Risultato della ricerca: donne
dolcecrudelia
Auguri a tutte le donne
ambro2000
UN VASO DI FIORI SULLA FINESTRA DELLA CHIESINA, BACIATI DAL SOLE CHE DA VITA E DIGNITà A QUEI POCHI FIORI DI CAMPO, COME A DAR IMPORTANZA A QUEL GESTO DI UMILE MA RISPETTOSO OMAGGIO FATTO DA DA QUALCHE PIA DONNA, CHE COME ALTRE TENGONO APERTE E PULITE QUESTE CHIESE, PICCOLI GIOIELLI CHE SEGNANO IL TERRITORIO ....MI ERA CAPITATO IN BRETAGNA DI FARE I COMPLIMENTI PER I BEI FIORI POSTI IN UNA CHIESINA A UNA DI QUESTE DONNE E LI\' DALLA SUA RISPOSTA AVEVO CAPITO QUANTO AMORE E QUANTA DEDIZIONE DIETRO QUEI GESTI UMILI E PREZIOSI SENZA I QUALI C\'è SOLO LA ROVINA...
dolcecrudelia
Auguri a tutte le donne del Nikon club
fabriziadicristo
Questa fotografia mi fa venire in mente due bellissimi frammenti del film \"Le ali della libertà\" e mi piacerebbe condividerli con voi: \"Ancora oggi non so cosa dicessero quelle due donne che cantavano, e a dire la verità non lo voglio sapere. Ci sono cose che non devono essere spiegate. Mi piace pensare che l\'argomento fosse una cosa così bella da non poter essere espressa con delle semplici parole. Quelle voci si libravano nell\'aria ad un\'altezza che nessuno di noi aveva mai osato sognare. Era come se un uccello meraviglioso fosse volato via dalla grande gabbia in cui eravamo, facendola dissolvere nell\'aria, e per un brevissimo istante tutti gli uomini di Shawshank si sentirono liberi.\" ~ \"Andy Dufresne, diretto verso il Pacifico. Noi che lo conoscevamo bene, ne parlavamo spesso, e ne avevamo di cose da raccontare. Certe volte però ero triste pensando che Andy se n\'era andato. Ma alcuni uccelli non sono fatti per la gabbia, questa è la verità. Sono nati liberi e liberi devono essere. E quando volano via ti si riempie il cuore di gioia perché sai che nessuno avrebbe dovuto rinchiuderli. Anche se il posto in cui vivi diventa all\'improvviso grigio e vuoto senza di loro. Il fatto è che il mio amico mi mancava.\"
dominique.lucas
Sulla Riva Caduti per l'italianità di Trieste, di fronte a Piazza dell'Unità d'Italia, sono presenti due statue di Fiorenzo Bacci. Una raffigura un bersagliere mentre sale le scale. L'altra invece, intitolata "Le Ragazze di Trieste", raffigura due figure femminili sedute sul muro mentre cuciono il tricolore. Entrambe le statue sono state poste nel 2004 in occasione del 50° anniversario del ritorno di Trieste all'Italia.
leonardo_lb
Un omaggio a tutte le donne.
mauriziot
... una bambina è pronta ad andare a scuola , è incuriosita dal fotografo, che certamente le appare alquanto strambo. Da notare il viso coperto, come anche nella maggior parte delle donne del Myanmar, dalla polvere ricavata dal legno Thanakha; di fatto la polvere del legno viene inumidita e trasformata in una specie di fondo tinta il cui scopo principale è quello di agire come filtro solare; Nagpali; gennaio 2018
mauriziot
... una bimba deI Long Horn Miao, una etnia che vive in Cina da millenni, famosi anche per le loro vesti colorate, diverse fra i molti gruppi che ne fanno parte e, sopratutto, per i tipici copricapi qui ripresi La foto riprende una bambina pronta a uscirete per una giornata di festa, orgogliosa del suo abito, uguale a quello della madre e delle donne adulte. Una tribù ospitale e disponibile, in un remoto villaggio lontano dai flussi turistici, trovata da Alessandro Bergamini, simpatico compagno ma sopratutto bravo maestro di foto. Guizhou, Gennaio, 2020
sebastianocalleri
Dolci,battagliere,sensibili,indispensabili,belle...Donne assolutamente da amare!!!
mauriziot
.. nella spiaggia del villaggio di Jade Taw; da qui le barche partono al tramonto per tornare poi con il pescato all'alba; qualche volta, la pesca va talmente bene che rientrano in piena notte; allora, come in questo caso, le donne iniziano a scaricare la barca al buio, alla luce di quelle stesse "lampare" che sono servite per attirare e catturare i pesci (un metodo comune in tutto il mondo). Lo scatto, con una qualche difficoltà tecnica, riprende appunto questa scena.
mauriziot
.. del Maynmar, con il copricapo tipico della sua etnia e un tipico sigaro verde. In Maymar è frequente vedere donne che fumano il sigaro; qui la foto è stata scattata al mercato. Bagan gennaio 2018
mauriziot
... nel lavoro; le barche escono la notte per pescare e in genere, specie le più piccole, hanno equipaggi composti di uomini della stessa famiglia; al ritorno alle prime luci del mattino le loro donne provvedono a scaricare la barca del pescato con grosse ceste. Poi ne gestiranno il processo di pesatura e successiva essiccazione. Jade Taw, gennaio 2018
mauriziot
L'etnia Chin, di discendenza tibeto-birmana, si distingue soprattutto per gli elaborati tatuaggi facciali delle donne, molto più frequenti ovviamente nelle donne anziane. Si trovano nelle cittadine montane di Mindat e Kamplet; questa donna è stata fotografata in un piccolo villaggio, in un area soggetta a restrizioni di ingesso e raggiungibile solo in fuoristrada. Un'etnia che ha anche la singolare attitudine a suonare il flauto con il naso, ma questa sarà un'altra foto. Mindat, gennaio 2018.
