\' molto diffusa la realizzazione di contenitori rustici. La presenza di alcune piante quali l\'asfodelo, il giunco e la palma nana, ha reso possibile lo sviluppo di quest\'attività\' che risale alla preistoria. L\'arte dell\'intreccio dei cesti in passato e\' stata fondamentale in agricoltura, nella pesca e nei lavori domestici. Oggi questi prodotti sono molto ricercati nell\'artigianato come souvenir. L\'Oristanese per la presenza di stagni, quindi ricco di piante, vanta una importante tradizione, ma sono molto ricercati i cestini di Castelsardo usati come oggetti decorativi. Nella foto una anziana donna intenta nella preparazione della materia prima.
MARINOF55
Nel deserto vende i sassi come souvenir
fotomiki
Petra, Giordania. Il relax di un venditore ambulante di souvenir in una mattina di sole invernale a gennaio.