Alluvione 2010 Mi piace

Carico queste foto ora, non a caso. Si dice che \"chi è rimasto scottato poi, ha paura anche dell\'acqua fredda\". Beh, chi è rimasto \"alluvionato\" poi, ha paura di ogni acquazzone. E una settimana fa, non abbiamo chiuso occhio io, la mia famiglia, il quartiere, il paese... Abbiamo passato la notte a girare sui Social Network per leggere le notizie di chi era appena stato lungo l\'argine a controllare il livello del fiume e a scambiare due parole con la Protezione Civile, abbiamo passato la notte a leggere i comunicati sul sito del Comune, a controllare i dati ARPAV sull\'innalzarsi della piena e... a sperare. Sperare che non rompesse anche questa volta. Sperare, nell\'indecisione sul da farsi: aspettare pregando o pregare correndo a portare le proprie cose ai piani alti, per non perdere tutto, almeno questa volta? Abbiamo sperato. Abbiamo pregato. L\'argine, questa volta, non ha rotto. Questa volta, non abbiamo dovuto sporcarci di fango e non abbiamo dovuto, con gli occhi pieni di lacrime, vedere frantumati interi anni di vita, chiederci perché, chiedersi cosa fare e maledire chissà chi per tutto quel fango, per tutta quell\'acqua, per le case senza corrente per interi giorni, per gli sciacalli, maledetti, che vengono a portarti via quel poco che ti si è salvato. Questa volta, noi, siamo stati fortunati. Ma attorno a noi, no. Questa volta, purtroppo, è toccato ad altri. E, nel vedere i servizi dei TG che proponevano le immagini di poveri diavoli immersi nel fango, come noi pochi anni fa, non ho potuto fare a meno di piangere. Piangere per loro, adesso. Piangere per noi, nel 2010. Non auguro a nessuno di sentire il rumore dell\'acqua che, nella notte, scardina le finestre e ti irrompe in casa, fracassando ogni cosa. Ogni casa guadagnata con sudore, ogni cosa tenuta da parte con amore. Un forte abbraccio a tutti gli abitanti della mia provincia che, ancora in questi giorni, stanno ripulendo le loro case.

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