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El-nikkor, Apo-el-nikkor, Printing-nikkor
Il complemento della catena cinematica Nikon
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marco cavina
Messaggio: #1
Seppure ormai relegati dalla rivoluzione digitale al ruolo di strumenti per nostalgici, gli obiettivi
da ingrandimento prodotti dalla Nippon Kogaku - Nikon Corporation costituiscono un argomento
estremamente interessante, sia per la quantità e varietà delle proposte che per l'eccellente reputazione
acquisita nei lunghi decenni di servizio ed evoluzione dei sistemi.

L'affermazione lapalissiana sulla necessità di una catena cinematica di qualità omogenea assume particolare
rilevanza proprio nella fotografia, dove le preziose informazioni acquisite grazie ad ottimi obiettivi da ripresa
devono essere trattate e trasferite sulle stampe da sistemi ottici in grado di mantenere l'elevato standard iniziale;
la Nippon Kogaku, cosciente del valore espresso dai suoi ormai celebri Nikkor, sentì ben presto l'esigenza di
arricchire il proprio sistema fotografico con obiettivi da ingrandimento nati dallo stesso know-how e parimenti
eccellenti, e da questa determinazione ha preso vita una gamma di ottiche estremamente diversificata ed articolata,
che al massimo del suo splendore era in grado di soddisfare qualunque esigenza del settore.

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La rinomata qualità ottica dei Nikkor da ripresa venne trasferita
nella nuova gamma di ottiche da ingrandimento, ed il successo fu automatico.
EL-Nikkor è l'acronimo di Enlarging Lens.


In realtà, i primi esperimenti con ottiche da ingrandimento ebbero luogo già negli anni '30,
ai tempi in cui la Nippon Kogaku, da decenni impegnata nella produzione di ottiche per
impiego tecnico-industriale e di sistemi ad uso militare, iniziò ad affacciarsi nel settore
fotografico più tradizionale e di consumo, equipaggiando con alcuni obiettivi Nikkor le
prime fotocamere Canon; in realtà non era ancora consolidata la coscienza che fosse
necessario progettare sofisticati obiettivi per l'ingrandimento, e l'esempio del primipilo
Leica (che all'epoca si accontentava di utilizzare a tale scopo lo stesso Elmar 5cm f/3,5
da ripresa, per quanto eccellente) condizionò anche la Nippon Kogaku, che si limitò ad
una timida reazione proponendo un EL-Nikkor 5cm f/3,5 strutturalmente molto simile
all'Elmar da ingrandimento ed anch'esso basato su un ortodosso schema tipo Tessar a
4 lenti in 3 gruppi...

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Una pubblicità d'epoca che illustra le caratteristiche del primo EL-Nikkor: se paragoniamo
questa spartana realizzazione meccanica equipaggiata con un banale tipo Tessar ai mostruosi
telemetri da marina con base da 15 metri prodotti allora dalla Casa, incredibilmente complessi,
possiamo capire come questo primo obiettivo da ingrandimento con focale di 5cm ed apertura
f/3,5 fosse stato concepito senza eccessiva convinzione e sfruttamento del potenziale disponibile.


Negli anni '50, quando le ferite della guerra erano ormai un ricordo ed il sistema Nikon S a telemetro
funzionava a regime, la qualità delle ottiche Nikkor raggiunse una fama planetaria e finalmente la Casa,
pungolata anche dalle realizzazioni tedesche di gran pregio che iniziavano il loro glorioso iter commerciale,
decise di concretizzare un obiettivo da ingrandimento progettato utilizzando a pieno le sue notevoli risorse; l'ottica
venne progettata da Zenji Wakimoto, celebre personaggio che ha scritto la storia dell'ottica Nikon del dopoguerra,
ed entrò in produzione nel 1956 (o, più probabilmente, 1957, i dati sono incerti) con la denominazione EL-Nikkor-C
1:2,8 f=5cm; stando alle fonti, il primo esemplare dovrebbe portare la matricola 674001.

