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ibis.pn2
Un ciao a tutti. Chiedo ai guru del forum qualche illuminazione decisiva sul punto "esposizione".Mi spiego meglio. Per calibrare al meglio (partendo dal presupposto che non esiste un'esposizione oggettivamente corretta ma ne esistono di soggettivamente corrette e, quindi, artisticamente interpretabili per ogni scena) un'esposizione ci si può servire del più banale esposimetro presente nel corpo macchina (influenzato però, anche nella lettura spot, quella più calibrata, ad esempio, dall'obiettivo usato...in un grandandolo, anche una lettura spot può mixare diverse riflettenze perchè vengono accidentalmente comprese aree o soggetti che restituiscono la luce in modo diverso), di un cartoncino grigio neutro al diciotto per cento (o ricercando, sul luogo della scena qualcosa che lo avvicini), oppure di un esposimetro esterno, che legge in modo più raffinato e preciso ogni singola rifrazione della luce della scena, anche in senso incidente (più ottimale la lettura della luce di quest'ultimo) e non solo riflettente. Vengo al punto. Alla luce di quanto promesso e, quindi, dei diversi modi di approcciare l'esposizione di una scena, chiedo ai partecipanti al forum: come misurate l'esposizione e quale ritenete sia il metodo che vi ha dato maggior precisione ed ha risposto maggiormente alle vostre esigenze di interpretazione di una scena, al fine di bel calibrare, ad esempio (il più classico ed importante), luci fortemente contrastate in una scena, che costringono sempre ad un compromesso, quasi mai soddisfacente? Per quale delle vie (se ne esistono altre, ben venga saperlo) su esposte optate? Grazie per il vostro contributo.
teo_0
Prima di tutto bisogna precisare che l'esposimetro della macchina è a luce incidente, quello esterno invece, a luce riflessa.

Se devi fotografare un paesaggio e hai un oggetto vicino dove calcolare l'esposizione usa quello esterno, altrimenti quello interno alla macchina va benissimo.
L'esposimetro esterno per quanto mi riguarda trovo sia utile nel caso di ritratto ambientato, dove puoi andare a calcolare esattamente la luce riflessa del soggetto che fotografi, anche perchè il resto ha una minore importanza.
Per il ritratto in interni l'esposizione indicata da quello esterno è quasi sempre uguale a quella della macchina.
spero di esserti stato utile.
ciao
ibis.pn2
QUOTE(teo_0 @ Nov 19 2008, 10:31 AM) *
Prima di tutto bisogna precisare che l'esposimetro della macchina è a luce incidente, quello esterno invece, a luce riflessa.

Se devi fotografare un paesaggio e hai un oggetto vicino dove calcolare l'esposizione usa quello esterno, altrimenti quello interno alla macchina va benissimo.
L'esposimetro esterno per quanto mi riguarda trovo sia utile nel caso di ritratto ambientato, dove puoi andare a calcolare esattamente la luce riflessa del soggetto che fotografi, anche perchè il resto ha una minore importanza.
Per il ritratto in interni l'esposizione indicata da quello esterno è quasi sempre uguale a quella della macchina.
spero di esserti stato utile.
ciao


la tua premessa tecnica, consentimelo, però, è errata: gli esposimetri esterni possono misurare la luce incidente (se dotati dell’apposito cappuccio), mentre con l’esposimetro incorporato nella macchina fotografica si può misurare solo la luce riflessa
enrico
Io preferisco l'esposimetro interno. Quello esterno non tiene conto dell'assorbimento del sistema ottico di ciascun obiettivo e del tiraggio, mentre quello interno lo fa automaticamente. Inoltre, se si usa in versione spot, si può analizzare la distribuzione delle diverse luminanze della scena e decidere di conseguenza.
Un saluto
Enrico
Massimiliano Piatti
QUOTE(teo_0 @ Nov 19 2008, 10:31 AM) *
Prima di tutto bisogna precisare che l'esposimetro della macchina è a luce incidente, quello esterno invece, a luce riflessa.


