PREMESSA: scusate la lungaggine.
Non ho un account di Instagram, ma a volte mi capita di "finirci su", per vedere foto postate da qualcuno che conosco.
Altre volte, a seguito di questo, mi capita di proseguire e divagare sulle gallery Instagram di qualcuno, che magari non conosco, ma il "tono" delle sue foto lascerebbe supporre che sia un fotografo "impegnato" *¹.
Quasi sempre queste gallerie contengono foto di ovvia origine analogica (pellicola, dia, ecc.).
A volte rappresentano la maggior parte delle foto nella galleria e sempre altrettanto spesso, poi, presentano numerosi ed evidenti difetti: I più comuni sono i classici "granellini" o "peletti" o graffi tipici della pellicola, ma qui elevati all'ennesima potenza. Oppure evidenti sotto- o sovra-esposizioni. Ancora, palesi errori nello sviluppo, se non addirittura errori di caricamento e trascinamento della pellicola e/o problemi meccanici del corpo macchina (otturatori starati o malfunzionanti che lasciano zone del frame completamente sovraesposte o sovrapposte al frame successivo), oppure delle più innocue messe a fuoco mancate.
Di questo, premetto, Instagram come servizio non è affatto colpevole... Instagram è solo "il veicolo" diciamo così, lo porto solo come esempio infatti.
A me sinceramente... queste cose danno molto fastidio.
Posso capire che qualche foto ti esca "tecnicamente" male ma che "fotograficamente" sia così interessante che "la si salva" o si prova a farlo.
Ma da qui a farla diventare metodo esclusivo dello "stile" del fotografo... ce ne corre.
Il mio ragionamento è questo: l'uomo da quando ha scoperto la fotografia, ha fatto letteralmente di tutto per renderla sempre più perfetta e simile alla realtà fotografata.
Ha sviluppato la pellicola a colori, le pellicole ad alta sensibilità, gli esposimetri elettronici e tutti gli altri automatismi elettronici come la messa a fuoco automatica, la riduzione delle vibrazioni, il riconoscimento automatico della scena, oltre ovviamente a studiare nuovi schemi ottici con sempre meno difettii e maggiore risolvenza... e ovviamente si è arrivati al digitale, che sta costantemente crescendo in risoluzione e gamma dinamica e diminuendo in rumore e tempi di lettura (bandwidth). *² *³
Insomma tutto è stato fatto per scavalcare o risolvere i "problemi tecnici" della fotografia e ancora tutto si sta facendo per migliorarla ancora.
Quindi, secondo il mio personale punto di vista, al giorno d'oggi ostinarsi a produrre fotografie "tecnicamente sbagliate" come forma di espressione artistica, o più banalmente per "spirito di contrapposizione alla normalità", ha più o meno lo stesso senso di un cuoco che, per fare "l'alternativo", proponga piatti di cacciagione che lui stesso ha cacciato a mani nude solo con un pugnale di selce, oppure un musicista che registri i suoi brani solo su un fonografo a cilindro.
Ma c'è un'aggravante: se per "spirito di contrapposi]zione" un fotografo decide di usare ancora la pellicola nell'era del digitale, è liberissimo di farlo... ma se poi produce solo foto che sono sovra o sotto esposte, mal sviluppate, graffiate, rovinate, eccetera... allora non è alternativo, è solo pigro (o incapace).
Perché la tecnologia per produrre foto a pellicola tecnicamente valide, esposte correttamente, a fuoco e sviluppate come si deve... c'è, eccome.
Provate a far vedere una di queste foto "da forografo alternativo" ad uno dei grandi fotografi analogici del passato, anche recente, e provate a dirgli che i difetti sono "la firma dell'artista"... vi risponderà: allora tutti quelli che negli anni '70, '80 e '90 hanno scattato quelle istantanee, magari con la macchinetta usa e getta, al mare, poi magari rovinate dal caldo, oppure maneggiate maldestramente e che hanno prodotto solo brutte foto ricordo... sono dei maestri della fotografia?
Però, a leggere i commenti di Instagram a queste "brutte foto"... sembra che in realtà sia un pregio non essere capaci di fotografarle (e sviluppare) come si deve.
La foto tecnicamente brutta, adesso è automaticamente diventata fotograficamente interessante?
La foto anonima, ma imbruttita artificiosamente (dopo lo scatto, in digitale, o durante lo scatto sbagliando volutamente la tecnica)... diventa interessante?
La me*da può diventare cioccolata se la spalmo sul pane e la chiamo "cioccolata d'autore"?
A quanto pare sì.
Sarò io, qui, lo stolto che non capisce?
*¹ Termine molto vago, di libera interpretazione ed ovviamente virgolettato.
*² E non intendo entrare in discussione su cosa sia meglio (o ancora meglio), se digitale o pellicola, perché non c'entra niente col discorso.
*³ Anche io, a tempo "perso", fotografo a pellicola, ma quando lo faccio cerco di fare il possibile in mio potere per ridurre al minimo gli errori e i difetti tecnici. E quando una foto mi esce male, è solo una foto riuscita male. Non lo considero un pregio il fatto che sia uscita male. Non lo valorizzo. Semmai cerco di mascherarlo.