Su Fotocult di questo mese c’è un articolo su come fare macro fotografia con un endoscopio. Questo permette di fotografare non solo all’interno di cavità umane in maniera non demolitiva ma in ogni tipo di cavità. L’articolista ne ha collegato uno rigido ad una reflex ottenendo un obiettivo macro con una enorme profondità di campo ma poca luminosità. Probabilmente perché, usando solo una parte del sensore, la trasforma in una compatta, credo.
Altra particolarità c’è la pubblicità di un nuovo obiettivo su una D200 in grado di basculare su una reflex Flexy lens. Non avendo esperienza con le medio e grande formato non so se questo serva solo per ottenere una profondità di campo su piani diversi o se anche per raddrizzare le linee cadenti in architettura, né ho capito quale potrà essere la qualità dell’oggetto. Visto che i livelli qualitativi delle reflex digitali stanno raggiungendo quelli delle medio formato a pellicola, ora le ottiche basculanti colmerebbero le ultime differenze.
Certo che la fotografia si può fare con qualsiasi cosa registri una immagine. Una volta, quando ero studente, a lezione di radiologia hanno mostrato le lastre di due borsette dalle quali si poteva vedere molto della personalità delle proprietarie: una era una anziana, c’era una dentiera e altri dispositivi che ne denunciavano l’età, le patologie e le attitudini, l’altra conteneva oggetti completamente diversi di una giovane sportica; era solo una introduzione per spiegare quante cose si posso evincere dall’osservazione di una immagine (radiologica), ma era fotografia anche quella.