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PAS
Tema non certo nuovo, ma che vorrei porre in una diversa chiave di lettura: la consequenzialità
In fotografia l’ipertrofia dei mezzi può essere causa progressiva di un’atrofia dei fini?

In altre parole:
Disporre di tecnologie sempre più sofisticate che consentono risultati impensabili fino ad un decennio fa può contribuire a trasformare un numero sempre maggiore di fotografi in “utenti del mezzo fotografico” con il fine principale di dimostrarne le prestazioni?
Perseguendo sempre meno una propria espressività originale ed innovativa e producendo sempre più una serie di “immagini clone” dove la tecnica fine a se stessa diventa la vera protagonista?

A voi la palla
smile.gif

Ciao
Valerio
dadux74
Ciao Valerio è proprio un bell'argomento.

Oggi chiunque ha in mano uno strumento che permette di fare fotografie.
Un utente con in mano una macchina fotografica sicuramente è in grado di scattare foto tecnicamente corrette in fatto di esposizione in molte situazioni.

Se inoltre qualcosa è "andato storto" e/o lo scatto non è proprio come ci si aspettava la PP aiuta veramente tanto a correggere le impostazioni ed anche in maniera semplice.

Personalmente credo però che l'intuizione, il momento, la visione personale nell'espressione di un concetto, uno scorcio di vita, un attimo particolare è sempre creata e decisa dalla mente che opera dietro il corpo macchina e quindi dal fotografo.
Se è vero che le moderne tecnologie e quindi le macchine aiutano non poco nella realizzazione tecnica, l'arte dentro lo scatto è ancora in mano all'uomo.

Un amante della fotografia difficilmente si atrofizza nello scattare foto "anonime" senza interpretarle nonostante la tecnologia. (Almeno spero!!!)

Buone foto
Daniele
Melys
Lo vediamo qui dentro.

"bella, peccato per il filo d'erba sfocato"

"mi piace, ma non hai rispettato la regola dei terzi"

"Quasi perfetta, anche se mi sembra troppo postprodotta"

"peccato per il mosso"

"mi sembra poco nitida"

e così via


In nessuna delle affermazioni qui sopra si fa riferimento al linguaggio della fotografia stessa, a cosa si vuole trasmettere e come si interpreta una scena, nelle critiche si fa spesso riferimento solo ai tecnicismi, perchè sono le uniche cose che siamo in grado (siamo, siete, sono) di giudicare "oggettivamente" solo perchè esistono delle regole conosciute. Salvo poi capire che di oggettivo, nella fotografia, non c'è nulla! Nell'arte, in qualasiasi forma, non esistono regole, ed il bello della fotografia è che il linguaggio te lo puoi inventare tu. Purtroppo per mancanza di cultura (nessuno si senta chiamato in causa, sono la prima a autodenunciarmi) è un linguaggio che capiranno in pochi. Meno pippe mentali, più cuore. Ecco cosa ci vuole.

Disse colei che ha preso una D4.
Antonio Canetti
QUOTE(Melys @ Mar 27 2013, 03:44 PM) *
In nessuna delle affermazioni qui sopra si fa riferimento al linguaggio della fotografia stessa, a cosa si vuole trasmettere e come si interpreta una scena,


probabilmente perché non trasmettono niente e allora ci si attacca alla stretta critica tecnica, quelle poche che trasmettono qualcosa non si hanno parole.

Antonio
Melys
Mah, si, va bene. Ma se non trasmettono niente da "tecnicamente imperfette", non trasmetteranno neanche niente da "tecnicamente perfette".
scaraluca
bell'argomento che personalmente vedo senza una verità assoluta e definitiva.
Oggi i mezzi tecnologici messi a disposizione degli appassionati stanno diventando piano piano il vero attrezzo e l'unico mezzo per giudicare uno scatto. Mi spiego meglio, oggi il web è pieno di miliardi di foto e non penso che sia esplosa all'improvviso la smania di fare fotografie; semplicemente tutti si sentono "fotografi" perchè ogni mezzo è buono per scattare (cellulare, IPAD, compattina e...ah si, dimenticavo che esistono anche le reflex). Gli strumenti di fotoritocco assumono poi il ruolo definitivo per far sì che una foto banale si trasformi in una bella foto. Il progresso va avanti ed è inutile giudicare se sia meglio una foto composta in 4 ore o una foto fatta al volo con l'i-phone penso che ognuno di noi possa trarre le proprie conclusioni.
Noto però che questa informatizzazione esasperata e alla portata di tutti stia facendo perdere piano piano la capacità di giudizio..ormai i commenti non vanno oltre all'apprezzamento inerenti il colore..si cerca di colpire l'occhio di chi guarda come un tram in corsa in mezzo alla fronte. Si esalta soltanto la foto hard rock e si tralascia di "guardare" una foto soul..non si è abituati a spiegare la propria foto e di conseguenza a volte si giudica brutto ciò che non si capisce. La prima cosa che si cerca in una foto altrui è l'errore..ma secondo me una foto va giudicata per la composizione e il giusto bilanciamento delle cose presenti nell'inquadratura. Ecco, forse è questo che si sta perdendo di vista nella fotografia come nella vita di tutti in giorni..troppe comodità fanno sì che ci si senta in grado di raggiungere un risultato in poco tempo.
Un saluto a tutti voi...Luca
simonegiuntoli
QUOTE(PAS @ Mar 27 2013, 02:27 PM) *
Tema non certo nuovo, ma che vorrei porre in una diversa chiave di lettura: la consequenzialità
In fotografia l’ipertrofia dei mezzi può essere causa progressiva di un’atrofia dei fini?

In altre parole:
Disporre di tecnologie sempre più sofisticate che consentono risultati impensabili fino ad un decennio fa può contribuire a trasformare un numero sempre maggiore di fotografi in “utenti del mezzo fotografico” con il fine principale di dimostrarne le prestazioni?
Perseguendo sempre meno una propria espressività originale ed innovativa e producendo sempre più una serie di “immagini clone” dove la tecnica fine a se stessa diventa la vera protagonista?

