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NikonClub.it Community _ TECNICHE Fotografiche _ Seguendo Le Orme Dei Pionieri Della Fotografia::

Inviato da: enrico il Jan 26 2007, 05:24 PM

Volevo condividere con voi un mio progetto. All'inizio di gennaio ho iniziato la costruzione di una macchina fotografica in legno, del tipo di quelle con cui Talbot eseguì i suoi calotipi. Lo scopo era quello di rieseguire appunto quelle prime immagini, tornando materialmente agli albori della nascita della Fotografia.
Ho quindi rimesso in funzione il mio tavolo da lavoro, rispolverando seghetti, colle, mordenti e vernici. Il primo passo è stato quello di costruire l'obiettivo. Mi sono così procurato da un ottico due lenti da occhiale da 3 diottrie ciascuna. Con i dati di lunghezza focale ed angolo di copertura di questo semplice obiettivo, sono passato al progetto di tutti gli elementi ed alla loro realizzazione pratica, sfruttando tutti i momenti liberi delle mie giornate. Qualche giorno fa ho terminato l'impresa.
Nell'immagine che segue, i tre moduli: a sinistra quello col vetro smerigliato per la messa a fuoco e l'inquadratura, al centro quello con l'obiettivo (in basso il tappo copriobiettivo e due diaframmi; il terzo, un f/8, è sulla lente frontale); a destra il modulo "chassì" destinato a contenere la carta sensibile:
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Un primo piano del modulo portaottica:
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ed un primo piano del modulo col vetro smerigliato:
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(segue)

Il modulo "chassì" col volet abbassato:
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Il modulo col vetro smerigliato è inserito all'interno del modulo portaobiettivo. Sul basamento si vede la scala per le distanze e sul secondo modulo il riferimento per la messa a fuoco:
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Lo chassì è inserito nel modulo portaottica:
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(segue)

Il volet è sollevato e la macchina è in fase di esposizione:
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Una immagine dal vetro smerigliato di ciò che si vede dal terrazzino di casa:
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(segue)

Inviato da: fotoland il Jan 26 2007, 05:27 PM

Enrico complimenti, hai fatto proprio una bella cosa! Pollice.gif
In un mondo ormai che và, verso la più alta tecnologia, quello che hai realizzato tu, mi sembra "Fantastico".
Bravo wink.gif

Ciao
Salvo

Inviato da: enrico il Jan 26 2007, 05:38 PM

Oggi la giornata non è delle migliori: il cielo è coperto ed i contrasti sono bassi. Ma non ho saputo resistere. Ho ritagliato un rettangolo di 13 x 14 cm (il formato della mia macchina biggrin.gif ) e l'ho immerso in una soluzione debole di sale da cucina. L'ho asciugato con il phon. Per ripetere in tutto il procedimento di Talbot, ho preso una candela (non vi racconto cosa mi ha detto mia moglie quando mi ha visto salire le scale con la candela accesa...) ed al suo debole lume ho passato sulla carta qualche pennellata di una soluzione di nutrato d'argento, tornando ad asciugare il tutto col phon. Ho quindi inserito la carta nello chassì. Ho posizionato la macchina sul terrazzino, ho messo a fuoco, notando la posizione del riferimento, ho estratto il modulo col vetro smerigliato e vi ho sostituito lo chassì, facendo coincidere il suo riferimento di messa a fuoco con il primo. Ho alzato il volet. DOpo un'ora ed un quarto ho ritirato il tutto. Si è trattato di un primo esperimento il cui scopo è stato, fra l'altro, quello di qvere una stima della sensibilità della carta per poter aggiustare successivamente il tiro con l'esposizione. La luce della scena era tale da darmi, con la D200, una esposizione di 1/250 ad f/8 e 400 ISO.
Ho sbirciato alla luce della solita condela e, perbacco, qualcosa si vedeva!
Senza effettuare il fissaggio (Talbot stabilizzava i suoi negativi con una soluzione forte di sale da cucina; solo dopo, su consiglio di Herschel, utilizzò il tiosolfato di sodio), ne ho fatto una scansione:

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E' un negativo leggero, sottoesposto, ma qualcosa si vede.
Ne ho tratto un positivo con Photoshop:

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Non è una immagine eccezionale, si notano le pennellate e le grinze della carta, ma si vedono anche i rami dell'albero, il comignolo e le falde dei tetti ricoperti di neve. Qualcuno potrebbe dire che "è una vera schifezza biggrin.gif ), ma Niepce non ottenne di meglio con la sua fotografia su bitume di Giudea. Ora si tratta di perfezionare il procedimento e di fare altre prove. Questa è l'immagine presa con la D200 dallo stesso punto:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
In tempi dominati dal digitale e da una tecnologia molto avanzata, è bello ripetere i tentativi e ripercorrere le strade degli antichi pionieri e l'emozione è forte.
Un saluto
Enrico

Inviato da: FabioC. il Jan 26 2007, 05:45 PM

affascinante..... wink.gif

Inviato da: toad il Jan 26 2007, 05:55 PM

Complimenti, Enrico, per l'idea e per la manualità. Pollice.gif
Bell'oggetto e interessante esperimento. Affascinante, direi anch'io. Facci seguire gli sviluppi, mi interessa molto.

QUOTE(enrico @ Jan 26 2007, 05:38 PM) *

In tempi dominati dal digitale e da una tecnologia molto avanzata, è bello ripetere i tentativi e ripercorrere le strade degli antichi pionieri e l'emozione


Già. Proprio qualche giorno fa, sistemando un po' di cose, mi sono venuti in mano i volumi del "Manuale teorico-pratico di chimica fotografica per il prof. Rodolfo Namias, ed.1921" che ho la fortuna di possedere. Mi sono soffermato a leggere qualche pagina. Incantato, quasi come un romanzo... smile.gif

Inviato da: enrico il Jan 26 2007, 06:26 PM

QUOTE(toad @ Jan 26 2007, 05:55 PM) *

Proprio qualche giorno fa, sistemando un po' di cose, mi sono venuti in mano i volumi del "Manuale teorico-pratico di chimica fotografica per il prof. Rodolfo Namias, ed.1921" che ho la fortuna di possedere. Mi sono soffermato a leggere qualche pagina. Incantato, quasi come un romanzo... smile.gif

Grazi Salvo, Fabio, Toad. Vecchi manuali... Mio padre era un fotoamatore. Anch'io ho la fortuna di possedere qualche vecchio libro:
Ricettario fotografico del dott. Luigi Sassi ed. 1923 e "Fotografia per dilettanti" del dott. Giovanni Muffone, edizione 1925, tutti della Hoepli.
E' studiando il passato che si comprende il presente, e questo anche in Fotografia.
Enrico

Inviato da: apeiron il Jan 26 2007, 06:34 PM

Ciao, Enrico. E' davvero interessante. Credo che dovresti pensare di preparare un testo ad uso scolastico. Un insieme di esperienze da proporre.
Così, almeno, non ti divertiresti solo tu! smile.gif
Apeiron

Inviato da: enrico il Jan 26 2007, 06:44 PM

QUOTE(apeiron @ Jan 26 2007, 06:34 PM) *

Ciao, Enrico. E' davvero interessante. Credo che dovresti pensare di preparare un testo ad uso scolastico. Un insieme di esperienze da proporre.
Così, almeno, non ti divertiresti solo tu! smile.gif
Apeiron

Ciao Apeiron. Che piacere risentirti!
A proposito del testo, ci sei andato vicino. In effetti, ho preparato una conferenza FIAF (faccio parte del Dipartimento Attività Culturali) dal titolo "dall'argento al silicio", sulla storia dell'evoluzione dei materiali sensibili. Ho preparato delle diapositive e delle animazioni per accompagnare le serate presso i circoli, ma mi è sembrato opportuno arricchirle con qualcosa di pratico. Ho costruito così una camera ottica, di quelle in uso dai pittori del 700 ed ho pensato poi a questa realizzazione.
Un abbraccio
Enrico

Inviato da: malina il Jan 26 2007, 06:47 PM

Grande Enrico!
guru.gif

Inviato da: Simone Cesana il Jan 26 2007, 07:26 PM

complimenti...
che esperimento spettacolare, appassionante...

ciao
simone cesana

Inviato da: buzz il Jan 26 2007, 07:37 PM

Molto bello, interessante e istruttivo.
Io sposterei il tutto in tecniche fotografiche!

Inviato da: apeiron il Jan 26 2007, 09:44 PM

QUOTE(enrico @ Jan 26 2007, 06:44 PM) *

Ciao Apeiron. Che piacere risentirti!
A proposito del testo, ci sei andato vicino. In effetti, ho preparato una conferenza FIAF (faccio parte del Dipartimento Attività Culturali) dal titolo "dall'argento al silicio", sulla storia dell'evoluzione dei materiali sensibili. Ho preparato delle diapositive e delle animazioni per accompagnare le serate presso i circoli, ma mi è sembrato opportuno arricchirle con qualcosa di pratico. Ho costruito così una camera ottica, di quelle in uso dai pittori del 700 ed ho pensato poi a questa realizzazione.
Un abbraccio
Enrico

Lodevole, caro Enrico. Mi piacerebbe partecipare. Mi divertirei un mondo, di sicuro.
I vedutisti la utilizzarono per le riprese prospettiche, infatti.
Forse sarebbe interessante proporre al tuo pubblico proprio la versione per la ripresa prospettica, come anticipazione della ripresa fotografica. Nella versione reflex, non dovrebbe essere difficile prevedere un vetro smerigliato sul lato superiore della scatola. Sul vetro, potrebbero sistemare un foglietto di lucido e sperimentare lo schizzo prospettico.
Forse potresti proporre anche la costruzione di una serie di camere ottiche reflex con focali diverse, così da poter cogliere la diversa resa prospettica in funzione della diversa focale.
Enrico, ma dove le tieni queste conferenze?
Apeiron

Inviato da: enrico il Jan 26 2007, 10:20 PM

QUOTE(apeiron @ Jan 26 2007, 09:44 PM) *
I vedutisti la utilizzarono per le riprese prospettiche, infatti.
Forse sarebbe interessante proporre al tuo pubblico proprio la versione per la ripresa prospettica, come anticipazione della ripresa fotografica. Nella versione reflex, non dovrebbe essere difficile prevedere un vetro smerigliato sul lato superiore della scatola. Sul vetro, potrebbero sistemare un foglietto di lucido e sperimentare lo schizzo prospettico.
Forse potresti proporre anche la costruzione di una serie di camere ottiche reflex con focali diverse, così da poter cogliere la diversa resa prospettica in funzione della diversa focale.
Enrico, ma dove le tieni queste conferenze?
Apeiron


Già fatto Apeiron, a dicembre. Poiché la Fotografia in fondo è nata quando l'Ottica e la Chimica si sono incontrate, ho pensato di partire proprio dala camera ottica.
Il modello chiuso:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
Aperto:

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Una veduta dal vetro smerigliato (sempre dal terrazzino di casa, ma verso nord):

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Per quanto riguarda la parte chimica, ho preparato il necessario per mostrare una reazione di precipitazione mescolando una soluzione di cloruro di sodio ed una di nitrato d'argento. La reazione è spettacolare perchè, da due soluzioni incolori, si forma immediatamente un precipitato bianco di cloruro d'argento. Il nitrato d'argento è fotosensibile, ma molto poco, mentre il cloruro d'argento lo è molto di più. E poi è questa la reazione mediante la quale ancora oggi si fanno precipitare all'interno della gelatina gli alogenuri d'argento.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali..

L'ultima conferenza a Fara S. Martino sulla lettura strutturale della fotografia. Vado dove mi chiamano i circoli FIAF e quando sono libero dagli altri impegni. Fra un paio d'anni me ne vado in pensione ed avrò più tempo da dedicare alla fotografia.
Ciao
Enrico

Inviato da: maurizioricceri il Jan 26 2007, 10:43 PM

Enrico dire che sei un MITO è dire poco, qualche giorno mi farò una passeggiata per assistere come discente ad una delle tua interessantissime lezioni.
Così,magari .. hmmm.gif ci scrocco anche un caffè !!! rolleyes.gif biggrin.gif
Ciao ed auguri per i tuoi esperimenti....Maurizio

Inviato da: Franco_ il Jan 26 2007, 10:48 PM

Ciao Enrico, immagino l'emozione che hai provato quando hai visto "comparire" il negativo; per me è commovente.


QUOTE(buzz @ Jan 26 2007, 07:37 PM) *

Molto bello, interessante e istruttivo.
Io sposterei il tutto in tecniche fotografiche!


Sono d'accordo Pollice.gif

Inviato da: apeiron il Jan 26 2007, 10:57 PM

Deliziose queste cose. Congratulazioni, Enrico. guru.gif guru.gif
Apeiron

Inviato da: kurtz il Jan 26 2007, 11:12 PM

QUOTE(buzz @ Jan 26 2007, 07:37 PM) *

Molto bello, interessante e istruttivo.
Io sposterei il tutto in tecniche fotografiche!

Concordo, e mi permetto di effettuare lo spostamento "invadendo" il campo dei miei colleghi NPU che spero non me ne vorranno.

Ma questa ricerca merita una visibiltà maggiore ed un plauso per il lavoro svolto da Enrico.

Se non lo hai ancora visitato, quando passi da queste parti http://www.alinarifondazione.it/index.html è imperdibile.
Un appassionato come te potrebbe non voler più venir via ... wink.gif

Inviato da: enrico il Jan 26 2007, 11:16 PM

Grazie a tutti. Siete davvero molto gentili.
ENrico

Inviato da: Mauro Villa il Jan 28 2007, 10:29 AM

Enrico credo che quello veramente gentile sei tu e ringrazio l'amico Toad che mi ha segnalato questa discussione che mi era sfuggita e che ora seguirò.
Complimenti Enrico e grazie per condividre con noi questa tua esperienza.

Inviato da: plinius il Jan 28 2007, 12:25 PM

Caro Enrico

In quest'epoca dominata dalla tecnologia, dalla ricerca di sensori sempre più grandi e densi di pixel, di automatismi e servomeccanismi... fa davvero piacere immaginare qualcuno, te in questo caso, intento a rsipolverare la sapienza originale degli inizi, i primi tentatiti dell'uomo di asservire la luce ai suoi scopi, di catturare il tempo... a ricordare che alla base di tutto, alla fine, c'è l'uomo, la sua manualità, la sua voglia di scoprire e di sperimentare. Quella foto raggrinzita e appena leggibile, è una delle più belle e suggestive che abbia visto negli ultimi tempi.

Ricordo molti anni fa (oltre 15, credo) in un numero di "Fotografare" c'era la descrizione per la costruzione di una fotocamera persino priva di lente e di vetro smerigliato, col solo forellino, credo si dica stenopeico... e già allora la fotografia cominciava la sua deriva elettronica, e faceva piacere vedere esperimenti del genere... oggi poi!

ciao

Mauro

Inviato da: enrico il Jan 28 2007, 10:02 PM

Cari amici,
questa mattina ho rimesso in funzione la macchina calotipica. Ho aumentato l'esposizione a due ore, anche in considerazione che per un po' è uscito un bel sole. Ho letto che Talbot smise di fare i suoi esperimenti nella stagione invernale a causa dei tempi di posa troppo lunghi, per riprenderli al sole dell'estate.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Questa volta ho voluto utilizzare, considerate le grinze del primo supporto, qualcosa di più consistente, così ho utilizzato un cartoncino liscio da disegno. Questa volta il risultato è decisamente migliore del primo e si notano con chiarezza molti elementi del fabbricato, dei balconi e si vede bene perfino una parabola televisiva. Unico inconveniente è che delle zone non hanno preso le sostanze chimiche. Probabilmente la colpa è del cartoncino liscio e del metodo che ho usato per trattarlo. Infatti nel negativo ci sono delle zone completamente bianche (nere nel positivo).

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Cercherò di perfezionare la parte chimica dell'esperienza. Domattina acquisto due pennelli più larghi e morbidi e delle puntine da disegno con le quali stendere la carta su di un supporto di compensato, per evitare che raggrinzisca, una volta sottoposta alla soluzione di sale e di nitrato d'argento. Userò di nuovo la carta del blocco per schizzi perchè più assorbente. Preparerò le soluzioni con più attenzione, utilizzando acqua distillata anziché quella del rubinetto e ne porterò la concentrazione per entrambe a 0,01 moli per litro e non "a naso" come ho fatto fin'ora. Vi mostrerò poi i risultati.

Questa che segue è la scena ripresa dallo stesso punto di vista con la D200 ma, ditemi quel che volete, preferisco le due immagini precedenti, anche se ancora non sono perfette.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Un saluto
Enrico

Inviato da: apeiron il Jan 28 2007, 10:32 PM

[quote name='enrico' ]
Questa che segue è la scena ripresa dallo stesso punto di vista con la D200 ma, ditemi quel che volete, preferisco le due immagini precedenti, anche se ancora non sono perfette.

Sono proprio d'accordo, Enrico. Provo a immaginare la delusione, lo stupore, la meraviglia, la gioia, di Niépce, Daguerre, Talbot..., alle origini di questa incredibile avventura.
Apeiron

Inviato da: Franco_ il Jan 29 2007, 09:09 AM

Grandi miglioramenti e in pochi giorni, Enrico... se vai avanti così credo che farai uscire la D3 prima di Nikon laugh.gif .

Scherzi a parte, trovo molto istruttivo quello che stai facendo; sarebbe bello illustrare queste tue esperienze nelle scuole, in un solo colpo si potrebbero trattare ottica, chimica, disegno e "applicazioni tecniche" (non so come si chiamano oggi)

Continuo a seguire con interesse gli sviluppi di questa interessante esperienza (credo proprio che alla fine dovrai preparare un Experience Pollice.gif )

Alle prossime puntate

Franco

Inviato da: kurtz il Jan 29 2007, 09:29 AM

QUOTE(Franco_ @ Jan 29 2007, 09:09 AM) *

...
Scherzi a parte, trovo molto istruttivo quello che stai facendo; sarebbe bello illustrare queste tue esperienze nelle scuole, in un solo colpo si potrebbero trattare ottica, chimica, disegno e "applicazioni tecniche" (non so come si chiamano oggi)
...

Stai parlando della Scuola di Fotografia, dove appunto nella formazione vengono trattati tutti gli argomenti che hai elencato, e molto di più.
Ho apprezzato particolarmente il lavoro di Enrico, appunto perché a suo tempo, durante la scuola, mettevamo in pratica le nozioni multidisciplinari via via acquisite, per consolidarle.

Bella lezione Professor Enrico ... !

Inviato da: enrico il Jan 29 2007, 10:54 PM

Cari amici,
la parte ottica non mi crea problemi. Devo lavorare sulla parte chimica. La procedura è quella di bagnare la carta con una soluzione di sale da cucina (cloruro di sodio). Una volta asciutta, passo col pennello una soluzione di nitrato d'argento. Ciò crea dei fini precipitati di cloruro d'argento insolubile fra le fibre della carta (e nitrato di sodio solubile).
Mi propongo alcuni obiettivi:
a - produrre una distribuzione del cloruro d'argento il più uniforme possibile perché non si formino chiazze di diversa densità e macchie.
Mediante delle prove, vedrò se è meglio immergere totalmente la carta nella soluzione di cloruro di sodio (come ho fatto fin'ora) o passare anche questa col pennello (usando naturalmente un pennello diverso per ogni soluzione).
b - Vedere quali sono le concentrazioni più adatte e in che rapporto debbono stare. Talbot scoprì che la carta diventava più sensibile se si utilizzava una soluzione debole di sale da cucina ed una forte di nitrato d'argento. Si tratta di indicazioni qualitative (debole quanto? forte quanto?) da stabilire quantitativamente mediante delle prove. Se la concentrazione del sale da cucina invece prevale, la carta perde sensibilità; Talbot infatti usava agli inizi come stabilizzatore (non si può parlare di fissaggio perchè così non si eliminava il cloruro non colpito dalla luce), una soluzione forte di sale da cucina dopo l'esposizione.
In queste prove, ripeto i suoi primi procedimenti: praticamente sto usando una carta ad "annerimento diretto". Fu Talbot infatti a scoprire in seguito l'immagine latente ed a svilupparla con l'acido gallico. Non so se tale acido si trovi ancora oggi. Allora si estraeva dalle galle e dalla pianta di sommacco. Ho chiesto ad un amico farmacista di vedere se si trova.
Pare che Talbot abbia saputo delle proprietà dell'acido gallico da una comunicazione di un certo reverendo Reade la cui storia è gustosa. Reade stava ripetendo gli esperimenti di Wedgwood col nitrato d'argento per i quali questi utilizzava il cuoio perchè risultava più sensibile della carta. Così Reade utilizzò un paio di guanti di capretto che la moglie gentilmente gli diede. Ma alla seconda richiesta la signora giustamente si rifiutò. Pensando che la maggior sensibilità della pelle rispetto alla carta dipendesse dalle sostanze usate per la concia, pensò bene di "conciare" la carta. Allora per la concia si usava l'acido gallico...
Vedrò anche se, asportando mediante lavaggio il nitrato di sodio solubile, aumenta la sensibilità.
In effetti il primo (e molto prima di Talbot) a fissare l'immagine di una camera oscura, fu Niepce che però abbandonò l'impresa, sia perchè non riuscì a renderla stabile, sia perchè i toni risultavano invertiti e si dedicò a trovare una sostanza che alla luce non annerisse ma imbianchisse.
Più avanti, ho pensato di preparare della carta all'albumina.
Sono convinto che un conto è studiare la storia della fotografia, un conto è riviverla. Le emozioni che ciò mi procura, valgono bene tutta la fatica ed il tempo che ciò richiede.
Per evitare che la carta raggrinzi, ho preparato un supporto di compensato sul quale stenderla.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Jan 30 2007, 01:23 PM

è qualcosa di fantastico, da leggere tutto d'un fiato e da assaporare giorno dopo giorno con le nuove prove

continua così!

Inviato da: enrico il Feb 1 2007, 02:14 PM

Cari amici,
questa mattina ho fatto delle prove di esposizione per vedere quali fossero le migliori concentrazioni di cloruro di sodio e di nitrato di argento. Per far questo ho preparato tre soluzioni di cloruro di sodio alla concentrazione di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro
e tre soluzioni di nitrato d'argento anch'esse alle concentrazioni di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro.
Per preparare le soluzioni a diversa concentrazione, ho preparato una soluzione madre di nitrato d'argento 0,5 molare sciogliendone 17 grammi in 200 ml di acqua distillata, ed una soluzione madre di cloruro di sodio sciogliendo 5,84 grammi di sale da cucina in 200 ml di acqua distillata (una mole di cloruro di sodio ha una massa di 58,44 grammi ed una di nitrato d’argento, di 169,91 grammi).
Da queste, per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,1 molare, ne ho prelevato 1 ml e vi ho aggiunto 4 mol di acqua distillata.
Per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,01 molare, ho prelavato 1 ml da queste seconde soluzioni e vi ho aggiunto 9 ml di acqua distillata.

Ho suddiviso una striscia di carta (dello stesso tipo che sto usando per i calotipi) in quattro parti:
- nella prima a sinistra ho utilizzato concentrazioni 0,01 molare delle due soluzioni
- nella seconda di 0,1 molare delle due soluzioni
- nella terza di 0,5 molare delle due soluzioni
- nella quarta (all'estremità destra) una soluzione 0,1 molare di cloruro di sodio e 0,5 molare di nitrato d'argento.
Nelle prime tre le concentrazioni dei due sali sono uguali; nella quarta ho voluto provare, come diceva Talbot, con una soluzione debole di cloruro di sodio ed una forte di nitrato d'argento.
Ho fatto asciugare un po' la striscia al buio, quindi l'ho portata coperta in pieno sole, l'ho scoperta ed ho cominciato a scattare ad intervalli successivi con la D200 per vedere cosa succedeva (mi sono reso conto che sarebbe stato meglio esporre la striscia all’ombra dove gli annerimenti avrebbero proceduto più lentamente). I tempi dei relativi scatti li ho potuti ricavare dai dati exif delle immagini che inserisco come allegati, non essendo riuscito a inserirle direttamente:

dopo 11 secondi di esposizione
dopo 28 secondi
dopo 49 secondi:
dopo 118 secondi (1' e 58"):
dopo 630 secondi (10 minuti e 30 secondi):



Le conclusioni che ho potuto trarre sono che:
- la concentrazione di 0,01 moli/litro è troppo bassa e quindi non va usata
- la seconda e la terza combinazione sono buone, mentre l'ultima annerisce di meno ed in ritardo, e questo contrasta con le osservazioni di Talbot, devo capire come mai. Una ipotesi che però non regge, essendo Talbot un conoscitore della chimica, è che prima si usassero delle concentrazioni uguali in peso, nel qual caso, si sarebbe avuto, a reazione avvenuta, un eccesso di cloruro di sodio, essendo diverse le masse molari dei due sali.
La terza si è dimostrata la combinazione con maggior sensibilità, ma anche la seconda è buona e richiede un minor uso di nitrato d'argento che è piuttosto costoso. Proverò queste due combinazioni mediante la macchina per calotipi.
Ora mi dedicherò a produrre qualche immagine.
Un saluto
Enrico











 

Inviato da: maurizioricceri il Feb 1 2007, 02:30 PM

Complimenti per i tuoi risultati ed augiri per gli esperimenti.Tienici informati.Si potrebbe organizzare un meeting dalle tue parti e tra un confetto e l'altro..apprendere qualche cosa.
Maurizio

Inviato da: enrico il Feb 1 2007, 02:34 PM

Grazie Maurizio,
sto per aprire lo chassì di un terzo calotipo...
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 1 2007, 05:29 PM

Cari amici,
finalmente un po' di tempo (oggi è il mio giorno libero) ed ho realizzato il terzo calotipo, questa volta riprendendo il palazzo di fronte, dal terrazzo del piano-notte:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il negativo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il positivo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'esposizione è durata un'ora e tre quarti. L'immagine è un po' granulosa perchè ho utilizzato la carta da schizzi. Voglio riprovare con il cartoncino liscio da disegno. A presto.
Un saluto
Enrico

Inviato da: lupo.reggae il Feb 1 2007, 05:41 PM

che spettacolo biggrin.gif
complimenti!!

Inviato da: perrins87 il Feb 1 2007, 09:18 PM

la qualità sta migliorando giorno dopo giorno!
aspettiamo novità! wink.gif
a quando i colori? smile.gif

Inviato da: maurizioricceri il Feb 1 2007, 09:24 PM

Enrico è sorprendente quello che riesci a fare con i tuoi rudimentali aggeggi.Semplicemente fantastico.
Maurizio

Inviato da: enrico il Feb 1 2007, 09:45 PM

Ringrazio tutti per l'interesse che dimostrate a questo mio lavoro.
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 1 2007, 09:58 PM

QUOTE(perrins87 @ Feb 1 2007, 09:18 PM) *

la qualità sta migliorando giorno dopo giorno!
aspettiamo novità! wink.gif
a quando i colori? smile.gif


Per i colori dammi tempo. Ho proposto a mia moglie di posare per un ritratto, solo due ore di posa, quasi un'istantanea. Non ci crederete ma si è rifiutata biggrin.gif
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 1 2007, 10:47 PM

Per onorare Talbot, posto alcune immagini che lo riguardano:

1 - Una finestra, la sua più antica negativa esistente (agosto 1835)

2 - Un "disegno fotogenico" (così iniziò a chiamare le sue immagini, prima di cambiare in calotipi e poi in talbotipi) della casa della sua tenuta di Lacock Abbey

3 - Una delle sue macchine, costruitagli dal suo falegname, che disponeva in diversi punti della sua tenuta per andare a riprenderle dopo qualche ora e che la moglie chiamava scherzosamente "trappole per topi":

Un saluto
Enrico








 

Inviato da: maurizioricceri il Feb 1 2007, 10:53 PM

Enrico,che dirti !!! trovo molto interessanti e affascinanti queste tuoi esperimenti da "Talbot del 200" hmmm.gif mi sà che qualche giorno verrò veramente a trovarTi.
maurizio

Inviato da: enrico il Feb 1 2007, 11:00 PM

Mi sembra giusto a questo punto inserire una foto di William Henry (come me biggrin.gif ) Fox Talbot che non è un calotipo ma un dagherrotipo, e la cosa è curiosa, considerato che Talbot fu quasi un avversario di Daguerre che credeva di aver preceduto nella scoperta di quella che poi Herschel chiamò "fotografia".

QUOTE(maurizioricceri @ Feb 1 2007, 10:53 PM) *

Enrico,che dirti !!! trovo molto interessanti e affascinanti queste tuoi esperimenti da "Talbot del 200" hmmm.gif mi sà che qualche giorno verrò veramente a trovarTi.
maurizio

Ti aspetto.



 

Inviato da: Riccardo S. il Feb 2 2007, 12:46 PM

Complimenti, veramente interessante. Un bell'esempio di archeologia sperimentale.

A questo punto aspetto un'autoritratto fatto con l'enricotipo! laugh.gif

R.


Inviato da: enrico il Feb 2 2007, 03:02 PM

QUOTE(Riccardo S. @ Feb 2 2007, 12:46 PM) *

Complimenti, veramente interessante. Un bell'esempio di archeologia sperimentale.

A questo punto aspetto un'autoritratto fatto con l'enricotipo! laugh.gif

R.


Simpatica battuta Riccardo biggrin.gif
Archeologia sperimentale, hai colto nel segno. E' proprio lì il perchè di questo mio lavoro: capire rifacendo.
Un saluto
Enrico

Inviato da: Fabbry il Feb 3 2007, 12:13 AM

Per me sei un mito
Grazie!!!
Fabrizio

Inviato da: enrico il Feb 3 2007, 07:14 AM

QUOTE(Fabbry @ Feb 3 2007, 12:13 AM) *

Per me sei un mito
Grazie!!!
Fabrizio

Grazie a te Fabrizio.
Buona giornata.
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 3 2007, 04:26 PM

Cari amici,
ieri ho fatto altre due prove, utilizzando però dei fogli che avevo trattato con la soluzione di sale da cucina il giorno prima. Erano quindi bene asciutti. Volevo valutare se potevo preparare così una scorta di "carta salata" da sensibilizzare di volta in volta. Ho esposto un quarto calotipo per circa 2 ore, ma quando l'ho ritirato, è stata una delusione: non c'era quasi traccia di immagina (la scena era luminosissima) e la carta aveva una zona scura in basso ed il resto era di una tonalità intensa di giallino. Prima sovraesposizione? Sarebbe dovuto apparire tutto molto scuro.
Ho quindi sensibilizzato un secondo foglio (salato il giorno prima) e ho ripetuto l'esposizione per un tempo di un'ora e un quarto. Il risultato è stato un negativo sottoesposto:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho gettato nel caminetto i fogli presalati (credo che dipenda da quello, forse la carta non deve asciugare completamente dopo che è stata immersa nella prima soluzione) ed oggi ho trattato un altro foglio (di tipo diverso, di quelli ruvidi da disegno: sto sperimentando per trovare la carta più adatta) con acqua salata, l'ho asciugato parzialmente col phon e l'ho quindi sensibilizzato con la solita soluzione di nitrato d'argento. Ho ripreso la stessa scena del primo calotipo (tempo di esposizione 1 ora e 46 minuti):

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Come potete vedere compare la struttura a righe della carta. L'immagine è ben dettagliata. Il muretto è di un bel bianco perché gli operai hanno finito di intonacarlo e pitturarlo. Sulla sinistra si notano alcuni alberi di Piazza Torlonia spuntare da dietro le costruzioni. Al di sopra del muro le pareti erano in ombra e quindi non hanno molto dettaglio. In ogni caso, sono riuscito a sensibilizzare la superficie della carta in modo uniforme e non si notano né macchie né zone di diversa densità.

Per quanto riguarda la comparsa nell'immagine della struttura della carta (vedi anche 3° caoltipo), questo era un pregio del calotipo perché portava ad una immagine di tipo pittorico (i pittorialisti, quando la fotografia si fu definitivamente affermata, cercarono di ottenere immagini sgranate, flou), ma era anche un difetto poichè la fotografia (con i dagherrotipi soprattutto che possedevano una incisività eccezionale) appariva straordinaria proprio per la sua capacità di riprodurre i più minuti dettagli, cosa che era impossibile fare con la pittura. La fotografia infatti nacque e si diffuse proprio con i dagherrotipi (chissà che in futuro non provi anche con questi..) che presentavano una superiore qualità. Erano però esemplari unici, mentre il calotipo, mediante il processo negativo-positivo poteva essere duplicato innumerevoli volte.

Al prossimo calotipo
Enrico

Inviato da: maxiclimb il Feb 3 2007, 06:06 PM

Caspita, quest'ultima mi sembra un progresso notevole! smile.gif

Complimenti, è tutto davvero affascinante ed è bello vedere la sequenza dei tuoi tentativi con i perfezionamenti che trovi un po' alla volta.
Ti seguo con molta curiosità. wink.gif

Inviato da: enrico il Feb 3 2007, 08:06 PM

QUOTE(maxiclimb @ Feb 3 2007, 06:06 PM) *

Caspita, quest'ultima mi sembra un progresso notevole! smile.gif

Complimenti, è tutto davvero affascinante ed è bello vedere la sequenza dei tuoi tentativi con i perfezionamenti che trovi un po' alla volta.
Ti seguo con molta curiosità. wink.gif


Grazie Maxi.
Appena estraggo i negativi di carta dalla macchina, li acquisisco con lo scanner e poi li conservo al buio. Ieri l'altro ho provato a fissarne uno con l'iposolfito, ma l'immagine è scomparsa quasi completamente. Evidentemente l'argento ridotto che forma l'immagine non si àncora bene nelle fibre della carta e viene via assieme ai granuli di alogenuro. Riproverò con un fissaggio più diluito, magari non procedendo per immersione ma nebulizzandolo sulla carta. Più in là proverò ad usare l'albume d'uovo come supporto per le sostanze sensibili, riproducendo le "carte all'albumina" che si usavano una volta.
Saluti
Enrico

Inviato da: decarolisalfredo il Feb 4 2007, 12:25 AM

Ciao conterraneo, anch'io ti seguo dagli inizi e vengo a leggere quì tutti i giorni con interesse ed ammirazione.

Va avanti ! Sono sicuro che arriveranno risultati sorprendenti.

Ciao Alfredo

Inviato da: enrico il Feb 4 2007, 01:46 AM

Grazie Alfredo. Sto usando un diaframma f/5,6, praticamente un disco di cartoncino che pongo davanti alla lente frontale dell'obiettivo. Domani voglio provare "a tutta apertura". Le due lenti hanno un totale di 6 diottrie e quindi una lunghezza focale di 16,7 cm (100 cm / 6). Poiché il diametro utile delle lenti è di 6 cm, viene fuori proprio un'apertura massima di f/2,8 (16,7/6). Voglio vedere se le aberrazioni che verranno fuori sono sopportabili. Guadagno però 2 stop e posso far scendere il tempo di posa ad una mezz'ora. Potrò così recarmi in campagna e fotografare qualcosa di diverso dai soliti palazzi e muretti che sono intorno a casa. Questo magari quest'estate.
E' bello sapere di essere seguiti e questo stimola a continuare in questa mia bella avventura. Pensa che sto trascurando la D200 biggrin.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: PoTi il Feb 4 2007, 01:38 PM

...mi sono imbattuto per caso in questa discussione.
...e sono rimasto senza parole!

Non vedo l'ora di vedere come continua questa sua fantastica avventura nel passato!!

Lei è un Genio!!! guru.gif guru.gif guru.gif

Inviato da: maurizioricceri il Feb 4 2007, 02:25 PM

Ciao Enrico,ci sorprendi ogni giorno di più.sorprendenti ed appassionanti questi tuoi esperimenti che prendono forma giorno dopo giorno.Una cosa è conoscere più o meno ,nella teoria come si è arrivati al fissaggio di una immagine,tutt'altra cosa è vederla crescrere e seguire nella pratica ciò che si riusciti ad ottenere.
Ti immagino immerso nei tuoi esperimenti tra "scatolette" di legno,seghe,chiodi martello, acidi ,fogli di carta da mettare sotto sale...etc etc.Continua a tenerci informati e... hmmm.gif se tua moglie ti dovesse cacciare di casa... rolleyes.gif .la ex cameretta di mia figlia è disponibile !!! telefono.gif ..aspetto una tua chiamata biggrin.gif
Battute a parte, complimenti veramenti e NON ti fermare pendiamo dalle tue evoluzioni.
Buon lavoro...ciao
Maurizio

Inviato da: enrico il Feb 4 2007, 05:02 PM

Ciao Maurizio,
fino ad ora mia moglie si è dimostrata abbastanza paziente. Per ogni evenienza, terrò conto del tuo invito biggrin.gif
D'altra parte, Talbot non doveva ricevere troppa solidarietà dalla sua, che chiamava le sue macchine calotipiche "trappole per topi" hmmm.gif
Questa mattina ho fatto altri tentativi. Due sono andati a vuoto, ma si impara anche dagli errori. Ti mostro il mio nono calotipo. Ho voluto fare qualcosa di diverso dai soliti palazzi ed ho sistemato sotto il ballatoio che dà sul giardino della mia abitazione, una sediolina ed un annaffiatoio. Quando ho iniziato la ripresa, batteva il sole. Ben presto però è scomparso dietro un fabbricato vicino (il sole invernale "vola" basso nel cielo smile.gif ) mettendo in ombra il mio soggetto. Ho interrotto l'esposizione dopo 2 ore e 27 minuti e questo è il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


Si vede molto bene la poltroncina ed il ballatoio. Si percepisce anche un po' l'innaffiatoio sulla destra che, essendo di colore verde (non sono ancora arrivato all'ortocromatismo biggrin.gif ), è venuta di un grigio scuro che si confonde un po' con lo sfondo. L'immagine difetta di uniformità perchè ci sono delle zone che non hanno preso bene le soluzioni. Potrebbe dipendere forse dalla colla con cui viene spesso trattata la carta. Proverò a lavarla prima in acqua per asportarla. Vediamo che succede. Devo arrivare ad ottenere risultati omogenei e costanti.
Un saluto
Enrico

Inviato da: reefaddict il Feb 5 2007, 02:50 PM

Scopro solo ora, al tuo nono calotipo, questo thread e ti faccio tutti i miei complimenti: sei riuscito ad affascinarmi e a farmi provare sensazioni che forse sono simili a quelle che provò il tuo quasi omonimo predecessore.


Inviato da: enrico il Feb 5 2007, 03:02 PM

QUOTE(reefaddict @ Feb 5 2007, 02:50 PM) *

Scopro solo ora, al tuo nono calotipo, questo thread e ti faccio tutti i miei complimenti: sei riuscito ad affascinarmi e a farmi provare sensazioni che forse sono simili a quelle che provò il tuo quasi omonimo predecessore.


Ti ringrazio.
Mentre digito sulla tastiera, fuori in giardino è in esposizione il decimo. Questa volta ho usato un cartoncino da disegno più spesso e l'ho lavato con acqua corrente per asportarne la colla, prima di sensibilizzarlo. Spero di riuscire ad ottenere così una stesa uniforme e continua.
Un saluto
Enrico

Inviato da: Riccardo S. il Feb 5 2007, 03:10 PM

Ciao Enrico,

una curiosità: come ti sei regolato per la scelta dei tempi di esposizione? ti sei rifatto agli esperimenti di Talbot, usando i tempi che lui dichiarava, o sei riuscito a calcolare esattamente la relazione tra materiale sensibile e tempo di espozione, in questo caso si potrebbe avere una stima di ISO equivalenti? (sto dicendo una fesseria? spero non sia troppo grossa!)

R.


Inviato da: ironic il Feb 5 2007, 03:49 PM

non ho parole!!!!

grazie.gif
ph34r.gif blink.gif

solo tanta, immensa ammirazione.... guru.gif

un grande!!!!

Inviato da: enrico il Feb 5 2007, 04:57 PM

QUOTE(Riccardo S. @ Feb 5 2007, 03:10 PM) *

Ciao Enrico,

una curiosità: come ti sei regolato per la scelta dei tempi di esposizione? ti sei rifatto agli esperimenti di Talbot, usando i tempi che lui dichiarava, o sei riuscito a calcolare esattamente la relazione tra materiale sensibile e tempo di espozione, in questo caso si potrebbe avere una stima di ISO equivalenti? (sto dicendo una fesseria? spero non sia troppo grossa!)

R.


Grazie Ironic.

Riccardo,
per l'esposizione, poiché ho letto che Talbot impiegava da un'ora a due ore in pieno sole, ho fatto delle prove. Anche perché non conosco la luminosità delle sue "trappole". La mia l'ho diaframmata ad f/5,6 per ridurre le aberrazioni. Poichè la lunghezza focale del mio obiettivo artigianale è di 16,7 cm (100 cm / 6 diottrie), ho praticato in un disco di cartone, che antepongo alla lente frontale dell'obiettivo, un foro di 3 cm di diametro (16,7 cm diviso 5,6). La prima prova doveva servirmi soprattutto per avere una indicazione di massima sull'esposizione. Visto che un'ora mi dava una immagine sottoesposta, ho raddoppiato il tempo. Ora, in pieno sole uso dalle due ore ad un'ora e mezza. Il calotipo che sto riprendendo adesso ha per soggetto degli annaffiatoi ed una poltroncina, che non sono in pieno sole. Ho quindi dato una esposizione di 3 ore. Debbo procurarmi dello ioduro di potassio da usare al posto del cloruro di sodio. Trattando la carta con questo nuovo sale e col solito nitrato d'argento, si produce ioduro d'argento che è più sensibile del cloruro, per cui dovrei far scendere i tempi. Di quanto? Anche qui occorreranno delle prove. Per i valori ISO, si potrebbe fare. Tieni presente che ho effettuato una ripresa col tempo di un'ora e mezza (sempre ad f/5,6) La D200 mi dava per la stessa scena, 1/400 di sec ad f/8 ed a 400 ISO. Da questi dati si può ricavare un valore ISO della carta che sarà ovviamente un numero molto piccolo.
Un saluto.
Enrico

Inviato da: Riccardo S. il Feb 5 2007, 05:09 PM

Grazie per la risposta Enrico, vedrò di fare due conti con calma.

Approfitto della tua disponibilità per chiederti un'altra curiosità: tu adesso usi photoshop per rendere positivo il tuo calotipo scansionato, volendo farlo in maniera "analogica" come dovresti operare? Ovvero come procedeva Talbot per ottere il positivo?

R.

Inviato da: enrico il Feb 5 2007, 05:28 PM

QUOTE(Riccardo S. @ Feb 5 2007, 05:09 PM) *

Grazie per la risposta Enrico, vedrò di fare due conti con calma.

Approfitto della tua disponibilità per chiederti un'altra curiosità: tu adesso usi photoshop per rendere positivo il tuo calotipo scansionato, volendo farlo in maniera "analogica" come dovresti operare? Ovvero come procedeva Talbot per ottere il positivo?

R.


Talbot all'inizio "stabilizzava" il negativo immergendolo in una soluzione forte di sale da cucina. In pratica. lo rendeva meno sensibile alla luce. Quel tanto che gli permetteva di fare una esposizione per contatto con un altro foglio di carta ed ottenere quindi un positivo. Si trattava soltanto di una stabilizzazione perchè, anche se più lentamente, col tempo anneriva lasciando scomparire l'immagine, in quanto il cloruro d'argento non esposto, rimaneva nell'emulsione. Successivamente, su consiglio di Herschel, il noto scienziato , utilizzò l'iposolfito di sodio ( quello che si usa tutt'oggi) che invece asporta gli alogenuri non colpiti dalla luce e rende l'immagine stabile.
Prima di lui, Niepce era riuscito a registrare l'immagine della camera oscura (la finestra della sua casa di campagna con una voliera), ma non era stato capace di fissarla (stesso problema che interruppe le ricerche di Wegdwood). Vedeva come un insuccesso il fatto che le luci apparissero nere e le ombre bianche e si dedicò alla ricerca di una sostanza che sotto la luce divenisse bianca. La trovò nel bitume di giudea e riuscì a produrre quella che è considerata la prima fotografia della storia, anche se il tempo di posa di 8 ore e la pessima qualità del risultato fecero terminare lì gli esperimenti. I libri dicono che a Niepce non balenò l'idea del processo negativo/positivo. Io penso invece che, se pur l'idea gli venne in mente, non potè realizzarla proprio perchè non trovò il metodo di stabilizzare l'immagine. Se avesse posto il suo negativo su di un foglio di carta sensibilizzata, all'esposizione alla luce, si sarebbe annerito prima che sul positivo si fosse prodotta la minima traccia dell'immagine.
Si, uso Photoshop per convertire il negativo in positivo. Con la scansione, mi assicuro di non perdere la prova. Un primo tentativo di fissaggio non è andato a buon fine. Mi riprometto di seguire tutto il procedimento di Talbot, dalla stabilizzazione con il cloruro fino al controtipo, ma quest'estate quando avrò più tempo a disposizione. Ho estratto dopo 3 ore il decimo calotipo e... neppur la minima traccia di annerimento. Come se il nuovo cartoncino da disegno non avesse assorbito la benché minima soluzione. Eppure l'ho lavato sotto il rubinetto per asportare eventuale colla, prima di sensibilizzarlo. Credo che mi convenga fare delle prove in piena luce per arrivare ad un metodo e trovare un materiale che mi assicuri bontà e costanza di risultati.
Un saluto
ENrico
Un saluto
Enrico

Inviato da: apeiron il Feb 5 2007, 06:02 PM

Enrico, questa cosa sta diventando sempre più interessante. Ormai, qui, abbiamo un appuntamento fisso con te.
Apeiron

Inviato da: enrico il Feb 5 2007, 06:46 PM

QUOTE(apeiron @ Feb 5 2007, 06:02 PM) *

Enrico, questa cosa sta diventando sempre più interessante. Ormai, qui, abbiamo un appuntamento fisso con te.
Apeiron


Ne sono contento Apeiron. Sono contento per due motivi, per il lavoro che sto portando avanti che mi entusiasma, e per la consapevolezza di avere tanti amici che mi seguono in questa avventura.
Grazie a tutti, è come se stessi lavorando insieme a voi.
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 5 2007, 07:21 PM

Allora,
Riccardo mi ha fatto xxx la curiosità e mi sono messo a calcolare il valore ISo della mia carta calotipica.
Sono partito da questi dati, relativi ad una ripresa (il secondo calotipo, riusciti ben esposto:
f/5,6 ad un'ora e mezza, pari a 90 minuti e cioè 540 secondi

Contemporaneamente, i dati exif della D200 con la quale avevo fotografato la stessa scena, mi davano f/8, 1/400 di secondo ISO 400

Per pareggiare l'apertura, con f/5,6 e sempre 1/400 di secondo, avrei dovuto impostare gli ISO della digitale a 200

Con excel ho impostato due colonne: la prima lungo la quale il tempo veniva raddoppiato di casella in casella; la seconda lungo la quale gli ISO venivano dimezzati ugualmente di casella in casella.

Ad un tempo di esposizione di 540 secondi corisponde corca un valore di 0,001 ISO. Se non ho sbagliato qualcosa, la mia carta deve avere una sensibilità di un centesimo di ISO ohmy.gif
Un saluto
Enrico

Ho fatto qualche errore di battitura, scusate, ma sono tornato or ora da una seduta dal dentista...

Inviato da: .oesse. il Feb 5 2007, 07:44 PM

enrico, ti sto seguendo con molto interesse...ti ammiro in silenzio. Impallidisco alla tenacia con cui affronti questo passo indietro nei tempi, quasi alla ricerca di un ingrediente perduto. Mi piace la filosofia con cui vivi i tuoi esperimenti e la tua determinazione nel portarli avanti.
Ecco... solo questo. Volevo farti i miei piu' sentiti complimenti ad alta voce perche' credo che questo tuo spirito nella ricerca (e nella riprova) sia da standing ovation.
Grazie

.oesse.

Inviato da: enrico il Feb 5 2007, 08:04 PM

QUOTE(.oesse. @ Feb 5 2007, 07:44 PM) *

enrico, ti sto seguendo con molto interesse...ti ammiro in silenzio. Impallidisco alla tenacia con cui affronti questo passo indietro nei tempi, quasi alla ricerca di un ingrediente perduto. Mi piace la filosofia con cui vivi i tuoi esperimenti e la tua determinazione nel portarli avanti.
Ecco... solo questo. Volevo farti i miei piu' sentiti complimenti ad alta voce perche' credo che questo tuo spirito nella ricerca (e nella riprova) sia da standing ovation.
Grazie

.oesse.


Grazie oesse, grazie di cuore.
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 5 2007, 09:38 PM

Sto risistemando il mio progetto della macchina per calotipi, al fine di metterlo a disposizione in formato pdf.
Intanto, nell'attesa del prossimo calotipo, vi fornisco qualche informazione sull'obiettivo, il primo elemento che ho costruito ed in base al quale ho disegnato il resto della macchina:
L’obiettivo è formato da due lenti da occhiali (menisco convergente) da 3 diottrie ciascuna. In totale fanno 6 diottrie. La lunghezza focale di tale sistema è di 16,7 cm.
Infatti la diottria è l’inverso della lunghezza focale: D = 1 / F ed F = 1 / D;
1 / 6 fa 0,166666 metri, pari a 16,7 centimetri. Se avessi utilizzato solo una lente da 3 diottrie, la lunghezza focale dell’obiettivo sarebbe stata di 33,3 cm. Avrei dovuto allontanare del doppio la lente dal piano di messa a fuoco e, poiché il diametro della stessa era sempre di 6 cm utili, avrei avuto meno luminosità ed una macchina più ingombrante.

Il formato della carta è di circa 13 x 14 cm.
La diagonale è quindi di 19 cm.
L’angolo di campo è di 60° [2 arctan (19/2) / 16,7 ].
Poiché la diagonale del formato 35 mm è di 4,3 cm, la mia macchina per calotipi ha una focale 35 mm equivalente pari ad un 38 mm.
Accipicchia, è un grandangolo! ohmy.gif
Enrico

A causa dei due anelli (anteriore e posteriore) fissati all’interno del barilotto di cartone per bloccare le due lenti, il diametro effettivo si è ridotto a 60 mm
Ne consegue che, a tutta apertura (senza dischi di cartoncino) il valore è esattamente f/2,8 (6 cm / 16,7 cm)
Per ottenere un’apertura f/4 occorre un disco di cartoncino con un foro del diametro di 41,7 mm
Per un’f/5,6 occorre un foro di 30,0mm
Per un f/8 occorre un foro di 20,8 mm
Non conviene usare diaframmi più chiusi perché il tempo di esposizione diverrebbe eccessivo.

Correggo, non (6 cm / 16,7 cm) ma (16,7 cm / 6 cm).

Inviato da: .oesse. il Feb 6 2007, 01:23 AM

QUOTE(enrico @ Feb 5 2007, 08:04 PM) *

Grazie oesse, grazie di cuore.
Enrico


sono io che ringrazio te enrico. e davvero di cuore.

.oesse.

Inviato da: enrico il Feb 6 2007, 05:39 PM

Cari amici,
già vi ho detto che il decimo calotipo è stato un fallimento: nessuna immagine dopo un lungo tempo di esposizione.
Questa mattina ho sensibilizzato un altro foglio di carta: lavaggio in acqua corrente per eliminarne la colla, stesa della soluzione di sale da cucina, quindi asciugatura con il phon. Stesa quindi della soluzione di nitrato d'argento e nuova asciugatura, questa volta tenendo il phon distante perché pensavo che le irregolarità potessero dipendere dalle gobbe della carta bagnata e dall'azione dell'aria calda che poteva soffiare via la seconda soluzione dai dossi. Ho inserito la carta nello chassì ed ho avviato l'esposizione. Intanto ho preparato della nuova carta e, poichè avevo lezione alle 10, ho proceduto in fretta, asciugando sommariamente la carta dopo la prima soluzione, e spennellando la seconda. Ho messo la carta dentro uno scatolone in cantina ed ho lasciato che si asciugasse da sé. Poi, di corsa a scuola.
Tornato a casa dopo quattro ore, ho aperto lo chassì e... seconda delusione mad.gif . Niente di niente. La prima ipotesi che mi è venuta, considerato che in entrambi i casi i soggetti erano in ombra, è stata quella di un notevole "difetto di reciprocità", per cui era necessario, per ottenere buoni risultati, lavorare in pieno sole. Oltretutto, il cielo si è ricoperto di nuvole già nella tarda mattinata. Ho comunque ricaricato lo chassì con la carta che avevo preparato in mattinata e che nel frattempo si era asciugata ed ho ripreso la finestra dall'interno della camera da letto.
Nell'attesa, sono uscito sul terrazzino per portare alla luce l'undicesimo calotipo, così come avevo fatto ieri per il decimo, al fine di vedere se si anneriva (e quindi si trattava di un problema di esposizione) o non si anneriva (e forse c'era qualcosa che non andava nei bagni, ma cosa? hmmm.gif ). Prima di portare all'aperto il 10° calotipo, ho voluto provare a risensibilizzarlo, spennellando del cloruro di sodio e, senza aspettare che asciugasse, del nitrato... tanto era solo una prova.
Il risultato era che la carta si era scurita in misura ridotta, nonostante le molte ore di esposizione alla luce del giorno, mentre dove avevo ripassato le soluzioni, si era formato un nero pieno. Che vuol dire?
Ecco il decimo calotipo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'esposizione alla luce dell'11° calotipo (che non avevo ritrattato col pennello) mi dava un altro risultato: scarso annerimento, tranne che in alcuni punti dove erano presenti delle macchie molto scure.

ed ecco l'undicesimo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Credo di aver capito smile.gif . La mia ipotesi è che la seconda soluzione agisce bene solo se la prima non è asciutta completamente. Immaginavo che il cloruro di sodio, che anche se asciutto si trova fra le fibre della carta, avrebbe reagito normalmente con il nitrato. Anche perché su diversi libri ho letto che Talbot lasciava asciugare la carta dopo ogni trattamento. Ma forse non bisogna fidarsi troppo di quello che si legge nei libri. La mia teoria potrebbe cogliere nel segno, visti i risultati ottenuti col 10° e con l'11° calotipo. Quelle macchie scure, potrebbero essere le zone dove la prima soluzione non si è asciugata completamente al momento del trattamento con la seconda. Nei primi calotipi in effetti, non aspettavo troppo prima di passare la seconda soluzione.
Domani provo con questa procedura:
lavo la carta in acqua corrente e la faccio sgocciolare. Poi passo la soluzione di nitrato d'argento (questa volta passo prima il nitrato perchè così non corro il rischio di inquinare questa soluzione che è certo molto più costosa del sale da cucina; ho preparato 120 ml di soluzione e di volta in volta ne verso in un bicchiere di plastica una quantità per 2 o tre calotipi).
Senza aspettare che asciugi troppo, passo la soluzione di sale da cucina.
Staremo a vedere hmmm.gif

Intanto ho estratto il dodicesimo calotipo dalla macchina, dopo una esposizione di 2 ore e 35 minuti. E' un po' sottoesposta, ma si tratta di un interno...

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'immagine c'è, e ci sono anche le macchie di cui, forse, ho capito la ragione. Non mi piace la struttura di questa carta da disegno. L'ho presa perchè è spessa e rigida e le pieghe, una volta bagnata, sono ridotte, ma ha una grana troppo grossa.
Vado avanti con gli esperimenti, non demordo. Devo arrivare ad ottenere un calotipo perfettamente nitido, senza macchie e con una buona gamma tonale.
Un saluto
Enrico

Inviato da: stefanocucco il Feb 6 2007, 09:04 PM

guru.gif [size=7] Che impegno, che pazienza, ma soprattutto che passione!!

Inviato da: perrins87 il Feb 6 2007, 09:12 PM

QUOTE(enrico @ Feb 6 2007, 05:39 PM) *

Vado avanti con gli esperimenti, non demordo. Devo arrivare ad ottenere un calotipo perfettamente nitido, senza macchie e con una buona gamma tonale.


Ce la farai, ne sono certo!
Ti seguo ogni giorno, stamattina ho dato l'esame di chimica, è bello vedere che "tutto torna" smile.gif

Sei il migliore texano.gif

Inviato da: enrico il Feb 6 2007, 09:22 PM

Grazie Stefano, grazie Perrins.
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 6 2007, 09:37 PM

Come promesso, vi metto a disposizione il progetto della macchina per calotipi, un po' risistemato perchè i disegni li avevo fatti per la costruzione, quindi a mio uso e non prevedevo di distribuirli. Sono in dimensioni reali (scala 1 : 1). Ora mi sto dedicando a risolvere i problemi di ordine chimico; per la costruzione della macchina, mi sono divertito a risolvere quelli di tipo ottico. Ho annerito l'interno con inchiostro di china, perchè è risultato più opaco della vernice.

 macchina_per_calotipi.pdf ( 186.71k ) : 1155
 

Inviato da: maurizioricceri il Feb 6 2007, 10:20 PM

Grazie Enrico per condividere con noi questo tuo lavoro che progredisce in modo veramente strabiliante ,ottenendo dei risultati accellenti e grazie anche per il pdf( letto,salvato e stampato) .
Buon lavoro...GENIO ( in modo amichevole wink.gif )
Maurizio

Inviato da: twinsouls il Feb 7 2007, 12:33 AM

Enrico, come ti ho già scritto in privato, questo tuo esperimento mi affascina tantissimo, e ti ringrazio infinitamente per la tua passione e per condividere questa avventura con noi. smile.gif
Mi dispiace non avere le conoscenze di chimica (o di qualsiasi altra cosa) che sarebbero necessarie per poter portare un contributo attivo. Ma non dubito che te la caverai perfettamente SENZA il mio aiuto... laugh.gif

Un viaggio davvero affascinante.

