Aiuto - Cerca - Utenti - Calendario - Salta a fondo pagina - Versione completa  
NikonClub.it Community > NIKON SCHOOL > PHOTO CULTURE > TEMI
Moua
"Mi fanno proprio ridere le fisime di certuni a proposito della tecnica fotografica e che si traducono in un gusto smodato per la nitidezza dell'immagine. Cos'è, una passione da pignoli per le minuzie o sperano che il reale si arrenda al loro trmpe-d'oleil?"

Citazione di un grande fotografo di cui non dirò il nome, ma vorrei sapere cosa ne pensate.

A voi la parola
gcp
QUOTE(Moua @ Jul 11 2011, 11:57 PM) *
"Mi fanno proprio ridere le fisime di certuni a proposito della tecnica fotografica e che si traducono in un gusto smodato per la nitidezza dell'immagine. Cos'è, una passione da pignoli per le minuzie o sperano che il reale si arrenda al loro trmpe-d'oleil?"

Citazione di un grande fotografo di cui non dirò il nome, ma vorrei sapere cosa ne pensate.

A voi la parola

Ciao Moua.
Attenzione... ho posto la domanda in quanto sto facendo macrofotografia spinta.
Intendo nella fattispecie fotografie oltre il rapporto 1:1 fino a 20x sul sensore DX.
Sto facendo un archivio di immagini con lo scopo di una futura pubblicazione che potrebbe
avere come titolo: "Forme e colori negli insetti", quindi la nitidezza nelle mie immagini è basilare.
Desidero anche che le foto abbiano un'estetica piacevole e invoglino i giovani a curiosare nelle
forme che la natura ci regala e che spesso ignoriamo.
Detto ciò, convengo con te che la fotografia non è sempre nitidezza: anzi a volte può essere
controproducente.Quoto.
Grazie della citazione
gcp


QUOTE(Moua @ Jul 11 2011, 11:57 PM) *
"Mi fanno proprio ridere le fisime di certuni a proposito della tecnica fotografica e che si traducono in un gusto smodato per la nitidezza dell'immagine. Cos'è, una passione da pignoli per le minuzie o sperano che il reale si arrenda al loro trmpe-d'oleil?"

Citazione di un grande fotografo di cui non dirò il nome, ma vorrei sapere cosa ne pensate.

A voi la parola

Ciao Moua.
Attenzione... ho posto la domanda in quanto sto facendo macrofotografia spinta.
Intendo nella fattispecie fotografie oltre il rapporto 1:1 fino a 20x sul sensore DX.
Sto facendo un archivio di immagini con lo scopo di una futura pubblicazione che potrebbe
avere come titolo: "Forme e colori negli insetti", quindi la nitidezza nelle mie immagini è basilare.
Desidero anche che le foto abbiano un'estetica piacevole e invoglino i giovani a curiosare nelle
forme che la natura ci regala e che spesso ignoriamo.
Detto ciò, convengo con te che la fotografia non è sempre nitidezza: anzi a volte può essere
controproducente.Quoto.
Grazie della citazione
gcp

QUOTE(gcp @ Jul 13 2011, 04:07 PM) *
Ciao Moua.
Attenzione... ho posto la domanda in quanto sto facendo macrofotografia spinta.
Intendo nella fattispecie fotografie oltre il rapporto 1:1 fino a 20x sul sensore DX.
Sto facendo un archivio di immagini con lo scopo di una futura pubblicazione che potrebbe
avere come titolo: "Forme e colori negli insetti", quindi la nitidezza nelle mie immagini è basilare.
Desidero anche che le foto abbiano un'estetica piacevole e invoglino i giovani a curiosare nelle
forme che la natura ci regala e che spesso ignoriamo.
Detto ciò, convengo con te che la fotografia non è sempre nitidezza: anzi a volte può essere
controproducente.Quoto.
Grazie della citazione
gcp
Ciao Moua.
Attenzione... ho posto la domanda in quanto sto facendo macrofotografia spinta.
Intendo nella fattispecie fotografie oltre il rapporto 1:1 fino a 20x sul sensore DX.
Sto facendo un archivio di immagini con lo scopo di una futura pubblicazione che potrebbe
avere come titolo: "Forme e colori negli insetti", quindi la nitidezza nelle mie immagini è basilare.
Desidero anche che le foto abbiano un'estetica piacevole e invoglino i giovani a curiosare nelle
forme che la natura ci regala e che spesso ignoriamo.
Detto ciò, convengo con te che la fotografia non è sempre nitidezza: anzi a volte può essere
controproducente.Quoto.
Grazie della citazione
gcp

Scusate il doppio messaggio.
Grazie.
gcp
Moua
Questo post è antecedente al tuo dell'altra sezione, quindi il mio riferimento non era riferito a quel post.