A voi la palla
smile.gif

Ciao
Valerio

Buona sera,
come giustamente dici questo tema non è nuovo, anzi è trito e ritrito, comunque sempre attuale.
Il discorso attorno alla fotografia contemporanea è assai complesso e si potrebbero scrivere molte pagine ma lo spazio è poco e per non rischiare la noia io lo riassumerei così.
In prima analisi bisogna distinguere le varie categorie di fotografi e facendolo in maniera brutale li possiamo distinguere in tre macro categorie.
Il professionista, ciò è colui che vive di fotografia. Questo ovviamente fa quello che chiede il mercato, matrimoni, pubblicità, cataloghi eccetera. C'è chi lo fa meglio e chi lo fa peggio, come qualsiasi altro mestiere.
Poi c'è il fotoamatore dllettante, sono milioni e fanno di tutto un po', senza seguire un percorso articolato e personale.
Poi ci sono gli autori, questi seguono un percorso personale, sperimentano, e crescono fino a diventare autoriali, è un percorso lungo che porta a risultati variabili.
In quest'ultima categoria ci sono quelli che fanno ricerca estetica, nella storia ce ne sono stati molti, altri fanno una ricerca tecnica, e anche qui ce ne sono molti, e altri fanno una ricerca espressiva, e forse sono la maggioranza. Ma tutti cercano la cosa essenziale: l'originalità, la riconoscibilità.
Per esempio è come se io, essendo toscano, andassi nelle splendide colline senesi e facessi i classici paesaggi... Bellissimi, ma ce ne sono a milioni, tutti uguali... Basta!!!
Lo stesso vale per le maschere del carnevale di Venezia o dei ritratti di uomini indiani con il turbante e con la barba colorata.... Basta!!! Come dici tu sono cloni di foto già fatte.
Non è che non vada bene anzi va benissimo, basta essere consapevoli che ce ne sono già anche troppe e ci hanno stufato. Va bene, se le tengo nel cassetto e sono mie va bene, però non posso pretendere che interessino a qualcuno.
Lo stesso vale per la tecnica, quando questa viene considerata come ricerca della giusta composizione o della qualità, o peggio ancora della stravaganza.
La tecnica è sperimentazione al fine di trovare anche qui una originalità finalizzata ad un messaggio preciso (Peter Wtkins, Man Ray ecc.).
L'apice si raggiunge quando si dice che la fotografia è arte, e quindi un fotografo di conseguenza un artista, è come se io comprassi una tela la dipingessi e sostenessi di essere un artista...
La fotografia non è erte e non esistono fotografi artisti. Caso mai esistono artisti che scelgono la fotografia come mezzo espressivo, ma artisti lo sarebbero lo stesso, anche se usassero un altro mezzo. L'artista è l'uomo non la tela o la macchina da scrivere.
La buona fotografia è quella che contiene un messaggio, come un buon libro, è da li che partono tutti. Prima si trova l'argomento, che può essere qualunque, poi si fotografa, ma almeno in uno di questi due elementi ci deve essere come minimo originalità, ci deve essere il fotografo.
Le possibilità sono due, o l'evidenza del soggetto, ciò è mi fai vedere qualcosa che non ho mai visto, o mi fai vedere un soggetto comune visto da te, la tua, ripeto tua fotografia (esempio il peperone di Weston). Tutto il resto è ciarpame, che va bene anche lui, perché no.
In ogni caso basta essere consapevoli e divertirsi.
Mi scuso per la lungaggine.
Simone
enrico
Valerio, tema importante quello che proponi. Ho iniziato un corso di fotografia al Liceo Classico ed uno al Liceo artistico della mia città. Una lezione iniziale prima delle vacanze pasquali. Fra le varie diapositive ho presentato ai ragazzi questa che accludo, relativa alle differenze fra disegno (e/o pittura) e fotografia. Matita e fotocamera sono entrambe strumenti. Ma mentre ce ne rendiamo pienamente conto trattando della matita (con la quale si può disegnare, fare rilievi, scrivere poesie ma anche la lista della spesa), ce ne dimentichiamo quando parliamo della fotocamera. Quando si legge una poesia, nessuno si sogna di chiedere con che penna è stata scritta. Quando si osserva una bella foto, ecco subito a chiedere con che macchina, con che obiettivo è stata fatta e spesso si chiedono i dati exif. Seccato dal leggere sempre queste cose che dimostrano come in fotografia si scambia spesso il mezzo con il fine, giorni fa ho postato su di un forum un disegno (il ritratto di mio figlio Riccardo), postando in maniera provocatoria i "dati exif": matite HB, 2B e 4B, foglio per acquerello.
Si pensa alla tecnica ed alla tecnologia che c'è dietro una foto e si pensa che non ci sia nulla se non l'estro individuale dietro una matita. Ed invece non è vero: dietro un buon disegno ci sono infinite conoscenze tecniche come l'anatomia, la prospettiva, la teoria delle ombre e dei riflessi, la conoscenza del comportamento dei mezzi così semplici come la grafite o il carboncino. Ma sono un bagaglio tecnico che non è fuori ma dentro l'autore che se l'è formato con studio serio ed applicazione costante. Lo stesso dovrebbe essere per la fotografia e ci si dovrebbe concentrare più sulla luce, la composizione, i significati, tutte cose che, a differenza delle macchine e degli obiettivi, non costano nulla.
PAS
Vi ringrazio per le vostre osservazioni, ma vorrei chiarire meglio quella che ho chiamato “consequenzialità”

Cosa intendo:
Una sorta di “metamorfosi” che può subire in forma più o meno consapevole ed in forma più o meno evidente un fotografo che, avendo approcciato inizialmente la fotografia come proprio linguaggio espressivo, si ritrova poi a perdere progressivamente la propria progettualità e creatività, abbagliato dalle nuove prestazioni del mezzo fotografico e dal rincorrere una continua evoluzione tecnologica ed una quasi parossistica offerta di nuovi prodotti.

Detta in modo brutale:
Nasco fotografo fertile ed a causa dell’evoluzione prestazionale del mezzo mi ritrovo sempre più tecnologo inaridito con poche idee da sviluppare.
Quindi rincorro una fotografia tecnicamente ineccepibile, ma che “racconta” sempre meno, scadendo spesso nel deja vu e nella ripetizione di se stessa.


PS
mentre postavo ha scritto anche Enrico che ringrazio
simonegiuntoli
QUOTE(PAS @ Mar 27 2013, 08:37 PM) *
Vi ringrazio per le vostre acute osservazioni, ma vorrei chiarire meglio quella che ho chiamato “consequenzialità”

Cosa intendo:
Una sorta di “metamorfosi” che può subire in forma più o meno consapevole ed in forma più o meno evidente un fotografo che, avendo approcciato inizialmente la fotografia come proprio linguaggio espressivo, si ritrova poi a perdere progressivamente la propria progettualità e creatività, abbagliato dalle nuove prestazioni del mezzo fotografico e dal rincorrere una continua evoluzione tecnologica ed una quasi parossistica offerta di nuovi prodotti.

Detta in modo brutale:
Nasco fotografo fertile ed a causa dell’evoluzione prestazionale del mezzo mi ritrovo sempre più tecnologo inaridito con poche idee da sviluppare.
Quindi rincorro una fotografia tecnicamente ineccepibile, ma che “racconta” sempre meno, scadendo spesso nel deja vu e nella ripetizione di se stessa.
PS
mentre postavo ha scritto anche Enrico che ringrazio

Si, certo, credo che questo sia possibile anche se non auspicabile.
Di solito Succede quando si fotografa per compiacere gli altri, quando si frequentano community o club dove prevale il discorso tecnico di basso profilo, se si pensa che contare pixel sia più gratificante che fotografare, ma a questo ci dobbiamo rassegnare, basta vedere che una sezione come questa e' quasi sempre deserta, peccato.
Comunque chi ha da dire qualcosa e lo vuole dire il modo lo trova, mentre chi non ha niente da dire scimmiotta gli altri.
Come diceva il grande Vincent Van Gog: I leoni non scimmiottano!
Simone
scaraluca
QUOTE(simonegiuntoli @ Mar 27 2013, 10:50 PM) *
Si, certo, credo che questo sia possibile anche se non auspicabile.
Di solito Succede quando si fotografa per compiacere gli altri, quando si frequentano community o club dove prevale il discorso tecnico di basso profilo, se si pensa che contare pixel sia più gratificante che fotografare, ma a questo ci dobbiamo rassegnare, basta vedere che una sezione come questa e' quasi sempre deserta, peccato.
Comunque chi ha da dire qualcosa e lo vuole dire il modo lo trova, mentre chi non ha niente da dire scimmiotta gli altri.
Come diceva il grande Vincent Van Gog: I leoni non scimmiottano!
Simone


la penso come te Simone..tendenzialmente guardo una foto che mi "piace" e noto subito ciò che mi piace. Ad esempio un paesaggio od un fiore possono avere colori sbiaditi o leggeri difetti di messa a fuoco..quello che osservo di primo acchito è la composizione e questo credo sia quello che distingue una bella foto da una foto banale..il colore si può aggiustare o al limite si può ritagliare meglio un fotogramma. Ma a volte si evita di spiegare le proprie motivazioni perchè spesso le reazioni non sono quelle che ci si aspetta..ma anche nei forum più professionali succede di trasformare un commento in un'arena calcistica perchè nessuno vuole sembrare meno capace dell'altro..
La differenza risiede nella voglia di ognuno di noi di esporsi sperimentando un nuovo modo di osservare..i paesaggi sono sempre paesaggi, i ritratti sono sempre ritratti, gli animali sono sempre animali etc etc e in qualsiasi caso il trend è quello di proporre cose trite e ritrite. La differenza sta nel trovare e poi provare nuove angolazioni, nel gestire i colori in modo chockante ma tutto deve essere una conseguenza logica di quello che si propone..la visione di uno scatto è sempre soggettiva e proprio per questo sarebbe bene spiegare agli altri cosa si vuole "dire"..tornando al Grande Van Gogh da te citato cosa avranno pensato gli esteti dell'epoca osservando i suoi quadri frutto di una visione daltonica? Ma lui ha osato lo stesso :-)
ziouga
QUOTE(enrico @ Mar 27 2013, 08:17 PM) *
Si pensa alla tecnica ed alla tecnologia che c'è dietro una foto e si pensa che non ci sia nulla se non l'estro individuale dietro una matita. Ed invece non è vero [...] sono un bagaglio tecnico che non è fuori ma dentro l'autore che se l'è formato con studio serio ed applicazione costante. Lo stesso dovrebbe essere per la fotografia

Enrico, grazie per queste preziose riflessioni e per la disarmante semplicità con cui le hai esposte.

