Risultato della ricerca: avorio
Raffaella.Coreggioli
Nome scientifico:  Zerynthia polyxena ( Schiffermüller 1775) Dimensioni:  Lunghezza ala anteriore mm. 23 - 31 apertura alare: 50 – 60 mm Descrizione della specie: Papilionide dalle dimensioni ridotte, con ali di colore di fondo giallo sul quale spiccano macchie rosse, lunule marginali molto arcuate e chiazze azzurre submarginali. La cellula presenta macchie rosse solo nella parte inferiore dell\'ala. Mancano le appendici caudali. I sessi sono simili nella colorazione, ma la taglia della femmina è poco più grande. La Polissena è una tra le più belle farfalle diurne italiane ed è inconfondibile per la sua vivace e marcata colorazione, la livrea delle ali si presenta di colore avorio/giallo con disegni neri trasversali ( simili ad un merletto), mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori, dal caratteristico disegno a zig-zag. I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell\'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane. Le piante nutrici sono le aristolochie, notoriamente tossiche; assimilate dai bruchi, passano nell\'adulto rendendolo incommestibile per i predatori; pertanto, l\'appariscente livrea della Polissena assume il significato di avvertimento La colorazione della livrea dell\'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta aposematica; (cioè ammonitrice), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori. E\' specie relativamente rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, sia per la conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva monofaga. Maschio: colore giallo con nervature e ampi disegni trasversali neri. Lunule submarginali formanti un disegno continuo a zig-zag. Serie postdiscale di macchie semilunari rosse affiancate da piccoli spazi blu nelle posteriori. Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande. Rovescio: colore delle posteriori biancastro. Disegni simili al dritto ma parzialmente colorati di rosso. Le uova vengono deposte singolarmente o in piccoli gruppi sulle foglie, solitamente sulla parte inferiore. Una volta stabilitasi su di una specie di Aristolochia la larva può essere riluttante nei confronti di altre specie di piante appartenenti allo stesso genere. Le larve restano sotto il sole, sulla foglia della pianta nutrice. Le crisalidi rimangono appese ai fusti delle piante, alle cortecce degli alberi oppure sotto le pietre. Svernano allo stadio di crisalide. La particolare alimentazione delle larve fornisce alle stesse sostanze tossiche, che passano poi anche alle farfalle adulte, rendendole incommestibili. Bruco: biancastro con quattro serie di escrescenze rossastre (scoli) ad apice nero. Piante Nutrici: Aristolochia longa, Aristolochia pallida, Aristolochia rotonda. Distribuzione e habitat:  Presente nel Sud Europa e nell\'Asia minore, manca nella Penisola Iberica. In tutta Italia tranne la Sardegna e l\'isola d\'Elba.. Specie mesofila, si rinviene in luoghi erbosi e cespugliosi caldi e aridi, pendii rocciosi e burroni e aree coltivate in degrado, 0-1700 m., generalmente sotto i 900 m. Periodo di attività:  una sola generazione annuale con sfarfallamenti tra aprile e maggio.
Raffaella.Coreggioli
Nome scientifico: Zerynthia polyxena ( Schiffermuller 1775) Dimensioni: Lunghezza ala anteriore mm. 23 - 31 apertura alare: 50 -60 mm Descrizione della specie: Papilionide dalle dimensioni ridotte, con ali di colore di fondo giallo sul quale spiccano macchie rosse, lunule marginali molto arcuate e chiazze azzurre submarginali. La cellula presenta macchie rosse solo nella parte inferiore dell\'ala. Mancano le appendici caudali. I sessi sono simili nella colorazione, ma la taglia della femmina è poco più grande. La Polissena è una tra le più belle farfalle diurne italiane ed è inconfondibile per la sua vivace e marcata colorazione, la livrea delle ali si presenta di colore avorio/giallo con disegni neri trasversali ( simili ad un merletto), mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori, dal caratteristico disegno a zig-zag. I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell\'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane. Le piante nutrici sono le aristolochie, notoriamente tossiche; assimilate dai bruchi, passano nell\'adulto rendendolo incommestibile per i predatori; pertanto, l\'appariscente livrea della Polissena assume il significato di avvertimento La colorazione della livrea dell\'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta aposematica; (cioè ammonitrice), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori. E\' specie relativamente rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, sia per la conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva monofaga. Maschio: colore giallo con nervature e ampi disegni trasversali neri. Lunule submarginali formanti un disegno continuo a zig-zag. Serie postdiscale di macchie semilunari rosse affiancate da piccoli spazi blu nelle posteriori. Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande. Rovescio: colore delle posteriori biancastro. Disegni simili al dritto ma parzialmente colorati di rosso. Le uova vengono deposte singolarmente o in piccoli gruppi sulle foglie, solitamente sulla parte inferiore. Una volta stabilitasi su di una specie di Aristolochia la larva può essere riluttante nei confronti di altre specie di piante appartenenti allo stesso genere. Le larve restano sotto il sole, sulla foglia della pianta nutrice. Le crisalidi rimangono appese ai fusti delle piante, alle cortecce degli alberi oppure sotto le pietre. Svernano allo stadio di crisalide. La particolare alimentazione delle larve fornisce alle stesse sostanze tossiche, che passano poi anche alle farfalle adulte, rendendole incommestibili. Bruco: biancastro con quattro serie di escrescenze rossastre (scoli) ad apice nero. Piante Nutrici: Aristolochia longa, Aristolochia pallida, Aristolochia rotonda. Distribuzione e habitat: Presente nel Sud Europa e nell\'Asia minore, manca nella Penisola Iberica. In tutta Italia tranne la Sardegna e l\'isola d\'Elba.. Specie mesofila, si rinviene in luoghi erbosi e cespugliosi caldi e aridi, pendii rocciosi e burroni e aree coltivate in degrado, 0-1700 m., generalmente sotto i 900 m. Periodo di attività : una sola generazione annuale con sfarfallamenti tra aprile e maggio.
MAURY06
Soliman è nata in Costa d\'Avorio, ma da dieci anni vive in Italia, parla perfettamente francese (madre lingua) e italiano. Abita in un paese nelle vicinanze del Lago di Garda (sponda bresciana).
Saccense
Cristo in avorio , riflesso sul vetro di protezione.
en.giuliani
Al crepuscolo, fotografia scattata dal pittoresco ristorante \"lo Guarracino\", con vista sulle isolette de \"Li Galli\" e sulla Torre di Clavel. Su quest\'ultima, vale la pena di spendere qualche riga in più: la costruzione pentagonale, ultimo \"guardiacoste\" contro l\'assalto dei turchi, attirò l\'attenzione di Gilbert Clavel, professore svizzero di storia egizia, scrittore, che scelse Postano come luogo di dimora da alternare ad Anacapri. Anzi, la torre diventa la sua dimora-museo abituale, parallela alle \"torri d\'avorio\" degli scrittori decadentisti, ove passava il tempo scrivendo, studiando, curando la pregevole enoteca o prendendo il sole sulla terrazza. L\'acquisto, nel 1909, per seicento lire. La frequentarono letterati, pittori, musicisti puntigliosamente annotati nel diario del professore: Picasso, Cocteau, Prampolini, Marinetti, Norman Douglas.
ROBERT59
a mano libera - Sezzadio, Abbazia di Santa Giustina Descrizione: La chiesa abbaziale di S. Giustina è uno dei monumenti medievali più interessanti del Piemonte. Composta da tre navate e con pianta a forma di T, faceva parte del monastero benedettino di S. Giustina di Sezzadio, in seguito sostituito dagli attuali edifici colonici. L’intero complesso, un tempo della famiglia Frascara Gazzoni, attualmente appartiene ad una Società privata che lo gestisce ospitandovi convegni e ricevimenti. La chiesa sorge nello stesso luogo dove, secondo la tradizione, il saggio re dei Longobardi Liutprando (712-743), aveva fatto erigere un oratorio in onore di S. Giustina. La costruzione della chiesa fu la conseguenza di un avvenimento soprannaturale capitato al re Liutprando durante il viaggio per la traslazione del corpo di S. Agostino, da Genova a Pavia. Il re sostò a riposare nei pressi dell’attuale chiesa e, com’era solito fare, portava con sé le reliquie di S. Giustina in un pregiato cofanetto d’avorio che poggiò sul ramo di un albero sotto al quale si assopì. Al suo risveglio, al momento di riprendere il cofanetto questo cominciò a volare da un ramo all’altro dell’albero sfuggendo alle mani del re. Leggenda vuole che, di fronte ad un tale segno divino, Liutprando fece costruire una chiesa in onore della santa protettrice.