E un commento da perfetto ignorante... Non sarà che la colla che tu cerchi così coscienziosamente di eliminare sia invece proprio ciò che "assorbe" e fissa la soluzione nella carta? hmmm.gif

Per fortuna non ho paura a sparare cavolate immani... Trovo che sia un ottimo sistema per imparare. Alla peggio, mi si corregge, e io imparo. biggrin.gif

Davide

Inviato da: ludofox il Feb 7 2007, 02:08 AM

Rimango a bocca aperta di fronte a tutto questo.

Enrico carissimo, ...passione, ...cultura, ...manualità, ...Un racconto appassionante ed un thread prezioso.

...Da mettere in evidenza.

Inviato da: enrico il Feb 7 2007, 07:15 AM

Ciao Maurizio, ciao Ludofox e grazie per la vostra presenza in questo tread.

QUOTE(twinsouls @ Feb 7 2007, 12:33 AM) *


E un commento da perfetto ignorante... Non sarà che la colla che tu cerchi così coscienziosamente di eliminare sia invece proprio ciò che "assorbe" e fissa la soluzione nella carta? hmmm.gif


Ciao Davide,
mai nessuna ipotesi è da scartare. Cerco di eliminare la colla perchè "dovrebbe" ostacolare in qualche misura l'assorbimento delle soluzioni, ma tutto può essere huh.gif
Comunque oggi cercherò di verificare la mia ipotesi. Quelle macchie dell'11° calotipo troverebbero spiegazione con la presenza del primo bagno non ancora asciutto. La loro forma si adatta alle "fossette" ed alle pieghe che assume la carta una volta bagnata, e questo mi fa propendere per l'ipotesi che ho formulato. Ma la risposta ce la daranno le prove che mi accingo a fare. Se quello che penso è giusto, dovrei guadagnare anche un po' in sensibilità. Se fai caso al 12° calotipo, dove l'immagine è presente, sulla destra c'è una macchia molto intensa. Dovrebbe essere la densità di tutta l'immagine (le parti più scure) se faccio venire a contatto le due soluzioni quando sono ancora umide.
Vi saprò dire.
Buona giornata
Enrico

Mi viene da fare una riflessione:
se fosse andato tutto liscio, primo,secondo, decimo calotipo tutti perfetti, non sarebbe stato un po' noioso?

Inviato da: ludofox il Feb 7 2007, 09:16 AM

QUOTE(enrico @ Feb 7 2007, 07:15 AM) *

...se fosse andato tutto liscio, primo,secondo, decimo calotipo tutti perfetti, non sarebbe stato un po' noioso?
...Sarebbe mancata l'emozione della conquista, del raggiungimento di un obiettivo, ...quanto è vero ciò che dici!

Inviato da: toad il Feb 7 2007, 09:58 AM

Enrico, anche io ti seguo silenzioso ed ammirato. E mi viene spontanea una considerazione: sono anche i thread come questo che danno un vero valore culturale aggiunto al nostro Forum.
grazie.gif

Inviato da: enrico il Feb 7 2007, 06:17 PM

Cari amici,
questa mattina mi sono recato presso un negozio di articoli per belle arti ed ho acquistato un grosso foglio di carta per acquerello. La carta per acquerello, ho pensato, deve essere fatta apposta per assorbire i colori e quindi andrà altrettanto bene per le mie soluzioni chimiche. Si tratta di carta satinata di pura cellulosa, bella consistente (300 grammi al metro quadro), con collatura alla gelatina. Ne ho tratto 20 rettangoli per la mia macchina. Poi ho provato a sensibilizzarne uno, seguendo il procedimento che mi ero proposto: l'ho bagnata e lasciata asciugare all'aria, quindi ho passato per prima la soluzione di nitrato d'argento, spennellandola poi con quella contenente il sale da cucina. Si è immediatamente formato un precipitato bianco e granuloso di cloruro d'argento, visibile ad occhio nudo, e ne è rimasto impregnato anche il pennello. Ho messo la carta ad asciugare in una scatola, coperta appena da un cartone in maniera che circolasse aria. Quando sono tornato a prenderla per inserirla nello chassì, mi son reso conto che non era utilizzabile. Si era scurita (mia moglie era entrata in cantina accendendo la luce? blink.gif ) e si presentava irregolare e granulosa. La carta è rimasta alla luce ed ha continuato a scurirsi.

Ho allora fatto una prova. Su di un avanzo di carta, ho passato a sinistra prima il cloruro di sodio e poi il nitrato d'argento (come ho fatto fin'ora), ed a destra prima il nitrato d'argento e poi il sale da cucina (il contrario).

Osservando il risultato, mi sono convinto a continuare come ho sempre fatto, salvo a non attendere che la prima soluzione asciughi completamente.

Ho voluto fare un'altra prova. Ho passato la soluzione con il cloruro di sodio su di un altro foglio di carta. Quando il foglio era ancora umido (il velo di liquido era scomparso, ma la superficie non si era ancora asciutta), procedendo a lume di candela alla maniera di Talbot (ho fatto urtare inavvertitamente la lampadina rossa che si è rotta), ho passato la soluzione di nitrato d'argento. Ho asciugato lentamente con phon ed ho esposto il foglio alla luce.

L'annerimento è uniforme, tranne qualche traccia che tradisce l'andamento delle pennellate.
Se domani c'è il sole, faccio una prova con la camera oscura.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 7 2007, 10:06 PM

Una riflessione: ho un grosso vantaggio in questa esperienza. Anche se incontro qualche difficoltà, so che raggiungere un buon risultato è possibile, perchè altri ci sono riusciti prima di me.
Per raggiungere un obiettivo bisogna crederci. E Talbot, Daguerre ci credevano. Niepce si lasciò scoraggiare dai risultati ottenuti con l'argento e si rivolse al bitume di Giudea, un vicolo cieco. Prima di lui Wegdwood abbandonò le ricerche sul nitrato d'argento. Ma ciascuno fece avanzare di un piccolo passo la ricerca. Non ricordo chi ha detto che non è il singolo uomo a fare una scoperta, ma l'umanità. Vale a dire che, quando i tempi sono maturi per una invenzione, ci sarà qualcuno che la farà. E spesso persone diverse, di località differenti e che non si sono mai viste, raggiungono risultati simili quasi contemporaneamente. La stessa cosa è successa con la Fotografia. In maniera indipendente e per vie diverse, agli inizi dell'800 Daguerre e Bayard (di cui poco si parla) in Francia e Talbot in Inghilterra diedero vita ad un antico sogno.
Ho letto proprio ieri di un episodio storico gustoso che mi piace riportarvi, a proposito dei tempi di posa necessari quando la Fotografia faceva i primi passi:
Nel 1840 il Mining Journal riportava una disposizione: "All'inaugurazione della ferrovia di Courtrai, in Belgio, la camera oscura dev'essere sistemata in un punto dal quale domini il palco reale, la locomotiva, i vagoni e la parte principale del corteo, e dovrà venir messa in azione nel momento stesso in cui verrà pronunciato il discorso inaugurale. Un colpo di cannone darà il segnale d'inizio e tutti dovranno restare immobili per sette minuti , cioé il tempo necessario per ottenere una buona immagine di tutte le personalità presenti".
Sette minuti:con la mia macchina calotipica, per adesso... un sogno! rolleyes.gif
Ho ritrovato in soffitta un obiettivo di una vecchia macchina di mio padre:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

sul barilotto è scritto: "Simplex Rapid Aplanat N. 3". C'è un diaframma regolabile, ma non ci sono i numeri f/, solo dei valori di riferimento: 1 - 2 - 3 - 4. A 4 corrisponde la massima apertura.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 8 2007, 05:29 PM

Cari amici,
oggi ho costruito una scatola per l'asciugatura della carta senza dover usare il phon. Ho utilizzato del cartoncino nero. Il coperchio è più largo di tra cm per lato ed è più alto (6 cm contro 4 cm) del fondo. Sui lati ho praticato 6 aperture rettangolari, ripiegandone all'interno il battenti, così che servissero anche a mantenere il coperchio uniformemente centrato. All'interno il buio è assicurato ed è assicurata anche la necessaria circolazione dell'aria.
Poichè un bel sole si è fatto largo fra le nuvole, ho realizzato un tredicesimo calotipo. Ho capito che la scena deve essere ben illuminata ed il contrasto deve essere elevato. Questo perché il mio materiale sensibile è una carta ad annerimento diretto: mano a mano che l'immagine si forma, l'annerimento che ne deriva fa da maschera agli alogenuri sottostanti. Dopo una esposizione di 2 ore e 20 minuti, ecco il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ancora non siamo al traguardo. Domani acquisterò dello ioduro di potassio che userò al posto del cloruro di sodio. Lo ioduro d'argento è più sensibile del cloruro. Vediamo anche se migliora la qualità. Staremo a vedere.
A presto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Feb 8 2007, 06:35 PM

QUOTE(enrico @ Feb 8 2007, 05:29 PM) *

Ancora non siamo al traguardo.


però i miglioramenti sono incredibile!
facendo scorrere i vari calotipi e osservando l'aumento dei dettagli tutto questo risulta incredibile!

smile.gif

PS: un giorno, però, un ritratto dovresti provare a farlo! anche se credo che il problema più che il tempo di posa sia la quantità di luce che il/la povero/a modello/a avrà in faccia ! cool.gif

Inviato da: enrico il Feb 8 2007, 09:01 PM

QUOTE(perrins87 @ Feb 8 2007, 06:35 PM) *

PS: un giorno, però, un ritratto dovresti provare a farlo! anche se credo che il problema più che il tempo di posa sia la quantità di luce che il/la povero/a modello/a avrà in faccia ! cool.gif


Non è impossibile. Utilizzando lo ioduro d'argento al posto del cloruro d'argento e soprattutto rinunziando all'annerimento diretto, e sviluppando l'immagine latente, credo che la posa necessaria possa ridursi a qualche minuto o meno. Per seguire il procedimento di Talbot (se usassi le carte moderne o gli attuali sviluppi, falserei lo spirito di questa ricerca), dovrei trovare l'acido gallico. Talbot, dopo i primi tentativi che sto ripetendo (e che chiamò "disegni fotogenici", procedette così:
stendeva una soluzione di nitrato d'argento su della carta da lettere di buona qualità, la faceva asciugare e la immergeva in una soluzione di ioduro di potassio. La faceva asciugare di nuovo. Quindi la trattava con una soluzione di nitrato d'argento, acido acetico ed acido gallico diluito. Esponeva il foglio di carta nella camera oscura e lo sviluppava poi con una soluzione di acido gallico e nitrato d'argento (che chiamò gallonitrato d'argento). Durante questo nuovo tipo di esperimenti, cambiò il nome dei suoi lavori da "disegni fotogenici" a "calotipi" ed infine in Talbotipi.
Daguerre e Talbot ebbero fortuna, perchè scoprirono la possibilità di sviluppare l'immagine latente. Il primo mediante i vapori di mercurio ed il secondo mediante, appunto, l'acido gallico.
L'acido gallico veniva estratto dalle galle e dalla pianta di sommacco ed era usato nella concia. Come ho già avuto modo di dire, sembra che l'idea di usare l'acido gallico non fosse sua ma l'avesse appresa dal reverendo reade. In ogni caso è sua la scoperta dell'immagine latente e della capacità dell'acido gallico di svilupparla. Reade lo usava solo per aumentare la sensibilità della carta.
A presto
Enrico

P.S. Tieni presente, per quanto riguarda la nitidezza, che le immagini che sto realizzando sono ottenute tramite una camera oscura che mi sono autocostruito e che l'obiettivo è composto da due menischi. E' affetto quindi da ogni tipo di aberrazione, che ho cercato di attenuare mediante l'uso di un diaframma che, però, mi limita la luce.
Se osservi l'immagine, vedrai che è sufficientemente nitida al centro (non ho ancora inventato l'autofocus biggrin.gif ), mentre è fuori fuoco in periferia. E questo è colpa di una aberrazione che si chiama "curvatura di campo".

Inviato da: giampy71_io il Feb 9 2007, 12:05 PM

Ciao a tutti e complimenti ad enrico non vedo l'ora di vedere i tuoi progressi:-) complimenti:-)

Inviato da: enrico il Feb 9 2007, 02:05 PM

QUOTE(giampy71_io @ Feb 9 2007, 12:05 PM) *

Ciao a tutti e complimenti ad enrico non vedo l'ora di vedere i tuoi progressi:-) complimenti:-)


Grazie Giampy,
proprio questa mattina sono stato in un negozio di chimica dove si riforniscono i laboratori di analisi. Poiché non avevano pronto lo ioduro di potassio, l'ho ordinato. Ho poi chiesto se era ancora reperibile l'acido gallico. La risposta è stata affermativa, un po' costosetto ma esiste. Durante le vacanze estive (se non prima), mi dedicherò allo sviluppo dell'immagine latente del calotipo, mettendo da parte l'annerimento diretto. Credo che costruirò un'altra macchina, di formato più grande, e vi applicherò l'obiettivo che ho trovato in soffitta e di cui ho parlato qualche post precedente. Otterrò risultati otticamente migliori (d'altra parte Talbot non si costruiva gli obiettivi ma se li faceva fare dall'ottico; per la verità non si costruiva nemmeno le macchine, che faceva fare dal suo falegname...).
Credo che allora potrò pensare a qualche ritratto wink.gif
Tornando all'obiettivo di mio padre, è privo di otturatore. Su di un vecchio libro di fotografia del 1925 leggo un brano che per me è interessantissimo e che vi riporto:
"Il più elementare è sempre l'otturatore a coperchio, un disco con bordo che si adatta al tubo dell'obiettivo. Si toglie e si rimette con la mano - pure in tal manovra bisogna usare certe precauzioni, e conoscere vari effetti dei modi di apertura per sapersi regolare nei casi. - Convien quindi non far muovere la macchina facendo tale manovra: così, adagio adagio toglierlo, finché d'un tratto si scopra l'apertura. Passato il tempo di posa lo si rimette a posto. Per poco che si esamini il movimento che si fa, si osserva che scoprendo l'obbiettivo abbassando il coperchio e rimettendolo nello stesso senso, viene a darsi alla parte inferiore della lastra una durata maggiore di posa, poiché la prima a scoprirsi e l'ultima a ricoprirsi è la parte superiore della lente. Nel paesaggio invece conviene dare una posa maggiore al terreno che al cielo, così converrà alzare il coperchio dal basso in alto."
Oggi è nuvolo e piove, niente calotipi mad.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Feb 10 2007, 01:11 AM

QUOTE(enrico @ Feb 9 2007, 02:05 PM) *

"Per poco che si esamini il movimento che si fa, si osserva che scoprendo l'obbiettivo abbassando il coperchio e rimettendolo nello stesso senso, viene a darsi alla parte inferiore della lastra una durata maggiore di posa, poiché la prima a scoprirsi e l'ultima a ricoprirsi è la parte superiore della lente. Nel paesaggio invece conviene dare una posa maggiore al terreno che al cielo, così converrà alzare il coperchio dal basso in alto."


E' qualcosa di incredibile, al di fuori di ogni immaginario per chi ha usato, per poco tempo, i rullini nella contax di papà e le "sue" foto le fa da poco in digitale!

Inviato da: enrico il Feb 11 2007, 01:22 PM

QUOTE(perrins87 @ Feb 10 2007, 01:11 AM) *
E' qualcosa di incredibile, al di fuori di ogni immaginario per chi ha usato, per poco tempo, i rullini nella contax di papà e le "sue" foto le fa da poco in digitale!


Si, affascina e stupisce. Il cielo dell'Abruzzo continua ad essere coperto di nuvole, quindi niente calotipi. Sto facendo però delle prove, nell'attesa che arrivi lo ioduro di potassio. Sto intanto rileggendomi il manuale "Fotografia per dilettanti" la cui quinta edizione risale al 1901. Io ho la nona del 1925. Continuo a riferirvi degli otturatori, resisi necessari con l'uso della gelatina e del bromuro d'argento che permise di scendere con i tempi al di sotto del secondo.
Fino a poco tempo fa credevo che gli otturatori a tendina fossero una invenzione relativamente recente. E invece... ohmy.gif

"L'otturatore a cortina è costituito da una sottile, e talvolta sottilissima fenditura praticata in una tendina che score velocemente dinanzi alla lastra, ed a brevissima distanza da essa, e ne diamo il disegno che facilmente fa intendere il sistema che è ormai generalizzato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La fenditura può graduarsi, allargarsi o restringersi sino ad un mezzo millimetro, e potendo darsi alla tendina una velocità che può ragguagliarsi fino a metri due e mezzo per secondo, è evidente la straordinaria rapidità della posa data alla lastra da quel mezzo millimetro che le passa innanzi così velocemente! Veniamo ora agli otturatori di obiettivi che sono ancora i più comuni. In tutte le gallerie fotografiche si veggono gli otturatori Guerry, una specie di scatoletta posta alla bocca dell'obiettivo, che ha uno sportellino che si alza per effetto della pressione d'aria che si fa su d'una pera di gomma. Tale artifizio permette d'ottenere l'apertura dell'obbiettivo in modo da non impressionare il soggetto che viene a farsi il ritratto; hmmm.gif

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

invece di uno sportellino ve ne sono talora due e, col loro alternativo aprire e chiudersi rendono possibili pose assai brevi, di un quinto di secondo. La disposizione dei due battenti permette altresì di dare una posa maggiore al terreno che al cielo.
Otturatore a ghigliottina- Sotto questo formidabile nome si nasconde il più inoffensivo degli otturatori, il più semplice, il prediletto, diciamolo pure, dai valenti istantaneisti, e che noi suggeriamo senz'altro al dilettante. Non si può immaginare cosa più semplice. Tutto si riduca a far cadere, per effetto del proprio peso o per effetto di un elastico o molla per accelerare il movimento, uno schermo di legno, cartone, o metallo che abbia un'apertura, permettendo così all'immagine, durante un brevissimo spazio di tempo, d'imprimersi sulla lastra sensibile.
IPB Immagine

Visti i tempi di esposizione che per i miei calotipi si aggirano sulle due ore, per me questo è il futuro! laugh.gif
Buona domenica
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 11 2007, 02:08 PM

Oggi ho fatto qualche scatto con la D200. Ma al vetro smerigliato della macchina per calotipi smile.gif
Lo scopo è stato quello di fare qualche considerazioni sul mio obiettivo, composto da due menischi convergenti da 3 diottrie ciascuno, e quindi soggetto a molte aberrazioni.
Il mio obiettivo a tutta apertura, corrispondente ad un f/4:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il fuoco di questa e delle immagini che seguono, è sul travertino posto in cima al muretto. L'immagine è di pessima qualità e la sua "nebbiosità" è dovuta soprattutto all'aberrazione sferica (i raggi che passano in prossimità del centro della lente, vengono a fuoco in punti diversi rispetto a quelli che passano in prossimità dei bordi). Il mio è quindi un obiettivo a fuoco morbido, forse adatto per i ritratti biggrin.gif Di certo, i difetti della pelle scomparirebbero, ma si vedrebbe poco anche della modella.

Obiettivo con anteposto un diaframma pari ad un f/8:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La nitidezza è migliorata parecchio. Tenete conto che il fuoco è ancora sul muretto, per cui il fabbricato risulta sfuocato. Si nota la presenza dell'aberrazione cromatica, specie al confine fra il tetto ed il cielo. La granulosità del vetro smerigliato è più evidente.

Diaframma f/5,6. Il fuoco è al centro del muro. La distorsione di campo (Il fuoco di punti posti nella realtà su di una superficie piana, cade su di una superficie curva, così che non è possibile tenere contemporaneamente a fuoco il centro ed i bordi), è visibile perchè il travertino è nitido al centro e sfuocato sui bordi:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho quindi focheggiato in modo da avere a fuoco i bordi destro e sinistro del muro. Il risultato è che ora è fuori fuoco il centro:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Credo che attraverso una esperienza di questo genere, si possa ricavar molto da un punto di vista didattico, da trasferire nei corsi di fotografia dove spesso si parla di aberrazioni dandone solo la definizione.

Sto sensibilizzando il cartoncino per acquerelli e, ancora una volta, senza che abbia preso luce, ha iniziato a scurirsi. Avevo notato la stessa cosa qualche giorno fa. Immagino a questo punto che debba esserci qualche sostanza nel cartoncino, che abbia proprietà riducenti sul cloruro d'argento. hmmm.gif
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 11 2007, 10:09 PM

QUOTE(enrico @ Feb 11 2007, 02:08 PM) *
Sto sensibilizzando il cartoncino per acquerelli e, ancora una volta, senza che abbia preso luce, ha iniziato a scurirsi. Avevo notato la stessa cosa qualche giorno fa. Immagino a questo punto che debba esserci qualche sostanza nel cartoncino, che abbia proprietà riducenti sul cloruro d'argento. hmmm.gif


La mia intuizione era giusta. Ho appena provato a sensibilizzare un avanzo di cartoncino per acquerelli e un normale cartoncino da disegno, con la solita procedura: immersione in una soluzione di cloruro di sodio e, dopo asciugatura, passaggio a pennello di una soluzione di nitratod'argento. Ho eseguito il tutto al lume di una candela.
Il cartoncino per acquerelli si è annerito nonostante non abbia preso luce (la luce della candela è inefficace, sia perché tenue, sia perché priva di radiazioni blu e ultraviolette, le sole cui è sensibile il cloruro d'argento). Il cartoncino da disegno è invece rimasto candido.
Deve esserci per forza qualche sostanza, credo nella gelatina usata per la collatura, che riduce chimicamente l'alogenuro. Non so però cosa. Sull'etichetta che accompagnava la confezione, c'è scritto testualmente:
"Carta per acquerelli a grana satinata da 300 g/mq prodotta a cilindro, collatura alla gelatina - 100% cotone - senza acidi - permanenza in archivio.
Debbo tornare ai cartoncini da disegno.
Enrico

Inviato da: perrins87 il Feb 12 2007, 02:38 PM

Mi era balenata in testa quest'idea, mentre pensavo ai vari tipi di carta: hai mai pensato di crearla tu?
Ricordo che quando ero bambino giocavo con mio fratello a farla, partendo da ritagli di giornale! Il difetto è che si ottiene una grana spessa, un risultato poco uniforme e una carta non bianca, però forse avresti la certezza che sia (quasi) 100% carta, almeno per fare i tuoi esperimenti sulle varie sostanze.

Si procede così:
si prende la carta di giornale e la si fa a striscioline lunghe una 20ina di cm e larghe circa 1cm e le si lascia in acqua calda per mezza giornata (non ricordo il tempo consigliato, ricordo che nella fretta di farla aspettavamo anche meno di un'ora e i risultati erano pessimi, ma una volta avevo aspettato 24ore e i risultati erano davvero buoni), magari cambiando l'acqua di volta in volta. Quello che si ottiene sono fogli sottilissimi, quasi impalpabili che si attaccano alle mani.
A quel punto dovresti creare due/quattro/... strati di queste striscioline (che ormai sono quasi pezzettini) in orizzontale/verticale e lasciarle asciugare.
Ricordo che nella confezione insieme ad alcuni gadgets (tempere per colorare la carta, pennelli ecc ecc) c'era un foglio di rete in plastica abbastanza sottile ed a maglia piuttosto fitta, sulla quale si lasciava asciugare il foglio (per moooolto tempo). Non mi viene in mente cosa potresti usare in alternativa, forse una di quelle reti metalliche molto fini e sottili.

Probabilmente la mia è un'idea inutile, non credo ti venga in mente di fare il maestro cartiero, oltre allo sperimentatore fotografo, però magari nelle tue ricerche sul tipo di carta e sulla sensibilità delle soluzioni questo ti può aiutare a creare una carta "controllata", nel caso non ne trovassi una in commercio.

In alternativa mi è venuta in mente una soluzione (costosa): quei fogli che usano i ritrattisti/caricaturisti di strada: sono una base di cartoncino sulla quale è posto uno strato "peloso" tipo velluto: anche qui si vede la grana, però forse ha subito trattamente eccessivi.

Mah... le prossime idee le censuro, prometto

Inviato da: Riccardo S. il Feb 12 2007, 03:41 PM

QUOTE(enrico @ Feb 11 2007, 10:09 PM) *

[...]
Il cartoncino per acquerelli si è annerito nonostante non abbia preso luce (la luce della candela è inefficace, sia perché tenue, sia perché priva di radiazioni blu e ultraviolette, le sole cui è sensibile il cloruro d'argento). Il cartoncino da disegno è invece rimasto candido.
[...]


Ciao Enrico,

mi stavo proprio chiedendo il motivo per cui non impressionavi i tuoi calotipi alla luce artificiale (faretti), soprattutto in caso di giornate non soleggiate, inizialmente avevo pensato al fatto che non volevi falsare l'esperimento introducendo un anacronistico faretto da studio; credo che invece il motivo sia quello appena quotato, confermi?

R.

Inviato da: enrico il Feb 12 2007, 04:07 PM

Grazie Perrins per il tuo intervento e per i tuoi suggerimenti. Sto tornando al cartoncino da disegno e penso a quello liscio. Potrei provare con la carta da lettere (la usava Talbot). Farò qualche altro calotipo, ma sto aspettando che mi arrivi lo ioduro di potassio.

Ciao Riccardo,
grazie anche a te. Veramente ho una lampada a raggi ultravioletti e potrei usare quella. Ma, come hai intuito, per ora non voglio ottenere una immagine a tutti i costi, quanto ripetere le esperienze del passato. Per ora sto cercando di ottenere una superficie omogenea, visto che, in molte delle immagini precedenti, si notano macchie e, soprattutto, le passate del pennello. Ho capito da queste poche prove, che è necessario fotografare in pieno sole e con contrasti ben accentuati. Con lo ioduro di potassio potrò abbreviare i tempi di posa. Mi riprometto in futuro (quest'estate) di utilizzare l'acido gallico e sviluppare quindi l'immagine latente, scendendo a pose di qualche minuto. Talbot chiamava le sue prime prove "disegni fotogenici" e per la verità iniziò a chiamarli calotipi quando usò l'acido gallico. Continuò ad usare il cloruro d'argento (come sto facendo ancora io) per le copie positive che otteneva per contatto. Per i negativi di carta, usava lo ioduro d'argento. Vi saprò dire (e mostrare) la differenza. Se l'entusiasmo non si affievolisce, penso anche di costruire più in là una nuova macchina, utilizzando il vecchio obiettivo di mio padre. ed allora i risultati saranno qualitativamente ad un altro livello.
Nei libri non si parla tanto degli ostacoli e degli insuccessi. Delle innumerevoli prove, dei tentativi, delle ipotesi giuste o sbagliate che, piano piano hanno portato ai risultati che conosciamo.
Ma anche in questo è il fascino della fotografia.
Enrico

Inviato da: maxiclimb il Feb 12 2007, 05:55 PM

Sempre interessantissima questa discussione.
Non ho suggerimenti da darti, ma ti seguo sempre con grande curiosità. smile.gif
Ormai è un appuntamento fisso. wink.gif

Inviato da: enrico il Feb 12 2007, 07:43 PM

QUOTE(maxiclimb @ Feb 12 2007, 05:55 PM) *

Sempre interessantissima questa discussione.
Non ho suggerimenti da darti, ma ti seguo sempre con grande curiosità. smile.gif
Ormai è un appuntamento fisso. wink.gif

Grazie Maxi

Inviato da: Franco_ il Feb 13 2007, 01:05 PM

Ciao Enrico,
torno solo ora su questa discussione e vedo con grande piacere che è stata messa in evidenza Pollice.gif

Inviato da: giampy71_io il Feb 13 2007, 02:05 PM

Anche io seguo questa discussione con estremo interesse, non sono in grado di darti nessun consiglio visto il mio grado di conoscenza quasi allo zero, però voglio vedere che risultati riesci ad ottenere:-)

Inviato da: enrico il Feb 13 2007, 04:55 PM

Ciao Franco, ciao Giampy.
Il sapere di essere seguito nella mia sperimentazione, mi spinge a continuare senza che l'entusiasmo con cui ho cominciato si spenga.
Grazie
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 14 2007, 03:31 PM

Eureka!

Carissimi amici,
oggi splende un bel sole e non c'è nemmeno una nuvola in cielo. Ho prodotto il quindicesimo calotipo. E' decisamente il migliore di tutti quelli fatti fin'ora. Credo che anche Talbot ne sarebbe stato entusiasta.
Nonostante l'obiettivo artigianale e grazie alla diaframmatura f/5,6, la nitidezza è più che soddisfacente. Sono soddisfatto anche della scala dei grigi. Per la prima volta mi sono cimentato in una composizione. Si distinguono benissimo anche i due innaffiatoi:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho utilizzato la carta da disegno rigata, la stessa che mi aveva dato buoni risultati col sesto calotipo. Poi ho utilizzato questa procedura:
- ho bagnato la carta, usando un pennello, con acqua distillata
- ho lasciato che asciugasse parzialmente
- ho passato con cura il pennello bagnato in una soluzione di cloruro di sodio in acqua distillata (in precedenza usavo quella di rubinetto)
- ho lasciato asciugare spontaneamente per qualche minuto, poi ho dato una passata di phon
- ho passato con un altro pennello la soluzione di nitrato d'argemto
- ho lasciato asciugare per qualche minuto, poi ho completato l'asciugatura col phon.
La carta era fissata con le clip sul compensato quando era ancora asciutta. Si è un po' corrugata durante i bagni, ma è tornata a posto una volta asciugata.
Il tempo di esposizione è stato di due ore.
Un saluto
Enrico

Inviato da: steve74it il Feb 14 2007, 04:31 PM

Spettacolo!

Stefano

Inviato da: twinsouls il Feb 15 2007, 01:52 AM

Spettacolare, Enrico! smile.gif

Immagino che adesso il prossimo passo sarà cercare una carta che dia risultati almeno allo stesso livello, ma senza le righe... wink.gif

Mi sembra di essere in una macchina del tempo...

Il fatto è che tu stai cercando di ripercorrere i passi di Talbot, e a me vengono in mente un sacco di esperimenti che non credo lo facciano. biggrin.gif

Seguo questa tua sperimentazione come un partecipante, se capisci cosa intendo. Non credo di essere mai stato così coinvolto in una cosa simile.

Sarà perché qui si lavora nella pratica, e non nella teoria o nella storia e basta...

Grazie di tutto cuore per questa avventura.

Davide

Inviato da: enrico il Feb 15 2007, 07:37 AM

QUOTE(twinsouls @ Feb 15 2007, 01:52 AM) *


Mi sembra di essere in una macchina del tempo...
Seguo questa tua sperimentazione come un partecipante, se capisci cosa intendo. Non credo di essere mai stato così coinvolto in una cosa simile.
Sarà perché qui si lavora nella pratica, e non nella teoria o nella storia e basta...
Grazie di tutto cuore per questa avventura.
Davide


Grazie Davide,
sto pensando che se non avessi conosciuto questo forum e con esso così tanti amici, questa mia esperienza sarebbe stata più povera.
La consapevolezza di avere così tanti "compagni di viaggio" alimenta ed amplifica il mio entusiasmo.
Una macchina del tempo... sai che sto rileggendo un vecchio libro di mio padre (9° edizione anno 1925), di cui ho riportato, qualche post addietro, dei brani e delle immagini. E' una lettura affascinante. Non è un libro di storia della fotografia, ma non mi è mai capitato di sentirmi proiettato all'indietro, come un viaggiatore del tempo, così come leggendo quelle pagine. Vi si parla di "modernità" e di "colloidisti" che guardano con disprezzo il nuovo metodo alla gelatina che ha reso la fotografia troppo facile ed alla portata di tutti...
E' bello gustare il linguaggio ormai arcaico, con i termini propri dell'epoca, ma soprattutto osservarne le foto riprodotte. Si tratta spesso di piccole foto, poche sono a pagina intera (si tratta comunque di un libretto di piccolo formato (11 x 15 cm), foto che non hanno nulla di speciale, sono spesso foto di famiglia, in gita al mare o in montagna, foto di piazze, di vita familiare. Ed è in quelle foto che mi pare di rivivere il fascino di un mondo diverso, che pure ci appartiene perchè è la storia dei nostri padri. Vi vedo adulti e bambini nei vestiti e nelle pettinature dell'epoca. Vedendo quelle persone, cerco di immaginare cosa avranno fatto dopo lo scatto, quando sono tornate di nuovo libere dalla posa, cosa avranno fatto una volta tornate a casa. In quelle foto c'è un pezzeto di vita, fermata per un attimo e che poi è continuata lontano dal mio sguardo. Ma quei frammenti di vita esistono ancora, sono diventati eterni grazie a questa meravigliosa invenzione.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 15 2007, 09:59 AM

Poiché non c'è sole e quindi è inutile che metta in azione la camera oscura, ho voluto provare a fare qualche passo ancora più indietro nel tempo. Ho eseguito un "disegno fotogenico", rieseguendo le primissime esperienze di Talbot, ma non solo. Agli inizi Talbot provò ad ottenere delle immagini senza ancora utilizzare la camera oscura. Nulla di originale, ripeteva anche lui esperienze di chi lo aveva preceduto:

- Schultze, scoperta la sensibilità alla luce del nitrato d'argento, incollava dei cartoncini nei quali aveva ritagliato delle lettere su delle bottiglie riempite con gesso, acido nitrico ed argento, le esponeva alla luce quindi, togliendo il cartoncino, ne ritrovava impressa nel gesso la forma. Coloro ai quali le mostrava credevano ad un trucco.

- Thomas Wedgwood utilizzava sempre il nitrato d'argento, col quale imbeveva della carta o del cuoio, per imprimervi le impronte degli oggetti che vi poneva a contatto e chiamava queste immagini "immagini solari" o "profiles". Non riuscì, a causa della bassa sensibilità del nitrato d'argento, a fissare le immagini della camera oscura.

- Ci riuscì invece Niepce, utilizzando però il cloruro d'argento, che all'epoca veniva chiamato muriato d'argento.

- Ho trovato una traduzione di una comunicazione di Talbot, inventore del processo negativo-positivo, riguardante i suoi esperimenti che oggi chiameremmo "fotogrammi":
"Nel processo fotogenico o sciagrafico - dal greco skia: ombra - se la carta è trasparente, il primo disegno può servire come oggetto, per produrre un secondo disegno, nel quale la luce e le ombre appaiono rovesciate".

Una riflessione: con l'avvento e la diffusione del digitale, i nostri nipoti sapranno che cosa significa "negativo?"

Ma ecco la mia prima sciadografia o disegno fotogenico (da carta sensibilizzata al cloruro d'argento):

IPB Immagine

IPB Immagine

Enrico

Inviato da: enrico il Feb 16 2007, 03:08 PM

Ancora prove. La carta da disegno rigata è fin'ora la migliore che ho trovato. Devo dire che la rigatura non mi dispiace (un banding delle origini? biggrin.gif ). Ho voluto provare l'ultima procedura con altri due tipi di cartoncino già provati in precedenza, ma con risultati insoddisfacenti. Queste nuove prove mi confermano che tali supporti non sono adatti, per cui ho deciso di abbandonarli definitivamente.

1 - Cartoncino da disegno ruvido e consistente (200 grammi/mq) dal quale ho ricavato questo sedicesimo calotipo. All'inizio della ripresa c'era un bel sole ma, dopo circa una mezz'ora si sono presentate le nuvole. Sono stato costretto a togliere la macchina dopo una sola ora di esposizione.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'immagine è visibilmente sottoesposta. Inoltre, si nota in maniera pesante la grana irregolare della carta che causa una risoluzione molto bassa. Evidentemente la grana stessa causa un diverso assorbimento delle soluzioni sensibilizzanti. La stesa risulta comunque omogenea.

Abbandono definitivamente questo tipo di cartoncino che regalo a mia figlia che si diletta di disegno: è bravissima a far ritratti dal vero.

2 - Cartoncino da disegno liscio (220 grammi/mq). Ho ripreso, con posa di due ore e 30 minuti, un peluche delle mie figlie. Cielo splendido e splendida luce. Nessun problema quindi di esposizione. Il problema è invece nel cartoncino che, nonostante la mia massima cura nel trattarlo, ha assorbito le soluzioni in maniera irregolare. Calotipo n. 17:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho utilizzato ancora una volta questo cartoncino, pensando di ottenere un maggior dettaglio da una superficie liscia. Invece si è ripresentato lo stesso problema del calotipo n. 2, fatto con lo stesso materiale. Ho deciso di abbandonare definitivamente anche questo cartoncino.

3 - Mentre attendevo che trascorresse il tempo dell'esposizione del 17° calotipo, ho fatto questo "disegno fotogenico", il secondo, con la carta da disegno a righe da 120 grammi/mq che fin'ora si è mostrata la migliore. Credo che farò le successive riprese con questa, anche per aver risultati di qualità, così da trarne incoraggiamento. Poi si vedrà. Poiché Talbot utilizzava della carta da lettere di ottima qualità, ho fatto il giro delle cartolerie della mia cittadina, ma la carta da lettere è diventata preistoria. Chi l'aveva, l'aveva dello stesso materiale di quella per fotocopie. Carta da lettere, carta copiativa, nastri per macchina da scrivere, tutti oggetti da museo ohmy.gif

Secondo disegno fotogenico:

IPB Immagine

A presto
ENrico

Inviato da: enrico il Feb 16 2007, 08:53 PM

Nel realizzare il calotipo n. 17, poiché il soggetto non era il solito palazzo, ma l'orsacchiotto sulla sedia, posto a due metri dalla macchina, mi sono posto il problema dell'esposizione. Poiché la mia macchina non ha un esposimetro TTL biggrin.gif , ho dovuto tener conto dell'allungamento. In altre parole, il diaframma col foro di 3 cm corrisponde ad un'apertura relativa di 5,6 quando la macchina è focalizzata su infinito. A quel punto, la posizione della carta sensibilizzata è alla distanza di 16,7 cm dalla lente (la distanza focale). E 16,7 diviso 3 fa 5,6. Mettendo a fuoco sui due metri, il fuoco si allontana a 18,2 cm. Quindi la carta riceve meno luce e di conseguenza l'esposizione va aumentata. ma di quanto? Ho calcolato così le aperture effettive, dividendo l'allungamento corrispondente alle diverse distanze di messa a fuoco per i 3 cm del foro.
Pertanto, poiché 18,2 diviso 3 fa 6,1, è questa l'apertura effettiva da considerare. In pratica. è come se avessi chiuso di un terzo di stop.
Per trovare di quanto incrementare l'apertura, ho fatto il rapporto fra i quadrati di queste due aperture:
(6,1 x 6,1) / (5,6 x 5,6) = 1,19
La posa va quindi aumentata di 1,19 volte rispetto a quella buona per una messa a fuoco su infinito. Poiché, dalle esperienze precedenti, ho valutato ottimale una posa di 2 ore in pieno sole, moltiplicando 120 minuti (due ore) per 1,19 ottengo 142,8 minuti, cioé circa due ore e 23 minuti. Ho esposto per 2 ore e mezza.
Allego un foglio di Excel dove ho riportato un po' di calcoli di ottica validi anche per macchine con obiettivi di focale diversa dalla mia.
Un saluto
ENrico

 ottica.zip ( 3.98k ) : 416
 

Inviato da: apeiron il Feb 16 2007, 10:38 PM

Sempre di gran livello, caro Enrico, sul piano tecnico e metodologico. Credo che questo forum ricavi molto da te, anche per come sai comunicare e rapportarti con tutti.
Ti seguo.
Apeiron smile.gif

Inviato da: enrico il Feb 16 2007, 10:42 PM

QUOTE(apeiron @ Feb 16 2007, 10:38 PM) *

Sempre di gran livello, caro Enrico, sul piano tecnico e metodologico. Credo che questo forum ricavi molto da te, anche per come sai comunicare e rapportarti con tutti.
Ti seguo.
Apeiron smile.gif


Grazie Apeiron,
sapere che ci sei è sempre un piacere per me.
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 18 2007, 11:20 AM

La mattina il sole batte sul terrazzo del piano notte. Essendo domenica e quindi libero dal lavoro, vi ho portato la macchina per esporvi un diciannovesimo calotipo. La luce era buona ma, mentre aspettavo che trascorressero le due ore, facendo una corsetta sul tapis roulant, il cielo si è velato per coprirsi successivamente di densi altostrati. Ho così interrotto l'esposizione dopo un'ora e mezza, visto che la luce se n'era praticamente andata. L'immagine è sottoesposta. La stesa delle soluzioni risulta comunque uniforme. Si vede lo stendino, la sedia con i libri ed i due pupazzi e si intravvedono in basso le scarpe da ginnastica. Fa da sfondo il vetro trapezoidale che separa il mio terrazzo da quello del vicino. Se ci fosse stato sole pieno per due ore, il risultato sarebbe stato di certo migliore.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La macchia in alto a sinistra è stata causata dalla pinzetta metallica con la quale fisso il foglio al compensato durante le operazioni di stesa delle soluzioni.
Al prossimo sole pieno smile.gif
Enrico

Inviato da: perrins87 il Feb 18 2007, 07:35 PM

devo dire che ormai in quanto a trattamento della carta con le soluzioni ti possiamo chiamare Maestro: osservo che riesci ad ottenere una pressochè completa scala di grigi, quasi senza bruciare nulla smile.gif
a questo punto la ricerca si indirizza verso la carta migliore!
ti seguo sempre, sono stato due giorni a venezia e, appena tornato, sono corso sul forum per vedere i progressi e vedere quanto hai ottenuto mi ha affascinato!

Inviato da: enrico il Feb 18 2007, 08:10 PM

QUOTE(perrins87 @ Feb 18 2007, 07:35 PM) *

devo dire che ormai in quanto a trattamento della carta con le soluzioni ti possiamo chiamare Maestro: osservo che riesci ad ottenere una pressochè completa scala di grigi, quasi senza bruciare nulla smile.gif
a questo punto la ricerca si indirizza verso la carta migliore!
ti seguo sempre, sono stato due giorni a venezia e, appena tornato, sono corso sul forum per vedere i progressi e vedere quanto hai ottenuto mi ha affascinato!


Grazie Perrins,
si, hai ragione, devo trovare la carta più adatta.
Sto però aspettando che mi arrivi lo ioduro di potassio (ordinato una settimana fa) e credo che i risultati saranno migliori. Daguerre utilizzava in effetti lo ioduro d'argento ed anche Talbot si orientò su questo alogenuro.
Poi proverò a sviluppare l'immagine latente, abbandonando l'annerimento diretto (è quello che sto facendo ora).
Proverò ad usare come rivelatore il solfato di ferro (si trova a poco prezzo nei negozi di materiale agricolo). Più in là, cercherò di procurarmi l'acido gallico, il rivelatore che usava Talbot.
Sarebbe troppo facile andare in un negozio ed acquistare un rivelatore moderno al metolo ed idrochinone e sarebbe come barare smile.gif
Proverò poi con la gelatina (ne ho acquistato intanto qualche busta al supermercato, ma devo riprenderla perché mia moglie l'ha requisita per fare un dolce mad.gif ).
Ho di che divertirmi, ma la cosa mi affascina troppo. QUando riuscirò ad ottenere un ritratto, sarà un bel giorno.
Un saluto
Enrico

Inviato da: maurizioricceri il Feb 18 2007, 10:18 PM

QUOTE(enrico @ Feb 18 2007, 08:10 PM) *


QUando riuscirò ad ottenere un ritratto, sarà un bel giorno.
Un saluto
Enrico


aspettiamo con ansia questo tuo risultato per fare una grande festa.... Pollice.gif
maurizio

Inviato da: .oesse. il Feb 18 2007, 10:42 PM

non vedo l'ora tu vada in pensione, per poter ammirare tutti i tuoi esperimenti.
sei un vulcano enrico. e te lo dico con il cuore.

.oesse.

Inviato da: enrico il Feb 18 2007, 10:51 PM

QUOTE(.oesse. @ Feb 18 2007, 10:42 PM) *

non vedo l'ora tu vada in pensione, per poter ammirare tutti i tuoi esperimenti.
sei un vulcano enrico. e te lo dico con il cuore.

.oesse.


Grazie Oesse. Dopo questo, altri due anni e mi ritrovo sulle spalle 40 anni di servizio. Tornerò padrone del mio tempo, anche se la scuola mi ha dato molte soddisfazioni e credo avrò nostalgia dei ragazzi. Vuol dire che tornerò per parlare di fotografia biggrin.gif
Enrico

Inviato da: perrins87 il Feb 19 2007, 12:44 PM

QUOTE(enrico @ Feb 18 2007, 10:51 PM) *

Vuol dire che tornerò per parlare di fotografia biggrin.gif


E daresti molto ai ragazzi! Cosa insegni, per essere curioso pignolo e pedante? smile.gif

Inviato da: enrico il Feb 19 2007, 01:36 PM

QUOTE(perrins87 @ Feb 19 2007, 12:44 PM) *

E daresti molto ai ragazzi! Cosa insegni, per essere curioso pignolo e pedante? smile.gif


Sono un biologo, insegno chimica, fisica, biologia e scienze della Terra in una Scuola Superiore.


Inviato da: Juka il Feb 19 2007, 02:49 PM

prof sto seguendo con grandissimo interesse ed entusiasmo...

smile.gif Have a nice day

Luca

Inviato da: enrico il Feb 19 2007, 04:08 PM

QUOTE(Juka @ Feb 19 2007, 02:49 PM) *

prof sto seguendo con grandissimo interesse ed entusiasmo...

smile.gif Have a nice day

Luca


Ciao Luca,
sono contento che ci sei anche tu
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 19 2007, 09:48 PM

Nell'attesa che torni il bel tempo per fare qualche altro calotipo, ho ripreso in mano il vecchio obiettivo "Simplex Rapid Aplanat". Ho intenzione di costruire una nuova macchina in legno (durante l'estate) e "farlo rivivere" smile.gif . In fondo gli obiettivi vivono quando fanno fotografie e questo è in sonno da tempo immemorabile.
Per costruire una macchina è necessario, ai fini del progetto, partire dall'obiettivo. Occorre conoscerne la lunghezza focale e l'angolo di copertura per poterne ricavare rispettivamente l'allungamento da dare alla cassetta scorrevole (dipende quale distanza di messa a fuoco minima si decide di permettere alla macchina) ed il formato del "negativo".
Il problema è che sul mio obiettivo non c'è nessuna indicazione sulla lunghezza focale. Inoltre, non essendoci i valori di diaframma classici, ma dei semplici numeri di riferimento, non so nemmeno quale è la sua luminosità. Devo quindi determinare per prima cosa la sua lunghezza focale, cioé la distanza fra il fuoco di un oggetto lontano (all'infinito) ed il punto nodale posteriore (e non, come spesso si sente dire e si legge su qualche testo, il centro ottico).
La geometria del basculaggio della piastra portaottica delle macchine a banco ottico, è tale che gli assi di rotazione passino proprio per il punto nodale posteriore dell'obiettivo perché solo così, in seguito al basculaggio, l'immagine non subisce spostamenti. Su questo principio si basa la "slitta nodale" che ho costruito oggi.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Si tratta di due quadrelli di legno fissati su di un rettangolo di compensato che ruota, intorno ad una vite, su di una base ricavata da un listello. Sul bordo esterno dei quadrelli, ho segnato col pennarello una riga verticale posta in corrispondenza dell'asse di rotazione di questo semplice dispositivo. Ho ricavato poi da un cartoncino (ed utilizzando della carta da lucidi) uno schermo. Sullo schermo ho tracciato una croce con un pennarello rosso. Si procede in questo modo:
- si pone l'obiettivo sulla slitta e si sposta lo schermo fino a che un punto molto lontano non è a fuoco al centro della croce.
- si fa ruotare la slitta. Se il punto si sposta sullo schermo, si tira un po' indietro o in avanti l'obiettivo, si riposiziona lo schermo finchè il punto sia di nuovo a fuoco e si riprova a muovere la slitta, continuando a provare ed a spostare l'obiettivo fino a quando il punto sullo schermo resta immobile.
- il punto nodale posteriore dell'obiettivo si trova in corrispondenza della linea di riferimento (asse di rotazione della slitta) segnata su uno dei due quadrelli. E' da questo punto che si misura la lunghezza focale e la distanza dei punti immagine dall'obiettivo.
Se ci interessa trovare anche il punto nodale anteriore (dal quale si misura la distanza degli oggetti dall'obiettivo), basta invertire la posizione dell'obiettivo sulla slitta e ripetere il procedimento.
Un saluto
Enrico

Inviato da: maurizioricceri il Feb 19 2007, 09:52 PM

Enrico sei un genio !! Non finisci mai di stupirci con i tuoi affascinanti esperimenti.... hmmm.gif và a finire che ti assumono alli nikon !!! rolleyes.gif
Maurizio

Inviato da: twinsouls il Feb 19 2007, 09:56 PM

Enrico, sono tornato adesso da un "giretto" di 4 giorni e trovo un sacco di nuove interessanti evoluzioni... smile.gif

Per quel che riguarda la carta, forse una possibilità ci sarebbe... Hai provato ad andare in una tipografia? Di quelle "vecchio stile", con le macchine da stampa non-offset? Io ci vado ogni tanto quando mi servono carte particolari (per tutt'altri usi che questi, sia chiaro! wink.gif ). Se ne trovi una abbastanza "fornita" hanno carte di ogni tipo, peso e dimensione. Devi solo ritagliarle (o fargliele tagliare) nella misura voluta... Loro la "carta da lettere" la FANNO ancora! E poi potresti trovare dei "resti di magazzino", o altro. smile.gif

Inviato da: enrico il Feb 19 2007, 10:03 PM

QUOTE(twinsouls @ Feb 19 2007, 09:56 PM) *


Per quel che riguarda la carta, forse una possibilità ci sarebbe... Hai provato ad andare in una tipografia? Di quelle "vecchio stile", con le macchine da stampa non-offset? Io ci vado ogni tanto quando mi servono carte particolari (per tutt'altri usi che questi, sia chiaro! wink.gif ). Se ne trovi una abbastanza "fornita" hanno carte di ogni tipo, peso e dimensione. Devi solo ritagliarle (o fargliele tagliare) nella misura voluta... Loro la "carta da lettere" la FANNO ancora! E poi potresti trovare dei "resti di magazzino", o altro. smile.gif


Grazie Twinsouls, ottima idea. Ci vado quanto prima.
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 20 2007, 11:47 AM

Cari amici,
oggi ancora nuvole. Ho voluto fare allora una sperimentazione sulla sensibilità spettrale del cloruro d'argento. Un modo per scoprire l'acqua calda direte biggrin.gif . E' vero che la maggior parte di ciò che è scritto sui libri va preso per fede rolleyes.gif , però è bello vedere le cose con i propri occhi e poi, potrebbe essere un esercizio didattico in qualche corso di fotografia o workshop.
Ho allora sensibilizzato, un po' velocemente, un foglio di carta da disegno, e l'ho coperto con tre filtri fotografici. L'ideale sarebbe stato quello di utilizzare un prisma, ma non ce l'ho e non saprei nemmeno dove procurarmelo. Col prisma avrei tutto lo spettro visibile e potrei dimostrare anche la presenza e l'attinicità dell'ultravioletto wink.gif

I filtri sono Blu (piuttosto intenso, un filtro di conversione di quelli per utilizzare pellicole per luce diurna con la luce artificiale), rosso e verde:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho esposto il tutto per pochi secondi alla luce esterna: una luce diffusa a causa della coltre nuvolosa. Poi sono tornato dentro casa e questo è il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Come si può vedere, la carta sotto il filtro blu si è annerita quasi come quella non coperta da nessun filtro, tranne ovviamente lungo la montatura circolare che si vede ben delineata.
La carta invece sotto i filtri rosso e verde è rimasta bianca.

Anche le prime pellicole alla gelatina erano "blu sensibili" e cieche al verde ed al rosso. Quando si osserva qualche vecchia fotografia, i cieli sono infatti completamente bianchi (completamente neri sul negativo).
Quando Vogel ed altri scoprirono i sensibilizzanti ottici, nacquero dapprima le pellicole ortocromatiche (sensibili al verde) e poi quelle pancromatiche (sensibili anche al rosso). E questa fu la base necessaria per la nascita del colore in fotografia.
Non finirei più di sperimentare, ma l'eritrosina e altri coloranti utilizzati allo scopo, potrei anche procurarmeli da amici che lavorano in qualche laboratorio di analisi... Ma per ora non se ne parla.
Un saluto
Enrico

Inviato da: marcelus il Feb 21 2007, 02:29 AM

in ritardo ma mi accodo anche io a questa macchina del tempo.
veramente complimenti caro enrico

Inviato da: enrico il Feb 21 2007, 06:42 AM

QUOTE(marcelus @ Feb 21 2007, 02:29 AM) *

in ritardo ma mi accodo anche io a questa macchina del tempo.
veramente complimenti caro enrico

Benvenuto Marcelus,
sali in carrozza anche tu smile.gif

Inviato da: marcelus il Feb 21 2007, 05:05 PM

proprio oggi ho ritrovato, tra le tante cose raccolte da mio padre, la versione "commerciale" della "macchina del tempo" di enrico.
chissà che non mi metta a girare per negozi alla ricerca della chimica

Inviato da: enrico il Feb 21 2007, 05:11 PM

QUOTE(marcelus @ Feb 21 2007, 05:05 PM) *

proprio oggi ho ritrovato, tra le tante cose raccolte da mio padre, la versione "commerciale" della "macchina del tempo" di enrico.
chissà che non mi metta a girare per negozi alla ricerca della chimica


Ciao,
perché non ci posti la foto?
Enrico

Inviato da: marcelus il Feb 21 2007, 05:26 PM

molto volentieri. non volevo inquinare questa bella discussione.
più tardi faccio un salto dai miei e provo a fare qualcosa

Inviato da: enrico il Feb 21 2007, 06:37 PM

QUOTE(marcelus @ Feb 21 2007, 05:26 PM) *

molto volentieri. non volevo inquinare questa bella discussione.


Anzi, è prezioso il contributo di tutti. Inoltre, se hai oggetti, macchine, libri sulla fotografia di vecchia data, puoi dare un prezioso contributo all'altra discussione che ho aperto nella sezione "Temi" dal titolo "Un tuffo nel passato" http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=55214
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 22 2007, 07:39 PM

Oggi è arrivato la ioduro di potassio, 250 grammi. Ho appena preparato una soluzione 0,5 molare (12,45 grammi in acqua distillata fino a fare 150 millilitri di soluzione). Abbandono il cloruro di sodio che continuerà nel suo primitivo destino di insaporire la minestra e l'insalata biggrin.gif
Con il cloruro di sodio ed il nitrato d'argento ottenevo del cloruro d'argento. Ora, con lo ioduro di potassio ed il solito nitrato d'argento, otterrò dello ioduro d'argento, più sensibile. Anche Talbot abbandonò il cloruro per lo ioduro. Daguerre esponeva ai vapori di iodio le sue lastrine argentate ottenendo, per altra via, lo stesso ioduro d'argento.
Ora si tratta di sperimentare e di vedere di quanto posso accorciare la posa e che risultati ottengo con questo nuovo sale. Fino ad ora, ho ottenuto buoni risultati solo esponendo soggetti con forti contrasti in pieno sole e per circa due ore. Potrò ottenere immagini di soggetti all'ombra? Come sarà la scala dei grigi? (stavo per dire la "gamma dinamica", ma mi sembra antistorico smile.gif ).

Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 23 2007, 01:54 PM

Oggi ho acquistato in un negozio di materiali per l'agricoltura, un kilogrammo di solfato ferroso, al prezzo di pochi euro. Decisamente il prodotto chimico meno costoso (il più costoso è il nitrato d'argento, una tombola!).
Mi servirà più avanti per provare a sviluppare l'immagine latente. Veniva usato come rivelatore per le lastre al collodio umido. Il solfato ferroso si ossida a ferrico, riducendo gli alogenuri d'argento che hanno preso luce. Si tratterà di trovare la concentrazione giusta.
Per ora devo sperimentare lo ioduro di potassio mediante annerimento diretto: una cosa alla volta.
Mi rendo conto sulla mia pelle di quante difficoltà, di quanto tempo e di quanta pazienza hanno dovuto farsi carico questi primi padri della fotografia. Sperimentare richiede fare prove e prove, registrarne i risultati, non scoraggiarsi di fronte agli insucessi, cercare di capirne il perché e continuare a provare.
Un saluto
Enrico

Inviato da: marcoint il Feb 23 2007, 06:06 PM

complimenti!!!!complimenti!!!!! complimenti!!!

Inviato da: maxiclimb il Feb 23 2007, 10:06 PM

QUOTE(enrico @ Feb 23 2007, 01:54 PM) *

Mi rendo conto sulla mia pelle di quante difficoltà, di quanto tempo e di quanta pazienza hanno dovuto farsi carico questi primi padri della fotografia. Sperimentare richiede fare prove e prove, registrarne i risultati, non scoraggiarsi di fronte agli insucessi, cercare di capirne il perché e continuare a provare.