Mi sento solo di aggiungere che non mi è mai capitato di invidiare qualcuno per gli aggeggi di cui si circonda, mentre ho invidiato e invidio tanto i talenti e le capacità espressive in chi li possiede e li coltiva sinceramente, nella musica come nel disegno, nella fotografia come nella cucina.

Se c'è il talento, si vede, a prescindere dai mezzi.

Carosone assunse Gegè non per la batteria che (non) possedeva, ma per come rullava con le posate sui tavoli dei locali... smile.gif


ciao
Alessandro
simonegiuntoli
QUOTE(scaraluca @ Mar 28 2013, 05:09 PM) *
la penso come te Simone..tendenzialmente guardo una foto che mi "piace" e noto subito ciò che mi piace. Ad esempio un paesaggio od un fiore possono avere colori sbiaditi o leggeri difetti di messa a fuoco..quello che osservo di primo acchito è la composizione e questo credo sia quello che distingue una bella foto da una foto banale..il colore si può aggiustare o al limite si può ritagliare meglio un fotogramma. Ma a volte si evita di spiegare le proprie motivazioni perchè spesso le reazioni non sono quelle che ci si aspetta..ma anche nei forum più professionali succede di trasformare un commento in un'arena calcistica perchè nessuno vuole sembrare meno capace dell'altro..
La differenza risiede nella voglia di ognuno di noi di esporsi sperimentando un nuovo modo di osservare..i paesaggi sono sempre paesaggi, i ritratti sono sempre ritratti, gli animali sono sempre animali etc etc e in qualsiasi caso il trend è quello di proporre cose trite e ritrite. La differenza sta nel trovare e poi provare nuove angolazioni, nel gestire i colori in modo chockante ma tutto deve essere una conseguenza logica di quello che si propone..la visione di uno scatto è sempre soggettiva e proprio per questo sarebbe bene spiegare agli altri cosa si vuole "dire"..tornando al Grande Van Gogh da te citato cosa avranno pensato gli esteti dell'epoca osservando i suoi quadri frutto di una visione daltonica? Ma lui ha osato lo stesso :-)


Secondo me quello che distingue una buona, non è l'estetica, ma il senso che racchiude, una foto non va solo guardata, va letta, va sentita, deve arrivare, ci devo stare davanti per mezz'ora senza capire perché.
La differenza la fa il fotografo, non ciò che fa ne come lo fa, ma perché lo fa, cosa mette di suo dentro l'immagine.
Per chiarire ciò che intendo metto il link di una delle più brave fotografe contemporanee a livello mondiale, è giapponese:
http://www.rinkokawauchi.com/main/index.html
date un occhiata anche al suo diario:
http://rinkokawauchi.tumblr.com
Sono banali le sue foto? Espone nelle più prestigiose gallerie del mondo e i musei fanno la fila per averla. E' poco conosciuta in Italia, purtroppo, ma leggete le recensioni che trovate in internet.
Nelle sue foto non c'è performance, ne da parte sua, ne da parte del soggetto (banale) ma i suoi lavori sono un mix di semplicità e irriverenza micidiale. Dentro non troverete ne soggetto ne tecnica, troverete lei e solo lei.
La stessa identica cosa che fu per Van Gogh, nessuna bravura, non sapeva dipingere e ne era cosciente, i soggetti sono banali, ma in quel gesto tanto potente quanto profondo metteva tutto se stesso, soffriva fisicamente.
Le uniche foto che mi interessano sono quelle in cui vedo il fotografo, lo devo riconoscere, i grandi autori si riconoscono tutti, o no. E nei fotografi meno famosi cerco in primis l'originalità, voglio vedere una foto che non ho mai visto, anche se il soggetto è banale.
Saluti
Simone
P.S. Bella discussione, "mi piace"
... Ho messo un "mi piace" anch'io. messicano.gif
scaraluca
QUOTE(simonegiuntoli @ Mar 28 2013, 06:25 PM) *
Secondo me quello che distingue una buona, non è l'estetica, ma il senso che racchiude, una foto non va solo guardata, va letta, va sentita, deve arrivare, ci devo stare davanti per mezz'ora senza capire perché.
La differenza la fa il fotografo, non ciò che fa ne come lo fa, ma perché lo fa, cosa mette di suo dentro l'immagine.
Per chiarire ciò che intendo metto il link di una delle più brave fotografe contemporanee a livello mondiale, è giapponese:
http://www.rinkokawauchi.com/main/index.html
date un occhiata anche al suo diario:
http://rinkokawauchi.tumblr.com
Sono banali le sue foto? Espone nelle più prestigiose gallerie del mondo e i musei fanno la fila per averla. E' poco conosciuta in Italia, purtroppo, ma leggete le recensioni che trovate in internet.
Nelle sue foto non c'è performance, ne da parte sua, ne da parte del soggetto (banale) ma i suoi lavori sono un mix di semplicità e irriverenza micidiale. Dentro non troverete ne soggetto ne tecnica, troverete lei e solo lei.
La stessa identica cosa che fu per Van Gogh, nessuna bravura, non sapeva dipingere e ne era cosciente, i soggetti sono banali, ma in quel gesto tanto potente quanto profondo metteva tutto se stesso, soffriva fisicamente.
Le uniche foto che mi interessano sono quelle in cui vedo il fotografo, lo devo riconoscere, i grandi autori si riconoscono tutti, o no. E nei fotografi meno famosi cerco in primis l'originalità, voglio vedere una foto che non ho mai visto, anche se il soggetto è banale.
Saluti
Simone
P.S. Bella discussione, "mi piace"
... Ho messo un "mi piace" anch'io. messicano.gif