Be devo dire che allora fino ad oggi non ho capito niente (cosa molto possibile!!!) hmmm.gif

saluti massi
enrico
L'esposimetro della macchina, essendo interno, misura la luce riflessa dalla scena. Gli esposimetri a luce incidente non possono che essere quelli esterni, muniti di calotta emisferica o piatta, che misurano l'intensità luminosa proveniente non dal soggetto, ma dalla sorgente luminosa.
Saluti
Enrico
Massimiliano Piatti
Mi sa che l'amico Teo ha una teoria tutta sua sugli esposimetri blink.gif

Ciao massi rolleyes.gif
ibis.pn2
QUOTE(pimassi @ Nov 19 2008, 06:14 PM) *
Mi sa che l'amico Teo ha una teoria tutta sua sugli esposimetri blink.gif

Ciao massi rolleyes.gif


ragazzi,mi aspetto maggiori contributi alla discussione. Possedete forse tutti un assoluto controllo dell'esposizione nelle situazioni di maggiore contrato? Chi usa esposimetri esterni a lettura spot, ad esempio, che esperienza ne ha ricavato? Lasciamo stare che in pp, spesso, si può rimediare ad un cielo bruciato (sino ad un certo punto) o ad una chiusura di ombre che si inghiottisce i dettagli, ma tutti debbono sempre rinunciare a qualcosa quando si trovano a dover necessariamente optare per una sotto o sovra-esposizione di una scena fortemente contrastata.sono sufficienti gli esposimetri interni? Perchè molti professionisti, si legge da qualche parte, usano sempre "esposimetri esterni a lettura spot"? Vorrei raccogliere le vostre testimonianze in merito al "come approcciate il problema espositivo".
nippokid (was here)
Lasciando da parte alcune bizzarre teo_rie... biggrin.gif

Appurato che gli esposimetri delle reflex effettuano una lettura TTL della luce riflessa dal "target" su cui vengono puntati (escludiamo dalla questione le modalità "ponderanti", quindi il Matrix..) e suggeriscono una coppia tempo/diaframma idonea a restituire un'esposizione tale da rappresentare il "target" con una "densità" pari a quella del grigio 18%, e che gli esposimetri esterni hanno la capacità di misurazione sia della luce incidente, sia della luce riflessa (togliendo la sfera opalina in alcuni modelli o mediante un aggiuntivo spot o un vero e proprio mirino spot con angoli di lettura molto ridotti, in altri modelli...) mi pare che si tenda a voler demandare alla lettura esposimetrica qualcosa che non gli "compete" e che dovrebbe derivare dalla ponderazione del fotografo.

Un esposimetro fornisce solamente una lettura oggettiva della luce presente "sulla scena" in vari modi, come detto.
Ogni modalità ha la sua "destinazione d'uso elettiva"...è abbastanza assurdo l'utilizzo di un esposimetro a luce incidente nella fotografia di paesaggio, date le distanze in gioco, così come è inutile cercare di misurare il lampo di flash da studio con l'esposimetro interno alla reflex...etc. etc....

Nel caso specifico si fa riferimento a situazioni generiche di alto contrasto, suppongo senza la possibilità di influire sull'illuminazione della scena.

A prescindere dal tipo di strumento, cosa può fare la lettura esposimetrica se non indicarci il differenziale tra alte luci e ombre profonde? Niente. In che modo può agevolare la scelta di esposizione nel caso in cui il contrasto della scena ecceda la gamma dinamica del materiale sensibile? In nessuno...

Non c'è differenza alcuna nell'utilizzare questo o quel tipo di esposimetro, supponendo che siano utilizzati correttamente. La differenza la farà la capacità del fotografo nel prendere la "giusta" decisione interpretando la misurazione o il range di misurazione, valutando la scena, conoscendo la propria attrezzatura e assecondando le proprie intenzioni espressive.

