"le nuove scoperte ... hanno allargato il campo d'azione del fotografo, ma rimane compito tutto nostro assoggettarle alla nostra tecnica, per perfezionarle. C'è tutto un feticismo che dilaga a proposito della tecnica fotografica: essa deve essere unicamente creata e adattata per realizzare una visione; diventa importante solo se riusciamo a dominarla per farle rendere ciò che l'occhio vede. Quel che conta è il risultato, l'elemento di prova costituito dalla fotografia stessa. ..."

lo scriveva più di cinquant'anni or sono Henri Cartier-Bresson

notte

a.

Infatti Cartier-Bresson non era proprio "il primo che passa" è stato un grande fotografo e, secondo me, anche un po' geniale nel suo campo, ovviamente concordo in pieno con il suo pensiero e ringrazio te per avercelo ricordato.

Saluti

aliant, sono parole che fa sempre piacere rileggere, ma una cosa non capisco (modo ironia acceso) perché postarle qui sul forum Nital? E' un po' come fare una conferenza sulle malattie cardiovascolari in una pasticceria, vuoi convertire i golosi o fare una moratoria contro la crema pasticcera? (modo ironia spento)

beh Alessandro il divertimento è proprio questo ...

e Cartier Bresson continua :

"La macchina fotografica per noi è uno strumento e non un grazioso giocattolo meccanico [n.d.t. oggi diremmo elettronico]. Uno deve sentirsi a proprio agio con l'apparecchio giusto per quello che ha in mente di fare. Il modo di usarlo, il diaframma, la velocità di otturazione, devono divenire riflessi automatici, come cambiare marcia in autombile; non c'è molto da rdire su queste operazioni, per quanto complicate possano semprare; d'altra parte sono spiegate con precisione militaresca da tutti i manuali di istruzino che i frabbricanti compiegano agli apparecchi, insieme alla custodia in pelle di vacca".

Parole tanto attuali ...


p.s.: per chi fosse interessato ... Henri Cartier Bresson, L'immaginario dal vero, Abscondita, 2005

un piccolo libercolo che raccoglie vari scritti di HCB e vi risparmia di trovare una copia originale di THE DECISIVE MOMENT del 1952 come ho fatto io finalmente e felicemente l'anno scorso

Sposto in "temi"

poca partecipazione, tanti lettori
buon segno

Partecipo io Mi è stato regalato un bel libro sul reportage, co sono interviste a fotoreporter famosi, ho anche scoperto qualcuno che non conoscevo e mi piace molto. Spesso, alla fatidica domanda "che cosa usi?" ci sono risposte che sembrerebbero imbarazzanti per la maggior parte del grande pubblico.
Andiamo dai Leicisti con solo 28 e 35/50mm (spesso reporter di guerra che vogliono leggerezza e invisibilità) a gente che indica la F100 per robustezza e maneggevolezza, spesso pochissime ottiche, molte volte fisse, con grande predominanza dei grandangolari. Una cosa spesso comune a questi fotoreporter da prima linea è la volontà di muoversi in contesti a rischio (guerre, tumulti, sommosse, ma anche ambienti ostili ai giornalisti) con quasi nulla in termini di attrezzatura.
Certo, ci sono ragioni oggettive che osno appunto la discrezione, l'invisibilità, la praticità, ma nessuno di essi si lamenta di non avere un obiettivo stabilizzato o con escursione 11x, sono tutti piuttosto attenti ad avere lenti luminose.

Beh, qualche tempo fa Alex Majoli che dovrebbe lavorare ancora per Magnum andò in Iraq con due compatte Olympus ...

Guarda questo link http://www.robgalbraith.com/bins/multi_pag...-6468-7844-7845

Alessandro, quale è il titolo di questo libro ?

A.

Esattamente ciò a cui pensavo quando ho letto le tue acutissime citazioni.
Rem tene, verba sequentur?

Una delle caratteristiche dei veri fotoreporter é la praticità,
oggi gli strumenti posso essere digitali per l'immediatezza della trasmissione.
Monsieur HCB, per il tipo di foto che doveva e voleva fare ,
nel tipo di ricerca che perseguiva, non aveva il pressing del tempo.
Poteva dedicarsi alla ricerca dell'inquadratura ...
Senza mai dimenticare che lo scatto " nasce dal mettere l'occhio,
la mente e il cuore sulla stessa linea, vedendo l'attimo ..."
Anche se ha me, personalmente, piace di più Bob Capa,
perché testimoniava il FATTO, che in quel momento era la guerra..
Cercare l'inquadratura mentre fischiano le pallottole intorno a te,
testimoniando la crudeltà che é catatteristica dell'avvenimento
che stai cercendo di documentare, senza cadere nel voyerismo
resta una sua caratteristica peculiare.
Se avete voglia c'é un libro che si intitola "Leggermente fuori fuoco"
che racconta di questo personaggio, anche nelle sue sfaccettature
diverse e molto interessanti.