Mi fa piacere che quoti.

Ciao
Attilio
nuvolarossa
Bisogna aggiungere che quando il "grande fotografo" rolleyes.gif ha scritto queste parole la nitidezza era ben lontana dai parametri odierni.
Comunque Lui non era centro contrario alla "tecnica" in fotografia, anzi, la padroneggiava con grande stile. Quindi il significato della citazione è da interpretare nel senso che nonostante senza la tecnica non si vada da nessuna parte, non bisogna farsi masturbazioni mentali sulla tecnica stessa.

grazie.gif per la citazione... E mi tengo stretti i miei 6mpx! laugh.gif
Moua
QUOTE(nuvolarossa @ Jul 14 2011, 12:47 PM) *
Bisogna aggiungere che quando il "grande fotografo" rolleyes.gif ha scritto queste parole la nitidezza era ben lontana dai parametri odierni.
Comunque Lui non era centro contrario alla "tecnica" in fotografia, anzi, la padroneggiava con grande stile. Quindi il significato della citazione è da interpretare nel senso che nonostante senza la tecnica non si vada da nessuna parte, non bisogna farsi masturbazioni mentali sulla tecnica stessa.

grazie.gif per la citazione... E mi tengo stretti i miei 6mpx! laugh.gif


Mah, non sono molto d'accordo con te perchè anche all'epoca le ottiche leica (ma non solo) erano di tutto rispetto e paragonabili agli obiettivi di oggi. Che la tecnica ci voglia questo è indiscusso, ciò che sembra assurdo secondo lui è, per esempio, anteporre la qualità fotografica, in questo caso la nitidezza, all'essenza stessa dello scatto.

Ciao
Attilio

nuvolarossa
Certo che le ottiche leica erano di tutto rispetto, anche senza vr, nanotecnologie e diavolerie varie...
Però bisogna contare anche la qualità delle pellicole, degli sviluppi, degli ingranditori e delle ottiche da stampa.

Ed è vero che è ASSURDO anteporre la nitidezza all'essenza dello scatto. Una foto ultranitida può non aver alcun significato.
Le fotografie che sono nel nostro immaginario, quelle che tutti hanno visto almeno una volta, quelle che urlano, non sono necessariamente degli esempi di nitidezza.
Alcuni esempi

IPB Immagine

IPB Immagine

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

E per finire, mettiamo anche una foto del diretto interessato...

IPB Immagine
Moua
Vabbè non vale, mi metti delle foto storiche.... smile.gif

Comunque facendo degli esempi, ti spiego il perchè ho messo in evidenza quella frase di HCB, ormai possiamo dirlo...

Avevo intenzione di cambiare uno zoom in mio possesso con un altro. Sono andato in cerca per mare e per monti delle caratteristiche tecniche di questo nuovo zoom che volevo comprare di varie case produttrici, sia Nikon che universali. E puntualmente ho trovato prove comparative su vari aspetti tra i quali, logicamente, la nitidezza. Valutazioni del tipo "la nitidezza di questo è migliore di quest'altro" su ingrandimenti al 100%, da poter allineare in postproduzione....mi sono ritrovato pienamente in quel "gusto smodato" di cui alla citazione e alla fine mi sono reso conto che tutto sommato, per il tipo di foto che faccio io (è necessaria questa precisazione), quel pelo di nitidezza in più, non avrebbe migliorato la mia foto neanche qualitativamente, oltre che emozionalmente.

Quando ho letto la frase, successivamente, non ho potuto fare altro che ricnoscermi in quei "certuni" di cui parla Bresson, ma la cosa più ridicola, è che non ho potuto fare altro che ammettere l'ovvietà e la veridicità delle sue affermazioni.

Il tutto...secondo me.