Poi è chiaro che ci sono le "finezze", le preferenze personali e i "trucchetti"... sleep.gif

Quindi..
QUOTE
sono sufficienti gli esposimetri interni?


NO!! smile.gif (...come strumenti posson bastare, certo...)

bye.

enrico
Quello che dice nippokid non fa una piega. L'esposimetro è solo uno strumento. Ci evita errori grossolani, ma non basta per fare una buona foto. Ai suoi circuiti elettronici occorre aggiungere i nostri neuroni. Le sue indicazioni sono quindi soltanto orientative. Oltretutto, oggi abbiamo con il digitale un ulteriore potente alleato: "l'istogramma".
Enrico
ibis.pn2
QUOTE(enrico @ Nov 19 2008, 10:49 PM) *
Quello che dice nippokid non fa una piega. L'esposimetro è solo uno strumento. Ci evita errori grossolani, ma non basta per fare una buona foto. Ai suoi circuiti elettronici occorre aggiungere i nostri neuroni. Le sue indicazioni sono quindi soltanto orientative. Oltretutto, oggi abbiamo con il digitale un ulteriore potente alleato: "l'istogramma".
Enrico


Sarà anche cosi, Enrico, però mi chiedo se, usando ad esempio un grandangolo, anche impostando la lettura dell'esposimetro interno su "spot", quanti dettagli rischi di comprendere in una misurazione, mixandoli in modo improprio assieme (ognuno riflettendo una propria intensità della luce da cui è colpito). E mi chiedo perchè tanti professionisti utilizzano esposimetri esterni anche per valutare la luce incidente con strumetni a lettura a spot, mediante dei medio-tele, di pochi gradi, per mediare i valori tra le indicazioni dell'esposimetro in macchina e quello esterno
enrico
Impostando l'esposimetro su spot, scegli tu su quali punti della scena fare le misurazioni. Puoi fare letture sulle alte luci e sulle ombre e vedere se il contrasto della scena entra o meno nella gamma dinamica della pellicola/sensore e decidere cosa eventualmente sacrificare o se utilizzare luci ausiliarie o pannelli riflettenti per abbassare il contrasto. Immagino che l'uso di esposimetri esterni da parte di professionisti, corrisponda o ad una certa praticità, per esempio nel disporre le luci intorno al soggetto, senza dover andare ogni volta alla macchina. Questo per lo still life ed il ritratto.
Per i paesaggi, nel passato quando si usava il B/N c'era un'arma in più, vale a dire i filtri di contrasto con i quali si poteva modificare l'intensità dei diversi colori, cosa che oggi si può fare meglio con i programmi di fotoritocco e con quello strumento eccezionale che sono le curve. In camera oscura si ricorreva alle bruciature ed alle schermature in fase di stampa. La corretta esposizione è importante, e mira a registrare quanti più dettagli possibile nelle zone che ci interessano. Con il digitale, oltre all'esposimetro interno, hai l'istogramma che ti permette di vedere come sono andate le cose ed eventualmente ripetere lo scatto.
Pensa che molti grandi fotografi del passato, stimavano la luce "ad occhio" ed hanno realizato capolavori. Il tuo interesse per le tecniche esposimetriche è legittimo, ma non rischiare di dar loro una eccessiva importanza, concentrati di più sull'immagine. Se vuoi poi acquistare un esposimetro esterno, ben venga. Anch'io sono appassionato di tecnologia e di strumenti smile.gif
Buona giornata
Enrico
ibis.pn2
QUOTE(enrico @ Nov 20 2008, 09:25 AM) *
Impostando l'esposimetro su spot, scegli tu su quali punti della scena fare le misurazioni. Puoi fare letture sulle alte luci e sulle ombre e vedere se il contrasto della scena entra o meno nella gamma dinamica della pellicola/sensore e decidere cosa eventualmente sacrificare o se utilizzare luci ausiliarie o pannelli riflettenti per abbassare il contrasto. Immagino che l'uso di esposimetri esterni da parte di professionisti, corrisponda o ad una certa praticità, per esempio nel disporre le luci intorno al soggetto, senza dover andare ogni volta alla macchina. Questo per lo still life ed il ritratto.
Per i paesaggi, nel passato quando si usava il B/N c'era un'arma in più, vale a dire i filtri di contrasto con i quali si poteva modificare l'intensità dei diversi colori, cosa che oggi si può fare meglio con i programmi di fotoritocco e con quello strumento eccezionale che sono le curve. In camera oscura si ricorreva alle bruciature ed alle schermature in fase di stampa. La corretta esposizione è importante, e mira a registrare quanti più dettagli possibile nelle zone che ci interessano. Con il digitale, oltre all'esposimetro interno, hai l'istogramma che ti permette di vedere come sono andate le cose ed eventualmente ripetere lo scatto.
Pensa che molti grandi fotografi del passato, stimavano la luce "ad occhio" ed hanno realizato capolavori. Il tuo interesse per le tecniche esposimetriche è legittimo, ma non rischiare di dar loro una eccessiva importanza, concentrati di più sull'immagine. Se vuoi poi acquistare un esposimetro esterno, ben venga. Anch'io sono appassionato di tecnologia e di strumenti smile.gif
Buona giornata
Enrico