L'EL-Nikkor 5cm f/2,8, nei primi anni di produzione, fece registrare alcune piccole varianti estetiche, introdotte
prima di arrivare alla configurazione definitiva; l'obiettivo originale presentava dei punti di fede bianchi davanti
ai valori di apertura, e non riportava la dicitura "LENS MADE IN JAPAN" e "PAT. PEND."; queste diciture
vennero subito aggiunte, e poco dopo scomparve la denominazione -C (ad indicare il trattamento antiriflessi)
e venne modificata la grafica della lettera "M" nella dicitura "Made in Japan"; l'ultima variazione di un certo rilievo,
a parte la dicitura 5cm che divenne 50mm, è costituita dal cambio di lavorazione della ghiera che comanda il
diaframma, prima dotata di una serie di godronature lisce ed uniformi e successivamente lavorata a sbalzi
alternati, come avveniva sui Nikkor dell'epoca. Va anche segnalato che, intorno al 1961, scomparvero i
punti di fede abbinati alle aperture di diaframma; con questa estetica l'obiettivo tenne il mercato addirittura
fino alla soglia degli anni '80, nonostante la livrea fosse ormai inequivocabilmente datata.

IPB Immagine

Una informativa tecnica giapponese degli anni '50 che descrive le avanzate caratteristiche del nuovo
EL-Nikkor 5cm f/2,8, fra le quali lo schema ottico originale e brevettato, e l'elevata apertura massima
e la sensibilità spettrale estesa fino nell'ultravioletto.

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Questa illustrazione è stata ricavata dalla system chart della Nikon S3 e riporta già, in bella evidenza,
la disponibilità a corredo del nuovo EL-Nikkor 5cm f/2,8, proposto al prezzo non proibitivo di 9.500
Yen dell'epoca.

(credits: brochure Nippon Kogaku K.K.)

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Parimenti, lo stesso obiettivo compare nel catalogo generale del sistema Nikon S - F
in lingua giapponese per l'anno 1961; nell'illustrazione è possibile notare la finitura
originale, con ghiera a godronatura fine e dots bianchi accoppiati alla numerazione.

(credits: brochure Nippon Kogaku K.K.)

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L'EL-Nikkor 50mm f/2,8, capostipite della categoria, rimase sulla breccia per circa 25 anni,
come confermato da questa brochure giapponese che pubblicizza un ingranditore Nikon RA-350
autofocus degli anni '70 (un modello sconosciuto sui nostri mercati in quanto mai importato),
invariabilmente equipaggiato con un EL-Nikkor 50mm f/2,8 prima maniera con schema originale
di Wakimoto-San.

(credits: advertising Nippon Kogaku K.K. - lens picture: Marco Cavina)

IPB Immagine

Lo schema ottico ideato da Wakimoto (nell'illustrazione un disegno originale) prevedeva un Gauss
asimmetrico con lente frontale di diametro esuberante, una scelta che permetteva di ridurre al minimo
la vignettatura anche ai diaframmi più aperti, caratteristica molto importante per un'ottica destinata
alla stampa; lo stesso schema di base si discosta dal classico Gauss simmetrico a 6 lenti in 4 gruppi
solitamente impiegato in questo genere di obiettivi, ed adotta una struttura asimmetrica in quanto,
a detta del suo creatore, questa configurazione consentiva di correggere il coma a piena apertura
in modo più drastico rispetto al classico "tipo Planar"; curiosamente, questo identico schema venne
adottato anche per il glorioso Canon FD 50mm f/3,5 SSC macro, uno dei più nitidi obiettivi per
coniugate brevi mai realizzato; la grande apertura massima f/2,8 - eccezionale per un'ottica
da ingrandimento anni '50 - consentiva una facile messa a fuoco, permetteva di lavorare
a diaframmi più aperti (evitando l'ingerenza della diffrazione ed ottenendo risoluzione superiore)
e, in definitiva, costituì l'elemento-chiave che mantenne attuale quest'obiettivo per un lasso
di tempo così lungo,

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Questo schema illustra le principali caratteristiche ottiche dell'EL-Nikkor 50mm f/2,8
primo tipo; la luminosità teorica sarebbe f/2,5, ridotta ad un T= 2,8 dalle riflessioni
parassite; i vetri ottici sono apparentemente semplici e datati, ma la priorità nella scelta
venne data alla trasparenza sulle lunghezze d'onda della luce più corte, al fine di consentire
all'obiettivo di trasmettere sullo stesso piano della luce visibile anche una piccola quota di
ultravioletto, al quale le carte da stampa all'alogenuro d'Argento sono sensibili. La data
Luglio 1957 si riferisce alla richiesta di brevetto americano.


La disquisizione sulle reali destinazioni d'uso dei primi EL-Nikkor è interessante, e richiede di
concentrarsi su un quadro di ben più ampio respiro; come già accennato in altri articoli, la produzione
dei primi micro-Nikkor (anch'essi calcolati da Zenji Wakimoto) fu sollecitata dalla necessità di
microfilmare i caratteri giapponesi Kanji, la cui complessa grafica richiedeva una risoluzione ben
superiore di quella sufficiente per il nostro alfabeto, rendendo inutili le reprocamere provenienti
dagli Stati Uniti come "pacco dono" in seguito agli accordi commerciali post-bellici; all'epoca la
riproduzione su microfilm era l'unico sistema per l'archiviazione di un immane materiale cartaceo
in spazi ragionevolmente ridotti e l'esigenza di una catena completa e funzionale era molto sentita.

