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tembokidogo
Cercavo, dopo migliaia di scatti nelle sconfinate praterie del Kenya e del Nord della Tanzania, situazioni e ambienti diversi, meno "bucolici" e più impegnativi. Un ambiente dove mettere alla prova me stesso, le mie capacità fotografiche e di adattamento. Ho trovato tutto ciò (e anche altro) nel Ruaha National Park: poco più piccolo dell'immenso Serengeti, ma con un numero di visitatori annui di duecento volte inferiore; bush intricato, non savana aperta, infestato da mosche tzè tzè. Torrido di giorno e gelido di notte e di prima mattina. Un'area remota e selvaggia che si raggiunge con monomotori Cessna e fuoristrada, con pochi campi tendati fissi a decine e decine di chilometri l'una dall'altro. Ma il Ruhaha è anche un'area di elevatissimo interesse ecologico, dato che si tratta di una zona di transizione, ambientale ma anche culturale, fra Africa Orientale e Africa Australe. Protesa verso Malawi, Zambia e Mozambico, questa regione è abitata (non il parco) da popolazioni He-He, appartenenti alla stessa etnia (nguni) degli Zulu sudafricani, degli Ndebele dello Zimbabwe, degli Shangani del Mozambico. Qui le foreste di miombo, di mopane e di combretum affiancano acacie tortilis e baobab, e i kudu (lesser e greater) prendono il posto, nella "nicchia" loro riservata, di gazzelle e gnu che pascolano più a nord. La "meridionale" iena striata s'affianca all'ubiquitaria iena maculata (crocuta crocuta) e anche i leoni hanno comportamenti e persino aspetto diverso: più piccoli e con criniere meno appariscenti dei cugini del nord, sono alquanto più "tosti", avendo spostato le proprie preferenze alimentari verso prede più grosse e impegnative: giraffe adulte, bufali, in qualche caso persino elefanti. Scarsissima presenza di visitatori e ambiente "intricato" influenzano moltissimo anche il comportamento degli animali, più timidi e nervosi rispetto a zone più "turistiche". Spesso per scattare, nel fitto del bush, s'hanno a disposizione pochi istanti.

Il combretum, dicevo, è un indicatore vegetale di quasta fascia di transizione ed era anche, in questo periodo, l'unico arbusto fiorito...
tembokidogo
Il Kudu maggiore è presente anche a Nord, ma con popolazioni decisamente meno dense: questo è un giovane maschio che fa capolino fra gli arbusti fioriti di combretum nella zona collinate a sud ovest del parco, nei pressi del quartier generale dei ranger a Msembe.
Franz
Diego... hai appena iniziato questo life e già mi stai facendo venire il mal d'Africa.
Non ci sono mai stato ma le tue parole mi immergono nell'ambiente che con tanto sentimento stai descrivendo con parole e immagini.

Emozionante.
Ed ora me ne sto in silenzio ad aspettare il resto
Perdonami l'interruzione