grande enrico smile.gif ..anche perchè hai collaborato (anche tutt'ora?) con una rivista che leggo da anni (tutti fotografi).Grazie dei consigli.Non voglio insistere troppo,ho colto che dslr di oggi hanno esposimetri interni (settati sulla lettura "spot") sofisticati ed attendibili e che la misurazione si può fare dove voglio ma...si parla sempre e cmq di luce riflessa, con tutti i condizionamenti del caso relativi all'assorbimento prima ed restituzione poi delle onde di cromia filtrate dalgi stessi.Una lettura incidente, come da esposimetro esterno,vuoi che non sia piu' fedele e reale,quanto al cogliere la reale luce presente nell'intera scena?
enrico
Sarà più fedele nella misura esterna, ma resta il fatto che la luce che colpisce il sensore o la pellicola è quella che ha attraversato l'obiettivo. Quindi l'esposimetro interno ne tiene conto, quello esterno no. Tant'è vero che, accanto ai numeri f di diaframma, esistono (non so se sono ancora in uso, una volta lo erano sulle cineprese professionali) i numeri T. Mi spiego meglio: gli obiettivi, specie quelli con molte lenti, trasmettono meno luce di quella che ci si aspetterebbe, per assorbimento e riflessione, anche se il trattamento antiriflessi riduce il problema. Per le cineprese professionali vengono usati i numeri T (T sta per trasmittanza) che corrispondono alle aperture relative di un obiettivo perfetto (trasmittanza = 1, cioé senza perdite) che determina lo stesso illuminamento dell'obiettivo in esame. Se ad esempio un obiettivo ad f/5,6 trasmette solo il 50% della luce che lo attraversa (trasmittanza 0,5), viene tarato in corrispondenza, con T/8 ed è su questo valore e non su f/5,6 che si imposta l'esposizione misurata con un esposimetro esterno. Quello interno ovviamente risolve in automatico il problema perché misura la luce effettivamente trasmessa.
Si, gli articoli su Tutti Fotografi sono miei.
Un saluto
Enrico
vvtyise@tin.it
discussione molto utile ed interessante, ma credo che alla fine con le nostre macchine l'utilizzo di un esposimetro esterno possa essere necessario solo per casi specifici.
giannizadra
QUOTE(ibis.pn2 @ Nov 20 2008, 08:58 AM) *
Sarà anche cosi, Enrico, però mi chiedo se, usando ad esempio un grandangolo, anche impostando la lettura dell'esposimetro interno su "spot", quanti dettagli rischi di comprendere in una misurazione, mixandoli in modo improprio assieme (ognuno riflettendo una propria intensità della luce da cui è colpito). E mi chiedo perchè tanti professionisti utilizzano esposimetri esterni anche per valutare la luce incidente con strumetni a lettura a spot, mediante dei medio-tele, di pochi gradi, per mediare i valori tra le indicazioni dell'esposimetro in macchina e quello esterno


