Risultato della ricerca: germanico
IvoMarkes
dedicata all\'amico Carlo.......................................................................................................................................................... PRALBOINO: Nel 569 Alboino, re del bellicoso popolo germanico dei Longobardi, dopo aver messo a ferro e fuoco il Friuli ed il Veneto, mosse il suo esercito alla presa prima di Mantova, poi di Brescia e delle altre città lombarde. Proprio in preparazione all\'assedio di Brescia, Alboino si accampò in un territorio posto ad una certa distanza dalla città. La località, per questo motivo, fu da quel momento chiamata Prato di Alboino, poi Prat\'Alboino ed in seguito Pralboino. Quando Desiderio, ultimo re dei Longobardi, fondò nel 758 il monastero di Leno, lo dotò di un vasto territorio, comprendente Pralboino, ed affidò ai monaci Benedettini la bonifica e la coltivazione di quelle terre. Il piccolo villaggio sorto al passaggio di Alboino, poté così svilupparsi e diventare una borgata sempre più importante. Dopo i primi duecento anni del Regno Longobardo ebbe inizio, con Carlo Magno, l\'era feudale e Pralboino fu ceduto, ai primi del novecento, dall\'Abate di Leno alla casata dei Gambara in cambio dei servigi resi al capostipite della famiglia, Ancilao, che aveva difeso le proprietà del monastero dagli attacchi degli Ungari. I Gambara ressero le sorti del paese come feudatari e signori sino al 1797, anno che segnò, ad opera di Napoleone, l\'abolizione dei diritti feudali con la caduta della Repubblica di Venezia, alla quale il territorio di Pralboino fu soggetto quasi ininterrottamente per 370 anni. Fino al 1815 Pralboino subì la dominazione Napoleonica e successivamente quella Austriaca fino al 1859. Fece poi parte del Regno d\'Italia e quindi della Repubblica dal 1946. ...da Wikipedia
mauriziot
...un antico tempio birmano, decorato in oro, e ... un elegante e possente germanico, che entra nell'inquadratura dei miei scatti per il solito HDR con la macchina sul cavalletto per mancanza di sobrietà o di educazione. In Birmania ho resistito alla tentazione di fotografare il "turista", soggetto spesso comico e talvolta ridicolo, specie quando si sente animato da uno stato di superiorità nei confronti degli indigeni, ma questa foto è capitata per caso, come sono in genere le migliori, e allora non ho resistito alla tentazione di pubblicarla. Sagang, Febbraio 2017
canadesevolante61
"Lasciamo che i morti seppelliscano i morti, ma fin quando si è vivi, bisogna vivere ed essere felici." Cimitero germanico del Passo della Futa dove sono sepolti i resti di 30.000 soldati tedeschi che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale.
lisa.parmigiani
e non sempre è colpa dell\'altitudine
RobcapFI
Cimitero Militare Germanico - Passo della Futa (FI)
Colombarinig
Il maniscalco è l\'artigiano che esercita l\'arte della mascalcia, ossia del pareggio e ferratura del cavallo e degli altri equini domestici (asino e mulo). L\'etimologia della parola è strettamente legata a quella di maresciallo (come dimostra anche la vecchia variante sininimica mariscalco), dalla radice mare (in inglese, giumenta) e dalla radice shall (dovere, responsabilità); interpretazioni più accreditate indicano l\'origine della parola inglese marshal dall\'antico germanico marah (cavallo) e schalh (servo), indicando quindi colui che si occupa/che è responsabile/che si prende cura dei cavalli, parola che poi si è diffusa in europa. Storicamente, l\'arte del maniscalco si sovrapponeva in parte a quella del fabbro; i ferri venivano infatti forgiati al momento, e su misura, secondo le necessità dei cavalli. Attualmente l\'ampia disponibilità commerciale di ferri di cavallo già pronti rende inutile il loro confezionamento, ma è comunque richiesta una certa competenza nella lavorazione del ferro per i necessari adattamenti che vengono attuati a freddo o a caldo con i tradizionali attrezzi del fabbro (fucina, incudine, mazza). L\'atto dell\'adattamento e dell\'applicazione del ferro non esaurisce il compito del maniscalco; infatti, un\'importante fase della ferratura è il pareggio, che consiste nell\'asportazione dell\'eccessiva crescita delle varie parti dello zoccolo rivolte verso il suolo (muraglia, fettone, suola, barre). Fonte Wikipedia
canadesevolante61
“L'amore impedisce la morte. L'amore è vita. "Tutto, tutto ciò che io capisco, lo capisco solamente perché amo. È solo questo che tiene insieme tutto quanto. L'amore è Dio, e il morire significa che io, una particella dell'amore, ritorno alla sorgente eterna e universale.” Cimitero Germanico del passo della Futa dove sono sepolti i resti di 30.000 soldati tedeschi caduti nella seconda guerra mondiale
MaxNikonista63
Due germani reali si immergono alla ricerca di qualcosa da mangiare.
RobcapFI
Cimitero Militare Germanico - Passo della Futa (FI)
simone.porrelli
Fin dalla costruzione la chiesa fu sede dell'omonimo titolo cardinalizio. Secondo il catalogo di Pietro Mallio, stilato sotto il pontificato di papa Alessandro III, questo titolo era legato alla basilica di San Lorenzo fuori le mura ed i suoi sacerdoti vi officiavano a turno. Gestita in seguito e fino al 1580 dai paolini ungheresi, la chiesa da allora appartiene al Pontificio collegio germanico-ungarico in Roma. È stata eretta basilica minore ed è la chiesa nazionale di Ungheria. Essa è una delle chiese stazionarie di Roma. (fonte: Wikipedia)
RobcapFI
30.683 nomi .... un muro infinito di vite spezzate che si perdono nel nulla (Cimitero Militare Germanico - Passo della Futa (FI)
puccettig
cimitero militare germanico passo della Futa
Paolo Bonavolta
Ossario Germanico Incompiuto sul Col Pion Pinzano