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Adobe Rgb Vs. Srgb
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Lucabeer
Messaggio: #1
Allora, come forse già saprete sono nuovo nel mondo del digitale, e sto ancora sperimentando...

Leggo di molti che usano lo spazio AdobeRGB e il relativo Modo colore II in quanto permette di esprimere un gamut molto più ampio. So bene che per la visualizzazione su monitor non ci sono praticamente differenze con l'sRGB, e so bene la procedura per convertire in sRGB nel caso si vogliano per esempio creare dei JPEG da distribuire agli amici, da mandare a un lab che supporta solo sRGB, o da pubblicare su web.

Il dubbio non è quindi su come usare AdobeRGB, ma una cosa più "di fondo".

1) Perchè usare AdobeRGB nel caso poi si mandi a stampare a un lab che supporta solo sRGB, essendo comunque necessaria una conversione di spazio colore alla fine della catena di elaborazioni? Posso tranquillamente supporre che se la stampa finale è fatta in sRGB non ci siano differenze avvertibili fra uno scatto in sRGB nativo e uno in AdobeRGB convertito in sRGB come ultimo step?

2) Sento dire che AdobeRGB è più adatto al fotoritocco. Ma perchè? Insomma, se il mio monitor (calibrato) riproduce comunque praticamente solo lo spazio sRGB, che senso ha mettermi ad elaborare sfumature e toni di un file AdobeRGB basandomi su quello che vedo a monitor... visto che non posso avere "feedback visivo" sulle alterazioni che sto apportando anche alla parte di gamut esterna a sRGB?

3) E poi, sempre sul "più adatto al fotoritocco"... Sono ingegnere informatico, e questo è un dubbio puramente tecnico. Che AdobeRGB abbia un gamut più ampio di sRGB si traduce in altre parole dicendo che ha un RANGE maggiore. A quel che mi risulta, però, il numero di bit usato per rappresentare le informazioni è sempre quello. Ora, in tutti i campi in cui ho lavorato finora, avere un range più elevato ma un uguale numero di bit significa avere una "risoluzione" meno fine. Variare di un bit in AdobeRGB significa teoricamente provocare un salto di colore più ampio che variare un bit in sRGB. Ma allora dove sta il beneficio di lavorare in AdobeRGB per il fotoritocco? A me dal punto di vista teorico sembrerebbe invece addirittura che l'sRGB sia più SOLIDO e resistente alle pesanti manipolazioni rispetto all'AdobeRGB, proprio in virtù di questa "maggiore risoluzione" colore. Insomma, visto che i "gradini" fra le varie sfumature nell'AdobeRGB sono più ampi, non rischiamo con pesanti manipolazioni di introdurre posterizzazioni leggermente più evidenti che con un flusso di lavoro puramente sRGB? Deduco che poi in pratica non ci siano differenze avvertibili, ma allora perchè ritenere l'AdobeRGB ancora PIU' adatto al ritocco dell'sRGB quando sulla carta DAL PUNTO DI VISTA DELLA RISOLUZIONE dovrebbe essere il contrario?

Spero di essere stato sufficientemente chiaro in quello che volevo esprimere, e di provocare una fruttuosa discussione... smile.gif
Massimo.Novi
Messaggio: #2
QUOTE(Lucabeer @ Sep 11 2006, 10:53 AM) *

1) ...
2) ...
3) ...
Spero di essere stato sufficientemente chiaro in quello che volevo esprimere, e di provocare una fruttuosa discussione... :)


Ciao

Come immagini, le tue supposizioni hanno un fondamento corretto. Vedo di fornire alcune delucidazioni:

1. Il fatto che la maggior parte dei lab sia limitato allo spazio sRGB non significa che non siano disponibili macchine in grado di stampare con spazi più ampi. Le stesse stampanti Pro di Epson hanno uno spazio colore che si avvicina di più all'AdobeRGB che all'sRGB. Inoltre gli spazi colore riprodotti dalle stampanti sono di solito asimmetrici rispetto agli spazi colore ideali e quindi alcune gamme che "escono" dallo spazio standard sRGB possono comunque essere riprodotte dalla stampa. naturalmente dipende dal contenuto dell'immagine.

