Uomini piccoli e, comunque, uomini che forse si incontreranno e si scambieranno esperienze. L'immagine non è certo casuale, e in essa, come in tante altre tue foto, ci ritrovo l'humus del grande filosofo Enzo Paci, di cui sei stata allieva (me ne hai dato notizia in risposta al mio commento della tua foto "Bosco d'oro"). Anch'io provengo dagli studi di filosofia e conosco Paci per aver letto alcuni suoi testi. Sono stato allievo di, e mi sono laureato con Giuseppe Semerari che, con Enzo Paci, ha contribuito nella diffusione, in Italia, della fenomenologia husserliana, nonché di un certo marxismo antiburocratico e antistaliniano. Paci e Semerari hanno strettamente collaborato, per un certo periodo, nella conduzione della rivista "aut aut". Ammiro, particolarmente, quelle tue foto in cui riesci a catturare il sorriso umano. Le "cose" - senza la presenza umana - che presenti in altre immagini, hanno comunque una personalizzazione: direi che l'intitolazione delle immagini riesca a umanizzare quanto fotografato. Detto altrimenti: i tuoi titoli sono connotativi, non meramente denotativi. Intitolare una produzione artistica non è semplice: richiede lavorìo mentale: ipotesi, riformulazione delle ipotesi, ripensamenti, poiché, tutto sommato, il titolo deve render ragione del senso del proprio prodotto. Non ti rubo altro tempo con le mie notazioni. Alla prossima e un cordialissimo saluto. Franco.
Rubare tempo? Musica per la mia mente!
Mi sono laureata in filosofia, ma poi ho insegnato italiano e storia, e, dopo l'esperienza psicoanalitica, ho cominciato a occuparmi di letteratura con passione crescente. Quando titolo le foto, sì, seguo percorsi mentali complessi, e infatti cambio il titolo, se non riflette il corso dei miei pensieri. A volte, però, le foto sono un gioco.. anche la vita ha i suoi momenti ludici, non trovi? E' che, anche quando ci si lascia andare al divertissement, si è interamente se stessi... insomma, anche giocando si comunica...
Adesso smetto io di tediarti. Sarà un piacere proseguire nello scambio di commenti (ma tu insegni ancora, immagino, e quindi non hai tutto il tempo che ho io...). Non preoccuparti: ho imparato a tessere i fili del discorso con tutte le pause che la vita ci propone!
g.
Uomini piccoli e, comunque, uomini che forse si incontreranno e si scambieranno esperienze. L'immagine non è certo casuale, e in essa, come in tante altre tue foto, ci ritrovo l'humus del grande filosofo Enzo Paci, di cui sei stata allieva (me ne hai dato notizia in risposta al mio commento della tua foto "Bosco d'oro"). Anch'io provengo dagli studi di filosofia e conosco Paci per aver letto alcuni suoi testi. Sono stato allievo di, e mi sono laureato con Giuseppe Semerari che, con Enzo Paci, ha contribuito nella diffusione, in Italia, della fenomenologia husserliana, nonché di un certo marxismo antiburocratico e antistaliniano. Paci e Semerari hanno strettamente collaborato, per un certo periodo, nella conduzione della rivista "aut aut". Ammiro, particolarmente, quelle tue foto in cui riesci a catturare il sorriso umano. Le "cose" - senza la presenza umana - che presenti in altre immagini, hanno comunque una personalizzazione: direi che l'intitolazione delle immagini riesca a umanizzare quanto fotografato. Detto altrimenti: i tuoi titoli sono connotativi, non meramente denotativi. Intitolare una produzione artistica non è semplice: richiede lavorìo mentale: ipotesi, riformulazione delle ipotesi, ripensamenti, poiché, tutto sommato, il titolo deve render ragione del senso del proprio prodotto. Non ti rubo altro tempo con le mie notazioni. Alla prossima e un cordialissimo saluto. Franco.
Rubare tempo? Musica per la mia mente!
Mi sono laureata in filosofia, ma poi ho insegnato italiano e storia, e, dopo l'esperienza psicoanalitica, ho cominciato a occuparmi di letteratura con passione crescente. Quando titolo le foto, sì, seguo percorsi mentali complessi, e infatti cambio il titolo, se non riflette il corso dei miei pensieri. A volte, però, le foto sono un gioco.. anche la vita ha i suoi momenti ludici, non trovi? E' che, anche quando ci si lascia andare al divertissement, si è interamente se stessi... insomma, anche giocando si comunica...
Adesso smetto io di tediarti. Sarà un piacere proseguire nello scambio di commenti (ma tu insegni ancora, immagino, e quindi non hai tutto il tempo che ho io...). Non preoccuparti: ho imparato a tessere i fili del discorso con tutte le pause che la vita ci propone!
g.
F.
Grazie!
g.
Grazie!
g.
F.
Un saluto, Tonino
Grazie grazie!
G.
Un saluto, Tonino
Complimenti e un saluto, Roberto.
Grazie! Ricambio i complimenti!
g.