Aiuto - Cerca - Utenti - Calendario - Salta a fondo pagina - Versione completa  
NikonClub.it Community > NIKON SCHOOL > PHOTO CULTURE > TEMI
dnovanta
non passo mai dal bar...

oggi sono capitata su questo video
e volevo condividerlo! smile.gif



approfitto anche per augurare a tutti buon anno e buon Natale
e' stato un anno duretto.
ma credo che la passione che abbiamo in comune su questo forum sia un bel privilegio..
e aiuta a vedere tutto un po' pi' rosa! smile.gif

tanti auguri!!!

Bianca




Giorgio Baruffi
beh, per me è da Temi ed è giusto li che la metto! wink.gif

Volendo si potrebbe proprio sviluppare una bellissima discussione, grazie Bianca, vediamo se ce la facciamo?
alkmenes
Roland Barthes cercava sempre un "punctum", un centro di gravità, un punto di stabilità della foto. Dove cade lo sguardo e dove si forma il pensiero.

A mio parere, questo scatto, suscita una rabbia sorda e muta. Sorda perché inascoltata, da troppo tempo, sulla condizione femminile di madre, di sposa, di sorella, di Donna in genere, nella società araba. E muta perché nello stesso tempo si assume per "giusto" il tacere, da parte delle donne che dovrebbero essere le prime a stimolare un cambiamento.

Già, parliamo bene, noi italiani, che abbiamo ancora tanto da fare, in questo senso...

Però, il silenzioso, muto e sordo dolore di una Madre che ha investito nel Figlio il suo futuro, non solo per lui, ma per lei stessa... e la sua impotenza amorevole e incondizionata, ne fanno una martire in vita. Ancor più del figlio ferito/morente tra le sue braccia.

Sarò cinico, forse, ma lui muore, ed è la sua liberazione, il mistero ultimo attraverso il quale passa la sua libertà, per cui ha lottato mettendo a rischio sé stesso. Lei, in quella morte, muore due volte, come Madre prima... come Donna poi. Poiché la Libertà ha fallito.
dnovanta


Condivido in pieno la riflessione di Alkmenes.
Questa donna “muore due volte”
Ma credo che al di la’ della condizione femminile nelle diverse culture, per qualunque madre, e aggiungo, anche per qualunque padre, la morte di un figlio sia la morte per se stessi, sicuramente peggiore della propria stessa morte.

La riflessione che viene a me, pero’, e’ piu’ sul ruolo che la fotografia riveste nella nostra cultura.
Per noi in particolare, che la pratichiamo, nel mio caso da assoluti dilettanti, cosa ne resta?
Questo video mi ha colpito forse piu’ per le parole che per l’immagine stessa!
Mi fa pensare che esprime perfettamente tutte le parole non dette
Quanto sia infinitamente piu’ facile comunicare con le fotografie piuttosto che con le parole.

Koch dice: di abbiamo un bisogno estremo delle buone fotografie. Le buone fotografie sono quelle che fanno riflettere, che pongono domande, e rendono l’osservatore una persona migliore, avvicinandolo a storie di persone lontane e mai conosciute. Cosi’ solo apparentemente lontane, ma in realta’, proprio attraverso le sensazioni che queste “buone fotografie” esprimono, molto piu’ vicine.

Io amo La Fotografia. Incondizionatamente.
Per me e’ un modo naturale di “essere” e piu’ volte ho espresso il fatto di essere piu’ “dentro” alla (mia) realta’ se la osservo attraverso il mirino della reflex..ma e’ una sensazione del tutto personale.
Qui invece c'e' molto di piu'!
c'e' una funzione sociale, che accresce di molto il valore di una fotografia.
Non e' piu' "solo" immagine..e' molto di piu'!!

grazie Giorgio!
ottima idea spostare qui!

e grazie anche a Alkemes per la sua riflessione! smile.gif

Bianca



Alex20
Questo è il tipo di bar che mi piace frequentare.... per ascoltare, non per dire...

Alex
Ilar
Molto bello, Bianca. Grazie, un bel regalo di Natale wink.gif

Quanto al problema dell'eccesso di immagini è difficile trovare una soluzione. Qualcosa di simile accade anche in letteratura. I mezzi tecnici e di diffusione sono aumentati a dismisura ma lo spirito critico e l'autocritica no. Ce ne sarebbero di considerazioni da fare perché per me questo riporta al senso dello stare insieme, del condividere col prossimo i propri contenuti. Sembra prevalere l'aspetto egotico, buttare fuori ad ogni costo. Alla fine equivale ad uno straparlare, e per me non è importante che i discorsi siano sempre belli perché si finisce col dimenticare che anche il silenzio è importante. Un eccesso di stimoli, per quanto possano essere anche notevoli, non giova. C'è un eccesso di 'pienezza', ancor di più una voglia eccessiva di condividerla, questa presunta pienezza che spesso sa più d'incontinenza.

Poi, certo, secondo me la 'fotografia che conta' finisce sempre col venire a galla, per fortuna. Tuttavia c'è il rischio che ci scappi perché distratti dalla pletora di voci. Forse la fotografia è lo specchio di ciò che siamo diventati...

Ciao
Ilaria
Salta a inizio pagina | Per vedere la versione completa del forum Clicca qui.