In spot, devi misurare una zona di luminosità media (es. grigio al 18%) per rendere sull'immagine una scena "simile" a quella che vedi ("latitudine di posa" dell'elemento sensibile permettendo).
Anche in un paesaggio con grandangolo, ne trovi fin che vuoi.

La misurazione effettuata con gli Spotmeter (pochi gradi), è in luce riflessa, non in luce incidente.
Stai facendo confusione. wink.gif
La misurazione a luce incidente si effettua col diffusore, rivolgendolo dal soggetto verso la fonte luminosa.
nippokid (was here)
QUOTE(ibis.pn2 @ Nov 20 2008, 08:58 AM) *
Sarà anche cosi, Enrico, però mi chiedo se, usando ad esempio un grandangolo, anche impostando la lettura dell'esposimetro interno su "spot", quanti dettagli rischi di comprendere in una misurazione, mixandoli in modo improprio assieme (ognuno riflettendo una propria intensità della luce da cui è colpito). E mi chiedo perchè tanti professionisti utilizzano esposimetri esterni anche per valutare la luce incidente con strumetni a lettura a spot, mediante dei medio-tele, di pochi gradi, per mediare i valori tra le indicazioni dell'esposimetro in macchina e quello esterno

Mi pare ci sia un pò di "confusione" residua su luce riflessa e luce incidente...

IPB Immagine

Esposimetro esterno, soprattutto nelle "declinazioni" più volte prese a riferimento nel 3d, non è "sinonimo" di lettura della luce incidente.
Gli esposimetri spot a cui fai riferimento eseguono una lettura della luce riflessa tanto quanto l'esposimetro delle reflex.
La differenza è solo nell'angolo di lettura, generalmente di 1° negli esposimetri spot esterni, variabile in base alla lunghezza focale in uso nel caso dell'esposimetro interno.

Quindi la scelta di utilizzo dei primi può essere dovuta alla lettura più selettiva di quanto sia la lettura spot "attraverso" un ultragrandangolare, addirittura meno selettiva (ad occhio..) utilizzando un teleobiettivo da 200mm.
Diventa una scelta di praticità e/o abitudine, non di accuratezza "tout-court"...dipende...anche dalla scena da riprendere...

Nessuna "demonizzazione" degli esposimetri esterni eh, sono un felice possessore ed utilizzatore di Minolta Flashmeter IV di cui non potrei fare a meno, ma solo -generalmente- in situazioni di luce controllata dove sono io a costruire o modificare l'illuminazione, nell'utilizzo di flash da studio e comunque in situazioni "ristrette" dove devo avere il controllo totale di luci ed ombre...non mi sognerei mai di voler misurare la luce incidente sulle Tre Cime di Lavaredo... wink.gif

bye.


Oooops, una telefonata e non mi sono accorto della risposta Gianni rolleyes.gif ...repetita iuvant tongue.gif
ibis.pn2
QUOTE(giannizadra @ Nov 20 2008, 04:08 PM) *
In spot, devi misurare una zona di luminosità media (es. grigio al 18%) per rendere sull'immagine una scena "simile" a quella che vedi ("latitudine di posa" dell'elemento sensibile permettendo).
Anche in un paesaggio con grandangolo, ne trovi fin che vuoi.