Simone lungi da me e spero anche da te darti una risposta da leggere in senso polemico..stiamo dicendo tutti e 2 le medesime cose dando pesi differenti a ciò che distingue una foto normale da un capolavoro...la fotografia è indiscutibilmente una forma d'arte perchè racchiude in sè il concetto di studio della tecnica, di capacità di leggere un'immagine ancor prima di scattare e i risultati, come nella forma d'arte più comune che è la pittura, sono sempre esposti ad un giudizio soggettivo e non oggettivo. Un quadro di Picasso è frutto di tecnica compositiva e anche di espressione come giustamente sostieni anche tu..di primo acchito ogni essere umano giudica ciò che vede e i giudizi positivi, se sono in numero superiore rispetto a quelli negativi, determinano il successo. Questo metro di giudizio può essere giusto o sbagliato in base al grado di cultura di ognuno di noi: chi tende ad accontentarsi giudica fantastica la foto del mare delle Maldive mentre chi ci studia sopra da anni potrà ritenere bella la foto ma troverà anche 1000 modi per rendere la stessa ancora più bella.
Guarda che alla fine anche a io preferisco vedere una scopa fotografata bene piuttosto che l'intera collezione dei mocho vileda fatta su banco ottico con 8 luci esterne che creano l'atmosfera :-)..ma è un nostro modo, appunto oggettivo, che non significa che sia corretto.
Il problema di fondo è appunto quello proposto nella discussione: troppa tecnologia avvicina le persone al mondo della fotografia ma non significa che si sia tutti capaci di fare foto proprio perchè mancano le basi tecniche come in ogni forma d'arte..purtroppo il giudizio non viene sempre accettato nel modo giusto perchè siamo gelosi del nostro lavoro. Prova a mettere l'architetto Foster di fronte a Renzo Piano: sono 2 mostri sacri dell'architettura eppure avrebbero da ridire l'uno contro l'altro per l'altrui lavoro. Mettiamoci il cuore in pace e proseguiamo nell'aggiornarci e nel provare. Ovviamente il mio è un discorso generalizzato e non intendo assolutamente giudicare in negativo il lavoro altrui, casomai il contrario per quello che è il mio sapere..a me interessa migliorare il mio e fare in modo che sia apprezzato non dai "mi piace" ma dai commenti tecnici che mi "obbligano" a rifare certi scatti tralasciando o aggiungendo questo o quel particolare...cazzarola che nenia infinita questa discussione :-)))))
Ciao a tutte/i Luca
PS: Buona Pasqua
scaraluca
QUOTE(scaraluca @ Mar 29 2013, 10:06 AM) *
Simone lungi da me e spero anche da te darti una risposta da leggere in senso polemico..stiamo dicendo tutti e 2 le medesime cose dando pesi differenti a ciò che distingue una foto normale da un capolavoro...la fotografia è indiscutibilmente una forma d'arte perchè racchiude in sè il concetto di studio della tecnica, di capacità di leggere un'immagine ancor prima di scattare e i risultati, come nella forma d'arte più comune che è la pittura, sono sempre esposti ad un giudizio soggettivo e non oggettivo. Un quadro di Picasso è frutto di tecnica compositiva e anche di espressione come giustamente sostieni anche tu..di primo acchito ogni essere umano giudica ciò che vede e i giudizi positivi, se sono in numero superiore rispetto a quelli negativi, determinano il successo. Questo metro di giudizio può essere giusto o sbagliato in base al grado di cultura di ognuno di noi: chi tende ad accontentarsi giudica fantastica la foto del mare delle Maldive mentre chi ci studia sopra da anni potrà ritenere bella la foto ma troverà anche 1000 modi per rendere la stessa ancora più bella.
Guarda che alla fine anche a io preferisco vedere una scopa fotografata bene piuttosto che l'intera collezione dei mocho vileda fatta su banco ottico con 8 luci esterne che creano l'atmosfera :-)..ma è un nostro modo, appunto soggettivo, che non significa che sia corretto.
Il problema di fondo è appunto quello proposto nella discussione: troppa tecnologia avvicina le persone al mondo della fotografia ma non significa che si sia tutti capaci di fare foto proprio perchè mancano le basi tecniche come in ogni forma d'arte..purtroppo il giudizio non viene sempre accettato nel modo giusto perchè siamo gelosi del nostro lavoro. Prova a mettere l'architetto Foster di fronte a Renzo Piano: sono 2 mostri sacri dell'architettura eppure avrebbero da ridire l'uno contro l'altro per l'altrui lavoro. Mettiamoci il cuore in pace e proseguiamo nell'aggiornarci e nel provare. Ovviamente il mio è un discorso generalizzato e non intendo assolutamente giudicare in negativo il lavoro altrui, casomai il contrario per quello che è il mio sapere..a me interessa migliorare il mio e fare in modo che sia apprezzato non dai "mi piace" ma dai commenti tecnici che mi "obbligano" a rifare certi scatti tralasciando o aggiungendo questo o quel particolare...cazzarola che nenia infinita questa discussione :-)))))
Ciao a tutte/i Luca
PS: Buona Pasqua
PAS
Ciao Luca
Beh come ho scritto altre volte direi che, prima di scomodare l’arte, la fotografia è soprattutto linguaggio espressivo. E come tutti i linguaggi espressivi può solo in alcuni (rari) casi raggiungere livelli artistici.
La parte più massiva della proposta fotografica odierna la definirei artigianato, stessa derivazione etimologica ma con diversa valenza.

Quella che ho chiamato ipertrofia del mezzo tende comunque a rendere obsoleta anche questa definizione:
Il fotografo artigiano utilizza il mezzo per dare forma tramite l’immagine ad un proprio progetto espressivo, mentre sempre più spesso oggi si utilizza il mezzo fotografico per dimostrarne le prestazioni.
Banalmente sarebbe come se Enrico, nel realizzare il ritratto del figlio che ha postato più sopra, avesse avuto come scopo principale quello di evidenziare l’accuratezza di tratteggio di un nuovo modello di matita.

In questa dinamica evolutiva (o involutiva) penso abbiano un ruolo fondamentale due fattori:
- una progressiva evoluzione del mezzo fotografico come prodotto consumer.
- l’opportunità di condivisione delle foto nel web in generale e nei social in particolare

Il primo determina una spirale prestazioni/aspettative che i produttori alimentano per ovvii vantaggi di profitto. Spirale che spesso travalica le caratteristiche tecniche utili del mezzo e soprattutto le esigenze reali del fotografo.
Tipico: cambio la fotocamera per avere più megapixel. Ok ma per le foto che fai a cosa ti servono? Boh!

Il secondo, oltre ad alimentare in qualche modo il primo, crea dinamiche emulative del tipo: ho visto che quella foto ha avuto molto gradimento e quindi voglio farne anch’io una simile. Riponendo così nel cassetto una propria originale creatività.

Un bene o un male?
Mah, come tutti i processi complessi è quasi impossibile dare giudizi lapidari.
In una visione positiva si potrebbe affermare che comunque sono dinamiche che diffondono l’opportunità di fotografare e quindi di stimolare anche alcuni talenti che altrimenti non si sarebbero manifestati.

Ciao
Valerio
pes084k1
QUOTE(PAS @ Mar 27 2013, 02:27 PM) *
Tema non certo nuovo, ma che vorrei porre in una diversa chiave di lettura: la consequenzialità
In fotografia l’ipertrofia dei mezzi può essere causa progressiva di un’atrofia dei fini?

In altre parole:
Disporre di tecnologie sempre più sofisticate che consentono risultati impensabili fino ad un decennio fa può contribuire a trasformare un numero sempre maggiore di fotografi in “utenti del mezzo fotografico” con il fine principale di dimostrarne le prestazioni?
Perseguendo sempre meno una propria espressività originale ed innovativa e producendo sempre più una serie di “immagini clone” dove la tecnica fine a se stessa diventa la vera protagonista?

A voi la palla
smile.gif

Ciao
Valerio


La foto è una tecnica, non un'arte. esistono immagini ben fatte e composte (quindi belle) e tecnicamente imperfette (quindi brutte). Il resto è documentazione. Se mi prendi un'uccello mai visto con un 800 mm X 2 a 6400 ISO hai un'immagine originale, un documento unico, non una bella foto. E purtroppo il limite di qualità si sente, visto che in digitale è ancora molto correlato al prezzo, ai Mp, ecc. Non era così con il film. Un tempo potevi prendere una Yashica FX3 con un'ottica Zeiss, una Minox, una Rollei XF35, una Vito e mandavi tutti i nikonisti e canonisti normali nel ridicolo, se avevi buone basi tecniche. Oggi non è più possibile, la precisione e la risoluzione dei corpi e delle ottiche richiede grandi esborsi e non ho mai visto una buona foto da materiale di seconda linea (quello citato era sempre di prima...).

A presto telefono.gif

Elio
bergamas
QUOTE(Melys @ Mar 27 2013, 04:18 PM) *
Mah, si, va bene. Ma se non trasmettono niente da "tecnicamente imperfette", non trasmetteranno neanche niente da "tecnicamente perfette".

Pero' almeno non avranno dei difetti evidenti.
enrico
QUOTE(pes084k1 @ Mar 29 2013, 03:27 PM) *
La foto è una tecnica, non un'arte. esistono immagini ben fatte e composte (quindi belle) e tecnicamente imperfette (quindi brutte). Il resto è documentazione. Se mi prendi un'uccello mai visto con un 800 mm X 2 a 6400 ISO hai un'immagine originale, un documento unico, non una bella foto. E purtroppo il limite di qualità si sente, visto che in digitale è ancora molto correlato al prezzo, ai Mp, ecc. Non era così con il film. Un tempo potevi prendere una Yashica FX3 con un'ottica Zeiss, una Minox, una Rollei XF35, una Vito e mandavi tutti i nikonisti e canonisti normali nel ridicolo, se avevi buone basi tecniche. Oggi non è più possibile, la precisione e la risoluzione dei corpi e delle ottiche richiede grandi esborsi e non ho mai visto una buona foto da materiale di seconda linea (quello citato era sempre di prima...).