In quest'ottica rientra anche la nascita del secondo EL-Nikkor progettato da Wakimoto, il 6,3cm f/3,5,
una lunghezza focale anomala che ha sempre incuriosito i Nikonisti, che venne presentato intorno al 1959-
1960 e che condivideva la struttura ottica con il modello da 5cm f/2,8 che lo aveva preceduto.

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Lo schema ottico dell'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 ricalca la struttura del modello inferiore.


Altro tassello del quadro che va delineandosi: in quegli anni, dopo aver approntato il primo e celeberrimo
Micro-Nikkor 5cm f/3,5 per Nikon a telemetro e corpi a vite 39x1 (quest'ultimo oggi rarissimo), Wakimoto
ingrandì in scala quest'obiettivo e diede vita ad un micro-Nikkor 7cm - 70mm f/5 con montatura dotata di flangia
forata, destinata alle reprocamere.

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Questa scheda dell'epoca illustra le caratteristiche del micro-Nikkor 7cm - 70mm f/5, un obiettivo
ad alta risoluzione ottimizzato per un rapporto di riproduzione di 1:12 (originale ridotto 12 volte sul
negativo), il cui schema è identico a quello del precedente micro-Nikkor 5cm f/3,5 ed è stato
replicato in scala maggiore a partire da quello originale.

(credits: sheet Nippon Kogaku K.K.)

A questo punto, e stiamo parlando dei primi anni '60, i quattro obiettivi appena descritti si
trovarono a coesistere nel catalogo Nippon Kogaku, e finalmente appare il senso di un progetto
globale e compiuto, esemplificato dallo schema seguente.

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In pratica, Wakimoto aveva allestito due coppie di obiettivi destinate a formati
diversi, ciascuna in grado di ridurre su film ad alta risoluzione e di ingrandire
nuovamente al formato originale, assecondando in tal modo non soltanto le
convenzionali esigenze di stampa fotografica ma anche quelle ben più specialistiche
dell'archiviazione dati su microfilm! In particolare, il micro-Nikkor da 5cm (e - a partire
dal 1961 - anche il 5,5cm per il sistema Nikon F) era ottimizzato per una riduzione
in scala 1:10 - 1:12 su pellicola in formato 24x36, ed il corrispondente EL-Nikkor
5cm f/2,8 consentiva di ingrandire nuovamente il fotogramma con un fattore corrispondente,
mantenendo la criticità del dettaglio. Alla stessa stregua, il micro-Nikkor 7cm f/5 era destinato alla
riduzione in scala 1:10 - 1:12 su speciale pellicola 35mm da microfilm non perforata che consentiva
un formato utile di 32x45mm, e l'EL-Nikkor 6,3cm f/3,5 provvedeva ad ingrandire il medesimo
fotogramma alla scala originale; non va quindi mai sottovalutato e dimenticato il valore storico
connesso con il duplice utilizzo cui questi primi EL-Nikkor erano destinati!


L'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 è sempre stato caratterizzato da un prezzo di listino proporzionalmente
più alto rispetto a quello che fosse logico aspettarsi (costava un buon 70% in più rispetto al 5cm f/2,8
con identica montatura, ed il suo prezzo si poneva a metà strada fra quello dell'EL-Nikkor 80mm f/5,6
e quello dell'EL-Nikkor 105mm f/5,6); complice anche un errore di battitura su una vecchia brochure,
che attribuiva all'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 una trasparenza spettrale spinta fino a 350nm (contro
i 380nm degli altri EL-Nikkor, dato poi mai più confermato nelle brochure più recenti), si sparse la voce
che quest'obiettivo fosse un'ottica "speciale", particolarmente adatta per la fotografia in luce UV, una diceria
che nel tempo ha fatto lievitare in modo incontrollato il suo presso sul mercato dell'usato; a tale proposito,
lo schema che segue potrà chiarire come stanno realmente le cose.

