Risultato della ricerca: segmento
Raffaella.Coreggioli
Nome scientifico: Ischnura elegans (Vander Linden, 1820) Dimensioni: lunghezza: 30-35 mm, apertura alare 30-45 mm. Descrizione della specie: E’ una delle libellule più diffuse in Italia e la più grande del suo genere (30-34mm) con dorso dell\'addome interamente nero tranne l\'ottavo segmento chiaro. I maschi immaturi sono verdi mentre gli adulti presentano porzione centrale dell\'addome bronzo-marrone, testa, torace ed estremità addominale celesti. I maschi hanno il torace azzurro con una banda nera e l’addome dorsalmente nero tranne l’8° segmento addominale, si distinguono anche per i cerci divergenti ed il pronoto con esteso lobo mediano. La femmina si presenta con tre forme cromatiche: una simile al maschio (androcroma) e due (ginocrome) con torace rosato da giovani che vira a bruno chiaro grigiastro alla maturità, con (forma infuscans) o senza (forma infuscans-obsoleta) una linea nera mesotoracica. Una colorazione violacea compare transitoriamente in alcune femmine. Le femmine adulte possono avere la stessa colorazione del maschio (femmine andromorfe) ma, generalmente, sono verdi-brunastre con forme giovanili aventi torace rosa-lilla. Gli occhi sono scuri superiormente, il pterostigma, dell\'ala anteriore, è bicolore (bianco-nero). Distribuzione e habitat: molto comune in tutta l\'Italia continentale. La si può osservare nei pressi di qualsiasi ambiente acquatico. Tollera anche acque salate ma non acide. Periodo di attività: volo esteso da aprile a novembre
Gianclaudio_Curia
Pentedattilo è un luogo dal fascino indescrivibile, e dalla storia ultramillenaria, che risale addirittura a diversi secoli prima di Cristo, ai tempi dei coloni greci. E proprio come accade su ogni mano che si rispetti, specie su quelle che hanno raggiunto una considerevole matura età , ne porta i segni tra le sue strade, tra le sue case, come ancor meglio scrisse di esso l'immenso Italo Calvino: "Il suo passato è scritto nelle vie, in ogni segmento rigato a sua volta da graffi, seghettature, intagli." Alessandro Tavilla
Raffaella.Coreggioli
Nome scientifico:  Crocothemis erythraea (Brullé 1832) Dimensioni:  35-45 mm, apertura alare 50-70 mm Descrizione della specie: Ordine: Odonata Subordine: Anisoptera Famiglia:Libellulidae Genere: Crocothemis i maschi di questa specie sono completamente rossi con testa, occhi e addome rosso brillante e torace, al limite, bruno-rossastro. Gli esemplari immaturi e le femmine sono bruno-giallastri. Esistono anche casi, molto rari, in cui la femmina assume un colore simile a quello del maschio mantenendo comunque delle porzioni del corpo giallastre. Questo fenomeno è chiamato \"omeocromia secondaria\". Morfologia: Le libellule rappresentano un gruppo morfologicamente piuttosto omogeneo, anche se i vari sottordini presentano caratteri nettamente distinguibili. Adulti: Il corpo degli adulti è diviso, come negli altri insetti, in testa, torace e addome. Testa: La struttura più vistosa della testa sono gli occhi composti, formati da migliaia di ommatidi. E’ più larga del torace, assai mobile e molto grande, diversa come forma nei due sottordini: globosa negli Anisotteri e trasversa negli Zigotteri. Sulla testa si trovano anche le antenne, molto ridotte, tre ocelli, disposti a triangolo e le parti boccali, composte. Torace: Il torace delle libellule, estremamente specializzato, è formato da due parti: il protorace e lo pterotorace. Il primo è molto ridotto e ad esso sono articolate la testa e il 1° paio di zampe. Il secondo è molto sviluppato, porta le ali e le zampe medie e posteriori. Il torace delle libellule presenta una particolarità detta obliquità, ossia, l’inserzione delle zampe viene ad essere spostata cefalicamente e quella delle ali caudalmente. Questa particolare disposizione, spostando il baricentro della libellula in volo verso l’avanti, permette di sopportare urti contro le prede, durante la loro cattura in aria, senza sbilanciarsi eccessivamente e senza modificare in modo marcato la traiettoria. Zampe: Sono ben sviluppate, rivolte in avanti e composte da più segmenti: femore, tibia, tarso e unghie. Sono simili nella costituzione in tutte le specie, ma variano nella lunghezza, nella forma e nel colore. Non servono per la locomozione ma per aggrapparsi ai supporti e per catturare e trattenere le prede in volo. Ali: Sono grandi, composte da una membrana chitinosa, generalmente trasparenti, ma talvolta colorate o macchiate. In posizione di riposo si presentano aperte più o meno orizzontali e perpendicolari all’asse del corpo (Anisotteri) oppure