Ciao
Attiilio
nuvolarossa
Sono completamente d'accordo.
Purtroppo oggi si ha l'abitudine di valutare la qualità di un'ottica attraverso i test mtf.
Nella realtà, nessuno si diverte a fotografare mire ottiche, quindi i test puramente strumentali lasciano il tempo che trovano. E' vero che la nitidezza è uno dei parametri fondamentali di un obiettivo, ma non facciamone una malattia...
Le ottiche si valutano anche da altri parametri, tipo la resa del colore, la distorsione, il bokeh e, perchè no, la maneggevolezza e l'ingombro. Inoltre, per chi usa i polarizzatori, anche dal fatto se la lente frontale ruota o no durante la MAF.

Fondamentale però è che dietro all'obiettivo e al corpo macchina ci sia un'occhio attento e un cuore sensibile.... rolleyes.gif
PAS
Ciao
Riprendo come riferimento gli ultimi due post di Attilio e del Grande Capo.

Dividerei i due aspetti:
Le caratteristiche tecniche dell’attrezzatura da una parte e la nitidezza come parametro funzionale alla fotografia dall’altra.

Mi pare di scrivere un’ovvietà se affermo che l’attrezzatura non debba essere penalizzante dal punto di vista tecnico e quindi sia indispensabile valutare con attenzione tutti i parametri dell’obiettivo che si intende acquistare (anche la nitidezza). In altre parole, se acquisto un’ottica scadente che mi produce immagini poco nitide non posso dire
- vabbè, tanto la ricerca della nitidezza è una mania. L’ha affermato perfino HCB -
Mi ricorderebbe un po’ la favola di Fedro della volpe e dell’uva.

Altro aspetto è invece quanto la nitidezza sia parametro effettivamente funzionale allo scatto e qui sono d’accordo che non possa costituire un “valore assoluto” di giudizio.
Vi sono foto dove proprio la scarsa nitidezza (sfocato, mosso, grana, etc) è parte importante dell’espressività dell’immagine. Ma questa dovrebbe sempre essere una scelta consapevole nel progetto del fotografo.
Altri ambiti fotografici fanno invece nella nitidezza dell’immagine una parametro assolutamente imprescindibile: La macro-fotografia e lo still life sono i primi due che mi vengono in mente.

Quindi sostanzialmente d’accordo con la citazione di Attilio ma “cum grano salis” wink.gif

A presto
Valerio
smile.gif
nuvolarossa
QUOTE(PAS @ Jul 16 2011, 11:16 AM) *
Quindi sostanzialmente d’accordo con la citazione di Attilio ma “cum grano salis” wink.gif


Mamma mia come parliamo difficile!!! rolleyes.gif

Sono sostanzialmente d'accordo con il grano di sale!

Un saluto alla nostra maniera messicano.gif ... E non aggiungo altro! laugh.gif
Moua
QUOTE(PAS @ Jul 16 2011, 11:16 AM) *
Ciao
Riprendo come riferimento gli ultimi due post di Attilio e del Grande Capo.

Dividerei i due aspetti:
Le caratteristiche tecniche dell’attrezzatura da una parte e la nitidezza come parametro funzionale alla fotografia dall’altra.

Mi pare di scrivere un’ovvietà se affermo che l’attrezzatura non debba essere penalizzante dal punto di vista tecnico e quindi sia indispensabile valutare con attenzione tutti i parametri dell’obiettivo che si intende acquistare (anche la nitidezza). In altre parole, se acquisto un’ottica scadente che mi produce immagini poco nitide non posso dire
- vabbè, tanto la ricerca della nitidezza è una mania. L’ha affermato perfino HCB -
Mi ricorderebbe un po’ la favola di Fedro della volpe e dell’uva.

Altro aspetto è invece quanto la nitidezza sia parametro effettivamente funzionale allo scatto e qui sono d’accordo che non possa costituire un “valore assoluto” di giudizio.
Vi sono foto dove proprio la scarsa nitidezza (sfocato, mosso, grana, etc) è parte importante dell’espressività dell’immagine. Ma questa dovrebbe sempre essere una scelta consapevole nel progetto del fotografo.
Altri ambiti fotografici fanno invece nella nitidezza dell’immagine una parametro assolutamente imprescindibile: La macro-fotografia e lo still life sono i primi due che mi vengono in mente.