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Come anticipato, gli EL-Nikkor originali da 50mm f/2,8 e 63mm f/3,5 condividevano lo stesso schema
ottico ideato da Wakimoto (con minime modifiche ai raggi di curvatura ed agli spessori); soprattutto,
impiegano identiche varietà di vetro ottico, quindi la loro trasmissione spettrale risulta identica; per verificare
l'eventuale copertura fino a 350nm, ho analizzato la percentuale di luce trasmessa da ciascuno dei vetri ottici
adottati, ravvisando che il very-dense Krown utilizzato per la lente anteriore taglia pesantemente la trasmissione
a 350nm, rendendo sicuramente poco credibile la sfruttabilità a questa lunghezza d'onda; risulta invece eccellente
la trasmissione a 380nm (ricordo che i valori si riferiscono ad uno sbozzo spesso ben 10mm), quindi le più recenti
e conservative dichiarazioni sono senz'altro veritiere; in ogni caso, non c'è alcuna prova tangibile che l'EL-Nikkor
6,3cm - 63mm f/3,5 trasmetta gli UV a lunghezze d'onda più corte, come confermato anche dai dati sperimentali,
e suggerisco caldamente di non assecondare l'irrazionale frenesia di mercato che ha fatto indebitamente lievitare
il suo costo sul mercato dell'usato; d'altro canto, il superiore prezzo di listino originale si giustifica proprio col fatto
che fosse destinato ad un formato che non esiste nel contesto fotografico tradizionale, e questa vocazione primaria
all'ingrandimento di microfilm 32x45mm lo ha posto nel novero dei "Nikkor ad uso industriale", solitamente caratterizzati
da un costo superiore alla norma, benchè sia lo schema ottico che la montatura non siano affatto dissimili da quelli
esibiti dall'EL-Nikkor 5cm - 50mm f/2,8.

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Per chiudere l'inciso, in tempi recenti l'EL-Nikkor 63mm f/3,5 è stato sostituito dall'EL-Nikkor
63mm f/2,8, che mantenne la stessa struttura ottica ed è l'unico obiettivo "moderno" ad aver
conservato lo schema originale del primo, mitico EL-Nikkor.

A titolo di curiosità, l'elevata correzione dell'EL-Nikkor ha fatto si che, a metà degli anni '60,
venisse impiegato come "relay-lens" intermedio in uno speciale dispositivo creato dalla Mikami
Co. Ltd. di Tokyo e denominato "Speed Magny"; questo ingombrante strumento si applicava
al corpo macchina, prelevava l'immagine aerea dal piano focale e con un sofisticato sistema di
rinvii la trasmetteva ingrandita al materiale sensibile di un dorso Polaroid, permettendo di eseguire
fotografie istantanee col sistema Nikon.

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il Mikami Speed Magny per Nikon era una sorta di complesso "periscopio" dotato
di specchi e di un dorso Polaroid, e sfruttava come ottica intermedia un Nikon EL-Nikkor
50mm f/2,8 in esecuzione speciale (senza ghiera del diaframma e con lunga filettatura di montaggio);
il dispositivo conobbe una certa notorietà nella seconda metà degli anni '60 ed agli inizi degli
anni 70' e sono conosciuti almeno tre modelli: quello illustrato, denominato Speed Magny RF,
è molto raro ed è destinato alle Nikon S a telemetro; a questo esemplare erano affiancate altre due
versioni: lo Speed Magny 100, destinato alla Nikon F e film Polaroid in formato 83x108mm, e lo
Speed Magny 45, sempre abbinato alla Nikon F e predisposto per Polaroid in formato 4x5".

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La sezione illustrata evidenzia la struttura ottica dello Speed Magny e la posizione
del relay-lens EL-Nikkor 50mm f/2,8 impiegato a tutta apertura.


Questi primi, storici obiettivi furono i precursori di una vasta gamma di EL-Nikkor, arricchitasi nel tempo
fino a coprire le più disparate esigenze di stampa, in abbinamento a negativi dal formato 24x36mm al 30x40cm;
complessivamente, considerando anche le evoluzioni della montatura, ho censito la bellezza di 29 EL-Nikkor
differenti, tutti raccolti nell'immagine seguente.