Come tu stesso hai ricordato qualche post addietro, parti con un enorme vantaggio rispetto ai Padri della fotografia: sai già che è possibile.
Devi "soltanto" ripercorrere la loro esperienza, affinando la tua.

E' incredibile la fiducia nelle proprie intuizioni, e la tenacia nel svilupparle, che devono aver avuto loro, senza nemmeno avere la certezza che il loro sogno fosse realizzabile.

Avanti tutta Enrico, siamo con te! smile.gif

Inviato da: enrico il Feb 23 2007, 10:57 PM

Ciao Maxiclimb,
oggi ho sensibilizzato un cartoncino con lo ioduro di potassio. Il cielo era coperto. Ho esposto per tre ore (durante l'esposizione, è venuto a trovarmi un amico e ho dimenticato la macchina). Quando sono andato a vedere, non c'era traccia di annerimento. Riprovo appena c'è sole pieno. Forse la mia fiducia nelle qualità dello ioduro d'argento era eccessiva. Eppure dei vantaggi rispetto al cloruro d'argento devono esserci.
Vedremo.
Enrico

Inviato da: marcelus il Feb 24 2007, 05:29 PM

e noi siamo qui ad attendere gli sviluppi

Inviato da: enrico il Feb 25 2007, 03:02 PM

Cari amici,
il tempo è sempre nuvoloso, inadatto per le foto degli albori che, come ho potuto constatare di persona, richiedevano delle belle giornate di sole pieno, almeno prima che non venisse scoperto lo sviluppo dell'immagine latente.
Ho però fatto un esperimento:
ho voluto provare diverse diluizioni della soluzione di ioduro di potassio.
Così ho preso quattro bicchieri di plastica e nel primo vi ho versato qualche millilitro della soluzione madre 0,5 molare. Con successive diluizioni, ho preparato negli altri tre bicchieri delle soluzioni 0,1 molare, 0,05 molare e 0,01 molare.

Ho quindi spennellato le soluzioni di ioduro di potassio a diversa concentrazione su di un foglio di carta da disegno, lavando di volta in volta il pennello in acqua distillata ed asciugandolo con carta scottex (altrimenti avrei alterato il valore delle diluizioni). Ho fatto asciugare e poi, in luce attenuata, ho passato una pennellata di nitrato d'argento. Ho fatto asciugare il tutto e poi ho esposto il cartoncino all'aperto, alla luce diffusa delle nuvole, scattando ad intervalli con la D200.
Grazie ai dati exif, ho i vari tempi di esposizione.
Ho capito due cose:

- l'insuccesso con lo ioduro di potassio consiste nel fatto che ho usato delle concentrazioni "stechiometricamente" corrette dei due sali. Invece occorre che la concentrazione dello ioduro sia inferiore a quella del nitrato d'argento. E qui torna quello che diceva Talbot, cosa che non mi tornava però usando il sale da cucina.

- Se le soluzioni sono stechiometricamente e quivalenti (nel mio caso 0,5 molare e 0,5 molare), la carta non si impressiona. Capisco ora perchè lo ioduro di potassio, in concentrazione elevata, veniva utilizzato come "stabilizzatore" dell'immagine.

- Il rapporto migliore fra le concentrazioni è di 1 a 5.

Non mi resta che provare (quando ci sarà il sole) una nuova esposizione con la macchina calotipica.

A presto
Enrico














 

Inviato da: maxiclimb il Feb 25 2007, 03:53 PM

Ottima intuizione.
Ora non ci resta che aspettare il sereno... rolleyes.gif

Inviato da: gsessa il Feb 25 2007, 05:10 PM

Enrico,
grazie per avermi segnalato questo tuo post.
Con qualche interruzione (e qualche smarrimento), me lo sono letto tutto.

Sei un grande. guru.gif

Adesso entro con immenso piacere nel club di quelli che ti seguono con tanta attenzione, certo che vedremo gli ulteriori successi che otterrai in questo viaggio nel tempo.

Ti auguro tante giornate di sole pieno. smile.gif

Alla prossima.

giorgio


P.S.: Come mio solito stò per dire nà s.....ta. Ma invece della carta, utilizzare del tessuto in cotone a trama stretta?

Inviato da: enrico il Feb 25 2007, 05:24 PM

QUOTE(gsessa @ Feb 25 2007, 05:10 PM) *

P.S.: Come mio solito stò per dire nà s.....ta. Ma invece della carta, utilizzare del tessuto in cotone a trama stretta?


Ciao Maxiclimb, ciao Giorgio,
lo spirito è quello di ripetere le esperienze dei primi. Sui libri non c'è scritto tutto, le vecchie tecniche spesso sono descritte a grandi linee. Anche le relazioni degli stessi autori, spesso mancano di certe piccole particolarità, a volte qualitative, ma più spesso quantitative, che in molti casi sono fondamentali perchè una immagine riesca. Sperimentando, si rivivono le stesse difficoltà e le stesse emozioni di chi ci ha preceduto e si ha la soddisfazione di riottenere quei piccoli grandi successi che, sommati uno ad uno, ci hanno portato all'oggi. Devo dire che l'emozione di una immagine vista dopo due ore di esposizione, formatasi attraverso un obiettivo "primitivo", è più forte di quelle, pure intense, regalateci dalla moderna tecnologia.


Inviato da: ERBA ALBERTO il Feb 25 2007, 06:38 PM

Grazie Enrico , e' stato affascinante e incredibile leggere tutta la tua discussione , che purtroppo ho trovato solo oggi , ma l'emozione e il senso dell'attesa per i tuoi progressi , la meravigliosa sensazione di ricevere notizie da un amico intento in un viaggio alla scoperta di un mondo sconosciuto e passato sono impagabili . Da oggi anch'io saro' un'altro dei trepidanti lettori del tuo 3d in attesa del prossimo EUREKA .
Con ammirazione sincera

Alberto

Inviato da: enrico il Feb 25 2007, 08:09 PM

QUOTE(ERBA ALBERTO @ Feb 25 2007, 06:38 PM) *

Grazie Enrico , e' stato affascinante e incredibile leggere tutta la tua discussione , che purtroppo ho trovato solo oggi , ma l'emozione e il senso dell'attesa per i tuoi progressi , la meravigliosa sensazione di ricevere notizie da un amico intento in un viaggio alla scoperta di un mondo sconosciuto e passato sono impagabili . Da oggi anch'io saro' un'altro dei trepidanti lettori del tuo 3d in attesa del prossimo EUREKA .
Con ammirazione sincera

Alberto


Grazie Alberto e benvenuto a bordo, o forse "in carrozza", visto l'argomento? laugh.gif
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 25 2007, 08:41 PM

Ho ritrovato una vecchia Enciclopedia Ricettario di mio padre, del 1951.
C'è un intero capitolo dedicato alla fotografia che leggerò con calma. Vi ho trovato una formula della "carta salata" di Talbot:

Carta salata . E' la più antica delle carte fotografiche: il Talbot la propose fino dal 1834. Questa carta dà immagini bellissime e di toni svariati e molti soggetti stampati su questa carta guadagnano immensamente. Essa fu poi detronizzata dalla carta albuminata perché presenta una superficie brillante. Si impiega carta comune, però sostenuta, che viene immersa nel seguente bagno:

acqua..................................................... p. 600
cloruro di sodio........................................ p. 6,5
ioduro di sodio cristalli.............................. p. 2,5
tartrato neutro d'ammonio cristalli............. p. 5
acido citrico............................................. p. 5

La si lascia per 5 minuti, si toglie, si mette ad asciugare. Si sensibilizza nel seguente bagno:

acqua distillata......................................... p. 100
nitrato d'argento....................................... p. 10
acido acetico............................................ p. 10

Si mette ad asciugare all'oscuro.
Si stampa alla luce diffusa o col magnesio. Impiegando nastro di magnesio, ne occorre tanto che sia eguale alla diagonale del negativo e che deve essere bruciato alla stessa distanza.

Immagino che le p. stiano per "parti". Immagino parti in peso. Non so se questa sia proprio la ricetta originale di Talbot. Proverò col solo ioduro e poi proverò con questa ricetta.
Enrico



 

Inviato da: twinsouls il Feb 25 2007, 09:27 PM

Enrico, che dire? Rimpiango di non aver studiato meglio la chimica a scuola... biggrin.gif
Ogni mattina, quando accendo il computer e mi collego, questo thread è la prima cosa che leggo, per vedere gli sviluppi (appunto... wink.gif ). E' più affascinante di un libro di storia, ha più suspence di un thriller, ed è vero.
Cosa si può volere di più?
Sei poi passato in tipografia, hai trovato qualche carta "interessante"?
Davide

Inviato da: enrico il Feb 25 2007, 09:59 PM

QUOTE(twinsouls @ Feb 25 2007, 09:27 PM) *

Enrico, che dire? Rimpiango di non aver studiato meglio la chimica a scuola... biggrin.gif
Ogni mattina, quando accendo il computer e mi collego, questo thread è la prima cosa che leggo, per vedere gli sviluppi (appunto... wink.gif ). E' più affascinante di un libro di storia, ha più suspence di un thriller, ed è vero.
Cosa si può volere di più?
Sei poi passato in tipografia, hai trovato qualche carta "interessante"?
Davide


Ciao Davide,
ci passo i primi della settimana. Il tuo è un suggerimento importante. Non ho avuto molto tempo ultimamente.
ENrico

Inviato da: perrins87 il Feb 26 2007, 11:37 AM

ti seguo sempre e.... sento aria di novità!

sono qui ogni giorno, ma sono sicuro che tra poco arriva!

Forza Enrico!

Inviato da: enrico il Feb 26 2007, 01:20 PM

QUOTE(perrins87 @ Feb 26 2007, 11:37 AM) *

ti seguo sempre e.... sento aria di novità!

sono qui ogni giorno, ma sono sicuro che tra poco arriva!

Forza Enrico!


Ciò che mi spinge ad andare avanti in questa bella avventura, non è solo il mio entusiasmo, è anche il vostro. E' come quando si va in montagna (sono un appassionato di escursioni): se si è insieme ad amici la passeggiata è più piacevole e meno faticosa.
Grazie a tutti
Enrico

Inviato da: .oesse. il Feb 26 2007, 01:24 PM

aspetto il sole.... per te!

.oesse.

Inviato da: enrico il Feb 26 2007, 01:42 PM

QUOTE(.oesse. @ Feb 26 2007, 01:24 PM) *

aspetto il sole.... per te!

.oesse.


Grazie.

Inviato da: enrico il Feb 27 2007, 01:42 PM

Questa mattina, seguendo il consiglio di Davide, sono stato in tipografia. Il proprietario si è mostrato molto interessato alla cosa e mi ha dato due campioni di carta: una che mi sembra molto simile al cartoncino da disegno a trama grossa che già ho usato con risultati non buoni, ed un'altra, da lettere, bianchissima e lucida. Mi ha detto che gli altri tipi di carta che aveva non erano adatti... Provo con queste e poi mi reco presso un'altra tipografia per vedere se hanno altri tipi. Se ho tempo, oggi faccio qualche prova. C'è un bel sole. Grazie Oesse, sei stato tu? biggrin.gif
ENrico

Inviato da: castellanza@yahoo.it il Feb 27 2007, 03:50 PM

Mi faccio portavoce di una parte del forum "silenziosa" che ti legge e non ti commenta, ma solo per non "inquinare" troppo il forum.

DAVVERO GRAZIE, è a mio avviso il post piu interessante di sempre.

Io ti offro il mio supporto e non solo morale, anche economico, mi sa che l'avventura in cui ti sei imbarcato sta diventando costosa.
Se lo ritieni si potrebbe creare una "cassa comune", io ne sono favorevole.
William

Inviato da: enrico il Feb 27 2007, 05:06 PM

QUOTE(castellanza@yahoo.it @ Feb 27 2007, 03:50 PM) *

Mi faccio portavoce di una parte del forum "silenziosa" che ti legge e non ti commenta, ma solo per non "inquinare" troppo il forum.

DAVVERO GRAZIE, è a mio avviso il post piu interessante di sempre.

Io ti offro il mio supporto e non solo morale, anche economico, mi sa che l'avventura in cui ti sei imbarcato sta diventando costosa.
Se lo ritieni si potrebbe creare una "cassa comune", io ne sono favorevole.
William


Grazie William,
apprezzo molto la tua generosità. Non ti preoccupare, sono costi che posso sostenere. Spero di non dilapidare tutto il mio patrimonio, come fece Niepce... biggrin.gif
Il miglior supporto è il vostro entusiasmo e la vostra presenza. Grazie!
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 27 2007, 05:48 PM

Il cielo si è ricoperto di nuvole (la mattinata è stata splendida, ma io ero a scuola mad.gif ). Ho provato a sensibilizzare la carta da lettere che mi ha dato la tipografia questa mattina. Stesa la soluzione di sale, si è arricciata sensibilmente, come capita con le carte sottili. Anche asciugata, le pieghe sono rimaste, e questo è un guaio perchè la superficie deve essere piana e così invece, nonostante la pressione sulle guide laterali, una volta inserita nello chassis (scrivevo chassì, ma pare che sia questa la dizione corretta), le "onde" che rimangono creerebbero problemi con la messa a fuoco e con la nitidezza. Ho allora provato a lasciar asciugare la carta tenendo solo una pinzetta su di un lato e non bloccandola sui due lati come ho fatto fin'ora con la carta di maggiore spessore. Pare che le cose vadano meglio. C'è un po' di ondulazione, ma nello chassis dovrebbero sparire. Ne vedremo i risultati. Mi sto annoiando a fare prove (anche se sono fondamentali per andare avanti) e voglio delle immagini! Aspetto il sole pieno.
L'altra carta che ho preso in tipografia è molto più consistente, ma è giallina. Per questo motivo e per la sua granulosità, non mi convince molto, ma farò delle prove prima di scartarla.
Intanto ieri sera, mi sono dedicato alla parte "ottica" ed ho ridipinto l'interno dei moduli con l'inchiostro di china nero. In precedenza avevo usato una vernice nera opaca, ma l'attrito con i moduli durante la messa a fuoco e l'introduzione dello chassis, aveva schiarito un po' le pareti del modulo portaottica. In ogni caso, non c'è nero più profondo ed opaco del nero di china. Questo comporterà senz'altro un miglioramento del contrasto dell'immagine e migliorerà i risultati.
La luce che colpisce la carta bianca, viene da questa riflessa sulle pareti della scatola e torna in parte sull'emulsione.
Ora, se ad esempio, la parte più luminosa dell'immagine ha un valore 10 (uso un valore arbitrario) e la parte più scura un valore 1, il rapporto di luminosità vale 10/1 = 10 .
Se invece la riflessione delle pareti interne aggiunge un valore di 1 alle luci ed alle ombre, queste passeranno a una luminosità 11 (10 + 1 le luci) e a una luminosità 2 (1 + 1 le ombre).
Il rapporto di luminosità scenderebbe a 11 / 2 = 5,5 hmmm.gif
Allora, curare per bene l'annerimento della mia "macchina", è stata una buona cosa.
Un saluto
Enrico

Inviato da: marcelus il Feb 28 2007, 11:20 AM

QUOTE(enrico @ Feb 27 2007, 05:48 PM) *

.............Aspetto il sole pieno..............................




enrico...il salento aspetta te biggrin.gif

Inviato da: enrico il Feb 28 2007, 08:45 PM

Cari amici,
il tempo è sempre nuvoloso. Non ho però incrociato le braccia ed ho fatto altre prove:

Ieri:
ho sensibilizzato tre porzioni di un cartoncino (individuate da tre ellissi) - -- con cloruro di sodio 0,5 M (la concentrazione che uso da tempo perchè si è dimostrata la migliore)
- con ioduro di potassio 0,05 M (la più idonea dopo l'ultima prova)
- con cloruro e ioduro nelle proporzioni indicate nella ricetta trovata nel vecchio ricettario.
Vien fuori che l'annerimento più intenso è quello dato dal cloruro d'argento

Oggi ho ripetito la prova, mettendo a confronto il cloruro e lo ioduro da soli. Il risultato è lo stesso: il cloruro produce un annerimento più rapido e più intenso dello ioduro che appare invece giallastro.
Deve essere per questo che le vecchie carte ad annerimento diretto, le famose "Aristotipiche", erano al cloruro.
Il vantaggio dello ioduro deve forse apparire con lo sviluppo dell'immagine latente. Farò qualche altra prova con l'annerimento diretto e poi proverò con lo sviluppo al solfato di ferro.
Fatto questo, proverò con l'albumina e con la gelatina.
Se riesco a trovare l'eritrosina, mi divertirò ad "ortocromatizzare" la mia emulsione.
Un saluto
Enrico






 

Inviato da: enrico il Mar 1 2007, 09:08 AM

Questa mattina sono passato in un'altra cartoleria per prendere un raccoglitore a buste trasparenti dove inserire in ordine tutte le mie prove ed osservazioni, ed ho preso un nuovo tipo di cartoncino, liscio da un lato e con righe sottilissime dall'altro. Ho preso anche un blocco di fogli per acquerello, di tipo diverso da quello che mi ha dato risultati deludenti, acquistato in un negozio per belle arti (la presenza di qualche sostanza riducente nella pasta, me lo faceva annerire anche in assenza di luce). Al negozio ne ho osservato i fogli di un album grande, già aperto. Ho preso però un formato più piccolo, visto che si tratta per ora di far delle prove. Apertolo a casa, i fogli presentano una superficie un po' irregolare e, visto in trasparenza, la pasta non è uniforme. Si tratta in ogni caso di carta di cellulosa purissima. Staremo a vedere.
Quando passerò all'albumina ed alla gelatina, il cartoncino sarà meno importante perché l'emulsione verrà incorporata rispettivamente nell'albume d'uovo e nella gelatina alimentare (nota anche come "colla di pesce") e fungerà unicamente da supporto. Per Talbot era importante che la carta fosse sottile (utilizzava la carta da lettere finissima che non riesco a trovare) perchè la utilizzava come negativo ponendola a contatto di un secondo foglio e riesponendo il tutto al sole. Talbot è l'inventore del processo negativo-positivo. Il concetto di negativo-positivo non esiste più nella fotografia digitale che produce immagini direttamente positive.

Buona giornata
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 1 2007, 06:29 PM

Cari amici, ancora una volta: Eureka!

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho utilizzato il nuovo cartoncino per acquerelli acquistato questa mattina. Passata della solita soluzione di cloruro di sodio e due passate successive (lasciando asciugare ogni volta) di soluzione di nitrato d'argento.
Ho esposto per tre ore e mezza perché, nel frattempo, mi sono recato alla scuola delle mie figlie dove i professori ricevevano i genitori e mi si è fatto tardi. Alla soddisfazione di sentire buone cose dai professori, si è aggiunta quella di trovare un 22° calotipo ben riuscito. C'è stato il sole, ma delle nuvole sparse di tanto in tanto lo coprivano.
Osservando la scansione, ho notato delle bande orizzontali nette, già notate altre volte. Mi sono chiesto se non dipendesse dalle successive passate del pennello. Ma questa volta mi sono insospettito perché mi son sembrate troppo regolari. Ho allora osservato attentamente il calotipo, ma nessuna traccia delle bande. Evidentemente deve essere un problema del mio scanner, per la verità un po' datato.
Non si nota nemmeno la granulosità della carta che mi aveva dato da pensare.
Il titolo che ho messo a questo calotipo è "Il lampione", perchè ho regolato il fuoco ed ho centrato nell'inquadratura il lampione che è davanti al cancelletto di casa, lasciando volutamente fuori fuoco il palazzo. Sulla destra si vedono i rami dell'abete del giardino che a Natale, non senza qualche acrobazia, addobbo con le luci. Quando passerò allo sviluppo, proverò ad usare un diaframma più chiuso per migliorare la nitidezza.
Questa sera provo a fissare con una soluzione debole di iposolfito il mio ventiduesimo calotipo.
Un saluto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Mar 1 2007, 07:06 PM

QUOTE(enrico @ Mar 1 2007, 06:29 PM) *

Cari amici, ancora una volta: Eureka!


E io che cosa avevo detto? smile.gif
Credo di sì, che le bande orizzontali siano proprio dovute al tuo scanner: hai provato a cambiare risoluzione? magari sei su di una risoluzione intermedia che viene interpolata oppure troppo bassa per cui la lampada avanza più rapidamente e quelli che vedi sono gli "stacchi" della lampada: ti consiglio di scandire (wow, che linguaggio forbito) alla massima risoluzione e poi ridurre con photoshop (massima risoluzione dello scanner, non quella interpolata).

Riproducendolo con la D200 ottieni una qualità inferiore?

Che bello! La novità è arrivata! smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 1 2007, 08:43 PM

QUOTE(perrins87 @ Mar 1 2007, 07:06 PM) *

E io che cosa avevo detto? smile.gif
Credo di sì, che le bande orizzontali siano proprio dovute al tuo scanner: hai provato a cambiare risoluzione? magari sei su di una risoluzione intermedia che viene interpolata oppure troppo bassa per cui la lampada avanza più rapidamente e quelli che vedi sono gli "stacchi" della lampada: ti consiglio di scandire (wow, che linguaggio forbito) alla massima risoluzione e poi ridurre con photoshop (massima risoluzione dello scanner, non quella interpolata).

Riproducendolo con la D200 ottieni una qualità inferiore?

Che bello! La novità è arrivata! smile.gif

Ciao Perrins,
ho riprodotto il calotipo con la D200 ed il 60 mm, utilizzando un flash sparato sul soffitto. Questo è il risultato (il banding è sparito laugh.gif . Con lo scanner ho usato una risoluzione di 300 dpi. Provo ora a scendere a 200.
Enrico





 

Inviato da: enrico il Mar 1 2007, 09:03 PM

Ed ecco la prova con lo scanner impostato a 200 dpi. Mentre a 300 la scansione si interrompeva ad intervalli per l'invio dei dati al computer, a 200 la scansione è stata fluida, senza interruzioni fino alla fine. Ed un altro mistero è risolto.
Grazie
Enrico

il positivo




 

Inviato da: enrico il Mar 1 2007, 09:15 PM

p.s.
A casa dei miei, ho ritrovato un flacone con del cromato di potassio che avevo usato da ragazzo quando mi sono cimentato per un certo periodo col processo alla gomma bicromatata. Mi è venuta l'idea (magari quest'estate quando le giornate sono lunghe ed il sole è forte) di fare un balzo ancora più indietro nel tempo e produrre una "eliografia", sul tipo della famosa (e confusa) immagine di Niepce della colombaia e dei tetti, quella che è considerata la "prima fotografia della storia".
Niepce utilizzò il bitume di giudea che ha la caratteristica di indurirsi se colpito dalla luce. Egli espose per otto ore blink.gif una lastra di peltro rivestita di bitume di giudea nella sua camera oscura. La estrasse e la lavò con olio di lavanda. L'olio asportò le parti in ombra che, non colpite dalla luce, erano rimaste solubili, mentre il bitume bianco delle parti colpite dalla luce rimase sulla lastra. Le parti scoperte mostravano il peltro nero: le ombre. In seguito Niepce utilizzò dei vapori di iodio per annerire ulteriormente il peltro scoperto. Fu forse questa la combinazione fortunata che portò Daguerre a scoprire il suo procedimento. La sua fortuna fu che utilizzò delle lastre di rame argentato e che le trattò con i vapori di iodio, scoprendo così (nella ricerca ci vuole abilità ma anche un pizzico di fortuna) la sensibilità alla luce dello ioduro d'argento.
Io non saprei dove procurarmi il bitume di Giudea e l'olio di lavanda, ma il cromato di potassio ha la stessa identica caratteristica di indurirsi se colpito dalla luce e può venir asportato, nelle parti non indurite, da semplice acqua calda.
Un saluto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Mar 1 2007, 09:27 PM

QUOTE(enrico @ Mar 1 2007, 09:03 PM) *

Ed ecco la prova con lo scanner impostato a 200 dpi. Mentre a 300 la scansione si interrompeva ad intervalli per l'invio dei dati al computer, a 200 la scansione è stata fluida, senza interruzioni fino alla fine. Ed un altro mistero è risolto.
Grazie
Enrico

il positivo


Grazie a te per quello che ci fai vivere

Inviato da: enrico il Mar 1 2007, 10:17 PM

In un mio post precedente, ho potuto mettere a disposizione gli schemi costruttivi della macchina per calotipi.
Per conservare le diverse sperimentazioni, sto facendomi delle stampe con i diversi calotipi, inserendo nelle dimensioni originali e ad alta risoluzione, sia il negativo che il positivo, con le indicazioni relative.
Poiché i file che ne risultano sono intorno ad un Mb, non posso inserirli come allegati, ma posso con piacere inviare, a chi fosse interessato, i due lavori meglio riusciti:
il 15° calotipo (970 Kb) ed il 22° calotipo (1 Mb).
Buona serata
Enrico

Inviato da: perrins87 il Mar 2 2007, 11:09 AM

Caro enrico, io ho uno spazio web a disposizione, se sei interessato puoi contattarmi personalmente: in questo modo potrai caricare tutto quello che vorrai e linkarlo direttamente qui nel forum!
smile.gif perrins

Inviato da: enrico il Mar 2 2007, 11:47 AM

QUOTE(perrins87 @ Mar 2 2007, 11:09 AM) *

Caro enrico, io ho uno spazio web a disposizione, se sei interessato puoi contattarmi personalmente: in questo modo potrai caricare tutto quello che vorrai e linkarlo direttamente qui nel forum!
smile.gif perrins

Ciao Perrins,
sei molto gentile. Fin'ora sto esaurendo lo spazio Nital. Però ho uno spazio web su Alice, non è un sito web ma un deposito di immagini. Se avessi bisogno di spazio, terrò conto della tua generosità. Tu dici che posso rendere scaricabile così i calotipi ad alta risoluzione. Se non ci riesco, chiedo il tuo aiuto.

Ieri ho fissato il 22° calotipo. La diluizione consigliata nella confezione era di 1 + 3, che io ho portato invece a 1 + 5. L'immagine un po' si è sbiadita e si sono persi dei dettagli. In origine era un po' sovraesposta e poi le scansioni successive debbono aver contribuito alla velatura. Ho constatato inoltre che, anche se le tengo al buio, le copie non fissate finiscono per velarsi e continuano ad annerirsi.
Nella copia che ho fissato e che allego, credo abbia contribuito alla degradazione dell'immagine una certa diffusione all'interno delle fibre della carta che non credo trattengano molto bene i granuli di argento. Immagino che le cose debbano migliorare quando sospenderò gli alogenuri in una emulsione di albumina e poi di gelatina.
Proverò anche a stabilizzare la prossima copia immergendola o spennellandola con una soluzione di ioduro di potassio o di sale da cucina concentrato , come facevano agli inizi, prima che Herschel suggerisse l'uso dell'iposolfito.
Un saluto
Enrico



 

Inviato da: maxiclimb il Mar 2 2007, 12:00 PM

Vedo che i passi avanti ci sono, e sostanziali. smile.gif
Seguo sempre con attenzione l'evoluzione della sperimentazione, ma non nascondo di attendere con trepidazione il ...primo ritratto! smile.gif
Bravissimo!

Inviato da: enrico il Mar 2 2007, 01:45 PM

QUOTE(maxiclimb @ Mar 2 2007, 12:00 PM) *

Vedo che i passi avanti ci sono, e sostanziali. smile.gif
Seguo sempre con attenzione l'evoluzione della sperimentazione, ma non nascondo di attendere con trepidazione il ...primo ritratto! smile.gif
Bravissimo!

Grazie Maxiclimb. Ci arriverò.
Mi viene da fare una riflessione. Il fascino di questa sperimentazione dipende anche dalle difficoltà via via incontrate e faticosamente superate, dalle immagini imperfette. Quando forse riuscirò ad ottenere delle immagini perfette, nitide su tutto il campo, con un'ampia gamma tonale, simili insomma alle foto attuali, la cosa susciterà ancora lo stesso fascino?
In ogni caso il cammino è ancora lungo e l'avventura continua.
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 2 2007, 06:58 PM

Cari amici,
oggi ho sensibilizzato un altro foglio, un foglio da disegno con sottili righe da un lato e liscio dall'altro (sto testando gli ultimi tipi di carta che ho preso) ed ho sistemato la macchina sul terrazzino del piano notte per riprendere per bene una buona volta una veduta che mi è sempre venuta male, o perchè sottoesposta o perché le soluzioni non si sono stese in maniera uniforme. Sarà il caso, ma anche questa volta le cose non sono andate nel verso giusto perché, dopo poco, il cielo si è coperto di nuvole e si è messo a tirar vento. Non erano passati che venti minuti che sono stato costretto a terminare l'esposizione.
Ho pensato che era quella l'occasione di provare lo sviluppo dell'immagine latente!
Sono dovuto uscire con mia moglie a far spese e, una volta tornato, sono sceso in garage ed ho preparato lo sviluppo:

180 grammi d'acqua
10 grammi di solfato ferroso
4 grammi di acido acetico (da una boccetta che il mio amico farmacista ha voluto regalarmi, dicendomi che era il suo contributo alla ricerca scientifica biggrin.gif ).

Ho iniziato a sviluppare i miei negativi da quando avevo 15 anni. Ma stasera l'emozione era più forte che mai.
Succederà qualcosa? Il cartoncino si annerirà o resterà bianco? Verrà fuori una buona immagine o un pastrocchio?
Anche la scienza a volte diventa un fatto di fede e, come nella religione, qualche dubbio sempre ci assale.
Se le lastre al collodio venivano sviluppate così, la cosa deve funzionare, dicevo fra me e me. Ma poi, come S. Tommaso, mi ripetevo, se non vedo non credo.
Ho spento la luce ed ho acceso la mia lampada frontale a led rosso, quella che uso nelle gare di orientamento notturno (un anacronismo, perdonatemi, ma non trovavo la candela).
Ho aperto lo chassis ed ho notato che, nonostante la posa di soli 20 minuti, la zona del cielo era visibile. Ho inserito di taglio il foglio nel bagno di sviluppo, con un po' di trepidazione e... in due secondi il foglio è diventato tutto nero come l'inchiostro.
Ragazzi, qui davvero ci avviciniamo all'istantanea ed al ritratto!
L'esposizione di 20 minuti evidentemente è stata eccessiva, nonostante il sole velato. Figuriamoci in pieno sole.
Ora si tratta di trovare il giusto tempo di esposizione e magari di usare un bagno più diluito.
Ma ancora altri dubbi: non è che, anche non esposto, il cartoncino mi si annerisce al contatto col solfato di ferro? Mi ci vuole un po' di fede e delle nuove prove.
Buona serata
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 2 2007, 08:47 PM

QUOTE(enrico @ Mar 2 2007, 06:58 PM) *

Ma ancora altri dubbi: non è che, anche non esposto, il cartoncino mi si annerisce al contatto col solfato di ferro? Mi ci vuole un po' di fede e delle nuove prove.
Buona serata
Enrico


Questa volta cito me stesso huh.gif
Non ho resistito, dovevo togliermi il dubbio. Così ho sensibilizzato una sottile striscia di carta e l'ho immersa nella soluzione di solfato di ferro. Non si è annerita smile.gif
Ci aspettano sviluppi (è proprio il caso di dire laugh.gif ) interessanti.
Enrico

Inviato da: twinsouls il Mar 3 2007, 10:30 AM

Enrico, non ho resistito, solo appena tornato a casa stanco morto da una giornata "intensa", ma non ce l'ho fatta, DOVEVO venire a vedere cos'erano tutti quei nuovi post nel tuo thread...

...e adesso sono già in attesa dei prossimi sviluppi! smile.gif

Altro che thriller!
Davide

Inviato da: giampy71_io il Mar 3 2007, 12:02 PM

Ciao enrico ti seguo sempre con intensa soddisfazione e il tuo lavoro e veramente ammirevole continua così biggrin.gif

Inviato da: marcelus il Mar 3 2007, 12:36 PM

Enrico sei tutti noi...sviluppaci biggrin.gif

Inviato da: maurizioricceri il Mar 3 2007, 12:40 PM

Siamo in attesa dei tuoi "sviluppi".

Inviato da: enrico il Mar 3 2007, 01:22 PM

QUOTE(marcelus @ Mar 3 2007, 12:36 PM) *

Enrico sei tutti noi...sviluppaci biggrin.gif

Ciao Marcelus,
troppo forte laugh.gif
Se ci incrontriamo ad un bar, offro io: idrochinone e metol per tutti!
Ciao Maurizio, ciao Giampy, ciao Davide.
Grazie di esserci!
ENrico



Inviato da: enrico il Mar 3 2007, 03:03 PM

Carissimi amici di questo fantastico viaggio nel tempo.
Entusiasmi e delusioni... mad.gif
Subito dopo pranzo, ho sensibilizzato un nuovo foglio e l'ho esposto per tre minuti nella macchina per calotipi. Ho anche sostituito il diaframma che ho usato fin'ora (f/5,6) con un F/8.
Ho poi diluito lo sviluppo al solfato di ferro 10 volte, aggiungendo a 20 ml di sviluppo, 180 ml di acqua. Acqua fredda oltretutto.
Ho immerso il cartoncino e mi sono subito accorto di averlo fatto alla rovescia. L'ho rigirato e l'annerimento era già iniziato. Ma niente immagine. C'è solo una macchia chiara al centro che potrebbe anche essere dovuta ad una bolla d'aria. In ogni caso, i bordi che non hanno preso luce perchè coperti dal telaietto di compensato, sono rimasti bianchi.
Possibile che l'esposizione sia ancora eccessiva? Eppure c'era luce diffusa perché il cielo qui ad Avezzano è coperto.
Proverò a scendere a 30 secondi. Poi proverò a sostituire il cloruro di sodio con lo ioduro di potassio.
Avevo ottenuto buoni risultati con l'annerimento diretto ed ora, con i tentativi di sviluppo, eccomi di nuovo a brancolare nel buio.
Se riuscirò ad ottenere una immagine, come sarà qualitativamente? Sarà troppo dura? Ci sarà una soddisfacente scala di grigi? Sarà troppo morbida, slavata? Ma soprattutto, riuscirò ad ottenerla?
Quando esponevo per due ore, un quarto d'ora in più o in meno (ma anche mezz'ora) non influiva molto sul risultato. Ora occorre essere molto più precisi.
L'importante è non abbattersi e continuare a provare.
Un saluto dai primi decenni del 1800 smile.gif
Enrico



 

Inviato da: enrico il Mar 3 2007, 06:07 PM

Ho fatto un'altra prova:
ho ritagliato una sagoma da un cartoncino opaco e l'ho posizionata sopra un foglio sensibilizzato nel torchietto. Ho esposto alla luce esterna per una ventina di secondi e poi l'ho sviluppato:

IPB Immagine

Il contorno della sagoma è netto e l'interno non si è annerito. All'esterno della sagoma, l'annerimento non è perfettamente uniforme.
Può dipendere dallo sviluppo o da una stesa frettolosa delle soluzioni?
La risposta me la daranno le prove con la macchina calotipica.
Enrico

Inviato da: perrins87 il Mar 4 2007, 02:00 AM

Grazie Enrico, grazie davvero!

io l'avevo "fiutato" il grande passo... ora bisogna continuare sulla pista giusta! wink.gif

Buona domenica smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 4 2007, 02:30 PM

Ho fatto un'altra prova. Ho sensibilizzato un cartoncino con ioduro di potassio ed un po' di cloruro di sodio, prima di passare il nitrato d'argento.
Ho esposto per 30 secondi con diaframma f/5,6.
Ho sviluppato reintegrando un po' il bagno di solfato di ferro. Di nuovo nessuna immagine. Il cartoncino si è annerito molto lentamente ed irregolarmente ma, sotto il mio sguardo trepidante, non è apparso niente.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Non so che dire. Potrebbe darsi che lo sviluppo agisca come uno sviluppo ad alto contrasto per cui è difficile cogliere l'esposizione giusta che tagli da una parte i toni chiari e dall'altra i toni scuri. Questo in considerazione che la sagoma di ieri sera è venuta bene, ma si tratta appunto di un contrasto elevato. Eppure questo tipo di sviluppo veniva usato dai fotografi che usavano le lastre al collodio. Può darsi che la ricetta che ho utilizzato (tratta dal libro di Italo Zannier: "Storia e tecnica della fotografia") non sia quella giusta. In un altro libro c'è un'altra ricetta con molti più componenti.
Potrei provare ad utilizzare uno sviluppo per carte, per provare poi, quest'estate, con l'acido gallico, se riesco a trovarlo.

Dopo questa nuova piccola delusione mad.gif , un po' per rifarmi, un po' per non far andare "sprecato" lo splendido sole di questa mattina, ho provato di nuovo con l'annerimento diretto:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'immagine è buona (esposizione di due ore) e credo ormai di aver acquistato la manualità giusta ed aver scoperto quei piccoli trucchi che non stanno scritti da nessuna parte ma che si imparano con l'esperienza. Ora passo ogni soluzione due volte, aspettando che la precedente asciughi ed aiutandomi verso la fine col phon. Passo le pennellate in maniera regolare e incrociandole ad ogni passata. Poi osservo la regolarità della stesa, osservando il cartoncino "di sbieco". Le uniche imperfezioni sono dovute all'obiettivo che manifesta una forte aberrazione sferica. Il cerchio di definizione di questa mia rudimentale "lente" è decisamente inferiore al formato della mia macchina. E la cosa si nota sull'immagine, mentre appare meno sul vetro smerigliato.
Anche in questo campo ci sarebbe da sperimentare. Le due lenti da occhiale le ho sistemate a contatto ed in maniera simmetrica (speculare), con le convessità verso l'esterno. Probabilmente potrei avere qualche miglioramento posizionandole in maniera che le convessità delle due lenti siano rivolte dalla stessa parte e verso l'interno della macchina. Potrei anche diaframmare di più, perdendo in luminosità. Per l'aberrazione cromatica, la correzione è fuori dalla mia portata perchè dovrei avere delle lenti convergenti e divergenti in flint e crown di adatta curvatura e potere diottrico ed il gioco non varrebbe la candela. Credo che comincerò a pensare di utilizzare il vecchio obiettivo di mio padre. D'altra parte, né Niepce, né Daguerre e tantomeno Talbot costruivano da soli i loro obiettivi. Si servivano dall'ottico Chevalier di Parigi e fu infatti grazie a questo comune fornitore che Daguerre e Niepce si conobbero. Agli inizi del 900 molte macchine utilizzavano come obiettivo acromatico, un obiettivo da binocolo. Dovrei trovare qualche vecchio binocolo da smontare. Questo mi porterebbe a migliorare la qualità ottica dell'immagine.
Debbo ancora provare un altro paio di qualità di carta che mi sono procurato.
Intanto ho provato a stabilizzare questo ultimo 23° calotipo con lo ioduro di potassio alla concentrazione 0,5 molare, così come si faceva prima dell'iposolfito. Vedremo come resisterà alla luce.
Per oggi ho lavorato abbastanza e, mentre aspettavo che si compisse la posa, ho potato tutta la siepe del giardino smile.gif
Buona domenica
Enrico

Inviato da: apeiron il Mar 4 2007, 05:32 PM

caro Enrico,
secondo me Niépce, Daguerre, Talbot, Herschel..., Bayard...., applaudono felici.
rolleyes.gif tongue.gif
Continuo a seguirti.
Apeiron

Inviato da: enrico il Mar 4 2007, 08:15 PM

QUOTE(apeiron @ Mar 4 2007, 05:32 PM) *

caro Enrico,
secondo me Niépce, Daguerre, Talbot, Herschel..., Bayard...., applaudono felici.
rolleyes.gif tongue.gif
Continuo a seguirti.
Apeiron

Grazie Apeiron,
è bello quello che dici. Infatti dedico questo mio lavoro a loro ed a mio Padre che mi ha trasmesso la passione per la Fotografia. Ogni volta che posso, mi piace ricordare mio padre Riccardo al quale ero molto legato. Ogni volta che maneggio obiettivi e pellicole, mi sembra di essergli ancora vicino.
Enrico

Inviato da: apeiron il Mar 4 2007, 09:34 PM

caro Enrico,
accanto alla indiscutibile competenza, e forse più di questa, è proprio la tua passione che coinvolge, stimola, incuriosisce...E fa ritornare me assieme a tanti del forum, continuamente sul tuo thread.
Riccardo, tuo padre, ha fatto decisamente un gran lavoro. guru.gif
Non sento di aver sottolineato abbastanza però, la tua disponibilità e gentilezza,che fanno un gran piacere quando ti si legge.
Apeiron smile.gif

Inviato da: perrins87 il Mar 4 2007, 11:21 PM

Ora che ormai per quanto riguarda carta e soluzioni la tua tecnica è elevatissima, si possono "apprezzare" bene le aberrazioni dell'ottica e della macchina.
Questo è migliorare, lo saprai meglio di me visto che, ogni giorno, insegni questo "incedere dell'uomo" nelle materia che insegni.

Mi permetto una piccola divagazione: questa domenica ho partecipato ad un incontro svolto nel mio oratorio, con tema l'educazione. Il relatore (Mons. Vincenzo de Mauro) ad un certo momento, parlando dell'educazione dei genitori verso i figli, ha detto che la gioia per un genitore, ovunque egli sia, è sapere che i proprio figli sono fieri di lui.

Enrico, stai facendo la gioia del tuo papà!
smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 5 2007, 05:36 AM

Apeiron, Pietro,
siete riusciti a farmi commuovere. Non ci vuole molto quando si parla di mio padre. E voi avete detto delle cose molto belle. Il senso della vita è anche questo: avere dei cari amici e fare delle cose in cui si crede.
Buon inizio settimana.
Enrico

Inviato da: kurtz il Mar 5 2007, 07:59 AM

Continuo a seguire l'evoluzione di questo tua appassionata ed appassionante ricerca, per la quale ti rinnovo i miei complimenti e ringraziamenti.

Fabio

Inviato da: ERBA ALBERTO il Mar 5 2007, 10:47 AM


Il modo in cui hai parlato di tuo padre e della passione che ti ha trasmesso mi ha scaldato il cuore . Oltre ad affascinarmi la tua ricerca con quel sapore di romanzo alla Giulio Verne ora provvedi anche a darmi gioie e sentimenti positivi .
Non so come ringraziarti

con simpatia e stima , Alberto

Inviato da: enrico il Mar 5 2007, 12:40 PM

Grazie Fabio ed Alberto
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 6 2007, 09:14 AM

Ho continuato a pensare allo sviluppo col solfato di ferro ed ai problemi incontrati. Ho allora fatto un'altra prova:
ho sensibilizzato una striscia di cartoncino per acquerelli e l'ho esposta, a settori, all'ombra.
In pratica, l'ho coperta con un cartoncino opaco che ho fatto scorrere ad intervalli di 10 secondi, scoprendo ogni volta un piccolo settore di carta, e questo per un minuto. Ciascun settore ha quindi ricevuto esposizioni per:
0 secondi (la parte finale l'ho lasciata sempre coperta)
10 secondi - 20 secondi - 30 secondi - 40 secondi - 50 secondi - 60 secondi.

Ho poi sviluppato la striscia diluendo la soluzione madre di solfato di ferro ed acido acetico 1 a 5.
Il risultato è quello che potete vedere:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Non si nota una corrispondente progressione degli annerimenti, ma una lunga banda uniforme, seguita da un grigio più chiaro, corrispondente all'esposizione zero ed all'esposizione di 10 secondi.
A quanto pare, questo sviluppo si comporta come uno sviluppo ad alto contrasto e la zona grigia è assimilabile ad un "velo" di sviluppo che ha agito parzialmente anche sulle parti che non hanno preso luce o ne hanno preso poca.
Eppure, come ho già detto in precedenza, questo sviluppo è stato usato in passato. Può darsi che vi venivano aggiunti altri componenti che ne rendevano l'azione meno drastica.

So che su Progresso Fotografico 07/1991, si parla in dettaglio del collodio con relative formulazioni.
Qualcuno ha questo numero e può farmene una copia?

In ogni caso, credo che per ora proverò con uno sviluppo per carte, anche in considerazione del fatto che gli agenti rivelatori contenutivi sono di tipo organico, quindi più vicini all'acido gallico di Talbot, mentre il solfato di ferro è un agente inorganico.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 8 2007, 11:04 AM

Cari amici,
non mi sono stancato... è solo che sono sopravvenuti nuovi impegni ed il tempo libero si è accorciato notevolmente. Ma continuo a "vivere nel 1800" smile.gif e sto pensando a nuove prove. Voglio passare alla carta all'albumina e quindi alla gelatina. Un amico farmacista mi ha fornito del citrato di sodio (mi serve come tampone) e della formalina (che userò per indurire e rendere imputrescibile la gelatina). Il mio banco da falegname si sta trasformando in un banco da chimica e si sta riempiendo di boccette e di composti chimici. Ho trovato la gomma arabica e quanto prima proverò a fare un eliotipo.
Intanto debbo ringraziare l'amico Pietro (perrins87) che mi ha messo a disposizione con grande gentilezza il suo spazio web dove ho appoggiato i due file (calotipo 15 e 22 ad alta risoluzione) perché siano a disposizione di tutti voi:


http://www.perrins87.it/enrico/calotipo15.pdf

http://www.perrins87.it/enrico/calotipo22.pdf

Un saluto
Enrico

Inviato da: .oesse. il Mar 8 2007, 11:24 AM

certo che ste "foto" hanno un fascino incredibile. Ed io che credevo di essere a buon punto sviluppando e stampando in casa. Tu ti sei spinto molto oltre: ti sei fatto il corpo, l'obiettivo, TU sei l'ooturatore, ti sei fatto la pellicola... insomma.... hai davvero fatto tutto tu!
fan...lo Photoshop insomma e tutti i sensori del mondo!
wink.gif

.oesse.

Inviato da: _Nico_ il Mar 8 2007, 12:41 PM

QUOTE(enrico @ Feb 18 2007, 10:51 PM) *

Grazie Oesse. Dopo questo, altri due anni e mi ritrovo sulle spalle 40 anni di servizio. Tornerò padrone del mio tempo, anche se la scuola mi ha dato molte soddisfazioni e credo avrò nostalgia dei ragazzi. Vuol dire che tornerò per parlare di fotografia biggrin.gif

Caro Enrico, anch'io ti sto seguendo con ammirazione, affascinato. Veramente affascinato dalla meticolosità degli esperimenti, e dalla poesia dei risultati. Che dire? Kalos, kalos, kalos! smile.gif

Seguo con particolare interesse le tue sperimentazioni perché mi permettono di capire qualcosina in alcuni testi che ho sotto mano, che leggo, ma che per me sono arabo. Dalle tue prove direi che uno dei problemi è la carta, che affronta con pazienza Le Gray, il primo poeticissimo inventore dell'HDR e sostenitore della carta -invece del vetro... smile.gif
HDR? Sì, High Dynamic Range. Non è invenzione di Photoshop... smile.gif
Le Gray fotografa delle marine facendo due esposizioni, una per il cielo, e una per il mare, e poi le combina, così supera il problema. Ecco una delle foto:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Non so se il suo testo del 1850 possa giovarti. Lo trovi in http://www.naturacquario.net/foto/fotopitt/le-gray.htm del mio sito. I neretti li ho aggiunti io, ma non ho ancora finito. Adesso le questioni che pone sulla scelta della carta mi sono più chiare, grazie ai tuoi esperimenti. Ti suggerirei di fare qualche esperimento con la carta Hammer, che forse è troppo liscia (e potrebbe levare un po' di fascino), ma è d'assoluta qualità.

Carta a parte, torno a seguirti in "religioso" silenzio, e ti ringrazio ancora!

Inviato da: enrico il Mar 8 2007, 01:18 PM

Grazie Oesse, grazie Nico.
mi fa piacere sapere che mi seguite. Siete uno stimolo a continuare.
Nico, grazie del consiglio e del file che scarico subito.
Enrico

Inviato da: PAS il Mar 8 2007, 01:26 PM

Enrico ti sto seguendo in silenzio ma affascinato.
Un percorso entusiasmante che spero possa trovare giusta collocazione in una pubblicazione monografica.
smile.gif

Inviato da: marcelus il Mar 8 2007, 03:47 PM

QUOTE(PAS @ Mar 8 2007, 01:26 PM) *

..........Un percorso entusiasmante che spero possa trovare giusta collocazione in una pubblicazione monografica.
smile.gif



me lo auguro anche io.
vorrei vedere questo lavoro di enrico trovare il giusto riconoscimento, magari anche in questo spazio, per ricordare a tutti che la fotografia è prima di tutto passione

Inviato da: perrins87 il Mar 8 2007, 05:43 PM

QUOTE(enrico @ Mar 8 2007, 11:04 AM) *

Voglio passare alla carta all'albumina e quindi alla gelatina. Un amico farmacista mi ha fornito del citrato di sodio (mi serve come tampone) e della formalina (che userò per indurire e rendere imputrescibile la gelatina). Il mio banco da falegname si sta trasformando in un banco da chimica e si sta riempiendo di boccette e di composti chimici. Ho trovato la gomma arabica e quanto prima proverò a fare un eliotipo.


La mia sfera di cristallo vede un percorso tortuoso sfociare in una bellissima sorpresa! smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 11 2007, 09:02 AM

Ciao PAS, Marcelus, Perrins, ciao a tutti.
Ho tutto pronto per sperimentare un "eliotipo", facendo un salto più indietro nel tempo e passando a seguire le orme di Niepce, ma l'ingrediente essenziale, il sole, ancora manca. Anche questa mattina di domenica, il cielo è coperto. Ho già preparato un cartoncino nero sul quale distendere un impasto fatto di colore a tempera bianco, gomma arabica e bicromato di potassio. Niepce utilizzò bitume di Giudea, ma non saprei dove trovarlo. In ogni caso il principio è lo stesso: bitume di giudea e bicromato (il bicromato mescolato ad un colloide, nel mio caso la gomma arabica) hanno la proprietà di divenire insolubili se colpiti dalla luce. Niepce espose la sua lastra di peltro rivestita di bitume per otto ore e riuscì ad ottenerne una immagine positiva. Infatti, lavando la lastra con olio di lavanda, le zone in ombra, non indurite quindi, vennero asportate scoprendo il peltro scuro, mentre rimase aderente alla lastra il bitume bianco nelle zone in luce.
(Non voglio fare il professore. Lo so che molti di coloro che mi leggono queste cose le conoscono già, lo faccio solo per dovere di completezza e per coloro che non avessero ancora avuto modo di leggere qualche testo di Storia della Fotografia).
Io, molto più modestamente, intendo sostituire il peltro col cartoncino nero ed il bitume di Giudea con l'impasto bianco di tempera. Al posto dell'olio di lavanda, mi sarà sufficiente della economicissima "acqua calda". L'unico problema è il tempo di posa. Non so se bitume di Giudea e bicromato hanno la stessa sensibilità alla luce. Come al solito, dovrò fare delle prove. Tanto per cominciare ed in onore a Nicéphore, esporrò per otto ore, poi mi regolerò.
Ancora oggi diversi appassionati eseguono stampe artistiche alla gomma bicromatata, ma utilizzando negativi moderni, ripresi da macchine moderne. E così va bene per fini artistici.
La mia intenzione è diversa:
ottenere, come Niepce, direttamente un positivo senza passaggi intermedi e senza usare la tecnologia moderna ma ricorrendo alla mia solita scatoletta di legno.
Riporto quella che è considerata la prima fotografia della storia (la prima immagine permanente), scattata da Nicéphore Niepce a Le Gras, dalla finestra del suo studio,nel 1827.
Buona domenica
Enrico



 

Inviato da: marcelus il Mar 11 2007, 09:30 AM

QUOTE(enrico @ Mar 11 2007, 09:02 AM) *

............................
(Non voglio fare il professore. Lo so che molti di coloro che mi leggono queste cose le conoscono già, lo faccio solo per dovere di completezza e per coloro che non avessero ancora avuto modo di leggere qualche testo di Storia della Fotografia)
............................


continua pure su questa strada Enrico, è un piacere leggere questo tuo "trattato".
senza le nozioni che ci dainon avrebbe lo stesso fascino.

avanti tutta Professore biggrin.gif

Inviato da: perrins87 il Mar 11 2007, 12:24 PM

Le tue spiegazioni non sono mai di troppo! smile.gif
Per il poco (ma proprio pochissimo, infatti gli unici nomi da te citati fonora che conoscevo erano niepce e Daguerre) che so di storia della fotografia ricordo che la cosa più curiosa di quella prima fotografia è il fatto che, avendo esposto per otto ore, le ombre diventano "incoerenti". infatti le due costruzioni sui due lati hanno entrambe la facciata illuminata, a causa della rotazione del sole (ops, forse della terra? biggrin.gif).

smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 11 2007, 12:33 PM

QUOTE(perrins87 @ Mar 11 2007, 12:24 PM) *

Le tue spiegazioni non sono mai di troppo! smile.gif
Per il poco (ma proprio pochissimo, infatti gli unici nomi da te citati fonora che conoscevo erano niepce e Daguerre) che so di storia della fotografia ricordo che la cosa più curiosa di quella prima fotografia è il fatto che, avendo esposto per otto ore, le ombre diventano "incoerenti". infatti le due costruzioni sui due lati hanno entrambe la facciata illuminata, a causa della rotazione del sole (ops, forse della terra? biggrin.gif).

smile.gif


Ciao Pietro,
la questione delle ombre l'ho rilevata anch'io con i miei calotipi. Tieni conto che espongo intorno alle due ore ed in due ore il sole (e le ombre) ruotano di circa 30°. Nelle mie immagini le ombre, quando ci sono, non sono mai nette.
Ho acquistato lo sviluppo per carte e quanto prima proverò a far qualcosa. Però in settimana vado ad ordinare l'acido gallico, per seguire fedelmente il procedimento di Talbot. Se tutto va bene, ottenute pose di alcuni secondi o qualche minuto, mi sposterò con la macchina in campagna a fare qualche paesaggio. Sarebbe bellissima una foto del Velino con la cima ancora innevata rolleyes.gif
Buona domenica
Enrico

Inviato da: marcelus il Mar 11 2007, 04:06 PM

QUOTE(enrico @ Mar 11 2007, 12:33 PM) *

........... Sarebbe bellissima una foto del Velino con la cima ancora innevata rolleyes.gif
Buona domenica
Enrico



con i tempi di esposizione attuali mi sa che la neve si scioglie laugh.gif

Inviato da: perrins87 il Mar 11 2007, 07:00 PM

QUOTE(enrico @ Mar 11 2007, 12:33 PM) *

Se tutto va bene, ottenute pose di alcuni secondi o qualche minuto, mi sposterò con la macchina in campagna a fare qualche paesaggio. Sarebbe bellissima una foto del Velino con la cima ancora innevata rolleyes.gif


Insomma... è quasi una compatta la tua! cool.gif

Inviato da: enrico il Mar 11 2007, 09:00 PM

QUOTE(perrins87 @ Mar 11 2007, 07:00 PM) *

Insomma... è quasi una compatta la tua! cool.gif


Più una reflex direi, visto che sto pensando di affiancarle un nuovo obiettivo. Guarda che è ad ottica intercambiabile! biggrin.gif

Inviato da: enrico il Mar 13 2007, 05:59 PM

Ieri sera, seguendo le previsioni del tempo che davano sole per tutta la giornata di oggi, ho messo mano al cartoncino per l'eliotipo. Ma la stesa dell'emulsione è stata un disastro. Dopo un po' si è sfaldata tutta, raccogliendosi in grumi. Credo che la colpa sia della gomma arabica che doveva essere molto vecchia (la confezione aveva ancora il prezzo in lire). Non sono alla prima esperienza con la gomma bicromatata: l'ho usata da ragazzo e ne feci anche un ritratto a mio padre:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho comprato allora dell'altra gomma arabica da un negozio di belle arti e dell'amido per apprettare la carta in un supermercato (ne ho dovuti girare alcuni perchè ora si usano altri prodotti per apprettare i tessuti ed il vecchio amido sta passando di moda. Bombolette sulle quali c'è scritto di tutto tranne la composizione del contenuto):

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Da sinistra l'amido, la gomma arabica, il bicromato di potassio, un piccolo spruzzatore per apprettare il cartoncino nero, che è sullo sfondo appoggiato alla camera oscura. Nella boccetta scura col contagocce metterò la soluzione di bicromato di potassio. Non mi resta che seguire le previsioni meteorologiche ed aspettare una giornata di sole visto che mi occorrono circa otto ore di esposizione. Teoricamente tutto dovrebbe funzionare (esposizione giusta a parte, da trovare per tentativi)... hmmm.gif
A presto
Enrico

Inviato da: marcelus il Mar 13 2007, 06:53 PM

se l'esperienza dovesse andaremale...ma ne dubito...puoi sempre fare il bucato con l'amido biggrin.gif

Inviato da: apeiron il Mar 13 2007, 07:28 PM

Caro Enrico,
questa della gomma bicromatata mi interessa particolarmente. Sii, ti prego, molto didattico, perché vorrei cimentarmi seguendo le tue istruzioni.
Ti aspetto,
apeiron smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 13 2007, 09:15 PM

QUOTE(apeiron @ Mar 13 2007, 07:28 PM) *

Caro Enrico,
questa della gomma bicromatata mi interessa particolarmente. Sii, ti prego, molto didattico, perché vorrei cimentarmi seguendo le tue istruzioni.
Ti aspetto,
apeiron smile.gif


Ciao Apeiron,
ti riporto la "ricetta" di un mio vecchio libro: "Tecniche creative in camera oscura" della Kodak, edizione 1977:

Le fasi seguenti possono essere eseguite alla luce:

1 - mescolare 30 grammi di gomma arabica con 60 grammi d'acqua
Aggiungo io che si tratta di gomma arabica secca, in vendita in farmacia (serve per alcune preparazioni galeniche e si usa anche per dolci). Quella che ho acquistato nel negozio per belle arti è già sciolta in acqua. Se si intende fare molte stampe alla gomma bicromatata, è più conveniente prendere la gomma arabica in scaglie.