Quindi sostanzialmente d’accordo con la citazione di Attilio ma “cum grano salis” wink.gif

A presto
Valerio
smile.gif


Ciao Valerio, chiaramente concordo con quanto scrivi. Però penso che la citazione può avere due interpretazioni.
La prima riferita alla qualità ottica degli strumenti, però partendo comunque da un minimo simdacale, nel senso che le "ciofeche" le escludo a priori. Invece tra obiettivi di buon livello, differenze di nitidezza in termini di test MTF, forse non fanno la differenza sul campo. Chiaramente generalizzando, ma ovviamente, come dicevi tu, ci sono situazioni particolari dove questa differenza potrebbe farsi sentire.

La seconda interpretazione, invece, riguarda la nitidezza intesa non come qualità intrinseca dello strumento ma come potere espressivo. Come dicevi giustamente ci sono casi in cui il mosso o lo sfuocato, hanno un valore importante per una foto.

Ci sono poi i casi in cui un errore come un micromosso che inficia leggermente la nitidezza, non inficia affatto la forza di uno scatto. Ma quante volte hai sentito giudizi non proprio positivi su una foto solo per un difetto di nitidezza marginale? E' così importante?

Sarà questo a cui alludeva Bresson nella sua citazione?

Attilio

PAS
QUOTE(Moua @ Jul 16 2011, 08:19 PM) *
...
Ci sono poi i casi in cui un errore come un micromosso che inficia leggermente la nitidezza, non inficia affatto la forza di uno scatto. Ma quante volte hai sentito giudizi non proprio positivi su una foto solo per un difetto di nitidezza marginale? E' così importante?

Sarà questo a cui alludeva Bresson nella sua citazione?

Attilio


Sì, in effetti troppi commenti che si leggono sui forum (anche questo) antepongono il rilevo di presunte imperfezioni tecniche al valore espressivo della foto.
Del tipo: bella foto...peccato la nitidezza non sia ottimale.
E’ un atteggiamento di comodo, nel senso che è molto più facile pignolare su aspetti tecnici che rendersi recettivi a ciò che l’autore della foto vorrebbe comunicare.
Un po’ come leggere una poesia mettendone in evidenza soprattutto le imperfezioni sintattiche.
Se è vero che la responsabilità comunicativa di una fotografia è a carico dell’autore è però altrettanto vero che per riceverne il messaggio espressivo occorre essere "predisposti". Una predisposizione che caratterizza il fotografo “maturo”. Ovvero colui che, tramite un proprio percorso culturale, ha ben assimilato il linguaggio delle immagini.

Ciao
Valerio
Mazzo
QUOTE(PAS @ Jul 16 2011, 10:50 PM) *
Sì, in effetti troppi commenti che si leggono sui forum (anche questo) antepongono il rilevo di presunte imperfezioni tecniche al valore espressivo della foto.
Del tipo: bella foto...peccato la nitidezza non sia ottimale.
E’ un atteggiamento di comodo, nel senso che è molto più facile pignolare su aspetti tecnici che rendersi recettivi a ciò che l’autore della foto vorrebbe comunicare.
Un po’ come leggere una poesia mettendone in evidenza soprattutto le imperfezioni sintattiche.
Se è vero che la responsabilità comunicativa di una fotografia è a carico dell’autore è però altrettanto vero che per riceverne il messaggio espressivo occorre essere "predisposti". Una predisposizione che caratterizza il fotografo “maturo”. Ovvero colui che, tramite un proprio percorso culturale, ha ben assimilato il linguaggio delle immagini.

