Risultato della ricerca: Camosci
enrikon80
Camosci al Parco Nazionale del Gran Paradiso m.1700
wildlifeadventures
Barrea, piccolo borgo nel Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. Al fascino della festa di fine anno si aggiunge la magia della montagna innevata, le escursioni in natura, un’atmosfera intima e quasi esclusiva. Cinque giorni nel cuore dell’area protetta più antica e famosa d’Italia con la possibilità di incontrare cervi, lupi e camosci e visite tra borghi ricchi di storia e tradizioni.
mgnello
La Sacra di San Michele è uno dei monumenti più scenografici di tutto il Piemonte (se non il più scenografico in assoluto) e non a caso è stato scelto come simbolo della regione, Piemonte. Arroccata in cima al monte Pirchiriano, domina la val di Susa dai suoi 962 metri di altezza e regala alla valle un profilo inconfondibile e decisamente suggestivo, con la compagnia di molti animali, camosci in primo piano, Picchi Rossi, Neri, Aquile, Poiane, e tanto altro. E’ uno tra i più grandi complessi architettonici religiosi di epoca romanica di tutta Europa. La sacra di San Michele è un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all'imbocco della bassa val di Susa. Situato nel territorio del comune di Sant'Ambrogio vicino ai Laghi di Avigliana di Torino e poco sopra la borgata San Pietro, che appartiene alla diocesi di Susa. Un posto quasi unico nel suo genere... Secondo alcuni storici, già in epoca romana esisteva, nel luogo in cui sorge ora l'abbazia, un presidio militare che controllava la strada verso le Gallie. Successivamente anche i Longobardi installarono un presidio che fungesse da baluardo contro le invasioni dei Franchi, facendo del luogo un caposaldo delle cosiddette chiuse longobarde delle quali rimangono alcune vestigia nel sottostante paese di Chiusa di San Michele. Il culto micaelico presso i Longobardi era già diffuso all'epoca, e questo porta a supporre che l'origine del culto a San Michele presso la vetta del Monte Pirchiriano fosse già presente precedentemente all'edificazione della Sacra di San Michele.
Etneo71
"Verrà un giorno in cui considereremo l'omicidio di un animale alla stregua di quello di un essere umano". (Leonardo da Vinci) ... NO ALLA CACCIA! - SI ALLA VITA! ... 150 milioni di uccelli e milioni di altri animali vengono uccisi ogni anno dai cacciatori, con pallottole (17.500 tonnellate annue di piombo disperse nell'ambiente) oppure con trappole, tra i quali: 32.349 cervi solo in Trentino,12.000 lepri, 38.000 fagiani, 27.000 allodole, 50.000 cesene, 180.000 merli e inoltre caprioli, volpi, conigli selvatici, cinghiali, camosci, daini, mufloni, galli cedroni, beccacce, anatre selvatiche, tortore, martore, tassi, oche selvatiche e molti altri di cui non si conoscono esattamente le cifre…per non contare gli animali domestici (cani e gatti) che cadono vittima del gusto di uccidere dei cacciatori. Lynx lynx (Lince - Ambiente Controllato - Bayerischer Wald) Nikon D500, Nikkor 200-500mm
Daniele_Bertin
Mamma camoscio con il suo cucciolo!!!!
CIMBRI
Due giovani camosci ripresi sulla Strada degli Eroi sul Massiccio del Pasubio (VI)
Daniele_Bertin
Il camoscio nel suo ambiente naturale!!!
CLOCH 2011
Golden light Alba di fine novembre ripresa dal Col Rodella. Una bella passeggiata, sulla prima timida neve, in compagnia di tre camosci nell'ultimo tratto di sentiero. Novembre 2016 - Val di Fassa - Trentino
xenofontis
Camosci escono dal bosco e, a turno, sembrano fermarsi ad ammirare il paesaggio.
MassimoAlviani
Il camoscio d'Abruzzo o camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata Neumann, 1899) è un mammifero artiodattilo della sottofamiglia dei Caprini. Si tratta di una sottospecie di camoscio a sé stante: i camosci appenninici, infatti, sono una popolazione ben distinta sia da quella alpina (Rupicapra rupicapra, alla quale un tempo questi animali erano accorpati come sottospecie -R. rupicapra ornata-), che da quella pirenaica (Rupicapra pyrenaica), alla quale tuttavia è ascritta col rango di sottospecie
panonano
Nel silenzio dell’alba era il mio respiro, corto e affannoso, a scandire la salita del ripido pendio. Un centinaio di metri più in alto, oltre le trincee della Grande Guerra che segnano come indelebili cicatrici il Monte Grappa, un bel branco di camosci (femmine, giovani e diversi capretti) rappresentava il premio della levataccia. Era diverso tempo che intendevo scattare qualche bella foto a questo animale, ma solo ora, coi primi freddi, mi ero deciso a intraprendere “l’assalto” all’ungulato. Per più di 70 anni il camoscio era completamente estinto dal massiccio del Grappa, per poi fare timidamente ricomparsa verso la seconda metà degli anni 90’, grazie a diverse iniziative di reintroduzione. Ora la popolazione conta diverse centinaia di individui, che si possono facilmente osservare da varie zone del monte e che hanno aumentato nuovamente la biodiversità della zona. E stato durante una delle molte tappe per riprendere il respiro che è successo l’imprevisto. Affacciatomi oltre il crinale mi sono trovato a tu per tu con questo bellissimo maschio a poco più di una ventina di metri da me, illuminato da una luce altrettanto splendida. La sorpresa di vedersi l’uno di fronte all’altro mi ha permesso di ritrarlo in questa posizione di allerta. Siamo rimasti a studiarci per alcuni istanti; lui per capire che ci facessi lassù tra i suoi terreni da difendere (siamo in pieno periodo degli amori) ed io ad ammirare la sua bellezza. Ancora una volta capire che l’intruso fossi io non è stato difficile...
CIMBRI
Tre camosci \"sull\'attenti\" nella cima del Col Santo sul massiccio del Pasubio
fiocer
Sulla strada di Pont S. Martin in Val D'Aosta un gruppo di camosci attraversa lentamente e tranquillamente la strada, incurante delle auto e degli uomini, forse a ribadire che in quell'ambiente gli estranei siamo noi, non loro
LucaDaddario
Mamma col piccolo scavano nella neve fresca in cerca di cibo