Risultato della ricerca: biodiversità
GIUSEPPE.MAZZINI
Gli Psittaciformi (Psittaciformes Wagler, 1830) sono un ordine di uccelli neorniti comprendente numerose specie di animali noti col nome comune di Pappagalli. Con quattro famiglie l'ordine è ben diffuso e rappresentato nelle aree tropicali e subtropicali della maggior parte del Pianeta: in particolare, picchi di biodiversità vengono raggiunti in America Meridionale ed Australasia. Alcune specie sono native delle aree temperate dell'emisfero australe (come la Terra del Fuoco o la Nuova Zelanda), ed il parrocchetto della Carolina come intuibile dal nome era diffuso prima dell'estinzione negli Stati Uniti centro-orientali: altre specie (come il parrocchetto alessandrino ed il parrocchetto monaco) sono stati introdotti intenzionalmente o accidentalmente in aree temperate (fra cui anche l'Italia) e vi hanno impiantato popolazioni stabili.
vito.s
Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino
GIUSEPPE.MAZZINI
Il corso del Ticino è tradizionalmente diviso in tre parti: la parte montana (Ticino Superiore), che scorre in territorio svizzero; la parte lacuale, che riguarda il Lago Maggiore e la parte pianeggiante (Ticino Inferiore), che vede il Ticino scorrere in Italia, nella tratta compresa tra Sesto Calende e il Po. La lunghezza complessiva del fiume è di 248 km, dei quali 91 km percorsi a monte del Lago Maggiore, 47 km percorsi nel Verbano e 110 km percorsi da Sesto Calende al Po, attraverso la Pianura Padana tra Piemonte e Lombardia. Il Ticino Inferiore misura 110 km e la sua portata media alla confluenza col Po è di 350 m³/s; conta 10 affluenti e interessa il territorio di quattro province: (Varese, Novara, Milano e Pavia). Inoltre è un ambiente di straordinaria biodiversità: nelle acque del fiume sono presenti quasi 40 specie ittiche sebbene alcune di esse come trota marmorata e temolo siano in stato di pericoloso declino. Le specie autoctone sono: alborella, anguilla, barbo canino, barbo comune, bottatrice, carpa, cavedano, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, gobione, lampreda padana, lasca, luccio, panzarolo, persico reale, pigo, sanguinerola, savetta, scardola, scazzone, spinarello, storione cobice, temolo, tinca, triotto, trota marmorata, vairone.
Giuseppe Rizza
Gruppo di fiori alpini nati su una roccia in una manciata di terra nella bella stagione sulle Alpi Graie. Valli di Lanzo - Pian della Mussa - Italia
leonardo_lb
Flora rupestre:sedum in fioritura. Anfiteatro di Monte Quacella(mt 1869),il giardino botanico del Parco delle Madonie (Palermo-Sicilia). Un'area ricca di biodiversita' di grande interesse.
Gennj81RedPhotoPassion
1 maggio 2014 - Parco delle Biodiversità di Catanzaro
BIBI_87
Serapias Vomeracea
massimomassarenti
Molina di Ledro è una bella località dove è possibile praticare nuoto e sport d’acqua come canoa, windsurf e vela. E’ famosa per il ritrovamento di un villaggio palafitticolo risalente all´Età del Bronzo. Dal 2011 fa parte della lista dei siti tutelati dall’Unesco Nel 1929, con la costruzione della nuova centrale idroelettrica di Riva del Garda, il livello del Lago di Ledro si abbassò notevolmente ed emersero dall’acqua circa 10.000 pali, che tutt’oggi testimoniamo uno dei più importanti insediamenti preistorici della zona. Dal ritrovamento è stato creato il Museo delle Palafitte che raccoglie suppellettili ed altri oggetti curiosi ritrovati nell'insediamento. Il Museo organizza il programma “Palafittando”, che grazie ad attività didattiche e culturali vuole far conoscere la vita dell'uomo che viveva nelle palafitte. L’area della Val di Ledro è tutelata dall’UNESCO anche come Riserva della Biosfera, per la ricca biodiversità. Poco distante dal paese di Molina, troverete un’ampia spiaggia libera e soleggiata, dotata di parco giochi, campo da beach volley, servizi. Molina di Ledro è anche amica degli animali, a Pur è disponibile infatti anche una spiaggia con libero accesso per gli amici a quattro zampe
panonano
Nel silenzio dell’alba era il mio respiro, corto e affannoso, a scandire la salita del ripido pendio. Un centinaio di metri più in alto, oltre le trincee della Grande Guerra che segnano come indelebili cicatrici il Monte Grappa, un bel branco di camosci (femmine, giovani e diversi capretti) rappresentava il premio della levataccia. Era diverso tempo che intendevo scattare qualche bella foto a questo animale, ma solo ora, coi primi freddi, mi ero deciso a intraprendere “l’assalto” all’ungulato. Per più di 70 anni il camoscio era completamente estinto dal massiccio del Grappa, per poi fare timidamente ricomparsa verso la seconda metà degli anni 90’, grazie a diverse iniziative di reintroduzione. Ora la popolazione conta diverse centinaia di individui, che si possono facilmente osservare da varie zone del monte e che hanno aumentato nuovamente la biodiversità della zona. E stato durante una delle molte tappe per riprendere il respiro che è successo l’imprevisto. Affacciatomi oltre il crinale mi sono trovato a tu per tu con questo bellissimo maschio a poco più di una ventina di metri da me, illuminato da una luce altrettanto splendida. La sorpresa di vedersi l’uno di fronte all’altro mi ha permesso di ritrarlo in questa posizione di allerta. Siamo rimasti a studiarci per alcuni istanti; lui per capire che ci facessi lassù tra i suoi terreni da difendere (siamo in pieno periodo degli amori) ed io ad ammirare la sua bellezza. Ancora una volta capire che l’intruso fossi io non è stato difficile...