Lorenzo
tembokidogo
L'impala è l'erbivoro di medie dimensioni più diffuso: lo si trova praticamente ovunque, sia nel bush più fitto sia nelle poche aree aperte di prateria. Vive in harem dominati da un grande maschio dalle caratteristiche corna a "lira"; i giovani in età prepuberale conducono invece vita comunitaria in gruppi denominati "bachelor".
tembokidogo
Una femmina di Kudu maggiore: l'immagine dà l'idea del tipo di vegetazione...
tembokidogo
Anche gli animali piùpiccoli sono però affascinanti, come questa Agama Lizard...
tembokidogo
...oppure questa ghiandaia pettolilla...
tembokidogo
Per una settimana ho praticamente vissuto da solo con me stesso (e non sempre è stata una buona compagnia), girando dall'alba al tramonto in compagnia del cercatore di tracce, in fuoristrada completamente scoperto (e infatti ora sto cercando di farmi passare una bella bronchitella) o a piedi. E ho imparato, quando si devono percorrere dodici chilometri scavalcando collinette dense di vegetazione a 35°-40° gradi all'ombra, facendo lunghe deviazioni per passare sottovento agli elefanti e beccandosi i graffi dei rovi e le punture delle tzè tzè, che portaris in spalla uno zaino con due corpi, cinque ottiche, un flash e un monopiede è una pessima idea...
...Certo, a volte la ricompensa è stata impagabile, come quando, camminando lungo il letto quasi ascutto del Great Ruaha, ho colto questa leonessa all'abbeverata. I leoni valutano la loro reazione nei confronti degli umani in base alla distanza, che può variare (ma di poco) in base alle condizioni ambientali. Esiste una "ciambella" di territorio - dai venti ai trenta metri - detta "cerchio di fuga": in questo caso l'animale s'allerta e, se l'uomo s'avvicina, scappa. A distanze più lunghe regna l'indifferenza, mentre è considerato "cerchio d'attacco" il territorio che si trova in un raggio di dieci metri dal leone. Sentendosi minacciato, entro questa distanza di solito attacca. Qui siamo, diciamo così, "karibu sana" (molto vicini) al limite estreno del cerchio d'attacco, ma non ancora dentro. E poi la leonessa aveva, evidentemente, tanta sete...
tembokidogo
Qui siamo decisamente molto vicini, ma essendo in auto il leone non ci considera una minaccia. E così questo giovane maschio continua a divorare la giraffa che ha appena abbattuto assieme a due fratelli...
tembokidogo
Il fatto di dedicarsi a prede grandi e pericolose come i bufali ha un costo anche per predatori possenti come i leoni: lo dimostra l'ampia ferita al petto, molto fresca, di questa giovane leonessa fotografata lungo il corso del fiueme Mwagusi.
tembokidogo
La stessa leonessa poco dopo incontra un'amica (più probabilmente una sorella)...
tembokidogo
...con la quale si concede poi una pennichella in riva all'acqua...
elwood67
Bentornato, Diego! è una grandissima emozione vedere i tuoi scatti! è passata solo una settimana dal nostro ritorno e già mi sembra un secolo!

Aspetto con ansia il resto (nell'attesa di fare un LIFE con Fabio)

guru.gif
tembokidogo
Questo vecchio maschio, invece, cerca l'acqua scavando nel letto sabbioso di un fiume in secca.
jo
Vedere le tue foto e' un piacere per la vista, leggere le tue parole e' un
piacere per lo spirito, mi hai fatto vivere la tua esperienza come se fossi stato
anche io li' .

Grandissimo LIFE guru.gif
la.deda
Vai avanti cosi Diego, i tuoi racconti mi entusiasmano e le foto sono eccezzionali
tembokidogo
Spesso, nei discorsi attorno al fuoco da campo, c'è chi inevitabilmente chiede: "a te che animale piacerebbe essere?". Altrettano inevitabilmente, la maggior parte degli interlocutori risponde: "Il leone, ovviamente". Pietro Luraschi, giovane e saggio manager italiano del Mndonya Old River camp dove ho vissuto, abilissimo fotografo naturalista e Nikonista convinto (s'è portato nel bush due D70, una F 100 e una F801 s) non è d'accordo: "vita grama e pericolosa, sempre in equilibrio instabile, costretto a sudarti il cibo e, spesso, ad accontentarti di carne marcia, assillato dai rovi e dai parassiti. Meglio, molto meglio essere un'aquila". Come dargli torto, dopo aver visto questa stupenda martial eagle?
tembokidogo
...anche se a me, non fosse per l'insidia dei leopardi e, appunto, delle aquile, non dispiacerebbe essere un dispettoso cercopiteco verde...
tembokidogo
Qualche juventino di mia conoscenza, posto davanti allo stesso quesito, non avrebbe dubbi su quale animale scegliere...
tembokidogo
...per quanto mi riguarda, invece, non potevo non concludere questa prima carrellata di immagini dal Ruaha senza rendere omaggio all'animale cui mi sono ispirato per il mio "nick"...una famiglia di "tembo"...
Diego
la.deda
Senza parole e senza fiato guru.gif guru.gif guru.gif
robben
Ottimo foto-racconto, più delle immagini ho infatti apprezzato le parole: vere e proprie nozioni e insegnamenti.

Spero tu voglia proseguire ancora ...
Giorgio Baruffi
embè? già finito?

naaaaaaaaaaa..... suvvia, non farci attendere...

Grazie grandissimo Tembo!!! biggrin.gif
Marco Negri
Diego...Ti aspettavo al varco. wink.gif

Mi hai stupito !
Con le Tue immagini, con il bellissimo racconto che ancora una volta mi trasporta nel bel mezzo dell' Africa.
La descrizione dei singoli animali in lingua autoctona al luogo attrae ancor di più l' attenzione, nel bellissimo mondo che, attraverso le Tue immagini ho potuto nuovamente ammirare.

