Risiera di San Sabba (Ts)

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  10 anni fa
73.32 Punteggio più alto 06 Dicembre 2014
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Il complesso di edifici che costituivano lo stabilimento per la pilatura del riso era stato costruito nel 1913 nel rione di San Sabba (più correttamente "san Saba"), alla periferia della città e fu trasformato inizialmente in un campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre: venne denominato Stalag 339. Successivamente, al termine dell'ottobre 1943, il complesso diviene un Polizeihaftlager (Campo di detenzione di polizia), utilizzato come centro di raccolta di detenuti in attesa di essere deportati in Germania ed in Polonia e come deposito dei beni razziati e sequestrati ai deportati ed ai condannati a morte. Nel campo venivano anche detenuti ed eliminati Sloveni, Croati, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Supervisore della Risiera fu l'ufficiale delle SS Odilo Globočnik, triestino di nascita, in precedenza stretto collaboratore di Reinhard Heydrich e responsabile dei campi di sterminio attivati nel Governatorato Generale, nel quadro dell'operazione Reinhard, in cui erano stati uccisi oltre 1,2 milioni di ebrei[3]. Per i cittadini incarcerati nella Risiera, intervenne in molti casi, presso le autorità germaniche, il vescovo di Trieste, monsignor Santin; in alcuni casi con una soluzione positiva (liberazione di Giani Stuparich e famiglia) ma in altri senza successo. I nazisti, dopo aver utilizzato per le esecuzioni i più svariati metodi, come la morte per gassazione utilizzando automezzi appositamente attrezzati, si servirono all'inizio del 1944 dell'essiccatoio della risiera, prima di trasformarlo definitivamente in un forno crematorio. L'impianto venne utilizzato per lo smaltimento dei cadaveri e la sua prima utilizzazione si ebbe il 4 aprile 1944 con la cremazione di una settantina di cadaveri di ostaggi fucilati il giorno precedente in località limitrofe Villa Opicina (Trieste). Da allora, fino alla data della liberazione, il forno crematorio fu adoperato per bruciare i corpi di oltre 3500 prigionieri della Risiera, soppressi direttamente dal personale carcerario ivi operante. La Risiera, oltre ad essere usata come campo di smistamento di oltre 8000 deportati provenienti dalle Provincie orientali destinati agli altri campi di concentramento nazisti, fu quindi adoperata in parte anche come luogo di detenzione, tortura ed eliminazione di prigionieri sospettati di attività sovversiva nei confronti delle regime nazista Questo luogo è di assoluta importanza in quanto fu l'unico campo di deportazione dell'Europa meridionale. Il forno crematorio e la connessa ciminiera furono abbattuti con esplosivi dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini, ma sono stati descritti successivamente dai prigionieri testimoni del campo. Tra le rovine furono ritrovate ossa e ceneri umane. Sul medesimo luogo, a ricordo, sorge oggi una struttura commemorativa costituita da una piastra metallica sul posto dove sorge il forno crematorio e da una stele che ricorda la presenza della ciminiera. Riguardo alle ipotesi sui metodi di esecuzione, esse sarebbero avvenute o per gassazione attraverso automezzi appositamente attrezzati, o con un colpo di mazza alla nuca (mazza ritrovata e custodita sino al 1977 nel museo della risiera. È stata rubata l'anno successivo) o per fucilazione. Nel complesso le esecuzioni sarebbero state almeno cinquemila, secondo una stima approssimativa, sebbene non si disponga di dati certi. Con il D.P.R. n. 510 del 15 aprile 1965, il Presidente Giuseppe Saragat dichiarò la risiera di san Sabba Monumento Nazionale, quale "unico esempio di lager nazista in Italia".(Wikipedia) L'occhio scorre dal centro dell'immagine (il forno crematorio rimosso)verso il basso, volta a destra, seguendo la canala a terra, per poi risalire sulla stele (la ex-ciminiera)...in alto la fine delle sofferenze. Fabio.

Dati EXIF
Dispositivo NIKON D5100
Data 06/09/2014 16:44:31
Lunghezza focale 10 mm
Diaframma f 5.6
Tempo di posa 1/640 sec
Sensibilità ISO 100
Image Info
Categoria Bianco e nero
Location
Staticmap?size=255x155&sensor=false&zoom=6&markers=45.61787968356969, 13.805007934570312


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QUOTE (brizio61 @ 06 Dicembre 2014 13:59)
bel punto di ripresa e interessanti geometrie,bravo fabio

Un punto di ripresa che include quasi tutto, una conversione in b/n per ricordare il nostro recente passato,
una amarezza dentro l'animo che fatico a togliere....foto del genere quasi non volevo
pubblicarla ma bisogna ricordare per non smarrire la nostra via...


QUOTE (mmaino @ 06 Dicembre 2014 13:23)
Bella !! ciao, Mario

Grazie Mario!
Buon week-end!


QUOTE (freschiroberto @ 05 Dicembre 2014 18:35)
Un uso attentissimo di una focale estrema per disegnare una composizione ricca di pathos, convergente -non credo per caso- sulla figura centrale che -in ombra- evoca ricordi... Bravissimo! R.

Grazie Roberto,
hai colto nel segno!

Grazie mille a tutti voi!
Buona serata!
La didascalia è lunga, ma per interpretarla bene bisogna visitare anche il sito a Trieste.

Grazie a voi!

brizio61 10 anni fa
bel punto di ripresa e interessanti geometrie,bravo fabio

mmaino 10 anni fa
Bella !! ciao, Mario

freschiroberto 10 anni fa
Un uso attentissimo di una focale estrema per disegnare una composizione ricca di pathos, convergente -non credo per caso- sulla figura centrale che -in ombra- evoca ricordi... Bravissimo! R.

oliviero1946 10 anni fa

Bellissima Fabio hai fatto benissimo a postarla per non dimenticare le atrocità compiute, come dice Giancarlo è molto coinvolgente la tua didascalia!!!
Ciao
oliviero

bello scatto Fabio, profondo e coinvolgente come la didascalia che segue.
Un saluto
Giancarlo

Risiera di San Sabba (Ts)