Risultato della ricerca: operazione
en.giuliani
Nei giorni di Natale 2023, è terminata la ricostruzione in anastilosi di una porzione suggestiva della Basilica Ulpia, la più grande dell’antica Roma, progettata dal celebre architetto di Damasco, Apollodoro, per l’imperatore Traiano. L’operazione è stata finanziata dal magnate uzbeko Alisher Usmanov, che ha stanziato un milione e mezzo di euro in favore del Comune di Roma. Oggi si ammira uno skyline inedito e a prova di sisma: le colonne originali della Basilica sono state riallestite a formare l’antico colonnato su due ordini sovrapposti, con la ricostruzione di parte del grande architrave che sosteneva l’ordine superiore. Peccato che nel sito, già assediato dai lavori per la metro C, stazionino ancora macchinari e materiali del cantiere ...
Vakinze
Questo è il regalino che si è meritata la mia Letizia il giorno in cui è nata la piccola marysol. Marysol e non Marisol come c’è scritto sull’anello (devo farlo correggere). Ho cercato di metterglielo al dito la sera stessa del parto affinché lo scoprisse al suo risveglio, ma il fatto che avesse le mani un po’ gonfie non ha aiutato l’operazione! E’ stata comunque una bella sorpresa, o almeno così ha detto il mio tesoro.
photoplayer
.. difficile operazione geometrica, riuscita grazie alla Fotografia Digitale.. Buona serata!
LadyGi
Dedico questa riflessione all'operazione che Erdogan sta compiendo in Siria, chiamata "Sorgente di pace: "... dove fanno il deserto, lo chiamano pace"(Tacito). (L'immagine è quella del lago salato della penisola Valdes, in Argentina).
LorenzoBertoni
Un bellissimo esemplare di "Saturnia pavoniella" trovato sulle Alpi Apuane, durante una visita all'Orto Botanico "Pietro Pellegrini" sito in località Pian della Fioba (MS) P.S.: al momento dell'avvistamento l'animale si trovava tra il paleo (probabilmente per mimetizzarsi ed evitare di essere visto dai suoi potenziali predatori). Pertanto per fotografarlo bene è stato necessario rimuoverlo momentaneamente da quel punto e tenerlo sulla mano (come si può notare nella foto), operazione debitamente compiuta dalla Guida dell'Orto Botanico, esperto del settore, in maniera da traumatizzare il meno possibile l'animale. Dopo la foto l'animale è stato rimesso nello stesso punto e posizione in cui era stato trovato.
FabioCamoli
Il complesso di edifici che costituivano lo stabilimento per la pilatura del riso era stato costruito nel 1913 nel rione di San Sabba (più correttamente \"san Saba\"), alla periferia della città e fu trasformato inizialmente in un campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l\'8 settembre: venne denominato Stalag 339. Successivamente, al termine dell\'ottobre 1943, il complesso diviene un Polizeihaftlager (Campo di detenzione di polizia), utilizzato come centro di raccolta di detenuti in attesa di essere deportati in Germania ed in Polonia e come deposito dei beni razziati e sequestrati ai deportati ed ai condannati a morte. Nel campo venivano anche detenuti ed eliminati Sloveni, Croati, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Supervisore della Risiera fu l\'ufficiale delle SS Odilo Globočnik, triestino di nascita, in precedenza stretto collaboratore di Reinhard Heydrich e responsabile dei campi di sterminio attivati nel Governatorato Generale, nel quadro dell\'operazione Reinhard, in cui erano stati uccisi oltre 1,2 milioni di ebrei[3]. Per i cittadini incarcerati nella Risiera, intervenne in molti casi, presso le autorità germaniche, il vescovo di Trieste, monsignor Santin; in alcuni casi con una soluzione positiva (liberazione di Giani Stuparich e famiglia) ma in altri senza successo. I nazisti, dopo aver utilizzato per le esecuzioni i più svariati metodi, come la morte per gassazione utilizzando automezzi appositamente attrezzati, si servirono all\'inizio del 1944 dell\'essiccatoio della risiera, prima di trasformarlo definitivamente in un forno crematorio. L\'impianto venne utilizzato per lo smaltimento dei cadaveri e la sua prima utilizzazione si ebbe il 4 aprile 1944 con la cremazione di una settantina di cadaveri di ostaggi fucilati il giorno precedente in località limitrofe Villa Opicina (Trieste). Da allora, fino alla data della liberazione, il forno crematorio fu adoperato per bruciare i corpi di oltre 3500 prigionieri della Risiera, soppressi direttamente dal personale carcerario ivi operante. La Risiera, oltre ad essere usata come campo di smistamento di oltre 8000 deportati provenienti dalle Provincie orientali destinati agli