... si tratta ovviamente non di una nave ormeggiata in porto ma in costruzione in bacino, a Marghera per la precisione, fotografata poco prima dell'alba; sarà una delle navi da crociera più grandi nel mondo; per le composizione e tecnicamente si poteva fare di meglio. Marghera, agosto 2016

Venezia in primo piano e Mestre/Marghera sullo sfondo

modella Elisa Malossi

Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare, la dolce ossessione dei suoi giorni tristi, Venezia la vende ai turisti, che cercano in mezzo alla gente l\'Europa o l\'Oriente.....che guardano alzarsi alla sera il fumo o la rabbia di porto Marghera. Venezia è un\'albergo, San Marco è senz\'altro anche il nome di una pizzeria, la gondola costa, la gondola è solo un bel giro di giostra. Venezia è un imbroglio , che riempie soltanto la testa di fatalità, del resto del mondo non sai più una sega, Venezia è la gente che se ne frega........

... la ragazza pedalava veloce ... appena il tempo di realizzare l\'inquadratura, in un punto in cui le figure si allineavano con il sole al tramonto. Un posto idilliaco: Fusina, alla foce del Taglio di Brenta, tra campagna, barene e Venezia. Il traliccio mi riporta alla realtà, siamo ai confini della zona industriale di Marghera ...

Tramonto su Marghera

Tramonto a Venezia (31-3-19) Lo scatto è stato fatto da bordo del Ferry proveniente dal Lido. Una leggera foschia e l'assenza totale di nuvole hanno reso particolare lo sfondo della zona industriale di Marghera. DSC_3165-1PC1V1080_Tramonto a Venezia (31-3-19)

Porto Marghera, Canale Ovest

Cantiere navale, Marghera

Tramonto sulla Laguna di Venezia e Porto Marghera dal ponte della Libertà. Lo sguardo spazia dalla calma della laguna al degrado industriale...

Questo, è uno dei tanti gatti randagi del Forte Marghera, a Mestre

Oggi, alle 17:01, cessa ufficialmente di esistere la Vinyls Italia di Porto Marghera e Porto Torres, dopo oltre quaranta anni di onorato servizio nell\'industria petrolchimica. I fiori sono superflui. Come opera di bene un lavoro sarebbe gradito. Dedico questo scatto eseguito il mio penultimo giorno di lavoro ai miei centocinquanta compagni, molti dei quali amici prima che colleghi, con i quali abbiamo diviso la buona e ultimamente la cattiva sorte