Risultato della ricerca: antichità
ashbydelazouch
Roma, Centrale Montemartini. Sede "secondaria" dei Musei Capitolini, in uno scenografico allestimento di antichità di epoca romana all'interno di una centrale elettrica ormai in disuso.
sergio3
Il torchio di Palanzo si trova in uno stabile di proprietà comunale, tra le case del piccolo centro lariano; questo antico rustico in pietra è stato costruito appositamente per custodire il monumentale impianto, che risulta straordinario per dimensioni e antichità: infatti il tronco principale del torchio misura più di 12 m. di lunghezza e 3 m. di circonferenza, mentre la vite in legno che lo muove è alta circa 6 m.; sulla pietra di sostegno dell\'impianto è poi scritta la data di realizzazione: 1572. Per queste caratteristiche eccezionali, oltre che per l’eccellente stato di conservazione (anche se restaurato alla fine degli anni ’70 dalla Pro Loco di Faggeto e dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano) il torchio è stato dichiarato ‘monumento nazionale’. Il torchio è formato da un grande tronco di castano, probabilmente ricavato da un albero abbattuto sul posto (risulta impensabile il suo trasporto da una località più lontana). L\'altezza dell\'impianto nella parte centrale è di m. 3.80.
Fabrygot
Castel Beseno (talora indicato come Schloss Pysein nei testi di lingua tedesca) è la più grande struttura fortificata del Trentino-Alto Adige. Situata nel territorio del comune di Besenello, in provincia di Trento. All\'interno si trovano ampi spazi, porte fortificate, bastioni, cortili, mura maestose, cantine e cisterne, e numerosi affreschi (in gran parte rovinati dalle intemperie); si gode una vista su tutta la Vallagarina e a strapiombo sul sottostante Rio Cavallo. Fin dall\'antichità dalla sommità della collina si poteva controllare tutta la sottostante Vallagarina e l\'accesso alla valle che conduce a Folgaria. Le prime notizie certe riguardo questa fortezza risalgono al XII secolo. Nel corso del Cinquecento a seguito di un incendio esso viene ricostruito e rinnovato, mutando il suo aspetto di castello medievale in quello di residenza, conservando però la sua identità di fortezza difensiva ben armata. Verso la fine del Settecento infatti esso fu protagonista di un sanguinoso assedio da parte delle truppe napoleoniche che, nonostante l\'ingente spiegamento, non riuscirono ad avere la meglio, venendo sconfitte dopo giorni di assedio da una colonna di truppe austriache giunte in difesa di Castel Beseno. In seguito, a causa della più tranquilla situazione politica, e quindi alla perdita di importanza di questa struttura difensiva, inizia un lungo periodo di decadenza del castello, che verrà infine abbandonato nel corso del\'Ottocento, per essere infine donato nel 1973 alla Provincia Autonoma di Trento, che ne avviò subito il restauro per farne una delle sedi distaccate del museo del Castello del Buonconsiglio. La struttura, restaurata nella seconda metà del XX secolo, ha una forma ellittica che copre tutta la sommità della collina calcarea, estendendosi in lunghezza per 250 metri e in larghezza per circa 50 metri.
gianbiccari
Un\'altra immagine, a colori, dei sotterranei del celebre monumento puteolano, l\'Anfiteatro Flavio, terzo dell\'antichità come dimensioni dopo il Colosseo e,mi sembra, l\'Anfiteatro di S. Maria Capua Vetere in provincia di Caserta. © Photo Gianni Biccari
brizio61
Il Monte Albo (in sardo Monte Arbu) è un massiccio calcareo situato nella parte centro orientale della Sardegna, in provincia di Nuoro. È caratterizzato da una linea di cresta lunga ben 13 km, con un\'altezza media superiore ai 1000 m. I punti più alti sono due cime: punta Catirina e punta Turuddò. Queste due massime elevazioni si trovano una di fronte all\'altra ed hanno una particolare caratteristica: sono entrambe alte 1127 m. Le altre cime sopra i 1000 m sono: punta Ferulargiu, 1057 m; punta Su Mutrucone, 1050 m; punta Gurturgius, 1042 m; punta Cupetti, 1029 m. È stato frequentato sin dall\'antichità dall\'uomo, che vi ha costruito anche dei nuraghi, il più noto dei quali è quello di Littu Ertiches. Sul Monte Albo trovano il loro ambiente naturale l\'aquila reale, il muflone, il cinghiale, l\'astore sardo, il raro gracchio corallino. La montagna è diventata una meta per gli escursionisti: lungo i costoni e attraverso i passi (Janna Portellìtos, 639 m) si possono ammirare suggestivi panorami.
RosannaFerrari
Ritratto di qualche tempo fa, sempre lei, mia figlia Paola. Per problemi vari da qualche mese a questa parte ho dovuto accantonare ogni mio desiderio di dedicarmi alla fotografia, e avrei voluto dedicare il mio tempo a nuovi ritratti, che da tempo sto pensando di produrre... perdonate quindi se vi propongo "un'antichità" di repertorio :-)
mauriziot
... qui l'ambiente è molto buio e la foto dà già una luminosità maggiore di quella reale. L'ambiente trasmette misticismo e antichità che la foto solo in parte può rendere. Il monastero di Gherard, parzialmente scavato nella roccia, risale al IV secolo d.c.. Il nome significa “il monastero della lancia”, con riferimento proprio alla lancia che ferì Cristo durante la crocifissione, che secondo la leggenda sarebbe stata portata in Armenia dall’apostolo Taddeo e conservata nel monastero insieme a molte altre reliquie. Nel 2000 il monastero è entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Armenia, luglio2022
mariadb
Porec Croazia . Esempio meglio conservato dell\'arte Bizantina .Nel 1997 è stata inserita dall\'Unesco nel registro del patrimonio dell\'antichità .