2 - mescolare 15 grammi di bicromato di potassio con 150 grammi di acqua.
Aggiungo che va bene anche il bicromato d'ammonio che è più sensibile alla luce. Inoltre, visto che devo essere "molto didattico", ricordo che un grammo d'acqua corrisponde ad un millilitro (ml), ovvero ad un centimetro cubo (cc). Maneggiate con cura il bicromato perchè è tossico e cancerogeno, usate i guanti.

3 - immergere la carta in acqua calda (circa 65°C) per circa 15 minuti e quindi lasciarla asciugare.

4 - apprettare la carta spruzzandola leggermente con amido per uso domestico.

5 - mescolare in parti uguali le soluzioni concentrate di gomma arabica e di bicromato (partendo da circa otto grammi di ogni soluzione) e si otterrà l'emulsione.

6 - colorare l'emulsione mescolando una parte di pigmento colorante con tre parti di emulsione.
Aggiungo io che per il pigmento colorante possono andare bene i colori a tempera a base di pigmenti.

7 - con un pennello piatto, largo circa 7 cm, stendere l'emulsione sulla carta con pennellate incrociate in modo da avere uno strato il più possibile uniforme.

Le fasi che seguono devono avvenire in luce di sicurezza: (infatti, l'emulsione diviene sensibile alla luce una volta asciutta)

8 - appendere la stampa ad asciugare

9 - stampare a contatto il vostro negativo sulla carta, emulsione contro emulsione, usando un telaietto da stampa.
Aggiungo che, come si è capito, il negativo deve essere delle stesse dimensioni della stampa finale. Per la stampa della foto di mio padre, usai una pellicola lith 18 x 24 cm che mi era servita anche per retinarla. Per la retinatura avevo escogitato un metodo che ho pubblicato su un numero di Tutti Fotografi del 1984 e che posso inviare a chi intendesse richiedermelo. Oggi con photoshop è tutto più semplice, ma non si ottengono però gli stessi risultati. Il telaietto da stampa non è necessario perchè è sufficiente una lastra di vetro di un certo spessore e priva di difetti, molata ai bordi, così come facevo io.

10 - esporre la carta ad una qualsiasi sorgente luminosa. Con luce solare diretta provare con una esposizione di 3 minuti; con una lampada photoflood da 500 watt provare con una esposizione di 5 minuti. L'intensità della stampa finale dipenderà dalla densità dell'emulsione e dall'intensità dell'esposizione.
Aggiungo che è preferibile una lampada a raggi ultravioletti (io l'ho ancora). Comincia ad emettere nell'ultravioletto quando si è ben riscaldata, dopo circa 10'. Oggi si usano anche dei tubi al neon che emettono anche nell'ultravioletto. Questo perché i risultati sono riproducibili, mentre l'intensità della luce solare è variabile con l'ora, la stagione, lo stato del cielo. Se si usa luce ultravioletta, prendere le ovvie precauzioni

Nelle fasi seguenti, si può operare alla luce:

11 - sviluppare la stampa esposta disponendola, con l'emulsione rivolta verso il basso, in una bacinella di acqua alla temperatura di 21° - 26°C. Lo sviluppo può richiedere un tempo che va da 15 minuti a parecchie ore, in relazione all'entità dell'esposizione e alla densità voluta della stampa. Quando vedete che la stampa ha un aspetto che giudicate soddisfacente, interrompete lo sviluppo.

12 - appendere la stampa ad asciugare.

Aggiungo che non c'è bisogno di fissaggio e che lo smaltimento dell'acqua di lavaggio è soggetta a norma di legge perché il bicromato è inquinante. E' ammesso l'allontanamento attraverso gli scarichi casalinghi, solo se diluita con grossi quantitativi di acqua.

Naturalmente, l'immagine dalla quale si ricava il negativo per la stampa, è ottenuta con i normali e moderni processi fotografici e con moderne macchine fotografiche.

La mia intenzione è diversa, come detto, e tende a riprodurre le procedure di Niepce: antica camera oscura ed immagine direttamente positiva senza alcun altro passaggio, se non quelli chimici esposti.
Naturalmente, chi vuol produre stampe alla gomma bicromatata, userà carta bianca di buona qualità.

Mi pare opportuno a questo punto un breve cenno storico:
Il processo di stampa alla gomma, al carbone ed altri similari, utilizzati dai fotografi pittorialisti, ebbero origine dalle ricerche di Poitevin, ingegnere chimico, che si era interessato di fotografia già dal 1840, realizzando molti procedimenti, alcuni dei quali portati a compimento da altri. Si tratta di procedimenti non argentici, che sfruttano la sensibilità alla luce di alcuni composti del cromo.

Un saluto
Enrico

Inviato da: apeiron il Mar 13 2007, 10:10 PM

grazie, Enrico. Chiaro ed esauriente.
Hai MP.
Apeiron smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 14 2007, 07:53 AM

Cari amici,
mentre aspetto la giornata adatta (per il sole e per gli impegni) per l'eliografia, sto preparandomi ad eseguire una foto utilizzando l'albumina e sto facendo delle ricerche. Vi riporto la ricetta del nipote di Nicephore Niepce, a quanto pare il primo ad aver usato questo supporto per il vetro. Infatti, i calotipi avevano il difetto di rendere evidente la struttura della carta e mancavano della nitidezza dei dagherrotipi:

LASTRE DI VETRO ALL’ALBUMINA
Abel Niépce de Saint-Victor: Procedimento negativo all’albumina, in Comptes rendus de l’Académie des Sciences, Paris 1848, t. XXVI, p. 637. Riportato da A. Davanne in La Photographie, Gautier-Villars, Paris 1886 p. 210. Trad. I. Zannier


“Si prendono due o tre chiare d’uovo e vi si aggiunge, a seconda del volume di albumina, da 12 a 15 gocce di una soluzione di ioduro di potassio saturo; si frulla a neve in un vaso fondo e, dopo qualche ora di riposo, si ripone in una bottiglia il liquido che cola. Si può conservare questa albumina per 48 ore in un luogo fresco. L’applicazione sulla lastra è una operazione delicata: si mette in una vaschetta piana uno strato di albumina e, tenendo la lastra verticalmente contro il bordo interno della bacinella, la si fa calare dolcemente con un gancio, in modo da collocarla sulla superficie del liquido che la bagna da un bordo all’altro; si solleva la lastra con le stesse precauzioni, si fa sgocciolare e la si pone perfettamente orizzontale per farla seccare. Gli strati d’albumina troppo spessi si scagliano facilmente. Dopo essiccazione, si sensibilizza in un bagno di aceto-nitrato d’argento e si lava in acqua distillata. La lastra sensibile è impiegata sia umida, sia secca. La posa è lunga, l’immagine è sviluppata in acido gallico e, dopo il lavaggio, si fissa in una soluzione di bromuro di potassio. Questo procedimento è stato molto sperimentato dopo queste indicazioni sommarie e ha prodotto diversi metodi pratici, nei quali si ritrova l’applicazione di tutti i principi enunciati.”

Sto iniziando a tradurre il file che mi ha cortesemente fornito Nico: "Gustave Le Gray - Trattato pratico di fotografia su carta e su vetro"
che vi farò avere, almeno nei punti più importanti relativi ai suoi procedimenti chimici. Già l'ho letto tutto (è in francese) ed è estremamente interessante per molti motivi, anche storici, che avrò modo di raccontarvi.

Inviato da: perrins87 il Mar 14 2007, 02:32 PM

QUOTE(enrico @ Mar 13 2007, 05:59 PM) *

Teoricamente tutto dovrebbe funzionare (esposizione giusta a parte, da trovare per tentativi)... hmmm.gif


Mai troppa fiducia nella teoria! smile.gif
Ma sono sicuro che andrà alla grande, ma per la tua abilità, non per la cristallina teoria!

PS: incredibilmente bello il ritratto di papà!

Inviato da: enrico il Mar 14 2007, 03:13 PM

Questa mattina ho comprato un SB800 e per questo offro da bere a tutti smile.gif . Ma ora mi viene un dubbio: non avrei dovuto comprare qualche chilo di polvere di magnesio? hmmm.gif
Enrico

Inviato da: nisex_II il Mar 14 2007, 06:25 PM

sono rimasto a bocca aperta! cose da film... questo thread è come una finta di Maradona: ti scioglie o' sang rint e' vene.
ho letto tutto con avidità e passione; la padronanza della tecnica, della teoria e del mezzo mi lasciano allibito.
ma chi sei aho? leonardo da vinci?
nic

Inviato da: perrins87 il Mar 14 2007, 07:06 PM

QUOTE(enrico @ Mar 14 2007, 03:13 PM) *

Questa mattina ho comprato un SB800 e per questo offro da bere a tutti smile.gif . Ma ora mi viene un dubbio: non avrei dovuto comprare qualche chilo di polvere di magnesio? hmmm.gif
Enrico


smile.gif l'SB800 lo sto puntando... per un futuro lontano!
fammi sapere come lavora, che al massimo opto per la polvere di magnesio!

Inviato da: enrico il Mar 14 2007, 07:46 PM

QUOTE(nisex_II @ Mar 14 2007, 06:25 PM) *

ma chi sei aho? leonardo da vinci?
nic

Chissà, forse un lontano nipote... biggrin.gif
Ciao Nic
Ciao Perrins, quando ero molto piccolo, mio padre mi fece delle fotografie col lampo di magnesio ed amava spesso ricordare che dicevo: "papà mi ha fatto la fotografia col temporale" perché giustamente per me lampo e temporale erano la stessa cosa. Aveva diverse boccette con la polvere di magnesio che consumai tutto quando iniziai a dilettarmi di giochi di prestigio e lo usavo per abbellire gli effetti con qualche piccolo lampo qua e là.
Enrico

Inviato da: _Nico_ il Mar 14 2007, 09:15 PM

QUOTE(enrico @ Mar 14 2007, 03:13 PM) *
...Ma ora mi viene un dubbio: non avrei dovuto comprare qualche chilo di polvere di magnesio? hmmm.gif

laugh.gif

Sono impaziente di vedere le prove con l'albumina... grazie.gif

Inviato da: lucaste il Mar 15 2007, 06:44 PM

Ho scoperto questo 3d solo oggi e mi sono così appassionato agli esperimenti di Enrico che mi sono dimenticato di andare a prendere la figlia a scuola rolleyes.gif ...giuro, mi hanno telefonato dalla segreteria incxxxx.
Affascinante come un giallo... grazie.gif

Inviato da: enrico il Mar 15 2007, 10:13 PM

QUOTE(lucaste @ Mar 15 2007, 06:44 PM) *

Ho scoperto questo 3d solo oggi e mi sono così appassionato agli esperimenti di Enrico che mi sono dimenticato di andare a prendere la figlia a scuola rolleyes.gif ...giuro, mi hanno telefonato dalla segreteria incxxxx.
Affascinante come un giallo... grazie.gif


Ciao Lucaste. Chiedi scusa a tua figlia anche da parte mia, a questo punto mi sento un po' colpevole. Sono contento che ci sei, ci stringiamo un po' perché possa salire in carrozza anche tu smile.gif

Oggi ho avuto una giornata intensa, ma ho trovato il tempo di ordinare l'acido gallico!
Usare subito lo sviluppo per carte che ho acquistato qualche giorno fa, mi sembrava un po' barare. Poi, quando ho visto che oltre a Talbot, anche Le Gray usava questo rivelatore (il primo rivelatore della storia della fotografia), non ho esitato. Dovrebbe arrivarmi alla fine della prossima settimana.
Leggendo il trattato di Le Gray (grazie Nico!), ho visto che utilizzava, per sensibilizzare la carta salata, l'acido-nitrato d'argento, vale a dire nitrato d'argento più acido acetico. Poichè l'acido acetico, come sa chi ha familiarità con la camera oscura, si usa nei bagni d'arresto, ho temuto di andare incontro ad un fallimento se poi avessi usato il rivelatore per carte che è a base di idrochinone e che lavora a pH basico. Avrei potuto togliere dalla formula l'acido acetico, ma ho preferito seguire fedelmente i procedimenti dei pionieri.
Questa sperimentazione sta diventando sempre più complessa e gli obiettivi che mi ero prefisso agli inizi si vanno moltiplicando. Un giorno di questi farò un salto dal vetraio per farmi tagliare delle lastre per il mio chassis. Non è detto che mi cimenti in seguito con il collodio.

Riporto qualche brano del testo di Gustave Le Gray (1820 - 1884) che ho appena tradotto nelle parti riguardanti le formulazioni.
La stragrande maggioranza del testo è dedicato alla preparazione del materiale sensibile e lo spazio residuo alla ripresa: i vecchi fotografi erano soprattutto dei chimici huh.gif .

Gustave Le Gray: TRATTATO PRATICO DI FOTOGRAFIA SU CARTA E SU VETRO

…….........................
Prima preparazione della carta negativa:
Bisogna fondere a bagnomaria in un litro di acqua filtrata, o meglio ancora distillata, 20 grammi di colla di pesce del commercio. Prendete 365 grammi di questa soluzione ancora calda ed aggiungetevi 13 grammi di ioduro di potassio, 4 grammi di bromuro di potassio e 2 grammi di cloruro di sodio. Lasciate ben amalgamare la miscela, poi filtrate con una tela di lino fine. Mettete questa soluzione ancora calda in un grande vassoio ed immergetevi completamente la vostra carta, foglio a foglio, l’uno sull’altro, avendo cura di allontanare le bolle d’aria che potrebbero formarsi. Mettete così circa 20 fogli per volta. Riprendete quindi tutta la massa in maniera da cominciare dal primo foglio immersovi, ed appendeteli per farli asciugare fissandoli ad un angolo con una pinza piegata ad S che aggancerete ad un filo teso in aria. Avvicinate quindi all’angolo dove gocciola il liquido una strisciolina di carta assorbente, che vi aderisce e facilita la caduta delle gocce.
……………………………………………..……………
Quando la carta è bene asciutta, tagliatela alla grandezza della vostra camera oscura e conservatela in un porta fogli. Essendo questa carta praticamente insensibile alla luce, questa preparazione può essere fatta di giorno. Essa è buona dopo un anno, così come al momento della preparazione. Il bromuro non ha qui lo stesso ruolo acceleratore che per la lastra d’argento poiché, invece di accelerare, ritarda un po’ l’azione della luce. La sua azione è quella di preservare, con l’acido gallico, i bianchi della carta che si annerirebbero più rapidamente se si usasse il solo ioduro. La proporzione così forte di bromuro che indico, e che potrebbe essere ancora aumentata, permette all’immagine di svilupparsi con l’acido gallico in un tempo molto più lungo senza macchiarsi. Il cloruro di sodio dà più intensità all’immagine. Il liquido che rimane si raccoglie in un flacone tappato e serve per nuove preparazioni, fino ad esaurimento, filtrandolo e facendolo intiepidire di nuovo. Per abbreviare, chiamerei semplicemente questa carta, carta iodurata.
Ottengo anche una carta molto buona sostituendo l’acqua con lo spirito di vino rettificato, nella stessa proporzione in peso e, saturandola con collodio al posto della colla di pesce, i sali vi si sciolgono perfettamente e la carta prende molto corpo. Quest’ultimo procedimento è più rapido di un terzo del tempo è consente una finezza superiore, io credo, a quella ottenuta con l’albumina.

SECONDA OPERAZIONE: MODO DI CONFERIRE LA SENSIBILITÀ ALLA CARTA IODURATA.

Fate all’oscuro ed alla luce di una candela soltanto, la soluzione seguente, in un flacone chiuso con un tappo smerigliato: 140 grammi di acqua distillata, 16 grammi di nitrato d’argento in cristalli. Quando il nitrato d’argento si è sciolto, aggiungete 35 grammi di acido acetico cristallizzabile. Occorre aver cura di conservare questo flacone al riparo dalla luce, avvolgendolo con un fodero di carta nera.
……………………………………………………………………………………………………..

PREPARAZIONE DELLA CARTA POSITIVA

Preparate un flacone d’acqua satura di cloruro di sodio o sale comune. Prendete tre parti in volume di questa soluzione (tre piccoli bicchieri per esempio) ed aggiungetevi 10 parti di acqua filtrata. Mettete 4 o 5 millimetri di spessore di questa soluzione in una vaschetta. Preparate quindi un altro flacone contenente 100 grammi di acqua distillata e 25 grammi di nitrato d’argento in cristalli. Versatene in un’altra vaschetta lo stesso spessore.

…………………………………………………………………………………………………………

PREPARAZIONE DEL VETRO ALL’ALBUMINA

Prendete dei bianchi d’uova molto freschi e pesatene 183 grammi. Scioglietevi 7 grammi di ioduro di potassio, 2 grammi di bromuro di potassio, 1 grammo di cloruro di sodio. Battete questa miscela in un grande vassoio con una forchetta di legno, fino a che non sia ridotta in schiuma bianca ben spessa. Lasciatela riposare per una notte e l’indomani decantate il liquido viscoso che si è depositato e servitevene per preparare i vostri vetri.
……………………………………………………………………………………………………….


Quello che è interessante è che vi si parla già del collodio, usato per la prima volta proprio da Le Gray e varato in seguito da Archer che ne è considerato l'inventore. Ma Le Gray fa uso anche della gelatina, processo reso pratico in seguito da Maddox.
Appena ho un po' di tempo e di tranquillità operativa , mi dedicherò alla produzione di nuove immagini. Sabato mia figlia Simona compie 18 anni e devo occuparmi dei preparativi per i festeggiamenti smile.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: marcelus il Mar 16 2007, 12:36 AM

QUOTE(enrico @ Mar 14 2007, 03:13 PM) *

Questa mattina ho comprato un SB800 e per questo offro da bere a tutti smile.gif ---------


pensi di farlo dialogare in itt con la enricocamera? biggrin.gif




QUOTE(enrico @ Mar 15 2007, 10:13 PM) *

..........
Sabato mia figlia Simona compie 18 anni e devo occuparmi dei preparativi per i festeggiamenti smile.gif
Un saluto
Enrico



non tirare fuori la enricocamera x le foto di rito, rischi si sciolga la torta e la ragazza compia 19 anni prima che l0esposizione sia quella giusta biggrin.gif

Inviato da: Marco1961 il Mar 16 2007, 03:57 PM

QUOTE(toad @ Feb 7 2007, 09:58 AM) *

Enrico, anche io ti seguo silenzioso ed ammirato. E mi viene spontanea una considerazione: sono anche i thread come questo che danno un vero valore culturale aggiunto al nostro Forum.
grazie.gif


Non ho parole, veramente. mi era sfuggito questo Topic e ci sono entrato per caso.
Ho letto le prima 4 pagine, le altre le salvo e le leggerò con calma questo week end.
Solo una cosa: complimenti e grazie perchè è emozionante leggere ciò che sta facendo e la passione che trasuda dalle sue azioni.
Tutto il mio rispetto.

Marco.

Inviato da: enrico il Mar 16 2007, 04:55 PM

QUOTE(Marco1961 @ Mar 16 2007, 03:57 PM) *

Non ho parole, veramente. mi era sfuggito questo Topic e ci sono entrato per caso.
Ho letto le prima 4 pagine, le altre le salvo e le leggerò con calma questo week end.
Solo una cosa: complimenti e grazie perchè è emozionante leggere ciò che sta facendo e la passione che trasuda dalle sue azioni.
Tutto il mio rispetto.

Marco.


Grazie Marco,
benvenuto anche tu.
Oggi ho voluto fare velocemente un nuovo calotipo col vecchio metodo, quello per annerimento diretto. Ho posizionato la camera oscura (è così che i primi fotografi chiamavano la loro macchina fotografica) presso il lunotto posteriore all'interno della mia automobile ferma nel parcheggio condominiale. Mi ha colpito un albero in fiore oltre il muretto di confine. Ho esposto per un'ora e mezza, ma il risultato non è dei migliori. La foto, anche se ho sostituito il diaframma f/5,6 con l'f/8, è sovraesposta e si nota una striscia centrale che ha preso meno le soluzioni. Dato il diaframma più piccolo mi aspettavo una maggiore nitidezza, ma così non è, forse un po' anche a causa del vetro dell'auto che si sovrapponeva fra obiettivo e soggetto. Volevo augurarvi una buona prossima primavera (cosa che faccio ugualmente con le parole) mediante l'immagine di un albero in fiore, ma l'albero nemmeno si vede. Ho usato la carta per acquerello, ma mi sto rendendo conto che non fornisce il dettaglio che si vede, per esempio, nel calotipo n. 6 o n. 15. Credo dipenda dal fatto che le soluzioni vengano assorbite troppo in profondità, oltre che dalla struttura della carta. Comincio a capire la necessità della collatura (apprettatura) e credo che, passando all'albumina ed alla gelatina, i risultati saranno migliori perchè la carta diverrà solo un supporto mentre gli alogenuri si disporranno in questi colloidi. In ogni caso, si impara anche dagli errori ed a volte più da quelli che dalle prove riuscite.
Non vedo intanto l'ora che arrivi l'acido gallico per provare lo svuluppo dell'immagine latente, anche se dovrò passare per diversi tentativi prima di trovare la giusta esposizione. Sto riprovando sulla mia pelle le gioie, ma anche le delusioni, che debbono aver provato i primi pionieri. Per me è una esperienza eccezionale perchè non sto solo studiando la storia della Fotografia, la sto in un certo senso rivivendo.
Un saluto
Enrico

positivo




 

Inviato da: perrins87 il Mar 16 2007, 07:39 PM

QUOTE(enrico @ Mar 16 2007, 04:55 PM) *

Dato il diaframma più piccolo mi aspettavo una maggiore nitidezza, ma così non è, forse un po' anche a causa del vetro dell'auto che si sovrapponeva fra obiettivo e soggetto. Volevo augurarvi una buona prossima primavera (cosa che faccio ugualmente con le parole) mediante l'immagine di un albero in fiore, ma l'albero nemmeno si vede.


Sicuramente il lunotto posteriore dell'auto è quanto di più "aberrante" si posa mettere davanti a una camera oscura!

Buona primavera anche a te

Inviato da: maxiclimb il Mar 17 2007, 09:02 PM

QUOTE(enrico @ Mar 15 2007, 10:13 PM) *

Oggi ho avuto una giornata intensa, ma ho trovato il tempo di ordinare l'acido gallico!


L'hai chiesto al druido Panoramix, suppongo! laugh.gif

Sono sempre qui a leggerti avidamente, e vedo che il gruppo si allarga.
Ne sono felice per te. smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 17 2007, 09:32 PM

QUOTE(maxiclimb @ Mar 17 2007, 09:02 PM) *

L'hai chiesto al druido Panoramix, suppongo! laugh.gif

Sono sempre qui a leggerti avidamente, e vedo che il gruppo si allarga.
Ne sono felice per te. smile.gif


Ciao Maxiclimb,
mi fa piacere sentire che segui la mia avventura o, meglio, la nostra avventura perchè sento che in tanti mi siete vicini in questo viaggio nel tempo. Oggi ho trovato il tempo di fare un salto a Parigi dall'ottico Chevalier, lo stesso cui si sono serviti Niepce e Daguerre blink.gif
Naturalmente parlo in senso metaforico: la mia camera oscura è ad obiettivi intercambiabili biggrin.gif . Così ho deciso di dotarla di un nuovo obiettivo di migliore qualità, senza abbandonare però il vecchio. Voglio solo vedere quanto influisce l'ottica e quanto la chimica (la carta soprattutto) nelle mie immagini. Ho preso allora un vecchio obiettivo di una macchina a soffietto e l'ho aperto per smontare (e togliere) l'otturatore che non manteneva più la posa T. Ho iniziato a disegnare sul compensato due rondelle che mi serviranno per adattare l'obiettivo alla macchina. L'obiettivo è un Voiglander Euryskop V di 14 cm di focale che mi consente di usare la stessa camera oscura (l'obiettivo attuale ha una focale di 17 cm). Per utilizzare quello in ottone di mio padre, di cui in uno dei miei primi post, dovrò costruire una nuova camera oscura, visto che la focale è notevolmente più lunga. Smontando l'Euryskop, ho visto che è composto da una lente positiva anteriore e da una debolmente negativa posteriore. Mi è sembrato quindi avere la stessa struttura dell'"Acromatico" di Chevalier del 1829, a quell'epoca utilizzato nelle camere ottiche ad uso dei pittori e disegnatori. Chevalier utilizzava il principio di combinare un elemento positivo ed uno negativo costituiti da un diverso tipo di vetro con un uguale ma opposto potere di dispersione, cosa che riduceva l'aberrazione cromatica. Per contenere in limiti accettabili la curvatura di campo, la distorsione e l'astigmatismo, veniva usata una forte diaframmazione. Il mio obiettivo ha infatti un'apertura massima di f/7,7. Si tratta di un obiettivo economico che veniva montato su macchine a soffietto economiche. Nel 1840 (la fotografia era già nata e muoveva i primi passi) Petzval progettò un obiettivo composto da due acromatici dissimili, obiettivo fabbricato da Voigtlander e che fu il primo ad essere calcolato matematicamente. Aveva un'apertura di f/3,6 ohmy.gif rivoluzionaria per quei tempi! Ci si cominciò ad avvicinare per via ottica all'istantanea o, per lo meno, a pose sopportabili, e si cominciò a fare qualche ritratto. La chimica fece poi la sua parte mediante emulsioni via via più sensibili.
Quanto prima lo sperimento e vi posto qualche immagine. Abbiate un po' di pazienza che, appena il tempo e gli impegni me lo consentono, proverò anche l'eliotipo e l'albumina. Il viaggio è ancora lungo...
Un saluto
Enrico


 

Inviato da: perrins87 il Mar 18 2007, 12:51 AM

Che spettacolo!!!
Adesso è una vera e propria reflex ad obiettivi intercambiabili wink.gif

Inviato da: enrico il Mar 20 2007, 06:37 PM

Qui ad Avezzano è venuta giù la neve. Mi sono messo accanto al camino ed ho costruito il barilotto del 14 cm blink.gif Ma sì, il nuovo obiettivo.
Vi posto due immagini. Nella prima, sulla sinistra c'è il vecchio obiettivo, il 17 cm; a destra il barilotto del nuovo, realizzato mediante due rondelle in compensato ricoperte da cartoncino nero e nastro adesivo (del tipo per impianti elettrici). Il ringrosso che vedete nella parte posteriore dei due obiettivi serve per fermarli (dall'interno) contro il corpo macchina e per fare barriera alla luce.
Dopo aver dipinto di nero esternamente, internamente e sul bordo le due rondelle con inchiostro di china, vi ho applicato l'obiettivo. Il risultato è alla seconda immagine. Ho provato a dare una occhiata attraverso il vetro smerigliato e, anche se è il crepuscolo, la nitidezza mi sembra notevolmente superiore. Diciamo che il primo è più un obiettivo da ritratti biggrin.gif
Non mi resta che sperimentarlo quanto prima.
A presto
Enrico




 

Inviato da: castellanza@yahoo.it il Mar 22 2007, 12:15 PM

QUOTE(enrico @ Mar 20 2007, 06:37 PM) *

Diciamo che il primo è più un obiettivo da ritratti biggrin.gif


Peccato ti volevo spedire un 85 f1.4 da sezionare per creare il tuo primo obiettivo per ritratti! Vabbè, quando vorrai fare un ottica con VR procureremo il 70/200 biggrin.gif

William

Inviato da: perrins87 il Mar 22 2007, 08:18 PM

... è tornato il sole ...
chissà, scommetto che resteremo IMPRESSIONATI dalle novità! smile.gif

Inviato da: enrico il Mar 23 2007, 07:46 AM

Ciao Williams,
non farti scrupoli, manda pure l'85 mm! biggrin.gif
Pietro, sono in attesa dell'acido gallico e vorrei lasciare l'annerimento diretto per provare con l'albumina. Ho avuto ed avrò per qualche giorno delle giornate particolarmente intense con il lavoro. Ieri sono stato all'Aquila in mattinata ed a Chieti nel pomeriggio: sono tornato a casa alle 21 passate. Per l'eliografia, debbo attivarmi la sera prima per preparare il materiale sensibile e lasciare che asciughi la notte. Anche per l'albumina l'emulsione deve riposare per una nottata. Fra qualche giorno a casa si mangerà frittata.. smile.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 23 2007, 07:05 PM

Cari amici,
è arrivato l'acido gallico .
Mi ha telefonato il negozio di prodotti chimici. Solo che ero fuori e non ho fatto in tempo a ritirarlo. Lo farò lunedì.
A presto
Enrico

Inviato da: marcelus il Mar 23 2007, 07:10 PM

restiamo collegati

Inviato da: alberto erba il Mar 23 2007, 08:53 PM



Aspetto un altro Eureka a breve e naturalmente te lo auguro di vivo cuore.
In attesa di buone notizie , un saluto

Alberto

Inviato da: enrico il Mar 23 2007, 09:28 PM

Ciao Alberto, ciao Marcelus,
non mi aspetto un successo alla prima prova. Mi servirà in ogni caso per "aggiustare il tiro". Mi rendo conto del perchè le ricerche dei pionieri siano spesso durate anni. Uno dei tanti problemi che si presenteranno sarà quello di trovare la giusta esposizione, ma non sarà il solo. Vi ringrazio tutti per la vostra presenza anche perchè mi aiuta a non far smorzare l'entusiasmo.
Grazie
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 26 2007, 01:12 PM

Ho ritirato l'acido gallico. E' una polvere biancastra, della consistenza della farina. il termine scientifico è acido 3,4,5-triidrossibenzoico
e la formula: C6H2(OH)3COOH (i numeri andrebbero scritti al pedice).
Si tratta di una confezione per analisi e quindi estremamente pura (e costosa...). Non so oggi in quali processi venga usata. Ma ai tempi di Talbot era utilizzato per la concia delle pelli. Lo si ricavava da infusi di galle (da cui il nome) e di sommacco.
Ora devo trovare il tempo di usarlo. E' un periodo in cui gli impegni mi si stanno accavallando.
A presto (spero)
Enrico


 

Inviato da: .oesse. il Mar 26 2007, 02:50 PM

QUOTE(enrico @ Mar 20 2007, 07:37 PM) *
... Diciamo che il primo è più un obiettivo da ritratti biggrin.gif
Non mi resta che sperimentarlo quanto prima.
A presto
Enrico


Beh, visto i tempi di posa l'unica cosa da ritrarre.....e' una statua!
Ma sono certo che tra la nuova lente ed il nuovo acido, ne vedremo delle belle.

.oesse.

Inviato da: enrico il Mar 27 2007, 05:36 PM

Ciao Oesse.
Credo che mi metterò al lavoro durante le prossime vacanze di Pasqua. Intanto sto facendo ricerche sui procedimenti di Talbot e sull'acido gallico.
Credo che quanto ho trovato possa interessare i miei "compagni di viaggio" che mi leggono:

Da una lettera scritta da Talbot il 5 febbraio 1841 alla Literary Gazette:

"Non è facile calcolare con esattezza fino a che punto si spinga questo aumento della sensibilità, ma ora si può certamente ottenere in un minuto un'immagine molto migliore di quelle che si ottenevano col procedimento vecchio di un'ora. Mi propongo di distinguere con il nome di Calotipie le fotografie di nuovo tipo che sono oggetto di questa lettera".

Da una lettera del 19 febbraio dello stesso anno:

"Un giorno dello scorso settembre sperimentavo pezzi di carta sensibile, preparata in modi diversi, con la camera oscura, esponendoli alla luce soltanto per un tempo brevissimo, per scoprire quale di loro fosse il più sensibile. Estrassi uno di questi fogli di carta e lo esaminai a luce di candela. Vi si scorgeva poco o niente, e lo lasciai su un tavolo in una stanza buia. Ritornando dopo qualche tempo, presi in mano la carta ed ebbi la grandissima sorpresa di scorgervi una immagine nitida. Ero sicuro che quando l'avevo guardata la prima volta, non c'era niente del genere e quindi, escludendo la magia, l'unica conclusione possibile era che l'immagine si fosse inaspettatamente autosviluppata con azione spontanea. Fortunatamente ricordavo il modo particolare con cui era stato preparato questo foglio di carta e sono stato quindi in grado di ripetere immediatamente l'esperimento. Come prima, appena estratta dalla camera oscura, la carta non presentava quasi nulla di visibile. Ma questa volta, invece di lasciarla da parte, ho continuato ad osservarla a lume di candela e ho avuto la soddisfazione di veder cominciare ad apparire un'immagine e tutti i suoi particolari emergere uno dopo l'altro. Nel campo della scienza conosco poche cose più sorprendenti della graduale comparsa dell'immagine sul foglio nudo, specialmente la prima volta che si assiste all'esperimento".

Sono le parole di Talbot che aveva scoperto l'immagine latente!
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Mar 27 2007, 07:48 PM

A questo punto Talbot decide di brevettare il procedimento calotipico e ne parla all'amico Herschel, il famoso scienziato, che gli scrive:
"Fai benissimo a brevettare la calotipia. Nessuno potrà protestare per l'interpretazione liberale con cui ti proponi di esercitare il diritto di brevetto, e devo dire che non ho mai sentito parlare di un oggetto più promettente per un brevetto redditizio, del che mi congratulo sinceramente con te".

Talbot brevetta la sua invenzione l'8 febbraio del 1841 e descrive il procedimento ai membri della Royal Society. La comunicazione di Talbot venne stampata:
"Si prenda un foglio della migliore carta da scrivere e lo si ricopra con una soluzione debole di nitrato d'argento, la si faccia asciugare e la si immerga in una soluzione di ioduro di potassio. Questa carta iodizzata si può conservare per qualsiasi periodo di tempo senza che si sciupi o subisca alcuna trasformazione, purché sia protetta dalla luce. Questa è la prima parte della preparazione della carta per calotipia, che si può compiere in qualsiasi momento. Conviene invece ritardare la parte rimanente fino a poco prima del momento in cui la carta è richiesta per l'uso. Venuto il momento, prendere un foglio di carta iodizzata e lavarlo con un liquido preparato come segue:
Sciogliere 100 grani di nitrato d'argento cristallizzato in due once di acqua distillata.
A questa soluzione aggiungere un sesto del suo volume di acido acetico forte. Indicare con A questa miscela.
Preparare una soluzione satura di acido gallico cristallizzato in acqua distillata fredda; la quantità che si scioglie è molto piccola. Si indichi questa soluzione con B .
Quando occorre un foglio di carta, mescolare insieme i liquidi A e B in volumi uguali, mescolandoli ogni volta in piccole dosi, perché la miscela non si conserva a lungo senza sciuparsi.
Chiamerò questa miscela undefined .
Prendere quindi un foglio di carta iodizzata e spennellarlo con questo gallo-nitrato d'argento usando un pennello morbido e avendo cura di spennellare la faccia precedentemente contrassegnata. Questa operazione va fatta a lume di candela.
Lasciare riposare la carta per mezzo minuto e poi immergerla nell'acqua. Quindi asciugarla leggermente con carta assorbente e infine farla seccare con cautela davanti a un fuoco, tenendola da esso a distanza considerevole. Una volta asciutta, la carta è pronta all'uso".


E pensare che oggi col digitale basta inserire un cavetto usb nel computer smile.gif

E ancora:
"L'impressione è latente e invisibile e nessuno potrebbe sospettarne l'esistenza senza esserne stato preavvertito da un precedente esperimento. Il metodo per rendere visibili queste impressioni è semplicissimo e consiste nel sottoporre ancora una volta la carta a un bagno in gallo-nitrato d'argento preparato nella maniera precedentemente descritta e quindi nello scaldarla delicatamente davanti al fuoco. In pochi secondi le parti della carta su cui ha agito la luce cominciano ad annerirsi e alla fine diventano completamente nere, mentre le altre parti della carta restano bianche. E' un fenomeno molto bello e interessante assistere alla formazione spontanea dell'immagine, che prima delinea i tratti più marcati e gradualmente riempie tutti i nimerosi e complicati particolari. L'artista deve osservare l'immagine man mano che si sviluppa e, quando a suo giudizio ha raggiunto il massimo grado di intensità e nitidezza, deve arrestare l'ulteriore progresso immergendola nel liquido fissatore".
Talbot all'inizio usava come fissatore il bromuro di potassio poi,, su consiglio di Herschel, l'iposolfito.

Enrico

(dove compare, per mio errore, undefined, leggere gallo-nitrato d'argento)

Inviato da: maxiclimb il Mar 27 2007, 08:49 PM

Scusa Enrico, dove hai scovato questa corrispondenza di Talbot?
La trovo molto interessante. smile.gif

Massimo

Inviato da: .oesse. il Mar 27 2007, 09:10 PM

piu' continui nei tuoi esperimenti piu' sento meno spettatore e piu' attore nella tua ricerca.
Sono ammaliato dalla tua passione. Rimarro' ammaliato dalle tue foto.
Non ti fermare!

.oesse.

Inviato da: enrico il Mar 28 2007, 06:38 AM

Ciao Massimo, ciao Oesse,
in un vecchio libro del 1969 intitolato "L'immagine latente" che riporta interi brani originali. In più recenti e voluminosi trattati di storia della fotografia, si accenna solo alle metodiche. C'è qualcosa di più in "Zannier - Storia e tecnica della fotografia", ma non come in quel libretto. E a me interessano proprio le metodiche in dettaglio. Preziosissimo poi il testo che mi ha indicato Nico che è stato scritto da La Gray ed è molto tecnico, con indicazioni precise di formulazioni e procedimenti.
Un saluto
Enrico

Inviato da: twinsouls il Mar 29 2007, 09:51 AM

Enrico, sono in viaggio senza internet nell'Isola del Sud, ma ho trovato una connessione e la prima cosa che ho aperto è stato il tuo thread. Non sai quanto mi emozioni e commuova ed entusiasmi seguire questi tuoi esperimenti.
Appena tornerò a casa ricomincerò a tenermi aggiornato ogni giorno.
Grazie.
Davide

Inviato da: enrico il Mar 29 2007, 11:13 AM

Ciao Davide, grazie a te.
Comincerò a dedicarmi alla produzione di immagini durante le vacanze di Pasqua perché i procedimenti nuovi sono più impegnativi per quanto riguarda la preparazione dei materiali e non posso dedicarvi solo qualche frammento di tempo. Non sto però con le mani in mano. Nei ritagli di tempo ho costruito il copriobiettivo per il 14 cm (la nuova lente smile.gif ), poi sto costruendo col cartoncino nero qualche custodia per le carte calotipiche. Una custodia mi servirà per conservare le lastre di vetro che mi farò tagliare da un vetraio. Infatti voglio provare l'albumina sia sulla carta che sul vetro, seguendo le indicazioni di Gustave Le Gray. Ho anche costruito una bilancia. Ho già quella a piatti comprata molti anni fa, ma mi occorreva un qualcosa di più pratico e veloce ed anche con una maggiore portata. Ho quindi costruito una molla (quelle del commercio sono troppo "dure") avvolgendo del filo di acciaio armonico da 5 decimi di millimetro intorno ad un tondino ricavato da una vecchia antenna televisiva e piegato a manovella, inserito quindi in un foro praticato in un blocchetto di legno. All'estremità del tondino ho praticato un foro nel quale inserire una estremità del filo di acciaio. Basta accostare l'estremità del tondino al blocchetto e girare la manovella per ottenere delle spire regolari. Man mano che la molla si allunga, tira da sola il tondino all'infuori. Come contenitore ho utilizzato uno di quei recipienti tronco conici di plastica che si trovano in fondo alle uova pasquali. Per tarare la molla è sufficiente appendervi un peso noto (ho usato quello di 50 grammi della bilancia a piatti). Siccome gli allungamenti sono direttamente proporzionali ai pesi, la cosa è molto semplice e ne viene fuori uno strumento molto preciso, con la sensibilità del mezzo grammo, più che sufficiente per i miei scopi.
Riporto qualche foto di questi ultimi lavori.
Mi sento un po' come un viaggiatore del tempo, ma in due maniere simmetriche: vale a dire che, quando mi dedico ai preparativi ed alla sensibilizzazione della carta, ho l'impressione di vivere un po' nell'800. Quando mi dedico invece alla ripresa, è un po' come se fossi un signore dell'800 piombato nel 2007. biggrin.gif
Un saluto ed a presto
Enrico






 

Inviato da: perrins87 il Mar 29 2007, 07:03 PM

QUOTE(enrico @ Mar 29 2007, 12:13 PM) *

Ho anche costruito una bilancia. Ho già quella a piatti comprata molti anni fa, ma mi occorreva un qualcosa di più pratico e veloce ed anche con una maggiore portata.


Non finarai mai di stupirci!!!
Questo è ricercare! smile.gif

Inviato da: enrico il Apr 1 2007, 11:07 AM

Mi sto costruendo uno schedario di antiche formule chimiche relative alla fotografia. E' sorta così l'esigenza di eseguire alcune conversioni da vecchie misure alle misure attuali. Nel brevetto di Talbot relativo al calotipo, riportato qualche messaggio addietro, si legge:
"Sciogliere 100 grani di nitrato d'argento cristallizzato in due once di acqua distillata."
Mi sono documentato ed ho trovato che nel "Sistema Imperiale Britannico" , utilizzato fino al 1995,
un'oncia corrisponde a 28,35 grammi ed un'oncia fluida a 28,4 millilitri.
un grano corrisponde a 64,8 milligrammi.
Quindi la "ricetta" di Talbot va letta:
Sciogliere 6,5 grammi di nitrato d'argento cristallizzato in 57 ml di acqua distillata, pari a circa 11 grammi di nitrato d'argento in 100 ml di acqua, concentrazione simile a quella letta in altre formulazioni e prossima a quella che ho utilizzato attraverso le mie prime prove.
Un saluto
Enrico

Inviato da: marcelus il Apr 1 2007, 12:10 PM

anche le conversioni wacko.gif

e pensare che c'è chi è convinto chebasti un clic x fare fotografia.


Inviato da: perrins87 il Apr 2 2007, 09:43 PM

ti suggerisco un link molto prezioso, che mi è stato utile parecchie volte!

http://www.unitconversion.org/

e in particolare la pagina del grano
http://www.unitconversion.org/weight/grain-conversion.html

(produce anche le tabelle sinottiche con tutte le unità di misura)

Inviato da: enrico il Apr 3 2007, 06:14 AM

QUOTE(perrins87 @ Apr 2 2007, 10:43 PM) *

ti suggerisco un link molto prezioso, che mi è stato utile parecchie volte!

http://www.unitconversion.org/

e in particolare la pagina del grano
http://www.unitconversion.org/weight/grain-conversion.html

(produce anche le tabelle sinottiche con tutte le unità di misura)


Grazie Pietro.

Inviato da: enrico il Apr 4 2007, 11:32 AM

Oggi primo giorno della vacanze pasquali. Mi sto attrezzando per il primo calotipo con sviluppo all'acido gallico. Talbot, in una lettera che scrisse alla Literary Gazette il 5 febbraio 1841 dichiara di essere riuscito a far fotografie con tempi di esposizione anche di otto secondi. Cito un passaggio: "Non è facile calcolare con esattezza fino a che punto si spinga questo aumento della sensibilità, ma ora si può certamente ottenere in un minuto un'immagine molto migliore di quelle che si ottenevano col procedimento vecchio di un'ora".
A questo punto ho una buona base di partenza per il tempo di esposizione e credo che sono prossimo al ritratto smile.gif .
Per poter preparare la carta, ho lavorato ad un nuovo "essiccatoio", visto che quello che avevo costruito in precedenza poteva ospitare un solo foglio alla volta. Ne ho così costruito uno che può contenere fino a 5 fogli, disposti con una inclinazione rispetto alla verticale di 20°. Oltretutto occupa meno spazio sul tavolo da lavoro che comincia ad essere "affollato" di boccette e "marchingegni".
Ne ho costruito uno di cartone, sfruttando quello che conservo dalle merendine che le mie figlie portano a scuola:


Poi ho deciso di far le cosae per bene, anche in vista di un futuro uso delle lastre in vetro, e così ne ho costruito un altro in compensato, destinando quello in cartone ad alimentare gli ultimi fuochi del caminetto. Vi ho praticato dei fori per la circolazione dell'aria. Per tenere le carte lontane dalla luce, fornirò questo essiccatoio di un coperchio in cartoncino nero.










 

Inviato da: marcelus il Apr 4 2007, 12:14 PM

vuoi vedereche per pasqua arriva la sorpresa :-)

Inviato da: enrico il Apr 4 2007, 12:41 PM

Ciao Marcelus,
l'intenzione c'è smile.gif
Ho letto (o meglio ho riletto, visto che è un libro che avevo da ragazzo) una pagina del libro: "Beaumont Newhall - L’immagine latente - ed. 1969) estremamente interessante che riporto. Vi sono delle notizie di chimica fotografica che non ho letto in nessun altro libro, nemmeno in uno molto più voluminoso dello stesso autore che ho acquistato di recente.
Quando si legge per fare, ciò che si legge ha un sapore diverso da quando si legge solo per sapere. Vi ho trovato la spiegazione del perché dell'acido acetico e non solo.
Il brano che riporto ha un evidente grandissimo interesse per la Storia della Fotografia che non è fatta solo di immagini e di visioni della vita che cambiano e si evolvono, pur esse importanti ed affascinanti, ma anche di più "prosaici", ma decisamente essenziali e non meno interessanti sviluppi tecnici e scientifici che spesso i libri trascurano.
Altra cosa su cui riflettere è come a volte si arriva al successo procedendo semplicemente per tentativi ed errori, intuizioni, senza conoscere i meccanismi dei processi che si stanno portando avanti. E' proprio il caso dell'invenzione di Talbot:

"Sviluppo fisico e chimico

La parte più significativa del brevetto di Talbot riguardava il suo procedimento per rendere visibile l’immagine latente, vale a dire trasformare i grani di alogenuro d’argento impressionati - e soltanto quelli - in argento. Nel processo a stampa diretta l’argento metallico che costituisce l’immagine viene formato unicamente dall’azione della luce sull’alogenuro d’argento. Nel processo a sviluppo separato la luce riduce ad argento soltanto porzioni minutissime dei granuli di alogenuro d’argento. I puntini di argento così formati sono talmente piccoli da essere invisibili. Talbot ne ignorava l’esistenza, che è stata dimostrata solo recentemente grazie ai potenti microscopi elettronici. Il gallo-nitrato d’argento di Talbot contiene ioni argento che, sulla superficie dei puntini d’argento, vengono ridotti ad argento dall’azione dell’acido gallico. L’argento dei puntini funge da catalizzatore di questo processo: lo scomporsi dell’alogenuro d’argento dei granuli rifornisce via via di ioni argento il gallo-nitrato d’argento. L’acido acetico ha la funzione di inibire la reazione che, qualora si svolgesse liberamente, potrebbe ridurre ad argento anche i granuli di alogenuro d’argento non impressionati.
Questo metodo per rendere visibile l’immagine latente si chiama sviluppo fisico. Esso non dipende dall’alogeno che entra nella composizione dei granuli di alogenuro d’argento: l’alogeno può addirittura essere asportato mediante fissaggio con iposolfito prima dello sviluppo.
Lo sviluppo fisico fu sostituito nel 1862 dallo sviluppo chimico, in cui il rivelatore è una soluzione alcalina, senza presenza di argento. I granuli di alogenuro d’argento impressionati vengono ridotti ad argento metallico. Talbot non partecipò direttamente alla scoperta di questo metodo di sviluppo dell’immagine latente, diventato universale con l’introduzione delle emulsioni gelatinose al bromuro, ma fu il primo a concepire un sistema fotografico in cui si ottenesse argento da alogenuri di argento grazie all’effetto congiunto della luce e dello sviluppo.
Nel procedimento di Daguerre l’argento era prodotto unicamente dall’effetto della luce. L’immagine non era visibile a causa della natura del suo supporto, che era a sua volta d’argento; questa immagine latente veniva resa visibile trasformando l’argento in un amalgama mediante l’azione del mercurio. Il principio del processo dagherrotipico fu abbandonato poco dopo la morte di Daguerre.
La concezione di Talbot dello sviluppo dell’immagine latente è rimasta fino a oggi alla base di tutti i sistemi fotografici basati sugli alogenuri d’argento."
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 4 2007, 05:32 PM

Dalla falegnameria alla chimica smile.gif
Ho appena finito di preparare quattro fogli di "carta iodurata" secondo le indicazioni di Talbot:
ho diluito 1 + 2 con acqua distillata la soluzione che già avevo di nitrato d'argento e l'ho passata a pennello ed alla luce di sicurezza sui fogli.
Li ho asciugati e poi ho passato, sempre a pennello (un altro ovviamente) la soluzione 0,5 molare di ioduro di potassio.
Ora stanno asciugando naturalmente al buio dell'essiccatoio appena costruito.
Ho quindi preparato ed etichettato 100 ml di soluzione satura di acido gallico, quindi ho preparato la soluzione di "aceto-nitrato d'argento", sciogliendo in una boccetta di vetro scuro 8,5 grammi di nitrato d'argento in cristalli (usando la nuova bilancia) con 85 ml di acqua distillata e 15 ml di acido acetico glaciale.
Nella ricetta di Talbot e nelle altre che ho, non si dice quale deve essere la concentrazione dell'acido acetico. Io ho preso 15 ml di quello che mi ha dato la farmacia, cioè al 99,9%. Speriamo bene. Il rischio è che, se la concentrazione è elevata, l'azione dell'acido gallico potrebbe essere inibita in maniera eccessiva. D'altra parte non ho trovato, come già detto, indicazioni precise al riguardo.
ENrico

Inviato da: Riccardo S. il Apr 4 2007, 05:56 PM

Ciao Enrico,

continuo a seguire con interesse le tue sperimentazioni, spero che arrivino presto i primi grandi risultati!

potrebbe essere un'idea per una gitarella primaverile/estiva un bel salto in inghilterra alla Lacock Abbey, casa, ora museo, di Talbot, sul sito c'è scritto che, previo accordo, è possibile accedere alla Collezione di Talbot.

http://www.nationaltrust.org.uk/main/w-vh/w-visits/w-findaplace/w-lacockabbeyvillage.htm

Magari si mette su un bel meeting!

R.


Inviato da: enrico il Apr 4 2007, 07:37 PM

Grazie Riccardo della segnalazione del sito.
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 10:28 AM

Cari amici, fumata nera mad.gif
Ho provato a sensibilizzare la carta secondo le istruzioni di Talbot ma, appena spennellata la carta iodurata col gallo-nitrato d'argento, ha iniziato ad annerirsi. Dove ho sbagliato?
La soluzione di acido gallico è troppo concentrata? Eppure ho rispettato l'aggiunta di un sesto di acido acetico (al 99,9%!) che dovrebbe evitare una azione troppo energica del rivelatore. Il led rosso non è completamente inattinico?
In pratica mi è successa la stessa cosa di quando ho provato tempo fa con il solfato di ferro.
Devo risolvere questo mistero. Lo stanzino dove sensibilizzo la carta è a prova di luce.
Provo a ripetere l'operazione a luce di candela ed a diluire l'acido gallico.
Un mesto saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 10:51 AM

Ho fatto un'altra prova:
ho trattato un secondo foglio di carta iodurata (delle 4 preparate ieri) con la soluzione di nitrato d'argento ed acido acetico, senza l'acido gallico. L'ho passata col pennello usato in precedenza, sciacquato abbondantemente in acqua. Stesso incomprensibile annerimento della carta, pur non esposta alla luce. hmmm.gif
Riprovo daccapo a modo mio:
sensibilizzo un nuovo foglio di carta, questa volta prima con ioduro di potassio quindi, in luce di sicurezza, con acetonitrato d'argento, senza acido gallico. Vediamo che succede.

Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 11:19 AM

Ho fatto anche questo esperimento:
ho passato sul foglio lo ioduro di potassio, ho fatto asciugare, ho quindi passato alla luce di sicurezza l'aceto-nitrato d'argento: tutto bene, il foglio non si è annerito. Ho poi passato una soluzione diluita di acido gallico e di nuovo c'è stato l'annerimento.
Non riesco a darmi una spiegazione. Nelle ricette riportate nei libri manca qualche informazione essenziale? E' una ipotesi che tendo a scartare. Ma allora, perché? Sembrerebbe tutto molto semplice: le formule ce le ho, basta applicarle per ottenere una immagine e invece così non è. E non è che sia un pivello con le preparazioni chimiche, sia per gli studi fatti (biologia e specializzazione in analisi chimico-cliniche) sia per aver avuto dimestichezza con la camera oscura per lo sviluppo e la stampa.
Ma sono un testardo e ne verrò fuori.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 11:45 AM

Ho fatto ancora un'altra prova:
ho cambiato carta (ho fin'ora usato la carta per acquerelli che mi aveva dato buoni risultati con l'annerimento diretto) utilizzando della carta da disegno già usata per i primi calotipi. Ho usato la luce di una candela ed ho sensibilizzato la carta sempre con ioduro di potassio e aceto-nitrato d'argento. Tutto bene. Ho poi passato una soluzione diluita di acido gallico:
solito annerimento. La tinta della carta è di un marrone e non del nero di quando ho usato la soluzione satura, ma il risultato non cambia.
Mistero hmmm.gif

Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 12:32 PM

Sono andato a rileggermi il "brevetto" di Talbot riportato nel libro "L'immagine latente" e vi si parla espressamente di soluzione satura di acido gallico (come si può vedere in qualche post addietro). Forse l'acido gallico ai tempi di Talbot non aveva il grado di purezza di quello d'oggi? Forse quello d'oggi è un prodotto di sintesi e quello di Talbot era estratto dai vegetali e quindi conteneva altre sostanze oltre al "principio attivo"? Sto facendo tante ipotesi per spiegarmi il perché di questo insuccesso e per trovare una possibile soluzione.

Inviato da: perrins87 il Apr 5 2007, 02:44 PM

Forza Enrico, non mollare!!!

Sono sicuro che otterrai presto delle piacevoli sorprese.

Buoni esperimenti e buona Pasqua, ci sentiamo tra qualche giorno! smile.gif

Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 05:04 PM

EUREKA!
Cari amici, ci sono finalmente riuscito biggrin.gif
Oggi pomeriggio ho risensibilizzato un foglio (per acquerelli) con il solito ioduro di potassio prima e nitrato d'argento con acido acetico, ho atteso un minuto ed ho sciacquato la carta sotto un sottile getto d'acqua.
Ho quindi esposto con la camera oscura per un minuto !
Ho poi diluito l'acido gallico concentrato 1 a 10 e vi ho aggiunto dell'altro acido acetico (ho ancora la gola che mi pizzica...). Ho cercato di ridurre così, sui due fronti della diluizione e dell'abbassamento del pH l'azione troppo energica dell'acido gallico. La mia intuizione era giusta:
con poche speranze, ho spennellato la soluzione alla luce di sicurezza e...
perbacco! si stava delineando lentamente una immagine. Ma sì, distinguevo i rami dell'abete ed i piani del palazzo di fronte. Ho passato un'altra pennellata di acido gallico. Man mano che l'immagine acquistava intensità, riuscivo a distinguere anche il lampione!.
Ho sciacquato la carta abbondantemente sotto il rubinetto. Poi l'ho immersa in una bacinella con l'iposolfito. Dopo un po' ho acceso la luce, ho continuato ad agitare, quindi ho sciacquato in acqua di rubinetto.
L'immagine non è un gran che, ma è ugualmente un successo. Ho riprovato l'emozione di Talbot quando ha visto per la prima volta prender forma ed intensificarsi l'immagine per la prima volta, al lume della candela in qualche stanza di Lacock Abbey.
Ora si tratta di continuare con le prove per perfezionare il processo, trovando le concentrazioni giuste e la giusta esposizione per poter ottenere delle buone immagini.
Il ritratto non è più un problema, si può restare in posa per un minuto smile.gif
Un saluto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: Riccardo S. il Apr 5 2007, 05:12 PM

QUOTE(enrico @ Apr 5 2007, 06:04 PM) *

EUREKA!
Cari amici, ci sono finalmente riuscito biggrin.gif
[...]



Complimenti!! alla fine la testardaggine paga!! Pollice.gif

Quindi, secondo te, i precedenti tentativi andati male erano dipesi da da un'eccessiva purezza dell'acido gallico oppure era solo un errore nella preparazione dei composti?

R.


Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 05:45 PM

QUOTE(Riccardo S. @ Apr 5 2007, 06:12 PM) *

Complimenti!! alla fine la testardaggine paga!! Pollice.gif

Quindi, secondo te, i precedenti tentativi andati male erano dipesi da da un'eccessiva purezza dell'acido gallico oppure era solo un errore nella preparazione dei composti?

R.


