Risultato della ricerca: schiena
marcocalandra89
Dopo una quiete durata circa tre mesi, il vulcano Etna si è risvegliato dal suo silenzio tra la notte del 11 e 12 Maggio 2015. Man mano che i giorni passavano l'eruzione si faceva sempre più violenta. Così, la notte tra il 14 ed il 15 insieme a mio cugino sono salito sul vulcano alla ricerca di un punto perfetto per riprendere l'eruzione. Avevamo intenzione di percorrere il sentiero della Schiena dell'asino ed arrivare alla Valle del Bove, ma successivamente abbiamo cambiato idea pensando che non ci avrebbe permesso di vedere la colata lavica. Così, abbiamo optato per seguire un percorso diverso per giungere al Monte Zoccolaro. Il percorso era abbastanza in pendenza ma una volta giunti a destinazione siamo riusciti ad ammirare una panorama stupendo.
JessicaT
Day 3: 05/09/2017 *Era da tutta l'estate che apettavamo la settimana di ferie per passare due giornate al rifugio Re Alberto, ai piedi delle Torri Del Vajolet. Partita con tutta la mia buona volontà e la mia goffaggine sui sentieri di montagna (lo so, anche se sono sempre in montagna, a vedermi camminare su un sentiero mi scambiereste per il classico turista della domenica) sembrava quasi che a 15 minuti dal raggiungimento della meta qualcuno avrebbe dovuto portarmi sulla schiena. Ma, come ormai sa chi mi conosce, ci sono due modi per trasformarmi nel Diavolo delle Dolomiti: un temporale o un escursionista che tenta il sorpasso (sono piuttosto orgogliosa e ci tengo alla mia dignità). Fortunatamente non è stato il caso di un temporale, ma di un escursionista pronto al sorpasso. Vi dico solo che al rifugio sono arrivata prima io di lui (anche se con la lingua per terra). Il tramonto è stato quello che vedete in foto: con il freddo e il vento che c'era non vedevo l'ora di tornare nel rifugio a bere una grappa!
IvoMarkes
Costruito nel primo secolo a.C. per sostituire un preesistente ponte in legno, Ponte Pietra è il più antico monumento romano di Verona e forse anche il più suggestivo. Esso univa l'originario tracciato della via Postumia con il colle antistante in corrispondenza di un guado, utilizzato sin dalla notte dei tempi. All'epoca dell'impero romano erano sette i ponti che attraversavano il fiume Adige in vari punti della città, e due lo facevano in prossimità del teatro Romano: IL PONTE MARMOREUS ED IL PONTE POSTUMIUS (ponte Pietra e il ponte Postumio). Quest'ultimo realizzato leggermente a valle del primo a seguito delle modiche tardo repubblicane del tracciato urbano, quanto l'ortogonalità del nuovo l'impianto viario impose di rettificare il tracciato della via Postumia per farla coincidere con il Decumano Massimo. Sarebbe interessante vedere ancora oggi i due ponti quasi affiancati, ma nell'anno 905 il ponte Postumio fu semidistrutto da una piena dell'Adige e, dopo tre secoli, nel 1239 esso cedette definitivamente all'impeto del fiume. In oltre duemila anni di storia, numerose piene devastanti e crolli a cui seguirono altrettante ricostruzioni, hanno conferito a ponte Pietra l'attuale configurazione a schiena d'asino con arcate asimmetriche, che è assai diversa da quella originaria di epoca romana. Una foggia irregolare che serve per facilitare il flusso della corrente, che in questa ansa dell'Adige risulta maggiore sulla riva rivolta verso l'antico teatro Romano. Bello di giorno, offre il meglio di sé durante la notte, quando una sapiente illuminazione e il silenzio in cui si ode l'acqua stagliarsi contro le pile, lo rendono uno dei luoghi più romantici dell'intera città. Anch'esso purtroppo, come accaduto per tutti i ponti di Verona, è stato oggetto dello scempio nazista durante la seconda Guerra Mondiale. Fatto saltare il 24 aprile 1945 dai tedeschi in fuga, è stato ricostruito utilizzando esclusivamente i materiali originali recuperati dal letto del fiume.
Lady O
Questi occhioni sono della piccola Sofia che, al riparo nel marsupio della nonna, non mi ha perso d'occhio neppure per un secondo, non ha mai smesso di temermi e di temere la macchina fotografica che senz'altro vedeva come una minaccia. Ho tentato un avvicinamento ma si è protetta " dietro" la treccia della nonna, e non ha smesso di guardarmi anche quando la nonna si stava ormai allontanando col suo fagotto sulla schiena.