2. Questo è infatti un limite dei monitor per il fotoritocco. Il monitor non riesce a riprodurre una gamma tonale molto ampia e non supera l'sRGB. Attualmente alcuni nuovi monitor riproducono l'AdobeRGB grazie ad un convertitore interno più ampio ma costano una cifra! In generale il vantaggio di lavorare con spazi colore più ampi (AdobeRGB o ProPhotoRGB) si ha nel fatto che tali spazi "tagliano" meno la gamma cromatica intrinseca dell'immagine. Quindi osservando l'istogramma (che è indipendente da quello che il monitor riesce a visualizzare) si nota la diversa distribuzione tonale e di ampiezza dovuta ai diversi spazi colore e soprattutto la diversa ampiezza riproducibile. Infatti, immagini in cui le altre luci risultano "tagliate" con sRGB possono essere recuperate usando spazi AdobeRGB o ProPhotoRGB.

Ovviamente tale gamma tonale recuperata va perduta se la stampante non è in grado di riprodurla.

Si ricordi inoltre che la maggior parte dei sensori CCD o CMOS riescono ad avere uno spazio colore superiore all'sRGB o AdobeRGB e quindi il sensore trasferisce in effetti una gamma tonale maggiore degli spazi "adobeRGB e sRGB) delle macchine. Ma poichè tali spazi colore dipendono dal CCD e da come viene tarato e oltretutto lo sfruttamento di tale gamma richiederebbe elaborazioni maggiori in macchina per produrre i JPEG, le macchine si limitano agli spazi colore predefiniti come AdobeRGB e sRGB. Se usi i file RAW (es. NEF nelle Nikon) tale limitazione non si applica e puoi usare spazi più ampi in fase di conversione (es. ProPhoto).

Infine, ed è importante, gli algoritmi di elaborazione usati nel fotoritocco operano meglio se hanno a disposizione un'ampia gamma tonale (che il video non mostra ma esiste nel file) e quindi uno spazio colore più ampio è desiderabile a patto di lavorare alla massima risoluzione (es. 16 bit).

3. La tua riflessione è corretta solo che non dipende dallo spazio colore in se ma anche dal formato del file. Mi spiego meglio: ho sempre consigliato in altre discussioni di usare lo spazio colore AdobeRGB solo con immagini native a 12 o 16 bit (RAW) proprio per evitare la "posterizzazione" (effetto che riduce il numero di tonalità intermedie) mentre usando sRGB con JPEG a 8 bit i problemi sono minori. Ossia, se l'immagine ha effettivamente una gamma tonale molto ampia in un'immagine con spazio colore adobeRGB e utilizzo solo gli 8 bit del JPEG per la codifica di ciascun canale (R, G e B) rischio di "comprimere" alcune tonalità in quanto non vi sono bit sufficenti a riprodurle tutte. QUindi per utilizzare al meglio l'AdobeRGB è consigliato gestire l'immagine a 16 bit per tutta la catena, ossia fino ad un TIFF a 16bit da usare per la stampa. Ciò non esclude peraltro che con immagini che non contengono elevata gamma tonale, soprattutto sul verde e il ciano, la riproduzione AdobeRGB-JPEG fornisca comunque buoni risultati visivi.

In definitiva:

Usando uno spazio colore il più possibile ampio in origine si eliminano problemi di taglio di gamma cromatica e delle alte e basse luci. Usando inoltre spazi colore più ampi gli algoritmi di fotoritocco funzionano molto meglio e sono più efficaci. A video non si riesce a percepire per ora la differenza cromatica e tonale ma in futuro saranno disponibili monitor con gamma più ampia. Infine le stampanti dei lab non sono il massimo del riproducibile, mentre esistono stampanti, inchiostri e carte che riescono a riprodurre spazi più ampi.

Spero di esserti stato utile.

Saluti!

Messaggio modificato da manovi il Sep 11 2006, 10:43 AM
Lucabeer
Messaggio: #3
Ottimo e chiarissimo, grazie! Pollice.gif

Quindi nessuna controindicazione a usare l'AdobeRGB per lavori un po' più critici e "di fino", salvo il minimo sbattimento di avere alla fine due JPEG: uno in AdobeRGB per la stampa, e uno convertito in sRGB per la visualizzazione a monitor.

