tra le foto, quella migliore è la prima.. hai cercato di giocare con la profondità di campo .. soggetto a fuoco nel primissimo piano con uno sfondo che si lascia intuire.. PECCATO che tutto il primo piano sia sfocato...
la mia diagnosi è che tu hai messo a fuoco alla distanza minima, ma la profondità di campo non era tale da includere anche la prima fila di fiori.. ricordati che esiste una zona, detta appunto profondità di campo, in cui gli oggetti NON sono a fuoco, ma sono sufficientemente definiti al punto di essere considerati "nitidi" (per A FUOCO si intende quel piano bidimensionale posto ad una certa distanza dal piano del sensore... ma è un piano, non un volume..). Tale distanza (PDC o DOF se cerchi in articoli inglesi) si estende per un terzo circa davanti al piano di MAF e per due terzi oltre il piano di MAF.
QUALI SONO I FATTORI CHE INFLUENZANO LA PDC?
te lo dico, prima che ti lanci in discussioni feroci dove nessuno capisce quello che dice l'altro, ma tutti hanno ragione per conto loro (esperienza personale .. recente..
)
1) il diaframma ... più è chiuso, più la profondità di campo aumenta.
2) la distanza di messa a fuoco.. più il piano di messa a fuoco è distante , più estesa sarà la pdc
3) il rapporto di riproduzione (INCHIODATELO in testa..
) : a parità di dimensione dell'elemento sensibile(DX o FX o medio formato ecc ecc), a parità di diaframma, VARIANDO la lunghezza focale, la profondità di campo RESTA INVARIATA
SE resta invariata la dimensione dell'oggetto sull'elemento sensibile.
spiego: stiamo fotografando un uomo. Quest'uomo lo vogliamo riprendere (sbagliando) in modo che stia dalla cima della testa alla pianta dei piedi esattamente nella dimensione del fotogramma. Se lo vogliamo ritrarre con un 180 mm staremo a 30 metri. se lo vogliamo ritrarre con un 50 staremo a 7 metri, se invece vogliamo usare un 14 mm staremo a 1 metro.. se in tutte queste variazioni abbiamo mantenuto il diaframma costante, la PDC non sarà variata. Ciò che differenzierà i vari scatti sarà la resa prospettica.
PER CONTRO, a parità di distanza di MAF otterrai una maggior profondità di campo al calare della lunghezza focale della lente.
Ti chiederai... perchè questo qui si è messo a sproloquiare sulla PDC che non me ne frega niente?
Perchè ho letto una cosa che mi ha fatto storcere un po il naso... Da quanto ho scritto, avrai capito come io - e altri con me- veda nel controllo del diaframma uno strumento per realizzare la composizione. Tu però hai detto che scatti in S, ovvero imposti il tempo e lasci che sia la macchina a impostare il diaframma (ovvero la pdc..)
Il diaframma che utilizzi deve essere una tua precisa scelta e il tempo la conseguenza.. se il tempo è troppo lungo allora alzi gli iso.. oppure se il tempo fosse inferiore a quello fisicamente sostenibile dalla macchina, o vari di poco il diaframma oppure usi i filtri per aumentare il tempo di esposizione...
Per esempio nel primo scatto (scattato in S) la macchina ha impostato un diaframma f8 che non ti ha consentito di contenere nella pdc anche la prima fila di fiori..
tuttavia.. forza e coraggio che SIAMO in tanti a dover capire bene come controllare questi meccanismi!!