Lontani un milione di anni luce dallo stereotipo scandalistico e mondano della costa Smeralda, in Sardegna possiamo venir rapiti da paesaggi selvaggi, che, gia' ad un primo sguardo, ci lasciano intendere che mai scenderanno a compromessi con chi li desidera.
La Sardegna, infatti, come regione e' stata capace di mantenere al suo interno molteplici microrealta' che, studiate e soprattutto capite una per una, rivelano tesori di cultura e umanita' unici.
In questo life voglio portarvi a fare quattro passi nei miei luoghi di origine, dove ogni anno torno, in particolare in una pigra domenica di luglio, poiche' in tale giorno, personalmente, meglio vengon fuori i canoni tipici del paese, dove ancora la passeggiata, l'incontro ma anche la solitudine sono tratti caratteristici.
Piccola premessa extradomenicale e geografica.
Bosa, in provincia prima di Nuoro e poi dal 2005 di Oristano, sorge sulla foce del fiume Temo, in una zona che chi conosce solo la parte balneare della Sardegna non potrebbe mai immaginare.
Infatti la vegetazione e le grandi coltivazioni, non che' gli spazi immensi, immergono l'osservatore in realta' quasi fiabesche, con vertigionosi, infiniti, paesaggi.
Qui alla mattina presto, siamo nella piana che da Magomadas, paese sulle alture della Planargia, arriva al mare, a Bosa.
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Voglio focalizzarmi, come ho detto, sulla mia giornata domenicale a Bosa, una domenica in cui le i silenzi del paese riemergono prepotenti.
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Anche qui c'e' la solitudine giovanile della provincia, vista tante volte, ma, come in tutte le isole, forse qui e' una difficile convivente. Incontro una ragazza che percorre un vicolo nel pomeriggio assolato..
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Girando per le strade dove trovo segni caratteristici di questo luogo e di questa regione. Non puo' il mio sguardo, non cadere su un'insegna al neon che e' qui da tanti anni con la dicitura "ichnusa", la birra locale ma anche il nome antico greco dell'isola. La lanterna, che ha illuminato e illuminera' per tanto tempo, l'insegna che comunque anche senza la sua luce rimarra' col neon visibile, mi ha fatto pensare alla tenacia e all'orgoglio di questi posti.
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Continuando la mia solitaria passeggiata rivedo, passo dopo passo, un'architettura figlia della Spagna, del periodo aragonese.
Vedo ad esempio la bella fontana nella piazza lungo il corso..
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..corso che intanto si popola di gente che si rivede, si saluta, si mischia con i turisti, ma mai amalgamandosi con loro
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Approfitto per affacciarmi sul Temo, il fiume che attraversa la citta', bellissime mi accolgono le vele latine, create e custodite ancora oggi da veri maestri d'ascia
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Sempre su questo fiume una mostra fotografica molto singolare, ha come tema i ritratti dei banditi sardi, ma ai giorni nostri. I banditi, nella mentalita' popolare, rappresentavano degli eroi romantici. Intelligente e curiosa l'idea di volerli rappresentare ai giorni nostri.
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Mi allungo verso la foce del fiume e quindi sul mare, un maestrale inaspettato mi regala uno spettacolo improvviso. Dal molo le onde superano le barriere, come a voler dimostrare anche loro il vigore di questa terra
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E' tardo pomeriggio, ma il sole e' ancora forte, quasi commoventi, per un romano come me, vedere come la luce qui sia capace veramente di disegnare, di nascondere e sottolineare
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e mentre volge al termine la mia giornata, assisto alla voglia di due ragazzi di catturare l'ennesimo romantico tramonto. So che chi vive sul mare apprezza piu' degli altri questo tipo di tesoro giornaliero
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Torno verso casa, ed un altra volta il mare mi da il suo saluto, alzando una mano
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