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Carlo79
Cari Amici del forum smile.gif

sono anni ormai che mi pongo quest'interrogativo, da quando ho iniziato a capire un pò le basi della fotografia. Questa discussione, in qualche modo, si pone come obiettivo quello di capire, magari dalle parole dei più esperti ma non solo, come bisogna comportarsi per migliorare e sviluppare una certa padronanza in un detrminato genere fotografico.
Spesso, quando ci si avvicina a quest'hobby si è tentati a fotografare tutto, dalla propria scrivania disordinata ad una cosa qualsiasi che possa attirare l'attenzione. Solitamente è solo la foga del nuovo giocattolo, la voglia di scoprire come funziona e se vale i soldi che abbiamo speso. Il più delle volte, finita questa emozione iniziale, svanisce tutto e si finisce per utilizzare l'attrezzatura solo nelle occasioni tipo compleanni oppure (classico) al mare in vacanza. E' qui secondo me che nasce il limite sottile tra chi della fotografia vuole farne un hobby serio e vuole esprimersi con le proprie immagini e chi invece aveva pensato solo per un attimo di poterlo fare.
Col tempo, approfondendo quest'hobby fantastico ho capito che dopo un pò è necessario trovare una propria identità, una propria dimensione sulla quale concentrarsi per poter esprimere al meglio le prorpie capacità creative. Ho capito che non servono 258.000 ottiche per fare Fotografia, ma ne basta una o al massimo 2. Ho capito che a volte la corsa al modello all'ultimo grido è solo una xxx mentale che le startegie di marketing create ad hoc da questa o da quella casa portano a farTi. Ho capito che la Fotografia QUELLA VERA è tutt'altra cosa.
Penso che un pò tutti abbiamo attraversato questo stadio, chiedendoci:" Qual'è la cosa che mi piace fotografare di più?" allo scopo di individuarla ed esprimere al meglio i propri sentimenti e le proprie attitudini. Ancora, penso che in molti hanno pensato quanto potrebbe essere interessante sviluppare un tema specifico e documentarlo nel corso degli anni con le proprie fotografie, sai che soddisfazione quando dopo anni si riguardano le foto e ci si compiace con se stessi dei risultati raggiunti?
Penso che queste siano cose che possono essere fatte solo da chi ha trovato una propria identità, da chi ha capito che gli piace di più il grandangolo anzichè il tele, da chi ha capito che con la street riesce ad esternare meglio i propri sentimenti anzichè con la macro, da chi conosce bene la propria attrezzatura e la sfrutta al meglio per ottimizzare i risultati anzichè cambiarla dopo 2 mesi senza sapere nemmeno dove si cambiava il bilanciamento del bianco.

Quindi, mi piacerebbe sentire le Vs. esperienze ossia come avete fatto a trovare la Vs. dimensione e cosa Vi ha spinto a concentrarVi su un genere fotografico piuttosto che su un altro?
Potrebbe essere interessante per chiunque, vediamo cosa ne esce fuori.

P.s. spero che la sezione vada bene! smile.gif

Ciao a tutti smile.gif
buzz
La mia seclta è stata casuale.
Fotografo da quando avevo 14 anni, e allora mi sono appassionato più dello sviluppo che dello scatto, quindi uscivo con la fotocamera al collo assieme ad altri amici e fotografavamo di tutto,m tanbto poi il divertimentio era quello di stare in camera oscura a veder espujntare le nostre creazioni.

Dopo varie vicissitudini della vita e aver mollato per parecchi anni la fotocamera, mi sono ritrovato una decina di anni fa a riprenderne in mano una, trovandomi con amici a fare da giurato in un concorso di bellezza.
-"la sai usare" mi hanno chiesto....
A me!!!!!!
In effetti mi sono trovato un po' imbarazzato perchè non scattavo più da tempo, ma il feeling con il mezzo è stato immediato, e da allora ho ripreso in mano la passione e mi sono dedicato a questo genere di foto.
Passare dai concorsi di bellezza alla moda è un passo quasi obbligato, trattandosi di due generi quasi identici con parecho punti in comune.
E il passaggio dal dilettantismo al professionismo diventa graduale quando ti cominciano a chiedere se sei in grado di fare questo o quell'altro scatto.
Si impara seguendo i consigli di chi è più avanti di te, e inserendo la tua creatività. Il resto viene da sè.