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(credits: pictures Nippon Kogaku K.K , Nikon Co. and Marco Cavina ; EL-Nikkor 68mm f/3,5 from Wikipedia Commons)


Come potete notare, la stragrande maggioranza degli EL-Nikkor è stata rivista durante la produzione,
introducendo una versione aggiornata per quanto concerne la montatura, più moderna, ed i trattamenti
antiriflesso; questa nuova generazione venne identificata con la denominazione "N" per le focali comprese
fra 40mm e 105mm e con la denominazione "A" nei modelli da 135mm a 300mm; quest'ultima catalogazione
faceva riferimento ad ottiche per impiego professionale e veniva fornita a corredo una scheda individuale
con l'indicazione esatta della lunghezza focale effettiva e del posizionamento individuale del punto H', valori
necessari per la calibratura di precisione in abbinamento a grosse stampatrici professionali. Eccezioni alla regola
sono rappresentate dall'EL-Nikkor 40mm f/4 N (ottica grandangolare per il 24x36mm, prodotta solo in montatura
moderna tipo "N"), dall'EL-Nikkor 50mm f/2,8 (la versione "N" abbandona lo schema ottico di Wakimoto e adotta
un nocciolo progettato da Ikuo Mori), dall'EL-Nikkor 63mm f/3,5 (la versione "N" fu ricalcolata dando vita
all'EL-Nikkor 63mm f/2,8), dal rarissimo EL-Nikkor 68mm f/3,5 (realizzato solamente in montatura vecchio stile)
e dall'enorme EL-Nikkor 360mm f/5,6 A, anch'esso rimasto sempre in produzione con il barilotto di foggia più
obsoleta, probabilmente perchè i ridottissimi numeri di vendita non giustificavano l'investimento per il maquillage;
in quest'ultimo caso, la denominazione "A" fu aggiunta pro-forma nei cataloghi più recenti, pur riferendosi ad un
modello rimasto invariato fin dagli esordi.

Va annotato che gli EL-Nikkor da 80mm, 105mm e 135mm primo modello erano contraddistinti da un magnifico
e robustissimo barilotto metallico con ampia porzione in finitura cromata, mentre non si può tacere il fatto che le
nuove montature "N" applicate agli EL-Nikkor con focali comprese fra 40mm e 105mm siano decisamente più
cheap rispetto alle precedenti, con ampio utilizzo di materiali plastici, una poco apprezzabile caratteristica condivisa
purtroppo anche con le più recenti produzioni dei classici rivali tedeschi, Schneider e Rodenstock.

Per quanto concerne le montature, tutti gli EL-Nikkor da 40mm a 105mm sono dotati del classico attacco a vite
39x1, gli EL-Nikkor 135mm f/5,6 A e 150mm f/5,6 A dispongono di doppio attacco filettato (39x1 con anello
maggioratore da 50x1 fornito a corredo) mentre tutti gli altri, ivi compresi anche gli EL-Nikkor 135mm f/5,6 e
150mm f/5,6 in montatura più obsoleta, sono equipaggiati con flangia forata per il fissaggio tramite bulloni.

Un breve inciso va dedicato all'EL-Nikkor 68mm f/3,5; quest'obiettivo non è mai stato elencato sui cataloghi
e nelle brochure della Casa, ed i pochi esemplari noti riportano matricole molto ravvicinate, tali da lasciar pensare
ad un unico blocco produttivo di non più di 500 o 1.000 esemplari; il formato coperto ed i rapporti di riproduzione
ammessi non sono noti, ma ho contattato di recente un foto-negoziante italiano che possedeva quest'ottica, a suo
tempo montata su una stampatrice professionale Agfa, e la utilizzava per il formato 6x4,5cm; effettivamente, nella
gamma EL-Nikkor, nessuna ottica è dedicata a questo tipo di negativo, passando direttamente dal 63mm (formato
coperto: 32x35mm) al 75mm (formato coperto: 60x60mm)

Per quanto concerne la struttura ottica, gli EL-Nikkor hanno sfruttato cinque configurazioni: A ) uno schema dedicato
al 40mm f/4 grandangolare, basato su un Gauss simmetrico ad angolo allargato con 6 elementi in quattro gruppi e
due doppietti collati accanto al diaframma; B ) il Gauss asimmetrico originale di Wakimoto, utilizzato - come visto -
nel 50mm f/2,8 "old" e nei 63mm f/3,5 ed f/2,8 ; C ) un Gauss "tipo Planar" simmetrico a 6 lenti in 4 gruppi, impiegato
nel 50mm f/2,8 "N"; D ) il "tipo Tessar" a 4 lenti in 3 gruppi, adottato negli EL-Nikkor 50mm f/4 e 75mm f/4 tipo "old"
e tipo "N"; E) il classico schema simmetrico "tipo Plasmat" a 6 lenti in 4 gruppi con doppietti collati esterni
e menischi singoli adiacenti al diaframma, utilizzato nei restanti modelli.

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Lo Schema simmetrico grandangolare impiegato esclusivamente nell'EL-Nikkor
40mm f/4 riecheggia quello utilizzato in analoghi prodotti della concorrenza.