altri campi di concentramento nazisti, fu quindi adoperata in parte anche come luogo di detenzione, tortura ed eliminazione di prigionieri sospettati di attività sovversiva nei confronti delle regime nazista Questo luogo è di assoluta importanza in quanto fu l\'unico campo di deportazione dell\'Europa meridionale. Il forno crematorio e la connessa ciminiera furono abbattuti con esplosivi dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini, ma sono stati descritti successivamente dai prigionieri testimoni del campo. Tra le rovine furono ritrovate ossa e ceneri umane. Sul medesimo luogo, a ricordo, sorge oggi una struttura commemorativa costituita da una piastra metallica sul posto dove sorge il forno crematorio e da una stele che ricorda la presenza della ciminiera. Riguardo alle ipotesi sui metodi di esecuzione, esse sarebbero avvenute o per gassazione attraverso automezzi appositamente attrezzati, o con un colpo di mazza alla nuca (mazza ritrovata e custodita sino al 1977 nel museo della risiera. È stata rubata l\'anno successivo) o per fucilazione. Nel complesso le esecuzioni sarebbero state almeno cinquemila, secondo una stima approssimativa, sebbene non si disponga di dati certi. Con il D.P.R. n. 510 del 15 aprile 1965, il Presidente Giuseppe Saragat dichiarò la risiera di san Sabba Monumento Nazionale, quale \"unico esempio di lager nazista in Italia\".(Wikipedia) L\'occhio scorre dal centro dell\'immagine (il forno crematorio rimosso)verso il basso, volta a destra, seguendo la canala a terra, per poi risalire sulla stele (la ex-ciminiera)...in alto la fine delle sofferenze. Fabio.
cirro71
Costruita intorno al 1475 su progetto dell\'architetto senese Francesco di Giorgio Martini, è un\'opera militare singolare dallo spiccato carattere sperimentale, date le sembianze zoomorfe, che fanno ricordare la forma di una tartaruga. Ancora più peculiare è la storia al centro della quale venne a trovarsi tale edificio negli anni 1943 e 1944. L\'allora sovrintendente ai beni culturali di Urbino, il professore Pasquale Rotondi, individuò in tale rocca il luogo sicuro e ideale dove nascondere e mettere al riparo, dalle scorrerie della ritirata nazista e dai bombardamenti alleati, numerosi capolavori d\'arte provenienti da tutta Italia. Si parla di circa 10.000 opere provenienti da, Venezia, Urbino, Pesaro, Fano, Ancona, Lagosta, Fabriano, Jesi, Osimo, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, (tra cui la Tempesta del Giorgione, la Città ideale e molte altre opere di famosi artisti tra cui Raffaello Sanzio, Piero della Francesca, Carlo Crivelli, Tiziano, Lorenzo Lotto, Paolo Uccello, Andrea Mantegna). L\'Operazione Salvataggio rimarrà segreta fino al 1984, anno in cui attraverso un\'ampia ricerca si riporterà alla luce l\'intera vicenda. (notizie liberamente tratte da Wikipedia)
AntonioLimardi
Reinterpretazione personale di questa immagine presente in rete.
ambro2000
IL FIORE DEL CARDO MAGNIFICO E UTILE, INFATTI IN APPOSITI CONTENITORI VIENE USATO IN FILATURA PER PULIRE E ALLINEARE LE FIBRE DELLA LANA, OPERAZIONE CHE PRENDE IL NOME DAL FIORE "CARDATURA"
Raffaella.Coreggioli
Unione di due scatti Stamattina mentre cercavo un posatoio per una farfalla mi sono accorta in tempo che c'era un ospite, un bellissimo Misumena Vatia (Clerck, 1757) Chiamato comunemente "ragno granchio dei fiori" La femmina varia dai 7 agli 11 mm, mentre il maschio non supera i 6 mm. Il corpo è corto, largo e appiattito, come quello dei granchi. Gli otto occhi, visti di fronte, sono disposti su due file orizzontali di 4 elementi ciascuna. Sono molto piccoli e distanziati. Nelle femmine, il contorno degli occhi di solito presenta luminose colorazioni gialle, arancioni o rosse. La femmina è, di base, di colore bianco, ma, come la femmina del Thomisus Onustus, è in grado di cambiare colore (per mimetizzarsi sui fiori, luogo di caccia), secernendo un pigmento giallo. La colorazione (dal bianco al giallo limone, al giallo verdognolo, con tutte le sfumature intermedie) è reversibile, e cambiano solo i tempi: due o tre settimane per diventare gialla, meno di una per tornare bianca (espellendo il pigmento). Spesso presenta anche, sull'addome, due striature laterali rosse o grigio-verdognole. Le zampe sono bianche o gialle. Il maschio è di colore giallo chiaro o bianco, con l'addome percorso la larghe striature di colore rosso scuro. Anche le quattro zampe anteriori presentano vistose bande bruno-rossastre. Come gli altri ragni della famiglia Thomisidae, si sposta con movimenti