No, un errore non può essere. Ho seguito alla lettera le indicazioni di Talbot riportate nel libro "L'immagine latente". Escludo un errore del traduttore. Con molta probabilità si tratta proprio di un diverso grado di purezza dell'acido gallico attuale rispetto a quello dei primi dell'ottocento. Allora veniva usato per la concia delle pelli e si estraeva dalle galle di quercia e dalla pianta di sommacco. Ora è un prodotto di sintesi, un derivato del benzene la cui denominazione è:
acido 3,4,5 triidrossibenzoico.
Ti riporto in allegato la formula di struttura.
Questa spiegazione, ti ripeto, è una mia ipotesi, ma credo molto ben fondata.
In ogni caso sono soddisfatto da questo successo. Le piccole vittorie sono tanto più belle quanto più vengono dopo insuccessi e delusioni. L'importante è sempre credere di poterci riuscire e questo non soltanto nella chimica e nella fotografia smile.gif
Ciao
Enrico

 acido_gallico.pdf ( 7.83k ) : 280
 

Inviato da: davide_77 il Apr 5 2007, 09:02 PM

Complimenti enrico, sto seguendo praticamente dall'inizio, silenziosamente, questo tuo percorso ed è un'emozione ad ogni passo in avanti che riesci a fare.
Complimenti, continuerò a seguire il tuo viaggio nel tempo.
Davide

Inviato da: enrico il Apr 5 2007, 09:10 PM

QUOTE(davide_77 @ Apr 5 2007, 10:02 PM) *

Complimenti enrico, sto seguendo praticamente dall'inizio, silenziosamente, questo tuo percorso ed è un'emozione ad ogni passo in avanti che riesci a fare.
Complimenti, continuerò a seguire il tuo viaggio nel tempo.
Davide

Grazie Davide, per essere anche tu compagno in questo viaggio.
Buona Pasqua.
Enrico

Inviato da: maxiclimb il Apr 7 2007, 12:00 AM

Caro Enrico, sono davvero felice per questo tuo successo, sofferto ma meritato.
Ora non ti resta che affinare la procedura, e scegliere una modella che sappia stare ben ferma! smile.gif
Buona Pasqua!
Massimo

Inviato da: enrico il Apr 7 2007, 11:50 AM

QUOTE(maxiclimb @ Apr 7 2007, 01:00 AM) *

Caro Enrico, sono davvero felice per questo tuo successo, sofferto ma meritato.
Ora non ti resta che affinare la procedura, e scegliere una modella che sappia stare ben ferma! smile.gif
Buona Pasqua!
Massimo


Ciao Massimo e buona Pasqua anche a te. Di modelle ne ho due in casa ma, chissà, temo dovrò farmi un autoritratto....
Questa mattina ho ritirato dieci lastre di vetro che mi son fatto tagliare da un vetraio. Le userò poi al posto della carta e dopo di questa per l'albumina, seguendo le orme di Abel Niepce de Saint-Victor, nipote di Niepce, di Le Gray e per la gelatina seguendo Le Gray prima (ioduro di potassio e acido gallico) e Maddox dopo (bromuro di potassio - da acquistare). Chissà che non mi venga la voglia anche del collodio, se si riesce ancora a trovare.
Le lastre non sono tagliate in maniera molto precisa ed il vetraio ha abbondato con 1 mm per lato. Per fortuna entrano pelo pelo sia nello chassis che nell'essiccatoio. Dovrò stare attento a non tagliarmi. La prossima volta faccio molare i bordi.

Ieri invece ho sistemato un problema di ottica. Il 14 cm mi costringeva a far rientrare parecchio il vetro smerigliato, cosa che non potevo fare con lo chassis, visto l'ostacolo del volet. Nell'ultima foto, sono stato costretto ad invertire l'ottica per starci con le distanze. Allora ho rifatto il barilotto, posizionando le lenti nella parte posteriore, praticamente all'interno del corpo macchina.

Ho quindi provveduto a calcolare, disegnare ed appicare la scala delle distanze sul lato sinistro della macchina (sul destro c'è la scala delle distanze del 17 cm). E' un dettaglio importante. Infatti, dopo aver messo a fuoco sul vetro smerigliato, leggo la distanza sulla scala, estraggo il modulo col vetro smerigliato ed inserisco lo chassis, facendo corrispondere un riferimento con la distanza letta.
Buona Pasqua a tutti
Enrico








 

Inviato da: marcelus il Apr 7 2007, 12:12 PM

il problema dei bordi delvetro, puoi risolverlo facilmente passandoci della carta da smeriglio fine, li orrotonderai in un baleno.
naturalmente usa un supporto in legno per la carta, il rischio di tagliarsi è alto.

praticamente una molatura fatta a casa...come tutto il resto, naturalmente

Inviato da: enrico il Apr 7 2007, 05:24 PM

QUOTE(marcelus @ Apr 7 2007, 01:12 PM) *

il problema dei bordi delvetro, puoi risolverlo facilmente passandoci della carta da smeriglio fine, li orrotonderai in un baleno.
naturalmente usa un supporto in legno per la carta, il rischio di tagliarsi è alto. Praticamente una molatura fatta a casa...come tutto il resto, naturalmente


Grazie Marcelus. Ho approfittato subito del tuo consiglio e li ho molati. Ho in garage un laboratorio ben attrezzato e non mi manca quasi nulla. Il blocchetto e la carta vetrata di diversa finezza erano a portata di mano smile.gif
Questa mattina sono stato impegnato in lavori di giardinaggio. Vi relaziono su ciò che ho fatto nel pomeriggio.
Ho gelatinato 15 fogli di cartoncino e 2 vetri. Ho seguito questa procedura: ho messo in acqua fredda 6 grammi di gelatina alimentare (nota anche come colla di pesce) e ve l'ho fatta permanere per una mezz'ora. L'ho strizzata e l'ho fatta sciogliere in 400 ml di acqua a 40° nella quale avevo aggiunto
10 grammi di ioduro di potassio
2 grammi di cloruro di sodio
5 grammi di citrato di sodio
Si è sciolta in pochi secondi. Vi ho immerso i fogli 5 alla volta, ho allontanato le bolle d'aria che si erano formate e poi li ho tolti, facendoli sgocciolare e ponendoli ad asciugare su del cartoncino ondulato. Ora sono stesi in garage. Fra poco esco ed al ritorno li sistemo in una scatola.
Dovrò poi (ma se ne parla dopo Pasqua) porre ad indurire la gelatina immergendo fogli e vetri in una soluzione di formalina in acqua. Dovrebbe funzionare anche da antifermentativo.
Intanto ho rimesso in un barattolo di vetro la gelatina per usi futuri. Se ne è consumata una minima quantità.
Credo che la qualità delle immagini migliorerà di parecchio. Staremo a vedere.
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 9 2007, 11:54 AM

Cari amici: EUREKA!
ormai credo e spero che gli eureka si susseguano smile.gif

Questa mattina ho fatto due scatti. Vi mostro il primo, con esposizione di un minuto e sviluppo in acido gallico diluito 1 a 5 con la soluzione satura.
L'immagine ha impiegato un po' di tempo a formarsi. Sono comparse le alte luci e poi tutto sembrava essersi arrestato. Allora ho estratto la carta dal bagno e l'ho scaldata col fono. Lo sviluppo ha ripreso ad avanzare.
Come si vede, c'è da migliorare la stesa dell'emulsione che non risulta regolare specie ai bordi, ma l'immagine è netta, grazie anche al nuovo obiettivo privo di aberrazione cromatica e sferica. I particolari sono netti, come i rametti di cotoneaster ricadenti dai vasconi sul muretto a sinistra. Si nota bene anche la cassetta della posta.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

A parte l'uniformità, finora migliore in alcune immagini ad annerimento diretto, la nettezza dei particolari è decisamente superiore.

Mi sono quindi lanciato in un autoritratto (le figlie stavano ancora poltrendo a letto...).
Considerata l'esperienza della foto precedente che, anche se in pieno sole, ha faticato a rivelarsi, ho raddoppiato l'esposizione a due minuti. Ho sistemato una sedia in giardino, su di un'altra all'ombra ho posto la camera oscura ed ho messo a fuoco sul suo bordo anteriore. Ho poi tolto il tappo all'obiettivo e mi sono precipitato a sedermi, cercando di restare immobile per quei 120 secondi che, occhio furtivo di tanto in tanto all'orologio, scorrevano lentamente. Trascorso il tempo di posa, mi sono precipitato a chiudere l'obiettivo. Ho forse inventato l'autoscatto? biggrin.gif

Subito a sviluppare. Mi sono reso conto che l'esposizione è ancora insufficiente, come devo migliorare la preparazione dell'emulsione. Si nota molto la granulosità della carta, ma questo era un difetto/pregio presenta anche nelle foto di Talbot.
Comunque è una data storica: il primo ritratto! smile.gif
Ho due lastre già ricoperte di emulsione, secondo quanto letto da Gustave Le Gray. Quanto prima farò una prova su vetro.
Il fissaggio per le due foto è stato fatto in iposolfito. Ho filtrato l'acido gallico che presentava una diffusa polvere nera (l'argento metallico precipitato nella soluzione) e l'ho reinserito nel suo contenitore.
A presto e buona Pasquetta. Cerco un calesse per andare fuori porta anch'io.
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Inviato da: marcelus il Apr 9 2007, 06:04 PM

lo sentivo che arrivava la sorpresa con questa pasqua

Inviato da: enrico il Apr 9 2007, 07:25 PM

QUOTE(marcelus @ Apr 9 2007, 07:04 PM) *

lo sentivo che arrivava la sorpresa con questa pasqua


Ciao Marcelus. E' vero, l'avevi detto.
Per il ritratto sono stato per due minuti con il sole in faccia, questa mattina particolarmente intenso (e mi sono pure reso conto che l'esposizione andrebbe aumentata ancora!). Mi sono ricordato di quello che ho letto sui libri di Storia della Fotografia che accennavano a questo "supplizio" cui alcuni fotografi ponevano rimedio facendo arrivare sul soggetto luce filtrata di colore blu. Il blu è un colore cui le pellicole erano molto sensibili (essendo praticamente cieche al verde ed al rosso) per cui l'esposizione non veniva alterata, ma il soggetto riceveva una luce meno intensa per gli occhi. Quello che è interessante è che il "filtro" erano delle vaschette di vetro ripiene di una soluzione di solfato di rame, la stessa sostanza che ancora oggi si usa come anticrittogamico in agricoltura, specie per le viti biggrin.gif
Un saluto
ENrico

Inviato da: enrico il Apr 10 2007, 11:43 AM

Cari amici,
la strada è in salita e a successi si affiancano insuccessi.
Questa mattina ho provato a sensibilizzare i 2 vetri che avevo rivestito con la gelatina iodurata. Immersi nel bagno di nitrato d'argento, ne ho seguito la reazione perché lo ioduro si forma come precipitato bianco, lattiginoso, processo visibile in maniera chiarissima attraverso questo supporto trasparente. Purtroppo per entrambi i vetri la precipitazione è stata fortemente irregolare. Ad occhio nudo, avevo già notato una deposizione non regolare dello strato di gelatina, che forse ne è la causa.
Allora ho sensibilizzato a pennello il solito cartoncino per acquerelli.
Fiducioso, mi sono recato in campagna presso Massa d'Albe a fotografare il Velino con degli alberi in primo piano (la mia prima uscita fotografica smile.gif ). Ho esposto per due minuti e mezzo. Sviluppato il cartoncino, il risultato è insoddisfacente. Si notano nitidamente alcuni rami, ma il resto è nebuloso. mad.gif
Il problema allora è nella stesa che pure ho curato come al solito.
Poiché avevo sensibilizzato un secondo cartoncino, ho provato con un secondo autoritratto in pieno sole: tempo di posa 2 minuti.
Sottoposto all'acido gallico, non è comparso nulla.
Si tratta della soluzione che ho usato questi due giorni e che ho riutilizzato previa filtratura. Ho avuto anche l'accortezza di aggiungere 1 ml di acido gallico fresco.
I cartoncini sono quelli preparati da qualche giorno. Sul trattato di Le Gray c'è scritto che si conservano a lungo.
Dov'è allora il problema? hmmm.gif
Sembra facile. Seguo tutte le indicazioni alla lettera, tutto dovrebbe andar bene... e invece.
Ripeterò le prove agendo in maniera diversa e variando un parametro alla volta. Ma quanto tempo ci vuole e quanta pazienza. I successi mi spingono a continuare, ma gli insuccessi mi deprimono. Comunque non mi arrendo, non vi preoccupate.
Una volta raggiunto il traguardo, sarà bello esporre a "colpo sicuro" e pensare non soltanto ad ottenere una immagine chiara, ma anche alla composizione ed all'estetica della stessa.
Ma credo che questo sia stato proprio il cammino della Fotografia. Ci si è interessati al linguaggio, all'estetica, una volta risolti tutti i numerosi problemi tecnici.
Un'altra cosa che ho avuto modo di notare è la differenza nella cromia delle carte trattate con cloruro, rispetto di quelle allo ioduro: le prime hanno delle tinte stupende ed intense, di un bruno caldo, mentre le seconde sono slavate e tendenti al giallo. Il cloruro è stato soppiantato dallo ioduro perché quest'ultimo è più sensibile. In seguito si è utilizzato, per la sensibilità ancora maggiore, il bromuro.
Credo che proverò, per il gusto di farlo e per vedere che succede, a sviluppare in acido gallico una carta al cloruro.
Un saluto
Enrico

Inserisco anche il positivo:




 

Inviato da: perrins87 il Apr 10 2007, 09:43 PM

QUOTE(perrins87 @ Apr 5 2007, 03:44 PM) *

Sono sicuro che otterrai presto delle piacevoli sorprese.


QUOTE(enrico @ Apr 5 2007, 06:04 PM) *

EUREKA!
Cari amici, ci sono finalmente riuscito


Presto... e presto fu: due ore e venti minuti! smile.gif
Enrico, ora voglio la palla di cristallo laugh.gif

Ecco cosa succede ad andare fuori città per qualche giorno: ci si perde i grandi balzi del Nostro (non ti offenderai se parlo di te come si usava parlare dei grandi condottieri ottoecenteschi nei libri del primo novecento cool.gif ). Che bello il ritratto, è davvero una data storica.

Il nuovo obiettivo invece rende proprio bene, ora tocca all'abilità di chimico del Nostro arrivare sempre più avanti.

grazie.gif
Grazie Enrico per tutto quello che condividi con noi

PS: il mio spazio web è sempre aperto

Inviato da: marcelus il Apr 10 2007, 11:29 PM

QUOTE(enrico @ Apr 10 2007, 12:43 PM) *

...............
a fotografare il Velino
..............



è sicuramente questo il otivo dell'insuccesso giornaliero.
ma dico io, con tutte le inchieste in corso, con vallettopoli, con fotopoli, tu mi vai a fotografare il "velino" laugh.gif

grande enrico...continua Pollice.gif

Inviato da: enrico il Apr 11 2007, 05:40 AM

Ciao Pietro,
e sì, anche tu hai poteri divinatori!
Marcelus, hai ragione, fotografare il Velino in una situazione intricata (di rami) laugh.gif è stato un po' imprudente.
Ieri sera ho asportato lo strato di gelatina dai vetri ed ho fatto a modo mio (in precedenza avevo seguito la procedura di Le Gray dell'immersione della lastra nella gelatina, estrazione e sgocciolamento): ho fatto invece come si faceva per la preparazione delle lastre al collodio, ho versato un po' di gelatina fusa sulla lastra ben orizzontale con un contagocce, spargendola per bene. E' stata tutta la notte ad asciugare. Oggi mi sono alzato alle 5 per accompagnare mio figlio all'auto (ha l'esame di patologia generale) e sono andato a sbirciare: una stesa perfetta, sul vetro c'è uno strato perfettamente uniforme, leggermente opaco. Solo su di un terzo, verso l'angolo, c'è trasparenza, ma presumo che sia gelatina che deve ancora asciugarsi. Ieri ho notato che la soluzione di gelatina era molto fluida. Ho seguito alla lettera le proporzioni, ma credo mi convenga raddoppiare la quantità di "colla di pesce" per renderla più densa. Poichè un po' di gelatina, mentre eseguivo la preparazione, è scivolata fuori del vetro, penso in futuro di circondare la lastra con del nastro adesivo che faccia da barriera.
Staremo a vedere gli sviluppi.
Cari amici, alla soddisfazione dei risultati (quando sono positivi), si aggiunge, e non è poco, la soddisfazione che provo nel constatare il vostro entusiasmo che non è da meno del mio. Grazie!
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 11 2007, 12:44 PM

Mentre scrivo, la camera oscura è in esposizione per un eliotipo. Domani si torna al lavoro ed allora approfitto dell'ultimo giorno di vacanza.
Come scrivevo diversi post addietro, non potendo reperire il bitume di Giudea e l'olio di lavanda per ripetere gli esperimenti di Niepce (padre di quella che è considerata la prima fotografia della storia), ho scelto una strada parallela, ovvero il bicromato di potassio che, unito ad un colloide, fa sì che si polimerizzi, divenendo insolubile, se esposto alla luce. L'identico comportamento del bitume bianco di Giudea. Ho sciolto ieri sera un grammo di bicromato in un millilitro di acqua distillata. Dopo aver mescolato il tutto, ho unito una eguale quantità di gomma arabica ed un terzo di tubetto di tempera bianca. La stesa su cartoncino nero, apprettato in precedenza con amido, ha causato la deformazione dello stesso con irregolare distribuzione della soluzione sensibile. Ho preso allora una lasta di vetro e vi ho effettuato la stesa che è venuta liscia ed uniforme. L'ho lasciata asciugare e questa mattina l'ho inserita nella camera oscura. Ho tolto il tappo copriobiettivo alle 9 e 32. Farò durare l'esposizione 8 ore, così come fece Niepce e poi vi farò sapere.
Purtropp però il cielo si va coprendo. Speriamo che ci sia luce intensa per un tempo sufficiente.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 11 2007, 05:11 PM

Cari amici,
sono passate le otto ore di esposizione e sono andato a riprendere la camera oscura. La debole nuvolosità del primo pomeriggio è svanita ed ha fatto posto ad un sole pieno.
Ho estratto la lastra alla luce di sicurezza e, perbacco, si notava nitidamente il profilo del muretto ed i rami dell'albero, anche se in tono debolmente diverso dal bianco delle zone non esposte. L'immagine c'era tutta e su tutta la lastra!
L'ho posta a faccia in giù in una larga bacinella, con degli spessori alle estremità in maniera che l'emulsione non ne toccasse il fondo e già pregustavo la gioia di mostrarvi il primo eliotipo, invece...
Nella bacinella sono comparsi subito dei fiocchi di materiale biancastro. La cosa non mi ha preoccupato perché ho pensato trattarsi delle parti in ombra rimaste solubili che si staccavano. Ho versato via lentamente l'acqua, ricambiandola subito dopo; ma lentamente l'emulsione è venuta via tutta e con essa l'immagine. Credo che la colpa sia del vetro che non ha costituito un buon aggancio per l'emulsione: liscio e assolutamente non assorbente. Peccato.
Dovrò (non vi prometto quando) riprovare di nuovo con il cartoncino, ma devo trovare il modo di mantenerlo perfettamente piano.
Comunque è una sconfitta parziale: l'immagine c'era ed era perfetta!
D'altra parte nemmen Niepce c'è riuscito al primo colpo smile.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: marcelus il Apr 11 2007, 05:24 PM

QUOTE(enrico @ Apr 11 2007, 06:11 PM) *

............Dovrò (non vi prometto quando) riprovare di nuovo con il cartoncino, ma devo trovare il modo di mantenerlo perfettamente piano.
...................



incollarci dietro qualcosa di rigido?

magari la lastra di vetro o un telaietto di plastica ricavato da un coperchio di qualche vassoio

Inviato da: enrico il Apr 11 2007, 05:28 PM

Potrebbe essere un'idea. In ogni caso, nel 1983 ho prodotto delle stampe alla gomma bicromatata senza problemi su carta da disegno. Che stia invecchiando? biggrin.gif

Inviato da: perrins87 il Apr 11 2007, 05:39 PM

QUOTE(enrico @ Apr 11 2007, 06:11 PM) *

L'immagine c'era tutta e su tutta la lastra!


smile.gif


QUOTE(enrico @ Apr 11 2007, 06:11 PM) *

ma lentamente l'emulsione è venuta via tutta e con essa l'immagine


blink.gif

Peccato, ma se l'immagine c'era allora siamo vicini! A presto
"Ti supportiamo" messicano.gif

Inviato da: enrico il Apr 12 2007, 09:06 AM

Il problema degli ultimi calotipi è nella gelatina. Anche asciutta è troppo morbida ed il passarvi sopra col pennello la "sconquassa". Asciugarla col phon la fonde. Sto provando ad indurire quella stesa ieri sera su due lastre di vetro, immergendola in una soluzione di formalina. Staremo a vedere. Se funziona, ci dovrebbe essere un notevole salto di qualità. La stesa della gelatina sul vetro col nuovo sistema è risultata perfettamente uniforme ed omogenea.
Un saluto
ENrico

Inviato da: enrico il Apr 12 2007, 11:20 AM

Questa mattina sarei dovuto andare all'Aquila a Scienze Motorie a tenere una lezione, ma i ragazzi non c'erano (hanno prolungato le vacanze) e son rimasto ad Avezzano.
Ho utilizzato la mattinata per un nuovo calotipo: un secondo ritratto.
Niente gelatina, semplice carta per acquerelli passata con una soluzione di solo ioduro di potassio e poi nitrato d'argento, sviluppata in acido gallico 1+4 con poche gocce di acido acetico e nitrato d'argento.
Mi sono seduto con l'orologio in mano e sono rimasto in posa per tre minuti. Troppi! Nella bacinella l'immagine è comparsa subito e, mentre la sciacquavo precipitosamente sotto il rubinetto e la passavo quindi al fissaggio, ha continuato ad annerirsi.
Perbacco, ho problemi di sovraesposizione e debbo accorciare la posa! Non mi sembra vero smile.gif
Ecco il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

IPB Immagine

Un saluto a lorsignori (dicevano così nell'ottocento?)
Enrico

Quella sullo sfondo è una siepe d'edera. Si notano benissimo le tipiche foglie.

Inviato da: enrico il Apr 12 2007, 05:32 PM

Inserisco il positivo che sembra essere scomparso:


ci riprovo

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


 

Inviato da: perrins87 il Apr 12 2007, 07:08 PM

Spettacolare! smile.gif

La sovraesposizione, poi, credo sia davvero il massimo desiderabile!
Credo che questo autoritratto sia proprio una grande soddisfazione

PS: continua a scrivere così dettagliatamente di tutti i tuoi sviluppi, chissà... potresti davvero ottenere qualcosa di importante!

Inviato da: enrico il Apr 12 2007, 07:18 PM

QUOTE(perrins87 @ Apr 12 2007, 08:08 PM) *


PS: continua a scrivere così dettagliatamente di tutti i tuoi sviluppi,


lo ritengo un mio dovere nei confronti di chi ha la bontà di seguirmi.
Ciao
ENrico

Inviato da: twinsouls il Apr 12 2007, 09:13 PM

QUOTE
lo ritengo un mio dovere nei confronti di chi ha la bontà di seguirmi.

La bontà di seguirti??? blink.gif

Stai scherzando...

Non ho mai letto niente di così interessante ed appassionante. smile.gif
Questo è l'unico thread, o meglio l'unica pagina Internet, che sono sicuro di aprire tutti i giorni.

Un colossale grazie.gif per averci coinvolti in questa avventura. smile.gif

Davide

Inviato da: enrico il Apr 13 2007, 02:11 PM

Ciao Davide!
Allora: la formalina ha indurito come si deve la gelatina sul vetro. Il problema è che ora non è più in grado di assorbire le soluzioni. Sembra avvenga la stessa cosa che avveniva con il collodio hmmm.gif
Evidentemente la colpa è mia che mi sto spingendo troppo avanti nel tempo. Debbo passare prima per l'albumina, poi sarà il caso che mi dedichi anche alla gelatina. biggrin.gif
Appena tornato da scuola, ho esposto il 30° calotipo, sperimentando anche un nuovo cartoncino, piuttosto rigido e liscio da un lato, rigato dall'altro. L'intenzione era quella di ottenete una migliore definizione rispetto alla carta per acquerelli rugosa e porosa. Appena ho iniziato a passare il pennello con il nitrato d'argento, mi sono accorto che la soluzione era praticamente finita. Mi sono quindi precipitato a prenderne di fresca ed ho ripreso le passate col pennello. Solo che questa interruzione e ripresa compare sull'immagine. Il cielo era intensamente velato, quindi ho esposto per due minuti. Decisamente troppi anche questa volta. Immersa in acido gallico, l'immagine è comparsa immediatamente e, benché mi precipitassi a sciacquarla e fissarla, si è scurita troppo. Sovraesposizione e sottosviluppo: mancano i neri pieni, ma tutta l'immagine ha una tinta marrone.
Prese le figlie dalla scuola, in attesa che mia moglie ci chiamasse per il pranzo, ho sensibilizzato un altro foglio (la solita carta per acquerelli) ed ho esposto per 40 secondi. A giudicare dal tempo di comparsa dell'immagine, potrei diminuire ancora l'esposizione (o aumentare l'acido acetico nel bagno rivelatore). Mi sto avvicinando all'istantanea? laugh.gif
Questo 31° calotipo questa volta è decisamente buono. Si nota la struttura della carta, ma questa è proprio una caratteristica del calotipo. E' per questo motivo che si è passati poi al vetro. Comunque l'immagine è nitida e si vedono perfino i raggi delle ruote. Anche i due alberelli di alloro sono ben delineati.
A presto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


 

Inviato da: maxiclimb il Apr 15 2007, 08:15 PM

Caspita Enrico, quest'ultima è spettacolare, nitidissima! smile.gif
La cosa si fa sempre più appassionante e coinvolgente, grazie per farci condividere la tua avventura. grazie.gif

Inviato da: enrico il Apr 15 2007, 08:38 PM

QUOTE(maxiclimb @ Apr 15 2007, 09:15 PM) *

Caspita Enrico, quest'ultima è spettacolare, nitidissima! smile.gif
La cosa si fa sempre più appassionante e coinvolgente, grazie per farci condividere la tua avventura. grazie.gif


Ciao Maxiclimb,
grazie a te ed a tutti coloro che mi fanno compagnia in questa avventura!
Ieri il cielo era nuvoloso, ma ho voluto provare ugualmente a realizzare un calotipo. Ho messo in posa i miei tre figli che hanno pazientato immobili per un minuto e 50 secondi, ma la prova è risultata notevolmente sottoesposta. Ci riproverò.
Intanto vi metto a disposizione la traduzione di un brano di Gustave Le Gray, gentilmente fornitomi da Nico, che riguarda la preparazione del vetro e della carta all'albumina. Infatti è su questa strada che intendo portare ora la sperimentazione.
Il problema è trovare il giusto tempo di posa per ogni occasione e per far questo è necessario che standardizzi ogni procedimento, dalla concentrazione delle soluzioni sensibilizzanti alla concentrazione e composizione del rivelatore all'acido gallico. Altrimenti, se ho troppe variabili che variano biggrin.gif , non potrò imparare molto da ogni prova.
Un obiettivo importante è quindi quello della "ripetibilità".
Ma nonostante la complessità delle procedure ed i frequenti insuccessi, per fortuna inframmezzati da successi che mi ripagano dei primi, l'emozione è ogni volta grande perchè mi sembra quasi di star reinventando la Fotografia (non vorrei essere frainteso: lo dico con la più grande umiltà nel senso di riviverne anche emotivamente le tappe).
Ma ecco il brano, dal quale si vede che le preparazioni sono piuttosto laboriose (e si apprezza la semplicità operativa cui è giunta oggi la fotografia).

Preparazioni all’albumina, prove negative su vetro.

Questi preparati si basano sulla proprietà che ha l’albumina di diventare completamente insolubile con il calore. È a M. Niepce De Saint Victor nipote che si deve la scoperta dell’applicazione di questo corpo alla fotografia su vetro. È lui che per primo, proseguendo per un’altra strada gli studi su vetro fatti da suo zio, è arrivato a dei risultati soddisfacenti; è ai suoi incessanti sforzi e alla franchezza con la quale ha pubblicato le sue scoperte che noi dobbiamo le belle prove ottenute oggi. La prova negativa su vetro dà una finezza che si avvicina a quella ottenuta sulle placche metalliche. Per la riproduzioni di stampe, di quadri, di sculture e paesaggi, il risultato è completo. Lascia a desiderare un po’ il ritratto, non essendo la rapidità abbastanza grande. Si spera al tempo stesso che con la collaborazione degli studiosi e degli amatori che attualmente se ne occupano, si arriverà a diminuire di molto il tempo dell’esposizione alla luce. Sarebbe auspicabile che ciascuno pubblicasse con onestà il frutto delle proprie scoperte; da ciò ne risulterebbero ovviamente un progresso e un immenso impulso.

Preparazione del vetro all’albumina.

Prendete dei bianchi d’uova molto fresche e pesatene 183 g. Vi farete poi disciogliere: ioduro di potassio 7 g, bromuro di potassio 2 g, cloruro di sodio 1 g. Sbattete questo miscuglio in un grande piatto, con una forchetta di legno fino ad ottenere una schiuma bianca molto solida. Lasciatela riposare per una notte; l’indomani travasate il liquido viscoso che si è depositato e servitevene per preparare i vetri. A questo punto, prendete del vetro sottile o meglio ancora smerigliato, sul quale l’aderenza sia più completa. Tagliatelo secondo la grandezza dei vostri châssis e molatene i bordi. La buona riuscita della prova è dovuta in gran parte all’uniformità dello strato d’albumina.
Per ottenerla, disponete uno dei vostri vetri in senso orizzontale (il lato smerigliato verso l’alto, se voi adottate questo tipo di vetro, preferibile penso io) e versate sopra una quantità di albumina sovrabbondante. Poi con una riga di cristallo molto dritta, che avvolgerete da un estremo all’altro con due striscioline di carta passate alla cera vergine e che terrete con le dita in modo tale che arrivino ad appoggiarsi su una larghezza di mezzo centimetro ai bordi del vetro, raschiate questo strato con un solo colpo in modo da togliere l’eccesso di albumina. Disponendo le striscioline più o meno spesse, variate in questo modo lo spessore dello strato sensibile. Si può arrivare allo stesso risultato incollando due strisce di carta molte strette dai due lati del vetro da preparare e passare semplicemente la riga di cristallo appoggiandola al di sopra. Preferisco il primo metodo perché con il secondo si sporca quasi tutto il vetro quando si vanno ad incollare le strisce.
Non bisogna mai ripassare una seconda volta con la riga perché si darebbe così luogo alla formazione di bolle schiumose.
Si lasciano in seguito seccare le lastre di vetro in posizione orizzontale, tenendole a riparo dalla polvere. Quando lo strato si è seccato mettete le lastre di vetro ad una temperatura da 70 a 90 gradi; ciò che fate sia davanti a un fuoco ardente, sia rinchiudendole in una bacinella di cuoio argentata, munita di un coperchio, che mettete al di spora della bacinella d’acqua che bolle da me descritta alla quarta operazione del negativo. L’azione del calore fa screpolare lo strato di albumina che diviene allora perfettamente insolubile e pronta a ricevere l’azione dell’aceto-nitrato d’argento. i vetri così preparati possono conservarsi indefinitamente. Preparo così questo primo strato saturando il miscuglio precedente di acido gallico, il che dà più corpo alla prova e più sensibilità.
Al momento di fare una prova , se si procede per via umida, immergete il vetro così preparato in un bagno di aceto-nitrato d’argento descritto nella seconda operazione del negativo.
Questa operazione è molto delicata perché persino il minimo tempo di arresto provoca delle soluzioni di continuità dello strato sensibile e dei fili che non possono essere più riparati. Per ottenere questa immersione istantanea e regolare, mi servo del seguente piccolo apparecchio: esso è composto da due vetri tra i bordi dei quali sono incollate con la gommalacca due strisce di vetro di due centimetri di larghezza e una tra queste due di un centimetro e mezzo, disposte in modo tale da riservare al centro una scanalatura nella quale vengono infilate facilmente le lastre di vetro.
Questo apparecchio ha senza dubbio la forma di una scatola con una sola scanalatura. Dopo aver lasciato il vetro immerso quattro o cinque minuti, ritiratelo e lavatelo perfettamente con l’acqua distillata. Esponetelo umido nella camera oscura per un tempo che varia dai 2 ai 30 minuti e il doppio di tempo circa se il vetro è secco. Quando si procede a secco, è opportuno che il preparato contenga già l’acido gallico nello ioduro o, ancora meglio, che gli si faccia fare un bagno di acido gallico di un quarto d’ora dopo quello di acido acetico d’argento, poi lo si lavi e lo si faccia seccare. Fate sviluppare l’immagine all’uscita dalla camera oscura, come i negativi su carta, immergendola in un bagno caldo di acido gallico saturato. Quando è ben delineata, fissatela con i procedimenti indicati precedentemente per la carta. Per ottenerne una prova positiva, basta applicare sulla prova un foglio di carta positivo ordinario o meglio ancora un foglio positivo albuminato come indicherò poi. Si introduce il tutto in uno châssis dove sono adagiati i bordi della prova; si mette al di sopra un drappo nero molto sottile che è incollato su uno dei lati di un vetro spesso, poi si chiude il coperchio dello châssis, che esercita una pressione molto leggera, per non rovinare la prova. Si espone in seguito alla luce; per poter seguire la sua azione, abbiate cura di spostare il preparato in uno degli angoli del vetro per poter giudicare i toni che l’immagine assume. Quando pensate che sia buona, toglietela dallo châssis e fissatela come gli altri.

Carte all’albumina. Prova negativa.

Questo preparato di albumina allo stesso dosaggio si applica perfettamente anche su carta ma richiede grandi precauzioni. La prova che questa fornisce è notevole per il vigore dei suoi neri e la trasparenza dei chiari. Quasi tutti i fogli, quando non sono troppo macchiati da punti neri, possono servire per questo metodo e danno risultati superiori.
Ottengo così una finezza di esecuzione che è quasi così impressa come sulla prova su vetro e che è incontestabilmente artistica. Versate la soluzione d’albumina su un piano orizzontale avendo cura che non ci sia schiuma. Prendete la carta scelta e cominciate a bagnarla da un lato solamente, cominciando l’immersione dal bordo del catino che è verso di voi e dal lato più largo del foglio, ponendola ad angolo retto sul liquido e piegandola verso di voi, respingete in avanti in modo tale da esercitare una forte pressione che respinga le bolle d’aria. Avete disposto davanti a voi una luce per seguire attraverso la carta l’andamento delle bolle per respingerle se si arrestano al di sotto. Lasciate che il foglio si imbeva un minuto o poco più senza toccarlo, poi toglietelo con un solo colpo ma dolcemente attraverso un movimento regolare e lasciatelo seccare appeso per un angolo. Preparate così quanti altri fogli desiderate, nello stesso bagno, avendo cura che sia sempre di mezzo centimetro di spessore. Piazzate in seguito tutti i vostri fogli secchi disposti gli uni sugli altri, tra due fogli di carta bianca e passatevi sopra, a più riprese un ferro molto caldo ritirando un foglio alla volta; rendete così l’albumina insolubile.
Il ferro deve essere caldo ma non deve strinare la carta. Mi servo in seguito di questo negativo come di quello indicato prima; bisogna fare solamente attenzione che l’immersione nell’aceto-nitrato d’argento sia istantanea e che le bolle d’aria siano immediatamente respinte, poiché ogni attimo di arresto produce delle macchie come per la prova su vetro. È anche necessario riscaldare moderatamente l’acido gallico.

Carta positiva albuminata.

Uno dei migliori servizi che l’albumina rende alla fotografia è senza dubbio la sua applicazione alla preparazione della carta positiva alla quale dà una vivacità e un vigore che difficilmente si possono ottenere diversamente.
Prendete dei bianchi d’uovo e aggiungetevi un quinto in volume d’acqua salata saturata di cloruro di sodio.
Sbatteteli come in precedenza e travasate il liquido dopo una notte di riposo.
Versate questo liquido in un contenitore e preparate, da un lato solamente, la carta positiva con lo stesso metodo valido per la carta negativa all’albumina. Fatela seccare e passateci il ferro caldo nello stesso modo. Può conservarsi così per un po’ di tempo prima di essere immerso nell’aceto-nitrato d’argento. Dopo immergete il lato albuminato nel nitrato d’argento, una parte di nitrato in peso e quattro parti d’acqua distillata, lasciate che si imbeva per circa 4 o 5 minuti. Fatelo seccare sospendendolo per un angolo e servitevene come nel caso della prima carta positiva precedentemente descritta. Questo foglio dà molta profondità ai neri e un grande risalto ai bianchi. Lasciatelo un po’ nell’aceto-nitrato d’argento, un minuto circa, e servendosi della carta Whatman inglese, si ottengono dei toni rossi sul porpora molto armoniosi.
La carta Canson e in generale tutte quelle che contengono molto amido mettono in risalto i toni neri.


A presto
Enrico









Inviato da: enrico il Apr 16 2007, 02:07 PM

Cari amici,
anche oggi, tornando da scuola e nell'attesa del pranzo, approfittando di uno splendido sole, ho chiesto alle mie due figlie di posare per un calotipo. Riccardo è a Chieti e questa mattina, studente di medicina, ha iniziato a frequentare l'ospedale smile.gif . Sabato o domenica, tempo permettendo, farò un calotipo anche a lui.
L'esposizione è stata di un minuto e 10 secondi, esposizione stimata "a naso", d'altra parte nell'ottocento non avevano ancora inventato gli esposimetri laugh.gif
Questa volta il risultato è buono. Nell'acido gallico l'immagine è cominciata a rendersi visibile dopo un minuto ed ha continuato ad intensificarsi molto lentamente. Il negativo ha quindi raggiunto un buon grado di contrasto.
Patrizia (in primo piano) e Simona sono sedute sulle scale che danno sul giardino. Si nota anche l'ombra del braccio di Patrizia sul pantalone bianco. Come è naturale, si nota la granulosità della carta per acquerello. Per migliorare la letura dei dettagli, dovrei provare con un cartoncino più liscio.
A presto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

p.s.
La piccola tacca triangolare che si vede sul cartoncino con l'immagine negativa, la pratico per riconoscere il lato della carta che ha subito il processo di sensibilizzazione.

Inviato da: marcelus il Apr 16 2007, 02:37 PM

e bravo enrico!
ormai sei talmente padrone della tecnica che puoi permetterti anche delle sessioni con le modelle :-)

Inviato da: enrico il Apr 18 2007, 01:02 PM

QUOTE(marcelus @ Apr 16 2007, 03:37 PM) *

ormai sei talmente padrone della tecnica


Non ancora Marcelus,
ieri ed oggi ho provato a fare altri due calotipi. Quello di ieri (una natura morta) ha tardato molto a comparire, risultando comunque talmente piatto da essere inutilizzabile. Oggi c'è un sole intenso ed ho puntato la camera oscura sul muretto con albero che è stato il mio primo soggetto ma, nonostante avessi esposto per due minuti, l'immagine ha impiegato molto a comparire, pur essendosi scurita tutta la carta. Inoltre si presenta irregolare. Può darsi che la soluzione di acido gallico si sia fatta vecchia, anche se ieri l'ho "rigenerata" con una piccola aggiunta di acido gallico fresco ed aceto-nitrato d'argento. Vuol dire che getto tutta la soluzione e ne preparo una fresca. Staremo a vedere.
Ciao
Enrico


Allego le immagini:





 

Inviato da: enrico il Apr 20 2007, 01:57 PM

Era proprio come pensavo: sviluppo invecchiato. Ho gettato tutto e ne ho preparato di fresco. Ho poi ripetuto l'esposizione per lo stesso soggetto (un minuto e mezzo), utilizzando un cartoncino da disegno liscio. Mi ricordavo infatti di una delle prime immagini ad annerimento diretto venute molto nitide, anche se disuniformi, grazie alla superficie liscia.
Ho baganto per bene il cartoncino e, quando si è asciutto, ho passato a pennello le due solite soluzioni.
Nello sviluppo (limpidissimo) l'immagine si è formata gradualmente prendendo forza. I neri sono neri e non tendenti al marroncino e c'è un buon contrasto. La distribuzione del sale sensibile non è risultata molto uniforme e fin'ora, per quanto riguarda l'uniformità dell'assorbimento delle soluzioni, niente è riuscito a superare il cartoncino per acquerelli.
Si distingue bene l'albero, i cui rami non sono molto nitidi a causa di una leggera brezza che li ha agitati tutto il tempo. Si nota anche l'edera sul muro ed in basso la trama delle betonelle.
Dopo lo sviluppo, la soluzione di acido gallico è risultata torbida a causa del fine deposito di argento metallico. Credo però che lo posso usare per qualche altro calotipo.
Un saluto
Enrico




 

Inviato da: enrico il Apr 22 2007, 12:41 PM

Cari amici, eccovi altri due calotipi fatti questa mattina.
Mostro il 39° in positivo ed allego il negativo dello stesso ed il positivo e negativo del 38°.
Un saluto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.



Si tratta di un autoritratto, tempo di posa 2 minuti.

La limitata nitidezza è dovuta alla trama della carta. Possibili soluzioni:

1 - formato pià grande. Questo comporterà questa estate la costruzione di una seconda macchina, più grande, con la quale utilizzerò un vecchio obiettivo in ottone di più lunga focale e maggior cerchio di copertura. Talbot, per il suo "Pencil of nature" utilizzava negativi grandi. Non sono riuscito a trovarne le dimensioni precise (se qualcuno riesce a fare questa ricerca con più fortuna di me, gliene sarò grato).

2 - Utilizzo di un supporto diverso dalla carta. Userò il vetro con l'albumina. Per seguire il corso della storia, passerò molto più in là alla pellicola, utilizzando i trasparenti che si usano per la stampa ink-jet e che hanno una faccia finemente zigrinata, cosa che assicurerà un migliore aggancio alla gelatina. A proposito di gelatina, ho fatto delle prove con la gelatina alimentare che è risultata troppo morbida. Ricordo di aver acquistato da ragazzo della "colla da falegname" detta anche "colla di pesce". Ricordo che era venduta in scaglie di colore scuro, simili a vetro. Vedo se è ancora in vendita.
Enrico







 

Inviato da: enrico il Apr 22 2007, 08:34 PM

Star fermi, immobili per due minuti, non è cosa facile. L'ho provato di persona. La mancanza di nitidezza è molto probabilmente dovuta anche alla impossibilità di fermare piccoli movimenti durante un tempo di posa così lungo, anche se ce l'ho messa tutta smile.gif .
Ho trovato una immagine di una posa prolungata, durante la quale il soggetto veniva tenuto immobile da un "poggiatesta".
Inserisco anche una immagine dello stabilimento di Talbot dove venivano prodotti in serie i calotipi per il "The pencil of nature". Le dimensioni sono maggiori dei miei cartoncini 12,5 cm x 13,9 cm.
Enrico




 

Inviato da: perrins87 il Apr 22 2007, 11:15 PM

Caro Enrico,
purtroppo in questi ultimi giorni sono molto impegnato e non ho trovato il tempo di passare qui sul forum.
Torno così dopo pochi giorni e... quali sorprese!
E' veramente un piacere per gli occhi e soprattutto per l'animo vedere che passi da gigante fai!
Che bella la "foto" (foto?) delle tue figlie, tu invece sei proprio regale! smile.gif

Leggo sempre con passione tutti i tuoi post, ma purtroppo le mie conoscenze tecniche sono davvero ridotte per poterti fornire qualche prezioso suggerimento.
Intanto permettimi di suggerirti un piccolo confronto, che stasera mi ha affascinato: http://www.nital.it/forum/uploads/1169799113/gallery_33004_7302_52029.jpg

Per quanto riguarda la colla di pesce essa è ancora in vendita e indovina per cosa viene usata... per le acconciature! Proprio così! I crestoni punk sono tipicamente realizzati con la colla di pesce! messicano.gif

A presto, ti seguo sempre con amicizia!
grazie.gif

Inviato da: exdanighost il Apr 23 2007, 01:10 PM

Scopro ora questo 3D e l ho letto tutto in 2 ore e mezza.
Non posso far altro che i complimenti, c'è posto per me sulla carrozza?

Grazie a te ho rivissuto i miei esperimenti anche se si tratta di un'altra cosa.

Inviato da: enrico il Apr 23 2007, 02:10 PM

QUOTE(exdanighost @ Apr 23 2007, 02:10 PM) *

c'è posto per me sulla carrozza?


Come no! Sali a bordo. Mangeremo un po' di polvere (le vie non sono asfaltate) ma il viaggio è piacevole.

Ciao Pietro. Ma quella per le acconciature è pura o ci sono altre sostanze dentro? Dove si trova?
Enrico

Inviato da: perrins87 il Apr 23 2007, 08:23 PM

Enrico... qui mi coglio in castagna! smile.gif
So che qualcuno la usa per quello scopo, ma non ho nessuna idea di dove possa essere procurata. Ho però ora letto rapidamente che è la stessa usata in cucina, quindi forse non è propriamente quella che cerchi.
Sto pensando a chi potresti chiedere... forse a un ferramenta (oppure a un parrucchiere!)

Inviato da: twinsouls il Apr 23 2007, 10:00 PM

La colla di pesce, al di fuori della cucina (dove peraltro non è più prodotta col pesce ma con la cotenna di maiale e le ossa bovine... wink.gif ), si usa nel restauro e nella doratura. La trovi, per esempio, al link che ti segnalo in privato (non si sa mai, il regolamento dice che non si possono linkare siti commerciali...) oppure (immagino) nei negozietti d'arte e colori. Oppure da un restauratore, specialmente di cornici antiche. smile.gif
Davide

Inviato da: enrico il Apr 25 2007, 11:41 AM

Grazie per le informazioni sulla colla di pesce.
Nell'attesa intanto di produrre altri calotipi, ho stampato delle etichette da mettere sulle bottiglie dei prodotti chimici ed ho costruito un piccolo sostegno per appendere i pennelli in verticale (in questa posizione si conservano meglio e durano di più, oltre ad occupare meno spazio sul bancone che comincia a diventare angusto). Ve ne mostro una immagine, nella quale ho voluto sperimentare il nuovo SB600 appena acquistato per affiancarlo all'SB800. Lo so, è un anacronismo parlare di queste cose, visto che non sono ancora arrivato al magnesio biggrin.gif (ma ci arriverò, non temete!). Intanto, per il nuovo acquisto, offro un bicchiere di rosolio a tutti.
Ho anche sistemato in un libretto le varie formulazioni trovate qua e là. Provo ad accludere anche questo per chi ne fosse interessato.
Un saluto
ENrico


 

 formulario_vario.pdf ( 150.01k ) : 259
 

Inviato da: marcelus il Apr 25 2007, 11:53 AM

insisto xchè questa discussione diventi una "NIKON EXPERIENCE".

sapere da dove si è partiti ... aiuta

Inviato da: exdanighost il Apr 25 2007, 01:48 PM

QUOTE(enrico @ Apr 25 2007, 12:41 PM) *

Intanto, per il nuovo acquisto, offro un bicchiere di rosolio a tutti.


Mi accontento di un bicchiere di limoncino. laugh.gif
Belle le etichette, soprattutto il carattere.
Non male il portapennelli, che dire Enrico ne hai di fantasia e di creatività.
Complimenti ancora noi siamo qua a supportarti.

Inviato da: perrins87 il Apr 26 2007, 09:57 PM

Grazie per il rosolio, lo prendo volentieri! smile.gif

Complimenti per il formulario, denota una passione non comune!

Io invece insisto perchè NULLA di questo lavoro vada perso, la mia sfera dice che qualcosa di veramente grande potrebbe nascere

Inviato da: enrico il Apr 27 2007, 08:51 AM

Ciao Marcelus, Exdanighost, Pietro.
Ieri mia moglie ha preparato un dolce e le ho fatto mettere da parte due chiare d'uova, per cimentarmi con l'albumina.
Come sapete e come ho ed avete potuto constatare attraverso le prove che sto facendo, un difetto del negativo su carta è nella trama della stessa che compare nell'immagine. La carta per acquerello poi l'ha molto evidente. La uso perché è quella che si è dimostrata la migliore per quanto riguarda l'assorbimento delle sostanze chimiche. Il dettaglio ne viene ridotto, anche se questo potrebbe avere un fascino tutto suo, facendo assomigliare la foto ad un disegno.
Ma Daguerre produceva delle immagini di una nitidezza estrema ed era in fondo proprio quella incisività nei dettagli la vera forza della nascente fotografia che le dava un vantaggio sulla pittura. Così i pionieri iniziarono a pensare ad un supporto diverso.
Una sensazione curiosa che provo con i miei autoritratti (3 fin'ora), prima molto vaghi e nebbiosi, l'ultimo più netto, è nella tensione di riuscire a venir fuori da una immaginaria barriera, un ostacolo che si sovrappone fra me soggetto e me immagine. E' una specie di sfida. E' come se stessi cercando di penetrare lo spessore del tempo. In questo ho presente tutti voi che mi seguite ed è come se stessi facendo uno sforzo per rendermi visibile. Non è solo un fatto tecnico, è qualcosa di più, non so se riesco a farmi comprendere.
Anche Talbot fece delle prove sul vetro. Ma quelle coronate da un certo successo furono quelle di Niepce nipote e di Gustave Le Gray. Il problema era quello di trovare un supporto che aderisse sufficientemente al vetro, che fosse trasparente ed in grado di assorbire i prodotti chimici. L'albume delle uova fu la prima risposta, quella definitiva la gelatina.
Anche se per i negativi l'albumina ebbe poca storia, perchè venne presto sostituita dal collodio, le carte albuminate per stampe positive ebbero invece un enorme successo per l'elevata qualità dei risultati. Sorsero delle fabbriche che consumavano centinaia di uova al giorno ed aumentò in maniera esponenziale il numero di allevatori di polli. Ho letto che la migliore albumina era quella di uova di galline vecchie (dovremmo allora aggiornare il famoso detto con "Gallina vecchia fa buon brodo e ... buone foto smile.gif )
Risperimenterò l'albumina sia col vetro che con la carta. Le uova però le ho prese al supermercato e sulla confezione non ho trovato scritta l'età della gallina laugh.gif
Ho scritto una mail al mio amico farmacista per vedere se ha del bromuro di potassio. Il bromuro di potassio, oltre a produrre con il nitrato d'argento bromuro d'argento, l'alogenuro più sensibile alla luce, se in eccesso, esercita una azione "frenante" sulle soluzioni di sviluppo, abbassando il velo (molto elevato nelle mie prove, come avrete avuto modo di osservare) e permettendo di ottenere delle immagini con bianchi puliti.
Da ieri ho momentaneamente interrotto le prove perchè sto costruendo uno stativo in legno per pannelli riflettenti, ma sono cose del 2007, il futuro smile.gif

Inviato da: maxiclimb il Apr 27 2007, 01:51 PM

La nostra carrozza del tempo si va sempre più affollata.
Eppure si sta comodi e ci si diverte.
Sarà grazie alla bravura del cocchiere? wink.gif

Sono curioso di vedere le prove con l'albumina.
Se andassero male, puoi sempre consolarti con il dolce di tua moglie! smile.gif


Inviato da: enrico il Apr 27 2007, 07:50 PM

Ciao Maxiclimb,
ho appena finito di costruire il sostegno per pannello riflettente (postato in accessori e dispositivi) e sono pronto a sperimentare l'albumina. Il dolce di mia moglie è nel frigo, per ogni evenienza biggrin.gif
Enrico

Inviato da: exdanighost il Apr 27 2007, 08:43 PM

Bè puoi sempre offrire la torta postando una foto biggrin.gif .
Poi se è buona è un, motivo in più per incontrarsi laugh.gif .

Attendiamo i tuoi risultati della pasta all'uovo blink.gif
ooops parlando di pappa, intendevo dire i risultati con l'albumina.

Inviato da: enrico il Apr 30 2007, 07:58 AM

Cari amici,
sto seguendo le previsioni del tempo...
Fino ad ora, per ottenere buoni calotipi, ho bisogno del sole pieno. Qui in Abruzzo il cielo è coperto e lo sarà ancora per qualche giorno. Per preparare l'albumina mi occorrono un paio di giorni:
a - primo giorno (in serata), aggiunta a due chiare d'uovo dello ioduro di potassio e frullare a neve il tutto. Lasciare quindi riposare per una notte.
b - al mattino, utilizzare il liquido viscoso che si raccoglie in basso per preparare la carta e le lastre e lasciarle asciugare. Quindi far coagulare l'albumina con una passata di ferro caldo.
E' un po' laborioso. Delicata è soprattutto la sensibilizzazione con il nitrato d'argento, a leggere Gustave Le Gray. Per le lastre di vetro lo strato d'albumina deve essere di spessore uniforme. Dovrò acquisire un po' di manualità nelle operazioni, per tentativi ed errori.
Intanto ho costruito una "forchetta" di legno da applicare al mio avvitatore per sbattere l'albume. Penso che ci rimetterò mano per approfondire gli incavi.
Un saluto
Enrico


 

Inviato da: twinsouls il Apr 30 2007, 08:28 AM

Carino lo "sbattitore"... Ma non facevi prima ad usare un normale sbattiuova elettrico, di quelli con le fruste in acciaio? ohmy.gif

Enrico, non passa giorno che la mia ammirazione per quello che stai facendo non cresca. smile.gif

Ti seguo ogni giorno, come immagino tanti altri, e mi faccio vivo solo ogni tanto... ma continuo ad essere incredibilmente affascinato da questa tua "impresa". smile.gif

grazie.gif
Davide

Inviato da: enrico il Apr 30 2007, 09:10 AM

QUOTE(twinsouls @ Apr 30 2007, 09:28 AM) *

Carino lo "sbattitore"... Ma non facevi prima ad usare un normale sbattiuova elettrico, di quelli con le fruste in acciaio? ohmy.gif



Ciao Davide,
sai, non voglio utilizzare, per principio, attrezzatura di cucina per i miei "intrugli". Anche se lo ioduro di potassio non è tossico, preferisco avere sul bancone tutto ciò che mi occorre ed usarlo esclusivamente per la fotografia. Oltretutto, così non invado il "territorio" di mia moglie... che così è più facilitata a sopportarmi biggrin.gif . E' una battuta, mi sopporta senza problemi.
E poi, mi diverte ideare oggetti e costruirli.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Apr 30 2007, 10:39 AM

Ho preparato un regolo, seguendo le indicazioni di Le Gray, per "raschiare" l'albumina dalle lastre di vetro, in maniera di lasciarne uno spessore uniforme. Le Gray suggerisce di sistemare, ai due lati di un regolo di vetro, delle striscette di carta che creino lo spazio appropriato. Però nel suo testo non fornisce alcuna indicazione su tale spessore. Ho deciso per uno spessore di un millimetro, considerando anche un certo ritiro dell'albumina durante la fase di asciugatura. E' una base di partenza, poi si vedrà.
Intanto ho anche preparato una soluzione satura di ioduro di potassio.
Infatti, ho qualche perplessità sui numeri di Le Gray (il testo è una copia dattiloscritta e chi ha provveduto alla trascrizione potrebbe anche aver letto male). Si parla di 183 grammi di chiare d'uova in cui sciogliere 7 gr di ioduro di potassio, 2 gr di bromuro ed 1 gr di cloruro.
La sommatoria fa 193 grammi. La cosa mi sembra strana perché generalmente nelle formulazioni si tende a fare cifra tonda.
Niepce nipote, il primo ad aver sperimentato l'albumina, parla di 2 o 3 chiare d'uova cui aggiungere da 12 a 15 gocce di una soluzione satura di ioduro di potassio. Credo inizierò con le indicazioni di quest'ultimo.
Enrico




 

Inviato da: perrins87 il Apr 30 2007, 01:31 PM

QUOTE(twinsouls @ Apr 30 2007, 09:28 AM) *

Carino lo "sbattitore"... Ma non facevi prima ad usare un normale sbattiuova elettrico, di quelli con le fruste in acciaio? ohmy.gif


ehehehehe e secondo te nell'800 esistevano? smile.gif beh forse neanche l'avvitatore, ma enrico non smetterà mai di stupirci con le sue costruzioni!
ricordo che in montagna una volta in assenza dello sbattiuova ho montato 6 chiare con una forchetta per una sacher rolleyes.gif (il segreto della sacher sono le chiare MOLTO ben montate, e infatti non venne nulla di che)
la volta dopo andai ad acquistare il caro buon vecchio sbattitore a manovella! wink.gif costa poco e rende bene

incredibile il regolo
attendiamo novità!

Inviato da: exdanighost il Apr 30 2007, 09:35 PM

Enrico non smetti mai di stupirci, sei un vulcano d'idee. guru.gif

Sto facendo la danza del sole perchè venga solo in Abruzzo. laugh.gif

Attendiamo i tuoi risultati.