andreaannesi1969
In viaggio, immerso nella stupefacente natura ma... senza treppiede! Scattata con la camera in braccio seduto con la schiena poggiata su un albero. Exif: d800 + 28/70 2.8 @ 38mm, iso 50, 1/3 sec, f22
RosannaFerrari
Il "cinturato"... i movimenti che compie per costruirsi quella sorta di cintura bianca, che lo tiene fermo in posizione, sono a dir poco da vero contorsionista... l'ho osservato nell'atto, e giuro che mi è venuta mal di schiena solo a guardarlo :D :D :D
Paolo76BG
uno scatto di 2 settimane fa,purtroppo oggi niente macro,son in fase di guarigione dal mal di schiena e non ho voluto rischiare di peggiorare :)
viracocha50
Crema - Santuario Santa Maria della Croce - Il 13 febbraio 1489 Caterina degli Uberti, esponente di una famiglia benestante di Crema, sposava Bartolomeo Pederbelli detto il Contaglio, pregiudicato bergamasco bandito dalla sua provincia e giunto da tempo a Crema, ovviamente tacendo la sua condizione di fuggiasco. Nell\'anno che seguì i rapporti non furono affatto facili, sono narrati nelle cronache le contrapposizioni tra il Contaglio e i familiari di Caterina per questioni di pagamento della dote. Secondo i documenti storici, la sera del 2 aprile 1490 il Contaglio convinse (oppure obbligò con la forza) Caterina a seguirlo per tornare dai familiari dell\'uomo nel bergamasco. Una volta giunti un miglio fuori da Crema deviò dalla strada per Bergamo (l\'odierna via Mulini) giungendo all\'interno del bosco detto \"del Novelletto\". Qui il Contaglio infierì sulla donna colpendola con la spada (che ancora si conserva nel Santuario) in maniera violenta e grave al capo ed alle braccia tanto che le venne amputata la mano destra con una parte del braccio; mentre l\'omicida calava fendenti sulla povera donna, la spada si spezzò in due e, non pago di ciò, per essere certo che la moglie fosse uccisa, estrasse il pugnale e le sferrò un colpo alla schiena, ma la lama non penetrò nel corpo, scivolando forse lungo le vesti, ma procurandole comunque un ematoma vicino alla scapola sinistra. Il Contaglio fuggì portando via il fardello e le altre cose insieme con quattro anelli d\'oro della stessa Caterina[1]. Quindi di lui non si seppe più nulla. La donna agonizzante chiese aiuto alla Madonna affinché le venissero impartiti i Sacramenti ed apparve una donna vestita poveramente che avrebbe detto \"sono colei che hai chiamato\". Le emorragie di colpo si fermarono e Maria trasportò Caterina presso una vicina casa di contadini che le prestarono le prime cure. Poiché era ormai sera e le porte della città erano chiuse, solo alla mattina Caterina poté essere trasportata a Crema. Qui venne visitata da un medico e interrogata da un \"Giudice del Maleficio\" (magistrato veneto), quindi il prete Filippo della parrocchia di San Benedetto le diede i sacramenti, solo a questo punto le emorragie ripresero e Caterina spirò. In seguito sul luogo del delitto, dopo altri vari miracoli, venne costruito il Santuario.
simonepuddu.100
IL PONTE DELLA BRUSIA A BOCCONI Unico esempio di ponte a schiena d’asino a tre arcate risalente al XIV secolo,
carlopaganessi70
"Pont'Ezzu", letteralmente ponte vecchio. Antico ponte, situato nel territorio di Illorai SS, a schiena d'asino sul fiume Tirso.
fabiofoni
Curiosa scenetta, dove i cavalli voltano la schiena al povero bovino che sembra voglia dirmi con il suo sguardo, lasciali perdere sono presuntuosi e asociali!
andri74
Questa foto non l'ho fatta io, questo sono io. Dolomiti Super Bike 2013. L'ultima faticosa salita, di quelle che mi sono sempre piaciute, quelle che durano chilometri, dove pensi solo ad arrivare... poi ti perdi nel paradiso della Val Pusteria e vorresti solo che il tempo si fermasse... Il dolore si faceva sentire, ma dovevo proseguire. Volevo chiudere in bellezza, l'ultima volta con un numero sulla bici e sulla schiena. Perdonate la foto, ma a volte mi piace ricordare questi momenti.
Paolo Tomberli
Sulla strada sterrata che porta al Ponte di Cimabue, il luogo dell'incontro tra il maestro e il discepolo, sento un brivido lungo la schiena. Il ponte dopo la breve salitella sembra scomparire nella nebbia, come se volesse nascondere i suoi segreti. Mi avvicino con timore e rispetto, sperando di cogliere le emozioni antiche che hanno ispirato i due grandi artisti.
fangel
Immerso nel silenzio più assoluto, cercando lo scatto giusto, girovagando, tra bosco e prati, sci ai piedi zaino sulla schiena,sdraiato in 30 CM di neve fresca, 3 passi più avanti nò 2 più dietro un pò più alto, forse più basso, in verticale o in orrizzontale. A volte mi domando se ne vale la pena, poi tornato a casa e ripensando alla fatica per arrivare in certi posti, e vedendo gli scatti(anche se non buoni ) mi sento appagato e felice.