si dispongono verticalmente e obliquamente all’indietro sopra l’addome (Zigotteri). Sulle ali è presente una ricca venulazione longitudinale e trasversale che racchiude piccole concamerazioni dette celle. Tali venature, che costituiscono un importante criterio di classificazione, variano a seconda delle famiglie, dei generi e delle specie. Addome: E’ mobile, sottile e di solito molto lungo. E’ formato da 11 segmenti detti “uriti”, dei quali i primi 10 sono ben distinguibili, mentre dell’undicesimo sono presenti solo le vestigia. Termina con delle strutture dette cerci, somiglianti ad una sorta di tenaglia, con la quale il maschio trattiene la femmina durante l’accoppiamento. Lo sbocco genitale nel maschio si trova nel 9° segmento ma, fatto unico nel regno animale, l’apparato copulatore è situato nel 2° e 3° urite. Nella femmina l’addome è generalmente più corto e dilatato e gli organi genitali sono nell’8° e 9° segmento. Le femmine delle specie più primitive sono dotate di un ovidepositore molto grosso che permette l’inserzione delle uova nei vegetali vivi o morti e che può essere scambiato per un pungiglione. Distribuzione e habitat:  presente in tutta Italia e isole, predilige gli ambienti di pianura con acque ferme. Molto frequente in ambienti risicoli. Periodo di attività:  gli adulti volano da marzo a novembre.
Raffaella.Coreggioli
Orthetrum albistylum (Sélys-Longchamps, 1848) Dimensioni: lunghezza: 45-50 mm, apertura alare 65-75 mm. Descrizione della specie: libellulide di colore bruno e giallo con addome, nel maschio maturo, ricoperto da pruinosità azzurra. Questa specie è inconfondibile: sia i maschi che le femmine presentano appendici terminali dorsalmente biancastre (le femmine anche il 10° segmento addominale) e l’addome dorsalmente celeste, in alcuni punti molto pallido. E' l'unico Orthetrum con pterostigma nero insieme a Orthetrum cancellatum. Si distingue da quest'ultimo per i cerchi bianchi (da qui il nome alla specie) e l'addome più sottile. L'addome è percorso longitudinalmente da due bande nere e, come detto, nel maschio, è ricoperto da pruinosità azzurra che tende a divenire più chiara in età avanzata mentre gli ultimi segmenti addominali sono neri con cerci bianchi. La femmina, oltre alle appendici anali, presenta anche l'ultimo segmento addominale bianco. Il torace, sui due lati, ha due bande chiare. Una banda chiara lo attraversa anche dorsalmente tra le ali. Vola dalla fine di maggio ad ottobre ed è più abbondante in luglio e agosto. Le larve si sviluppano sia nelle raccolte d’acqua ferma che in ambienti con lenta corrente, in lanche, cave, risorgive, canali e fiumi, specialmente se con ricca vegetazione, in aree di pianura o di bassa collina. È una delle specie più diffuse nelle risaie. Distribuzione e habitat: presente nel nord Italia in diversi ambienti con acqua sia corrente che stagnante. Molto comune nelle risaie. Periodo di attività: giugno-settembre. Fonte web. Insetti - linnea.it
antonio_grassi
Nella valle dello ouadi Miliane si trovano gli imponenti resti dell\'acquedotto più lungo mai costruito dai Romani che portava le acque alla città di Cartagine. Per la sua costruzione fu necessario un grande intervento di ingegneria civile che durò parecchi anni. Costruito sotto Adriano tra il 120 e il 131 e restaurato nel 203 da Settimio Severo, fu danneggiato dai Vandali e ricostruito in epoca bizantina. Le acque furono convogliate verso la città direttamente dalle sorgenti della regione di Zaghouan l\'antica romana Ziqua lungo un percorso che si snodava per 132 Km. Di quell\'imponente costruzione che si snodava nel bel mezzo della pianura cartaginese restano oggi ampi tratti nella campagna. La struttura dell\'acquedotto era a una semplice arcata su cui scorreva il canale che trasportava l\'acqua. I resti mostrano l\'imponenza di questa arcate che si sviluppano in altezza anche oltre i 10 metri. L\'acquedotto fu rovinato dagli arabi durante l\'assedio di Cartagine nel 698, ma fu riattivato dai Fatimidi nel X sec. e restaurato nel XIII da el-Mostancir, cui risalgono numerose deviazioni. Per tutta la sua lunghezza, l\'acquedotto mostra differenti tecniche di costruzione, testimonianza dei numerosi restauri subiti. Le parti più antiche sono in blocchi di pietra, quelle più recenti in mattoni o terracotta. Nel segmento in direzione di Oudna si può ancora riconoscere una serie di arcate sormontate dal condotto a volta in pietra.
balange1246