(credits: drawing Nikon Co.)

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Alcuni obiettivi EL-Nikkor: al 50mm f/2,8 originale è abbinato il 50mm f/2,8 N, riprogettato
anche nelle parti ottiche; il 50mm f/4 ed il 75mm f/4 (entrambi in configurazione più datata)
sono gli unici ad avvalersi di un più semplice ma parimenti valido "tipo Tessar"; il 150mm f/5,6 A
appartiene alla gamma degli EL-Nikkor "professionali" e nella foto è abbinato ad un obiettivo
Nikkor da ripresa destinato allo stesso formato 4x5" da lui coperto, ovvero un Nikkor SW
75mm f/4,5 Copal # 0, in grado di coprire ad f/16 105° di campo ed una diagonale di 200mm.


Naturalmente non è mia intenzione (nè avrei tutto il materiale a portata di mano) descrivere in
dettaglio i 29 modelli di EL-Nikkor censiti; mi limiterò ad evidenziare alcuni filoni "interessanti".

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Il primo dettaglio degno di nota si riferisce al passaggio fra l'EL-Nikkor 50mm f/2,8 di Wakimoto, lanciato
nel 1956-57, ed il successivo EL-Nikkor 50mm f/4 N, distribuito a partire dal 1984 e calcolato da Ikuo Mori;
Ikuo Mori, celeberrimo progettista dei super-grandangolari retrofocus per Nikon reflex, fu il più brillante allievo
dello stesso Wakimoto, ed il progetto del nuovo 50mm f/2,8 ha il sapore di un passaggio di consegne fra l'anziano
maestro ed il giovane e brillante progettista, ormai affermato, storicamente sancito anche dai pubblici complimenti
rivolti a Mori-San dallo stesso Wakimoto, dopo che quest'ultimo aveva preso atto dei percettibili miglioramenti
nella resa ottica introdotti dal nuovo modello rispetto al precedente, pur accompagnato da fama di eccellenza.

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Curiosamente, nè Wakimoto nè Mori si avvalsero del classico schema "tipo Plasmat" ormai
universalmente diffuso fra le ottiche da ingrandimento, e per il modello "N" venne scelto un Gauss
simmetrico "tipo Planar" molto simile a quello adottato sui 50mm fotografici di media luminosità.

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Osservando la struttura dei due EL-Nikkor 50mm f/2,8 abbinata a quella del classico
micro-Nikkor 55mm f/3,5 (anch'esso calcolato da Zenji Wakimoto) appare evidente
come il progettista abbia evoluto l'EL-Nikkor senza soluzione di continuità partendo
dal "tipo Xenotar" a 5 lenti del micro-Nikkor, trasformando la lente posteriore in un
doppietto collato; una soluzione analoga, ed evidentemente molto efficace, fu messa
in atto da Wakimoto anche calcolando lo sconosciuto e rarissimo EL-Nikkor 150mm
f/5,6, in grado di riprodurre un originale in scala 1:10 su negativo 65x90mm garantendo
una risoluzione minima di 150 l/mm (in luce verde 546nm); d'altro canto, il "discepolo"
Ikuo Mori non si limitò a migliorare l'EL-Nikkor da 50mm ma progettò anche i prestigiosi
e correttissimi Apo-
castorino
Messaggio: #2
Grazie Marco!!! Non dico che mi hai fatto tornare bambino con queste tue accurate descrizioni, ma ragazzo si, quando con i miei amici si discuteva di Rodenstock, Schneider, e Leitz ed io caparbiamente sostenevo che gli EL della Nikon non temevano nessun confronto!!! E' un peccato che tanta conoscenza si perda su uno schermo da compiuter, hai mai pensato di mettere qualcosa su carta? Ancora grazie, Rino
Glotta
Messaggio: #3
estremamente interessante, grazie.
E' possibile sapere qualcosa sugli obiettivi Nikkor per Zenza Bronica? grazie.gif
marco cavina
Messaggio: #4
Grazie;