ROBERT59
a mano libera - Sezzadio, Abbazia di Santa Giustina Descrizione: La chiesa abbaziale di S. Giustina è uno dei monumenti medievali più interessanti del Piemonte. Composta da tre navate e con pianta a forma di T, faceva parte del monastero benedettino di S. Giustina di Sezzadio, in seguito sostituito dagli attuali edifici colonici. L’intero complesso, un tempo della famiglia Frascara Gazzoni, attualmente appartiene ad una Società privata che lo gestisce ospitandovi convegni e ricevimenti. La chiesa sorge nello stesso luogo dove, secondo la tradizione, il saggio re dei Longobardi Liutprando (712-743), aveva fatto erigere un oratorio in onore di S. Giustina. La costruzione della chiesa fu la conseguenza di un avvenimento soprannaturale capitato al re Liutprando durante il viaggio per la traslazione del corpo di S. Agostino, da Genova a Pavia. Il re sostò a riposare nei pressi dell’attuale chiesa e, com’era solito fare, portava con sé le reliquie di S. Giustina in un pregiato cofanetto d’avorio che poggiò sul ramo di un albero sotto al quale si assopì. Al suo risveglio, al momento di riprendere il cofanetto questo cominciò a volare da un ramo all’altro dell’albero sfuggendo alle mani del re. Leggenda vuole che, di fronte ad un tale segno divino, Liutprando fece costruire una chiesa in onore della santa protettrice.
claudia.capozzi
"Il 31 ottobre del 1981 mentre era in viaggio da San Pédro (Costa d'Avorio) con destinazione di Salonicco, trasportando un carico di tronchi d'albero, nei pressi dell'isola di Lanzarote, in seguito ad una tempesta, si aprivano diverse falle nello scafo imbarcando acqua. Alla nave venne negato il permesso d'ingresso nel porto di Arrecife dalle autorità spagnole che temevano potesse affondare da un momento all'altro e bloccando l'attività dell'intero porto. Fu così trainata da un peschereccio e fatta arenare nella baia vicino al villaggio de La Caletas tra Costa Teguise e Arrecife dove veniva abbandonata. Successivamente la nave si spezzò e il relitto venne definitivamente abbandonato."
olivertwist
Statuine d'avorio
simone.porrelli
La natura alluvionale del terreno, sul quale insiste l'edificio, richiese imponenti lavori per la costruzione di una grande platea di calcestruzzo a sostegno delle fondazioni. Durante i lavori di scavo per le fondazioni vennero alla luce diversi reperti archeologici, tra i quali alcuni sarcofagi con relativo corredo funerario. In uno di questi fu rinvenuta, accanto allo scheletro di una giovane donna, Crepereia Tryphaena, una bambola d'avorio di pregevole fattura e snodabile in alcune articolazioni. , che fu trasferita nell'Antiquarium comunale. Ora è esposta nel museo Centrale Montemartini di Roma.
mauriziot
....a Zanzibar. L'isola è un meraviglioso insieme di isolette, lingue di sabbia bianca e atolli corallini situato poco sotto l’equatore. Qui il sole è particolarmente caldo e il tramonto e l'alba hanno tonalità di colore di forte intensità Quest’isola , la terra delle “Mille e una Notte”, ha visto alternarsi, nel corso dei secoli, dinastie africane, arabe e persiane; è stato un crocevia di commercianti di spezie, avorio e schiavi e ha rappresentato il punto di partenza per molti esploratori in viaggio verso l'Africa. Luglio 2010
ROBERT59
Sezzadio, Abbazia di Santa Giustina Descrizione: La chiesa abbaziale di S. Giustina è uno dei monumenti medievali più interessanti del Piemonte. Composta da tre navate e con pianta a forma di T, faceva parte del monastero benedettino di S. Giustina di Sezzadio, in seguito sostituito dagli attuali edifici colonici. L’intero complesso, un tempo della famiglia Frascara Gazzoni, attualmente appartiene ad una Società privata che lo gestisce ospitandovi convegni e ricevimenti. La chiesa sorge nello stesso luogo dove, secondo la tradizione, il saggio re dei Longobardi Liutprando (712-743), aveva fatto erigere un oratorio in onore di S. Giustina. La costruzione della chiesa fu la conseguenza di un avvenimento soprannaturale capitato al re Liutprando durante il viaggio per la traslazione del corpo di S. Agostino, da Genova a Pavia. Il re sostò a riposare nei pressi dell’attuale chiesa e, com’era solito fare, portava con sé le reliquie di S. Giustina in un pregiato cofanetto d’avorio che poggiò sul ramo di un albero sotto al quale si assopì. Al suo risveglio, al momento di riprendere il cofanetto questo cominciò a volare da un ramo all’altro dell’albero sfuggendo alle mani del re. Leggenda vuole che, di fronte ad un tale segno divino, Liutprando fece costruire una chiesa in onore della santa protettrice.