Inviato da: enrico il Apr 30 2007, 10:20 PM

Cari amici,
intanto che aspettiamo il sole, ho sbattuto l'albume di due uova con 21 gocce di soluzione satura di ioduro di potassio e qualche goccia di soluzione di cloruro di sodio. L'avvitatore si è dimostrato poco adatto, dato il basso numero di giri. Ho così continuato a mano, utilizzando solo la "forchetta" di legno. Non mi dispiace, perché così è tutto più aderente alla Storia. La mousse riposerà per una notte e domattina preparerò carte e vetri. Vi farò sapere.
Enrico


 

Inviato da: enrico il May 1 2007, 10:22 AM

Ho appena terminato la seconda fase: ho preparato i vetri e le carte. Ora sono ad asciugare e nel pomeriggio dovrò far coagulare l'albumina col calore. Per le carte userò un ferro caldo. Per il vetro forse la fiamma del gas. Il timore è che si spacchino.
Per la stesa sul vetro non ho avuto problemi. Li ho puliti con carta da cucina ed alcool etilico, poi ho versato l'albumina prelevandola con un contagocce. Si sono formate delle bolle, ma le ho "risucchiate" una per una con lo stesso contagocce. Ho passato il regolo, ma la stesa è risultata abbastanza regolare. Se il vetro è ben orizzontale, la gravità e la tensione superficiale fanno il resto.
Per la carta è stato più difficile. Ho iniziato a ricoprirne una con la stessa tecnica del vetro, ma poi ho seguito il metodo di Le Gray. Il problema è che con la carta è molto difficile eliminare le bollicine che si formano in maggior numero e si presentano in fitti aggregati di piccole dimensioni, anche al di sotto del millimetro. Ho preparato 4 vetri e 7 cartoncini. Di questi, 5 del tipo per acquerelli, 2 con cartoncini di diverso tipo.
E dire che, vista la quantità delle due chiare nel barattolo, pensavo riuscissi a ricoprire solo qualche vetro.
Vi allego qualche immagine.
Un saluto
Enrico

Nella foto "sgocciolare", l'altra mano ha provveduto a reggere la macchina ed a scattare.


Il cielo è sempre coperto. Sembra però che l'albumina, una volta coagulata, si conservi a lungo.








 

Inviato da: enrico il May 1 2007, 04:51 PM

Continuo a relazionarvi.
Ho passato con il ferro da stiro ben caldo i cartoncini albuminati, interponendovi un foglio di carta bianca. Nella foto, quello a sinistra è il primo: ho insistito evidentemente troppo ed è un po' "arrostito". Ma mi è servito per aggiustare il tiro. Gli altri sono come quello a sinistra.
Il cartoncino da disegno liscio non è ancora completamente asciutto, ma presenta una superficie vellutata, come una carta da stampa di oggi.
L'albumina su vetro non è ancora asciutta, a causa del supporto non assorbente.
Un saluto
Enrico


 

Inviato da: perrins87 il May 1 2007, 05:35 PM

Complimenti Enrico, che perfezione! smile.gif
Anche il 1o maggio non ti fermi un secondo
chissà che emozione accarezzare la carta albuminata...

Inviato da: enrico il May 1 2007, 07:19 PM

QUOTE(perrins87 @ May 1 2007, 06:35 PM) *

Complimenti Enrico, che perfezione! smile.gif
Anche il 1o maggio non ti fermi un secondo
chissà che emozione accarezzare la carta albuminata...

L'emozione più bella sarà se riuscirò ad ottenere immagini di qualità Pietro. Ho fiducia nel vetro. A vederlo, lo strato di albumina che si va consolidando, è uniforme e trasparente. Se tutto andrà bene, credo che il dettaglio sarà sensibilmente superiore a quello ottenuto fin'ora. Sul piano chimico, devo vedere di procurarmi il bromuro di potassio.
Se gli esperimenti con il vetro dovessero risultare positivi, proverò a stamparli su carta albuminata col processo negativo-positivo.
La strada da percorrere è ancora lunga, per fortuna. Alla fine di essa, quando questa avventura sarà giunta al termine, credo che alla soddisfazione del percorso compiuto si aggiungerà un velo di tristezza. Dover scendere dalla carrozza...
Enrico

Inviato da: twinsouls il May 1 2007, 10:16 PM

Tranquillo, Enrico, la storia della fotografia è lunga, e se vuoi ripercorrerla tutta ci vorrà del tempo. smile.gif
Voglio vederti arrivare a fare l'FP4 e la Velvia... e i sensori digitali! wink.gif

Per ora però mi stragodo questo viaggio nel tempo... E' di gran lunga la cosa più interessante che ho letto sul Forum da sempre. Ed è anche una cosa che mi fa riflettere molto... sul rapporto che abbiamo con la fotografia, ad esempio, e su quello che dovevano avere questi primi inventori-fotografi. E anche sulla tecnica, sulle conoscenze necessarie, sulla passione e il tempo e la curiosità e la scoperta e le cose che diamo per scontate e la tecnologia e quello che le deleghiamo e... smile.gif

C'è così tanto, in questo tuo lavoro, e così tanto altro ad esso collegato.

Di nuovo, grazie.gif

Davide

Inviato da: enrico il May 2 2007, 04:43 AM

QUOTE(twinsouls @ May 1 2007, 11:16 PM) *

Ed è anche una cosa che mi fa riflettere molto... sul rapporto che abbiamo con la fotografia, ad esempio, e su quello che dovevano avere questi primi inventori-fotografi.


Ciao Davide,
è vero, il rapporto che abbiamo con la Fotografia diviene diverso, se lo agganciamo alla storia, al suo divenire.
Io ho riprovato lo stupore di quando ne feci conoscenza da bambino; non di quando vedevo le foto che mio padre ci faceva nelle varie occasioni (erano immagini già complete, finite, di cui non avevo vissuto la genesi), ma di quando mi regalò delle carte 6 x 9 vergini ed io mi divertivo a ricoprirle di oggetti e ad esporle al sole.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il May 2 2007, 01:25 PM

Cari amici,
questa mattina, mentre aspettavo che le figlie si preparassero per la scuola, seguendo quanto letto sul "Traité pratique de Photographie sur papier et sur verre" di Gustave Le Gray:

"Si lasciano in seguito seccare le lastre di vetro in posizione orizzontale, tenendole a riparo dalla polvere. Quando lo strato si è seccato mettete le lastre di vetro ad una temperatura da 70 a 90 gradi; ciò che fate sia davanti a un fuoco ardente, sia rinchiudendole in una bacinella di cuoio argentata, munita di un coperchio, che mettete al di spora della bacinella d’acqua che bolle da me descritta alla quarta operazione del negativo. L’azione del calore fa screpolare lo strato di albumina che diviene allora perfettamente insolubile e pronta a ricevere l’azione dell’aceto-nitrato d’argento. i vetri così preparati possono conservarsi indefinitamente."

Non accendendo più da qualche settimana il caminetto, ho passato i vetri per 10 - 15 secondi sulla fiamma del gas, tenendoli ad una quindicina di centimetri e muovendoli continuamente.
Allego l'immagine dei 5 vetri pronti a ricevere il bagno di nitrato d'argento e due particolari dove si vedono le particolarissime screpolature provocate sull'albumina dal calore.
Un saluto (ma come si salutava nell'800?)
Enrico

e la terza:






 

Inviato da: perrins87 il May 2 2007, 03:21 PM

Che belle immagini, e che bei racconti smile.gif Sembra di essere accanto a te mentre con grande perizia fai passare le lastre sul fuoco!

Ora mi sto preparando a queste due settimane di esami, ma quando le finisco ho una piccola sorpresa per te: domani rinnovo il mio spazio web, volevo creare un form per l'upload di tutto il materiale che vorrai, se ti può ancora servire un deposito virtuale! (sai com'è... qui nella metropoli nessuno ha il classico "garage con banco da lavoro" quindi lo spazio che ti posso offrire è virtuale!)

Inviato da: enrico il May 2 2007, 03:54 PM

QUOTE(perrins87 @ May 2 2007, 04:21 PM) *

Che belle immagini, e che bei racconti smile.gif Sembra di essere accanto a te mentre con grande perizia fai passare le lastre sul fuoco!

Ora mi sto preparando a queste due settimane di esami, ma quando le finisco ho una piccola sorpresa per te: domani rinnovo il mio spazio web, volevo creare un form per l'upload di tutto il materiale che vorrai, se ti può ancora servire un deposito virtuale! (sai com'è... qui nella metropoli nessuno ha il classico "garage con banco da lavoro" quindi lo spazio che ti posso offrire è virtuale!)


Grazie Pietro per la tua gentilezza e disponibiità.
In bocca al lupo per gli esami!
Enrico

Il banco da lavoro che ho in garage, è la mia migliore opera di falegnameria perché, quando l'ho costruito, non avevo un "banco da lavoro"... biggrin.gif

Inviato da: enrico il May 5 2007, 09:35 PM

Cari amici,
a causa del persistente cattivo tempo qui nel centro dell'Abruzzo, le lastre e le carte albuminate sono pazientemente in attesa del sole.
Qualche giorno fa ho fatto alcune foto alle mie figlie con i miei recenti acquisti: un SB 800 ed un SB 600. Mi è venuto quindi da pensare ai vecchi lampi di magnesio. Io me li ricordo. Quando ero piccolo, mio padre li ha usati, prima che uscissero le lampadine col filamento di magnesio all'interno. Vi mostro una foto in cui ci sono io e mio fratello ripresi con il "lampo". Mio padre raccontava che io dicevo "Papà ci ha fatto la fotografia col temporale", perché per me il lampo ed il temporale erano collegati smile.gif
La macchina a soffietto ha ancora il foro sulla piastra portaottica, al quale fissava un congegno da lui costruito che provvedeva alla sincronizzazione con lo scatto. In pratica, lo scatto flessibile mandava giù la levetta che si vede alla sinistra dell'obiettivo, cosa che chiudeva un circuito che faceva saltare un fusibile che innescava l'accensione della polvere di magnesio. Quando papà passò alle più moderne lampade flash, mi regalò diverse bottigliette con la polvere di magnesio che io usai, mi pare di averlo già detto, per abbellire gli effetti dei giochi di prestigio ai quali allora mi dedicavo.
Ho ritrovato su di un libro della prima metà del secolo scorso, un capitolo dedicato alla luce lampo che ritengo interessante e che vi riporto per intero:

Lampi di magnesio

Attenzione che certe sostanze sono esplosive e devono essere manipolate con cautela. Le miscele non devono essere polverizzare in mortaio ma isolatamente, ed il cloruro di potassa può esplodere anche quando si polverizza da solo.
1) magnesio in polvere p. 1
nitrato di potassa p. 1

2) magnesio in polvere p. 4
permanganato di potassa p. 3

3) magnesio in polvere p. 1
clorato di potassa p. 2

4) magnesio in polvere p. 3
clorato di potassa p. 6
solfuro di antimonio p. 1

5) magnesio in polvere p. 4
permanganato di potassa p. 5
bicromato di potassa p. 5

Le miscele suddette sono tutte per lampi.
Diamo altre formule per durata di luce più o meno lunga:

1) clorato di potassa p. 15
alluminio in polvere P. 5,5
solfuro di antimonio p. 3,5
dà una luce della durata di un quinto di secondo.

2) clorato di potassa p. 12,3
alluminio in polvere p. 5,5

3) clorato di potassa p.6,3
magnesio in polvere p. 3,7
dà un lampo di mezzo secondo circa

4) clorato di potassa p. 6
solfuro di antimonio p. 1
magnesio in polvere p. 3
dà un lampo di mezzo secondo circa

5) magnesio in polvere p. 4
polvere da caccia p. 1
dà un lampo di più di mezzo secondo

6) magnesio in polvere p. 8
bicarbonato di potassa p. 10
permanganato di potassa p. 10
dà un lampo di più di mezzo secondo

Tutte le miscele si mettono in un cartoccio di carta velina sottile. Si sospende il cartoccio con un filo e si incendia per mezo di un secondo filo attaccato all’estremità inferiore del cartoccio stesso.

Per fotografare interni, grotte ed ambienti di una certa capacità e poco illuminati, coi maggiori dettagli possibili, è ottima la seguente miscela:

polvere di magnesio p. 20
nitrato di bario p. 30
zolfo fiori p. 4
sego di bue p. 7

si fonde il sego e si aggiungono gli altri prodotti dopo averli mescolati intimamente facendoli passare attraverso le maglie di uno staccio finissimo. La miscela si cola in uno stampo di zinco. Uno stampo del diametro di cm 8 per 10 di altezza contiene circa 500 gr di questa miscela e può dare una luce della intensità di ventimila candele. Questa luce impiegata come segnalazioni è stata scorta ad una distanza di 100 chilometri.

Polveri a combustione lenta:
Case tedesche hanno brevettato delle composizioni che non sono veri lampi, perché dapprima bruciano diffondendo una luce rossastra, poco attinica, che poi si fa più intensa fino a raggiungere il massimo di splendore. Questa combustione presenta innegabile il vantaggio che le persone si vanno abituando alla luce intensa e quindi nella fotografia non mostreranno occhi spaventati o semichiusi.
Ecco le formule:

1) permanganato di potassa p. 30
limatura di zinco p. 10
limatura fine di ferro p. 60

2) nitrato di potassa p. 30
limatura fina di ferro p. 30
magnesio in polvere p. 20
alluminio in polvere p. 220

3) perossido di bario p. 33,3
magnesio in polvere p. 33,3
alluminio in polvere p. 33,3
una luce di magnesio della durata di circa 5 secondi è ottenuta con la seguente miscela:

polvere di magnesio p. 5
nitrato di cerio p. 3
carbonato di stronzio p. 2
la miscela si colloca in una bustina di carta pergamena e si incendia con una miccia di carta.

Nastri di magnesio:
si sciolgono gr. 1,5 di clorato di potassa in 30 cmc di alcool e si aggiunge alla soluzione 150 gr di collodio al quale saranno stati prima mescolati gr 60 di magnesio in polvere. Si agita bene la miscela in un barattolo a bocca larga in modo che tutto sia bene amalgamato. Si prepara una striscia di vetro, che deve essere ben tersa e soffregata con polvere di talco, ed al centro si versa poca della mistura e si muove la lastra in modo che copra, uniformemente, tutta la superficie, inclinandola a destra e a sinistra, avanti e all’indietro, e collocandola quando tutta coperta, sopra una superficie piana lasciandola asciugare. Questa operazione deve essere eseguita lontano da fiamme perché i vapori della miscela sono infiammabilissimi. Quando la soluzione sul vetro sarà quasi essiccata, con un temperino bene afflato, e con una vecchia lametta di rasoio, si toglie lo strato tutto all’intorno su una distanza di qualche millimetro dal bordo. Si tira la pellicola leggermente che senza difficoltà si staccherà dal vetro, se questo, ripetiamo, è stato previamente bene pulito per togliergli ogni macchia, specie di untume e leggermente talcato. La pellicola si taglia a strisce, che si conservano fra fogli di carta sottile. Pel l’uso si prende un pezzo di questa striscia, lo si fissa ad un supporto e con un fiammifero le si dà fuoco all’estremità in basso. Dopo una o due prove si potrà sapere quanto nastro è necessario per una illuminazione di una certa durata.

Carta al magnesio:
invece del nastro si può impiegare della carta che fornisce una luce simile a quella del lampo o del nastro. Si prende della carta asciugante, la si immerge per qualche minuto in una soluzione concentrata di nitrato di potassa. Si sospende il foglio lasciandolo asciugare, quando asciutto lo si spolvera con della polvere di magnesio. Il foglio si incendia fornendo una luce viva di magnesio.

Lampi per fotografie su lastre ortocromatiche:
carbonato di litio p. 1
carbonato di calcio p. 1
magnesio in polvere p. 20

Lampi per fotografie su lastre pancromatiche:
buoni risultati si ottengono col filtro giallo impiegando la seguente miscela:
magnesio p. 30
nitrato di ammonio p. 1,7
ossalato di stronzio p. 3,5
ossalato di soda p. 3,5

Candele di magnesio:
invece del lampo di magnesio occorre talvolta avere una luce che abbia una certa durata. La miscela seguente è adatta allo scopo avendo la composizione della luce del bengala, bianchissima. Le polveri devono essere polverizzate separatamente e quindi intimamente mescolate. Si farà una specie di candela con della carta resistente e la si riempirà con:
nitro gr 60
zolfo gr 20
solfuro d’antimonio gr 10

Nota: se il lampo di magnesio deve servire per fotografare una persona od un gruppo è necessario che nel locale la lampada elettrica rimanga accesa. Se il lampo illumina il soggetto di fronte, questo assumerà un aspetto marmoreo con occhi da spiritato, perderà la naturalezza dell’espressione e sarà ottimo di interporre fra sorgente luminosa e soggetto un diffusore traslucido, per esempio un pezzo di tela da disegno.
Disponendo di corrente elettrica si può costruire una lampada a magnesio facendo funzionare l’interruttore dell’apparecchio fotografico con la pera, e provocando un corto circuito. Iol filo fusibile della valvola fondendo accende la miscela di magnesio ottenendo il lampo.

Fumo dei lampi di magnesio.
Per impedire che il fumo del magnesio si spanda per l’abitazione basta collocare sopra il luogo dove si produce il lampo, uno straccio di lana bagnato che assorbirà la maggior parte del fumo. Si può collocare il nastro, la carta o l’involtino contenente magnesio entro una specie di sacco che sarà aperto dalla parte che il magnesio deve illuminare. Questo sacco deve avere grandezza sufficiente per permettere alla luce di spandersi uniformemente. Si può impiegare un vecchio pezzo di tela che sarà reso incombustibile immergendolo per mezz’ora in un bagno caldo a 50°C composto di:

fosfato d’antimonio p. 5
sale comune p. 2
acqua p. 90
eseguito il lampo si porta il sacco all’aperto per vuotarlo del fumo. Se la tela dovesse essere lavata, bisogna rinnovare il bagno per ridargli l’incombustibilità.

Enrico






 

Inviato da: enrico il May 5 2007, 09:47 PM

Ho fra le mie cose, un regolo esposimetrico, che permette anche il calcolo della quantità di polvere di magnesio da utilizzare. In pratica, si inserisce la sensibilità del materiale sensibile (in DIN) nella finestrella in basso, facendo ruotare i dentini del disco mobile sulla destra. Si porta poi il dentino posto in corrispondenza della distanza di ripresa fino all'arresto e si legge, in corrispondenza dei valori di diaframma in basso, i grammi di polvere necessaria. Sul retro ci sono indicazioni sulla "Polvere luce lampo Agfa" e sui "sacchetti di polvere per luce lampo Halox":
sacchetti luce lampo Halox contenuto A 1,5 grammi; B 3 grammi.

Il regolo:




 

Inviato da: marcelus il May 6 2007, 10:02 AM

illuminante

Inviato da: enrico il May 6 2007, 10:22 AM

QUOTE(marcelus @ May 6 2007, 11:02 AM) *

illuminante


Ciao Marcelus,
sono cose che ci fanno apprezzare ancora di più le moderne e sofisticate attrezzature e ce ne fanno comprendere più appieno il significato.
Io credo che, se non ci interessiamo della Storia della Fotografia, è come entrare a vedere un film già cominciato da diverso tempo. Possiamo apprezzarne le scene, la regia, gli attori, ma non riusciremo a comprenderlo appieno.
Nonostante il cielo nuvoloso, ho sensibilizzato una lastra all'albumina e l'ho esposta per quattro minuti. Durante la sensibilizzazione, ho potuto apprezzare il procedere della reazione di precipitazione fra il nitrato d'argento (in una vaschetta di vetro) e lo ioduro presente nell'albumina. Infatti si è lentamente formato uno strato bianco lattiginoso, per la verità non molto uniforme, visto che ho utilizzato (essendo la prima prova) la lastra meno riuscita in fase di preparazione. L'ho immersa nello sviluppo a base di acido gallico, ma all'inizio non è comparso niente, tanto che iniziavo a disperare. Riflettendo però, mi son detto che il tempo occorrente doveva essere per forza più lungo, visto che la soluzione doveva diffondere attraverso un mezzo solido (l'albume coagulato tramite il ferrro da stiro, per renderlo insolubile al fine di evitare che si sciogliesse a contatto dei bagni) e non semplicemente le fibre della carta.
Sono tornato a vedere e, in un angolo, si nota una immagine ben definita. Ora vado a vedere se lo sviluppo è andato ancora avanti.
A fra poco
ENrico

Inviato da: marcelus il May 6 2007, 11:20 AM

attendo...sviluppi laugh.gif

Inviato da: enrico il May 6 2007, 12:08 PM

Ecco la foto. Si vede solo il cancelletto con la cassetta della posta, la parte della scena che aveva più contrasto. La nitidezza dei particolari è buona, a parte un effetto tipo "reticolatura". Non ho usato il phon per l'asciugatura, quindi è da imputare all'effetto del ferro da stiro probabilmente. Ma la stesa e la coagulazione sono avvenute seguendo le indicazioni di Le Gray il quale parla di "screpolatura dello strato di albumina", cosa quindi normale. Sarà forse più evidente a causa della sottoesposizione?
Riproverò alla prossima giornata di sole (e di pochi impegni huh.gif ), con una delle lastre migliori e/o con la carta, rinnovando il bagno di sviluppo e quello di fissaggio.
Un saluto
Enrico

inserisco anche il particolare ingrandito






 

Inviato da: exdanighost il May 7 2007, 08:02 AM

Per quanto riguarda le polveri:

E luce fu!

guru.gif sarà un particolare, ma per testare le lastre di vetro all'albumina, credo che ci sia un riscontro positivo.

Si aspetta la latra intera, ed il sole ovviamente.

Inviato da: enrico il May 7 2007, 05:30 PM

QUOTE(exdanighost @ May 7 2007, 09:02 AM) *

guru.gif sarà un particolare, ma per testare le lastre di vetro all'albumina, credo che ci sia un riscontro positivo.
Si aspetta la latra intera, ed il sole ovviamente.


Ciao,
mattinata col sole splendido, ma io ero a scuola mad.gif
Per le lastre, le immergo nella soluzione di nitrato d'argento (nel passato si chiamava "azotato d'argento") anziché passarle a pennello. Ho quindi adibito una bacinella di vetro allo scopo. Poiché si tratta di una sostanza che si altera alla luce, oggi pomeriggio ho costruito una "scatola" in cartoncino nero nel quale ho inserito la bacinella. E' inutile che riversi ogni volta la soluzione in una bottiglietta anche perché se ne perderebbe un po' nel travaso e, trattandosi di una soluzione costosa...
Enrico

Inviato da: enrico il May 8 2007, 08:27 PM

Cari amici, Eureka!
questo pomeriggio la giornata è stata splendida ed ho approfittato per eseguire una seconda prova con l'albumina. Ho sensibilizzato una seconda lastra e l'ho esposta per 5 minuti. C'era vento e durante l'esposizione la vegetazione si muoveva. Per movimentare il muro di cinta, bianco e vuoto, vi ho appoggiato una delle biciclette dei miei figli. Durante l'esposizione sono passate due ragazze col monopattino. Poi è passato un vicino che, vista la macchina e me vicino ad essa (anche se era mimetizzata fra i gerani dell'ingresso), si è fermato chiedendo: "Posso passare?". Pensava forse ad un'istantanea, ma in 5 minuti di posa, i passanti non vengono certo registrati.
Ho sviluppato in una soluzione fresca di acido gallico (ho anche rinnovato il fissaggio). Ho letto che l'albumina è meno rapida del calotipo e debbo dire che è vero. L'immagine ha impiegato del tempo per cominciare ad apparire. Sono comparsi per prima il muro di cinta ed il cielo (ho messo sotto la bacinella di vetro un cartoncino bianco per seguire lo sviluppo, visto che ora ho a che fare non con la carta ma con una trasparente lastra di vetro). Il muro si è scurito in maniera non uniforme all'inizio, essendo comparso per prima un lato. Scrutavo per vedere se compariva la bicicletta. Ho fatto proseguire lo sviluppo per circa un'ora, durante la quale i vari particolari si sono fatti lentamente pià intensi e distinti. E' chiaro che debbo aumentare il tempo di posa, almeno a 10 minuti. Se dovessi decidere di farmi un ritratto, ne avrò da penare blink.gif
Il contrasto è elevato, ma questo dipende dall'aver "tirato" il negativo sottoesposto. Si vedono bene al centro le xxx di neve di un grosso cespuglio oltre il muro di confine e le betonelle del viale, col tombino.
La scansione peggiora un po' la qualità dell'immagine: così come la vedo ad occhio nudo è molto più definita. Danno un po' fastidio le screpolature causate dal ferro da stiro. Dovrei provare con nuove lastre (quando finisco quelle che ho preparato) senza passare il ferro...
Provo a fare una riproduzione per via fotografica anziché con lo scanner.
Ora che ho imparato a produrre lastre trasparenti, posso preparare delle carte ad annerimento diretto, sempre all'albumina, sostituendo allo ioduro di potassio, il cloruro di sodio, e procedere al processo negativo-positivo, senza passare per lo scanner. Ho letto che le stampe ad annerimento diretto sono superiori come profondità dei neri e gamma tonale, a quelle per sviluppo. Nel passato hanno avuto molta fortuna e mi pare si chiamassero "carte aristotipiche". La via è ancora lunga e la carrozza continuerà per la sua strada ancora per un po' smile.gif
Vedremo se, esponendo di più la prossima lastra (me ne rimangono 3), avremo una migliore qualità.
Un saluto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


 

Inviato da: enrico il May 8 2007, 08:50 PM

Noto che il nome della pianta oltre il muro di cinta mi è stato sostituto (esiste qualche programma automatico di controllo?) con XXX biggrin.gif

Inviato da: twinsouls il May 8 2007, 10:36 PM

QUOTE
Noto che il nome della pianta oltre il muro di cinta mi è stato sostituto (esiste qualche programma automatico di controllo?) con XXX

Sì, credo che si chiami "XXX.exe"... biggrin.gif Ci sono state diverse discussioni sul "censore automatico" e i suoi eccessi, ma al momento credo che dovremo tenercelo com'é. smile.gif

Intanto ci godiamo i tuoi progressi... quasi come se fossero anche nostri. rolleyes.gif

Te l'ho già detto tante altre volte, ma non credo che una in più possa far male alla salute: grazie.gif

Davide

Inviato da: exdanighost il May 9 2007, 02:07 PM

Torno adesso dal lavoro, chiaramente sono stanco, accendo il PC, vado a cercarmi il 3D e vedo che siamo a 14 pagine, l'ultima volta (due girni fa) eravamo a 13 pagine, mi si apre la 14° pagina e cosa vedo campeggiare:

EUREKA


Mi ci voleva per tirarmi su non posso che dire: Enrico grazie.gif .
Forza carrozza che il viaggio è lungo, ma ci sentiamo un po' bambini che viaggiatori.

Inviato da: marcelus il May 9 2007, 03:03 PM

già me lo gusto il nostro Enrico, nella piazza del paese, in abito d'epoca pronto a dispensare lastre a tutti.

complimenti

Inviato da: enrico il May 9 2007, 07:33 PM

Cari amici,
grazie per la compagnia che mi fate. Sapere che ci siete, mi stimola a "frustare il cavallo". Un'altra tappa. Oggi pomeriggio ho esposto la terza lastra albuminata (ne restano due). Quando l'ho sensibilizzata, immergendola nel bagno di nitrato d'argento, ho seguito la reazione di formazione del precipitato di ioduro. Lo ioduro, così come il cloruro d'argento (mi pare di averlo già detto), si presenta come un deposito biancastro. Ho notato che lo strato non era uniforme, ma più denso su di un lato della lastra. Poiché nell'albume lo ioduro ha avuto tutto il tempo di diffondersi per bene durante la preparazione e l'agitazione quando l'ho portato a neve e il contatto con il nitrato è avvenuto per immersione completa e non tramite pennello, non può dipendere da una irregolarità di concentrazione, ma da una disuniformità nello spessore dell'emulsione. Anche il “righello” non è stato sufficiente a pareggiare lo strato. Il vetro dovrebbe essere perfettamente in piano mentre l’albumina si rapprende, ma non è cosa facile. La soluzione sarebbe quella di mettere la lastra in lenta rotazione, ma sarebbe il caso di costruire un simile aggeggio se prevedessi una produzione “industriale”.
Il risultato è che il negativo risulta sovraesposto verso l’angolo superiore sinistro. L’esposizione è stata di dieci minuti e lo sviluppo è durato quasi un’ora. Ho dovuto prolungarlo un po’ per cavar fuori un po’ di particolari dalle ombre. La parte scura presenta una specie di velo dicroico. Vi mostro la scansione del negativo ed il corrispondente positivo. Poiché non rende la sensazione di nitidezza e di ricchezza di dettaglio così come la vedo dal vivo, ho riprodotto il negativo e dei suoi particolari con la D200. Se osservate il “particolare 3”, vi potete rendere conto del livello di dettaglio (si riesce a leggere la targa dell’auto se si ingrandisce un po’) che l’uso del vetro consente. La carta, a causa delle fibre irregolari di cui è composta, assorbe le soluzioni in maniera irregolare, l’albumina non ha fibre, è omogenea. Si notano solo (ma viste da un certo angolo no) le screpolature prodotte dal ferro da stiro, come sulle parti chiare del “particolare 2”. Devo provare a preparare qualche lastra senza passarvi il ferro.
Dimenticavo, ho sensibilizzato ed esposto anche un foglio di carta alluminato, passandovi a pennello il nitrato. Ma il risultato è stato da gettare. Ho capito che con l’albumina funziona solo l’immersione, il pennello va bene per i calotipi.


Alla prossima tappa, io riprendo la strada.


Enrico


Scusate, mi sono accorto di aver indicato male i "particolari", invertendoli. Il dettaglio dell'auto è sul "particolare 2".














 

Inviato da: exdanighost il May 9 2007, 08:07 PM

Scusa Enrico, forse mi è sfuggito, ma come rroduci con la D200 le lastre?
Che ottica usi? Come posizioni le luci? grazie.gif

Inviato da: enrico il May 9 2007, 08:40 PM

QUOTE(exdanighost @ May 9 2007, 09:07 PM) *

Scusa Enrico, forse mi è sfuggito, ma come rroduci con la D200 le lastre?
Che ottica usi? Come posizioni le luci? grazie.gif

Guarda, i calotipi e le due lastre precedenti le ho sempre riprodotte con lo scanner. Ho usato solo oggi la D200 col 60 mm Micro, ma in maniera "approssimativa" come dice un comico in TV, cioè ponendola su di un cartoncino bianco (cosa sbagliata perché le ombre si riproducono sul supporto oltre lo spessore del vetro) , stando al coperto per cercare di evitare i riflessi e, per giunta, a mano libera. Insomma, tutto quello che non si deve fare.
L'ideale sarebbe porre la lastra su di un vetro opalino uniformemente illuminato dal retro e fotografare con macchina su cavalletto, magari con telecomando, per evitare le vibrazioni, in un ambiente buio per evitare i riflessi. Ho realizzato un "accrocco" del genere per riprodurre le diapositive, ma è troppo piccolo per il mio formato calotipico biggrin.gif
Ciao
Enrico
P.S. Parlando di carrozze, ho trovato una foto (lastra al gelatino bromuro) di Eugène Atget, Parigi, fine 1800.



 

Inviato da: exdanighost il May 9 2007, 09:29 PM

Immaginavo un obiettivo micro, ma comunque sei un miniera d'idee, sono sicuro che qualche cosa ti verrà in mente, intanto ci penso e poi ti farò sapere.
Però la lastra mi sembra bella nitida.
Ma il gelatino bromuro ha qualche differenza con l'albumina?

Inviato da: enrico il May 10 2007, 06:31 AM

QUOTE(exdanighost @ May 9 2007, 10:29 PM) *

Però la lastra mi sembra bella nitida.
Ma il gelatino bromuro ha qualche differenza con l'albumina?

Si, ce l'ha: è più moderno e viene dopo il collodio.
Le tappe storiche sono, in estrema sintesi ed in riferimento ai materiali sensibili:


eliografia (Niepce)
dagherrotipo (Daguerre)
calotipo (Talbot),
albumina (Niepce nipote, Le Gray),
collodio (Archer),
gelatina (Maddox e successivi perfezionatori).

Non dico di altre, tipo l'ambrotipo (che è comunque una applicazione del collodio), ferrotipo ecc. che sono in un certo senso secondarie, anche se alcune di esse ebbero una discreta diffusione.

La gelatina al bromuro d'argento è quella che si usa anche oggi. Si tratta di gelatina animale. Quando chiedevo qualche post addietro della "colla di pesce", è perché pensavo a quest'ultima tappa storica.
Buona giornata
ENrico



Inviato da: apeiron il May 10 2007, 04:46 PM

Ciao Enrico,
raro il livello della tua ricchissima ricerca. Come ho avuto già modo di dire, sei una preziosa risorsa per questo forum. Contagiosa, oltretutto. guru.gif guru.gif

Quando inizi ad occuparti delle prime esperienze sul colore, italiane e non?
Un caro saluto,
apeiron


Inviato da: enrico il May 10 2007, 05:33 PM

QUOTE(apeiron @ May 10 2007, 05:46 PM) *

Ciao Enrico,
raro il livello della tua ricchissima ricerca. Come ho avuto già modo di dire, sei una preziosa risorsa per questo forum. Contagiosa, oltretutto. guru.gif guru.gif

Quando inizi ad occuparti delle prime esperienze sul colore, italiane e non?
Un caro saluto,
apeiron


Ciao Apeiron,
è sempre un grande piacere risentirti!
Per il colore si può fare biggrin.gif . Le mie emulsioni sono blu sensibili e cieche al verde ed al rosso. Nella mia seconda prova all'albumina, quella con la bicicletta, c'era un bel cielo blu intenso con una nuvola cumuliforme che contrastava con esso. Il risultato è però un bianco uniforme.
Per sensibilizzare le emulsioni al verde ed al rosso, dovrei procurarmi:
dell'eritrosina, un colorante istologico che si usa in microscopia. Poiché è di colore rosso, assorbe la radiazione verde rendendo le lastre ortocromatiche. Ho perfino delle formule:

(Eder):
soluzione di eritrosina all'1 p. 500 cc. 2 a 4
ammoniaca cc. 1
acqua distillata cc. 200

Per renderle sensibili al rosso (pancromatismo):

soluzione alcoolica di cianina (1:1000) cc. 6
soluzione alcoolica di codeina (1:1000) cc. 34
anilina pura gr. 34
acqua distillata cc. 960

Una simpatica curiosità: in alcuni vecchi ricettari, invece di acqua distillata, si parla di "acqua piovana" smile.gif

Si tratterebbe poi di effettuare tre esposizioni con tre filtri per ottenere i negativi di separazione e ripercorrere le orme di Louis Ducos du Hauron...
se non mi stanco fino ad allora, si può fare wink.gif
Ciao
Enrico

Inviato da: enrico il May 13 2007, 12:16 PM

Cari amici,
qualche giorno fa ho sensibilizzato la quarta lastra. L'ho fatta permanere nel bagno per alcuni minuti e, quando sono andato a riprenderla, oltre alla irregolarità della stesa, mi sono accorto che la parte più sottile si era come "staccata" dal vetro e, essendosi imbevuta di liquido, aveva aumentato la propria larghezza, formando delle pieghe. Non l'ho esposta e l'ho lasciata al buio ad asciugare. Oggi, mentre sensibilizzavo la quinta ed ultima lastra, l'ho ripresa e mi sono accorto che si era leggermente scurita. Evidentemente le lastre all'albumina vanno usate fresche, entro qualche giorno. Anche la quinta lastra presenta una stesa di spessore diverso sui due lati. Quella più spessa è anche quella che presenta più "crepe" e che ha bevuto più soluzione. L'altra non si è sensibilizzata.
L'ho esposta ed ora è ad asciugare, ma presenta una immagine solo su di una metà.
La prossima settimana sono carico di impegni. Successivamente preparerò delle lastre fresche e, con l'esperienza di queste prime, spero di raggiungere risultati migliori.
Enrico




 

Inviato da: enrico il May 13 2007, 12:50 PM

Il risultato della scansione della quinta lastra è stato pessimo (scansione per riflessione e non per trasmissione come sarebbe meglio). Allora l'ho appoggiata al vetro della finestra per riprenderla con la D200. Mentre prendevo la macchina, la lastra è caduta e si è rotta. Ho fotografato quello che ne è rimasto.


Un saluto
Enrico




 

Inviato da: maxiclimb il May 14 2007, 03:55 PM

Acc... mi dispiace per l'intoppo, ma sono certo che non sarà questo a fermarti.
La carrozza del tempo deve continuare a viaggiare, anche con un vetro rotto! wink.gif

Inviato da: malina il May 14 2007, 04:48 PM

ohmy.gif
beh, un piccolo incidente di percorso...
Che meraviglia questo thread, Enrico!
grazie.gif

Inviato da: enrico il May 14 2007, 07:18 PM

Ciao Maxiclimb, ciao Malina.
La carrozza del tempo non si fermerà. Rallenterà magari, quando il postiglione è preso da impegni pressanti, che gli arrivano dal futuro (la vita frenetica del XXI secolo huh.gif ) , ma non si fermerà.
Enrico

Inviato da: perrins87 il May 18 2007, 10:46 AM

Caro Enrico,
cari amici sulla carrozza,

sono stato via un paio di settimane causa studio, ma sono pronto a risalire di corsa su questa carrozza per questo affascinante viaggio.
Bellissimo rivedere il tuo Eureka in cima alla pagina, Enrico smile.gif
e poi questi risultati sono davvero strepitosi, chissà se avevi mai pensato a qualcosa del genere quando hai realizzato il tuo "prima calotipo". C'è ormai una nitidezza prima irraggiungibile con la carta e la vecchia ottica e anche una gamma dinamica decisamente superiore!
Che gran velocità ha preso questa carrozza! smile.gif

Affascinante il discorso sul colore, chissà . . .

Intanto vi saluto tutti, in particolare il nostro cocchiere!

Inviato da: exdanighost il May 18 2007, 02:06 PM

Ben tornato.

Inviato da: enrico il May 18 2007, 08:42 PM

Bentornato Perrins!
Ho fermato un po' la carrozza per far riposare i cavalli smile.gif
In realtà, esco da casa al mattino presto e ritorno a sera perché sto dirigendo un corso di aggiornamento. Ma riprenderemo al più presto la corsa. E poi, sono prossime le vacanze, e allora galopperemo.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il May 26 2007, 08:23 AM

Cari amici,
scusatemi, ma la fine dell'anno scolastico, unito ad impegni di altra natura, mi risucchiano continuamente del XXI secolo. Oggi ho trovato un po' di tempo per rimettere in moto la carrozza e far sgranchire i cavalli, fermi da troppo tempo smile.gif
Sto preparando un cliché-verre
Restate in attesa...
Enrico


 

Inviato da: perrins87 il May 26 2007, 05:50 PM

La fine dell'anno è impegnativa per tutti, i ricordi, un fratello ancora al liceo e una mamma prof mi ricordano che non lo è solo per "noi" studenti! :-)

Tutti a bordo!

Inviato da: enrico il May 27 2007, 08:37 PM

Ciao Pietro. Fatto smile.gif
Per il cliché-verre, ho usato una lastra di vetro del pacco utilizzato per l'albumina. L'ho verniciata di nero su di un lato. Una volta asciugata per bene, l'ho incisa con una punta di metallo (ho infisso uno spillo all'estremità di un bastoncino di legno). Mi sono ispirato ad una stampa del 1910.
Ho preparato poi un foglio di carta per acquerelli con una soluzione di cloruro di sodio e l'ho sensibilizzata col solito nitrato d'argento. Ho esposto a contatto, al sole, ottenendo un controtipo positivo per annerimento diretto (senza bisogno della camera oscura). Quando ho inciso la lastra, ho dovuto disegnare in negativo. Ho fissato con l'iposolfito.
L'idea del cliché-verre risale a Talbot che ne ebbe l'idea prima di cimentarsi col calotipo.
Si tratta di una applicazione interessante. In pratica è una versione "fotografica" del processo di incisione che consiste, come è noto, nell’incidere con una punta una lastra di metallo e nel cospargerla di inchiostro. La lastra viene poi pulita con una racletta che ne asporta l’inchiostro dalla superficie, mentre ne resta nei solchi. Comprimendo con un torchio un foglio di carta sulla lastra, se ne ricava un disegno che può essere ripetuto per quante copie si vogliono. Con il cliché-verre, si otteneva lo stesso risultato con la luce. Ho letto che molti pittori dell’ottocento ne hanno fatto uso. Mi pare Corot e Delacroix.
Il disegno rappresenta un fotografo che sta imponendo l'immobilità al cliente all'inizio della non breve posa. Sulla macchina è appoggiato il telo nero che serviva per coprire il capo dell'operatore durante la messa a fuoco sul vetro smerigliato. A proposito, debbo ricordarmi di comprarne uno anch'io perché, nonostante abbia posto il vetro smerigliato della mia macchina di legno all'interno di una specie di "galleria", durante la messa a fuoco, anch'io sono disturbato da fastidiosi riflessi.
Un saluto
Enrico





 

Inviato da: perrins87 il May 27 2007, 10:33 PM

Enrico,
cosa ne dici? proviamo ad anticare un attimo anche i tuoi apparecchi e poi andiamo tutti in vacanza qualche mese? smile.gif

Guardate qui: http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/scienzaetecnologia/dagherrotipo-record/1.html



Caro Enrico, che dire... complimenti per le tue ottime doti di disegnatore! smile.gif
PS: che carina l'idea, potresti usarla per creare dei bellissimi biglietti d'auguri per le prossime feste!

Inviato da: enrico il May 27 2007, 10:38 PM

Accipicchia. Se le quotazioni sono quelle... altro che vacanza biggrin.gif

Inviato da: enrico il Jun 2 2007, 01:10 PM

Mi rifaccio vivo...
ho ritrovato un vecchio attrezzo di mio padre. Vediamo chi indovina cos'è e a cosa serviva.
Un saluto
Enrico

Eccolo:


Non è un pennino e non serve per scrivere, ma ha ovviamente attinenza con la fotografia.


 

Inviato da: marcelus il Jun 2 2007, 08:39 PM

serviva x caso a grattare sulle lastre?

Inviato da: enrico il Jun 2 2007, 09:12 PM

Ciao,
è un raschietto da ritocco infatti. Lo si usava soprattutto per i ritratti nei tempi in cui Photoshop era ancora lontano dall'esistere. Il ritocco non era cosa da tutti, era praticamente un'arte. Quando ero ragazzo, c'era un solo fotografo nella mia città che lo praticava. Ho da qualche parte qualche lastra con i suoi segni.
L'ho usato questa sera (per quanto tempo sarà rimasto inattivo?) per rifinire il mio cliché-verre.
Quanto prima ordinerò al solito negozio, del bromuro di potassio e ricomincerò il cammino.
Un saluto a tutti
Enrico

Inviato da: marcelus il Jun 2 2007, 09:34 PM

non mi è stato difficile avvicinarmi, ho un padre che ha raccolto di tutto, e quindi oggi le lastre e ogni altra sorte di aggeggio fotografico sono gelosamente custoditi nei cassetti.


Inviato da: perrins87 il Jun 3 2007, 03:12 PM

avevo appunto pensato allo strumento apposito per il clichè-verre

siamo sempre qui! smile.gif

Inviato da: enrico il Jun 5 2007, 05:52 PM

Visto il modo "approssimativo" (come direbbe un comico della TV) con il quale ho stampato il cliché-verre e per utilizzi futuri (i due torchietti che ho non hanno le misure dei miei calotipi), ho buttato giù uno schizzo di un rudimentale (ma efficace) torchietto in compensato che allego e che realizzerò quanto prima.
Un saluto
Enrico

 torchietto.pdf ( 17.99k ) : 232
 

Inviato da: enrico il Jun 6 2007, 06:35 AM

Cari amici,
trascrivo un delicato sonetto di un tal Augusto Berta, contenuto in un testo di Carlo Brogi del 1896 "Il ritratto in fotografia".
L'espressione "Nata da un raggio e da un veleno", riassume efficacemente la natura ottica e chimica della Fotografia. E' una poesia che mi ha colpito particolarmente, perché mette in evidenza, fra i tanti aspetti della Fotografia, uno fra i più importanti e che è quello di preservare il ricordo di ciò che passa e scompare. Mi commuove particolarmente forse anche perché ho perso da poco più di un anno mamma e papà:


La Fotografia

Arte nata da un raggio e da un veleno
la disse un dì il Poeta - Gli rispose
un altro: - Essenza d'anime e di cose!
Tutto si eterna nel vital tuo seno:
il sole, il giubilante arcobaleno,
le stranezze del mar, l'ombre pensose
del bosco, le dolcezze luminose
d'uno stellante e puro occhio sereno.
Ed io l'amo quel raggio velenoso
che suscita la forma come un Dio,
che tutto vede e strappa al freddo oblio!
Ed io l'adoro quel velen radioso
che mi consente ancor l'immagin pia
- morta da tempo - della Mamma mia!

Un saluto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Jun 6 2007, 01:37 PM

Vedo che ormai ci diamo quasi alla produzione di scala con il torchio! smile.gif

bellissima poesia, è ancora tutto così!

Inviato da: marcelus il Jun 6 2007, 02:15 PM

di sto passo dovrai presto disegnare e realizzare il primo CCD in legno ;-)

Inviato da: enrico il Jun 6 2007, 03:04 PM

QUOTE

Vedo che ormai ci diamo quasi alla produzione di scala con il torchio! smile.gif



QUOTE

di sto passo dovrai presto disegnare e realizzare il primo CCD in legno ;-)


biggrin.gif
Enrico



Inviato da: enrico il Jun 8 2007, 11:51 AM

Cari amici,
ho appena ordinato una confezione da 250 grammi di Bromuro di potassio. Col nitrato d'argento, produce dei precipitati di bromuro d'argento, l'alogenuro più usato in fotografia. Credevo che avesse iniziato ad usarlo Maddox (lastre alla gelatina-bromuro) come scritto in molti libri. Invece ho scoperto che anche Le Gray, e non solo, lo utilizzava già.
Fin'ora ho utilizzato fra gli alogenuri:

il cloruro d'argento, mediante reazione del nitrato con il cloruro di sodio, il prodotto decisamente più economico biggrin.gif

lo ioduro d'argento, utilizzando lo ioduro di potassio come reagente. L'ho usato per gli ultimi calotipi, quelli sviluppati in acido gallico.

In fotografia, anche oggi, si usano questi tre alogenuri:

Ag Cl
Ag I
Ag Br

Mi son chiesto spesso perché non si sia mai usato un altro alogeno, il fluoro. La risposta l'ho trovata tempo fa su di un mio libro di chimica dove ho letto che il fluoruro d'argento è un sale solubile in acqua.
Mi si è "accesa la lampadina". Gli altri tre sono invece insolubili e danno luogo ad una reazione di precipitazione che produce numerosi e minuti grani nel supporto (carta, albume, gelatina).
Per inciso, il bromuro di potassio fa parte di numerose formulazioni di bagni di sviluppo perché funziona da ritardante.
Come Bromuro d'argento, dovrebbe invece assicurare una maggiore sensibilità all'emulsione.
Ai prossimi esperimenti.
Enrico

Inviato da: flagg il Jun 10 2007, 04:02 PM

un applauso per la tua mastodontica opera
non ho potuto leggere tutto per questioni di tempo ma è d'obbligo porre i più vivi complimenti

Inviato da: enrico il Jun 10 2007, 09:03 PM

Grazie Flagg,
ho un periodo di stasi. Fra l'altro, sono passato dall'uso dei pennelli per passare le soluzioni sensibilizzanti sulla carta, alle pennellesse per ridipingere un appartamentino che ho appena acquistato a Chieti dove studia mio figlio. Ma appena mi libero, ricominciamo il viaggio smile.gif

Inviato da: maxiclimb il Jun 10 2007, 10:15 PM

QUOTE(enrico @ Jun 10 2007, 10:03 PM) *

Ma appena mi libero, ricominciamo il viaggio smile.gif


E noi siamo qui già in carrozza che aspettiamo la nostra guida. smile.gif

Inviato da: marcelus il Jun 11 2007, 08:04 AM

QUOTE(enrico @ Jun 10 2007, 10:03 PM) *

.........
a Chieti dove studia mio figlio.
...........



chieti è una splendida cittadina, che ho avuto il piacere di conoscere bene, avendo per qualche anno fatto parte del team che ha realizzato il nuovo campus della G d'annunzio.
potresti approfittare della pausa pranzo per fare qualche "istantanea" biggrin.gif

Inviato da: iterumruditleo il Jun 12 2007, 08:51 PM

Carissimo...è la prima volta da quando mi sono iscritto che guardo il forum (ero assente non per mancato interesse ma per mancanza di tempo) che bello è vedere come mia prima osservazione del forum questo meravioso gesto!!!
davvero onore a te,alla costanza ed alla tecnica!

Inviato da: enrico il Jun 14 2007, 05:13 PM

Un saluto agli amici Maxiclimb, Marcelus ed Iterumruditleo (ed a tutti gli altri che hanno la bontà di visitare questa discussione).
Ho trovato un po' di tempo libero ed ho realizzato il torchietto. Con esso ho ristampato il cliché-verre, ottenendo dei risultati migliori della prima prova, come potete constatare.
Sono in attesa dell'arrivo del bromuro di potassio per iniziare nuove prove con la camera oscura.
Ho trovato in soffitta un vecchio negativo riproducente una signora. Non ci sono indicazioni, per cui non so se è una parente o cosa. Certamente, dall'abbigliamento, risale agli inizi del secolo scorso. Mi riprometto di farne una stampa su carta all'albumina. Quanto prima, a casa si mangerà di nuovo frittata biggrin.gif
Oggi ho finito gli impegni scolastici, ma permangono quelli di imbianchino...
Un saluto
Enrico

--




 

Inviato da: enrico il Jun 14 2007, 07:26 PM

Oggi sono stato a trovare mia zia nella casa paterna (lo faccio ogni giorno), e mi sono messo alla ricerca di una raccolta di giornali di mio nonno, giornali rilegati in un volume e che risalgono ai tempi precedenti la fotoincisione. Ricordo che le immagini erano tutte incisioni manuali. Si tratta di una cosa preziosa da un punto di vista storico e culturale che purtroppo non sono riuscito a ritrovare. In compenso però, mi sono imbattuto in una vecchia scatola di lastre di mio padre. Doveva essere di quando era giovanottello, visto che sono del formato 13 x 18. Probabilmente di una macchina di cui non mi è rimasto che l'obiettivo che vi ho mostrato molti post addietro e con il quale ho intenzione di costruire una nuova camera oscura. All'interno ci sono delle lastre che mi ripropongo di stampare. Intanto vi mostro il coperchio della scatola che è estremamente interessante. Proviene dalla Francia e c'è scritto nientemeno che "A. Lumière e ses fils". Si tratta di lastre secche al gelatino-bromuro d'argento.
Per il nostro viaggio, le lastre alla gelatina bromuro costituiscono una tappa ancora lontana, ma ci arriveremo... biggrin.gif
Un saluto
Enrico


 

Inviato da: perrins87 il Jun 14 2007, 07:56 PM

Sbalorditiva la qualità ottenuta da questo clichè-verre, ripeto il suggerimento di utilizzare la tecnica per produrre "in limitatissima serie" dei preziosissimi bigliettini smile.gif

Che bella la scatola, attendiamo che tu possa renderci partecipi del tesoro! Certo che papà aveva i suoi buoni fornitori smile.gif

Buone vacanze, professore!

Inviato da: exdanighost il Jun 15 2007, 10:00 AM

Complimenti Enrico, bel lavoro col nuovo torchietto.
Altro tuffo nel passato con la scatola Lumière.
Altra attesa quindi con la gelatina bromuro, ma noi siamo sulla carrozza e arriveremo alla tappa insieme.

Inviato da: iterumruditleo il Jun 15 2007, 10:16 AM

Ciao Enrico e Buon giorno a tutti!!!
ho seguito il tuo consiglio ed alcune mie photo le ho messe sul mio profilo nital...
scusate se uso forum per un argomento non inerente alla discussione ma
devo ancora fare pratica con il sito...

Inviato da: enrico il Jun 26 2007, 04:41 PM

Cari amici,
ho appena ritirato il bromuro di potassio.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ora ho tutti e tre i sali essenziali:

ioduro di potassio
bromuro di potassio
cloruro di sodio (nella dispensa biggrin.gif )

e posso lavorare con i tre alogenuri che si sono utilizzati e si utilizzano in fotografia: cloruro, ioduro e bromuro d'argento.
Ora debbo toccare con mano il comportamento dell'ultimo.

Non ho ancora finito con la casa, ma gli impegni dovrebbero iniziare a diradarsi e dovrei avere il tempo per far ripartire la carrozza.
Un saluto
Enrico

Inviato da: .oesse. il Jun 26 2007, 04:44 PM

mi metto comodo in poltrona, ascolto un bel disco ed aspetto.

.oesse.

Inviato da: perrins87 il Jun 26 2007, 10:28 PM

Mi fa una paura quella scritta "PRODOTTI CHIMICI" biggrin.gif

Siamo pronti, cocchiere!

Inviato da: enrico il Jun 27 2007, 11:08 AM

Ciao Oesse e Perrins,
questa mattina ho fatto acquisti:
- un telo nero da utilizzare per la messa a fuoco col vetro smerigliato eliminando così ogni fastidioso riflesso esterno
- un telo di plastica da mettere sulla lavatrice (mio piano di lavoro in "camera oscura") così da evitare i giusti rimbrotti di mia moglie per le macchioline che ogni tanto vi trova su smile.gif



 

Inviato da: perrins87 il Jun 28 2007, 09:58 AM

Dovrai assolutamente farti ritrarre dietro al telo nero smile.gif

Inviato da: enrico il Jun 28 2007, 11:46 AM

QUOTE(perrins87 @ Jun 28 2007, 10:58 AM) *

Dovrai assolutamente farti ritrarre dietro al telo nero smile.gif


Certamente biggrin.gif
Ieri ho fatto un lungo giro per provvedermi di gelatina animale (colla di pesce), visto che quella alimentare si era dimostrata poco adatta. Ho fatto il giro di molti negozi, ma senza esito. Molti negozianti se la ricordavano, ma oggi si usa materiale sintetico mad.gif . Ho trovato della colla a perline presso un negozio di ferramenta, ma sulla confezione non c'era scritta la composizione. Allora mi sono ricordato del consiglio di Davide e sono andato presso un negozio di belle arti ed ho trovato la colla che vi mostro e che la proprietaria mi ha detto essere colla di coniglio, usata per preparare le tele. Ne ho acquistato una confezione da mezzo chilo. Vedremo se funziona.
Nel pomeriggio di oggi mi recherò da un vetraio per farmi tagliare un po' di lastre per la mia camera oscura, di cui alcune smerigliate, perchè tengano meglio l'emulsione. Mentre sto scrivendo, fuori è in posa la macchina dalle 9 e 17 di questa mattina per una eliografia. Ho steso l'emulsione col bicromato di potassio su di un lucido per ink jet (visto che ha un lato zigrinato). E' una prima prova. Se funziona, la ripeto con un materiale più adatto. Vi farò sapere.
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: .oesse. il Jun 28 2007, 11:50 AM

seguo sempre con interesse..... ed un po' di ansia!
Aspetto!

.oesse.

Inviato da: twinsouls il Jun 28 2007, 11:52 AM

Enrico, se non dovesse funzionare fammelo sapere... Qui a Riccione ci sono diversi negozi di Belle Arti "vecchio stile", e soprattutto conosco (a Ferrara) una bravissima restauratrice di quadri (specializzata in opere rinascimentali)... credo che lei potrebbe avere qualche "fonte" a noi ignota! smile.gif

Davide

Inviato da: exdanighost il Jun 28 2007, 11:53 AM

Bene aspettiamo i risultati.

Inviato da: enrico il Jun 28 2007, 08:41 PM

Carissimi amici, Eureka!

L'eliografia è riuscita. Ho ritirato la macchina esattamente dopo otto ore di esposizione, lo stesso tempo della famosa eliografia di Niepce.
Ma andiamo con ordine. Mi scusino coloro che conoscono queste cose, ma le espongo per amore di completezza e per coloro che le avessero dimenticate.
Quella che è considerata la prima fotografia della storia, intesa come immagine prodotta in maniera automatica in una camera oscura e permanente, fu realizzata da Niepce nel 1827 dalla finestra del suo studio a Le Gras. Niepce, dopo gli insuccessi con gli esperimenti ai sali d'argento, sia perchè non riuscì a fissare l'immagine, sia perchè voleva ottenere risultati direttamente positivi, utilizzò il bitume di Giudea, di colore bianco, che ha la caratteristica di divenire insolubile nelle parti esposte alla luce. Spalmò di bitume una lastra di peltro e la mise nella sua camera oscura. Dopo otto ore, la estrasse e la trattò con olio di lavanda. Questo solvente asportò le parti solubili (corrispondenti alle ombre della scena reale), scoprendo così il peltro scuro, mentre lasciò al loro posto le parti rese insolubili dalla luce (il bianco del bitume di Giudea), ottenendo una immagine direttamente positiva. Ecco la famosa immagine di Niepce:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Non essendo riuscito a procurarmi il bitume di Giudea, ho seguito una via analoga a quella di Niepce. Ho realizzato una emulsione mescolando della gomma arabica con della tempera bianca ed un pizzico di bicromato di potassio. Il bicromato di potassio, analogamente al bitume di Giudea, ha la capacità di rendere insolubile la gomma arabica, quando colpito dalla luce. Ho steso questa emulsione sulla parte ruvida di una pellicola trasparente di quelle che si usano per produrre lucidi per lavagna luminosa mediante stampanti ink jet. Ho inserito poi questa pellicola nella mia camera oscura, con il lato emulsione dalla parte opposta all'obiettivo. Questo perchè, memore dell'insuccesso di qualche mese fa quando tutta l'emulsione venne via durante lo sviluppo, volevo che la parte che si induriva per prima fosse quella a contatto col supporto.
A causa della presenza del bicromato, la mia emulsione aveva una colorazione aranciata, colorazione che è venuta via quando l'ho sviluppata in acqua calda. Dopo diversi risciacqui, ho posto la pellicola ad asciugare e l'ho sistemata a contatto con un foglio di cartoncino nero, che ha fatto le veci del peltro di Niepce. Attraverso l'emulsione asportata in corrispondenza delle ombre, si vede il nero del cartoncino mentre, in corrispondenza delle parti in luce, è rimasta la gomma arabica bianca per la presenza del colore a tempera.
Ma eccovi il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ora che ho trovato la strada, la ripeterò curando meglio i vari passaggi ed utilizzando una lastra di vetro satinata invece della pellicola (ho acquistato oggi da un vetraio 10 lastre di vetro normale e 5 satinate per i prossimi esperimenti).

