Grazie, saluti

Francesco T

Bello scatto Francesco,
proverei a croppare la porzione alta della foto fino all'ultimo gradino della scalinata...che ne dici?

Ciao!

Non l'ho fatto perchè è parte del messaggio che io leggo.
Se tu suggerisci di tagliarla, vuol dire che ciò che leggo io, non lo leggi tu.

Il che non vuol dire che uno dei due erri, tutt' altro!

Grazie, saluti
Francesco

Caro Francesco, vedo qui un'altra chicca...

Nelle tue foto le cose non sono soltanto quello che sembrano. e assumono valenze particolari. In questo caso, se non sbaglio, hai fatto un utilizzo splendido di... un'ombra.

E' lì, talmente evidente che forse per questo nessuno l'ha notata...

E' stata la prima cosa che mi è saltata agli occhi. Quell'uomo sulla sinistra, che si arrampica su per la scala con quell'assetto un po' rigido, un po' tronfio, un po' impettito, appoggiandosi a una ringhiera che, secondo la mia lettura, si rivela non un aiuto ma una trappola. E quell'ombra a destra, TROPPO simile ad un profilo grottesco, con i vetri dell'auto a diventare un occhio troppo perfetto per essere casuale, e con la bocca spalancata, che sembra star avventandosi proprio sul malcapitato (che si troverà la fuga bloccata proprio dalla ringhiera a cui si appoggia..) per divorarlo in un sol boccone, mentre è intento a fare questa "scalata"... verso cosa?

Certamente verso qualcosa che è nella parte alta della foto, quella che tu non vuoi tagliare perché "parte del messaggio". Ma cosa c'è, lì? L'unica cosa che vedo sono le auto... una delle quali, grigia, nuova, luccicante, è in piena luce e al centro del fronte della scalinata. Quindi forse è quello l'oggetto del desiderio... Uno status symbol?

Si tratta quindi di una scalata sociale? Lungo la quale lo "scalatore" sta per essere divorato e si troverà ad essere bloccato nella possibile fuga proprio da ciò al cui sostegno si affida?

Avrà mica qualche attinenza con l'altra tua foto, "Una grave perdita", eh?



Ciao
Davide

Che dire, "da qualche settimana" mi chiedevo, dove è Francesco T?

Poi è arrivata una piccola serie di "rime sparse", glitter & litter, la scalata, in attesa di clienti, una grave perdita...

...le quali condiscono umor nero, sorriso, ironia con una percezione della realtà italiana (ma non solo...) come se avesse ormai preso una direzione irrimediabile, assurda e priva di senso, ma nella quale continuiamo inevitabilmente il nostro giorno dopo giorno...

Probabilmente una grave perdita è vuoi nel titolo, vuoi nello scatto il lavoro più immediato. L'umor nero del titolo, la sua urgenza, trovano perfetto contraltare in un'immagine di per sè inconsistente (una semplice perdita), e tutto questo nasconde una metafora di un qualcosa di già molto italico, il far dramma quando non occorre e voltarsi dall'altra parte quando invece l'urgenza c'è davvero. Poi, d'altra parte la consistenza invece di un'immagine che magari utilizza una metafora fin troppo scoperta (il far acqua da tutte le parti), ma lo fa mostrando anche appunto l'italica arte di arrangiarsi rabberciando quattro tubi diversi. La barca affonda? e chissenefrega, una botta qui, una là...

Una visione anglosassone nel calore partenopeo, una metafera di vita alla cui composizione concorrono sia gli oggetti in sè, sia le prospettive esasperate sia il sottile gioco di luci ed ombre. una visione demiurgica della piccola porzione di vita che affrontiamo e che illiminiamo col nostr lanternino.

Un fine osservatore, Francesco!

saluti
Bruno

Grazie Margior (ce n'è anche una in "Segni").
Nei limiti del possibile, cerco di seguire e di inseguire.


Grazie anche a tutti gli altri: le Vs osservazioni sono spunti interessanti e stimolanti per quella ricerca di racconto metropolitano.

Saluti
Francesco T