Ciao
Valerio


Come non essere d'accordo!!!!!!!!!!!
Hai ben espresso il concetto che condivido appieno. Spesso rilevo un esasperante tecnicismo nelle discussioni e poco o raramente sull'essenza espressiva della fotografia. C'è poi chi addirittura, e penso che si tratti più di economia cerebrale che altro, taccia di ideologismo chiunque si sforzi di parlare della fotografia come linguaggio. In tal senso ravvedo molti luoghi comuni nelle discussioni.
Una volta Robert Adams ha detto: "Il mio scopo è di far intravvedere il potere dei nostri occhi, non le potenzialità di un'apparecchiatura fotografica" ed io aggiungerei dei software di fotoritocco.
La tecnica comunque ci vuole, mi sta bene ma non è solo questione di tecnica. Anzi sostengo che le regole occorre conoscerle bene proprio perchè solo così riuscirai a disattenderle in modo "espressivo" e dare l'imprinting personale.
Tuttavia molte foto sono ineccepibili dal punto di visto tecnico; eposizione corretta, nitidezza notevole, inquadratura perfetta ecc ecc ma non dicono nulla, non trasmettono nessuna sensazione a chi le guarda. C'è qui una discussione molto interessante: cosa accade se i grandi fotografi postassero sui forum.
Occorre infine avere una capacità critica di elevato livello per capire dove una "carenza tecnica" non sia assimilabile ad opera d'arte. Ed è per questo che concordo con alcuni scrittori quando sostengono che per capire una foto occorre aver esaminato o viste molte altre foto dello stesso autore.
Non mi resta che rinviare alla lettura di un testo finalmente tradotto in Italia e che reputo molto interessante: "L'immagine precaria" di J-M. Schaffer.
Questa sezione del forum è quella che riesco a leggere per intero senza annoiarmi, anzi mi fornisce spesso lo stimolo per approfondire di più questioni che sempre meno si rintracciano altrove.
Giuseppe
mauriziomaestri
Credo la fotografia abbia pagato, paghi e pagherà la diffidenza che ne ha accompagnato le orgini e che la voleva (per un pregiudizio duro a morire dato dallo sconvolgimento della novità) in competizione e pertanto succube del mezzo di riproduzione per antonomasia: la pittura. La fotografia è nata prettamente da chimici, ottici, pionieri della sperimentazione che di artista avevano veramente poco ma che anzi erano più scienziati ricercatori. Questo peccato originale la fotografia se lo porta addosso, col tempo si è affermata, è divenuta linguaggio, arte, ha camminato con le proprie gambe indipendentemente dalle derive e dalle tendenze pittoriche, ha creato un proprio vocabolario ed una propria sintassi che difficilemente è esplicabile e si rivela all'appassionato a meno che l'appassionato non studi, non si infarcisca di nozioni di storia dell'arte, non comprenda e non faccia proprie le chiavi di lettura di una immagine. Se (a mio avviso) non si studia "l'arte dell'immagine", della fotografia rimarrà in evidenza solo l'aspetto originario ovvero la tecnica, tecnica come "mezzo e fine" della riproduzione e non come "mezzo" per un "fine" più ricercato quale la comunicazione o addirittura aulico come l'arte. Non a caso vengono citati gli esempi di still life e di macro fotografia, esempi cioè di una fotografia a carattere prettamente didascalico, didattico, pubblicitario, documentaristico che devono far leva con tutta la loro forza sulla tecnica (e sulla nitidezza, sulla fedeltà dei colori, sulla proporzione delle forme, ecc ecc ecc) in quanto è nella tecnica che trovano la loro manifestazione più alta a livello documentativo e pertanto risultano di fondamentale importanza se non vitali le attrezzature che QUASI e sottolineo il quasi raggiungono l'elemento umano nelle proporizioni necessarie per una buona riuscita. Tutto ciò non è strettamente ascrivibile a quel tipo di fotografia che possiede il potere non solo di mostrare ma anche di raccontare, emozionare, sollecitare intelletti e viscere e che non necessita per la sua peculiarità una perfezione tale da spaccare il capello. E allora la grana diviene atmosfera, i neri e i bianchi l'armonia come in un pianoforte, l'immagine poesia o prosa svincolata da quel progresso che ha introdotto prima l'elettronica, poi l'informatica nei processi creativi e di ripresa dei fotografi e/o fotoamatori di oggi.
Vi stimo. Per il solo fatto di aver aperto e alimentato questa discussione, che è un qualcosa di diverso.
Moua
QUOTE(mauriziomaestri @ Aug 3 2011, 10:48 PM) *
Credo la fotografia abbia pagato, paghi e pagherà la diffidenza che ne ha accompagnato le orgini e che la voleva (per un pregiudizio duro a morire dato dallo sconvolgimento della novità) in competizione e pertanto succube del mezzo di riproduzione per antonomasia: la pittura. La fotografia è nata prettamente da chimici, ottici, pionieri della sperimentazione che di artista avevano veramente poco ma che anzi erano più scienziati ricercatori. Questo peccato originale la fotografia se lo porta addosso, col tempo si è affermata, è divenuta linguaggio, arte, ha camminato con le proprie gambe indipendentemente dalle derive e dalle tendenze pittoriche, ha creato un proprio vocabolario ed una propria sintassi che difficilemente è esplicabile e si rivela all'appassionato a meno che l'appassionato non studi, non si infarcisca di nozioni di storia dell'arte, non comprenda e non faccia proprie le chiavi di lettura di una immagine. Se (a mio avviso) non si studia "l'arte dell'immagine", della fotografia rimarrà in evidenza solo l'aspetto originario ovvero la tecnica, tecnica come "mezzo e fine" della riproduzione e non come "mezzo" per un "fine" più ricercato quale la comunicazione o addirittura aulico come l'arte. Non a caso vengono citati gli esempi di still life e di macro fotografia, esempi cioè di una fotografia a carattere prettamente didascalico, didattico, pubblicitario, documentaristico che devono far leva con tutta la loro forza sulla tecnica (e sulla nitidezza, sulla fedeltà dei colori, sulla proporzione delle forme, ecc ecc ecc) in quanto è nella tecnica che trovano la loro manifestazione più alta a livello documentativo e pertanto risultano di fondamentale importanza se non vitali le attrezzature che QUASI e sottolineo il quasi raggiungono l'elemento umano nelle proporizioni necessarie per una buona riuscita. Tutto ciò non è strettamente ascrivibile a quel tipo di fotografia che possiede il potere non solo di mostrare ma anche di raccontare, emozionare, sollecitare intelletti e viscere e che non necessita per la sua peculiarità una perfezione tale da spaccare il capello. E allora la grana diviene atmosfera, i neri e i bianchi l'armonia come in un pianoforte, l'immagine poesia o prosa svincolata da quel progresso che ha introdotto prima l'elettronica, poi l'informatica nei processi creativi e di ripresa dei fotografi e/o fotoamatori di oggi.
Vi stimo. Per il solo fatto di aver aperto e alimentato questa discussione, che è un qualcosa di diverso.