Il risultato è entusiasmante (considerando le limitate potenzialità del metodo che fu poi abbandonato anche da Niepce). Se guardate con attenzione, oltre ai rami dell'albero, si nota bene il muretto con la siepe che vi deborda leggermente sul lato sinistro, e soprattutto la copertura ondulata del tetto in secondo piano sulla destra.
Per un raffronto più preciso, vi mostro la stessa scena realizzata con la D200:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il bicromato di potassio è stato utilizzato in seguito nella storia della fotografia e fa parte di quei metodi non argentici di ripresa di una immagine "meccanica".
Ando Gilardi, che sto leggendo attulamente nella sua "Storia sociale della fotografia", parla dei tre sali fotografici:

nitrato d'argento
alogenuri d'argento
bicromato di potassio

I metodi non argentici sono assai interessanti e spesso consentono di ottenere delle stampe "artistiche" eccellenti. Noto è quello al carbone che mi riprometto di sperimentare.

Sempre il Gilardi parla delle tre "pappe" fotografiche:

l'albumina
il collodio
la gelatina

Vi lascio e vado a preparare una di queste tre pappe per il prossimo esperimento.
La carrozza ha ricominciato il cammino ed i cavalli, riposati a dovere, hanno ripreso a galoppare di gran lena... biggrin.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: exdanighost il Jun 28 2007, 10:38 PM

Bene un eureka ci voleva per iniziare l'estate.
Però pure con il carbone, hmmm.gif sto solo pensando che se aumentiamo ancora, tra un po' bisogna passare dalla carrozza al treno,e lì si che servirà il carbone. biggrin.gif , scusa la battuta.

Inviato da: enrico il Jun 29 2007, 08:52 AM

QUOTE(exdanighost @ Jun 28 2007, 11:38 PM) *

Bene un eureka ci voleva per iniziare l'estate.
Però pure con il carbone, hmmm.gif sto solo pensando che se aumentiamo ancora, tra un po' bisogna passare dalla carrozza al treno,e lì si che servirà il carbone. biggrin.gif , scusa la battuta.


Le battute ci stanno bene. Un sorriso ogni tanto rende più bella la vita!

Sto preparando la "pappa" alla gelatina per fabbricare della carta Aristotipica e stampare alcuni dei negativi di mio padre ritrovati giorni fa e risalenti agli inizi del secolo scorso. La carta aristotipica sostituì quella all'albumina. Era in pratica composta da gelatina clorurata (cloruro d'argento) e produceva immagini mediante l'annerimento diretto, in pratica senza sviluppo. Si esponeva al sole sotto il negativo, in un torchietto (che ho) fornito di uno sportellino posteriore. In pratica, di tanto in tanto ci si metteva all'ombra e, aprendo lo sportellino, si sbirciava sul progredire dell'immagine. Ho preparato una boccetta con della gelatina animale e del cloruro di sodio, che sto sciogliendo in acqua calda. La distenderò poi a pennello su fogli di cartoncino per acquerello che ho già ritagliato a misura e che sensibilizzerò col solito nitrato d'argento. Ma vi riporto una descrizione che è in un antico libretto (che ho la fortuna di possedere) che andava in voga fra i fotoamatori di inizio secolo (io ho la nona edizione che è del 1925; la quinta prefazione, la più vecchia riportata nel libro, è del 1901!):

IPB Immagine

"Il tempo, come l'amore, omnia vincit, e ha vinto le fotografie che hanno adornato da un pezzo i nostri salotti e che hanno tenuto presenti alla memoria dei grati e riverenti nepoti le effigie delle nonne e delle zie. I processi all'albumina han dimostrato di non poter lottare col tempo e tutti abbiamo per le case fotografie ingiallite, corrose, sfumate, povere persone che non possono più tenersi in questo mondo, e vanno via scomparendo uccise lentamente dalla chimica... E la chimica stessa avrà senza dubbio rimedi a questa rovina lenta dei nostri antenati, offrendo noi stessi ai nostri nepoti in ritratti inalterabili, che sfideranno il tempo; solo dobbiamo augurarci che non abbiano a sfidare l'oblio e l'indifferenza dei nepoti stessi, che allora non v'è chimica che ci tolga dal prendere alloggio fra le cartacce della soffitta o dal bruciare in una pira familiare che ogni tanto viene eseguita per far casa nuova, in omaggio al tout passe, tout casse, tout lasse.
Nell'intento di avere una certa durata, venne in notevole favore la carta aristotipica .
.........................................................
La carta aristotipica ha veramente qualità pregevolissime. L'aristotipia fa del negativo una rivelazione, ecco la sua prima qualità. Nelle parti leggerissime, ove appena si scorge il disegno, che nel processo ordinario sarebbero annullate in una grande unicità di colore opaco, l'aristotipia ricava e disegna le più minute particolarità, per cui le negative possono tenersi leggerissime, e si possono così ottenere positive da lastre ultra istantanee che siano appena visibili nel disegno.
La carta aristotipica rende perciò un grande servizio, potendosi con essa avere anche positive da lastre poco esposte, o velate, dando risalto alle parti che sono appena vedute dall'occhio.
Altro merito è la ricchezza di tinte che può ottenersi con i viraggi opportuni, il minor tempo di esposizione, essendo più rapida dell'albuminata, la comodità di un unico bagno d'intonazione e fissaggio, la possibilità di ottenere superficie brillantissime, smaltate, oppure opache (matte) di magnifico effetto artistico.
.....................................................
La stampa si eseguisce coi soliti torchietti, badando che, per la maggiore sensibilità della carta, è prudente operare la messa in telaio e sorvegliare le immagini in una mezza luce di camera piuttosto oscura.
Le copie si tirano un poco più forti della tinta che dovranno avere dopo i bagni, perdendo questa carta assai meno dell'albuminata nei bagni a cui viene sottoposta.
Si suol prescrivere di tirare le copie all'ombra; è un pregiudizio, almeno per il lavoro corrente del dilettante; viri pure le positive al sole, farà assai più presto, guadagnerà tempo e risparmia pazienza.
Tirato il numero di copie che occorrono, si passano in acqua che si rinnova due o tre volte, tenendovele per circa tre minuti, e poi da una ad una, ben separate siu immergono nel bagno unico di intonazione o fissaggio."


Che il sole sia con voi smile.gif
Enrico

Inviato da: perrins87 il Jun 29 2007, 05:22 PM

Bello il titolo "come il sole dipinge", mi ci sono soffermato un po' a pensarci... d'altronde è questo che noi, amanti della FOTOgrafia, cerchiamo di mettere nelle nostre piccole opere: la meraviglia che la capacità del sole e della luce sanno porci davanti, ogni giorno nuova!

smile.gif buona estate a tutti amici vicini e lontani

Inviato da: enrico il Jun 29 2007, 05:46 PM

Cari amici,
ho stampato due aristotipi, utilizzando dei negativi di mio padre, trovati di recente fra le sue cose.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Non so davvero chi siano tutti questi signori e in che occasione sia stata fatta la foto. Il signore in alto al centro, circondato da una strana cornice circolare (mi sembra la spalliera di una sedia particolare), è il fulcro su cui converge lo sguardo di molti. Alcuni si tolgono il cappello in gesto reverenziale. Si vedono alcuni strumenti musicali. Non sapremo mai per celebrare quale occasione venne scattata.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il signore con la paglietta sulla destra potrebbe essere mio nonno. Somiglia ad altre vecchie foto che ricordo di aver visto di lui giovane.

Dopo la scansione, ho sottoposto le due immagini al fissaggio che le ha sbiadite notevolmente, più di quanto mi aspettavo. Forse dovrei usarlo ad una maggiore diluizione.

Mi associo a Pietro nell'augurare a tutti buone vacanze. Ma la carrozza del tempo non andrà in vacanza... biggrin.gif
Enrico


Inviato da: enrico il Jun 30 2007, 02:44 PM

Cari amici,
dopo aver messo in esposizione la camera oscura per una seconda eliografia, questa volta preparata con più cura su di una lastra di vetro satinato, mi sono dedicato alla digitalizzazione di alcune vecchie foto che mio fratello mi aveva chiesto di riprodurre. Oltre all'emozione provata nel rivedere volti cari, alcune di esse sono legate alla storia della fotografia e così mi è sembrato opportuno mostrarvene due.
La prima è una foto di mia madre da giovane. E' una foto in bianco e nero, colorata a mano, così come si usava prima dell'avvento del colore. Anche molti dagherrotipi venivano dipinti a mano. Debbo dire che il metodo ha un certo fascino. Mi piacerebbe dedicarmici, ma chissà se si trovano ancora i coloranti adatti. Deve averla colorata mio padre, ricordo infatti che aveva una confezione di molte boccette di coloranti all'anilina per fotografia:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La seconda è di zio Salvatore, scattata in uno studio fotografico ad inizio del secolo scorso. Si nota il timbro in rilievo dello studio fotografico ed il fondale dipinto che era uno degli arredi più importanti delle vecchie sale di posa. Il fotografo non ha posto invece molta cura nei tappeti che rivestono il pavimento.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

A fra poco per l'esito della eliografia.

Enrico

Inviato da: enrico il Jun 30 2007, 05:53 PM

Cari amici,
fumata nera mad.gif
Appena estratta la lastra, parte dell'emulsione è venuta via a scaglie. Peccato, perchè era di spessore uniforme ed omogenea. Evidentemente le rugosità del vetro satinato sono troppo minute. Riproverò di nuovo con il lucido per ink jet e con il cartoncino.
Intanto faccio contento Pietro, con questo autoritratto mentre armeggio con la camera oscura ed il telo nero sul terrazzo.
A presto
Enrico


Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: perrins87 il Jun 30 2007, 10:21 PM

Quando guardo le vecchie foto, soprattutto quelle "in posa" vivo sempre una particolare emozione. Mi chiedo anche perchè: cosa c'è in quelle espressioni congelate nel tempo che riesce, immancabilmente, ad arrivare a me.
Un paio di estati fa ho anche passato qualche giorno nel negozio di ottica dove lavora mio padre (è un antico negozio di ottica, ha più di 90 anni, nel centro di milano che un tempo si occupava anche di fotografia) per digitalizzare alcune fotografie d'epoca: si decise di digitalizzare l'interno archivio fotografico del fondatore.

Mi sto rispondendo, mentre scrivo senza sapere dove mi portaerà questo intervento, che forse quello che percepiamo in questi scatti è quel fascino della fotografia che un tempo entrava in punta di piedi nella vita dei nostri nonni e ora, a noi appassionati, si rivela in tutto il suo fascino.

Quante foto che ho visto di lontani zii in divisa, o dell'intera famiglia dei nonni radunati per qualche evento tutti in giacca e cravatta dai 12 agli 80 anni.

E con buona pace di chi ci dice che è solo un banale passatempo io voglio affermare che la fotografia è vita. E in questo, Enrico, è un vero maestro!

PS: l'autoritratto è qualcosa di fantastico! ma ora di' la verità: la D200 la tiri fuori solo per non fare arrugginire i contatti, vero? biggrin.gif

Inviato da: enrico il Jul 1 2007, 11:44 AM

QUOTE(perrins87 @ Jun 30 2007, 11:21 PM) *

PS: l'autoritratto è qualcosa di fantastico! ma ora di' la verità: la D200 la tiri fuori solo per non fare arrugginire i contatti, vero? biggrin.gif

Ci hai quasi azzeccato... laugh.gif
No, per la verità sono come il dott. Jakyill e Mr. Hide: una doppia personalità, innamorato del passato ed affascinato dalla modernità.
Con la D200 ed il 60 micro mi sto dedicando alla ripresa della flora spontanea. Ma devo dirti che le emozioni più intense me le dà la mia rudimentale camera oscura...

Voglio farvi un piccolo regalo. Vi trascrivo un brano di un mio vecchio libro, al paragrafo "Note per l'artigiano fotografo". L'ho trovato molto gustoso agli occhi di oggi (all'epoca in cui è stato scritto erano consigli preziosi per chi si accingeva al quasi professionismo). Anche letture come queste ci trasportano piacevolmente indietro nel tempo.

"Questa enciclopedia è destinata all'artigiano o a chi vuole iniziare una nuova lavorazione e mancheremmo allo scopo se non parlassimo degli apparecchi per professionisti, apparecchi che tutti conosciamo per averli visti negli studi fotografici. E' un'arte che richiede poco studio, ma molto buon gusto per riuscire.
Con un apparecchio a treppiedi, 13 x 18 o 18 x 24 e con l'applicazione di intermediari si potranno ottenere fotografie anche 6 x 9 per tessere.
All'apparecchio un obiettivo luminoso (almeno F. 1:4,5) anche se di poco costo, e la giornata può essere fruttifera anche girando per i paesi, fermandosi nei cascinali, frequentando le fiere, fotografando gruppi, qualche bella piazza di paese, qualche chiesa, un paesaggio.
Una bella fotografia di tutta una famiglia di coloni è sempre desiderata, diciamo "bella" perché non si deve fare un gruppo di persone collocate come tanti fantocci, tutti diritti in piedi, con gli occhi stralunati sull'obiettivo, ma che abbia vita, che abbia un bel fondo e, se la famiglia sarà contenta, ne parlerà ai vicini, agli amici, e i clienti non mancheranno.
Quanti che noi conosciamo vivono così!
Si adoperano lastre di media rapidità 10/10 Din od anche ultrarapide 15/10 Din a seconda la stagione e l'ora.
Una lastra 18 x 24 costa circa L. 200, quella 13 x 18 L. 100, la carta bromuro 18 x 24 L. 45, 13 x 18 L. 20 circa. Aggiungete il poco costo dei bagni. Potete fornire la fotografia con una cornice di legno, sarà un bel quadro che la famiglia terrà caro.
Se questo nostro fotografo volesse dedicarsi anche al ritratto occorre che il soggetto sia preferibilmente a mezzo busto ed usare come fondo un drappo nero, o giallo, o grigio, che si agiterà lievemente al momento della posa per evitare la riproduzione delle pieghe.
La luce intensa non deve mai cadere verticalmente, ma da un solo lato e ciò è facile ad ottenere in un giardino sotto una pianta dove però anche le ombre non devono essere crude.
La luce va studiata, non deve essere di fronte perché la figura sarebbe piatta, specialmente se la faccia è grassa o rotonda, meglio fotografarla di tre quarti; i visi magri, marcati, non devono essere fotografati di profilo.
Se gli occhi sono belli fate che il soggetto guardi l'obiettivo. Se porta gli occhiali lasciarli, ma fare in modo che non abbiano riflessi di luce.
Potete far sedere il soggetto scegliendo una sedia bassa con braccioli sui quali poserà le braccia. La mano, anche se ben fatta, se non è stata collocata in posizione giusta non risulterà mai perfetta.
Se fotografate i bambini essi devono avere la loro vivacità e la grazia delle espressioni ingenue. Se il bimbo piange, non stancatelo, attendete, fatelo sorridere con un ninnolo, facendolo guardare magari un campanello che desterà col suo suono la sua curiosità.
La donna vuol essere fotografata semre bella, occorre quindi studiarla, cercare di scorgere in essa ciò che vi è di bello nel suo viso. Se sorride il suo sorriso deve lambire la bocca.
I vestiti colorati riescono meglio che i bianchi, questi hanno un'influenza sul viso.
Eseguito il ritratto occorrerà ritoccarlo specie quando si tratta di donna, ma il ritocco deve solo eliminare qualche lentiggine, chiudere qualche forellino sulla gelatina, attenuare le rughe.
Il ritocco si eseguisce appoggiando la negativa su di un leggio e mettendo sotto uno specchio. Occorrono delle matite morbide e dure e della mattoleina. Si fa cadere una goccia di mattoleina sul punto da ritoccare e la si stende con giri concentrici col dito finché sarà asciutta. Si colloca la negativa sul leggio che deve avere la forma di un telaio: sul fondo si mette lo specchio o la carta bianca e ci si copre la testa con un telo nero in modo da avere la luce solo sulla negativa illuminata dallo specchio.
La matita che deve avere la punta sottilissima, si posa leggermente sulla gelatina sul punto che è stato coperto di mattoleina e si agisce con tocchi leggeri come due piccole virgolette o con crocette. Poca pratica e l'operazione riuscirà facile.
Se vi sono forellini, questi devono essere chiusi con un pennellino intinto in un colore all'acquerello (bleu di Prussia o carminio).
Gli insuccessi si correggono con le osservazioni che abbiamo date.
Volete farvi con poca spesa un leggio per ritocco? Prendete una scatola di cartone resistente, se non lo ofsse rinforzatela ai bordi. Lasciate fondo e coperchio con un'altezza di 3 o 4 cm soltanto. Fissate il coperchio da un lato, quello meno largo al fondo con due o tre punti, e tagliate al centro lo stesso in modo da avere uno spazio vuoto di 10 x 15 cm circa e su questa apertura fissate un vetro smerigliato con carta e gomma. Fate in modo - fissandolo con un listino di legno - che questo coperchio rimanga alzato a forma di < sul fondo. Sul vetro smerigliato appoggiate la negativa da ritoccare. Se avesse un formato inferiore al vetro riempite lo spazio con un cartone in modo da avere un appoggio. Sul fondo appoggiate un foglio di carta bianco od uno specchio.
......................................
Montatura.
La positiva deve essere bene lavata, per almeno 2 ore e fatta asciugare lontano dalla polvere. Si squadra la copia servendosi di due vetri (uno sotto e uno sopra, e questo a bordi ben lisci) e di una vecchia lametta da barba. Si spalma una colla lungo i margini per 1 cm e la si incolla al cartone.
Nota: Il nostro fotografo artigiano dovrà qualche volta fare delle fotografie nell'interno della casa e si troverà in imbarazzo per la cattiva luce. Per illuminare il volto della persona egli può servirsi di schermi costituiti anche da un lenzuolo o da carta, ma sovente non bastano, occorre un proiettore. Ve ne sono in vendita ma costano molto. Insegniamo come costruirne uno. In ogni casa vi sono prese luce, se non ve ne fosse fissi una doppia presa alla lampadina, e vi infili la spina del proiettore, potrà eseguire con sicurezza il suo lavoro. Naturalmente egli deve studiare come e dove deve dirigere il fascio di luce.
Un proiettore economico.
Un proiettore che permetterà di fare ottime fotografie di persone in ambienti poco o malamente illuminati può essere costruito con poca spesa e pazienza servendosi di un vecchio faro di auto o di moto al quale si adatterà un portalampade montando il tutto su di un supporto ed adattando, per avere una luce più regolare e più intensa, nel fondo, una vecchia lente.
Non disponendo del faro si può costruirlo in cartone foderandolo con carta bianca o stagnola."


da: "Nico Barbieri - Enciclopedia Ricettario - H. Hoepli editore
Siamo nel 1949, nell'immediato dopoguerra.

La "doppia presa" che ho rimarcato in neretto, ce l'ho e ve la mostro. Mio padre la chiamava "ladro". Non so se era il nome corrente o ce l'aveva messo lui, in ogni caso era azzeccato, visto che serviva per... rubare la corrente alla lampadina smile.gif

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il materiale credo fosse bakelite. Si svitava la lampadina dal portalampade, vi si avvitava questo "ladro" al quale si riavvitava la lampadina e si potevano utilizzare le due prese laterali. Oggi sarebbe fuori norma e comunque inutile visto che ogni stanza è fornita di più di una presa di corrente. Ma quelli erano altri tempi.

Per quanto riguarda la mattoleina, riporto dalla stessa encicolpedia:

"Mattoleina o vernice per ritocco: è una vernice che, applicata sulla gelatina dei negativi, li rende atti al ritocco. Si fa cadere una goccia sul negativo e la si stende col dito avvolto in una pezzuola di filo sottile con piccoli cerchi finché sarà asciutta. QUalche formula:

1) benzina gr 100
essenza di lavanda gr 65

2) essenza di trementina (acquaragia) gr 100
colofomia gr 25

3) essenza di trementina gr 100
gomma dammar gr 10

4) essenza di trementina gr 100
balsamo del canadà gocce 65

5) benzina gr 100
gomma dammar gr 4
guttaperca gr 0,5

6) benzina gr 10
alcool gr 100
sandracca gr 10
elemi gr 10

La vernice 3) si può impiegare sia sopra i negativi verniciati a caldo, sui quali diversamente la matita non farebbe presa, come su quelli verniciati a freddo o non verniciati.



A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Jul 4 2007, 07:43 PM

Cari amici,
questa mattina ho messo in esposizione di nuovo la camera oscura per una eliografia. Nel pomeriggio il cielo si è annuvolato un po', diminuendo l'intensità della luce. Ho ritirato la camera dopo otto ore e, alla luce rossa, ho potuto ammirare sull'emulsione, il profilo nitidissimo della scena (la solita). Infatti, questa volta ho curato molto la preparazione e la stesa dell'emulsione che ho effettuato senza il pennello, ma versandola sul supporto e facendovela spandere semplicemente inclinandolo da un lato e dall'altro, secondo la tecnica che veniva usata nella preparazione delle lastre al collodio. Le cose non sono però andate molto bene con lo sviluppo in acqua, poiché l'immagine si è deteriorata. Può darsi che non l'abbia fatto con la dovuta delicatezza (ho fatto scorrere un leggero filo d'acqua sull'emulsione, nel tantativo di staccare un po' del cartoncino nero che vi si era attaccato.
Occorrerà che faccia delle prove, anche in ordine alle proporzioni della soluzione di bicromato rispetto alla gomma arabica con pigmento, ed in ordine all'esposizione. Voglio riuscire ad ottenere un risultato soddisfacente con una immagine chiara e pulita. Non mi arrendo.
Un saluto
Enrico

Inviato da: twinsouls il Jul 4 2007, 08:19 PM

Tu non ti arrendi e noi non cessiamo di sostenerti. smile.gif

E sono certo che saprai identificare il "problema" e risolverlo... Se mi dovesse venire qualche idea, te la farò sapere. così almeno saprai cosa NON fare! biggrin.gif

Questo thread è il più emozionante e bello di tutto il Forum.

Davide

Inviato da: .oesse. il Jul 4 2007, 09:31 PM

seguo passo passo.
Emozionante.
Ed istruttivo, non tanto perche' ripercorri i tempi, ma per l'impegno che dedichi a tutto cio'.
Ammirato ti osservo da lontano.


.oesse.

Inviato da: enrico il Jul 5 2007, 06:56 AM

Grazie Davide e Oesse,
il sapere che questo viaggio nel tempo lo sto vivendo assieme a tanti amici, alimenta il mio entusiasmo e la mia testardaggine. Ogni progresso è anche merito vostro.
Non mi lascio scoraggiare dagli insuccessi. Si impara molto anche da essi e, quando se ne individuano le probabili cause, si ha una base da cui ripartire. D'altra parte, chissà di quante delusioni è stato costellato il cammino dei protofotografi. Chissà quante volte Niepce è rimasto deluso, ritirando la lastra di peltro col bitume di Giudea dalla sua camera oscura, prima di ottenere il primo soddisfacente risultato.
Una eliografia decente l'ho ottenuta. Voglio migliorarne il risultato e renderlo riproducibile. Una volta raggiunto questo obiettivo, torno all'albumina ed alla sperimentazione del nuovo bromuro di potassio.
Ci aspettano molte avventure.
Attraverso queste esperienze, ho l'impressione di assaporare la vera essenza della Fotografia. Ogni immagine riuscita è una forte emozione.
Dobbiamo molto al progresso ed alla facilità con cui oggi si ottengono ottime immagini. Ma forse è proprio questa facilità che ci rende il fotografare un'abitudine e spesso ce ne diminuisce il gusto.
A presto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Jul 6 2007, 10:20 PM

Ma questo è un viaggio fantastico... soprattutto perchè ormai sperimenti su tutti i fronti! smile.gif

A presto

Inviato da: enrico il Jul 7 2007, 12:33 PM

QUOTE(perrins87 @ Jul 6 2007, 11:20 PM) *

Ma questo è un viaggio fantastico... soprattutto perchè ormai sperimenti su tutti i fronti! smile.gif
A presto


Ora siamo proprio agli albori, con l'eliografia smile.gif
Questa mattina ho steso l'emulsione di tempera, colla arabica e bicromato, su di un cartoncino per acquerello. Ma dopo un po' si è formato una specie di precipitato, cosa che avevo notato anche prima, pur se in misura non così accentuata, nella prova riuscita. L'omogeneità e la compattezza dell'emulsione si è frantumata in una miriade di particelle, di granulosità.
Ho pensato che la cosa dovesse dipendere da qualche componente del colore a tempera in tubetto che ho usato fin'ora.
Allora ho acquistato dei pigmenti in polvere che scioglierò, amalgamandoli, nella gomma.
Ho anche preparato una soluzione satura di bicromato (ne ho aggiunto all'acqua distillata fino alla presenza di "corpo di fondo" insolubile), così da poter iniziarne a sperimentare diverse quantità (numero di gocce per un quantitativo fisso di gomma pigmentata). Ho acquistato anche un nuovo pennellino per la stesa.
Staremo a vedere.
Saluti
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: enrico il Jul 8 2007, 09:00 AM

La camera oscura è in posa.
Ieri sera ho preparato la nuova emulsione alle polveri, e l'ho stesa sul lucido per ink jet. Ho avuto qualche difficoltà nella stesa perchè tendeva a formare dei buchi. Questa mattina, osservandola alla luce rossa, mi è sembrata abbastanza uniforme e ben secca, solo la superficie è un po' "incrinata", come accade al terreno argilloso nei periodi di secca.
Ho inserito nella mia camera oscura il vecchio obiettivo (quello con le lenti da occhiale) perché, anche se meno inciso, ha un diaframma più aperto di uno stop e con l'eliografia la quantità di luce è importante.
Ieri sera ho fatto anche delle prove di stesa (emulsione non sensibilizzata con il bicromato) su cartoncino per acquerello e su vetro. Sul cartoncino, tirando molto l'emulsione con un pennello non troppo intriso della stessa, si ottiene lo strato più sottile ed uniforme.
Poichè il cartoncino è bianco, dovrei stendere una emulsione scura, ottenendo però un negativo. Questo contrasta un po' con la filosofia di Niepce che ha sempre lavorato per ottenere direttamente un positivo.
Ho pensato però che, stendendo una emulsione bianca e sottile ed azzeccando l'esposizione, dopo lo spoglio in acqua e successiva asciugatura, potrei versarvi dell'inchiostro nero che tingerebbe il cartoncino nei punti lasciati scoperti e corrispondenti alle ombre. La gomma insolubilizzata dalla luce non dovrebbe prendere il colore.
Tutto questo perché il supporto di cartoncino è il più pratico. Quando questa mattina ho preso il foglio di poliestere trasparente, ho dovuto lottare un po' per inserirlo nello chassìs, visto che si era incurvato sensibilmente a causa del ritiro dell'emulsione stesa su di una sola faccia (come l'altra volta, ho inserito il foglio col dorso verso l'obiettivo in maniera che ad indurirsi fosse lo strato a diretto contatto col supporto, cosa che me ne assicura l'aderenza durante la fase di spoglio).
Domani niente esperimenti: di nuovo a Chieti per continuare la sistemazione dell'appartamento.
A presto
ENrico

Inviato da: enrico il Jul 8 2007, 08:26 PM

Ho ritirato la camera oscura alle 19. Apertala, contrariamente a tutte le altre volte, non si intravvedeva nessuna immagine. L'ho messa in acqua tiepida per lo spoglio. Entro pochi secondi l'acqua è divenuta lattiginosa, causa la soluzione del colorante. Ho dovuto cambiarla con delicatezza per poter scorgere la pellicola. Nessuna immagine, ma dei larghi brandelli biancastri di emulsione.
L'emulsione non ha quindi fatto bene aderenza al supporto, causa forse l'uso dell'altra colla arabica (forse sintetica?). Tornerò alla vecchia marca.
I larghi brandelli mi fanno pensare che l'insolubilizzazione a causa della luce c'è stata, ma forse l'insuccesso è dovuto ad una sovraesposizione:
10 ore con diaframma 5,6 anzichè 8 ore con diaframma 8 della prova riuscita (giornata serena e soleggiata in tutti i casi).
Per spiegare la solubilizzazione del colorante, devo pensare che è dovuto allo strato più superficiale di emulsione che è rimasto solubile non avendo preso luce a sufficienza (l'illuminazione proveniva dalla parte opposta del supporto). Non riesco ad immaginare altri scenari.
Rimonto l'obiettivo precedente e provo con il cartoncino.
A presto
Enrico

Inviato da: twinsouls il Jul 8 2007, 09:14 PM

Di questi apparenti insuccessi è lastricata la strada del progresso. smile.gif
Si narra che a Edison, che ai tempi stava facendo migliaia di esperimenti per inventare la lampadina senza (ancora) riuscirci, venissero chiesti "risultati". Ed Edison rispose: "Io ho un sacco di risultati. Conosco migliaia di cose che non funzionano!" smile.gif
E alla fine la lampadina l'inventò... wink.gif

Continua. Noi continuiamo a seguirti.

Davide

Inviato da: apeiron il Jul 9 2007, 08:17 AM

Enrico, a questo punto mi auguro di poterti conoscere personalmente. E' un desiderio che cresce seguendo l'evoluzione del tuo straordinario lavoro.
Apeiron smile.gif

Inviato da: enrico il Jul 9 2007, 04:25 PM

Grazie Davide, Grazie Apeiron, grazie a tutti quelli che mi seguono, intervenendo o restando in silenzio.
Sono appena tornato da Chieti, un po' stanco e con qualche altro impegno familiare cui assolvere.
Domani faccio però un'altra prova. Gli esperimenti per l'eliografia richiedono tempo, visto che per l'esposizione se ne va una giornata smile.gif
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Jul 12 2007, 11:49 AM

Cari amici,
mentre la camera oscura, occultata fra le lingue delle suocere ed i gerani del terrazzo, fissa dalle 9 di questa mattina il muro di cinta e l'albero di mele per l'ennesima eliografia, io sto costruendo una "macchina del tempo", di cui vi mostro alcune parti che attendono di essere montate.
Si tratta in realtà di un "visore-riproduttore" di negativi. Ho conservato infatti in una voluminosa scatola i negativi su vetro di mio padre ed intendo riprodurli in digitale. Mi sto quindi costruendo una scatola con un vetro opalino superiormente, con all'interno uno specchio a 45°.
Sul lato aperto sistemerò l'SB 800 e sistemerò il tutto sullo stativo da riproduzione (il mio ingranditore Durst con piano, colonnina ed adattatore per macchina fotografica).
Il piano del visore che sto costruendo, ha dimensioni 15 x 20, in considerazione del fatto che i negativi vanno dal 6,5 x 9 al 9 x 12 fino al 13 x 18.
Si tratterà di un viaggio nel tempo parallelo a quello che stiamo facendo, un viaggio più personale, anche se meno remoto. Questo non vuol dire che non vi mostrerò qualche immagine interessante, solo che il loro significato è per forza di cose per me particolarmente diverso da quello che vi può scorgere qualunque altro osservatore.
Ogni lastra sarà uno sguardo di una frazione di secondo in un passato che mi appartiene particolarmente.
Ma usciamo dal relativo OT. Ho acquistato anche il materiale per costruire una camera oscura più grande, che possa utilizzare il vecchio obiettivo "Simplex Raoid Aplanat" che vi ho mostrato parecchi post fa.
Enrico




 

Inviato da: marcelus il Jul 12 2007, 03:39 PM

seguo con vivo interesse anche gli sviluppi della "macchina del tempo" avendo numerosi negativi in vetro.
avevo pensato ad uno scanner per lucidi, ma non ho ancora avuto modo di provarlo.

resto in linea

Inviato da: enrico il Jul 12 2007, 04:42 PM

Cari amici, EUREKA!

ho appena ritirato la camera oscura, dopo otto ore di esposizione, ed ho immerso il cartoncino in acqua fredda per un paio di minuti. Sembrava non succedesse niente ma, per essermi cimentato con la gomma bicromatata anche nel passato, sapevo che occorreva aver pazienza. Un sottile dubbio però mi infastidiva: "Troppa esposizione, vista la giornata assolata, ha reso insolubile tutta l'emulsione?".

Ho tolto delicatamente il cartoncino, ho sostituito l'acqua della vaschetta (non potevo vedere che colore aveva perché ero in luce rossa) con acqua tiepida e vi ho immerso di nuovo il cartoncino a faccia in su.

L'emulsione ha iniziato a dare segni di vita: qualcosa ha iniziato ad agitarsi, a venir via e... ed è comparsa una immagine nitida, perfetta, ben contrastata. Una immagine negativa, marrone sul fondo giallino del cartoncino per acquerello.

Ora è ad asciugare. Abbiate pazienza, stasera ve lo mostro smile.gif
Enrico

Inviato da: twinsouls il Jul 12 2007, 04:47 PM

WHOPEE!!

Restiamo in attesa! smile.gif

Inviato da: enrico il Jul 12 2007, 08:34 PM

Eccola qui.
L'originale:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

e la conversione in positivo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Non mi resta a questo punto che produrre una eliografia direttamente positiva. Provai tempo fa col cartoncino nero, ma non è adatto, molto meglio la carta per acquerelli.
Vi stenderò sopra una emulsione bianca. Dopo lo spoglio, vedrò di colorare in nero, per immersione nel colorante, le parti scoperte. D'altra parte, Niepce cercava di scurire il metallo su cui stendeva il suo bitume di Giudea, sottoponendolo ai vapori di iodio. Ed è grazie a questa sua idea, evidentemente ripetuta da Daguerre sulle lastre argentate, che questi scoprì la sensibilità alla luce degli alogenuri (in questo caso lo ioduro) d'argento.
Se il risultato sarà soddisfacente, potrò considerare conclusa questa esperienza sull'eliotipo e passare avanti.
Vista l'epoca remota che stiamo rivivendo assieme (siamo praticamente agli albori della Fotografia), mi sembra opportuno riportarvi delle righe che riprendo da un libro che sto leggendo (Ando Gilardi - "Meglio ladro che fotografo"), dove è espresso, in maniera ironica e paradossale, un concetto fondamentale che mi ha fatto riflettere sul significato della fotografia o, almeno, su di uno dei suoi significati, di cui nessuno più si ricorda:

"Daguerre e poi Herschel, Talbot e gli altri non hanno inventato la Fotografia: ai tempi loro era già secolare. Hanno inventato un procedimento per renderla stabile, per poterla togliere dalle camere obscure e portarla dove si desidera.
Ora, per poter prendere la fotografia, toglierla da dove si forma e viveva, dal fondo delle scatole con l'occhio di vetro, bisognava imbalsamarla con sali d'argento e altri unguenti assai fetidi chiamati sviluppo, fissaggio, gelatina, collodio... Insomma si trattava di uccidere la bella immagine effimera che sorgeva e tramontava con il sole".
Osservando il mio eliotipo e riflettendo su queste parole, lo vedo con occhio nuovo.
Un saluto
Enrico

Inviato da: twinsouls il Jul 12 2007, 08:47 PM

Ottimo, Enrico! smile.gif

E grazie per la citazione di Gilardi... l'unico, o almeno il principale motivo per cui compravo Photo. Ironia e cultura coniugati insieme sono una miscela esplosiva... biggrin.gif

Se trovassi il suo vecchio pezzo sulle "lire per millimetro" come parametro di valutazione degli obiettivi... wink.gif

Una visione interessante e, come spesso gli succedeva, "controcorrente", quella di Gilardi.
In effetti, la "fotografia", in un certo senso, è vecchia quanto l'occhio. E la fotografia con la "camera obscura", col foro stenopeico, o qualche procedimento simile, é probabilmente vecchio di millenni.

Ma il procedimento per fissare l'immagine disegnata dalla luce... Beh, quella è davvero storia "recente".

Attendo con pazienza la prossima tappa di questo meraviglioso viaggio nel tempo. smile.gif

Davide

Inviato da: perrins87 il Jul 12 2007, 09:06 PM

QUOTE(enrico @ Jul 12 2007, 05:42 PM) *

Cari amici, EUREKA!


E noi siamo qui, a condividere la tua gioia! smile.gif

Complimenti per la macchina del tempo, sono sicuro che potrà regalarti tante emozioni!

;-) Spettacolo l'eliografia. Io direi di cominciare a raccogliere molto bene il materiale e prendere molto bene appunti su quello che si svolge... uscirà un gran lavoro

Inviato da: apeiron il Jul 12 2007, 10:23 PM

QUOTE(enrico @ Jul 12 2007, 09:34 PM) *



"Daguerre e poi Herschel, Talbot e gli altri non hanno inventato la Fotografia: ai tempi loro era già secolare. Hanno inventato un procedimento per renderla stabile, per poterla togliere dalle camere obscure e portarla dove si desidera.
Ora, per poter prendere la fotografia, toglierla da dove si forma e viveva, dal fondo delle scatole con l'occhio di vetro, bisognava imbalsamarla con sali d'argento e altri unguenti assai fetidi chiamati sviluppo, fissaggio, gelatina, collodio... Insomma si trattava di uccidere la bella immagine effimera che sorgeva e tramontava con il sole".
Osservando il mio eliotipo e riflettendo su queste parole, lo vedo con occhio nuovo.
Un saluto
Enrico


Suggestioni sempre di grande interesse, Enrico.
Certo. Da questo punto di vista anche la fotografia fa parte, come le tecniche che l'hanno preceduta, della lunghissima storia della rappresentazione, più o meno fedele, del reale.
Però, fin da subito, la fotografia pare aver scoperto (per fortuna...?) una vocazione diversa e mai completamente riconosciuta. "Il fotografo -ha scritto Italo Zannier- più di altri operatori visivi, si è posto ansiosamente, (...), ilproblema dell'artisticità del suo prodotto (...)". E' un problema tuttora aperto, più che mai, io credo. Purché, con "artisticità", non si voglia intendere per forza, come spesso accade, la sola rappresentazione di se stessi.
Scusa se sono uscito dal seminato. Ma la colpa è tua. Sei tu che dai il "la", come sempre. smile.gif
Apeiron

Inviato da: enrico il Jul 13 2007, 07:13 AM

Davide, lire per millimetro è tutto un programma. Se lo trovi, faccelo leggere. Grazie per il Whopee. Testimonia il tuo entusiasmo. Mi vedo in una carrozza al galoppo su di una strada polverosa, con te e tutti gli altri amici al fianco a scherzare ed a conversare in allegria, in un tempo lontano.
Marcelus, ho anch'io un retroilluminatore per scanner, ma non l'ho usato quasi mai. Ritengo che la luce di un lampeggiatore, regolabile come quella di un SB 800 e l'incisività del 60 mm macro, siano l'ideale. Posterò poi qualche risultato.
Pietro, la tua amicizia e la tua simpatia sono preziose.
Apeiron, risentirti è sempre un gran piacere. Le tue riflessioni non sono mai OT, ma profonde e stimolanti.
Un saluto a tutti
Enrico

Inviato da: enrico il Jul 13 2007, 07:17 PM

Cari amici,
a proposito dell'eliografia e di Niepce, vi faccio un regalo: un libricino di 17 pagine su di lui, è del 1861. E' in francese.
A presto
Enrico

 Niepce.pdf ( 277.97k ) : 226
 

Inviato da: enrico il Jul 13 2007, 08:53 PM

Ho preparato il cartoncino per l'eliografia che esporrò domani e che, se viene bene, potrebbe essere l'ultima.
Ho fissato con le solite mollette il cartoncino per acquerelli ad una tavoletta di compensato. Questa volta l'ho passato prima col pennello bagnato in acqua distillata. Ho poi preparato l'emulsione col pigmento bianco stemperato in qualche goccia di acqua distillata, cui ho aggiunto la gomma arabica. Dopo aver mescolato il tutto con una spatola per alcuni minuti, vi ho aggiunto un po' della soluzione satura di bicromato di potassio. Ho continuato a mescolare il tutto. Poi l'ho steso a pennello sul cartoncino che, pur essendo ancora umido, non presentava segni di baganto in superficie. La stesa è risultata perfetta. Mai era venuta così.
A domani.
Enrico

p.s. una piccola riflessione. Col digitale e la pellicola, il mio riferimento per gli approvvigionamenti è sempre stato il fotonegoziante.
Mai prima d'ora mi era capitato di dovermi recare, per realizzare le mie "fotografie", al negozio di belle arti, a quello di ferramenta, di generi alimentari, in falegnameria e dal vetraio laugh.gif

Inviato da: perrins87 il Jul 14 2007, 05:48 PM

QUOTE(enrico @ Jul 13 2007, 09:53 PM) *

Mai prima d'ora mi era capitato di dovermi recare, per realizzare le mie "fotografie", al negozio di belle arti, a quello di ferramenta, di generi alimentari, in falegnameria e dal vetraio laugh.gif


beh, qualcuno ad alimentare la passione per la fotografia ci deve sempre essere no? biggrin.gif

aspettiamo l'esito dell'eliografia!

Inviato da: enrico il Jul 14 2007, 05:56 PM

Cari amici,
il vero grande merito di Niepce, non è tanto di aver prodotto tramite la camera oscura, quella che è considerata "la prima fotografia", visto che quello del bitume di giudea era un vicolo cieco. A mio avviso (ed è l'opinione di molti storici della fotografia), sono stati i progressi e le scoperte di Daguerre a farla partire. Il suo grande merito, di cui poco si parla (fin'ora solo Ando Gilardi lo ha puntualizzato a dovere nella sua "Storia sociale della Fotografia") è stata l'invenzione della fotoincisione, che ha rivoluzionato il modo di produrre le matrici per la stampa.
Non potevo quindi, per onorare a dovere questo grande personaggio, non sperimentare la produzione di una matrice o, per lo meno, i passaggi iniziali.
Isidore, figlio di Josheph-Nicéphore Niepce, ricordava che il padre nel 1826, - cito testualmente - "stese su una lastra di peltro ben pulita del bitume di Giudea sciolto in olio animale di Dippel. Su questa vernice collocò l'incisione da riprodurre, dopo averla resa traslucida, ed espose il tutto alla luce. Trascorso un certo tempo, immerse la lastra in un solvente che, a poco a poco, fece apparire l'immagine, fino allora invisibile.
Dopo queste operazioni, per renderla adatta all'incisione, la immerse in acqua più o meno acidula. Mio padre mandò la lastra all'incisore Lemaitre, chiedendogli di contribuire con la sua abilità a incidere il disegno più profondamente. Monsieur Lemaitre acconsentì con molta gentilezza alla richiesta di mio padre, e tirò diverse prove del ritratto del cardinale d'Amboise.."

In pratica, Niepce prese una stampa che riproduceva il cardinale, la unse con olio per renderla trasparente e la pose a contatto con una lastra ricoperta di bitume. Espose poi il tutto alla luce del sole. La luce rendeva insolubile il bitume attraverso le parti bianche. I tratti neri, invece, proteggevano il bitume che restava solubile. Trattando la lastra con un solvente, questa rimaneva protetta dallo strato di bitume, tranne nelle parti corrispondenti al disegno che venivano via. Un bagno nell'acido nitrico (acquaforte) incideva la lastra in corrispondenza dei tratti scoperti. A quel punto era sufficiente asportare tutto lo strato, inchiostrare la lastra e passarla con una racletta. L'inchiostro restava nei solchi. Pressando la lastra su di un foglio di carta, si riproduceva il disegno.
Niepce così aveva sostituito il sole alla mano dell'artista. In precedenza infatti, le lastre rivestite con bitume di Giudea, venivano incise col bulino da abili artigiani.
Riporto in fondo la stampa originale del cardinale d'Amboise e la riproduzione di Niepce.
E veniamo a noi.
Ho riprodotto su di un foglio di carta una immagine della "xxx della melagrana" di Raffaello Sanzio (matita su cartone) e ne ho eliminato i mezzi toni, trasformandola "al tratto" come se si trattasse di un'incisione.
Ho poi unto con olio (non vi dico la marca biggrin.gif ) mediante un batuffolo di cotone il foglio, per renderlo traslucido, e l'ho posto a contatto con un cartoncino trattato nel solito modo (colore bianco in polvere, gomma arabica, bicromato), sistemando il sandwich nel torchietto sotto una lastra di vetro ed esponendo al sole per 10 minuti:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Solito sviluppo in acqua, ed ecco il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'intenzione era quella di colorare di nero per immersione le parti scoperte. La cosa però non è riuscita, probabilmente perché è restato, anche nelle parti spogliatesi dall'emulsione, un sottile strato impermeabile. Ho spennellato del nero di china sul dorso nella speranza di tingere il foglio dal retro. Ma è chiaro che dovrò ripetere la prova.

Contemporaneamente, ho estratto il cartoncino dalla camera oscura che era in esposizione dalle otto e trenta di questa mattina. Ora è ad asciugare. Ve lo mostro ancora umido. Compare una specie di bassorilievo formato dall'emulsione indurita. L'immagine c'è, ma temo che incontrerò le stesse difficoltà per annerire le parti scoperte.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Inviato da: enrico il Jul 15 2007, 09:07 AM

Per Marcelus, che mi chiedeva di tenerlo aggiornato, ecco lo stato di avanzamento dei lavori della "macchina del tempo". Nemmeno un chiodino, solo incastri e colla.
Un saluto a tutti
Enrico


 

 visore_riproduttore.pdf ( 85.93k ) : 209
 

Inviato da: perrins87 il Jul 15 2007, 10:09 AM

QUOTE(enrico @ Jul 15 2007, 10:07 AM) *

Per Marcelus, che mi chiedeva di tenerlo aggiornato, ecco lo stato di avanzamento dei lavori della "macchina del tempo". Nemmeno un chiodino, solo incastri e colla.


ohmy.gif complimenti per il lavoro: sia la "progettazione virtuale" che la realizzazione artigiana sono lodevolissime !!

Inviato da: enrico il Jul 16 2007, 05:13 PM

La "macchina del tempo" è completa. Domattina salgo in soffitta a prendere i negativi ed inizio a digitalizzarli.
Per l'eliografia, l'immersione nel colorante nero non funziona. Sto sperimentando un'altra strada: ho dipinto di nero con l'inchiostro di china un cartoncino per acquerelli, l'ho rivestido di gomma arabica sensibilizzata ed ho esposto il tutto alla luce perchè questa prima emulsione divenga insolubile. Una volta asciutta, vi ho passato a pennello una seconda emulsione, bianca. Domani rimetto in funzione la camera oscura.
ENrico




 

Inviato da: enrico il Jul 16 2007, 08:35 PM

Ci vorrebbe un altro Eureka! smile.gif
Ho ripetuto l'esposizione della stampa della "Madon na del melograno", in due tentativi. Il primo mi è servito per stabilire il tempo di posa ottimale ed il tempo di permanenza in acqua. Del secondo posso essere pienamente soddisfatto.
Vi mostro la stampa che mi è servita da matrice, stampa su carta resa traslucida mediante olio. E' incredibile come, una volta asciutta, avesse lo stesso aspetto della "carta da lucidi" che si usa per i progetti:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Dopo tre minuti di esposizione nel torchietto in pieno sole, ho ottenuto questo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Se, anzichè di cartoncino, il supporto fosse stato di metallo, avrei potuto trattarlo con l'acido nitrico ed avrei avuto una matrice per la stampa. Non riprodurrò questo percorso, visto che il nostro cammino riguarda la fotografia e non la stampa, ma a questo punto la cosa non sarebbe troppo difficile.
Ho provato a simulare l'effetto che avrei ottenuto stampando una analoga matrice metallica inchiostrata con inchiostro tipografico, convertendo l'immagine sopra in scala di grigio ed invertendone i toni mediante Photoshop.
Questo è il risultato che a me sembra eccezionale:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

A domani
Enrico

Inviato da: Tursiope il Jul 16 2007, 11:04 PM

Ho letto tutto stasera. Ho potuto seguire i tuoi progressi e sono stupefatto. Complimento per la costanza per la curiosità e la capacità di superare gli imprevisti.
Grazie.
Fabio.

Inviato da: enrico il Jul 17 2007, 07:14 AM

QUOTE(Tursiope @ Jul 17 2007, 12:04 AM) *

Ho letto tutto stasera. Ho potuto seguire i tuoi progressi e sono stupefatto. Complimento per la costanza per la curiosità e la capacità di superare gli imprevisti.
Grazie.
Fabio.

Grazie a te Fabio.
Enrico

Inviato da: twinsouls il Jul 17 2007, 07:39 AM

ohmy.gif
Questa è la meraviglia di questo thread... Sono stato via quattro giorni, e al ritorno trovo questa "sorpresa".... ohmy.gif

Enrico, hai perfettamente ragione a dire che il risultato è eccezionale. Almeno secondo me lo è, eccome.

Che viaggio... Sono felicissimo di poterlo "condividere" con te, anche se solo come "osservatore".

grazie.gif

Davide

Inviato da: danighost il Jul 17 2007, 10:09 AM

E' un po' che non intervengo, ma non vuol dire che non sto viaggiando con voi (di natura sono un ragazzo silenzioso), volevo esporre il mio dubbio.
Seguendo le varie tracce storiche (e qui correggimi Enrico), mi sembra di aver capito che il processo fotografico sia partito dalla duplicazione di stampe, magari in maniera empirica, con successivo passaggio a sensibilizzare un prodotto trasparente (e negativo), per poi sensibilizzare e portarlo in positivo un supporto cartaceo (quasi una seconda foto).

Ho scritto in maniera sintetica, ma vorrei capire hmmm.gif ,perchè se c'è un tracciato storico delle varie fasi in questa discussione me lo sono perso, ma inizio ad avere un po' di confusione, soprattutto quando Enrico hai scritto: "Non riprodurrò questo percorso, visto che il nostro cammino riguarda la fotografia e non la stampa, ma a questo punto la cosa non sarebbe troppo difficile". Sono andato un po' in confusione, pensavo che i due saspetti fossero correlati.

Se non sono stato chiaro ditemelo pure.

Inviato da: enrico il Jul 17 2007, 12:58 PM

QUOTE(danighost @ Jul 17 2007, 11:09 AM) *

Seguendo le varie tracce storiche (e qui correggimi Enrico), mi sembra di aver capito che il processo fotografico sia partito dalla duplicazione di stampe, magari in maniera empirica, con successivo passaggio a sensibilizzare un prodotto trasparente (e negativo), per poi sensibilizzare e portarlo in positivo un supporto cartaceo (quasi una seconda foto).

Ho scritto in maniera sintetica, ma vorrei capire hmmm.gif ,perchè se c'è un tracciato storico delle varie fasi in questa discussione me lo sono perso, ma inizio ad avere un po' di confusione, soprattutto quando Enrico hai scritto: "Non riprodurrò questo percorso, visto che il nostro cammino riguarda la fotografia e non la stampa, ma a questo punto la cosa non sarebbe troppo difficile". Sono andato un po' in confusione, pensavo che i due saspetti fossero correlati.

Se non sono stato chiaro ditemelo pure.


Il sogno dei protofotografi è sempre stato quello di rendere permanente l'immagine effimera della camera oscura. Per raggiungere questo obiettivo si sono percorse le vie della chimica, visto che la parte ottica era già ad ottimi livelli: le camere ottiche erano da tempo in uso presso i disegnatori ed i pittori.
Poiché la luce che penetrava nella camera oscura era molto tenue, i primi tentativi andarono incontro a fallimenti.
Per esempio, Thomas Wedgwood tentò inutilmente, utilizzando le camere ottiche che venivano usate nell'impresa di famiglia (il padre era un famoso ceramista inglsese) per fare disegni di case di campagna da riprodurre a mano sul vasellame.
Wedgwood usava il nitrato d'argento su carta e su cuoio. L'azione della luce sul nitato d'argento era nota in seguito agli esperimenti del medico tedesco Schultze. Wedgwood si limitò quindi a fare quelli che noi oggi chiameremmo "fotogrammi" e che mi divertivo a fare anch'io da piccolo, ponendo sassolini, foglie e piume sulle carte scadute che mio padre mi regalava.
Niepce ebbe miglior fortuna. Ma all'inizio, i suoi esperimenti riguardavano la litografia.
Nel 1815 la litografia venne introdotta in Francia e Niepce pensò di sostituire le pesanti lastre di pietra Solenhofen usate dal suo inventore, Aloys Senefelder, con lastre di peltro. Per i suoi esperimenti gli occorrevano dei disegni ma, poichè non ne era capace, pensò di produrli per mezzo della luce.
Solo successivamente pensò di far uso della camera oscura.
D'altra parte Ando Gilardi, nella sua Storia sociale della Fotografia, pone l'accento più volte sul legame fra stampa e fotografia.
Se ci rifletti, le immagini che ci passano sotto gli occhi (ad esclusione della TV e di Internet), sono per la stragrande maggioranza ad inchiostro, prodotte cioé tramite i processi di stampa. Solo una piccola percentuiale sono immagini argentiche.
La fotografia ha quindi rivoluzionato l'arte della stampa che, prima di Niepce, richiedeva operazioni esclusivamente manuali e l'opera di valenti disegnatori. Non trovo più, purtroppo, una raccolta di giornali di mio nonno, rilegati, della seconda metà dell'800 dove tutte le immagini sono incisioni fatte a mano.
La storia della Fotografia e quella della stampa quindi si intrecciano.
Io sto ripercorrendo quella della prima.
Spero di aver risposto ai tuoi dubbi. Se nonl'ho fatto, chiedi pure.
Intanto grazie per essere con noi.
Davide, le cose hanno valore non tanto per quello che sono, quanto per quello che rappresentano. Nel mio caso la riproduzione della Mad onna della melagrana rappresenta il raggiungimento di un obiettivo.
Questa mattina ho messo in moto il riproduttore di negativi appena finito di costruire ed ho sceso la scatola nella quale, per fortuna, tanti anni fa volli raccogliere i negativi di mio padre.
Che emozione! Ho la schiena a pezzi, ma sono contento. Quanti ne sono!
All'inizio ho avuto quasi un moto di sconforto al vedere il lavoro che mi aspetta, ma sono sicuro che, quando avrò finito di digitalizzarli tutti, mi sembreranno pochi.
In soffitta ho trovato un cartoncino con una poesia che mio nonno dedicava alla sua fidanzata, nonna Anna. E' datata 1901!
Ora sto aprendo una scatola di negativi sulla quale mio padre ha scritto "Franca da fidanzata". Franca è mia madre.
Puoi capire che valore hanno per me questi pezzi di vetro e di celluloide, specie ora che i miei non ci sono più.
Ma ad ogni scatto, è come se li riavessi per un po'.
Buona giornata a tutti
Enrico

Inviato da: Gianni_Casanova il Jul 17 2007, 02:16 PM

QUOTE(enrico @ Jul 17 2007, 01:58 PM) *

...Ma ad ogni scatto, è come se li riavessi per un po'.
Buona giornata a tutti
Enrico


Pollice.gif Enrico....sei grande,
Gianni

Inviato da: danighost il Jul 17 2007, 05:12 PM

Quto quello che ha quotato Gianni, credo che così facendo sia un'opera di ringraziamento verso i tuoi genitori, io sarei fiero di avere un figlio come te, e nonstante posso essere tranquillamente essere tuo figlio (ho 28 anni), lavoro in una casa di riposo, e tutti i giorni vedo come i figli si comportino con i genitori. Ma qui si va OT.

Invece grazie.gif per per la scaletta storica, mi ha chiarito alcuni passaggi del tuo lavoro.