PS più che in tecniche vedrei questa discussione in temi, quindi ci trasferiamo di là. smile.gif
cromos
Ciao,
questa discussione mi piace. Ho passato le stesse fasi di cui parli. In giro a fotografare a fotografare un pò di tutto fino a quando stanco di infilare nel cassetto foto che non avrei fatto vedere a nessuno ho deciso di fare delle fotografie che avessero avuto un motivo per essere viste da un pubblico. Io personalmente ho cominciato a raccontare delle storie per spingere le persone a riflettere o far conoscere delle tematiche che reputo siano importanti diffondere. è bello quando trovato il motivo per cui si fotografa si comincia poi a farlo in modo personale.
gciraso
Fotografo per me, nel senso che mi piace riguardare i mie scatti e ne ho tappezzato lo studio. Non mi sono mai chiesto quale è il mio modo o il mio genere: ho fotografato e basta. Poi, certo, c'è la passione per il balletto, la musica e quindi foto di teatro, di concerti, ecc.. Per me la fotografia è un puro divertimento, senza chiedermi cosa voglio fare. Scatto la foto che mi viene in quel momento, se mi piace me la stampo, diversamente la archivio. Non mi sono mai chiesto se piace ad altri fino a che ho postato qualche foto sul forum e ho visto che il significato che ne davo io per altri era diverso, non necessariamente positivo o negativo, ma semplicemnte diverso. Qualche volta nella sezione W/NW ho letto porre la domanda: ma perchè l'hai fotografato? Se la dovessero porre a me sinceramente non saprei rispondere, scatto secondo il mio gusto e l'intenzione del momento, non devo certo portare a casa la foto ad ogni costo: puro divertimento. Attualmente mi diverto a fotografare in teatro e sto seguendo una compagnia di ballo, può essere che tra qualche mese ritorni al fotonaturalismo, oppure che mi appassioni al ritratto in studio. La mia dimensione non l'ho ancora trovata e spero di non trovarla affatto.

Saluti

Giovanni
Carlo79
Ciao Giovanni smile.gif

ovvio, va bene anche il Tuo punto di vista, però il fatto di fotografare per se non lo trovo direttamente proporzionale al non aver/voler trovare una dimensione! Anche io fotografo per lo più per me, ma il discorso che faccio è leggermente diverso.
Comunque ti ripeto, grazie per aver espresso anche il Tuo punto di vista aiuta a rilfettere in un senso diverso da quello che ho posto io nella discussione, è il filone opposto e prevedo che ci siano molte persone che si orientano verso la Tua e molte che si orientano verso la mia posizione! smile.gif


QUOTE
Ciao,
questa discussione mi piace. Ho passato le stesse fasi di cui parli. In giro a fotografare a fotografare un pò di tutto fino a quando stanco di infilare nel cassetto foto che non avrei fatto vedere a nessuno ho deciso di fare delle fotografie che avessero avuto un motivo per essere viste da un pubblico. Io personalmente ho cominciato a raccontare delle storie per spingere le persone a riflettere o far conoscere delle tematiche che reputo siano importanti diffondere. è bello quando trovato il motivo per cui si fotografa si comincia poi a farlo in modo personale.

Grazie per aver espresso il Tuo parere, cromos lo trovo perfettamente in linea con uqanto volevo dire smile.gif grazie.gif
PAS
Il tema proposto da Carlo tocca un aspetto che ritengo meriti uno scambio di opinioni

E’ quello della ricerca del cosiddetto “proprio stile” in fotografia, ovvero una serie di attributi di riconoscimento al proprio modo di fotografare che lo renda distinguibile.
Spesso lo si considera un punto d’arrivo ed un traguardo di maturazione.

Ma la ricerca ed il raggiungimento del “proprio stile” è indispensabile? E perché?