Grande Diego...

A presto.
Luca Moi
Semplicemente emozionante, gran bel LIFE Pollice.gif

...non sarà mica finito qui, vero?
phab
Bellissime foto Tembo! Sono an amante di foto di animali e visto che sono agli inizi con la fotografia potresti darmi un consiglio sulla impostazione della macchina per fare foto di animali come quelle? (sempre che ci riesca a farre foto così)
Grazie ed ancora complimenti Fabrizio
__Claudio__
Non farò mai più un Life. GIURO!

Che meraviglia Diego. E' vero, mi aspettavo splendide foto ma queste sono condite dall'amore e dalle sensazioni che hai riportato con te, La descrizione di ciò che hai vissuto è tangibile e riporta alla perfezione il vissuto. L'atmosfera creata dal racconto attorno al fuoco è indescrivibile. Per ora ... grazie.gif
davidebaroni
Tembokidogo, grazie.gif grazie.gif grazie.gif .

Qualcuno ha già osservato come i nomi "in lingua" diano una dimensione emotiva diversa (un grazie.gif in più per questo). Vorrei conoscerla, quella lingua, per poterla usare per ringraziarti. smile.gif
Falcon58
Grande Diego,

Bentornato in Italia, anche se sono sicuro che come me, un pezzo di cuore lo hai lasciato laggiù.

Bellissimo Life come anche le foto; ho notato dal racconto un'altro punto in comune tra noi oltre all'Africa: la passione per quegli splendidi animali che sono gli elefanti (tu li hai nel nick, io nella corporatura biggrin.gif biggrin.gif )

Aspetto altre foto con impazienza.

Un affettuoso saluto

Luciano
Gennaro Ciavarella
bellissimo grazie.gif

adesso a quanto il prossimo (l'appetito viene mangiando tongue.gif )
tembokidogo
Chi va in Africa per la prima volta è spesso attratto dai cosiddetti "big five", ossia leone (simba), leopardo (chui), elefante (tembo), bufalo (nyati), rinoceronte (kifaru); ma immergendosi nella natura si scoprono esseri altrettanti interessanti. Per esempio questo bucero: un uccello abbastanza comune, ma quello nella foto è un Ruaha hornibill, endemico solo di quest'area. E fotografarlo è una gran botta di ....
tembokidogo
Dal piccolo all'immenso. L'elefante, se non si fosse capito dal mio nick, è l'animale che più amo. Enorme eppure dallo sguardo dolcissimo, intelligente, capace di interazioni quasi "umane": cura amorevolmente i figli, vive in modo estremamente solidale nel gruppo, piange la morte e onora i defunti. Questa è una madre (mama) col piccolo (ndogo), un "esserino" che, pur non avendo più di un mese, pesa già più di cento chili. Ed è così "asali" (dolce)...
tembokidogo
Il sole è già tramontato da un bel po', e nel fitto del bush la luce è ormai davvero poca. Uno sciacallo della gualdrappa attraversa la pista. Il mosso è assicurato, inevitabile. Tanto vale accettarlo ed enfatizzarlo. Scatto o non scatto? Io ho scattato...il risultato non saprei giudicarlo. Non è certo una bella foto, ma comunque qualche emozione me la trasmette. E a voi?
tembokidogo
...un piviere coronato...
Manako
SEMPLICEMENTE STUPENDE guru.gif
......ED UN GRANDIOSO LIFE guru.gif
DiegoParamati
Onestamente come tecnica pura e semplice non mi hai sconvolto come invece pensavo.
Al contrario sei riuscito a emozionarmi molto di più di quanto mi aspettassi.

