Cari amici,
c’è qualcuno che conosce qualche buon testo di Storia della fotografia?
Io ne ho due ben fatti, ma sono degli anni ottanta. Ho cercato in libreria qualcosa di attuale e di un certo spessore qualitativo e mi sono imbattuto in un testo di una nota casa editrice scritto da una “storica e critica d’arte”, insegnante di Storia della Fotografia in istituzioni di un certo prestigio e destinato a studenti universitari. Ho ritenuto che facesse al caso mio e l’ho acquistato.
Ne sono rimasto profondamente deluso per il modo contorto col quale è scritto, per il cattivo uso della lingua italiana: vi riporto qualche brano:
“Nel 1831 Daguerre scoprì la sensibilità della luce allo ioduro d’argento…”.
Non è la luce ad essere sensibile allo ioduro, semmai è vero il contrario. Potrebbe sembrare un refuso tipografico e come tale inizialmente l’ho preso. Ma dopo poche righe, leggo di nuovo:
“Fox Talbot si accorse che nelle zone dove la concentrazione di sale era eccessiva la sensibilità della luce era praticamente nulla…”.
Dopo poche righe leggo ancora, a proposito del processo negativo-positivo di Talbot: “ La luce che filtrava attraverso le zone bianche del negativo creava un’immagine scura sul secondo foglio, mentre le zone oscure bloccavano la luce rimanendo bianche…”; il soggetto è “le zone scure”, quindi sono le zone scure che restano bianche?!?!. Ho capito cosa intendeva dire, ma scrive così un’insegnante universitaria?
E ancora, dopo un rigo: “Nel giugno 1840 una seconda e più importante comunicazione riguardante la messa a punto di una nuova sostanza altamente sensibile permise di registrare un’immagine latente su carta”; in questa frase il soggetto è “comunicazione”, quindi è questa comunicazione e non la sostanza a permettere la registrazione dell’immagine!?! A parte il fatto che sarebbe a mio avviso indicare il nome della sostanza.
Ho continuato a leggere pensando che, pur se la forma lasciava a desiderare, a me in fondo interessava il contenuto. Ma mi sono arreso quando parla del tiosolfato di sodio e dice che la scoperta è di Da guerre, quando ho sempre letto che le proprietà solubilizzanti di tale sostanza nei confronti dei sali d’argento è stata scoperta dallo scienziato inglese Sir John Herschel che lo consigliò a Talbot ( Herschel è considerato il primo chimico fotografico). Da guerre utilizzava come agente fissatore una soluzione calda di cloruro di sodio (il comune sale da cucina). Solo successivamente adottò anche lui l’iposolfito.
A questo punto ho capito che ciò che vi avrei letto non era più affidabile ed ho chiuso in via definitiva il libro.
Vi chiedo se conoscete qualche titolo serio, visto che i testi che ho letto sono, come già detto, degli anni ottanta e da allora sono passate due decadi…
Grazie
Enrico