Non sarebbe meglio evitare di confinarsi entro clichè e far spaziare le proprie capacità espressive ed artistiche?
Carlo79
QUOTE(PAS @ Dec 4 2007, 02:18 PM) *
Il tema proposto da Carlo tocca un aspetto che ritengo meriti uno scambio di opinioni

E’ quello della ricerca del cosiddetto “proprio stile” in fotografia, ovvero una serie di attributi di riconoscimento al proprio modo di fotografare che lo renda distinguibile.
Spesso lo si considera un punto d’arrivo ed un traguardo di maturazione.

Ma la ricerca ed il raggiungimento del “proprio stile” è indispensabile? E perché?

Non sarebbe meglio evitare di confinarsi entro clichè e far spaziare le proprie capacità espressive ed artistiche?


Ciao Valerio smile.gif

il raggiungimento del proprio stile non è indispensabile, assolutamente ma secondo me potrebbe aiutare a concentrarsi su un uqalcosa che ci piace di più di altro e quindi a far convergere tutte le Ns capacità verso di essa. Non è giusto confinarsi entro determinati clichè, no...ma è cosa diversa secondo me far spaziare le proprie capacità espressive ed artistiche all'interno di uno spazio ben definito... aiuterebbe meglio a fare quello che più ci piace fare. O no?
ciò comunque non toglie che ognuno fa un pò quel che gli pare, questo mio interrogativo non vuole essere una regola per raggiungere il fine ci mancherebbe, già bastano tutte le regole che ci impone la vita, ma vuole solo essere la ricerca del "proprio stile" il proprio modo di esprimersi!
Al_fa
Io lo trovo indispensabile.
Fotografare significa comunicare con il linguaggio visivo ed il metodo che si sceglie compone la dialettica del linguaggio scelto. Rifiutare di scegliere significa adeguarsi su quello che è stato già mostrato. E' un atto creativamente inferiore.
Penso che l'attrezzatura sia un fine per raggiungere i nostri mezzi ed in tale ottica vada vista e analizzata. Saperne valutare pregi e difetti in funzione di quello che vogliamo comunicare e di come vogliamo comunicarlo è parte, credo, del mestiere.

Saluti,
Alessandro

PS - Bel topic.
toad
QUOTE(gciraso @ Dec 4 2007, 01:51 PM) *
La mia dimensione non l'ho ancora trovata e spero di non trovarla affatto.



QUOTE(PAS @ Dec 4 2007, 02:18 PM) *
Non sarebbe meglio evitare di confinarsi entro clichè e far spaziare le proprie capacità espressive ed artistiche?


Mi ritrovo, sostanzialmente, in queste due affermazioni.
Sono curioso di natura e quindi, interessato ai vari generi della fotografia. Nei decenni passati ho sperimentato di tutto, tranne forse lo still e la macro, ma non è detto che un domani non mi avvicini anche a questi generi.
Lo stile? Ma non si deve cercare di crearselo per forza. Credo che sia una cosa indefinibile che possa essere innata o consolidarsi nel tempo. E, in ogni caso, trasparirà dalle nostre immagini, di qualunque genere siano.
Se la fotografia è comunque il fermo immagine di una realtà, questa non può prescindere dal nostro stato d'animo e dal vissuto nel momento in cui facciamo click. Visto che il punto di partenza è che non lo facciamo per mestiere.
Al_fa
Caro,
Un mestiere è quello che uno fa, non solo quello che uno fa per guadagnare. Non trovi?

Con il massimo rispetto per le tue opinioni, sia chiaro.

Saluti,
Alessandro
Carlo79
QUOTE(Al_fa @ Dec 4 2007, 04:10 PM) *
Rifiutare di scegliere significa adeguarsi su quello che è stato già mostrato. E' un atto creativamente inferiore.

Saluti,
Alessandro

PS - Bel topic.

Trovo quest'affermazione la sintesi perfetta di quello che volevo intendere. Io lo vedo un modo di accontentarsi, di non voler approfondire...Ma è solo la mia "magra" opinione!

QUOTE
Visto che il punto di partenza è che non lo facciamo per mestiere.

Rispetto assolutamente ma non sono per niente d'accordo. Non è che perchè non lo si fa per mestiere non si debba provare a tirar fuori il più possibile. E poi Guido scusami, ma una volta che hai detto che generi come lo still e la macro non li hai mai sviluppati vuol dire che in uqalche modo una posizione l'hai presa anche Tu, o no?

