Grazie per avere indicato l'interessante articolo.
Sono d'accordo con te sul fatto che siamo in un momento epocale pe quello che riguarda la fotografia, un pò come nel passaggio dal carretto trainato da animali all'automobile. L'automobile consuma benzina e un sacco di altre risorse, un cavallo ha bisogno solo di un pò di biada e di affetto. E possiamo quindi dire che dall'epoca della prima apparizione del motore a scoppio fino ad ora, i cavalli non sono mai del tutto spariti e quei pochi rimasti sono forse più amati di prima.
Questo secondo è il futuro della pellicola: un genere fotografico non necessariamente per "irriducibili", ma destinato ad una nicchia di amatori che vogliono cimentarsi con la latitudine di esposizione, indici di contrasto, grana e rivelatori. Il paradosso è che fino a ieri noi chiedevamo alla pellicola di comportarsi come il digitale: nitidezza, assenza di grana, latitudine di esposizione, e via dicendo. Oggi che la pellicola è "sparita", chiediamo al sensore una resa "fotografica", perchè il rumore non è purtroppo simile a nessun tipo di grana di alogenuri d'argento, e rischia di apparire spesso terribilmente artificiosa rispetto ad un negativo tradizionale. Personalmente, proprio in questi giorni ho rispolverato il mio corredino Leica M, rigiro tra le mani i preziosi obiettivi e faccio qualche scatto a vuoto giusto per verificare se tutti i tempi funzionano ancora. Ho l'intima convinzione che non è tutto finito qua e penso anche che nel futuro ritorneremo ad avere rulli in bianco e nero della stessa qualità della Ferrania, negativi ricchi di argento con neri profondissimi e grana sublime. Insomma roba per ricchi.