mauriziot
... del Maynmar, con il copricapo tipico della sua etnia e un sigaro verde, non inusuale anche nelle donne. Foto scattata per strada, senza assistenti, senza sfondi di posa, senza luci aggiuntivi, senza pagare il soggetto fotografato: purtroppo non sono un famoso fotografo (probabilmente si vede anche dalla foto). Bagan febbraio 2017
steveddies
Original Full D3 No post-pro. La scelta interpretativa è quella di mostrare due leonesse umane in forma di silhoutte. Per fare questo ho deciso quindi di lasciare lo scatto cosi come uscito dalla macchina, senza ritocco, senza variazione tonale e senza post-produzione per non perdere l\'intimità del lavoro di scatto. Le due modelle hanno assunto un posa leonina, auto rappresentandosi come tali. La foto lascia libera concettualizzazione all\'osservatore... in effetti cosa fanno? collaborano? si sfidano? si studiano? L\'osservatore lo comprende solo attraverso la propria idea fotografica. Esattamente cosi come le donne, combattive, pronte, frontali, le leonesse, nella pianura soleggiata di un tramonto frontale all\'obbiettivo, che pur essendo un tramonto italiano non toglie e non aggiunge nulla a quello africano, ma non per questo è meno drammatico o meno spettacolare. Ho aspettato circa 2 ore per avere la giusta combinazione tecnica ed ambientale prima di riuscire a fare questo scatto, che fa parte di una serie di silhouette scattate nella stessa giornata, ma per i tratti ed il gusto indubbiamente si pone davanti ad essi. Grazie per quanti vorranno commentare ed aggiungere qualche nota alla mia descrizione.
IvoMarkes
Chenonceau_Il castello_ In origine nella tenuta sede dell'attuale castello si trovava un maniero che fu bruciato dalle truppe reali nel 1411 per punire il proprietario, Jean Marques, accusato di una cospirazione. Nel 1430 Marques ricostruì il castello insieme ad un mulino fortificato ma il suo erede, fortemente indebitato, nel 1513 vendette il castello a Thomas Bohier, tesoriere dei re Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I. Bohier distrusse tutti gli edifici esistenti e diroccati tranne la torre di vedetta e tra il 1515 e il 1521 costruì un nuovo castello per la moglie, Catherine Briçonnet, che vi soleva intrattenere la nobiltà francese e in due occasioni ospitò anche re Francesco I. Alla morte di Bohier (1524) e della moglie (1526) il figlio Antoine dovette cedere il castello alla corona per pagare i debiti del padre. Prese possesso del castello il governatore di Montmorency in nome del re Francesco I impegnato in quegli anni nella costruzione del castello di Chambord. Il suo successore, Enrico II, offrì il castello in dono alla sua amante, Diana di Poitiers, nel 1551 questa divenne duchessa del Valentinois e acquisì la proprietà del castello, divenne anche una delle donne più influenti dell'epoca. A Diane de Poitiers si deve in gran parte l'attuale struttura del castello, sua fu infatti la realizzazione del ponte sul fiume. Fece anche realizzare degli splendidi giardini lungo le rive del fiume. Nel 1864 divenne proprietaria del castello Marguerite moglie del chimico Théophile Pelouze, che lo aveva comprato dagli eredi di Madame Dupin. Dopo la morte del marito Marguerite iniziò dei lavori di ristrutturazione che riportarono il castello all'aspetto che probabilmente aveva all'inizio del XVI secolo Nel 1913 il castello divenne proprietà della famiglia di industriali cioccolatai Menier. Durante la prima guerra mondiale il castello fu in parte usato come ospedale mentre durante la seconda guerra mondiale venne usato come via di fuga dalla zona di Vichy occupata dai nazisti.
mariadb
55° Anniversario Frecce Tricolori , Rivolto UD
mauriziot
... mogli e sorelle dei pescatori scaricano il pesce dalle barche appena tornate dopo una notte di lavoro nel mare del Myanmar, sulla spiaggia di Jade Taw; da notare la presenza costante dei cani sulla spiaggia: per loro anche un pesce che cade dalla cesta va bene. Un foto trovata riordinando l'archivio digitale e che mi piaceva presentare in sequenza con le precedenti, anche se alcune molto simili. Rispetto a quest'ultime è stato abbassato il valore Iso e chiuso il diaframma per avere un tempo di scatto più basso e quindi, volutamente, un effetto di mosso, dovuto anche alla velocità con cui le donne si muovono, altrimenti non percepibile. Nagpali, gennaio 2018
mauriziot
...... in una casa di etnia Chin, come riconoscibile dai tatuaggi neri sul viso della donna, in un villaggio vicino al Monte Victoria. Da notare la pipa in bocca alla donna: quella di fumare è infatti una tipica abitudine delle donne chin. L'ora dei dati exif è regolata sul fuso orario italiano e non su quello del Myanmar (+5.30). Mindat, gennaio 2018