uomini che pensano
uomini che guardano
uomini al limite
uomini rassegnati
uomini affranti
p.s.: cliccate sulle foto per vederle a dimensione maggiore
uomini che guardano
uomini al limite
uomini rassegnati
uomini affranti
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Quella che mi piace di più e che penso potrebbe starsene da sola col suo titolo e fare la sua bella figura è la seconda
Le altre, alcune non sono male, ma alcune non trovo rispecchino i rispettivi titoli di presentazione.
Ad esempio nella 1, l'idea si percepisce, ma a dire il vero l'uomo si "perde" un pò troppo nel bosco dietro.
Nella 4 noto la relazione tra il titolo e le scritte sul muro, ma le persone si fa un pò troppa fatica a trovarle
Anche la 5, credo ci voglia un bello sforzo ad immaginarsi quel minuscolo uomo sullo sfondo come affranto.
IMHO
Graziano
Le altre, alcune non sono male, ma alcune non trovo rispecchino i rispettivi titoli di presentazione.
Ad esempio nella 1, l'idea si percepisce, ma a dire il vero l'uomo si "perde" un pò troppo nel bosco dietro.
Nella 4 noto la relazione tra il titolo e le scritte sul muro, ma le persone si fa un pò troppa fatica a trovarle
Anche la 5, credo ci voglia un bello sforzo ad immaginarsi quel minuscolo uomo sullo sfondo come affranto.
IMHO
Graziano
Ciao Miz . Ti dico la mia dopo averle guardate almeno tre volte cercando di immedesimarmi nelle tue scelte.
Credo tu abbia preso spunto dalla piena del Tevere per farne un racconto allegorico. La piena alla fine è solo uno spunto per far da paravento a qualcosa di più profondo e che si nasconde "dietro".
A partire dalla prima in cui, per chi non conosce il Tevere, potrebbe essere solo un fiume che scorre mentre il soggetto vero è certamente il personaggio in primo piano. Dimesso, che fuma guardando il Fiume come stesse guardando la sua vita.
La seconda è certamente quella di maggior impatto visivo ma la mia preferita è la terza.
In questa foto mi sembra di leggere un'umanità piccola, "al limite" appunto, fra la salvezza e l'affogare e che se ne sta pericolosamente in attesa su un piano inclinato. Splendida, per me. Fa coppia con l'ultima in cui l'uomo è alla fine della discesa. Più giù di così non si può ma cerca, sempre e comunque di risalire o almeno tenta.
La penultima pur cercando un significato forte, che certamente c'è conoscendoti, non riesco a leggerla per come vorrei.
Complimenti Miz, davvero.
B.N. da urlo per i miei gusti.
Messaggio modificato da Er cavajere nero il Nov 23 2012, 09:05 PM
Credo tu abbia preso spunto dalla piena del Tevere per farne un racconto allegorico. La piena alla fine è solo uno spunto per far da paravento a qualcosa di più profondo e che si nasconde "dietro".
A partire dalla prima in cui, per chi non conosce il Tevere, potrebbe essere solo un fiume che scorre mentre il soggetto vero è certamente il personaggio in primo piano. Dimesso, che fuma guardando il Fiume come stesse guardando la sua vita.
La seconda è certamente quella di maggior impatto visivo ma la mia preferita è la terza.
In questa foto mi sembra di leggere un'umanità piccola, "al limite" appunto, fra la salvezza e l'affogare e che se ne sta pericolosamente in attesa su un piano inclinato. Splendida, per me. Fa coppia con l'ultima in cui l'uomo è alla fine della discesa. Più giù di così non si può ma cerca, sempre e comunque di risalire o almeno tenta.
La penultima pur cercando un significato forte, che certamente c'è conoscendoti, non riesco a leggerla per come vorrei.
Complimenti Miz, davvero.
B.N. da urlo per i miei gusti.
Messaggio modificato da Er cavajere nero il Nov 23 2012, 09:05 PM
Grazie Graziano, gli uomini sono piccoli, è vero, ma volevo un inserimento il più ampio possibile nel contesto Tevere. Se poi in questo sia riuscito o meno non lo so, lo chiedo anche a voi e quindi ancora grazie per il tuo commento.
Claudio caro, ci si vede pochissimo anche su queste pagine, ma non posso che essere stra-felice per il tuo commento articolato che fa anche riferimento al mio modo di fotografare. E dico anche, perché mi rendo conto che molte delle intenzioni che mi attribuisci (assolutamente reali, ma non serve che lo specifichi a te) sono in qualche modo tue corde, rappresentano il tuo modo di fotografare e di concepire la street. Siamo molto vicini, anzi mi spingo a dire che ti devo molto in questo, quando oramai diversi anni fa ho ripreso a fotografare sei stato uno dei miei riferimenti. Quindi grazie all'ennesima potenza, per ieri e per oggi, a presto.
Claudio caro, ci si vede pochissimo anche su queste pagine, ma non posso che essere stra-felice per il tuo commento articolato che fa anche riferimento al mio modo di fotografare. E dico anche, perché mi rendo conto che molte delle intenzioni che mi attribuisci (assolutamente reali, ma non serve che lo specifichi a te) sono in qualche modo tue corde, rappresentano il tuo modo di fotografare e di concepire la street. Siamo molto vicini, anzi mi spingo a dire che ti devo molto in questo, quando oramai diversi anni fa ho ripreso a fotografare sei stato uno dei miei riferimenti. Quindi grazie all'ennesima potenza, per ieri e per oggi, a presto.