Ultima piccola domanda: premesso che scatto solo in NEF compresso, cambia qualcosa fra lo scattare in sRGB e poi convertire in AdobeRGB come prima operazione dentro NX, o lo scattare direttamente in AdobeRGB? Insomma, visto che il NEF contiene comunque i dati "grezzi" del sensore, non dovrebbe essere perfettamente equivalente? Ovviamente, lo ripeto, a patto di fare la conversione come PRIMA operazione in NX, prima di apportare tutte le elaborazioni successive...

O la compressione del NEF è già effettuata dalla D200 in ottica dello spazio colore impostato in fase di ripresa, e quindi fornirebbe risultati diversi?




Messaggio modificato da Lucabeer il Sep 11 2006, 10:51 AM
Massimo.Novi
Messaggio: #4
QUOTE(Lucabeer @ Sep 11 2006, 11:50 AM) *

...Ultima piccola domanda: premesso che scatto solo in NEF compresso, cambia qualcosa fra lo scattare in sRGB e poi convertire in AdobeRGB come prima operazione dentro NX, o lo scattare direttamente in AdobeRGB...


Ciao

No non cambia nulla come risultato.

Scattando in formato RAW (NEF) i dati vengono letti dal sensore e non rielaborati internamente alla macchina. Quindi le informazioni di scatto (bilanciamento del bianco, modo colore, nitidezza, tono ecc.) vengono solo scritte nel file NEF come semplice informazione ma è Capture NX che li legge ed applica lo spazio colore corrispondente al modo.

Quindi è perfettamente equivalente eccetto per il fatto che Capture NX leggendo tali dati assegna automaticamente lo spazio senza ulteriori operazioni.

Usando Camera Raw di photoshop invece l'assegnazione va fatta manualmente sempre, visto che Camera Raw legge solo il dato di bilanciamento del bianco.

La compressione dei file NEF non riguarda lo spazio colore ma è una compressione a perdita minima sulle alte luci, ossia sui livelli più alti dell'immagine. Anche per questo, e per altre ragioni, è preferibile scattare le immagini di forte contrasto esponendo correttamente le alte luci e estrarre poi le ombre in post-produzione.

Saluti!
Lucabeer
Messaggio: #5
Ottimo, proprio quello che volevo sentire... Per uno pigro/distratto come me, è bello sapere che scattando in RAW le uniche cose da tenere a mente quando sono "sul campo" sono gli ISO e l'esposizione... e che per praticamente tutto il resto (esaltazione della nitidezza, modo colore, spazio colore, saturazione, temperatura colore) c'è sempre tempo dopo, a casa, con tutta calma.

Oltretutto in questo modo devo pure smanettare di meno fra i menu mentre fotografo, operazione che inevitabilmente provoca un consumo delle batterie.


Drindren
Messaggio: #6
Sicuri che tutte le impostazioni si possono tranquillamente modificare a posteriori?

Ricordo delle foto fatte in un teatro (situazione molto critica) e modificando molto il Bilanciamento saltava fuori un rumore assurdo.
Secondo me sia l'esposizione che il bilanciamento del bianco devono essere il più accurati possibile in fase di scatto.Magari mi sbaglio ma questo è quello che ho notato
Massimo.Novi
Messaggio: #7
QUOTE(Drindren @ Sep 11 2006, 04:34 PM) *

...Sicuri che tutte le impostazioni si possono tranquillamente modificare a posteriori?...


Ciao

Attenzione: la discussione verteva sul fatto di assegnare SOLO lo spazio colore in macchina e/o via software sul SOLO formato RAW (NEF) e NON sul fatto che tutte le impostazioni di esposizione siano "aggiustabili" completamente in RAW.

Infatti l'esposizione e la sensibilità (ISO) determinano il contenuto dei pixel del sensore CCD e quello NON SI CAMBIA!

Quindi se si scatta usando una sensibilità troppo elevata (per mancanza di luce) è OVVIO che nelle zone scure sia presente rumore dopo aver tentato di correggere l'esposizione via software.

Ma nessuno ha mai detto il contrario!

Il vantaggio di usare il formato RAW è quello di avere MARGINI MAGGIORI" di correzione tonali su alte e basse luci poichè non essendo intervenuto il convertitore interno alla macchina, il file contiene direttamente quello che il sensore ha letto.