La misurazione effettuata con gli Spotmeter (pochi gradi), è in luce riflessa, non in luce incidente.
Stai facendo confusione. wink.gif
La misurazione a luce incidente si effettua col diffusore, rivolgendolo dal soggetto verso la fonte luminosa.


oh...ma chi si vede da queste parti rolleyes.gif ...gianni, quando parlo di esposimetro esterno intendo automaticamente quello con diffusore incorporato (mi è scappata la parola "spot", ok, chiedo venia, ho fuorviato), sennò la discussione non avrebbe senso (vedi ad esempio "Esposimetro Sekonic L-358"). Ergo: il domandone è sempre lo stesso: meglio scatenare l'esposimetro a misurazione della luce riflessa del corpo macchina, affiancando la sua misurazione con uno dotato di diffusore per valutare la luce realmente incidente sulla scena (e magari trovare un sano compromesso tra le due letture per calibrare al meglio l'esposizione) o è sufficiente/meglio affidarsi al semplice esposimetro a misurazione spot della fotocamera? Questo desidero sapere, sulla base dei più scafati in materia.
giannizadra
QUOTE(ibis.pn2 @ Nov 20 2008, 04:29 PM) *
oh...ma chi si vede da queste parti rolleyes.gif ...gianni, quando parlo di esposimetro esterno intendo automaticamente quello con diffusore incorporato (mi è scappata la parola "spot", ok, chiedo venia, ho fuorviato), sennò la discussione non avrebbe senso (vedi ad esempio "Esposimetro Sekonic L-358"). Ergo: il domandone è sempre lo stesso: meglio scatenare l'esposimetro a misurazione della luce riflessa del corpo macchina, affiancando la sua misurazione con uno dotato di diffusore per valutare la luce realmente incidente sulla scena (e magari trovare un sano compromesso tra le due letture per calibrare al meglio l'esposizione) o è sufficiente/meglio affidarsi al semplice esposimetro a misurazione spot della fotocamera? Questo desidero sapere, sulla base dei più scafati in materia.


1) Se sai esporre in Spot (cioè se sai scegliere la zona di tonalità media), non hai bisogno di esposimetri esterni;
2) se non te la senti, dal 90 al 95 % dei casi va bene il matrix;
3) Se misuri in luce incidente, non devi assolutamente trovare compromessi con altre modalità di misura. Non avrebbe alcun senso.
4) se ti complichi meno la vita, otterrai qualche scatto buono in più... smile.gif

PS. Passi tutto, ma la misurazione in luce incidente non si fa con mediotele e pochi gradi... rolleyes.gif
giannizadra
PS. Perché non ti regali per Natale un Expodisc ?
Ti consentirà di effettuare misurazioni in luce incidente con l'esposimetro della fotocamera, ed è abbastanza ingombrante da non farti rimpiangere l'esposimetro esterno. rolleyes.gif
ibis.pn2
QUOTE(giannizadra @ Nov 20 2008, 04:49 PM) *
PS. Perché non ti regali per Natale un Expodisc ?
Ti consentirà di effettuare misurazioni in luce incidente con l'esposimetro della fotocamera, ed è abbastanza ingombrante da non farti rimpiangere l'esposimetro esterno. rolleyes.gif


accidenti a voi ed alle vostre "canzonature da guru della fotografia" smile.gif ...mi dispiace se per qualcuno quelli che per me sono interrogativi attuali per qualcuno lo sono stati (ed ampiamente assodati e risolti) solo in un trapassato remoto. Sto scherzando, ovviamente, caro Gianni. Cmq il tuo suggerimento, per quanto condito di una sana accezione ironica, non è un'idea del tutto trascurabile. Come valuti/valutate l'expodisc? Un'idiozia commerciale o una trovata degna di attenzione (ed abb. economico) per valutare meglio la luce incidente sulla scena da riprendere, in grado di sostituire l'ingombro di un esposimetro dotato di diffusore?
teo_0
scusate ho proprio sbagliato a scrivere! smile.gif
ibis.pn2
QUOTE(ibis.pn2 @ Nov 20 2008, 05:05 PM) *
accidenti a voi ed alle vostre "canzonature da guru della fotografia" smile.gif ...mi dispiace se per qualcuno quelli che per me sono interrogativi attuali per qualcuno lo sono stati (ed ampiamente assodati e risolti) solo in un trapassato remoto. Sto scherzando, ovviamente, caro Gianni. Cmq il tuo suggerimento, per quanto condito di una sana accezione ironica, non è un'idea del tutto trascurabile. Come valuti/valutate l'expodisc? Un'idiozia commerciale o una trovata degna di attenzione (ed abb. economico) per valutare meglio la luce incidente sulla scena da riprendere, in grado di sostituire l'ingombro di un esposimetro dotato di diffusore?