QUOTE(Al_fa @ Dec 4 2007, 04:10 PM) *
PS - Bel topic.


Grazie smile.gif sono contento che possa interessare a qualcuno!
toad
QUOTE(Al_fa @ Dec 4 2007, 04:21 PM) *
Un mestiere è quello che uno fa, non solo quello che uno fa per guadagnare. Non trovi?


Trovo.wink.gif

Riformulo il concetto.

Se la fotografia è comunque il fermo immagine di una realtà, questa non può prescindere dal nostro stato d'animo e dal vissuto nel momento in cui facciamo click..
Partendo dal presupposto che scattiamo per diletto e soddisfazione personale (perlomeno gli intervenuti sinora, penso).
Diverso, ritengo sia il caso di un professionista, inteso come colui che con la fotografia ci campa dovendo soddisfare anche le esigenze di un qualunque cliente. In questo caso, è molto probabile che lo stato d'animo e il vissuto possano passare in secondo piano dovendo proritamente soddisfare le esigenze economiche. Lo stile acquisito ci potrebbe però essere anche in questo caso, e diventare a volte il valore aggiunto.

Salutoni! smile.gif
reefaddict
QUOTE(Carlo79 @ Dec 4 2007, 12:27 PM) *
Col tempo, approfondendo quest'hobby fantastico ho capito che dopo un pò è necessario trovare una propria identità, una propria dimensione sulla quale concentrarsi per poter esprimere al meglio le prorpie capacità creative.


Condivido. Ad un patto. Che la scelta sia un processo naturale più che razionale e tu sia sempre tanto elastico e dinamico da poter cambiare idea. Voglio dire che se scopri la tua identità e la assecondi sono pienamente d'accordo con te, anzi trovo che sia la miglior cosa che ti può succedere, basta che non sia un processo razionale dove, consciamente o inconsciamente, ti "imponi" di essere un qualche modello di fotografo che hai scelto. E poi, concentrarsi sì, ma anche rimanere tanto elastico da non diventare mai ostinato, per non finire ad insistere su un genere che alla fine non è il tuo (anche se credevi...).
Carlo79
QUOTE(reefaddict @ Dec 4 2007, 05:08 PM) *
Condivido. Ad un patto. Che la scelta sia un processo naturale più che razionale e tu sia sempre tanto elastico e dinamico da poter cambiare idea. Voglio dire che se scopri la tua identità e la assecondi sono pienamente d'accordo con te, anzi trovo che sia la miglior cosa che ti può succedere, basta che non sia un processo razionale dove, consciamente o inconsciamente, ti "imponi" di essere un qualche modello di fotografo che hai scelto. E poi, concentrarsi sì, ma anche rimanere tanto elastico da non diventare mai ostinato, per non finire ad insistere su un genere che alla fine non è il tuo (anche se credevi...).

Questo è fuori dubbio. Ci vuole sempre un pizzico di intelligenza e guai fossilizzarsi su una cosa e ostinarsi a farla venire bene quando in realtà non è per noi. Vorrebbe dire perseverare e darebbe dimostrazione di poca elasticità mentale.
Io la mia dimensione la sto trovando naturalmente e spero di raggiungerla quanto prima e nulla toglie che dopo possa rendermi conto che non è l'unica che voglio, potrei anche darle altre sfaccettature. smile.gif
manis
QUOTE(Carlo79 @ Dec 4 2007, 12:27 PM) *
Quindi, mi piacerebbe sentire le Vs. esperienze ossia come avete fatto a trovare la Vs. dimensione e cosa Vi ha spinto a concentrarVi su un genere fotografico piuttosto che su un altro?