Il bilanciamento del bianco influenza le tonalità ma non viene usato dalle macchine, per quanto ne so, per il calcolo dell'esposizione al momento dello scatto.

Spero di essere stato chiaro.

Saluti!


Messaggio modificato da manovi il Sep 11 2006, 03:56 PM
Luix90
Messaggio: #8
X manovi , cortesemente mi spieghi meglio quando ai detto:

Il bilanciamento del bianco influenza le tonalità ma non viene usato dalle macchine, per quanto ne so, per il calcolo dell'esposizione al momento dello scatto.

Massimo.Novi
Messaggio: #9
QUOTE(Luix90 @ Sep 12 2006, 12:22 PM) *

X manovi , cortesemente mi spieghi meglio quando ai detto:

Il bilanciamento del bianco influenza le tonalità ma non viene usato dalle macchine, per quanto ne so, per il calcolo dell'esposizione al momento dello scatto.


Ciao

Mi spiego meglio.

Il bilanciamento del bianco (del grigio sarebbe meglio dire) consente di definire la risposta tonale dei colori riprodotti dal sensore CCD in base alla temperatura colore della luce e rispetto ad un riferimento "neutro" di grigio medio (detto mooolto in soldoni).

Le pellicole erano "pre-tarate" a certe temperature colore predefinite e quindi per usarle con una diversa temperatura colore (es. pellicola diurna in notturna) occorreva usare filtri appositi.

Con il digitale, la temperatura del colore viene calibrata o a mano (usando una temperatura predefinita es. "daylight" "shadow" ecc) oppure eseguendo una calibrazione manuale su un soggetto neutro (bianco o grigio) oppure in modo automatico con un algoritmo interno che valuta i dati letti dal sensore.

Il fatto che il bilanciamento del bianco non sia perfetto, non modifica il valore dell'esposimetro. Ovviamente non è come dire che in luce ed in ombra l'esposimetro fornisce lo stesso valore ma piuttosto come dire che la temperatura "impostata" per la resa dei colori del CCD è indipendente dall'esposizione stimata. Un poco come dire che è come se esponessimo sempre per il bianco e nero!

Consideriamo che i colori hanno una loro brillanza e riflettenza come anche le superfici colorate diversamente. Una parete gialla riflette una quantità di luce diversa da una parete blu ma non per il colore in se, bensì per la "brillanza" del colore.

Infatti quando si converte un file RAW la temperatura colore è selezionabile liberamente e influenza la resa delle tinte e non dell'esposizione.

Spero di essere stato più chiaro.

Saluti!
Luix90
Messaggio: #10
A parte il tempo perso in postproduzione , è preferibile realizzare il il migliore BW in ripresa o è del tutto indifferente per la resa qualitativa? chiaramente in NEF
Lucabeer
Messaggio: #11
La cosa da chiarire è se:

1) Il sensore butta fuori i dati in maniera indipendente dal bilanciamento, che poi viene applicato solo in visualizzazione

oppure

2) Viene comunque applicato un certo guadagno differenziato per i tre canali direttamente dalla circuiteria del sensore secondo le impostazioni on-camera del bilanciamento del bianco, per cui nel RAW ci sono già dati in qualche modo "elaborati"


Nel primo caso, non fa alcuna differenza scegliere il WB giusto in ripresa o a posteriori. Nel secondo, converrebbe sceglierlo correttamente fin da subito per evitare di stravolgerlo poi con Capture introducendo eventualmente rumore.

Chi ha ragione?
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #12
QUOTE(Luix90 @ Sep 12 2006, 12:52 PM) *

A parte il tempo perso in postproduzione , è preferibile realizzare il il migliore BW in ripresa o è del tutto indifferente per la resa qualitativa? chiaramente in NEF


Personalmente il problema che vedo nell'applicare il corretto bilanciamento del bianco a posteriori è ricordarsi la "temperatura" del soggetto inquadrato.

Mi spiego; mentre se faccio un ritratto la tonalità dell'incarnato la riesco bene o male a valutare in post-produzione, un sottobosco autunnale (tanto per fare un esempio) restituisce un mix di colori e temperatura che difficilmente riuscirò a riscostruire se ho sbagliato il bilanciamento. Passi se ci sono dei punti di grigio neutro, che posso usare per rifare il bilanciamento automatico in post -produzione, ma se no li ho sono guai.