cmq, Gianni, è bene precisare che l'expodisc non e' nato per misurare l'esposizione, come il cartoncino grigio, ma per bilanciare il bianco. Non è la soluzione più consona per chi cerca di bilanciare meglio un'esposizione
giannizadra
QUOTE(ibis.pn2 @ Nov 20 2008, 05:59 PM) *
cmq, Gianni, è bene precisare che l'expodisc non e' nato per misurare l'esposizione, come il cartoncino grigio, ma per bilanciare il bianco. Non è la soluzione più consona per chi cerca di bilanciare meglio un'esposizione


L'Expodisc fa entrambe le cose.
Allo stesso modo.
Non è che sia più adatto per l'una o per l'altra.

Se però cerchi un po' di accrocchi da portarti dietro, puoi sempre mettere in borsa un termocolorimetro (per il WB) e un esposimetro esterni. smile.gif
Argox44
il secolo scorso mi ricordo che c'era un copulino diffusore da applicare sulla filettatura dell'obiettivo per misurare la luce incidente con l'esposimetro della fotocamera,
il sistema mi sembra di ricordare che fosse della Topcon
Argox44
anzi sono sicuro messicano.gif

TOPCON Camera
ibis.pn2
QUOTE(Argox @ Nov 20 2008, 08:26 PM) *
anzi sono sicuro messicano.gif

TOPCON Camera


quindi, riassumendo i pareri che cortesemente mi ha fornito chi ha voluto partecipare a questo 3d, pare di intuire che, mediamente, ai fini di una lettura corretta della luce presente sulla scena da ritrarre e di un'esposizione che meglio corrisponda alle volontà del fotografo di turno, è sufficiente servirsi di una mera lettura della luce riflessa, ottimamente (gli esposimetri dei corpi macchina pare si siano molto evoluti sul punto) fornita da una macchina di medio/buon livello. Nessuno, infatti ha parlato di uso necessario di esposimetri esterni spot per calibrare al meglio le diverse accezioni di luce riflessa dagli elementi presenti sulla scena nè, tantomeno, per elogiare l'assoluta meraviglia di una lettura incidente della luce mediante costosissimi cupolizzati esposimetri esterni che forniscono anche questa chicca. Meglio, quindi, impiegare i propri denari, in modo più proficuo, per ottiche dal calibro eccellente: meno amenicoli (costosi, peraltro) e maggior fiducia nell'esposimetro on camera. E' cosi?
vvtyise@tin.it
conclusione corretta. L'espoimetro esterno va sicuramente meglio per foto in studio con flash multipli, fari, pannelli riflettenti, ecc.
nippokid (was here)
QUOTE(ibis.pn2 @ Nov 24 2008, 12:19 PM) *
quindi, riassumendo i pareri che cortesemente mi ha fornito chi ha voluto partecipare a questo 3d, pare di intuire che, mediamente, ai fini di una lettura corretta della luce presente sulla scena da ritrarre e di un'esposizione che meglio corrisponda alle volontà del fotografo di turno, è sufficiente servirsi di una mera lettura della luce riflessa, ottimamente (gli esposimetri dei corpi macchina pare si siano molto evoluti sul punto) fornita da una macchina di medio/buon livello. Nessuno, infatti ha parlato di uso necessario di esposimetri esterni spot per calibrare al meglio le diverse accezioni di luce riflessa dagli elementi presenti sulla scena nè, tantomeno, per elogiare l'assoluta meraviglia di una lettura incidente della luce mediante costosissimi cupolizzati esposimetri esterni che forniscono anche questa chicca. Meglio, quindi, impiegare i propri denari, in modo più proficuo, per ottiche dal calibro eccellente: meno amenicoli (costosi, peraltro) e maggior fiducia nell'esposimetro on camera. E' cosi?