silvio1953
Zerynthia polyxena Denis & Schiffermüller 1775 Nome Volgare: Polissena, Zerinzia Famiglia: Papiliomidae Lunghezza ala anteriore mm. 23 - 31 Descrizione: Papilionide dalle dimensioni ridotte, con ali di colore di fondo giallo sul quale spiccano macchie rosse, lunule marginali molto arcuate e chiazze azzurre submarginali. La cellula presenta macchie rosse solo nella parte inferiore dell'ala. Mancano le appendici caudali. I sessi sono simili nella colorazione, ma la taglia della femmina è poco più grande. La polissena è una tra le più belle farfalle diurne italiane ed è inconfondibile per la sua vivace e marcata colorazione, la livrea delle ali si presenta di colore avorio/giallo con disegni neri trasversali ( simili ad un merletto), mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori, dal caratteristico disegno a zig-zag. I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane. Le piante nutrici sono le aristolochie, notoriamente tossiche; assimilate dai bruchi, passano nell'adulto rendendolo incommestibile per i predatori; pertanto, l'appariscente livrea della polissena assume il significato di avvertimento La colorazione della livrea dell'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta "aposematica" (cioè "ammonitrice"), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori. E' specie relativamente rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, sia per la conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva monofaga. Maschio: colore giallo con nervature e ampi disegni trasversali neri. Lunule submarginali formanti un disegno continuo a zig-zag. Serie postdiscale di macchie semilunari rosse affiancate da piccoli spazi blu nelle posteriori. Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande. Rovescio: colore delle posteriori biancastro. Disegni simili al dritto ma parzialmente colorati di rosso. Bruco: biancastro con quattro serie di escrescenze rossastre (scoli) ad apice nero. Distribuzione: Presente nel Sud Europa e nell'Asia minore, manca nella Penisola Iberica. In tutta Italia tranne la Sardegna e l'isola d'Elba.. Habitat: Specie mesofila si rinviene nei prati e nelle radure del piano basale fino a circa 1000 metri s.l.m. Generazioni annuali: una sola con sfarfallamenti tra aprile e maggio Piante nutrici: Aristolochia longa, Aristolochia pallida, Aristolochia rotonda.
silvio1953
Zerynthia polyxena Denis & Schiffermüller 1775 Nome Volgare: Polissena, Zerinzia Famiglia: Papiliomidae Lunghezza ala anteriore mm. 23 - 31 Descrizione: Papilionide dalle dimensioni ridotte, con ali di colore di fondo giallo sul quale spiccano macchie rosse, lunule marginali molto arcuate e chiazze azzurre submarginali. La cellula presenta macchie rosse solo nella parte inferiore dell'ala. Mancano le appendici caudali. I sessi sono simili nella colorazione, ma la taglia della femmina è poco più grande. La polissena è una tra le più belle farfalle diurne italiane ed è inconfondibile per la sua vivace e marcata colorazione, la livrea delle ali si presenta di colore avorio/giallo con disegni neri trasversali ( simili ad un merletto), mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori, dal caratteristico disegno a zig-zag. I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane. Le piante nutrici sono le aristolochie, notoriamente tossiche; assimilate dai bruchi, passano nell'adulto rendendolo incommestibile per i predatori; pertanto, l'appariscente livrea della polissena assume il significato di avvertimento La colorazione della livrea dell'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta "aposematica" (cioè "ammonitrice"), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori. E' specie relativamente rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, sia per la conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva monofaga. Maschio: colore giallo con nervature e ampi disegni trasversali neri. Lunule submarginali formanti un disegno continuo a zig-zag. Serie postdiscale di macchie semilunari rosse affiancate da piccoli spazi blu nelle posteriori. Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande. Rovescio: colore delle posteriori biancastro. Disegni simili al dritto ma parzialmente colorati di rosso. Bruco: biancastro con quattro serie di escrescenze rossastre (scoli) ad apice nero. Distribuzione: Presente nel Sud Europa e nell'Asia minore, manca nella Penisola Iberica. In tutta Italia tranne la Sardegna e l'isola d'Elba.. Habitat: Specie mesofila si rinviene nei prati e nelle radure del piano basale fino a circa 1000 metri s.l.m. Generazioni annuali: una sola con sfarfallamenti tra aprile e maggio Piante nutrici: Aristolochia longa, Aristolochia pallida, Aristolochia rotonda.