L\'Abbazia di San Galgano è un\'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l\'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l\'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scozia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l\'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c\'è un masso dal quale spuntano un\'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L\'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all\'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l\'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l\'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L\'Abbazia di San Galgano è un\'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l\'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l\'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scozia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l\'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c\'è un masso dal quale spuntano un\'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L\'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all\'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l\'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l\'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L\'Abbazia di San Galgano è un\'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l\'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l\'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scozia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l\'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c\'è un masso dal quale spuntano un\'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L\'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all\'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l\'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l\'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
titogueli
L'accoppiamento avviene sempre nelle vicinanze dell'acqua. Il maschio provvede a trasferire lo sperma dall'orifizio genitale, posto sul nono segmento, nei genitali secondari, posti nei segmenti due e tre; dopodiché si avvia alla ricerca di una compagna. Dopo averla individuata la afferra per la nuca tramite le appendici terminali fino a che la femmina non curva la propria estremità addominale raggiungendo gli organi riproduttori del maschio, ricevendo così lo sperma
titogueli
L'accoppiamento avviene sempre nelle vicinanze dell'acqua. Il maschio provvede a trasferire lo sperma dall'orifizio genitale, posto sul nono segmento, nei genitali secondari, posti nei segmenti due e tre; dopodiché si avvia alla ricerca di una compagna. Dopo averla individuata la afferra per la nuca tramite le appendici terminali fino a che la femmina non curva la propria estremità addominale raggiungendo gli organi riproduttori del maschio, ricevendo così lo sperma.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
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L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.
balange1246
L'Abbazia di San Galgano è un'abbazzia cistercense, sita a pochi Km da Siena, nel comune di Chiusdino. La mancanza del tetto, che evidenzia l'articolazione della struttura architettonica, accomuna in questo l'abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scazia, di Cashel in Irlanda, e di Eldena in Germania. Secondo la leggenda, al momento della conversione, nel giorno di Natale del 1180, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dal quale spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca di plexiglass. L'evidente anologia con il mito arturiano non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della tavola Rotonda e la storia di Chiusdino. Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. I lavori andarono avanti speditamente, tanto che già nel 1227, sono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore. Nel 1262 i lavori erano quasi completati e nel 1288 venne consacrata. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. La crisi continuò anche nel XV secolo. Nel 1774 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accellerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi lo erano ancora per poco. Infatti nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, si salvò la campana maggiore, opera del Trecento, ma per poco, infatti pochi anni dopo venne fusa e venduta come bronzo. Negli anni seguenti l'abbazia venne trasformata addirittura in una fonderia, fino a che nel 1789 la chiesa fu definitivamente sconsacrata e abbandonata. Nel 1926 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo, senza realizzare ricostruzioni arbitrarie o integrazioni: si decise semplicemente di consolidare quanto rimaneva del monastero.