Domina la piazza di Trevi – il cui nome deriva dal trivio che confluisce su piazza dei Crociferi - la celebre fontana di Trevi, che compone uno degli scenari più famosi al mondo, e che rappresenta una delle mete turistiche più visitate della città. La fontana è l'elemento terminale dell'acquedotto Vergine, uno dei più antichi acquedotti romani, tuttora in uso fin dal tempo di Augusto.
Fu voluto nel 19 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, per alimentare le terme che egli stesso aveva fatto costruire al Pantheon. Nel 1453 il papa Nicolò V avviò un'opera di bonifica dell'acquedotto, della quale furono incaricati Leon Battista Alberti e Bernardo Rossellino, architetti dell'Acqua Vergine.
L'opera fu evidentemente di estrema importanza per la città, che poteva servirsi nuovamente di acqua sorgente, invece che dell'acqua del Tevere. In sostituzione della fontana originaria, a tre vasche - quanti i condotti dell'acqua - e con il prospetto parallelo a via del Corso, fu realizzato un nuovo prospetto, che prevedeva un'iscrizione con gli stemmi del pontefice e del popolo romano, al di sotto della quale l'acqua, sgorgando da tre getti, si raccoglieva in una vasca rettangolare.
La fontana che oggi ammiriamo fu iniziata per volere del papa Clemente XII, nel 1732, dopo che nell'area, a partire dal 1640, si erano intrapresi lavori di restauro fermatisi, però, a un basamento a esedra, realizzato da Gian Lorenzo Bernini. Nello stesso tempo la famiglia Poli, proprietaria degli edifici retrostanti, aveva edificato i due prospetti simmetrici che avrebbero poi fatto da sfondo alla splendida scenografia della fontana.
monumento è protagonista di una delle scene più famose del cinema italiano e, forse, di quello mondiale: in La Dolce Vita di Federico Fellini, Anita Ekberg si tuffa nella vasca, invitando Marcello Mastroianni a fare lo stesso.