QUOTE(Antonio Canetti @ Jan 5 2011, 11:59 AM)
dal lato estremamente pratico è più comodo applicarli in post prduzione, ma credo dia più sodisfazione azzecare tutto quello che si pensa prima dello scatto per ottenere un buon risultato, forse l'unico che non si può sostituire via software è il fitro NG nelle sue svariate graduazioni.
Antonio
ha percaso voglia d'indicare le linee guida per autocostruirsi un filtro via software?
Sempre che, gentilmente, tu possa.
Antonio
Io non costruisco filtri con il software: io uso, fondamentalmente, Photoshop CS5 ed utilizzo i suoi strumenti, quelli già esistenti, per me bastano ed avanzano.
I filtri GND li faccio in 3 maniere diverse:
- fondendo due Tiff esposti diversamente (uno esposto bene per le luci ed uno esposto bene per le ombre) ricavati da un unico scatto RAW, modulando l’effetto con diversa opacità e diversa sfocatura della maschera di luminosità usata per la fusione, e settorializzandolo dove e con l’intensità che vuoi sull’immagine, con livello e maschera di livello
- con il filtro degradante di ACR, applicandone spesso diversi e con inclinazioni diverse, anche a complemento e correzione uno dell’altro
- con il pennello di ACR, eventualmente colorato, ed anche qui ne applico diversi e settorializzati
Questi sistemi hanno molti e grossi vantaggi sui filtri GND in vetro, i più importanti è che riesci ad applicare il filtro del colore e della intensità che vuoi e lo applichi anche a geometrie estremamente complesse, cosa questa, semplicemente, impossibile con i filtri GND da applicare all’ottica,
I filtri ottici, colorati, da me poco usati in colore, ma usatissimi in B&N, soprattutto per dare contrasto di cromatismo, e solo contrasto di cromatismo, li faccio in due maniere:
- con livello di regolazione e filtro fotografico, colorato come mi pare e settorializzandolo dove e con l’intensità che vuoi sull’immagine, con livello e maschera di livello.
- con livello di bilanciamento colore, bilanciando per canale ed utilizzando sonde campionamento colore, inserite nei punti d’interesse per tenere sotto controllo il cromatismo locale: cambio colore dove e come mi pare ed applico anche più filtri contemporaneamente in zone diverse, settorializzandoli dove e con l’intensità che vuoi sull’immagine, con livelli e maschere di livello.
Applico il filtro e modifico l'immagine: se non mi piace l'effetto, lo ricambio, o lo ritolgo e poi rifaccio parte del lavoro, aggiungendo livelli sopra, pr eventualmente ritornare indietro dopo, salvando parte del lavoro e non buttare via tutto: il file immagine, in quelle condizioni ed in formato tipicamente A3, ha una dimensione di alcune centinaia di Mb, 500 - 600 Mb tipiche, ma può arrivare sopra il Tb, 1000 Mb, e chiaramente ci vuole il PC adatto, che sia in grado di gestirli con velocità.
In vetro, se scatti col filtro, hai quel colore, quell'immagine e stop, in digitale cambi come e quando vuoi tutto.
Se la foto penso di manipolarla coi GND, intervengo anche in fase di scatto e cambio in modo sostanziale il tipo di esposizione, rispetto a quando non penso di intervenire coi GND.
A parer mio, a parte polarizzatori e NG per lunghe pose, i filtri fotografici sono un retaggio del passato a pellicola, un po’ dovuto a condizionamento mentale, ma nella gran parte dei casi uso forzato da cattiva manualità in fotoritocco.
Uno si deve ficcare nella testa che il digitale ha cambiato la fotografia: l'IMMAGINE NON ESISTE, ESISTE UN INSIEME DI NUMERI.
E questi numeri li cambio, entro certi limiti, a mi piacimento: questo è fare il fotorotocco.
E per fare foto tecnicamente corrette, per foto di qualità, manipolare bene quei numeri, ossia far bene il fotoritocco, e non parlo di pochi interventi, ma anche di interventi sostanziali e spesso massicci, assume la massima importanza, tante volte, per non dire sempre, molto più di un’ottica di alta qualità.
Analogamente per la fotocamera: la fotocamera sofisticata altro non fa che impostare l'insieme di numeri, l'immagine, e l'insieme lo imposta fa come tu gli dici, e se lo fai bene avrai un abuona immagine, se l'insieme lo imposti male, avrai una cattiva immagine: una fotocamera molto sofisticata, in mano non esperta, fa fare foto molto PEGGIORI di una fotocamera automatica che fa tutto da sé.
E’ un po’ come con le auto: se dai una Ferrari ad uno che non la sa guidare bene, ci sbatte per i muri, mentre guida magari bene una vettura normale.
Per registrare il buon insieme di numeri, ossia scattare la buona foto, bisogna sapere come funzionano i sensori, cosa diavolo registra la fotocamera allo scatto, adattare lo scatto alla situazione ed al sensore ed andare a ripescare, manipolando l'insieme di numeri, ossia in fotoritocco, quell’informazione registrata, senza danneggiarla ed utilizzandola al meglio e solo laddove ci serve, non di più.
In questo ambito, in digitale, i filtri fotografici citati sopra, sono del tutto, non solo inutili, ma addirittura dannosi.
Saluti cordiali