Marco

un po' criptico ...

acuto è semmai il contenuto della citazione, non la citazione in se stessa

letto il tuo mp
grazie

Per strano che magari sembri, sono nuovo del forum e inizio a leggere proprio da questa sezione.
Ho avuto una D70 e da ieri ho una bella D90 (che progressi in pochi anni...).
Vi confesso una cosa: Mi è sempre piaciuta la fotografia. Ma una cosa oggi mi mette un pò di soggezione. E questa cosa è una sorta di "feticismo" verso il mezzo.

Mi spiego: cercavo una sostituta per la D70 e leggevo recensioni in rete. Siccome non amo portarmi appresso kili e kili di attrezzatura (sono un appassionato, un dilettante, non un professionista, mi diverto a scattare foto nella speranza di portare a casa un bello scatto, un bel ricordo) pensavo addirittura alla nuova G1 per via del peso/dimensioni. Alla fine, avendo due ottiche nikon per me valide, e avendo sentito cose buonissime sulla D90 ho scelto la D90.
Beh leggere tutte le recensioni su corpi macchina, ottiche ecc. le diatribe sulle capacità ad alti iso dell'uno o dell'altro sensore, della distorsione di un'ottica piuttosto che della vignettatura dell'altra, ecc. mi ha messo in soggezione.

Possibile che si debba dare così tanta importanza al mezzo (per carità, comprendo perfettamente), e spesso meno attenzione ad altri temi importanti per imparare a fare fotografia ?
Se uno scatto è molto bello, è così grave se il sensore ci ha messo dentro un pò di rumore in più ?
Chiaro, se non c'è rumore è meglio...

Non so se sono riuscito a spiegarmi, da dilettante appassionato ma non molto addentro; ma confesso che leggere Henry Cartier Bresson dopo tante recensioni è stata come una boccata d'aria fresca dopo una pallosa lunga estenuante riunione di lavoro....

Concordo pienamente con Andy e col messaggio di fondo del topic.
Anche a me pare di vedere troppa troppa attenzione per gli strumenti, i mezzi, e poca per il fine, la foto.
Spesso (parlo in generale) i commenti sulle foto si riducono a un giudizio sulla qualità dell'immagine... nitidezza, messa a fuoco, rumore... cose che hanno importanza e alle quali presto attenzione anch'io, per carità... ma non credo sia questo il senso della fotografia. Non è vedere bene nitido il pelucco o la ruga, che fa la differenza... altrimenti potremmo mettere dei computer a scattare le foto al posto nostro.

NIKON DIGITAL REFLEX
La risposta Reflex digitale. 13.486 208.490

NIKON F 35mm
La tradizione e l'evoluzione dei corpi Nikon. 2.123 27.403

OBIETTIVI Nikkor
La tradizione e l'evoluzione delle ottiche Nikon. 11.561 165.098




GRANDI NOMI
153 1.139
in: Www.jamienelson.com


LIBRI E MOSTRE
323 1.618
in: Incontro Con L'autore


TEMI
139 3.535
in: Un Tema Controverso

Queste al momento le differenze, tradotte in numeri (discussioni presenti-risposte), degli interessi degli utenti del Forum.
Ognuno tragga le sue conclusioni.
P.S. Senza nessuna polemica.

"For me the camera is a sketch book, an instrument of intuition and spontaneity, the master of the instant which, in visual terms, questions and decides simultaneously. In order to “give a meaning” to the world, one has to feel involved in what one frames through the viewfinder. This attitude requires concentration, discipline of mind, sensitivity, and a sense of geometry. It is by economy of means that one arrives at simplicity of expression.

To take a photograph is to hold one’s breath when all faculties converge in a face of fleeing reality. It is at that moment that mastering an image becomes a great physical and intellectual joy.

To take a photograph means to recognize – simultaneously and within a fraction of a second– both the fact itself and the rigorous organisation of visually perceived forms that give it meaning.

It is putting one’s head, one’s eye, and one’s heart on the same axis."

HCB

Per me il più Grande! Capa a ruota, devo assolutamente colmare la mia lacuna e prendermi il libro, tra l'altro grandissima ironia nel titolo (della mostra ai tempi e del libro) che riprende il commento di un giornale sul suo meraviglioso reportage in Normandia rovinato quasi interamente da un assistente...'Slightly out of focus'