A presto telefono.gif

Elio


Eppure, se hai talento, puoi ottenere una immagine di tutto rispetto e capace di creare emozioni anche con un foro stenopeico. Dipende che tipo di immagine si vuole ottenere. Non sempre la nitidezza estrema è il fine ultimo di uno scatto.
Melys
QUOTE(bergamas @ Mar 29 2013, 04:14 PM) *
Pero' almeno non avranno dei difetti evidenti.


Si ma capisci che il problema oggi è il "sovraffollamento" di immagini.
In era preinternet, se si era neofiti, si scattava, si imparava, ma quelle immagini non venivano MAI pubblicate. Oggi uno documenta anche quante volte va in bagno. Cosa succede quando siamo bombardati? Alziamo le barriere, diventiamo impermeabili, e smettiamo di guarda le foto col cuore, perchè... il cuore è sprecato per foto senza senso. Quindi le guardi con gli occhi, ma solo con quelli. Certo, puoi vedere quanto è nitida, ben composta, bella ferma. Ma solo quello.

E se tu mi rispondi che foto che non hanno difetti evidenti, ma sono "vuote" dentro vanno bene per essere messe in circolazione, no, non mi trovi d'accordo, perchè aggiungi solo un altro tassello alla sovrapopolazione di pixel online.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Questa secondo il tuo ragionamento sarebbe inguardabile.
enrico
Io credo che se si guarda alla fotografia come ad uno strumento meccanico, una fotocopiatrice della realtà (l'impronta, lo specchio dotato di memoria come veniva definita alle origini), allora è logica conseguenza mirare alla massima risoluzione, alla migliore nitidezza e, quindi, alle macchine ed agli obiettivi più costosi e più sofisticati. Viceversa, se si considera la fotografia come un mezzo espressivo, lo strumento passa in seconda linea e prendono il sopravvento i significati, le idee e le emozioni.
In ogni caso, la domanda di partenza di Valerio è più sottile: può la costante evoluzione tecnica dei mezzi, assieme al bombardamento delle case costruttrici che ovviamente mirano a vendere, far dimenticare il fine ultimo degli strumenti e condurre il fotografo ad un feticismo dell'attrezzatura? E questo può nuocere alla priorità del significato sul significante?
scaraluca
a me pare che il mondo odierno della fotografia vada di pari passo con l'evoluzione della tecnologia e del mondo internet..da una parte c'è l'assillo di rincorrere il miliardo di pixel e dall'altra la voglia di far conoscere i propri lavori tramite i forum o i siti come questo. Per quello che mi riguarda a me piace il secondo tipo di rincorsa (quella degli utenti) perchè comunque affiora la voglia di fermare il tempo in ognuno di noi. Una volta le proprie foto si facevano vedere agli amici al ritorno dalle vacanze mentre oggi si postano decine di foto al mese agli sconosciuti..ci sono foto belle, brutte, ripetitive, capolavori (pochi!) etc etc ma il risultato positivo che oggi tutti sembrano aver trovato un nuovo hobby. Sinceramente, ho spesso sentito paragonare la fotografia al golf..un hobby e uno sport da pantofolai..ma guardando i risultati i casi sono 2: o l'era internet ha risvegliato la voglia di comunicare oppure siamo diventati un popolo di pantofolai (prepondo per la prima ipotesi). Il lato sul quale bisogna lavorare è quello dell'informazione, cioè studiare la tecnica e capire, a furia di fotografare, quale settore piace di più. Penso che il problema sia solo lì..la mancanza di cultura fotografica appiattisce il linguaggio visivo e quello scritto.
Francesco Martini
QUOTE(PAS @ Mar 27 2013, 02:27 PM) *
In fotografia l’ipertrofia dei mezzi può essere causa progressiva di un’atrofia dei fini?

In altre parole:
Disporre di tecnologie sempre più sofisticate che consentono risultati impensabili fino ad un decennio fa può contribuire a trasformare un numero sempre maggiore di fotografi in “utenti del mezzo fotografico” con il fine principale di dimostrarne le prestazioni?


Ciao
Valerio

Be'..a parte che potevi scegliere un tiotolo meno "asburgico" ma piu' comprensibile al "Vulgus".... messicano.gif
...ecco come ti rispondo...in maniera piu semplice...
vignetta..dove si puo' vedere il "fotografo" (uno) e gli "utenti" (molti) del mezzo fotografico.... rolleyes.gif

IPB Immagine

Buona Pasqua!!!
Francesco Martini
Francesco Martini
QUOTE(PAS @ Mar 27 2013, 02:27 PM) *
trasformare un numero sempre maggiore di fotografi in “utenti del mezzo fotografico” con il fine principale di dimostrarne le prestazioni?

Questo mi ricorda anche alcuni "utenti" audiofili che comprano
fantastici impianti HI-FI..e finiscono poi per ascoltare l'impianto
..invece di ascoltare la musica..... ph34r.gif
come chi compra una D4 e ottiche di pregio solo per dimostrare poi
che il bordo destro della foto e' ugualmente nitido come bordo sinistro ph34r.gif
Francesco Martini
Bobtele
Ammetto di non capire molto il senso di questa discussione. Si parla di tecnologia, di eccesso di tecnologia come causa dell'impoverimento del processo creativo. Sono e rimarranno due mondi che nulla hanno a che spartire. Per come la vedo io oggi al contrario c'è troppa creatività e, come nella legge della domanda e dell'offerta, non c'è una corrispondente domanda di creatività. Si è raggiunta la saturazione della domanda a causa della tecnologia che facilita l'offerta. Inutile fare il processo alle intenzioni, una foto fatta con uno smartphone oggi può avere un contenuto artistico elevatissimo anche se l'autore è un bambino. Vogliamo metterci a discutere sul fatto se l'autore avesse o non avesse voluto trasmettere quello che la foto trasmette? La recezione ormai è avvenuta, il 'danno' è fatto. Il novecento è segnato dal destino dell'abbondanza, l'espressionismo figurativo ben dimostra il disagio del creativo che non riesce, non sa più cosa fare, così come la demolizione tonale avvenuta in musica con la dodecafonia esprime lo stesso disagio.
Queste cose si curano da sole con il tempo, non c'è altro modo.
Bobtele
QUOTE(simonegiuntoli @ Mar 28 2013, 07:25 PM) *
Per chiarire ciò che intendo metto il link di una delle più brave fotografe contemporanee a livello mondiale, è giapponese:
http://www.rinkokawauchi.com/main/index.html
date un occhiata anche al suo diario:
http://rinkokawauchi.tumblr.com
Sono banali le sue foto? Espone nelle più prestigiose gallerie del mondo e i musei fanno la fila per averla. E' poco conosciuta in Italia, purtroppo, ma leggete le recensioni che trovate in internet.
Nelle sue foto non c'è performance, ne da parte sua, ne da parte del soggetto (banale) ma i suoi lavori sono un mix di semplicità e irriverenza micidiale. Dentro non troverete ne soggetto ne tecnica, troverete lei e solo lei.


La non creatività diviene creatività. Il disagio dell'artista che non sa più che pesci pigliare trova sponda nel disagio del fruitore frastornato da tanta offerta di creatività. Questa è la cura, solo che ci vorrà tempo per tornare a cose più normali.

