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Gianmaria Veronese
Ciaoo! guru.gif

Leggendo nella discussione in rilievo ho trovato che "a parità di diaframma, cambiando focale, alla stessa inquadratura la PdC non varia..."

Io però sapevo che la PdC variasse con la distanza dal soggetto, quindi a parità di inquadratura con un 50mm o un 200mm, con il 200 dovrò stare a 4 volte la distanza alla quale dovrei stare con il 50.. pertanto la PdC varia..

Non a caso molti tendono a dire erroneamente che i teleobbiettivi hanno una PdC minore... in realtà permettono una PdC minore in virtù del fatto che mi permettono di ottenere la stessa inquadratura a una distanza maggiore..

E' sbagliato quanto scritto??

grazie.gif rolleyes.gif
kintaro70
Se mantieni l'inquadratura significa che compensi l'aumento della lunghezza focale (quindi si accorcia la PdC) con la maggior distanza (si allunga la PdC) e quindi di fatto le cose non cambiano.

Dalle mie parti esiste un vecchio adagio che recita: "una conca ed una cunetta fanno un piano" laugh.gif
LiquidTek
Buongiorno!

Invece è proprio così, ma lo si può spiegare meglio parlando di rapporto d'ingrandimento, invece che scena inquadrata.
Se, ad esempio, fai una macro con rapporto di ingrandimento 1:1 con un 60mm e con un 180mm, nel primo caso ti sarai avvicinato al soggeto più che con il 180mm. Avrai quindi cambiato due variabili [lunghezza focale e distanza di ripresa] compensandole in modo da ottenere lo stesso rapporto di ingrandimento. La "compensazione" [che non credo proprio sia un termine corretto] mantiene così anche la stessa profondità di campo.

Per fare una prova matematica, puoi andare su dof master [ora non ricordo l'indirizzo esatto] e settare la medesima macchina [diciamo D3], diversi obbiettivi [diciamo 60mm Micro e 105mm Micro] e diverse distanze di ripresa [quella necessaria ad ottenere un rapporto d'ingrandimento 1:1, rispettiva a ciascuno dei due]: noterai che la differenza di PDC è trascurabile. smile.gif

[io, almeno, al tempo feci questa prova]

Saluti!

QUOTE(kintaro70 @ Feb 11 2010, 08:53 AM) *
Dalle mie parti esiste un vecchio adagio che recita: "una conca ed una cunetta fanno un piano" laugh.gif


Kintaro, oltre a salutarti, faccio i complimenti a te ed alla saggezza popolare della tua terra! biggrin.gif
-missing
QUOTE(kintaro70 @ Feb 11 2010, 08:53 AM) *
Dalle mie parti esiste un vecchio adagio che recita: "una conca ed una cunetta fanno un piano" laugh.gif

Il detto rende perfettamente l'idea.
Ed in effetti, su sensore 35mm, f4: 200mm a 4 metri, 50mm a 1 metro: DOF identica (9 centimetri circa).
Gianmaria Veronese
Tutto torna... smile.gif

guru.gif grazie.gif
aproserpio
La profondità di campo è influenzata da 3 fattori:

- cerchio di confusione
- diaframma
- rapporto di ingrandimento

Focale e distanza dal soggetto non inflenzano la PDC se non vanno a modificare uno dei tre parametri precedenti.

(vedi allegato a pag 5)

Ciao.
LiquidTek
QUOTE(aproserpio @ Feb 11 2010, 02:02 PM) *
La profondità di campo è influenzata da 3 fattori:

- cerchio di confusione
- diaframma
- rapporto di ingrandimento

Focale e distanza dal soggetto non inflenzano la PDC se non vanno a modificare uno dei tre parametri precedenti.

(vedi allegato a pag 5)

Ciao.


Buonasera!

Il problema è che per arrivare allo stesso rapporto di ingrandimento, bisogna per forza scomodare i concetti di distanza di ripresa e lunghezza focale. Non a caso sono i parametri richiesti per i calcoli numerici per determinare la profondità di campo.

Saluti!
Gianmaria Veronese
Mi sono scaricato DoF master.. ma i dubbi continuano..
Nel senso che ho messo come lenti un 20mm e un 100mm, cdc=0,25 come consigliato per APSC.
Ora, supponiamo che con il 20mm il soggetto sia a 2m, quindi con il 100 devo stare a 10m giusto? (è qui che mi sorge il dubbio...).. unsure.gif

Quello che vedo è che se focheggio con entrambi a 2m, il grandangolo ha una PdC infinita rispetto al Tele..
Se focheggio a 2m e a 10m il divario si riduce, ma in ogni caso il tele ha un PdC più ridotta..

