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antotes
SALVE A TUTTI ...SONO UNO STUDENTE DEL LICEO SCIENTIFICO,VORREI UN' IDEA SULL'IMPOSTAZIONE DELLA TESINA PER L'ESAME DI STATO......IL TEMA CENTRALE E' ( LA FOTO TRA SOGGETTIVITA' E OGGETTIVITA'.............SN INDIETRO CON LA TESINA E HO URGENTE BISOGNO DI INFORMAZIONI..... grazie.gif ..
enrico
Ciao,
l'argomento è interessante e complesso. Né è possibile sviscerarlo in questa sede.
Ti posso dare alcune indicazioni.
Quando è nata, la Fotografia sembrava un mezzo oggettivo di riproduzione della realtà.
Talbot (un inglese che, assieme al francese Daguerre è considerato fra i padri dell'invenzione di questo mezzo), intitolò il suo libro (il primo libro fotografico della storia), "La matita della natura" (The pencil of nature). Egli diceva che la macchina fotografica riproduceva la realtà, senza il bisogno della mano dell'artista (lui era infatti un pessimo disegnatore). Daguerre invece era un abile pittore.
Niepce, un altro francese ed il primo che ottenne con una camera obscura la prima immagine stabile, cercava un metodo per realizzare lastre da stampa su cui produrre automaticamente dei disegni (anche lui non era bravo nel disegno). Ci riuscì col bitume di Giudea e, più che come "padre della fotografia (anche se il suo contributo è importante), è da considerarsi l'inventore della fotoincisione.
La lastrina argentata di Daguerre, lucente come uno specchio e che serviva per la realizzazione dei "dagherrotipi", veniva considerato uno "specchio dotato di memoria".
Insomma, agli inizi la fotografia appariva come una semplice "impronta" della realtà.
Mentre alcuni pittori credettero che la nascita della fotografia decretasse la morte della pittura (Delacroix), altri (come lo scrittore Baudelaire), gli si scagliarono contro. Baudelaire scrisse una vera e propria invettiva: se non la trovi, te la procuro io.
Poichè il fotografo aveva però la possibilità di effettuare molte scelte tecnico-espressive e di intervenire così sull'immagine, si capì che la fotografia era frutto non solo di un processo tecnico, ma creativo. Ne nacque così una disputa che ancora oggi continua presso alcuni (anche se non ce n'è più ragione: "La fotografia è arte?". Al principio, la fotografia veniva considerata un'arte minore di fronte alla pittura. La corrente del pittorialismo (imitazione della pittura)in fin dei conti ne dimostrava questo sentimento di inferiorità, diffuso quanto ingiustificato. Sarà che molti pittori scadenti lasciarono i pennelli per le lastre... (anche se molti valenti pittori affiancarono pennelli a obiettivi: pensa a Nadar, a Paolo Michetti, a Verga).
A mio parere però, la fotografia, anche se è indubbiamente un mezzo che permette di esprimere sentimenti ed idee, ha come punto di forza sulla pittura quella di documentare con efficacia.
Mi fermo qui.
Buon lavoro e vedrai che altri verranno in tuo aiuto.
Enrico
gianz
Ciao.
Potresti provare a dare una letta al libro "La Camera Chiara" di Roland Barthes. Non risponde esattamente al tuo quesito, ma lo identifica e cerca di sviscerarne il senso. Barthes individua due aspetti della foto: lo Studium, che, tirando il concetto per i capelli, è l'elemento culturale della foto stessa (informazioni, dettagli, tecnica) e il Punctum, cioè ciò che della foto ti punge, colpisce. Il Punctum è chiaramente soggettivo, mentre spesso lo Studium rappresenta l'oggettività della foto.

Ps: ho riassunto per brevissimi e aerei capi... il libro è leggermente più profondo! cerotto.gif wink.gif
Tivoli
QUOTE(gianz @ May 31 2010, 11:05 PM) *
Ciao.
Potresti provare a dare una letta al libro "La Camera Chiara" di Roland Barthes. Non risponde esattamente al tuo quesito, ma lo identifica e cerca di sviscerarne il senso. Barthes individua due aspetti della foto: lo Studium, che, tirando il concetto per i capelli, è l'elemento culturale della foto stessa (informazioni, dettagli, tecnica) e il Punctum, cioè ciò che della foto ti punge, colpisce. Il Punctum è chiaramente soggettivo, mentre spesso lo Studium rappresenta l'oggettività della foto.

Ps: ho riassunto per brevissimi e aerei capi... il libro è leggermente più profondo! cerotto.gif wink.gif



"Un'autentica bugia" di Michele Smargiassi Edizioni CONTRATO €19,90credo sia perfetto per la tua tesina ....

Te lo consiglio caldamente

"La lettura di Un’autentica bugia, pubblicato da Contrasto conduce alla nullificazione dell’idea secondo cui la “rivoluzione digitale” abbia compromesso la tanto decantata veridicità della fotografia, poiché il dogma referenziale di questo medium è stato sfidato con successo già nel periodo che ha caratterizzato l’analogico.

Partendo da questo presupposto, con una serie di esempi e gustosi aneddoti, Michele Smargiassi, giornalista ed esperto di fotografia, ripercorre la storia della fotografia spiegando “come” questa abbia saputo mentire (in modo volontario e involontario) e come le decisioni umane e “inconscio-tecnologiche” che producono un’immagine implichino inevitabilmente un’alterazione della realtà percepita.

Il libro è arricchito da 140 foto, testimonianza di quelli che sono stati i momenti della creazione del falso e della bugia a opera di giornalisti, di politici e di fotografi, che con i mezzi più disparati e per i più vari motivi, hanno ingannato la nostra percezione della realtà mostrando immagini sapientemente manipolate.

“La fotografia non sa mentire, ma i bugiardi sanno fotografare.” Lewis Hine


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