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The boss of the green
Ritornare un giorno sui terreni dove hai passato moltissimi giorni della tua vita… pensieri di quando eri bambino, adolescente e ragazzo, lì dove c'era una piccola azienda agricola condotta dal padre: un piccolo orticello con il pozzo dell'acqua sotto un salice piangente… lì dove un cane, dall'alto del monte, osservava le mucche e le pecore che pascolavano nei recinti; le capre che brucando i rovi che adornavano l'ambiente con qualche coniglio che saltellava libero nel prato; nella loro rimessa le galline beccavano a terra e il gallo cantava sul tetto, mentre i maiali si rotolavano nel fango vicino al piccolo ruscello dove andavamo a pescare. Lì, comunque, i padroni incontrastati erano i cavalli!
I cavalli, sono stati sempre presenti su quei pascoli, si sono riprodotti, sostituiti, da cavalli di colore, grigio o morello a baio e sauro, ma non è passato un giorno che non ci fosse un cavallo a pascolare su quei prati.
Ora mi guardo intorno e tutto questo non c'è più, per questioni dell'età di mio padre e della mia indisponibilità tutto questo non esiste più, ora c'è il rudere fatiscente della stalla, il pollaio ridotto a legno marcio… l'unica cosa che rimane è la rimessa del fieno, quella ancora è lì come sempre, con il fieno fresco e, nelle vicinanze, come se gli anni non fossero passati, due cavalli pascolano liberi, come hanno fatto per anni fino ad oggi.
Gli anni passano e tutto si evolve, ma i padroni incontrastati di quei prati verdi resteranno loro, ancora per moltissimi anni!
Solo chi li ama sa cosa significa guardare un cavallo negli occhi, mentre bruca l'erba verde di un prato.
Severino De Santis (30.01.2016)