Ciao Carlo,

Hai sollevato un argomento molto interessante.
Personalmente non ho ancora trovato una mia dimensione. Ho fotografato le solite cose che fanno un po' tutti i fotoamatori, i viaggi, il battesimo o la comunione dei nipoti, il matrimonio di qualche amico o qualche lavoretto per conoscenti, ma ultimamente ho deciso di dedicarmi alla fotografia urbana.
Credo che questo dipenda esclusivamente da una mia preferenza ed inclinazione personale. C'è chi è attirato dai ritratti, chi dalla foto naturalistica, chi dalla macro ecc.
Il trovare un propria dimensione forse vuol dire non fare solamente delle belle foto singole, ma creare un insieme di foto fra loro omogenee che creino un lavoro/progetto/opera. Se penso alle fotografie dei fotografi che ammiro di più, c'è spesso un impronta o filo conduttore che le unisce e le accomuna.
Questo non vuol dire che un fotografo non può fare un ritratto, un paesaggio, una macro ed una foto sportiva, ma che foto così diverse messe insieme difficilmente raccontano qualcosa.
Credo che una singola foto di Ansel Adams, Cartier Bresson o Helmut Newton sia molto bella, ma è l'insieme delle loro foto che è straordinario e che rende questi fotografi unici.

Spero che la mia "ricerca fotografica" non mi porti a fare delle singole belle immagini (che possono anche essere dovute ad una botta di fortuna), ma mi porti a fare dei lavori omogenei che riescano a raccontare qualcosa a chi le guarda.

Ciao,

Fabrizio
Claudio Orlando
Fotogafare...una passione? Un passatempo? Un modo di comunicare? Tutto questo insieme? Sono domanda che sinceramente non mi sono mai posto e che continuo a non pormi. Personalmente fotografo cose che mi piace fotografare e non sto certo a guardare se siano questi soggetti, dei panorami piuttosto che dei fiori o delle persone. Se c'è una cosa che attira la mia attenzione la fotografo e la fotografo per me stesso innanzitutto e poi, mostrandole ad altri: "per vedere l'effetto che fa".

Nonostante questa premessa posso dire che l'80% dei miei scatti è rivolto verso le persone e il loro vivere quotidiano. Credo però che questo non sia dovuto ad una presa di posizione preconcetta sotto la cui spinta io mi dedico a questo. E' il mio carattere, la mia curiosità o forse meglio il mio interesse personale a far sì che i miei soggetti siano più spesso questi anzichè quelli. Il poter avere la possibilità attraverso la fotografia di esprimere il proprio disagio o la propria approvazione davanti ad un evento, è e deve essere non frutto di una scelta ma di una spinta inconscia a fermare quel particolare, attraverso quella inquadratura.

Voler chiudere i propri confini non è mai il massimo della vita. Se in certi generi si riuscirà meglio che in altri, non significa che davanti ad un bel tramonto si chiuderà la macchina nella borsa pensando: questo non è nelle mie corde. Se il tramonto ci ha tolto il fiato e ci ha fatto venir in mente ricordi e destato sensazioni, fare quello scatto può significare avere per sempre il ricordo di ciò che abbiamo visto e di ciò che questo ci ha destato.
tiri974
Ciao Carlo,
l'argomento che ci proponi è veramente interessante e mi stimola a riflettere. Ho trovato il topic solo oggi e voglio provare a dare il mio contributo.
Credo che la ricerca "stilistica" si necessaria se si vuole comunicare la proria visione attraverso una fotografia, qualunque sia il soggetto che abbiamo preso in considerazione.
Con questo voglio dire che i cliché potrebbero essere una scusante, se vogliamo, per dire che non ci appartengono e non vogliamo essere posizionati in un genere fotografico, moda, sport ecc...
Ma proprio per questo, restare liberi nelle nostre interpretazioni, per me, significa identificarsi in uno "stile" che dia alle immagini personalità. Sia che si fotografi uno sciatore in discesa libera che una modella in passerella o un fiore in un prato.
Trovare un mio modo di rappresentare un soggetto per me significa lasciarsi coinvolgere dalla situazione, dall' ambiente e dalle proprie emozioni. Forse faremo delle fotografie meno oggettive ma sicuramente più incisive e personali. Questo è quello che mi spinge a continuare a fotografare ed a mettermi in discussione come fotografo e come persona, come se nella fotografia si riflettesse il mio stile di vita o viceversa.