Tanto per fare un esempio concreto: proprio ieri, con un collega che aveva fatto uno scatto nel bosco, abbiamo provato ad applicare diversi livelli di bilanciamento in post-produzione e, per ciascuno di essi, c'erano colleghi che dicevano "ecco, questo è quello giusto" ed altri "no, c'è troppa dominante verde/blu/rossa". All fine non siamo venuti a capo di nulla. A parte valori estremi del bilanciamento, in ogni caso venivano fuori colori che potevano appartenere ad un bosco ma nessuno era in grado di dire se erano quelli giusti per "quel" bosco.

Ultimamente, quando posso, uso sempre il WB pre-misurato facendo il classico scatto di misurazione con il cartoncino grigio al 18%

Un saluto.
Luix90
Messaggio: #13
QUOTE(andreazinno @ Sep 12 2006, 02:30 PM) *

Personalmente il problema che vedo nell'applicare il corretto bilanciamento del bianco a posteriori è ricordarsi la "temperatura" del soggetto inquadrato.

Mi spiego; mentre se faccio un ritratto la tonalità dell'incarnato la riesco bene o male a valutare in post-produzione, un sottobosco autunnale (tanto per fare un esempio) restituisce un mix di colori e temperatura che difficilmente riuscirò a riscostruire se ho sbagliato il bilanciamento. Passi se ci sono dei punti di grigio neutro, che posso usare per rifare il bilanciamento automatico in post -produzione, ma se no li ho sono guai.

Tanto per fare un esempio concreto: proprio ieri, con un collega che aveva fatto uno scatto nel bosco, abbiamo provato ad applicare diversi livelli di bilanciamento in post-produzione e, per ciascuno di essi, c'erano colleghi che dicevano "ecco, questo è quello giusto" ed altri "no, c'è troppa dominante verde/blu/rossa". All fine non siamo venuti a capo di nulla. A parte valori estremi del bilanciamento, in ogni caso venivano fuori colori che potevano appartenere ad un bosco ma nessuno era in grado di dire se erano quelli giusti per "quel" bosco.

Ultimamente, quando posso, uso sempre il WB pre-misurato facendo il classico scatto di misurazione con il cartoncino grigio al 18%

Un saluto.


Infatti il piu delle volte trovo comodo usare il cartoncino grigio 18%.

La mia domanda è però se manteniamo veramente la qualità se per errore scatto sotto una lampada a 3200K e poi in post correggo la dominante , se avessi scattato giusto dall'inizio mettendo la macchina a 3200K ???? questo è il mio dubbio
Lucabeer
Messaggio: #14
QUOTE(andreazinno @ Sep 12 2006, 02:30 PM) *

Mi spiego; mentre se faccio un ritratto la tonalità dell'incarnato la riesco bene o male a valutare in post-produzione, un sottobosco autunnale (tanto per fare un esempio) restituisce un mix di colori e temperatura che difficilmente riuscirò a riscostruire se ho sbagliato il bilanciamento. Passi se ci sono dei punti di grigio neutro, che posso usare per rifare il bilanciamento automatico in post -produzione, ma se no li ho sono guai.


Io non lo vedo come un grosso problema: su monitor calibrato, mi regolo semplicemente con il criterio del "mi piace/non mi piace". Non mi importa se sia la resa più realistica, mi importa se sia quella che al mio occhio è più gradevole.

Impeccabile comunque il metodo di tarare manualmente il WB con un cartoncino grigio per avere un file perfettamente neutro come punto di partenza... salvo poi andare a ritoccare a mano in post-produzione per tonalità meno realistiche ma più piacevoli.


Massimo.Novi
Messaggio: #15
Ciao

Vediamo se possiamo chiarirci le idee.

Il bilanciamento del bianco esiste per evitare dominanti cromatiche sull'immagine. Bilanciare il bianco non significa solo assegnare una temperatura colore ma anche eliminare dominanti cromatiche.

Per questo si usano spesso speciali cartoncini grigi o bianchi per fornire un riferimento in un'immagine di prova. Su tale immagine e in specifico sul cartoncino, si esegue il bilanciamento del bianco. Se le condizioni di luce non variano si assume che le successive immagini possano essere calibrate usando le stesse impostazioni di bilanciamento del bianco.

