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photolover
Ciao a tutti!
Vi volevo segnalare quest iniziativa che, a mio parere, merita di essere citata.
Il magazine Reporter senza Frontiere, che da sempre sostiene la libertà di stampa e supporta in qualsiasi modo i fotoreporter nelle zone più critiche del mondo, ha messo in vendita degli album di foto di famosi fotografi: il ricavato delle vendite servirà ad aiutare i giornalisti in difficoltà.
Nell'ultima edizione sono stati proposti 100 scatti di Steve McCurry, Vladimir Bazan e Justyna Nielnikiewicz. Un piccolo gesto che può fare davvero la differenza e che può dare una mano a diffondere nel mondo le immagini atroci dei mali della società attuale.
mauriziomaestri
Vediamola come un' iniziativa di ridistribuzione della ricchezza. I più famosi vendono per sostenere i colleghi in difficoltà e consentire loro di continuare ad esercitare la professione di fotografi.
Mi chiedo però come mai questi fotografi in difficoltà non riescano a piazzare le loro. Me lo chiedo e molto probabilmente la risposta è contenuta nei meccanismi che regolano il mondo dell'editoria che rifugge o rigetta certi argomenti o certe zone del mondo di scarso interesse strategico che no portano all'acquisto delle foto da pubblicare di chi in queste zone ci vive o ci lavora o semplicemente cerca di viversi fotografando.
Direi che è una buona iniziativa che però deve gettare luce anche su certe "logiche" (in realtà illogiche) prese di posizione degli editori che sicuramente avranno le loro buone ragioni nella proiezione di ciò che chiedono i lettori delle riviste che non coincidono con quelle del fotografo.
photolover
QUOTE(mauriziomaestri @ Sep 26 2012, 10:34 PM) *
Vediamola come un' iniziativa di ridistribuzione della ricchezza. I più famosi vendono per sostenere i colleghi in difficoltà e consentire loro di continuare ad esercitare la professione di fotografi.
Mi chiedo però come mai questi fotografi in difficoltà non riescano a piazzare le loro. Me lo chiedo e molto probabilmente la risposta è contenuta nei meccanismi che regolano il mondo dell'editoria che rifugge o rigetta certi argomenti o certe zone del mondo di scarso interesse strategico che no portano all'acquisto delle foto da pubblicare di chi in queste zone ci vive o ci lavora o semplicemente cerca di viversi fotografando.
Direi che è una buona iniziativa che però deve gettare luce anche su certe "logiche" (in realtà illogiche) prese di posizione degli editori che sicuramente avranno le loro buone ragioni nella proiezione di ciò che chiedono i lettori delle riviste che non coincidono con quelle del fotografo.


Mah, non saprei! La tua teoria non fa una piega, però a volte mi viene da chiedermi se, per caso, siamo noi italiani a vederci la malizia su tutto e a vedere anche le iniziative di beneficenza come un momento dove speculare (e visto quello che si sente tutti i giorni al telegiornale è una reazione più che giustificata)... forse voglio solo vedere le cose dal punto di vista più positivo (e probabilmente ingenuo) possibile. unsure.gif
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