laterali (adatti per muoversi all'interno dei fiori), ha le zampe anteriori allargate verso l'esterno come le chele del granchio, e non costruisce la tela, ma pratica la caccia ad agguato, uccidendo le prede con un morso velenoso. La femmina ama appostarsi su piante in fiore leggermente svettanti sulla vegetazione circostante, più raramente anche sulle foglie. Rimane immobile, divaricando le prime due coppie di zampe e, non appena un insetto si posa, lo attacca fulmineamente e gli sferra un morso velenoso, in genere all'attaccatura del capo. Non avvolge la preda con la tela, ma la tiene (non solo con le mandibole, ma anche con le zampe) finché non ha succhiato tutti i fluidi corporei, operazione che può richiedere anche ore. Si ciba di tutti gli insetti che visitano i fiori (api, vespe, ditteri, farfalle), e anche del nettare dei fiori stessi. Il maschio vaga da un fiore all'altro in cerca di femmine; l'incontro tra due maschi spesso produce lotte cruente, che causano loro molte mutilazioni. L'accoppiamento avviene all'inizio dell'estate, dopo la loro ultima muta. In genere il maschio non viene attaccato dalla femmina, ma la sua vita si concluderà comunque a breve. La femmina depone le uova su una foglia, che poi arrotola e cuce con la propria tela, a formare una sorta di cono gelato: un astuccio protettivo e mimetico molto efficace. Le sorveglia fino alla loro schiusa, ma non offre ai piccoli alcuna cura parentale: al massimo rompe la tela per agevolare la fuoriuscita del neonati. I piccoli, in cucciolate di centinaia di esemplari, già dalla nascita sono in grado di procurarsi il cibo, aggredendo la preda in gruppo. Poi, poco tempo dopo la prima muta, secreto un sottilissimo filo al quale si appendono, alla prima corrente d'aria si lasciano trasportare lontano dal luogo di nascita. In autunno avranno già raggiunto circa la metà della loro dimensione massima. Per svernare si nascondono sul suolo. Vive in luoghi aperti ed assolati, come prati, giardini e margini boschivi, sia aridi che umidi, e sui bordi dei sentieri. In Italia è diffuso ovunque. Gli esemplari adulti si trovano da aprile-maggio (prima i maschi) ad agosto
MARINOF55
il Rifugio delle Marmotte si trova in Val di Rhemes, a 2142mt di altitudine ed è gestito dai ragazzi ( fanno turni volontari di parecchi giorni) dell'Operazione Mato Grosso, nata per l'impegno di don Ugo De Censi, salesiano missionario. "Non a parole, ma concretamente: tutti i soldi ricavati dalla gestione servono per sostenere le missioni dell'Operazione Mato Grosso in Perù, Ecuador, Brasile e ..." fonte Rifugi OMG www.rifugi-omg.org
fabiofoni
Era da tanto tempo che volevo realizzare una foto parzialmente desaturata, lo so ,non è una cosa che mi appartiene ma la voglia di provare era tanta e la foto mi sembrava più che adatta all\'operazione, chiedo scusa ai talentuosi del fotoritocco, so che non è un lavoro perfetto, ma è la prima e forse l\'unica volta....... Più che i mi piace vorrei dei commenti, sia positivi che negativi....grazie
RosannaFerrari
Nata questa mattina, immagine scattata pochi secondi dopo la nascita, comincia a distendere le ali, la specie è molto veloce nell'operazione, a differenza del Macaone, ma stamattina stranamente questa femminuccia ha cominciato a distendere prima l'ala della sua sinistra e poi quella a destra (che infatti risulta visibilmente ancora più tondeggiante e apparentemente più corta e si nota ancora un allineamento non perfetto) ed è rimasta a lungo e saldamente ancorata alla crisalide da cui è uscita, si nota inoltre all'apice dell'addome il residuo di meconio che espellerà poco dopo...
AntonioLimardi
Poco importa se l'operazione non si chiami più così... Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola, a mezzogiorno. … Ci sono cose da fare di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire. … Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra (Gianni Rodari) sperando che un giorno... Io sogno di dare alla luce un bambino che chieda: “Mamma, che cosa era la guerra?” (Eve Merriam)
DomenicoMastrodicasa
Palestrina, RM Una curiosità : questa scalinata è stata protagonista di una scena del film "Operazione San Gennaro" con Nino Manfredi
elcarpi
Operazione Vintage......si accettano commenti e critiche!
Etneo71
Natura Viva! Tra sole e pioggia un ragazzo arcobaleno si pulisce le preziose piume, un operazione quotidiana e necessaria per la sua stessa sopravvivenza!! Tanti saluti e buona domenica!!! Gruccione (Merops apiaster) Fotografata con: Nikon Z9 & Nikkor 500mm