Bella l'interpretazione del Cavajere, ma volendo restare nella 'semplice' interpretazione della realtà, questa sequenza colpisce indubbiamente. Formalmente le trovo ben fatte, con un bn che mi piace. Fa eccezione la quarta, ma è comunque talmente piena di contenuto (più di tutto mi colpisce il mobilio alla deriva) che si può fare tranquillamente a meno della bellezza compositiva per l'importanza di ciò che racconta.
Anche io preferisco la terza, sarà per l'immediata contiguità tra uomo e acqua, ci si sente più fragili, più esposti.
Sono d'accordo che la prima possa essere scambiata per altro, che la seconda sia bella (fors'anche un classicone?) ma anch'essa potrebbe rappresentare altro e che anche l'ultima potrebbe apparire un po' forzata. Tuttavia queste foto stanno insieme, ognuna è parte fondamentale di un discorso narrativo ed insieme si rafforzano, acquistano decisamente il senso che hai voluto attribuirgli, compresa quella di copertina
Bel lavoro.
Ciao
Ilaria
Anche io preferisco la terza, sarà per l'immediata contiguità tra uomo e acqua, ci si sente più fragili, più esposti.
Sono d'accordo che la prima possa essere scambiata per altro, che la seconda sia bella (fors'anche un classicone?) ma anch'essa potrebbe rappresentare altro e che anche l'ultima potrebbe apparire un po' forzata. Tuttavia queste foto stanno insieme, ognuna è parte fondamentale di un discorso narrativo ed insieme si rafforzano, acquistano decisamente il senso che hai voluto attribuirgli, compresa quella di copertina
Bel lavoro.
Ciao
Ilaria
Maurizio, questa serie di immagini mi ricorda da vicino una tua gallery di qualche anno fa, con un BN solido, un incidere sull'Uomo, ed ampie suggestioni architettoniche.
Il tema in oggetto si sarebbe potuto svolgere in mille e mille modi, trovo geniale la sequenza e con essa la distanza fotografica dai soggetti e la loro collocazione all'interno di un "tutto".
Complimenti.
Paolo
Il tema in oggetto si sarebbe potuto svolgere in mille e mille modi, trovo geniale la sequenza e con essa la distanza fotografica dai soggetti e la loro collocazione all'interno di un "tutto".
Complimenti.
Paolo
Grazie Ilaria e grazie Paolo
Paolo, ti riferisci a questa?
Maurizio, questa serie di immagini mi ricorda da vicino una tua gallery di qualche anno fa, con un BN solido, un incidere sull'Uomo, ed ampie suggestioni architettoniche.
[...]
[...]
Paolo, ti riferisci a questa?
Grazie Ilaria e grazie Paolo
Paolo, ti riferisci a questa?
Paolo, ti riferisci a questa?
Eh si. L'ho rivista con grande piacere.
Paolo
Ciao Miz . Ti dico la mia dopo averle guardate almeno tre volte cercando di immedesimarmi nelle tue scelte.
Credo tu abbia preso spunto dalla piena del Tevere per farne un racconto allegorico. La piena alla fine è solo uno spunto per far da paravento a qualcosa di più profondo e che si nasconde "dietro".
A partire dalla prima in cui, per chi non conosce il Tevere, potrebbe essere solo un fiume che scorre mentre il soggetto vero è certamente il personaggio in primo piano. Dimesso, che fuma guardando il Fiume come stesse guardando la sua vita.
La seconda è certamente quella di maggior impatto visivo ma la mia preferita è la terza.
In questa foto mi sembra di leggere un'umanità piccola, "al limite" appunto, fra la salvezza e l'affogare e che se ne sta pericolosamente in attesa su un piano inclinato. Splendida, per me. Fa coppia con l'ultima in cui l'uomo è alla fine della discesa. Più giù di così non si può ma cerca, sempre e comunque di risalire o almeno tenta.
La penultima pur cercando un significato forte, che certamente c'è conoscendoti, non riesco a leggerla per come vorrei.
Complimenti Miz, davvero.
B.N. da urlo per i miei gusti.
Credo tu abbia preso spunto dalla piena del Tevere per farne un racconto allegorico. La piena alla fine è solo uno spunto per far da paravento a qualcosa di più profondo e che si nasconde "dietro".
A partire dalla prima in cui, per chi non conosce il Tevere, potrebbe essere solo un fiume che scorre mentre il soggetto vero è certamente il personaggio in primo piano. Dimesso, che fuma guardando il Fiume come stesse guardando la sua vita.
La seconda è certamente quella di maggior impatto visivo ma la mia preferita è la terza.
In questa foto mi sembra di leggere un'umanità piccola, "al limite" appunto, fra la salvezza e l'affogare e che se ne sta pericolosamente in attesa su un piano inclinato. Splendida, per me. Fa coppia con l'ultima in cui l'uomo è alla fine della discesa. Più giù di così non si può ma cerca, sempre e comunque di risalire o almeno tenta.
La penultima pur cercando un significato forte, che certamente c'è conoscendoti, non riesco a leggerla per come vorrei.
Complimenti Miz, davvero.
B.N. da urlo per i miei gusti.
...questa lettura mi ha affascinato e indotto a osservare meglio questa bella serie di Miz cui ora riesco ad attribuire anche un senso diverso e più profondo di quello scaturito soffermandosi solo a ciò che si vede...
...ottima...a prescindere...:-)...