silvio1953
Zerynthia polyxena Denis & Schiffermüller 1775 Nome Volgare: Polissena, Zerinzia Famiglia: Papiliomidae Lunghezza ala anteriore mm. 23 - 31 Descrizione: Papilionide dalle dimensioni ridotte, con ali di colore di fondo giallo sul quale spiccano macchie rosse, lunule marginali molto arcuate e chiazze azzurre submarginali. La cellula presenta macchie rosse solo nella parte inferiore dell'ala. Mancano le appendici caudali. I sessi sono simili nella colorazione, ma la taglia della femmina è poco più grande. La polissena è una tra le più belle farfalle diurne italiane ed è inconfondibile per la sua vivace e marcata colorazione, la livrea delle ali si presenta di colore avorio/giallo con disegni neri trasversali ( simili ad un merletto), mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori, dal caratteristico disegno a zig-zag. I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane. Le piante nutrici sono le aristolochie, notoriamente tossiche; assimilate dai bruchi, passano nell'adulto rendendolo incommestibile per i predatori; pertanto, l'appariscente livrea della polissena assume il significato di avvertimento La colorazione della livrea dell'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta "aposematica" (cioè "ammonitrice"), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori. E' specie relativamente rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, sia per la conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva monofaga. Maschio: colore giallo con nervature e ampi disegni trasversali neri. Lunule submarginali formanti un disegno continuo a zig-zag. Serie postdiscale di macchie semilunari rosse affiancate da piccoli spazi blu nelle posteriori. Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande. Rovescio: colore delle posteriori biancastro. Disegni simili al dritto ma parzialmente colorati di rosso. Bruco: biancastro con quattro serie di escrescenze rossastre (scoli) ad apice nero. Distribuzione: Presente nel Sud Europa e nell'Asia minore, manca nella Penisola Iberica. In tutta Italia tranne la Sardegna e l'isola d'Elba.. Habitat: Specie mesofila si rinviene nei prati e nelle radure del piano basale fino a circa 1000 metri s.l.m. Generazioni annuali: una sola con sfarfallamenti tra aprile e maggio Piante nutrici: Aristolochia longa, Aristolochia pallida, Aristolochia rotonda.
silvio1953
Zerynthia polyxena Denis & Schiffermüller 1775 Nome Volgare: Polissena, Zerinzia Famiglia: Papiliomidae Lunghezza ala anteriore mm. 23 - 31 Descrizione: Papilionide dalle dimensioni ridotte, con ali di colore di fondo giallo sul quale spiccano macchie rosse, lunule marginali molto arcuate e chiazze azzurre submarginali. La cellula presenta macchie rosse solo nella parte inferiore dell'ala. Mancano le appendici caudali. I sessi sono simili nella colorazione, ma la taglia della femmina è poco più grande. La polissena è una tra le più belle farfalle diurne italiane ed è inconfondibile per la sua vivace e marcata colorazione, la livrea delle ali si presenta di colore avorio/giallo con disegni neri trasversali ( simili ad un merletto), mentre una piccola fila di macchie rosse e azzurre orla il margine inferiore delle ali posteriori, dal caratteristico disegno a zig-zag. I bruchi si nutrono di varie specie di aristolochie, compiono 5 mute nell'arco di 4/5 settimane, dopo di che le crisalidi, legate ad un sostegno, svernano per sfarfallare nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi per non più di 3 settimane. Le piante nutrici sono le aristolochie, notoriamente tossiche; assimilate dai bruchi, passano nell'adulto rendendolo incommestibile per i predatori; pertanto, l'appariscente livrea della polissena assume il significato di avvertimento La colorazione della livrea dell'adulto, gialla, con caratteristici disegni neri, rossi e blu, è detta "aposematica" (cioè "ammonitrice"), in quanto serve proprio a scoraggiare i potenziali predatori. E' specie relativamente rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, sia per la conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva monofaga. Maschio: colore giallo con nervature e ampi disegni trasversali neri. Lunule submarginali formanti un disegno continuo a zig-zag. Serie postdiscale di macchie semilunari rosse affiancate da piccoli spazi blu nelle posteriori. Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande. Rovescio: colore delle posteriori biancastro. Disegni simili al dritto ma parzialmente colorati di rosso. Bruco: biancastro con quattro serie di escrescenze rossastre (scoli) ad apice nero. Distribuzione: Presente nel Sud Europa e nell'Asia minore, manca nella Penisola Iberica. In tutta Italia tranne la Sardegna e l'isola d'Elba.. Habitat: Specie mesofila si rinviene nei prati e nelle radure del piano basale fino a circa 1000 metri s.l.m. Generazioni annuali: una sola con sfarfallamenti tra aprile e maggio Piante nutrici: Aristolochia longa, Aristolochia pallida, Aristolochia rotonda.
olivertwist
Statuine d'avorio
olivertwist
Statuine d'avorio