Dove sbaglio? huh.gif
kintaro70
QUOTE(Tore jr @ Feb 11 2010, 07:27 PM) *
Dove sbaglio? huh.gif


Sbagli IMHO nel fatto che a 20mm sei a 2m non significa necessariamente che focale 5x (100mm) = 5 volte la distanza per avere lo stesso RR.


Ad esempio il 105 Micro VR ha minima distanza di MaF = 31 cm per avere RR 1:1, il tokina 100mm Macro per avere il RR1:1 focheggia a 30cm, il 200 micro per raggiungere RR1:1 focheggia a 50 cm e non 60cm come dovrebbe suggerire la tua teoria.

QUOTE(LiquidTek @ Feb 11 2010, 09:51 AM) *
Kintaro, oltre a salutarti, faccio i complimenti a te ed alla saggezza popolare della tua terra! biggrin.gif


Contraccambio i saluti calorosamente.

QUOTE(paolodes @ Feb 11 2010, 11:40 AM) *
Il detto rende perfettamente l'idea.


Grazie
giosanta
Per focalizzare (è proprio il caso...) il concetto proviamo considerare un diverso punto di vista. Precisamente partendo dal concetto teorico: la profondità di campo non esiste: il punto nodale, dove i raggi luminosi fatti convergere dalla lente, convergono per poi riaprirsi sul piano di messa a fuoco è, appunto un punto (scusate l'assonanza), pertanto adimensionale. In teoria quindi, per tutte le distanze inferiori a infinito (valore convenzionale che in realtà è pari a x volte - ora non ricordo - la lunghezza focale), potremmo solo fotografare quadri, posto che la nostra ottica non sia affetta da curvatura di campo.
Poiché però il nostro occhio al di sotto di un certo valore non è più in grado di distinguere grandezze diverse, poiché la pellicola o il sensore non hanno risolvenza infinita, poiché guardiamo le foto da una certa distanza, possiamo definire una grandezza, puramente convenzionale, che chiamiamo cerchio di confusione, tale trasformare il nostro piano teorico in un parallelepipedo di un certo spessore, entro il cui spessore TUTTO è, apparentemente, a fuoco.
I parametri che definiscono questo spessore dipendono esclusivamente dalla distanza di messa fuoco, dal diaframma e dalla lunghezza focale ASSOLUTA, ovvero indipendente dalle dimensioni dell'elemento sensibile; pertanto, ad esempio, un 80mm focheggiato a 2 metri, f8, produce esattamente la stessa PDC indipendentemente dal fatto che dietro ci sia un sensore DX, una pezzo di pellicola 24x 36 o 6x6; cambia ovviamente l'angolo di campo dell'immagine ma questo non c'entra nulla (parliamo naturalmente di un ottica teorica a copertura enorme e tiraggio pressoché nullo). E' il motivo per cui su un elemento sensibile piccolo risulta difficile avere una messa a fuoco selettiva, a causa delle lunghezze focali utilizzate relativamente corte (pertanto indipendentemente dal campo inquadrato), mentre al contrario con i grandi formati tipici dei banchi ottici, utilizzanti lunghezze focali relativamente grandi, anche per grandi angoli di campo, occorre estendere la nitidezza con basculaggi (regola di Scheimpflug).
In definiva quindi i parametri meccanici che definiscono la PDC sono esclusivamente: lunghezza focale, diaframma e distanza di messa a fuoco; null'altro.
aproserpio
QUOTE(giosanta @ Feb 12 2010, 02:28 AM) *
...
In definiva quindi i parametri meccanici che definiscono la PDC sono esclusivamente: lunghezza focale, diaframma e distanza di messa a fuoco; null'altro.


Non è la lunghezza focale a influenzare la PDC, ma rapporto di ingrandimento (che è però influenzato dalla lunghezza focale a partià di distanza dal soggetto inquadrato):

PDC = [ cerchio di confusione x 2 x diaframma x (rapporto di ingrandimento + 1) ] / rapporto di ingrandimento elevato al quadrato.

In questa formula la focale non è contemplata.

Ciao.
Andrea
Gianmaria Veronese
QUOTE(aproserpio @ Feb 12 2010, 02:03 PM) *
Non è la lunghezza focale a influenzare la PDC, ma rapporto di ingrandimento (che è però influenzato dalla lunghezza focale a partià di distanza dal soggetto inquadrato):

PDC = [ cerchio di confusione x 2 x diaframma x (rapporto di ingrandimento + 1) ] / rapporto di ingrandimento elevato al quadrato.

In questa formula la focale non è contemplata.

Ciao.
Andrea


Perfetto! grazie.gif
Tutto chiaro ora..
giosanta
Nella formula forse no, la ma la PDC dipende dalla lungezza focale. non è un opinione , è un fatto.
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