i Bronica Nikkor non li conosco bene (occorre considerare che... il mio mestiere è tutt'altro e che utilizzo e seguo assiduamente non solamente i prodotti Nikon ma anche quelli di molti brand comprimari del settore, attuali o defunti, quindi - inseguendo un quadro forse troppo variegato e complesso - mi ritrovo con numerose lacune), e credo che il simpatico Max Bertacchi sia uno dei più esperti del settore (mi pare che abbia online qualcosa); da punto di vista ottico, i Nikkor da 40mm e 50mm replicano "in scala" i corrispondenti schemi 24x36mm del Nikkor 20mm f/4 di Ikuo Mori e del 28mm f/3,5 prima serie; il 75mm f/2,8 è interessante, perchè nella prima esecuzione deriva dal tipo Xenotar del micro-Nikkor 55mm f/3,5 (una configurazione poi utilizzata dalla stessa Bronica nello Zenzanon E 75mm f/2,8 della ETR e successive varianti), mentre la seconda serie (Nikkor-H anzichè Nikkor-P) passa da 5 a 6 lenti ed adotta un Gauss asimmetrico con insolito doppietto collato anteriore, molto simile alla prima esecuzione del Planar 80mm f/2,8 Hasselblad (che, come non tutti sanno, al di sotto della matricola 4.000.000 impiegava uno schema a 6 lenti anzichè 7); il 105mm f/3,5 è un classico "tipo Tessar" ed il modello con otturatore centrale è interessante anche dal punto di vista tecnico; il 200mm f/4 impiega uno schema teleobiettivo compatto simile, mutatis mutandis, a quello del Nikkor 200mm f/4 secondo tipo, a cinque lenti; infine, i teleobiettivi da 180mm, 250mm, 350mm e 500mm sono gli stessi forniti anche in esecuzione per Nikon S e Nikon F: il 180mm utilizza un Gauss simmetrico simile a quello dei sovietici Helios, il 250mm è un Sonnar tele ortodosso mentre il 350 ed il 500mm sono dei grossi tripletti di Cooke; se ricordo bene esistevano anche focali più lunghe, fino a 1.200mm, basate su un tripletto acromatico anteriore spaziato ad aria con "Barlow" posteriore per ridurre gli ingombri, analoghi a quelli poi utilizzati nelle prime fasi del sistema F con il tubo di messa a fuoco AU.

Per quanto riguarda gli EL-Nikkor, curiosamente la mia "carriera" di stampatore è sempre stata marcata Rodagon (50/2,8, 50/4, 50/2,8 APO, 80/4, 150/5,6, etc.), Apo-Gerogon, Apo-Ronar... insomma, Rodenstock, ed il mio primo EL-Nikkor credo risalga a metà anni '90, mentre le primissime "navi scuola" furono un Componon-S ed un Meopta Meogon per medio formato (vecchi ricordi adolescenziali)... Avevo un fetish tutto mio per abbinare - possibilmente - ottiche da stampa prodotte dallo stesso brand di quelle impiegate in ripresa, sicchè per Leitz-leica utilizzavo 50mm Elmar e Focotar, per la Pentax 6x4,5cm un Neonon 80mm f/5,6 prodotto sempre da Asahi, per Hasselblad un S-Planar Zeiss 120mm f/5,6 in speciale montatura M46 da reprocamera, etc.

Per quanto riguarda la stampa su dei miei pezzi, il problema sta nel Copyright sulle immagini, qualora utilizzi immagini non mie !

effettivamente sarebbe carino un vademecum sugli obiettivi Nikkor "particolari" : ho già scritto sugli Ultra-Micro, sui Repro, su EL, Apo-EL e Printing ed ho già materiale sugli Apo-Nikkor, i CRT - COM, i Process...

Ciao Marco

Messaggio modificato da marco cavina il Jan 20 2010, 03:47 PM
Massimiliano Piatti
Messaggio: #5
Grazie Marco per metterci a disposizione il tuo sapere e anche se da vero profano ho letto tutta la tua discussione con enorme interesse.
Spero continuerai a tenere vivo l'interesse degli appassionati di obiettivi con le tue straordinarie dizioni.

Massi smile.gif
Glotta
Messaggio: #6
grazie.gif grazie.gif
secondo te potrebbe aver senso cercare di montare il Nikkor 75 2,8 della Bronica su una D700, magari invertito, per provare qualche esperimento macro?

Messaggio modificato da Glotta il Jan 20 2010, 07:16 PM
marco cavina
Messaggio: #7
Oddio, per fare esperimenti in macro qualsiasi ottica invertita su soffietto può essere interessante, a patto che il rapporto di riproduzione ed il relativo tiraggio siano sufficientemente elevati, ma non credo che il Nikkor 75mm f/2,8 per Zenza Bronica sia l'obiettivo più adatto alla bisogna, sia per via dell'ottimizzazione generica a grandi distanze (che richiederebbero, dopo l'inversione su soffietto, tiraggi e rapporti di riproduzione spropositati) sia per la copertura sovrabbondante che lascia supporre un circolo confusionale leggermente meno critico e selettivo del solito.