QUOTE(Bobtele @ Mar 31 2013, 09:37 AM) *
Ammetto di non capire molto il senso di questa discussione. Si parla di tecnologia, di eccesso di tecnologia come causa dell'impoverimento del processo creativo. Sono e rimarranno due mondi che nulla hanno a che spartire. Per come la vedo io oggi al contrario c'è troppa creatività e, come nella legge della domanda e dell'offerta, non c'è una corrispondente domanda di creatività. Si è raggiunta la saturazione della domanda a causa della tecnologia che facilita l'offerta. Inutile fare il processo alle intenzioni, una foto fatta con uno smartphone oggi può avere un contenuto artistico elevatissimo anche se l'autore è un bambino. Vogliamo metterci a discutere sul fatto se l'autore avesse o non avesse voluto trasmettere quello che la foto trasmette? La recezione ormai è avvenuta, il 'danno' è fatto. Il novecento è segnato dal destino dell'abbondanza, l'espressionismo figurativo ben dimostra il disagio del creativo che non riesce, non sa più cosa fare, così come la demolizione tonale avvenuta in musica con la dodecafonia esprime lo stesso disagio.
Queste cose si curano da sole con il tempo, non c'è altro modo.
Francesco Martini
QUOTE(Bobtele @ Mar 31 2013, 09:37 AM) *
così come la demolizione tonale avvenuta in musica con la dodecafonia esprime lo stesso disagio.
Queste cose si curano da sole con il tempo, non c'è altro modo.

Quella che tu chiami demolizione tonale della musica io invece chiamo "involuzione" come una involuzione c'e' stata nella fotografia con il digitale. Una volta per ascoltare la musica dovevi avere un buon impianto HI-FI, ma soprattutto la dovevi comperare: ci volevano tanti soldini per farsi una buona collezione di LP che non erano prorpio economici. Mi ricordo che io, appena riscuorevo lo stipendio, mi comperavo subito l'agognato LP...ed era un piacere immenso...
Adesso la musica digitale si ascolta con minuscoli lettori, con telefonini e con minuscole cuffi e la musica si scarica da internet Gratis: una musica inmateriale, immediata, fruibile senza sacrifici economici, che ti ha tolto anche il gusto di aprire il grosso LP, godersi la artistica copertina, prendere il disco con le mani e metterlo delicatamente nel piatto. La contropartita e' pero' che adesso ti puoi portare in tasca tutta la tua musica e ascoltarla dovunque.
Pero' la tecnologia ha trasformato quello che una volta era ad appannaggio di pochi, in un fenomeno gratis e di massa.
Lo stesso e' accaduto per la fotografia, dove una volta avera la reflex era un privilegio di pochi, e la fotografia aveva un "costo", quello di sviluppo e stampa che non era prorpio economico e alla portata di tutti. Con il digitale siamo diventati tutti fotografi anche per colpa delle fotocamere inserite nei telefonini....che praticamente ci permettono di fare foto a costo Zero con apparecchi minuscoli e leggeri in confronto alle ingombranti reflex. Percio' io non parlerei di atrofia dei fini..
ma di "atrofia" dei mezzi..che diventano sempre piu' piccoli con la tecnologia.
Buona Pasqua
Franceco Martini
PAS
QUOTE(Francesco Martini @ Mar 30 2013, 10:24 PM) *
Be'..a parte che potevi scegliere un tiotolo meno "asburgico" ma piu' comprensibile al "Vulgus".... messicano.gif
Buona Pasqua!!!


Beh dinastia asburgica a parte, intanto ho raggiunto un risultato: farti venire in Photo Culture strappandoti ai cazzeggi del bar. tongue.gif
Scherzo dai!

Buona Pasqua anche a te!!

PS
Verso metà aprile passerò qualche giorno nei pressi di Castel del Piano a fare quattro scatti con amici. Magari ci si sente.
Bobtele
QUOTE(Francesco Martini @ Mar 31 2013, 10:50 AM) *
Quella che tu chiami demolizione tonale della musica io invece chiamo "involuzione" come una involuzione c'e' stata nella fotografia con il digitale.


Attenzione con i giudizi, se vuoi essere ricordato nella storia... evita, ti si ritorceranno contro wink.gif tongue.gif
simonegiuntoli
QUOTE(PAS @ Mar 31 2013, 10:52 AM) *
Beh dinastia asburgica a parte, intanto ho raggiunto un risultato: farti venire in Photo Culture strappandoti ai cazzeggi del bar. tongue.gif
Scherzo dai!

Buona Pasqua anche a te!!

Pollice.gif
Tornando al tema principale, penso che quello che dici sia vero.
Credo anche che che sia normale che molti siano attratti dalle prestazioni delle moderne attrezzature, ma è stato così anche in passato e non c'è niente di male.
Se uno si diverte e trova soddisfazione in questo perché non farlo. Basta essere consapevoli di quello che si fa.
Sarebbe auspicabile che questo sfociasse in una ricerca tecnica vera, in sperimentazione di attrezzature, materiali e tecniche di sviluppo (digitale e non) e di stampa.
In questo caso si aprirebbero nuove strade che porterebbero sicuramente da qualche parte, invece spesso ci si accontenta di quello che la tecnologia offre "già pronto".
C'è un altro aspetto limitante, ed è quello di pensare che con una reflex al top e con un ottica al top, si sia al top.
Questo non è vero, se ci si vuole confrontare al top con le attrezzature, bisogna inevitabilmente considerare anche i formati più grandi.
Una D800 con 85 1.4 e stampa a getto d'inchiostro non potrà mai competere sul piano della qualità con una macchina a piani mobili di grande formato e stampa a contatto. E di questo dobbiamo esserne consapevoli, ma ripeto, in tutto questo non c'è niente di male ed è assolutamente inevitabile, è un fatto culturale.
Quando leggo che la migliore ottica per fare architettura è il 14-24 o il 16-35 mi viene da sorridere, per le architetture e per i paesaggi ci vogliono lenti decentrabili o meglio ancora i piani mobili, poi se ci si accontenta va bene tutto.
Forse quello che manca davvero è la consapevolezza.
Buona Pasqua a tutti.
Francesco Martini
QUOTE(Bobtele @ Mar 31 2013, 11:21 AM) *
Attenzione con i giudizi, se vuoi essere ricordato nella storia... evita, ti si ritorceranno contro wink.gif tongue.gif

... messicano.gif ....
Io mi riferivo non all'involuzione dei mezzi, che sono sempre piu' tecnologici, ma all'involuzione del "prodotto"..: l'MP3 ha ridotto la musica ad un "immateriale" file di piccole dimensioni tagliando parecchie frequenze, quindi depauperando la musica di una buona parte di gamma tonale e dinamica. Il digitale ha reso la fotografia, che una volta toccavi con mano,( sia la stampa che la diapositiva), immateriale anche essa, riducendola ad un file che puoi vedere a monitor e quindi non puoi toccare. Ma soprattutto, avendo tagliato i costi, ha tolto agli utenti quella soddisfazione e quel desiderio di comperare un bel disco, dopo aver risparmiatio i soldi per l'acquisto, o di portare il rullino a stampare per poi vedere finalmente come ti erano venute le foto...e che soddisfazione quando vedevi che erano venute bene, al contrario di adesso che le vedi subito a monitor, e se non ti piacciono..basta un semplice "delete"....
Francesco Martini
PAS
QUOTE(simonegiuntoli @ Mar 31 2013, 11:23 AM) *
Tornando al tema principale, penso che quello che dici sia vero.
Credo anche che che sia normale che molti siano attratti dalle prestazioni delle moderne attrezzature, ma è stato così anche in passato e non c'è niente di male.
Se uno si diverte e trova soddisfazione in questo perché non farlo. Basta essere consapevoli di quello che si fa.
Sarebbe auspicabile che questo sfociasse in una ricerca tecnica vera, in sperimentazione di attrezzature, materiali e tecniche di sviluppo (digitale e non) e di stampa.
In questo caso si aprirebbero nuove strade che porterebbero sicuramente da qualche parte, invece spesso ci si accontenta di quello che la tecnologia offre "già pronto".
C'è un altro aspetto limitante, ed è quello di pensare che con una reflex al top e con un ottica al top, si sia al top.


Sì Simone riflessione condivisibile.
D’altronde ritengo che un fotografo che indebolisce progressivamente la sua vena creativa, “migrando” verso un culto quasi feticistico della tecnologia, avesse già in origine una scarsa propensione ad esprimersi compiutamente con la fotografia.
Nulla di male ovviamente, diciamo che in questi casi l'evoluzione tecnologica e soprattutto il rincorrersi quasi parossistico di proposte di nuovi prodotti avrà avuto la funzione di catalizzatore per far emergere la sua vera vocazione.