Ciao,
se mi permetti, ritengo che tu stia generalizzando e conformando un pò troppo i vari aspetti della questione che è in realtà molto eterogenea.

La scena da ritrarre è sempre diversa, come diverse sono le varie "discipline" della fotografia che si portano appresso differenti esigenze e differenti complicazioni/necessità operative.

Tanto la lettura della luce incidente, quanto la lettura della luce riflessa sono misurazioni oggettive e, per definizione, sono da ritenere egualmente "corrette" (..a patto che siano eseguite "a regola d'arte" e che gli strumenti siano tarati, naturalmente..).

La prima non "costringe" ad alcun ragionamento, misura la luce che "incide" sul soggetto.
La seconda, se la lettura non viene effettuata su di un grigio di riferimento, necessita di una compensazione per riportare la zona di lettura alla "densità reale", partendo dal grigio medio risultante da una mera applicazione dell'esposizione suggerita dalla lettura.
Il percorso è diverso, ma la precisione di per sè è la medesima.

L'evoluzione degli esposimetri delle reflex c'è stata, ma non in quanto a precisione di misurazione della luce (salvo, nei decenni, un cambiamento dei materiali utilizzati per cellule sensibili e quindi un miglioramento di continuità di prestazioni..), bensì nelle modalità più evolute di misurazione ed analisi della scena, come il nostro Matrix incredibilmente raffinato e "complicato" negli anni, ma questo c'entra poco con l'oggetto della chiacchierata...
La lettura spot funziona esattamente nello stesso modo da decenni e con le stesse possibilità di precisione. E non è diversa utilizzando una D40 o una D3.
Così come un esposimetro spot esterno non è più preciso nella misurazione della luce rispetto allo spot della reflex.
La differenza può essere (solo) l'angolo di lettura.

Insomma, le differenze sono tutte e solo operative.

Come già detto, ad ognuno il suo, non è questione di "ammennicoli" o fiducia...

Una situazione in studio o location con diversi flash da studio da bilanciare tra loro, magari da miscelare con la luce ambiente o altra luce continua, non è affrontabile "seriamente" senza un esposimetro ambiente/flash a luce incidente, salvo tentare acrobazie con cartoncino grigio per la luce ambiente e andare a tentativi (tanti..) per i flash.
In questi casi la lettura esposimetrica deve essere "a tutto tondo", non si può limitare solo alla luce principale sul soggetto, ma dovrà valutare le ombre, i contrasti, i ritorni di luce dal fondale, pannelli riflettenti o elementi secondari presenti sul set, etc.
La luce la si costruisce, non la si subisce...

Un fotografo sportivo ("rigidamente" parlando..) non l'ha nemmeno mai visto un flashmeter, semplicemente non gli serve.
Un fotografo "naturalista" (nell'accezione più comune..) nemmeno.
Un paesaggista non potrà fare Km per misurare la luce incidente della scena. Sceglierà uno strumento di misurazione della luce riflessa e farà le sue valutazioni...
Uno still-life-ista non può prescindere da un esposimetro esterno, in linea di massima, non solo per l'utilizzo di sistemi privi di esposimetro incorporato.
E così via...

Personalmente utilizzo tutti gli accrocchi che mi servono, se mi servono...in base al il tipo di lavoro che devo svolgere.
Flashmeter e Colormeter, per cui ho impiegato parecchi denari, fanno parte di questi accrocchi, ma possono tranquillamente restarsene in studio o in borsa...

bye.

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