Il formato RAW non ha temperatura colore "per se". Il file RAW contiene l'informazione estratta dal sensore CCD SENZA ELABORAZIONI. Il valore del bilanciamento del bianco misurato allo scatto viene semplicemente "scritto" nel file RAW.

Diversamente dai JPEG che sono PROCESSATI in macchina e quindi ciascun pixel viene CORRETTO in base alla temperatura colore misurata o impostata al momento dello scatto.

I dati della temperatura colore vengono perciò "applicati" dal convertitore RAW e quindi si può impostare QUALSIASI temperatura colore si voglia senza perdite qualitative sui canali.

Nei JPEG invece la temperatura colore è stata ormai "legata" al valore del singolo pixel e quindi cambiandola di molto si possono ottenere perdite sui singoli canali.

L'esposizione è B/N. Ovviamente sbagliando esposizione anche i colori assumono tonalità diverse perchè risultano troppo scuri o chiari e questo cambiamento di luminosità influenza la tonalità percepita.

Il colore fotografico, ricordo, NON E' UNA COSTANTE! Ossia, a seconda dell'immagine, del soggetto e del contenuto della foto, spesso si preferisce una temperatura (o meglio una "resa tonale") diversa dall'"ottimale" misurata con un riferimento (il cartoncino), proprio perchè un'immagine troppo "neutra" può risultare sgradevole.

Come già ho detto in un altra discussione, chi avrebbe mai comprato le pellicole Fuji Velvia se così non fosse?

Quindi, difficilmente una volta misurato il tono "neutro" si mantiene tale tono, anche perchè se la temperatura della luce che illumina il soggetto è troppo calda o troppo fredda o, peggio, è mista perchè composta da luce solare e artificiale, sarà per forza necessario applicare una correzione, specialmente negli incarnati.

Naturalmente, in caso di fotografia industriale o di riferimento (es. pubblicitaria con marchi, ecc.) sarà probabilmente usato un riferimento per la perfetta riproduzione del colore originale.

Il colore di un bosco non è assoluto ma a seconda della luce che lo colpisce durante il giorno trasmette sensazioni diverse. Per questo a persone diverse piacciono colori diversi: ricevono sensazioni diverse dall'immagine!

La foto è sensazione, non numeri, anche se digitale.

Spero di essere stato chiaro. Scusate la frase filosofica finale.

Saluti!
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #16
QUOTE(manovi @ Sep 12 2006, 03:15 PM) *

Ciao

...
La foto è sensazione, non numeri, anche se digitale.
...
Saluti!


Ciao, concordo ma senza arrivare agli estremi e dando giusta dignità a tutti generi di foto.

E' vero che un bosco ha mille tonalità, ma se ne faccio una foto ad una certa ora del giorno, in un preciso posto, mi aspetto che lo scatto finale colga esattamente quelle sfumature.

Se ogni foto dovessi rielaborarla per farla diventare come mi piace, allora potrei abbandonare la fotografia e passare alla pittura...

Un saluto.
Massimo.Novi
Messaggio: #17
QUOTE(andreazinno @ Sep 13 2006, 11:02 AM) *

...Se ogni foto dovessi rielaborarla per farla diventare come mi piace...


Ciao

Ho il sospetto che è quello che ,senza rendercene conto forse, facciamo tutti. Senza estremizzare ovviamente.

In fondo la fotografia è un'immagine "tradotta" come lo è la pittura. E con la pellicola la resa del soggetto veniva "decisa" con la scelta della carta, del contrasto e di tante altre cose.

La nitidezza o il colore che cerchiamo in un paesaggio o in una foto di moda non sono gli stessi che possono esaltare un ritratto.

Nessuna pellicola o sensore possono restituire i colori e la "latitudine di posa" dell'occhio umano. Per non parlare del bilanciamento del bianco!

Come diceva qualcuno, la luce è una radiazione e non ha "colore" di per se, è il nostro occhio e il cervello che lo crea e ne associa le sensazioni.

Saluti!
Lucabeer
Messaggio: #18
QUOTE(manovi @ Sep 13 2006, 11:21 AM) *


Ciao

Ho il sospetto che è quello che ,senza rendercene conto forse, facciamo tutti. Senza estremizzare ovviamente.