Ti ringrazio per questa bella opportunità di riflessione, ottimo topic!
Luca
.Eli.
Causa la mia incrollabile latitanza, anche io non avevo visto questo 3d e ringrazio Luca per averlo riportato su...è decisamente interessante.
Io amo la fotografia perchè per me è sinonimo di libertà: posso fotografare cosa voglio, come voglio, quando voglio. Mi piace farlo in solitudine e in silenzio e quando lo faccio "mi lascio andare", è come se parlassi a me stessa, faccio correre la fantasia, mi diverto, gioco, metto tutta l'energia che scorre dentro di me.
Mi è capitato di immortalare cerimonie, compleanni, feste, vacanze, ma è quasi una tortura e non sono mai soddisfatta del risultato, soprattutto perchè in quei casi tento di seguire una strada che non è mia (certo che mi piacerebbe saper fare i paesaggi come Kenna...ma, per farlo, dovrei essere lui laugh.gif )
La mia strada è quella che esce da dentro, quella che spesso non viene capita (tante volte mi sono sentita dire: questa foto è strana...) Beh, forse sono strana io, o meglio, forse "strano" è ciò che ho dentro e che nella vita di tutti i giorni viene mediato, limato e trasformato per accordarsi con gli obblighi del quotidiano. Se non potessi esprimermi liberamente con la fotografia, non prenderei più in mano una macchina fotografica.
Esistono, poi, gli scatti che io definisco "da allenamento", cioè quelle immagini che sono quasi esclusivamente un esercizio, di forma, di colori, di tecnica...perchè fotografare "il proprio intimo" è bello, ma faticoso e non sempre si ha l'energia per farlo...
Conlcudo la mia "tiritera" dicendo che nel tempo si cambia, credo quindi sia naturale cambiare anche stile. O no? rolleyes.gif
Eli
Rosala
Interessante discussione. D'impeto mi verrebbe da dire: lasciati andare e fa sì che il tuo stato d'animo si esplichi al meglio utilizzando gli strumenti che hai. Se passi molte ore davanti ad un televisore e non ti annoi, se vedi le fotografie e non ti dicono nulla allora lascia perdere anche la reflex, anzi fanne dono a chi sa meglio apprezzare il lavoro fotografico.
Dico questo perchè la fotografia bisogna amarla e credere che costituisca il miglior mezzo per potersi esprimere. Ma parlo di espressione libera da concetti quali razionalità, passione, sentimento o altro. Credo che questo rappresenti la vera dimensione, quella che poi nel tempo si articolerà in stile. L'errore più grosso è partire in modo pre-confezionato (come già qualcuno in questa discussione ha fatto rilevare). Vi immaginate un Van Gogh solo paesaggista?
La fotografia assomma in sè due elementi: la tecnica e l'espressione.
Se ti piace la macrofotografia devi comprendere dapprima la tecnica per fare in modo che tu poi possa esprimerti al meglio.
Ma questo non basta.
Credo che mai nessuno, in nessun testo di storia dell'arte si sia mai discusso quali pennelli usasse Van Gogh.
Voglio dire che la marca della reflex gioca un ruolo relativo se si vuole parlare di espressione artistica e non soffermarsi al tecnicismo. Non ricordo chi ma un noto fotografo dichiarò: la foto la fa il fotografo non la macchina fotografica (credo fosse Feininger). Certo la macchina ti aiuta e non poco, ma non è tutto (tanto è vero che ci soccorre photoshop!!!!).
Mi sono lasciato andare.
Ciao
Carlo79
Riprendo questa discussione perche' ieri sera rileggevo un po' tutti gli interventi dopo diverso tempo. In alcuni casi si e' travisato un po' il senso di quello che volevo intendere. Mi sembra logico che non bisogna precludersi nessuna strada, sono il primo a fotografare di tutto di piu' ma prediligo alcuni generi e questo sempre senza mai sopprimere gli altri.
La ricerca della dimensione, per esempio per rispondere a Claudio, anche Tu l'hai trovata quando dici di amare la fotografia che riprenda particolari momenti di vita delle persone per strada...Se Ti sei concentrato su quella piu' che su altre, beh, quella e' la Tua dimensione (secondo me) smile.gif