Per quanto mi riguarda, quindi, complimenti Diego.
Diego
tembokidogo
Nella stagione secca la vita (e la morte) si concentra lungo il fiume, dove ancora scorre qualche rivolo d'acqua. Qui si trovano prede e predatori, a volte impegnati da un tacito patto di "non aggressione", anche se spesso queste rive sono teatro d'agguati mortali. Testimoni di questi drammi quotidiani, e relativamente al sicuro da essi, gli uccelli. Queste sono cicogne "becco a scarpa".
tembokidogo
altre cicogne...
tembokidogo
Stiamo risalendo la pista che costeggia a nord il fiume Mwagusi (mangusta) quando dai rovi esce qualcosa. E' una leonessa. In breve, a intervalli e in fila indiana, dal folto del bush spunta un intero "pride" di ben dodici leoni, fra i quali parecchi cuccioli. Molti di loro non sopravviveranno, perchè portano evidenti i segni della rogna. Sono magri, macilenti, il pelo opaco e arruffato. Il giovane leone maschio che "domina" il pride (lui sì, in splendida forma) sorveglia l'attraversamento della pista col piglio d'un guerriero (askari).
tembokidogo
Lo sguardo di un elefante. Dentro sembra di leggerci la storia dell'Africa, e l'incertezza per un destino che appare tutt'altro che scontato. Gli elefanti del Ruaha erano 40 mila alla fine degli anni Settanta, ora sono poco più di 15 mila. I bracconieri arrivano sin qui fin dalla lontana Somalia, attraversando Kenya e mezza tanzania, abbattono gli animali a raffiche di Kalashnikov, prelevano le zanne e le trasportano clandestinamente qualche centinaio di chilometri più a sud, dove vendono vendute "legalmente" come provenienti da Paesi (come Zambia, Sudafrica e Zimbabwe) che hanno ottenuto la fine della moratoria della caccia agli elefanti. Il valore di una zanna sul mercato cladestino è superiore a quanto potrebbe mai guadagnare un bracciante in un'intera vita di durissimo lavoro. Ecco perchè molti disperati sono disposti a rischiare di essere uccisi e ad uccidere, in Paesi dove la "morte per fame" è tutto fuorchè un modo di dire. La loro azione è certamente deplorevole e i risultati potrebbero essere drammatici, ma che dire dei Paesi (fra i primi, quello che produce le nostre amate reflex) che incentivano il traffico dell'avorio, sapendo che cosa esso nasconde? Riflessione amara, ma non sarebbe stato corretto da parte mia ometterla.
anbri
Incredibilmente emozionante!
grazie.gif

Anna
Nicola Verardo
bel life e belle foto complimenti ... alcune sopra le righe, altre più "banali", passami il termine.
Ho aprezzato molto quelle degli uccelli, con dei colori molto accesi e ottimi sfondi ...splendide veramente.
Che lenti hai usato in particolare?

ciao

nicola


tembokidogo
Concludo con qualche annotazione di carattere "tecnico", sia sulla località sia sulle problematiche di ripresa e sulle attrezzature utilizzate.

Il Ruaha National park si trova nella Tanzania meridionale, a est della Selous game reserve. E' un territorio selvaggio, difficilmente raggiungibile. La città più vicina è Iringa, a tre ore di fuoristrada dall'ingresso di Msembe e a più di cinque dal Mdonya camp, dove ho soggiornato. A sua volta, Iringa è raggiungibile dalla capitale Dar Es Saalam (Dodoma, la nuova capitale, lo è solo sulla carta) in altre otto ore di strada sterrata. Raggiungere il Ruaha via terra richiede dunque due giorni di viaggio. Ci si arriva normalmente con monomotori Cessna che decollano tre volte la settimana da Dar, e "fermano" sulle airstrip che servono i vari campi nel Selous e nel Ruaha. Per arrivare a Msembe da Zanzibar mi ci sono voluti ben 11 fra decolli e atterraggi. I campi tendati sono privi di energia elettrica (l'illuminazione è fornita da lampade a petrolio e candele), dotati di servizi e docce all'aria aperta riparati da una cinta di iuta ricoperta di calce e verniciata. L'acqua calda è fornita da pannelli solari, che scaldano quella che viene prelevata da pozzi che attingono alla falda, a circa quaranta metri di profondità. L'acqua da bere è la stessa prelevata dai pozzi, bollita e filtrata.