Bobtele
C'è poi da considerare un altro aspetto riguardo la creatività, o meglio la presenza o assenza della stessa, e cioè che questa possa esistere in forma non rivelata, ma esistere. Un esempio, anche se in musica, sono le suite per violoncello di Bach rimaste pressochè ignorate per due secoli, nell'indifferenza generale. Poi la storia di questo strumento cambiò.

Bobtele
QUOTE(PAS @ Mar 27 2013, 09:37 PM) *
Cosa intendo:
Una sorta di “metamorfosi” che può subire in forma più o meno consapevole ed in forma più o meno evidente un fotografo che, avendo approcciato inizialmente la fotografia come proprio linguaggio espressivo, si ritrova poi a perdere progressivamente la propria progettualità e creatività, abbagliato dalle nuove prestazioni del mezzo fotografico e dal rincorrere una continua evoluzione tecnologica ed una quasi parossistica offerta di nuovi prodotti.


Mi rifaccio all'esempio musicale del messaggio precedente: Bach era creativo quando compose le suite per violoncello, ma soprattutto, ne era consapevole? Magari le aveva cestinate lui stesso.
simonegiuntoli
QUOTE(PAS @ Mar 31 2013, 08:43 PM) *
Sì Simone riflessione condivisibile.
D’altronde ritengo che un fotografo che indebolisce progressivamente la sua vena creativa, “migrando” verso un culto quasi feticistico della tecnologia, avesse già in origine una scarsa propensione ad esprimersi compiutamente con la fotografia.
Nulla di male ovviamente, diciamo che in questi casi l'evoluzione tecnologica e soprattutto il rincorrersi quasi parossistico di proposte di nuovi prodotti avrà avuto la funzione di catalizzatore per far emergere la sua vera vocazione.

Pollice.gif 100%
Pensa che c'è chi compra una macchina fotografica solo perché ha un aspetto retro'.
Più feticismo di questo.
Bobtele
QUOTE(Bobtele @ Mar 31 2013, 10:37 PM) *
Mi rifaccio all'esempio musicale del messaggio precedente: Bach era creativo quando compose le suite per violoncello, ma soprattutto, ne era consapevole? Magari le aveva cestinate lui stesso.


Concludo questo excursus nel mondo della musica con la seguente considerazione. Bach, oggi considerato un genio creativo, in vita era un tecnico, non un 'artista' nel senso attuale del termine. Veniva infatti chiamato a collaudare gli organi e le sue composizioni erano apprezzate quasi esclusivamente in ambienti universitari, tecnici. Seguiva molto da vicino l'evoluzione 'tecnica' della musica, infatti una sua opera ("Il clavicembalo ben temperato", cioè ben accordato, in un momento storico in cui l'accordatura degli strumenti stava cambiando per avvicinarsi a quella che conosciamo oggi con la nascita del pianoforte) è considerata uno dei due pilastri teoretici della musica occidentale. Potrebbe essere un buon esempio, per chi ha paura dell'evoluzione tecnologica?
PAS
QUOTE(Bobtele @ Apr 1 2013, 01:18 PM) *
Potrebbe essere un buon esempio, per chi ha paura dell'evoluzione tecnologica?


Sì, diciamo che scoprire una propria vena espressiva attraverso la sperimentazione tecnica del mezzo è anch’esso un percorso possibile, anzi frequente.
Più probabile quando la conoscenza del mezzo (fotografico) è approfondita e non si limita ad aspetti estetici o alla glorificazione di caratteristiche fina a se stessa.
Si tratta in questo caso di una conoscenza matura del fine al quale è destinato il mezzo e non al mezzo fine a se stesso (scusate il gioco di parole).
Alla base, in forma più o meno consapevole, c’è sempre una forte predisposizione a sviluppare un linguaggio per comunicare. E’ da questa che sono sempre nati i grandi fotografi (ed i grandi musicisti)
Mentre il feticista non è quasi mai un comunicatore. essendo gratificato dal semplice possesso. E dalla gratificazione non nasce mai una fertile creatività.
dnovanta

il discorso implica la definizione in "arte" della fotografia.
discorso sul forum gia' affrontato in passato, e che credo sia molto soggettivo.
Per me ci sono diversi generi di fotografia, e se accantoniamo la pura "cronaca", in cui si deve (dovrebbe) spogliarsi delle interpretazioni personali, tutto il resto e' arte!
Tutto il resto nel senso che una fotografia puo' essere arte, cosi come lo puo' essere un dipinto (ovviamente distinguendo da una "crosta" qualsiasi)
Sono convinta che i social network abbiano creato una moda del fotografare appiattendo moltissimo il panorama,
molte persone si sono avvicinate alla fotografia in modo immediato sull'onda dei nuovi strumenti tecnologici, ma e' anche vero che poi e' fisiologica la selezione. Qualcuno fotografa le risate degli amici semplicemente per metterle su facebook, qualcun altro approfondisce, e progredisce!
ma il discorso del collezionismo tecnologico si puo' estendere a tutto cio' che e' acquistabile:
basta osservare una strada trafficata, e viene da chiedersi in quanti di quelli che ci passano davanti abitino in zone senza asfalto ed attraversate da mandrie di bufali.....tutti hanno bisogno del fuoristrada?

Io sono convinta che il progredire del mezzo tecnologico sia uno stimolo a fare di piu' e meglio, fornendo a chi prova a cimentarsi in modo personale e con un po' di ricerca, un maggior numero di strumenti al servizio della propria creativita'.
Le fotografie, per quanto mi riguarda, hanno la loro importanza nella efficacia del linguaggio che usano.
La tecnica serve per arrivare ad esprimere al meglio l'immagine come la vediamo noi che fotografiamo, in modo che cio' che ci mettiamo dentro sia diretto verso l'osservatore.
Se un "difetto" tecnico e' ininfluente, allora non e' un difetto.
Se e' influente e travisa il messaggio, allora la foto non va!
Se la tecnica esalta l'emozione, beh..... e' una festa!!!!! smile.gif

Bi

Bobtele
QUOTE(PAS @ Apr 2 2013, 06:05 PM) *
Alla base, in forma più o meno consapevole, c’è sempre una forte predisposizione a sviluppare un linguaggio per comunicare. E’ da questa che sono sempre nati i grandi fotografi (ed i grandi musicisti)
Mentre il feticista non è quasi mai un comunicatore. essendo gratificato dal semplice possesso. E dalla gratificazione non nasce mai una fertile creatività.

Sono assolutamente d'accordo. Oltretutto l'ispirazione va e viene a suo piacimento, ed è soggetta a leggi molto complesse impossibili da governare, tantomeno capire.
Bobtele
Autofocus, zoom luminosi, stabilizzatori e motori ultraveloci, sono questi i veri mostri da combattere? Forse l'aspetto che dovrebbe atterrire maggiormente il fotografo è la postproduzione, oggi indispensabile per sopperire alle limitazioni del digitale, eppure arma micidiale la cui portata non è ancora forse stata capita fino in fondo. Causa principale di impeti e depressioni creative, ma anche responsabile di una nuova forma di feticismo.
enrico
QUOTE(dnovanta @ Apr 2 2013, 05:52 PM) *
il discorso implica la definizione in "arte" della fotografia.
discorso sul forum gia' affrontato in passato, e che credo sia molto soggettivo.
Per me ci sono diversi generi di fotografia, e se accantoniamo la pura "cronaca", in cui si deve (dovrebbe) spogliarsi delle interpretazioni personali, tutto il resto e' arte!
Bi


Non condivido questa affermazione. Perché tutto il resto è arte mentre la cronaca è un qualcosa di inferiore? La cronaca è racconto di un fatto, di un evento di una situazione. Un qualcosa di complesso che scorre rapidamente e viene raccontato attraverso istanti significativi colti con intelligenza può essere una espressione di alto livello. Che poi tutto il resto sia arte... questo mi sembra quanto meno azzardato.
Bobtele
QUOTE(enrico @ Apr 3 2013, 03:26 PM) *
Non condivido questa affermazione. Perché tutto il resto è arte mentre la cronaca è un qualcosa di inferiore? La cronaca è racconto di un fatto, di un evento di una situazione. Un qualcosa di complesso che scorre rapidamente e viene raccontato attraverso istanti significativi colti con intelligenza può essere una espressione di alto livello. Che poi tutto il resto sia arte... questo mi sembra quanto meno azzardato.

