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Introdotti a inizio anno in alcuni modelli di videocamera HD, i giovani sensori d'immagine Exmor R di Sony hanno appena fatto il loro debutto nel mondo delle fotocamere compatte. Dichiarati fino a due volte più recettivi alla luce rispetto ai sensori CMOS tradizionali, gli Exmor R sono in grado di catturare immagini di migliore qualità, soprattutto in condizioni di scarsa luce.
il dispositivoIl "segreto" alla base dei nuovi sensori di Sony è la struttura cosiddetta back-illuminated, progettata per esporre alla luce quella che normalmente sarebbe la parte posteriore del sensore: qui si trovano i fotodiodi, ossia i minuscoli ricettori ottici che trasformano la luce in un segnale elettrico. Per raggiungere tali diodi, in un sensore CMOS classico la luce deve attraversare una fitta trama di circuiti e transistor: benché microscopici, questi componenti non sono trasparenti, bloccando di conseguenza una sostanziale quantità di luce. Per risolvere il problema, la struttura degli Exmor R è stata invertita, così da esporre direttamente alla luce lo strato di fotodiodi: in questo modo gli elementi fotosensibili possono ricevere un irraggiamento luminoso fino al 200 per cento superiore e fornire un miglior rapporto segnale/rumore, quantificato da Sony in +8 decibel (+6 dB di sensibilità e -2 dB di rumore).
In soldoni, a pari sensibilità ISO i nuovi sensori di Sony riducono il rumore digitale nelle foto del 50 per cento, consentendo alla macchina (o al fotografo, se si scatta in manuale) di utilizzare sensibilità ISO più elevate. Ciò ha diverse conseguenze positive, come quella di poter scattare con tempi più rapidi, scongiurando l'effetto mosso, o di utilizzare diaframmi più chiusi, in modo da massimizzare la profondità di campo (tipicamente richiesta per le foto di paesaggio).
il dispositivoIl "segreto" alla base dei nuovi sensori di Sony è la struttura cosiddetta back-illuminated, progettata per esporre alla luce quella che normalmente sarebbe la parte posteriore del sensore: qui si trovano i fotodiodi, ossia i minuscoli ricettori ottici che trasformano la luce in un segnale elettrico. Per raggiungere tali diodi, in un sensore CMOS classico la luce deve attraversare una fitta trama di circuiti e transistor: benché microscopici, questi componenti non sono trasparenti, bloccando di conseguenza una sostanziale quantità di luce. Per risolvere il problema, la struttura degli Exmor R è stata invertita, così da esporre direttamente alla luce lo strato di fotodiodi: in questo modo gli elementi fotosensibili possono ricevere un irraggiamento luminoso fino al 200 per cento superiore e fornire un miglior rapporto segnale/rumore, quantificato da Sony in +8 decibel (+6 dB di sensibilità e -2 dB di rumore).
In soldoni, a pari sensibilità ISO i nuovi sensori di Sony riducono il rumore digitale nelle foto del 50 per cento, consentendo alla macchina (o al fotografo, se si scatta in manuale) di utilizzare sensibilità ISO più elevate. Ciò ha diverse conseguenze positive, come quella di poter scattare con tempi più rapidi, scongiurando l'effetto mosso, o di utilizzare diaframmi più chiusi, in modo da massimizzare la profondità di campo (tipicamente richiesta per le foto di paesaggio).