simone.porrelli
Nel 1651 papa Innocenzo X, dopo aver fatto costruire il palazzo di famiglia e la Fontana dei quattro fiumi (ad opera del Bernini) decise di erigere una nuova chiesa nello stesso sito dell'antica, come una cappella di famiglia vista l'adiacenza col Palazzo di famiglia, e dove vi sarebbe poi stata anche la sepoltura dello stesso pontefice. L'incarico venne affidato a Rainaldi e i lavori iniziarono nel 1652 con la demolizione dell'antica chiesa. L'architetto ebbe come collaboratore il proprio figlio, Carlo. A pianta centrale a croce greca con cupola senza tamburo, con un portico davanti e nicchie nei pilastri all'incrocio dei bracci, con facciata rettilinea e non ricurva, l'edificio doveva presentare anche due torri campanarie laterali e una gradinata prima del portico come collegamento alla piazza. Nel 1653 il Papa decise di affidare i lavori a Borromini, il quale decide nel proprio progetto di eliminare il portico, di fare un alto tamburo e lanterna a sedici colonne, distanziare maggiormente la distanza fra i campanili cosi da dare maggiore visibilità alla cupola e impostare la facciata in modo concavo.
Alla morte del papa, il successore Alessandro VII decise di istituire una commissione per indagare su eventuali errori del Borromini, rovinando i rapporti con l'architetto che decise poi di abbandonare i lavori. Cosi il cantiere venne affidato, per l'ultimazione degli ultimi lavori, ad un insieme di sei architetti diretti da Carlo Rainaldi fino al 1660, quando la direzione passò a Baratta e Del Grande. Nel 1667 Olimpia Maidalchini, vedova del fratello di papa Innocenzo X, affidò i lavori al Bernini per finire tutti i lavori dell'interno dell'edificio. Infine nel 1672 fu richiamato Rainaldi, il quale corresse il progetto borrominiano alterando tutta la creatività e genialità del Borromini: modifiche alla facciata, alla lanterna e ai due campanili.