Credo si riferisse semplicemente al fatto che la cronaca (quella 'pura') non dovrebbe essere interpretata dal fotografo, cui è invece eticamente consentito interpretare la realtà quando non è chiamato a riportarla 'fedelmente' (e questo è il tema di un'altra discussione aperta, il rapporto tra fotografia e realtà). Che poi l'interpretazione sfoci necessariamente nell'arte, beh è tutto da vedere smile.gif
enrico
QUOTE(Bobtele @ Apr 3 2013, 02:48 PM) *
Credo si riferisse semplicemente al fatto che la cronaca (quella 'pura') non dovrebbe essere interpretata dal fotografo, cui è invece eticamente consentito interpretare la realtà quando non è chiamato a riportarla 'fedelmente' (e questo è il tema di un'altra discussione aperta, il rapporto tra fotografia e realtà). Che poi l'interpretazione sfoci necessariamente nell'arte, beh è tutto da vedere smile.gif

E come fa a non interpretrarla? Ogni uomo ha la sua personalità e sensibilità ed ogni suo atto se ne imbeve. la scelta del punto di vista, dell'istante dello scatto e di ciò che inserisce nell'inquadratura è in ogni caso frutto di scelte. O crediamo che la fotografia possa essere davvero una impronta, una fotocopia del reale? So per certo che nessuno qui lo crede dry.gif
PAS
QUOTE(enrico @ Apr 3 2013, 04:19 PM) *
E come fa a non interpretrarla? Ogni uomo ha la sua personalità e sensibilità ed ogni suo atto se ne imbeve. la scelta del punto di vista, dell'istante dello scatto e di ciò che inserisce nell'inquadratura è in ogni caso frutto di scelte. O crediamo che la fotografia possa essere davvero una impronta, una fotocopia del reale? So per certo che nessuno qui lo crede dry.gif



Un fisico lo ricondurrebbe al principio di indeterminazione di Heisenberg.
Ogni istante di vita, ogni frammento di mondo fotografato non è mai reale, perché nel momento stesso dello scatto il fotografo lo ha perturbato.
Tramite la sua interpretazione.

enrico
QUOTE(PAS @ Apr 3 2013, 04:12 PM) *
Un fisico lo ricondurrebbe al principio di indeterminazione di Heisenberg.
Ogni istante di vita, ogni frammento di mondo fotografato non è mai reale, perché nel momento stesso dello scatto il fotografo lo ha perturbato.
Tramite la sua interpretazione.


Pollice.gif
dnovanta

si...intendevo dire che la fotografia di pura cronaca presuppone che il fotografo non dia una sua interpretazione personale, ma si sforzi di riportare solo la realta'!
con questo non intendo dire che sia inferiore ad altri generi, ma solo diversa proprio nel senso della interpretazione.
cosi' come non tutto cio' che e' artistico e' positivo, o bello.

Sono comunque convinta che nel momento in cui un fotografo scatta una foto, anche per il semplice fatto di inquadrare attraverso un mirino, e isolando una porzione di "spazio" dal resto del contesto, dia una sua interpretazione, anche parlando di fotografie in cui l'interpretazione non e' voluta.

Bi

simonegiuntoli
QUOTE(dnovanta @ Apr 3 2013, 07:29 PM) *
si...intendevo dire che la fotografia di pura cronaca presuppone che il fotografo non dia una sua interpretazione personale, ma si sforzi di riportare solo la realta'!
con questo non intendo dire che sia inferiore ad altri generi, ma solo diversa proprio nel senso della interpretazione.
cosi' come non tutto cio' che e' artistico e' positivo, o bello.

Sono comunque convinta che nel momento in cui un fotografo scatta una foto, anche per il semplice fatto di inquadrare attraverso un mirino, e isolando una porzione di "spazio" dal resto del contesto, dia una sua interpretazione, anche parlando di fotografie in cui l'interpretazione non e' voluta.

Bi

Pollice.gif
Verissimo, anche se qualcuno che ci prova c'è, (a non interpretare) e in qualche modo ci riesce. Donna Ferrato per esempio, a mio avviso ci riesce abbastanza bene.
Bobtele
Non solo l'interpretazione, ma la presenza stessa del fotografo ai margini della scena amplia la distanza tra fotografia e realtà. In questo senso un teleobiettivo è meno 'intrusivo', ma non sempre.
simonegiuntoli
QUOTE(Bobtele @ Apr 9 2013, 11:13 AM) *
Non solo l'interpretazione, ma la presenza stessa del fotografo ai margini della scena amplia la distanza tra fotografia e realtà. In questo senso un teleobiettivo è meno 'intrusivo', ma non sempre.

Se ti riferisci al reportage classico, il fotografo ha la necessità, non di essere nella "scena", ma di esserne parte, come se non ci fosse, deve essere accettato, non può essere lontano, deve essere lì.
I reportagisti tradizionali usano ottiche normali o grandangolari, mai tele, tranne rari casi.
Donna Ferrato, è nalle casa della donna maltrattata, è nella stazione di polizia a mezzo metro dal delinquente, è nell'ospedale accanto al letto della donna ferita, nonostante tutto è come se non ci fosse, è invisibile.
Prima di essere accettata ha parlato con le persone, le conosce bene le ha convinte ad essere riprese in situazioni drammatiche. Lo stesso quando un fotografo riprende i narro trafficanti, ci parla, gli entra in casa, vive con loro, li convince ad essere fotografati. Questo è il suo mestiere. Se fotografasse da lontano con un tele, rimarrebbe vivo 5 minuti... Se gli va bene.
http://mywifesfightwithbreastcancer.com/
Possiamo pensare che il fotografo abbia potuto fotografare questa situazione senza essere in intimità con queste persone?
Queste persone hanno voluto, chiesto, magari implorato, che il fotografo fotografasse e facesse conoscere al mondo quel dramma, altrimenti non sarebbe stato possibile. No?
Bobtele
QUOTE(simonegiuntoli @ Apr 9 2013, 10:47 PM) *
Se ti riferisci al reportage classico, il fotografo ha la necessità, non di essere nella "scena", ma di esserne parte, come se non ci fosse, deve essere accettato, non può essere lontano, deve essere lì.
I reportagisti tradizionali usano ottiche normali o grandangolari, mai tele, tranne rari casi.
Donna Ferrato, è nalle casa della donna maltrattata, è nella stazione di polizia a mezzo metro dal delinquente, è nell'ospedale accanto al letto della donna ferita, nonostante tutto è come se non ci fosse, è invisibile.
Prima di essere accettata ha parlato con le persone, le conosce bene le ha convinte ad essere riprese in situazioni drammatiche. Lo stesso quando un fotografo riprende i narro trafficanti, ci parla, gli entra in casa, vive con loro, li convince ad essere fotografati. Questo è il suo mestiere. Se fotografasse da lontano con un tele, rimarrebbe vivo 5 minuti... Se gli va bene.
http://mywifesfightwithbreastcancer.com/
Possiamo pensare che il fotografo abbia potuto fotografare questa situazione senza essere in intimità con queste persone?
Queste persone hanno voluto, chiesto, magari implorato, che il fotografo fotografasse e facesse conoscere al mondo quel dramma, altrimenti non sarebbe stato possibile. No?

E' inutile. Parlare di queste cose con un fotografo è come parlare di boschi con un falegname. Il reportage, quello vero, quello dei fotografi famosi, quello che ti apre come una scatola di tonno (ormai si può dire smile.gif) è una delle cose più false che esistano in natura (ma poi esistono cose false in natura?). E il fotografo è a sua volta vittima di una forza che non riesce a controllare e di cui, dopo, non si rende quasi mai conto, tranne nei casi più disperati.

Ho già avuto modo di 'discutere' il caso che proponi, dove il fotografo era il marito della donna malata. Preferirei soprassedere.
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