BMauroS
Isola di Ponza (LT) . . . La curvatura a mezzaluna richiama alla mente proprio la luna. Era frequentata già al tempo dei Romani (e dei Greci prima di loro). Era utilizzata come approdo a mo’ di porto naturale, sulla sommità della scogliera sono ancora visibili i resti di una necropoli romana. La parete di tufo bianco a picco sulla spiaggia è alta più di 100 metri. Nell’antichità la spiaggia era raggiungibile attraverso un tunnel scavato nella roccia dai romani, costruito con una lieve pendenza in opus reticolatum. Il passaggio è lungo quasi 200 metri ed è provvisto di lucernari che servivano ad illuminare la cavità scura. Attualmente è chiusa per pericolo caduta massi . . . E' raggiungibile solo via mare. Forse anche questo contribuisce a renderti ancor più affascinante, meravigliosa Chiaia di Luna . . .
maurapre
Le fonti del Clitunno conosciute fin dall\'antichità e celebrate da pittori e poeti, le fonti sono una piccola oasi verde di valenza ambientale, storica e culturale, situata lungo la via Flaminia, fra Spoleto e Foligno, il laghetto, formato dalle sorgenti sacre ai romani, ospita fiori acquatici ed circondata da una fitta vegetazione di pioppi e salici che rende il luogo particolarmente suggestivo. Le Fonti del Clitunno nel 2011 L\'UNESCO ha incluso \" IL TEMPIETTO\" che sorge sulle rive del fiume Clitunno tra i PATRIMONI dell\'UMANITÀ.
brizio61
Ripropongo la foto di monte albo in versione naturale per notare le differenze ....Il Monte Albo (in sardo Monte Arbu) è un massiccio calcareo situato nella parte centro orientale della Sardegna, in provincia di Nuoro. È caratterizzato da una linea di cresta lunga ben 13 km, con un\'altezza media superiore ai 1000 m. I punti più alti sono due cime: punta Catirina e punta Turuddò. Queste due massime elevazioni si trovano una di fronte all\'altra ed hanno una particolare caratteristica: sono entrambe alte 1127 m. Le altre cime sopra i 1000 m sono: punta Ferulargiu, 1057 m; punta Su Mutrucone, 1050 m; punta Gurturgius, 1042 m; punta Cupetti, 1029 m. È stato frequentato sin dall\'antichità dall\'uomo, che vi ha costruito anche dei nuraghi, il più noto dei quali è quello di Littu Ertiches. Sul Monte Albo trovano il loro ambiente naturale l\'aquila reale, il muflone, il cinghiale, l\'astore sardo, il raro gracchio corallino. La montagna è diventata una meta per gli escursionisti: lungo i costoni e attraverso i passi (Janna Portellìtos, 639 m) si possono ammirare suggestivi panorami.
lucianodagata
Parco archeologico di Pompei (NA)
albertoporto
Antichità in vista... Il castello del Monte Della Rocca
EmmeCiF
Roma, Terme di Caracalla, i sotterranei.
en.giuliani
Nell'antichità era il fiore sacro a Venere e, in origine, le rose erano bianche. Secondo una leggenda Venere, correndo verso uno de suoi innamorati, mise un piede su un cespuglio di rose bianche, si punse con le spine ed urlò per il dolore. Le rose, bagnate dal sangue di Venere, si vergognarono per l'offesa fatta alla dea ed arrossirono all'istante rimanendo così per sempre. Secondo un'altra versione della leggenda fu solo il sangue di Venere a tingere per sempre le rose di rosso.
pietrolannunziata
PIETRAPERTOSA E IL MISTERO DEL MAJO. Lo spirito di don Oreste Ettorre, l’erudito parroco di Pietrapertosa, aleggia e racconta ancora, con dotte citazioni, il fascino misterioso del «majo», celebrato in onore del Solstizio d’estate con l’ecatombe, il sacrificio di cento buoi. Il corteo si avviava da Castro Laureoso, l’antica Laurenzana, preceduto da un tronco di lauro o di agrifoglio, trascinato da una coppia di buoi. Seguivano i buoi espiatori, bendati e ornati alle corna di focacce di farro. La centralità dell’albero nelle feste risale all’antichità.
leonardo_lb
...il Tempio dorico di Segesta,risalente al V secolo a.C.,edificato sulla cima di una collina,oggi territorio comunale di Calatafimi Segesta in Provincia di Trapani. Il tempio di Segesta e' uno dei monumenti piu' perfetti a noi giunti dall'antichita' conservando quasi completamente intatte le sue 36 colonne in un magnifico calcare di terra dorata.Si innalza in maestosa solitudine tra dolci colline dai colori ocra e rosso bruno in un piacevole contrasto con il verde circostante. Lo storico greco Tucidide narra che i profughi Troiani,attraversando il Mare Mediterraneo,giunsero in Sicilia e fondarono Segesta,questi profughi presero il nome di Elimi.
luisgio
Vecchio mestiere