apifferi
Nel piccolo specchio d'acqua, nella zona umida del "Zoc del Peric" di Fabbrica Durini, il riflesso blu del cielo di quasi primavera. Le aree umide, ovvero paludi, stagni e acquitrini, sono caratterizzate da un mutevole confine tra l’acqua e la terra, popolati da peculiari comunità vegetali e animali. Per questo le aree umide come lo Zoc del Peric sono vere e proprie oasi naturalistiche che racchiudono un prezioso tesoro di biodiversità e pertanto meritano di essere conosciute e tutelate
lucagrazianovalenti
Una coccinella sta per attaccare una colonia di afidi. Visitando un'azienda biologica , ho capito che nell'erba vive un vero patrimonio di biodiversità. Ho scattato per giorni tantissimi tipi di insetti, e qui vi mostro il preferito degli agricoltori : La coccinella. Instancabile e temibile predatore, si ciba di afidi ( solitamente dannosi per l'agricoltura) . L'agricoltura biologica sostiene la biodiversità e gli agricoltori bio sono convinti che bisogna lavorare per mantenere attivi gli equilibri della natura. Mi è stato detto : " se avveleno l'erba, muoiono anche gli insetti, gli uccelli vanno via e la vita animale diminuisce lasciando via libera a parassiti, funghi e malattie. Se invece tuteliamo la biodiversità , l'agricoltura risponde bene e si spendono meno soldi in prodotti dannosi.
Gio45rgio
"Quella a cui stiamo assistendo oggi è ormai considerata unanimemente dagli scienziati la sesta estinzione di massa, a causa del tasso di estinzione così accelerato da provocare l’attuale vertiginoso declino della biodiversità."
Franc3sco
Una coppia di gruccioni tra un volo e l'altro a caccia di insetti. L'abilità con cui questi uccelli predano è sorprendente.
Dario Peracchi
Il Tonlé Sap si trova al centro della Cambogia ed occupa il vasto bacino limitato a nord dalla catena dei Monti Dângrêk e a sudest dai Monti Cardamomi. Il lago occupa una depressione creata geologicamente dalla collisione del Subcontinente indiano con l'Asia. Inoltre lungo le sponde del vasto bacino lacustre sono situati alcuni interessanti villaggi galleggianti quale ad esempio quello di Chong Kneas, posto a breve distanza da Siem Reap, e da una isolata collina chiamata Phnom Krom. Alimentato da numerosi immissari, tributa al Mekong tramite un fiume chiamato a sua volta Tonlé Sap e lungo 110 km, ma limitatamente al periodo dell'anno compreso tra ottobre e giugno; nella stagione estiva, a causa delle piogge monsoniche, le acque del fiume scorrono in senso opposto cosicché la superficie del lago passa da 2500-3000 km² (stagione secca) a 10000-20000 km² (in khmer il suo nome significa appunto “grande lago”), mentre la sua profondità aumenta da 2–3 m fino a un massimo di 14 m. Il Tonle Sap funge così da bacino regolatore del Mekong, situato com'è poco a monte del suo delta, impedendone rovinose alluvioni nella stagione delle piogge. Nelle regioni costiere è intensamente praticata l'agricoltura (riso), favorita dai terreni resi fertilissimi dalle periodiche inondazioni del lago; altra grande risorsa è la pesca, che alimenta una fiorente industria conserviera. Il sistema pulsante con l'enorme zona allagata, la ricca biodiversità e il deposito annuale di ricchi sedimenti portati dal Mekong rendono il Tonle Sap una delle zone di pesca interne più ricche del mondo, fornendo cibo per più di 3 milioni di persone, contribuendo per il 75% al totale della pesca interna della Cambogia e al 60% del consumo proteico dell'intera popolazione cambogiana. Al termine della stagione delle piogge, il corso si inverte ed il pesce viene portato a valle. L'inversione del flusso del fiume Tonle Sap, che peraltro è lungo 110 km, agisce anche da valvola di sicurezza per prevenire altri allagamenti più a valle. Durante la stagione secca (da dicembre ad aprile) il Tonle Sap fornisce circa il 50% del flusso del delta del Mekong in Vietnam. Diversi osservatori, ed anche la gente del posto ha spesso affermato che il Lago Tonle Sap si sta velocemente riempendo di sedimenti. Tuttavia dei recenti studi sulla sedimentazione a lungo termine mostrano che il lago Tonle Sap è rimasto nell'intervallo di sedimentazione di 0,1-0,16 mm l'anno fin da circa 5500 anni. Non c'è perciò il pericolo che si riempia a breve di sedimenti, che quindi non sono una minaccia ma una parte importante dell'ecosistema, fornendo nutrimento per la produttività delle zone allagate. (From Wikipedia)