La copertura spinta fino al 6x6cm lo renderebbe papabile per soffietti dotati di basculaggio, ma con simili tiraggi la coniugata definita dal cono di proiezione di qualsiasi obiettivo aumenta a tal punto da consentire adeguati brandeggi.

Credo che la soluzione migliore per avvicinarsi alla macro spinta consista in un buon obiettivo da ingrandimento, invertito su prolunghe (sulle aste online passano di mano per alcune decine di Euro).

Il vero problema nella macro spinta sta nel fatto che la diffrazione subentra ad aperture via via maggiori, al punto che - con rapporti di riproduzione molto elevati - sarebbe addirittura meglio lavorare a piena apertura.... In questo modo la profondità di campo è prossima a zero, ed infatti la macro spinta high-end si effettua mettendo il soggetto su un tavolinetto straslatore micrometrico, in grado di apprezzare movimenti anche di un solo micron, scattando a piena apertura o giù di lì effettuando numerose esposizioni (anche parecchie decine) muovendo il soggetto di una misura leggermente inferiore alla profondità di campo riferita a tale apertura, rapporto di riproduzione e circolo confusionale accettato (ed in certi casi estremi parliamo di 5 micron, cioè 200 scatti a mm); ogni scatto presenterà una sottile zona a fuoco differente da tutti gli altri, procedendo a scansione; alla fine tutti i fotogrammi (supponendo che il computer sia adeguatamente performante) vengono dati "in pasto" ad un software di stacking che provvede automaticamente a prelevare i settori a fuoco da ogni immagine ed a comporli assieme in un'unico fotogramma, meravigliosamente nitido e tutto a fuoco.

In questo modo si evita la diffrazione e la qualità finale è eccellente, ma ogni immagine è come una campagna di Russia.... Prima di agire è quindi meglio valutare serenamente il grado di coinvolgimento individuale nel settore!

Ciao Marco

PS: peccato che la Nikon non abbia mai prodotto un'ottica supermacro come quella realizzata dal principale concorrente, in grado di passare da 1:1 a 5:1 (e da 1,6:1 ad 8:1 con il sensore APS-C proprietario): la macro che segue (un insetto in Ambra oligocenica del Baltico) l'ho eseguita con tale obiettivo al massimo rapporto di riproduzione di 5:1 su sensore 24x36mm, e la pratica d'uso è molto facilitata dal diaframma completamente automatico e dalla consueta interfaccia elettronica al corpo macchina; è un "tool" che funge da ponte fra i macro convenzionali (limitati ad 1:1) e gli obiettivi RMS supermacro o da microscopio, e ritengo che Nikon non incontrerebbe certo alcun impedimento tecnico per realizzare un obiettivo di simile concezione!

Sempre parere personale, ovviamente.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
Glotta
Messaggio: #8
ohmy.gif ... mi sa che quel nikkor resterà saldamente attacato alla vecchia Zenza, che peraltro funziona ancora egregiamente... tongue.gif
comunque grazie per l'esauriente spiegazione, che mi salverò per consultarla con più calma!
PS
molto interessante anche il tuo sito.. ho finalmente potuto avere informazioni esaurienti sul leggendario obiettivo usato in Barry Lyndon..
grazie.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #9
Bellissimo articolo Marco, esaustivo ed interessantissimo....come sempre!

Saluti

Giacomo
fullerenium2
Messaggio: #10
Rispolvero questo vecchissimo topic per chiedere agli esperti se montando un Nikkor EL da ingranditore su un soffietto posso fotografare una diapositiva a formato intero.
Inoltre vi chiedo se per tale scopo è più indicato il 50mm f/2.8 o il 50mm f/4.
Grazie tante.
Umbi54
Messaggio: #11
Ciao, io per anni mi occupai di duplica di diapositive per audiovisivi, utilizzavo alternativamente Canon F1 con soffietto originale più compendium con 50mm oppure 80mm Apo Rodagon da ingrandimento.
Per i lavori "ripetitivi" la colonna del Durst M700 sempre con Canon F1 + pozzetto + 50mmm macro + testa dell'ingranditore rovesciata per supporto e filtraggio.
La pellicola era rigorosamente la Kodak Duplicating.
Al di la di tutto non ho mai visto grosse differenze tra le ottiche da ingrandimento ed il macro originale, almeno sino al rapporto 1:1.
Provai anche gli El-Nikkor senza differenze apparenti con i Rodagon.
Il punto dolente delle ottiche da ingrandimento sono lo sfocato (non interessa la duplicazione) ed il trattamento anti riflesso.
Umberto
 
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