In fondo la fotografia è un'immagine "tradotta" come lo è la pittura. E con la pellicola la resa del soggetto veniva "decisa" con la scelta della carta, del contrasto e di tante altre cose.



Pollice.gif

E' quello che cercavo di far capire alla sorella di mia moglie domenica mentre le facevo vedere le funzionalità della D200: le regolazioni di WB, di saturazione, di contrasto, gli istogrammi, la necessità di capire per cosa si vuole esporre, la possibilità di intervenire in post produzione.

Lei sosteneva che queste sono alterazioni della realtà, che per lei la fotografia deve essere una fedele riproduzione realistica. Al che le ho detto "no, la realtà se ripresa in maniera realistica è brutta". E lei un po' se l'è presa. Al che ho resettato tutte le impostazioni della D200, e le ho detto di scattare a qualcosa che le piaceva, tutto in AUTO. Poi ho rifatto la stessa foto con le MIE impostazioni: saturazione, esposizione, scelta del diaframma.

Ovviamente la foto migliore era la mia... ed era pure quella che piaceva di più alla sorella di mia moglie! smile.gif

Traduzione: a volte qualche alterazione serve per portare l'immagine in una direzione che ESPRIMA meglio quello che ci aveva così attratto dal vivo nel soggetto... Fermo restando, che se si esagera (cieli fluorescenti, effetti pacchiani, manipolazione al solo fine della manipolazione) è facilissimo tirare fuori porcherie.


Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #19
QUOTE(Lucabeer @ Sep 13 2006, 11:39 AM) *

Pollice.gif

E' quello che cercavo di far capire alla sorella di mia moglie domenica mentre le facevo vedere le funzionalità della D200: le regolazioni di WB, di saturazione, di contrasto, gli istogrammi, la necessità di capire per cosa si vuole esporre, la possibilità di intervenire in post produzione.

Lei sosteneva che queste sono alterazioni della realtà, che per lei la fotografia deve essere una fedele riproduzione realistica. Al che le ho detto "no, la realtà se ripresa in maniera realistica è brutta". E lei un po' se l'è presa. Al che ho resettato tutte le impostazioni della D200, e le ho detto di scattare a qualcosa che le piaceva, tutto in AUTO. Poi ho rifatto la stessa foto con le MIE impostazioni: saturazione, esposizione, scelta del diaframma.

Ovviamente la foto migliore era la mia... ed era pure quella che piaceva di più alla sorella di mia moglie! smile.gif

Traduzione: a volte qualche alterazione serve per portare l'immagine in una direzione che ESPRIMA meglio quello che ci aveva così attratto dal vivo nel soggetto... Fermo restando, che se si esagera (cieli fluorescenti, effetti pacchiani, manipolazione al solo fine della manipolazione) è facilissimo tirare fuori porcherie.


Si, ma molto dipende anche da cosa fotografo e, soprattutto, dal perchè lo faccio.

Vi immaginate un tale livello di post-elaborazione sulle foto, ad esempio, fatte per una catalogo di una mostra di pittura dove, ovviamente, i dipinti devono essere mostrati come sono e non come ci piacciono.

Spesso la realtà deve essere mostrata così com'è e non come vorremmo che fosse (avete presente quelle agenzie che mostrano foto di posti incantevoli, poi tu prenoti e quando arrivi....)

Un saluto.


Massimo.Novi
Messaggio: #20
QUOTE(andreazinno @ Sep 13 2006, 12:16 PM) *

...Vi immaginate un tale livello di post-elaborazione sulle foto, ad esempio, fatte per una catalogo di una mostra di pittura dove, ovviamente, i dipinti devono essere mostrati come sono e non come ci piacciono....


Ciao

Si, infatti per tali tipi di foto viene di solito usato uno scatto di prova contenente un "target" di riferimento colore della Kodak (per la pellicola) o della GretagMacbeth (per il digitale) per la calibrazione del grigio e la post produzione realistica dei colori.

Mentre con la pellicola esistevano emulsioni professionali più accurate nella riproduzione dei colori, con il digitale il sensore è sempre lo stesso e scattare in RAW è la soluzione spesso migliore, se non l'unica.

Saluti!
 
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