Per rispondere agli utlimi interventi, ed in particolare a quello di Rosala dico che proprio perche' devo essere sereno ed esprimere AL MEGLIO le mie sensazioni ed i miei sentimenti cerco la dimensione che possa farmeli esprimere nel miglior modo possibile. Ad esempio, Faccio qualche ritratto pure io, ma sento di non aver espresso niente se non quelle poche regole base che ho imparato qua e la e che fanno parte del mio magro bagaglio cultural/fotografico, tutto qui.
Mi sono accinto diverse volte a provare qualche nudo o qualche foto glamour ma non ci riesco, non riesco proprio a concentrarmi, non riesco a pensare di trasmettere qualcosa, penso ad altro (in questo caso a cose ben precise laugh.gif , diciamo che e' dimensione pure quella).
Quando faccio un paesaggio o una macro, o quando per strada cerco i volti della gente che possano trasmettermi qualcosa, oltre a quel pizzico di tecnica cerco dell'altro, cerco di far rientrare la mia dimensione, tutto quello che provo, nello scatto (anche se poi non sempre ci riesco).

Grazie per l'attenzione e grazie per aver apprezzato il thread.

Cordialmente smile.gif
d_gilmour
Nessuno nasce "già pronto per scattare"...
Alcuni sono portati altri come te devono trovare la via...
Ho 48 anni sono un professionista... il mio campo d'azione è lo Still Life e quando non fotografo per giornali la "mia" fotografia è a 360°...
Le ricerche vanno dal manifesto appeso e strappato al nudo...
Con il digitale poi vado di brutto...
Ho comprato una serie di macchine Nikon.... D80 D300 D700 tutte a fine luglio e inizio di settembre.
Quella che adoro e la D80... in un mese fatti circa 5200 scatti.
Ho studiato fotografia all'estero... New York per la precisione.
Il mio insegnante ci massacrò tutti... pesavamo di utilizzare le nostre Canon , Nikon ed invece per un dollaro ci siamo dovuti comprare una Diana, tipo Holga, tutta in plastica, ottica compresa, con un otturatore a molla di ignota velocita...
L'esercizio che ci assegno fu di fotografare una serie di oggetti... a me capitarono le sedie ad altri cesti porta "rumenta" ad altri scarpe indossate e via dicendo...
Dopo una attenta analisi ci siamo accorti che tutti i vari soggetti da fotgrafare erano di facile reperibilità...
... e cosi è cominciata la mia aventura... c'erano delle restrizioni... non potevo intervenire fisicamente... dunque non potevo toccare la/e sedie.
Ti ricordo che all'epoca non c'era nemmeno l'autofocus (1982)... e tutto doveva esser scattato in pellicola dunque pure sviluppare e provinare...
Perchè questo esercizio...
1° la ricerca... dovevi "guardare" per cercar le sedie
2° la "fotografia" ... non potendo toccare dovevo cercarmi l'angolo di ripresa dunque 360° intorno e 180° di inclinazione
3° la luce... il sole come fonte principare e riflessi e luci artificiali da gestire...
4° la composizione... oltre ai punti 1,2,3 alle volte il tutto mancava di qualcosa dunque attese alle volte anche lunghe senza la sicurezza che poi il tutto avrebbe funzionato...
5° la continuita... le sto facendo ancora adesso...
Non hai bisogno di cercare qualcosa che prima o poi ti si presenterà davanti... ma devi scattare sempre... prova anche tu con le sedie...
E' facile uscir a fotografare tutto quello che ti piace... ma alla fine avrai solo foto di soggetti belli ma di "fotografia" quasi nulla...
Un grande disse... "Quando vedi qualcosa che ti piace... non scattare...." a te capire il significato.
Se ci provi con serietà vedrai che non avrai problemi poi a scattar qualche pulzella nuda...


Ciao


Ps. non ti preoccupare... anche Irvin Penn aveva problemi del genere... lui trovo una soluzione
le fotografò brutte vecchie e grasse... ma le foto sono semplicemente straordinarie.



Ataxta_Xyroj
Ci vuole un progetto di ampio respiro, non è solo una questione di temi ma neanche solo di fotografia, .. deve pervadere e invadere e dobbiamo non dobbiamo dipendere solo da noi stessi ma anche dalla provvidenza.

Il proprio stile, deve essere solo una sfaccettatura della composizione, poi ci vuole qualcosa di più grande di una bella foto o di un tema ...

.. .. .. se poi qualcuno avesse delle idee ! quelle si .. .. ..

- Farei una ricerca sulla spontaneità !

Davide.
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