Il parco è caratterizzato da una vegetazione molto fitta, composta da alberi d'alto fusto come acacie tortilis e xantophlea, baobab, sausage trees (kigelia africana) e sicomori, e da piante arbistive fra le quali prevalgono combretum, terminalia e ebano. Questa caratteristica fa sì che l'inquadratura sia spesso "obbligata", in quanto l'animale emerge da una "cornice" di vegetazione intricatissima. Inoltre, il fatto che il soggetto sia spesso "tono su tono" rispetto all'ambiente mette spesso in crisi l'autofocus. Lo stesso discorso vale per i rametti che possono interporsi. Le possibilità di giocare sull'inquadratura e sulla posizione del soggetto rispetto alla provenienza della luce sono dunque assai limitate, soprattutto quando si opera da una vettura. Mi sono trovato molto spesso a dover disabilitare l'autofocus, e la scarsa luminosità del pentamirror della D70, su ottiche come lo zoom 200-400 Tamron caratterizzate da un'apertura massima pari a f/5.6, non mi ha molto aiutato. Gli animali, qui, sono molto timidi: se i leoni si possono fotografare con una relativa calma, i kudu, ad esempio, ti concedono pochissimi istanti prima di dileguarsi nel folto. Ho portato con me un monopiede che, per usa serie di motivi, ho usato pochissimo; è risultato inutile anche il mio solito "beansbag" perchè, essendo la vettura (una Land Rover passo lungo) completamente scoperta non c'era un tetto sul quale appoggiarlo. Ho dunque scattato sempre, praticamente, a mano libera. La D70 è stata sempre impostata (quando non in manual focus) in af con priorità allo scatto; dovendo scattare spesso d'istinto, ho adottato una tecnica "conservativa" operando in priorità ai diaframmi (preimpostati di solito su valori medi, attorno a f/8) in modalità matrix, anche se di solito, quando ho più tempo per "pensare" la foto, preferisco la media a prevalenza centrale (con area di lettura ridotta). Ho sempre scattato in modalità nef+jpeg basic, per avere un immediato riscontro, su card da 1 gb Lexar Pro e Sandisk Ultra.

Le immagini in bianco e nero (ancora da sviluppare) sono state scattate con Una Fm3a e pellicole Ilford Hp5. Ho portato con me, oltre ai due corpi, 18-35, 50 1.4, 80-200 2.8, 300 4.5 Ai (usato solo sulla Fm3a) e Tamron 200-400 5.6, quest'ultimo a volte utilizzato con un moltiplicatore Kenko 1,4X. Lo zoom lungo è stato indubbiamente il tallone d'Achille della situazione, ma in certe situazioni la lunghezza focale da esso garantitami, anche col moltiplicatore, s'è rivelata indispensabile. In situazioni di ripresa diverse, come quelle offerte da aree come Serengeti, Masai Mara o Ngorongoro, l'80-200 eventualmente moltiplicato risolve brillantemente gran parte delle situazioni di ripresa.
cratty
Bel Life.
Belle foto e bel racconto.
Saluti
ndangel
Altro che mal d'africa...
questo life mi ha lasciato veramente a bocca aperta...
che bel viaggio e che bel racconto grazie.gif
Complimenti Pollice.gif
Ciao Nico
Andrea Lapi
Bellissimo Life! Testo e Immagini di grande qualità!
guru.gif grazie.gif guru.gif grazie.gif guru.gif
davidebaroni
Asante, jumbe! smile.gif

(Sperando che si scriva così... Sennò perdonami! wink.gif )
Carlo Martini
Complimenti!
Veramente un bel life...
ma soprattutto un bel viaggio...
mi resta un dubbio, dici che ti ci sono voluti 11 tra decolli e atterraggi... blink.gif
allora, o non sei ancora atterrato, o sei appena decollato...
mi risulta che dovrebbero essere pari....o no? laugh.gif

ciao e buon atterraggio, Carlo

nico65
QUOTE(Carlo Martini @ Sep 22 2005, 09:25 AM)
mi resta un dubbio, dici che ti ci sono voluti 11 tra decolli e atterraggi... blink.gif
allora, o non sei ancora atterrato, o sei appena decollato...
mi risulta che dovrebbero essere pari....o no? laugh.gif

ciao e buon atterraggio, Carlo
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perche' necessariamente pari ?
non si e' obbligati a fare lo stesso percorso all'andata e al ritorno anche si parte e arriva dal/al stesso aereoporto ( ma forse scherzavi ... )

ho una domanda per l'autore ...
ho visto diversi tuoi interventi da cui traspare il tuo amore per l'Africa oltre che le tua conoscenza di questo continente, se non ho capito male ci sei stato spesso e/o a lungo. Sei "solo un viaggiatore", un appasionato d'Africa o la conosci cosi' bene anche per motivi di studio / lavoro?

nicola
nico65
dimenticavo ...
complimenti per il life, le tue parole ci portano negli stessi luoghi che descrivi, pero' ad essere sincero, fanno venir ancor piu' voglia di andarci di persona

ciao
nicola
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