Benvenuyo in questa discussione. Non poss fare altro che cndividere quanto scrivi, in particolare per quella che è la storia della fotografia.
Purtroppo, la fotografia nasce con la macchina fotografica, con la sua invenzione, con quell'apparecchio che permetteva di contare esattamente le tegole di un tetto.
E questo se lo porta dietro ancora oggi, ma c'è qualcosa di più.
Il più grosso inganno di tutta la storia della fotografia, che ancora oggi, anzi oggi più che mai, divide il mondo dei fotografi. Sarà il tema dela prossima discussione Riflessioni 2, che sto per aprire.
Stay in touch!
Ciao
Attilio

wombat
Non credo che la fotografia sia nata prigioniera della pittura.
Penso che la fotografia abbia costretto la pittura a trovare nuove forme espressive.
All'inizio la meraviglia tecnologica del dagherrotipo ha impressionato il mondo proprio perchè riproduceva la realta in modo fedele e quindi per un po' di tempo è rimasta prigioniera di se stessa, della sua capacità fare una copia di ciò che aveva di fronte all'obiettivo. Fortunatamente gli esseri umani hanno la capacità di inventare nuovi modi di usare dei mezzi che erano pensati per altri scopi. Così la tecnica fotografica è diventata arte, grazie alla creatività geniale di alcuni individui che hanno fatto di un mezzo pensato per copiare la realtà, un altro per esprimere sentimenti, fantasia, idee. Hanno fatto diventare il dagherrotipo, fotografia, disegnare con la luce. L'ossessione per la tecnica appartiene a chi vuole e deve rappresentare la realtà nelle sue forme esatte senza dare spazio ad interpretazioni, come appunto nella macro fotografia o nella astro fotografia: è semplicemente uno dei modi di usare la macchina. Cartier-Bresson era un artista e non era interessato al funzionamento della macchina (difatti non sapeva quasi niente di tecnica fotografica), ma usava la sua compatta per far vedere il mondo dalla sua prospettiva, con la sua sensibilità e quindi non aveva bisogno di un "vetro" super nitido.
Saluti.
Salta a inizio pagina | Per vedere la versione completa del forum Clicca qui.