Inviato da: enrico il Jul 18 2007, 08:21 AM

Grazie Gianni, grazie Danighost.
Qualche immagine:
- la "macchina del tempo" in funzione.
- una scatola di mezza dozzina di lastre Cappelli 13 x 18
- una scatola di una dozzina di lastre 6,5 x 9 ed una scatola in cartone di negativi 35 mm
Notate come non ci sia indicata la sensibilità ma si parli di "media rapidità" e di "extra rapide", e di come si parli di dozzine; oggi si direbbe solo 12 lastre o 6 lastre.
A proposito, mi sono sempre chiesto perché la dozzina. La decina dipende dal numero delle nostre dita, ma la dozzina? Perché non allora la "quindicina", o la "diciottina"?. E' chiaro che ci deve essere una ragione culturale. Chiesi anche a dei professori dell'università che ho frequentato, ma nessuno ha mai saputo darmi risposta, fino a che...
mia cognata mi regalò ad un compleanno la "Storia universale dei numeri" ed allora venni a capo del mistero:
quando la scrittura era privilegio di pochi (parlo di epoche remote in cui gli scribi erano appannaggio dei re), i calcoli i mercanti li facevano sulle dita. Il pollice serviva da indicatore, appoggiandosi via via sulle falangi delle altre dita che, per ogni mano, sono 12. Ogni volta che si raggiungeva una dozzina (una mano), il pollice dell'altra mano portava il segno sulle rispettive falangi: 12, 24, 36...
Esisteva una procedura, che non ricordo, per fare delle operazioni aritmetiche utilizzando le dita. Sul testo si dice che questo sistema è ancra utilizzato da qualche popolazione di mercanti nomadi.
Ma tornando alla fotografia:
- alcune lastre sono all'interno di una carta rossa, mi pare si chiamasse "alla celloidina", retaggio di un tempo precedente al pancromatismo.
- uno dei "prodotti" della mia "macchina del tempo": zio Michelino, fratello di nonno e medico condotto.
Si pensa che la fotografia abbia valore solo quando ha intenzioni artistiche e ci si dimentica che il suo grande vantaggio sulla pittura è proprio quella di riportarci, se pure con qualche limite, un pezzo di realtà. Ogni negativo è uno spiraglio che si apre per un istante nel passato e ce ne rivela un frammento. Solo per questo, la Fotografia è straordinaria.
L'ultimo tentativo eliografico non è andato a buon fine.
A presto
Enrico

--

--










 

Inviato da: danighost il Jul 18 2007, 10:05 AM

Bè direi che zio Michelino porta bene gli anni.

Inviato da: enrico il Jul 21 2007, 07:14 PM

Questa mattina ho provato a rifare una eliografia che riproducesse le luci in bianco. Ieri sera ho spalmato su di un vetro una emulsione di gomma bicromata e pigmento bianco. Dopo una esposizione di 10 ore, ho estratto la lastra, ma il risultato è stato negativo (non in senso fotografico smile.gif ) Una parte di emulsione si è sfaldata subito, prima dell'immersione in acqua e non c'era la minima traccia di immagine. Il vetro quindi non va bene. L'esperimento è riuscito quando ho usato il trasparente per getto d'inchiostro e poi, ma con i toni in negativo, tutte le volte che ho usato il cartoncino per acquerelli.
Continuerò a provare, ma intanto credo che proseguirò oltre, facendo un salto in aventi e tornando all'albumina, utilizzando in maniera completa la ricetta di Le Gray, visto che ho il bromuro. Certo, la posa di qualche minuto, mi sembrerà extrarapida.
Un saluto
Enrico

Inviato da: FKB_77 il Jul 22 2007, 11:06 PM

Salve Enrico
...ho letto tutto d'un fiato...sono rimasto colpito in particolare dall'immedesimazione e verifica storica quanto dal sapore alchemico filosofale del tuo percorso; tempo addietro anch'io mi sono avventurato nella costruzione di una camera oscura con la sostanziale differenza che utilizzavo un'anacronistica carta ilford! Mi rendo meglio conto adesso dei confini cognitivi di quel mio lavoro e devo ringraziarti per averli dilatati.

Quasi quasi domani la riesumo dalla cantina hmmm.gif

Complimenti

Francesco

Inviato da: marcelus il Jul 23 2007, 12:50 AM

QUOTE(enrico @ Jul 15 2007, 10:07 AM) *

Per Marcelus, che mi chiedeva di tenerlo aggiornato, ecco lo stato di avanzamento dei lavori della "macchina del tempo". Nemmeno un chiodino, solo incastri e colla.
Un saluto a tutti
Enrico




grazie Enrico
appena avrò un po' di tempo tirerò fuori le lastre e vedro cosa riesco a combinare.


ps: ottimo lavoro guru.gif

Inviato da: enrico il Jul 23 2007, 07:04 AM

Grazie Francesco, ciao Marcelus.

Inviato da: giovanni scaburri il Jul 23 2007, 11:57 PM

Forse lo hai fatto ma perché non provi a togliere l'obbiettivo e coprire il buco con un cartoncino per fare il foro stenopeico.
Potresti buttare alle ortiche il vetro smerigliato e non pensare più al piano focale.
Poi se riesci a recuperare un cilindro, i vecchi contenitori del detersivo sono fantastici, dove infilare un supporto sensibile che avvolga il massimo della superficie interna del cilindro, ti vengono delle immagini a 180° che sono una meraviglia.
Se poi invece di un foro ne fai due, tre, quattro ti viene fuori un'immagine che te la sogni di notte.
Se poi la vuoi fare a colori meglio ncora.
Se poi, se poi, se poi,........................
Se poi vuoi tornare veramente in dietro ti consiglierei di indagare Bayard.
Se poi vuoi il disegno originale per fare la macchina di Niépce, quella di Daguerre e quella di Talbot batti un colpo.
Se poi vuoi un libro, fatto da bambini delle medie sulla storia della fotografia e sui processi chimici e sulla camera obscura dimmelo.
ciao
gianni

Inviato da: enrico il Jul 24 2007, 07:01 AM

QUOTE(giovanni scaburri @ Jul 24 2007, 12:57 AM) *

Se poi vuoi il disegno originale per fare la macchina di Niépce, quella di Daguerre e quella di Talbot batti un colpo.
Se poi vuoi un libro , fatto da bambini delle medie sulla storia della fotografia e sui processi chimici e sulla camera obscura dimmelo.
ciao
gianni


Ciao Gianni,
certo che lo batto il colpo! Grazie.
Enrico

Inviato da: enrico il Jul 24 2007, 02:36 PM

Gianni, ho esperienza della foto stenopeica per averla praticata in passato ma, richiedendo supporti con sensibilità alla luce relativamente elevata, non è proprio un procedimento antico. Ho qualche libro dei primi del 900 che ne parla. E' comunque un procedimento interessante che ha, come certamente ben sai, molti seguaci anche oggi, ma che esula un po' dall'argomento.
Ieri ho fatto un altro tentativo con l'eliografia, tentativo parzialmente riuscito: riuscito perchè ho ottenuto un positivo diretto, parzialmente perchè la definizione lascia a desiderare.
Ad evitare l'accartocciamento del supporto, ho per prima cosa steso una mano di colla arabica sul retro di un cartoncino nero da disegno poi, una volta asciugato, ho steso l'emulsione bianca sull'altro lato.
Tempo di esposizione: 7 ore.
Per ora mi accontento e vado avanti, anche se mi riprometto di tornare all'eliografia utilizzando, anziché la gomma arabica, la gelatina, così come veniva fatto per le stampe al carbone (stampe che sono in lista d'attesa nella mia ricerca smile.gif ).
Ma eccovi l'immagine.
A presto
Enrico


Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: giovanni scaburri il Jul 25 2007, 12:48 AM

Il modo per avere quanto desideri è scrivere alla FOTOTECA STORICA NAZIONALE Via Imbriani, 31 - 20158 - Milano - tel. 0239312652 e richiedere due volunetti che costano pochi soldi.
Il primo è "La fotografia dalle origini" e il secondo è un bilibro da una parte "La fotografia senza obiettivo" e dall'altra ci sono infilati i disegni tecnici con tutte le misure per costruire le macchine che ti ho detto.
Potrai notare anche dalla scansione allegata che la camera obscura di Niépce è proprio senza obiettivo e la lente non è interna.
Mi pare che tu stia seguendo il metodo di Nicephore con gli stessi insuccessi che risultano, per sua stessa ammisione, dalla corrispondenza con il Sig. Lemaitre suo stampatore.
Per poter ottenere dei risultati lo strato di bitume deve essere talmente lieve che poi non resiste al lavaggio con l'acido.
Certo utilizzando una lente le cose cambiano perché lo strato può essere più spesso a discapito però dei mezzi toni.
Dovrebbe darti maggiori soddisfazioni il procedimento del nipote Niépce de Saint Victor che ormai nel 1853 poté posare il bitume di Giudea a contatto diretto sotto normali negativi.

Inviato da: enrico il Jul 25 2007, 06:23 AM

Ciao Gianni,
ti ringrazio molto per l'indirizzo. Tutto ciò che riguarda la storia della fotografia mi interessa molto.
Non vedo la scansione di cui parli. Ho anch'io delle immagini della camera oscura di Niepce e te ne allego una. Se è questa, è vero che non c'è obiettivo, ma questo può essere perchè è andato perso. D'altra parte, il foro che si vede è bello grande e proprio adatto per una lente. In tutti i libri di storia della fotografia che ho letto, si parla sempre di lenti. Niepce e Daguerre si conobbero proprio perché si servivano entrambi da Chevalier, l'ottico di Parigi. Ti chiedo scusa, ma puoi indicarmi la tua fonte? La cosa mi sembra strana - questo detto con tutto il rispetto verso le tue ricerche - ma non vedo perché Niepce dovesse utilizzare un foro stenopeico, data la ridottissima luminosità di tale semplice apparato. Come sai bene, le camere oscure, fornite di obiettivo, erano diffusissime fra i pittori ed erano state utilizzate anche in passato per tentativi fotografici (Wegdwood).
Il suggerimento di utilizzare il bitume di Giudea sotto un negativo ottenuto con altro mezzo, è come utilizzare una stampa per ottenere un controtipo, cosa che fece Niepce con l'incisione del cardinale D'Amboise e che ho ripetuto con la Mad onna della melagrana. La mia intenzione è quella di ripetere quanto più fedelmente possibile i procedimenti originali (in questo caso l'uso della camera oscura), accollandomi pure tutti gli insuccessi ed imparando da essi.
Ti ringrazio per la tua presenza e disponibilità.
Buona giornata
Enrico


 

Inviato da: giovanni scaburri il Jul 25 2007, 08:23 PM

Ti mando l'allegato che s'è perso per via.
Non conosco le tue fonti, ma le mie dicono che Nièpce è venuto a conoscienza di Daguerre perché questi produceva diorami per il teatro.
I diorami sono dei fondali colorati e illuminati in modo da creare la sensazione d'essere una riproduzione automatica di quello che rappresentano.
Niépce venne a conoscenza di ciò attraverso la lettura di una rivista che parlava di ciò.
La descrizione del procedimento era vaga.
La corsa per l'ottenimento del primato per la realizzazione automatica delle immagini vedeva molti concorrenti e questi pubblicavano i risultati dei loro lavori guardandosi bene di descrivere i procedimenti o meglio li descrivevano molto vagamente o addirittura in modo assolutamente fuorviante per rallentare o portare fuori strada chi come loro cercava di ottenere immagini automatiche.
Per questo Népce credette che il Daguerre ne sapesse più di quanto volesse far credere.
In realtà il Daguerre oltre a non saperne nulla si occupava d'altro ma fu incuriosito dalla lettera che Nièpce gli spedì, mangiò la foglia e stette al gioco. Per ottenere i suoi "segreti" Niépce stipulò un contrato col vincolo di dividere al 50% tutti i proventi della sua attività.
In realtà Niépce mise a punto il procedimento per l'ottenimento dell'eliografia e solo anni dopo la sua morte Daguerre mise a punto il procedimento per l'ottenimento del Daguerrotipo. Procedimento che non ha nulla da spartire con il primo.
Per quanto riguarda la lente nelle camere obscure dei pittori questa era indispensabile per rendere visibile l'immagine da ricopiare ma se non sbaglio le prime immagini su superfici trattate per essere sensibili alla luce il foro stenopeico deva il vantaggio di una miglior messa a fuoco.
Su questo mi riservo di essere più preciso dopo una ricerca tra i miei appunti.


incuriosito dalla lettera che Nièpce gli spedì, mangiò la foglia e stette al gioco. Per ottenere i suoi "segreti" Niépce stipulò un contrato col vincolo di dividere al 50% tutti i proventi della sua attività.
In realtà Niépce mise a punto il procedimento per l'ottenimento dell'eliografia e solo anni dopo la sua morte Daguerre mise a punto il procedimento per l'ottenimento del Daguerrotipo. Procedimento che non ha nulla da spartire con il primo.
Per quanto riguarda la lente nelle camere obscure dei pittori questa era indispensabile per rendere visibile l'immagine da ricopiare ma se non sbaglio le prime immagini su superfici trattate per essere sensibili alla luce il foro stenopeico deva il vantaggio di una miglior messa a fuoco.
Su questo mi riservo di essere più preciso dopo una ricerca tra i miei appunti.
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incuriosito dalla lettera che Nièpce gli spedì, mangiò la foglia e stette al gioco. Per ottenere i suoi "segreti" Niépce stipulò un contrato col vincolo di dividere al 50% tutti i proventi della sua attività.
In realtà Niépce mise a punto il procedimento per l'ottenimento dell'eliografia e solo anni dopo la sua morte Daguerre mise a punto il procedimento per l'ottenimento del Daguerrotipo. Procedimento che non ha nulla da spartire con il primo.
Per quanto riguarda la lente nelle camere obscure dei pittori questa era indispensabile per rendere visibile l'immagine da ricopiare ma se non sbaglio le prime immagini su superfici trattate per essere sensibili alla luce il foro stenopeico deva il vantaggio di una miglior messa a fuoco.
Su questo mi riservo di essere più preciso dopo una ricerca tra i miei appunti.
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incuriosito dalla lettera che Nièpce gli spedì, mangiò la foglia e stette al gioco. Per ottenere i suoi "segreti" Niépce stipulò un contrato col vincolo di dividere al 50% tutti i proventi della sua attività.
In realtà Niépce mise a punto il procedimento per l'ottenimento dell'eliografia e solo anni dopo la sua morte Daguerre mise a punto il procedimento per l'ottenimento del Daguerrotipo. Procedimento che non ha nulla da spartire con il primo.
Per quanto riguarda la lente nelle camere obscure dei pittori questa era indispensabile per rendere visibile l'immagine da ricopiare ma se non sbaglio le prime immagini su superfici trattate per essere sensibili alla luce il foro stenopeico deva il vantaggio di una miglior messa a fuoco.
Su questo mi riservo di essere più preciso dopo una ricerca tra i miei appunti.
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PERCHE' L'ALLEGATO NON SI ALLEGA?

Inviato da: danighost il Jul 25 2007, 09:23 PM

Quanto pesa?

Inviato da: giovanni scaburri il Jul 25 2007, 09:56 PM

244 KB

Inviato da: enrico il Jul 25 2007, 09:59 PM

Ciao Gianni,

i libri specifici che ho sulla storia della fotografia sono:

Beaumont Newhall - "Storia della fotografia" - Einaudi

Beaumont Newhall - "L'immagine latente" - Zanichelli (prezioso libretto non più in pubblicazione, che tratta esclusivamente di Niepce, Daguerre e Talbot.

Italo Zannier - "Storia e tecnica della fotografia" - Laterza

Ando Gilardi - "Storia sociale della fotografia" - Bruno Mondadori

Mauricio Wiesenthal - "Storia della fotografia" - Istituto geografico De Agostini



Ti riporto qualche passo d Beaumont che è uno dei massimi specialisti mondiali. Nel suo lavoro edito dalla Zanichelli, sono riportati diversi brani dell'epistolario fra lui ed il fratello:
pag. 29 - "Nel 1816 Niepce aveva già allargato il campo dei suoi esperimenti e cominciò a cercare di fissare l'immagine della camera oscura. Il 12 aprile di quell'anno scrisse a suo fratello:

... Ho fatto costruire una specie di occhio artificiale, che non è altro che una cassetta quadrata di quindici centimetri di lato, munita di un tubo telescopico su cui è montata una lente.

Questa camera oscura si ruppe accidentalmente, ma Niepce ne costruì delle altre.

Nella "Storia della fotografia" la cosa è riportata in maggior dettaglio:
pag. 12 - Ruppe la lente e dovette costruire una nuova camera oscura più piccola, circa cm 3 per lato, perché non possedeva altra lente che quella del suo microscopio solare, naturalmente di limitata lunghezza focale.

Più sotto continua Beaumont:
Niepce rese più nitida l'immagine mettendo una maschera circolare sulla lente per ridurne l'apertura e mandò a Claude quattro immagini ottenute in questo modo.

Praticamente utilizzò un diaframma. Probabilmente la tua fonte, che non conosco, potrebbe aver interpretrato male questa cosa.

D'altra parte, ripetendo gli esperimenti di Niepce, con un obiettivo di apertura F/8, mi sono occorse otto ore di esposizione (le stesse di Niepce per la sua veduta a Le Gras) per ottenere una impressione. Quanti giorni gli sarebbero occorsi se avesse usato un foro stenopeico? smile.gif

A pag. 17 della "Storia della fotografia", si dice:
"Daguerre era stato informato dei lavori di Niepce dall'ottico Charles Chevalier, che gli aveva fornito le lenti e gli aveva detto che anche Niepce era suo cliente.

A parte questo, e tornando a noi ed al viaggio nel tempo, considero per il momento concluso il tempo di Niepce, visto i risultati soddisfacenti che in complesso ho ottenuto, e proseguo completando la sperimentazione con l'albumina. Intanto, tempo permettendo, visto che mi sono piovuti addosso altri impegni, poiché non intendo ripetere gli esperimenti di Daguerre, vista la pericolosità dei vapori di mercurio (a meno che non decida di utilizzare la cappa del laboratorio di chimica della scuola dove insegno), inizio a tradurvi dal francese un prezioso scritto di Daguerre che illustra ad Arago il suo procedimento. Un piccolo regalo a tutti voi che avete la bontà e la pazienza di seguirmi in questo cammino.
A presto
Enrico

Inviato da: danighost il Jul 26 2007, 10:47 AM

Strano che non prende 244 KB, visto che arriva a 300 KB, prova a metterlo su mediafire e postare il link.

Inviato da: enrico il Jul 26 2007, 09:15 PM

Vi mostro il frontespizio del volumetto (14 paginette), datato 1844, contenente il testo della lettera di Daguerre ad Arago. E' una cosa preziosa perché è lo stesso Daguerre che descrive la sua tecnica ed i miglioramenti che vi ha apportati.
A presto
Enrico

Ho anche un libretto che riporta la relazione tenuta da Arago il 19 agosto 1839 alla riunione congiunta dell'Accademia delle Scienze e delle Belle Arti, ma sono una ottantina di pagine. E' un libretto che acquistai nel 1979 e che ho conservato con cura.
A presto
Enrico


 

Inviato da: maxmonter il Jul 30 2007, 08:32 AM

Ciao Enrico
sono Massimo, 43 anni, Perito Industrialie in Arti Fotografiche diplomato al mitico Bodoni di Torino.
Leggendo i tuoi resoconti sono tornato allievo 16enne che fa impazzire l'assistente di chimica consumando i pochi elementi a disposizione del laboratorio per far precipitare il cloruro d'argento e fare le stesse cose che stai facendo tu.
Tentammo persino di arrivare all'immagine a colori con la fecola di patate ma non ci bastarono i tre anni della specializzazione per riuscirci.

Complimenti per la perseveranza


Inviato da: enrico il Jul 30 2007, 08:45 AM

Ciao Maxmonter,
la fecola di patata, volevi seguire le orme dei Lumiere con le lastre autocrome! Non era certo un obiettivo da poco smile.gif
benvenuto anche tu
Enrico

Inviato da: enrico il Jul 31 2007, 07:57 AM

Cari amici,
ho finalmente tradotto il libretto e ve lo allego.
Qualche informazione su Daguerre, per coloro che ne avessero solo una infarinatura superficiale; mi scusino gli altri.
Daguerre e Niepce fecero un accordo per mettere assieme le proprie conoscenze, al fine di giungere a definire un processo fotografico che permettesse di fissare le immagini della camera oscura.
In proposito ci sono molte opinioni di segno opposto. C'è chi dice che Daguerre avesse sfruttato Niepce, mettendolo poi in ombra, riferendosi alla polemica sollevata dal figlio di Niepce dopo la morte del padre. Da tutto quello che ho letto, mi sono fatta l'idea che le cose non stanno così. Daguerre lo fece subentrare nell'accordo, al posto del padre, e fu sempre magnanimo con lui e rispettoso del nome del primo socio di cui aveva grande stima. Ma il figlio di Niepce non portò alcun contributo alla ricerca, nonostante in molte lettere Daguerre lo invitasse a compiere esperimenti. D'altra parte, quando era in vita, lo stesso Niepce si era incamminato su di un binario morto quale quello del bitume di Giudea che lo aveva portato unicamente (e non è poco) a gettare le basi della fotoincisione. Niepce voleva a tutti i costi ottenere dalla camera oscura un positivo ed è per questo che abbandonò ben presto i sali d'argento che gli davano delle immagini dai toni invertiti. Inoltre, non riuscì a trovare il modo di fissarle.
Fu Daguerre ad utilizzare lo ioduro d'argento, esponendo una lastra, su cui era stato deposto uno strato d'argento, ai vapori di iodio. Per la verità, Niepce usava questo procedimento allo iodio, ma solamente allo scopo di annerire le parti delle sue lastre al bitume di Giudea che restavano scoperte dopo il lavaggio in olio di lavanda. E soprattutto si deve a Daguerre la scoperta dell'azione "rivelatrice" del mercurio.
In sintesi, Daguerre procedeva così:

a - sottoponeva una lastra argentata ai vapori di iodio, sensibilizzandola così alla luce;

b - esponeva la lastra nella camera oscura;

c - la sottoponeva all'azione dei vapori di mercurio (scaldando del mercurio con una fiamma ad alcool - i vapori di mercurio sono estremamente tossici e molti dagherrotipisti poco accorti si rovinarono la salute).

Il mercurio aderiva alla lastra in corrispondenza delle zone che avevano ricevuto luce e formava un'amalgama bianca. Otteneva così una immagine direttamente positiva, realizzando il sogno del suo defunto socio Niepce.

Inoltre, come ho già detto, il mercurio in un certo senso "sviluppava" l'immagine latente, permettendo dei tempi di posa "solo" dell'ordine di alcuni minuti.

Daguerre ebbe poi la fortuna di conoscere François Arago, scienziato membro dell'Accademia delle Scienze e Deputato, che gli spianò la strada, facendolo conoscere negli ambienti alti e facendo ottenere a lui ed al figlio di Niepce un vitalizio in cambio della cessione del brevetto allo stato. Per aiutare l'amico, Arago però mise in ombra Bayard, un altro protofotografo che aveva ottenuto brillanti risultati, con un diverso metodo.

E' con la dagherrotipia che l'arte fotografica prende il volo ed in brevissimo tempo si diffonde in tutto il mondo facendo centinaia e centinaia di adepti. Per questo, ritengo Daguerre il padre della Fotografia. Ovviamente è una mia personale convinzione.
Inoltre sono pienamente cosciente che "ogni inventore è un nano che è salito sulle spalle di giganti" come ho letto non ricordo più dove, a significare che chi inventa qualcosa lo fa grazie ad altre conoscenze sviluppate dall'umanità nel corso dei secoli. Qualcun altro di cui non ricordo il nome (sarà l'eta? ohmy.gif ) diceva che le invenzioni sono in effetti opera non di un singolo, ma dell'umanità: quando i tempi e le conoscenze sono mature, prima o poi verrà fuori qualcuno che farà il passo in avanti. A dimostrazione di ciò, è spesso capitato che una stessa invenzione è stata fatta contemporaneamente in posti diversi da persone che non si conoscevano.
Allora, forse è il caso di dire che la Fotografia ha tanti "padri"...

Nella "Lettera ad Arago" che vi allego (lettera successiva alla pubblicazione dell'invenzione del dagherrotipo, da Arago sponsorizzata e descritta in una storica seduta congiunta dell'Accademia delle Scienze e delle Belle Arti - abbinamento estrememente significativo), Daguerre descrive all'illustre amico dei perfezionamenti al metodo relativi unicamente al procedimento di preparazione della placca sensibile prima del processo di iodatura, cioé di sensibilizzazione. Vi si ricava anche che Daguerre riutilizzasse le placche, distruggendone di conseguenza le immagini (forse quelle venute male), in conseguenza del loro costo non proprio basso.
Nel leggere quelle righe non si può non essere grati a questi protofotografi ed a tutti coloro che li hanno seguiti, poichè si diventa consapevoli del grande lavoro, pazienza ed abilità richiesta a chi agli inizi "scriveva con la luce" ed a come sia invece comodo e facile oggi fotografare.
Un saluto
ENrico

 Daguerre.pdf ( 131.88k ) : 211
 

Inviato da: alcarbo il Aug 5 2007, 05:35 PM

QUOTE(FabioC. @ Jan 26 2007, 06:45 PM) *

affascinante..... wink.gif


incredibile !!!!

mi permetti uno scherzo (che non è ironico ma è un'apprezzamento)

se lo brevetti ne vendi più della prossima d3 smile.gif guru.gif

no ! complimenti per la pazienza, la fantasia e la capacità !

Inviato da: enrico il Aug 5 2007, 07:35 PM

QUOTE(alcarbo @ Aug 5 2007, 06:35 PM) *

incredibile !!!!

mi permetti uno scherzo (che non è ironico ma è un'apprezzamento)

se lo brevetti ne vendi più della prossima d3 smile.gif guru.gif

no ! complimenti per la pazienza, la fantasia e la capacità !

Grazie Alcarbo,
la fotografia mi ha sempre affascinato e ripercorrerne praticamente le tappe me la fa sentire più vicina. Il rischio che si corre oggi è quello di correre dietro all'ultima macchina, all'obiettivo che ha mezzo stop in più, dimenticando l'essenza di questa meravigliosa scoperta. Io sto facendo esattamente l'opposto: per riscoprirne l'essenza, sto correndo dietro ai primi metodi, alle prime macchine, agli obiettivi più semplici.
Ho avuto diversi impegni ed ancora ne ho (meno male che sono in vacanza laugh.gif ). Ma al più presto mi rimetto a sensibilizzare le lastre di vetro che ho fatto tagliare dal vetraio un mese fa e provo le proprietà del bromuro d'argento.
Ciao
Enrico

Inviato da: danighost il Aug 9 2007, 10:46 AM

Scusa se vado off topic, ma mi sto rendendo conto che della fotografia sia molto importante la composizione e di questo se ne parla veramente poco, non solo in questo forum, ecco perchè capisco dove hai scritto: Il rischio che si corre oggi è quello di correre dietro all'ultima macchina, all'obiettivo che ha mezzo stop in più, dimenticando l'essenza di questa meravigliosa scoperta.

Ed è anche per quello che mi diverto a sperimentare con la D50 e gli AI.

Chiudo l'off topic augurando buona luce e buone foto.

Inviato da: enrico il Aug 17 2007, 09:15 AM

Cari amici,
mi rifaccio vivo, e questo è un buon segno perché significa che gli impegni che mi hanno tenuto occupato in questi giorni si stanno diradando e riesco a trovare del tempo per le mie cose.
Ho appena preparato dell'albumina, seguendo alla lettera la ricetta di Le Gray. Quella originale prevedeva la dissoluzione di 7 g di ioduro di potassio, 2 g di bromuro di potassio ed 1 g di cloruro di sodio in 183 (?) g di chiare d'uova fresche. Poiché ho utilizzato solo 2 chiare, ho dimezzato le quantità. Questa volta mia moglie ha voluto aiutarmi e si è occupata di montare il tutto con uno sbattitore elettrico.
Ora l'emulsione dovrà riposare per una mezza giornata. Questa sera preparerò le lastre.
La differenza con le mie precedenti prove all'albumina, è nell'uso di una piccola quantità di bromuro di potassio.
Nella preparazione della carta, da usarsi come negativo al posto del vetro e come substrato la gelatina al posto dell'albumina, Le Gray dice:

"Le bromure ne joue pas ici le meme role accélérateur que pour la plaque d'argent; car, au lieu d'accélérer, il retarde un peu l'opération lumineuse. Son action est de préserver, sur l'acide gallique, les blancs du papier qui noirciraient plus rapidement si on n'employait que l'iodure seul. La proportion assez forte de bromure que j'indique, et qui pourrait encore etre augmentée, permet de laisser l'image se développer sur l'acide gallique un temps beaucoup plus considerable sans se tacher, et d'acquérir ainsi une épreuve trés-puissante de modelé."

In sintesi, il bromuro avrebbe una funzione inibitrice e quindi di rallentamento dello sviluppo. Ma in questo caso la sua ricetta prevede una quantità di bromuro superiore allo ioduro (4 g contro 3 g).
Avrò modo ora, sperimentando, di vedere se nel mio caso ottengo una maggiore sensibilità e/o una maggiore profondità dei toni.
A presto
Enrico



Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: enrico il Aug 17 2007, 05:18 PM

Cari amici,
ho preparato 5 lastre stendendovi sopra l'albumina:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

é molto fluida e, per far sì che si formasse uno spessore costante (in precedenza con qualcuna ciò non è stato, cosa che si è poi tradotta in negativi di densità non uniforme), ho posizionato le lastre su di un foglio di compensato la cui orizzontalità ho controllato con una livella in due direzioni ortogonali. Nonostante ciò, ho dovuto sistemare qualche piccolo spessore sotto ogni lastra.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ora le lascio seccare. Domani pomeriggio le sottoporrò ad una temperatura di 80° - 90° per far coagulare l'albumina al fine di renderla insolubile in acqua.
A domani
Enrico


Inviato da: maxiclimb il Aug 19 2007, 09:31 PM

E allora Enrico?
Con questa albumina montata a neve ci hai fatto qualche tentativo o alla fine l'hai usata per una bella meringa? biggrin.gif

Inviato da: enrico il Aug 20 2007, 07:01 AM

Ciao Maxiclimb,
le 5 lastre sono pronte. Mi ha bloccato la luce di sicurezza: si sono esaurite le pile della lampada frontale a led rosso che uso come luce inattinica. Il negozio di materiale elettrico da cui mi servo ed altri vicino erano chiusi per ferie. Questa mattina riprovo.
A presto inizio ad esporre qualche lastra. Finite queste cinque, penso proverò con la gelatina sensibilizzata con il solo bromuro d'argento: le lastre alla gelatina-bromuro di Maddox.
La carrozza riprende il viaggio.
La cosa curiosa è che ho avuto più tempo per queste cose durante l'anno scolastico che in queste vacanze hmmm.gif
Enrico

Inviato da: danighost il Aug 22 2007, 02:52 PM

Però chi lo avrebbe mai detto?

Io al lavoro faccio i turni (mattino o pomeriggio), bè mi sembra di fare di più nella mezza giornata che nella giornata libera.

Giusto per fare 4 chiacchere in attesa delle lastre all'albumina.


Inviato da: enrico il Aug 23 2007, 11:24 AM

Cari amici,
vi chiedo scusa se vi ho fatto attendere. Ma, come dice il proverbio: "L'uomo propone e Dio dispone".
Sono dovuto andare a Chieti più volte e domani dovrò tornarci. In più, ho avuto problemi col computer che solo ora si è sbloccato.
Ho sensibilizzato una delle 5 lastre all'albumina che, appena immersa nella soluzione di nitrato d'argento (che tengo al buio), ha mostrato la caratteristica reazione di precipitazione che la rende lattescente. L' ho esposta in giardino, riprendendo le sedie appoggiate al tavolino.
Quando si inizia con qualcosa di nuovo - nel mio caso l'aggiunta di bromuro di potassio - ci si trova di fronte a molte incognite. Primo problema: l'esposizione. Mi sono regolato andando a rivedere le mie precedenti prove all'albumina ed ho deciso di tenere scoperto l'obiettivo per 5 minuti sotto la luce di un cielo parzialmente velato. Il soggetto è di un bianco puro. L'incognita nel mio caso è sull'influenza del bromuro. Certo, quello dell'esposizione deve essere stato un problema per i primi fotografi che dovevano, proprio come ho fatto io, regolarsi ad occhio ed in base all'esperienza: prove ed errori. Ho un antico testo in francese sul problema dell'esposizione fotografica che devo leggere.
Immersa la lastra nel rivelatore a base di acido gallico, ho atteso diversi minuti nella speranza che comparisse qualcosa, ma niente. Ho ipotizzato che lo sviluppo si fosse esaurito e, per averne conferma, ho acceso la luce bianca. Infatti, la lastra è rimasta qual era. Ho notato solo una debole traccia di immagine, appena visibile. Anche il fissaggio non è stato capace di rendere limpida la lastra.
Ho gettato tutto ripromettendomi di preparare dei bagni freschi e di ripetere la prova.
Intanto, visto che ho parlato di luce di sicurezza e della lampada frontale di cui faccio uso, vi mostro alcune "lanterne" che si usavano nel passato, a candela, a petrolio, a gas ed elettriche. Utilizzavano un vetro color rubino.
Che strano, le luci di sicurezza si chiamavano "lanterne", proprio come i prismi di tela bianco-arancio che usiamo per marcare i punti di controllo nelle gare di orienteering... e la mia lampada frontale che uso per l'orienteering notturno, assume entrambe le vesti hmmm.gif
A presto
Enrico



Inviato da: Mr Blonde il Aug 23 2007, 11:23 PM

salve a tutti... bazzico nel forum da un po' di tempo restando sempre in silenzio... questa sera mi sono imbattuto in questo thread e non sono riuscito a resistere... devo complimentarmi con il signor enrico per i suoi lavori... sono giovane, ho appena finito una scuola superiore di fotografia e manterrò la fotografia probabilmente come passione.... resta il fatto che ammiro il lavoro presentato in queste pagine e mi ha dato l'ispirazione per, un giorno, cimentarmi in queste pratiche manuali, che riportano la fotografia ad un gesto artigianale e maggiormente artistico... ho notato che enrico anticipava le foto dicendo che per alcuni potevano sembrare schifezze... nient'affatto, meritano rispetto.... anche di più di una bella foto elaborata in post produzione.... beh...mi sto dilungando...ancora complimenti...saluti stefano

Inviato da: enrico il Aug 24 2007, 10:33 AM

Ciao Stefano e grazie per le tue espressioni.

Ho preparato sviluppo e fissaggio freschi in attesa di esporre la seconda lastra. Per oggi però non se ne parla, visto che questa mattina il cielo è coperto e la luce è poca. Il pomeriggio poi sarò fuori.
Approfitto però per parlare di un altro evento importante della storia della fotografia: la fotografia aerea. Su questa ho fatto nel 1984 qualche esperienza che è in sintonia con questa discussione.
Uno dei pionieri è stato Nadar che ha fotografato Parigi da un pallone aerostatico. L'immagine che segue riprende Nadar dentro una navicella, ma molto probabilmente si tratta di una foto in studio:

IPB Immagine

Questo è invece un collage di foto aeree di Parigi. Nadar usava il collodio e quindi doveva preparare le lastre ed esporle nell'angusto spazio della navicella:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Io mi sono servito di una mongolfiera di carta velina del volume di circa 4 metri cubi. La foto che segue è la mia prima foto aerea, in pratica il tetto di una casa di fronte alla scuola elementare di Borgo Ottomila nel Fucino. L'ho fatta appendendo all'aerostato (in volo vincolato) una camera oscura autocostruita di cartone, con l'obiettivo formato da una sola lente (si nota la forte aberrazione alla periferia dell'immagine). Anche l'otturatore me lo costruii. Si trattava in pratica di un otturatore "a ghigliottina" costituito da una striscia di cartone provvista di un foro che scorreva, grazie ad un elastico, all'interno di altre due striscie munite anch'esse di un foro. Lo scatto avveniva grazie alla combustione di un filo di fermo da parte di una miccia fatta con una treccia di fili di cotone imbevuti di una soluzione di nitrato di potassio. La miccia mi dava il tempo di portare la mongolfiera in quota. La foto è stata presa ad una decina di metri dal suolo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

E questa è una mia mongolfiera. Non ricordo se è la stessa che ha scattato la foto. La sto preparando per un lancio "non fotografico". Avevo molti anni di meno e molti capelli di più biggrin.gif :

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Nella scatoletta inserivo una pellicola piana di formato 6,5 x 9 cm. Ricordo che la sviluppavo in piena luce con uno stratagemma (avevo la tank per il 35 mm soltanto): utilizzavo le buste di plastica nera che avvolgevano i fogli di carta fotografica, buste che erano assolutamente impermeabili ai liquidi ed alla luce. Inserivo al buio il negativo e poi chiudevo la busta a due livelli con una coppia di stecche, unite da un elastico su di un lato e fermate sull'altro da una molletta da bucato. Fissavo una coppia di stecche sulla busta in basso, poco sopra il negativo. Versavo nella parte superiore le soluzioni e chiudevo la sommità della busta con una seconda coppia di stecche. A quel punto potevo allentare la morsa della coppia più in basso così che la soluzione potesse raggiungere il negativo. Procedevo all'inverso per vuotare la busta.
La foto in basso è stata fatta da una quarantina di metri di quota, con una seconda scatola alla quale avevo fissato l'obiettivo di una macchina a soffietto. Si tratta sempre di Borgo Ottomila. E' leggermente mossa:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La foto che segue, è stata fatta a Celano.
Quei puntini verso il centro della foto siamo io e i bambini della scuola. Si notano, fuori fuoco. i tre fili della briglia a cui era attaccato il cavo di vincolo dell'aerostato.
Ho anche una ripresa cinematografica grazie ad una piccola cinepresa prestatami da un incosciente amico, ma è troppo pesante per poterla allegare. A chi interessa, posso inviarla in privato, se la sua casella di posta è sufficientemente capiente.

IPB Immagine

A presto
Enrico


Inviato da: Mr Blonde il Aug 24 2007, 12:45 PM

veramente interessante... resto scioccato dal tuo modo di procedere, così rudimentale ma altamente preciso... ancora complimenti!!!!

Inviato da: enrico il Aug 25 2007, 05:46 PM

Cari amici,
mi piacerebbe riempire questa discussione con continui "eureka!" per voi e per me, ma non è così semplice. Oggi ho ripetuto l'esposizione: 10 minuti in pieno sole. Ho utilizzato lo sviluppo fresco. Appena estratta dallo chassis, sulla lastra compariva qualcosa in corrispondenza delle alte luci del soggetto, per effetto dell'annerimento diretto, tanto che ho temuto di aver esagerato con l'esposizione. Immersa in acido gallico, dove è rimasta per una mezz'ora, non ha mostrato nessun annerimento ulteriore. L'albumina invece, si è parzialmente solubilizzata, rendendo torbida la soluzione (che ho poi gettato). Forse non l'ho scaldata a sufficienza sulla fiamma del gas come ho fatto l'altra volta? Eppure, su un "Trattato di chimica fotografica" di fine 800 che ho, si dice che la coagulazione dell'albumina, al fine di renderla insolubile in acqua, può essere fatta col calore, ma che lo stesso risultato si ottiene con l'immersione nella soluzione di nitrato d'argento: passaggio obbligato per la sensibilizzazione della lastra e che, ovviamente, ho fatto. Ma il vero problema è la mancanza di sensibilità dell'emulsione. Effetto del bromuro di sodio?
Come dovrò procedere? Ripreparo della nuova albumina utilizzando una minore quantità di bromuro?
Credo che dovrò farlo.
Intanto potrei provare in parallelo il bromuro d'argento da solo, sensibilizzando della carta.
La strada è ancora lunga. Ci siete tutti in carrozza, o qualcuno è già sceso? unsure.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Aug 26 2007, 09:06 AM

Cari amici,
credo di aver risolto il mistero della scarsa sensibilità. Sono andato a rivedermi la procedura che ho usato per le mie prime lastre all'albumina (ho un raccoglitore dove conservo copia delle mie immagini, assieme a tutti i dati ad esse relative). Avevo messo allora nelle due chiara d'uovo, 22 gocce di una soluzione satura di ioduro di potassio: molto meno di questa seconda volta.
Già Talbot aveva notato che un eccesso di sale rispetto al nitrato d'argento, riduce fortemente la sensibilità. Infatti, prima di utilizzare l'iposolfito suggeritogli da Herschel, utilizzava come fissatore una soluzione concentrata di sale da cucina.
Pulirò le due lastre utilizzate fin'ora e le altre tre, per ricavarne i vetri, e ripeterò il tutto, questa volta con una fondata speranza di successo.
A dire il vero, quando l'albumina stesa sulla lastra si è rappresa seccandosi, ha assunto un aspetto finemente grinzoso. Ricordavo che l'altra volta una struttura simile l'avevo notata solo dopo l'esposizione al calore, ma non ne sono sicuro. Ora mi viene il dubbio che sia dipesa invece dalla concentrazione troppo alta di sale.
In un testo di chimica fotografica del 1864 che ho iniziato a leggere, si parla di 4 grammi di ioduro di potassio in dieci chiare d'uova.
Mi atterrò alla mia precedente esperienza che ha dato esiti positivi. Potrebbero andar bene 20 o 18 gocce di una soluzione satura di ioduro di potassio, 4 o 3 gocce di bromuro ed una di cloruro.
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Aug 26 2007, 09:23 AM

Da tutto questo armeggiare e dalle letture relative ai pionieri (Ando Gilardi li chiama "protofotografi"), mi sono reso pienamente conto che i fotografi dell'ottocento erano dei veri artigiani, cioè avevano acquisito delle conoscenze ed una manualità incredibili, grazie all'esperienza. Ed allora conoscenze approfondite e manualità erano indispensabili per far fotografie, tanto che per essere fotografi non bastava solo essere benestanti. Oggi l'industria ci ha reso tutto più facile e per fotografare non occorre più essere dei bravi artigiani. Basta inquadrare e premere il bottone (voi premete il bottone e noi facciamo il resto diceva Eastman). Ma forse abbiamo perso qualcosa. Sempre Gilardi afferma che oggi "non si fa una fotografia, ma la si prende".
Non condivido che in parte questa analisi, indubbiamente acuta. Un conto è fare una foto, un altro è fare una foto valida da un punto di vista espressivo. Ma questo è un discorso che ci porterebbe lontano.
Anche una analisi dei termini "artista" ed "artigiano" ci porterebbe lontani e starebbe meglio nella categoria "Temi" di questo forum.
A me piace rivalutare l'artigiano, come piace rivalutare la foto come documento, vista troppo spesso e superficialmente come "inferiore" alla foto cosiddetta "artistica". Ma forse sto andando OT.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Aug 27 2007, 12:07 PM

Cari amici,
di nuovo posso esclamare: "Eureka!". Anche se per i calotipi non ho più problemi ed il successo era quasi scontato.
Infatti ho esposto un calotipo, ma sensibilizzato per la prima volta col bromuro d'argento.
La scena era in pieno sole (le solite sedie appoggiate al tavolino che ho cercato di riprendere con le lastre all'albumina) ed ho esposto per un minuto. Alla luce di sicurezza, la sagoma delle sedie era già ben delineata per annerimento diretto. In acido gallico, l'immagine si è sviluppata in un paio di minuti.
Avrei potuto esporre quindi molto meno: 30 o 20 secondi sarebbero stati sufficienti o forse meno ancora. Il bromuro d'argento è il più sensibile degli alogenuri.
Il solito difetto/pregio dei calotipi è nella visibilità della grana della carta. Non mi resta a questo punto che riprovare con l'albumina e mettere a raffronto la qualità delle due immagini, certamente molto più chiare e nitide sul supporto di vetro.
A presto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Inviato da: fabriziobargellini il Aug 27 2007, 06:57 PM

QUOTE(enrico @ Jan 30 2007, 01:54 AM) *
Cari amici,
la parte ottica non mi crea problemi. Devo lavorare sulla parte chimica. La procedura è quella di bagnare la carta con una soluzione di sale da cucina (cloruro di sodio). Una volta asciutta, passo col pennello una soluzione di nitrato d'argento. Ciò crea dei fini precipitati di cloruro d'argento insolubile fra le fibre della carta (e nitrato di sodio solubile).
Mi propongo alcuni obiettivi:
a - produrre una distribuzione del cloruro d'argento il più uniforme possibile perché non si formino chiazze di diversa densità e macchie.
Mediante delle prove, vedrò se è meglio immergere totalmente la carta nella soluzione di cloruro di sodio (come ho fatto fin'ora) o passare anche questa col pennello (usando naturalmente un pennello diverso per ogni soluzione).
b - Vedere quali sono le concentrazioni più adatte e in che rapporto debbono stare. Talbot scoprì che la carta diventava più sensibile se si utilizzava una soluzione debole di sale da cucina ed una forte di nitrato d'argento. Si tratta di indicazioni qualitative (debole quanto? forte quanto?) da stabilire quantitativamente mediante delle prove. Se la concentrazione del sale da cucina invece prevale, la carta perde sensibilità; Talbot infatti usava agli inizi come stabilizzatore (non si può parlare di fissaggio perchè così non si eliminava il cloruro non colpito dalla luce), una soluzione forte di sale da cucina dopo l'esposizione.
In queste prove, ripeto i suoi primi procedimenti: praticamente sto usando una carta ad "annerimento diretto". Fu Talbot infatti a scoprire in seguito l'immagine latente ed a svilupparla con l'acido gallico. Non so se tale acido si trovi ancora oggi. Allora si estraeva dalle galle e dalla pianta di sommacco. Ho chiesto ad un amico farmacista di vedere se si trova.
Pare che Talbot abbia saputo delle proprietà dell'acido gallico da una comunicazione di un certo reverendo Reade la cui storia è gustosa. Reade stava ripetendo gli esperimenti di Wedgwood col nitrato d'argento per i quali questi utilizzava il cuoio perchè risultava più sensibile della carta. Così Reade utilizzò un paio di guanti di capretto che la moglie gentilmente gli diede. Ma alla seconda richiesta la signora giustamente si rifiutò. Pensando che la maggior sensibilità della pelle rispetto alla carta dipendesse dalle sostanze usate per la concia, pensò bene di "conciare" la carta. Allora per la concia si usava l'acido gallico...
Vedrò anche se, asportando mediante lavaggio il nitrato di sodio solubile, aumenta la sensibilità.
In effetti il primo (e molto prima di Talbot) a fissare l'immagine di una camera oscura, fu Niepce che però abbandonò l'impresa, sia perchè non riuscì a renderla stabile, sia perchè i toni risultavano invertiti e si dedicò a trovare una sostanza che alla luce non annerisse ma imbianchisse.
Più avanti, ho pensato di preparare della carta all'albumina.
Sono convinto che un conto è studiare la storia della fotografia, un conto è riviverla. Le emozioni che ciò mi procura, valgono bene tutta la fatica ed il tempo che ciò richiede.
Per evitare che la carta raggrinzi, ho preparato un supporto di compensato sul quale stenderla.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico


Ciao enrico, ho letto in un sosrso i tuoi esperimenti e mi hai riportato agli anni 60 quando iniziai a fotografare che su una rivista non fotografica, fai da te, allora di riviste c'era solo Progresso Fotografico e Phopular Photography, trovai come costruirsi un ingranditore utilizzando una fotocamera a soffietto, presto fatto con il bricolage mi feci l'ingranditore, avevo un amico falegname e non mi fu difficile, il passo successivo, avendo vinto ad una mostra fotografica un obiettivo (Eidon 205) offerto dalla Ferrania costruii ancora l'ingranditore, allora scoprii anche la possibilita di sensibilizzare la carta ecc. poi con il tempo e l'evoluzione il mio proseguire ha seguito l'evoluzione tecnica fino ad arrivare oggi al digitale. Be devo farti i miei complimenti hai fatto un bellissimo oggetto e quello che apprendo e che tu fai i corsi di foto.
Ancora piu i miei complimenti, ora non mi interesso piu di fotoclub ecc se non praticandone guasi come esterno, ma in passato se vai agli annuari troverai il mio nome come presidente fondatore di fotoclub (2) e Sergio Magni, con Gorgerino, Conti, Tani ecc sono venuti alle serate dei corsi fotografici dove hanno trovato anche 50 partecipanti. Tempi passati.
Ma tu ora hai risvegliato in me una parte di interesse sul passato.
Pertanto oltre farti i miei complimenti, ti seguiro passo passo e magari cercando il tuo dotto aiuto.
Ti saluto cordialmente
Buon lavoro, e buon divertimento.
Fabriziob

Inviato da: enrico il Aug 27 2007, 07:55 PM

Ciao Fabrizio e grazie,
il tuo nume non mi è nuovo, probabilmente ho visto delle tue foto in qualche annuario FIAF.
Mi parli di ingranditore autocostruito e mi hai riportato alla mente il mio primo ingranditore, che ho ancora e che mi costruì mio padre. Un ingranditore "a siluro", con una galleria prismatica di specchi, una lampada su di una parabola che altro non era se non un faro di automobile, un vetro smerigliato dall'altra. E per obiettivo, la macchina a soffietto di mio padre che faceva in quell'occasione il lavoro "al contrario".
Sono felice che ci sia anche tu in questo viaggio nel tempo.
Con simpatia
Enrico

Inviato da: enrico il Aug 28 2007, 04:39 PM

Per avere dei punti di riferimento, ho raccolto i dati delle mie prove, di quelle che mi hanno dato buoni risultati. Ve li riporto:

Concentrazione delle soluzioni:

carta salata: soluzione passata a pennello di sale (cloruro, ioduro o bromuro) a concentrazione 0,5 molare

albumina: 22 gocce di una soluzione satura di ioduro di potassio in due chiare d’uova.

Sviluppo all’acido gallico: soluzione satura di acido gallico diluita 1 + 4 (1 a 5) con acido acetico e qualche goccia di nitrato d’argento.

soluzione di nitrato d’argento: 12 grammi di nitrato d’argento in 120 ml di acqua distillata


Valori medi di esposizione in pieno sole:

eliografia (gomma arabica con bicromato di potassio): 8 ore

carta al cloruro d’argento ad annerimento diretto: 2 ore

carta allo ioduro d’argento sviluppata in acido gallico: 1 minuto

lastra di vetro albuminata, allo ioduro d’argento: 5 minuti

carta al bromuro d’argento sviluppata in acido gallico: 30 secondi

A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Aug 28 2007, 08:34 PM

Cari amici,
ho appena preparato della nuova albumina: due tuorli, 15 gocce di soluzione satura di ioduro di potassio, 3 di bromuro di potassio, 2 gocce di soluzione di cloruro di sodio 0,5 M. Per seguire la procedura di Gustave Le Gray che raccomanda di sbattere i bianchi con una forchetta di legno, ho ripreso lo sbattitore che avevo costruito in compensato e questa volta, anziché nell'avvitatore, l'ho inserito in qualcosa di più potente biggrin.gif ...

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Adesso l'emulsione è a riposare. Domani preparo delle nuove lastre.
Enrico

Inviato da: enrico il Aug 29 2007, 01:50 PM

Per tenervi aggiornati:
ho steso l'emulsione sulle 5 lastre e su di un foglio di carta per acquerelli.
Questa volta ho controllato l'orizzontalità delle lastre una per una (e non quella del solo foglio di compensato sul quale le ho adagiate, come ho fatto la volta scorsa), mediante una piccola livella a bolla disposta di volta in volta in due direzioni ortogonali sull'estremità libera del vetro. L'uniformità dello spessore ora dovrebbe essere perfetta.
ENrico


 

Inviato da: danighost il Aug 29 2007, 06:03 PM

Le sedie le vedo piuttosto nitide per essere su carta.

Però che frullatore. biggrin.gif

Ti auguro buona luce con la nuova soluzione all'albumina, che sia la volta buona?
Se anche non fosse, non credo sia un dramma, piuttosto che le formule che segui vadano bene, mi chiedo se allora non venivano scritte correttamente per evitare di essere copiati.

Ultima domanda, come facevi a far scattare le foto? Del primo aerostato (si scrive cosi?), lo hai scritto, mentre per gli altri?

Inviato da: enrico il Aug 29 2007, 08:08 PM

QUOTE(danighost @ Aug 29 2007, 07:03 PM) *
Ultima domanda, come facevi a far scattare le foto? Del primo aerostato (si scrive cosi?), lo hai scritto, mentre per gli altri?


Sempre con una miccia di cotone imbevuta di nitrato di potassio. L'obiettivo che usavo è questo:

IPB Immagine

Vedi quelle due levette che sporgono sulla sinistra? Una serve per caricare la molla, l'altra aziona lo scatto dell'otturatore. Fissavo a questa levetta, aiutato dal foro centrale che si vede, un elastico teso da una parte ed un filo di cotone che ne assorbiva la tensione dall'altra. Elastico e filo erano fissati dal capo opposto ad una struttura leggera in filo di ferro zincato. Al filo era fissata una estremità della miccia (che correva all'interno di una spirale fatta col fil di ferro). A qualche centimetro, posizionavo un secondo filo che reggeva un disco di cartone rivestito con alluminio da cucina (per aumentarne la visibilità).
Questo disco mi avvisava cadendo, quando l'otturatore era prossimo allo scatto. A quel punto, bloccavo il cavo di vincolo e facevo terminare la salita della mongolfiera, che aveva il tempo di stabilizzarsi ed evitavo così le oscillazioni che mi avrebbero procurato una immagine mossa.
Quando il fuoco arrivava al filo e lo bruciava, l'elastico non più bloccato faceva scattare l'otturatore.
Ciao
Enrico

Inviato da: danighost il Aug 29 2007, 09:00 PM

grazie.gif ingegnoso ohmy.gif guru.gif

Inviato da: enrico il Aug 30 2007, 11:13 AM

Cari amici,
vi relaziono sull'attività di oggi. Ormai questo forum è diventato un po' il mio "giornale di bordo" sul quale posso tornare a rivedere le procedure che ho utilizzato. Descrivo tutto nei dettagli anche perché potrei essere utile, chissà, a qualcuno che volesse ripetere le mie esperienze.
Gustave Le Gray dice di esporre le lastre all'albumina, una volta secche, all'azione del calore di un fuoco ad una distanza dove la temperatura sia di 70° - 90°.
Ho acceso il fornello piccolo del gas, quello del caffè dry.gif e ho posto sulla fiamma un termometro da laboratorio, avvicinandolo fino a che non ha segnato 80° (a circa 30 cm). A quella distanza ho posto una lastra alla volta per uno-due minuti. Ora sono pronte per la sensibilizzazione e l'esposizione.
Intanto, pensando alla gelatina, prossima tappa, e speranzoso di aumentare la sensibilità delle mie emulsioni, ho iniziato a progettare un otturatore a ghigliottina da adattare alla mia "camera obscura". A tal proposito, sto leggendo: "La photographie instantanée", un trattato del 1888 che parla, fra l'altro, degli otturatori. A pag. 26 descrive un metodo per determinare la velocità di un otturatore a ghigliottina (stavo per dire che di ghigliottine i francesi se ne intendono, ma mi sono ricordato che il volume è una traduzione in francese di un testo di J. M. Eder di Vienna, per cui ho pensato di risparmiarvi la battuta rolleyes.gif ), che non posso fare a meno di riportarvi, pensando ai sistemi elettronici moderni:

"... Un aide, placé dans une chambre obscure, tient en main, le bras tendu, un fil de magnésium incandescent, auquel il imprime un mouvement de rotation de façon à faire une évolution entière par seconde. L'opérateur compte ègalement les secondes, et dès qu'il juge le mouvement uniforme et normal, il fait fonctionner l'obturateur. Au développement de la glace sensible, on obtiendra un segment de cercle absolument net et visible. On prend alors le diamètre du cercle décrit et on le rapporte sur le papier. On y trace le segment photographié et on cherche à l'aide d'un rapporteur gradué quelle fraction du cercle entier ce segment représente....
La précision de cette méthode est largement suffisante dans les cas ordinaires
"

In sintesi, l'autore dice di far mettere in rotazione, a braccio teso, da un assistente, un filo di magnesio acceso. L'assistente deve ruotare il braccio compiendo un giro completo nello spazio di un secondo. (Il filo di magnesio brucia lentamente con una fiamma vivissima. Quella della combustione del filo di magnesio, è una esperienza che faccio a scuola con i ragazzi quando parlo delle ossidazioni e delle reazioni esotermiche). E non poteva scegliere altra sorgente l'autore del libro, in considerazione della scarsa sensibilità del materiale sensibile del tempo che pure, in situazioni di luce intensa, permetteva di fare delle istantanee ( i tempi andavano da 1/10 ad 1/100 di secondo).
Sviluppato il negativo, con un goniometro si vedeva che frazione della circonferenza era impressa sulla lastra. Tale frazione coincideva con il tempo di posa espresso in frazioni di secondo.
Gli otturatori a ghigliottina erano a caduta e, per aumentarne la velocità, vi veniva applicato un elastico.

A bientot
ENrico

Inviato da: enrico il Aug 31 2007, 02:24 PM

Cari amici,
ho esposto la prima lastra all'albumina. Cinque minuti al sole. Sotto l'azione dell'acido gallico, con una certa emozione ho visto delinearsi nitidi e decisi i contorni delle sedie:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Sono soddisfatto per l'esito positivo della prova, ma non completamente visto che c'è più dettaglio nella prova su carta, mentre dovrebbe essere il contrario. Disturba poi la forte reticolatura dello strato di albumina. Questa reticolatura era presente anche nelle mie precedenti prove all'albumina (nelle quali però il dettaglio era superiore di molto). In questo caso lo potrei attribuire al fatto che, fra lo sviluppo ed il fissaggio, ho immerso la lastra in un secchio che, inavvertitamente, avevo riempito con acqua calda. C'è ancora da lavorare per migliorare i risultati ma, sia pure lentamente, stiamo procedendo sulla via giusta.

Alla prossima esposizione.
ENrico

Inviato da: enrico il Aug 31 2007, 04:48 PM

Sono stato ad osservare le lastre non ancora sensibilizzate e una struttura reticolare c'è, causata dall'esposizione al calore per far coagulare l'albumina. Cercherò di limitarla quanto più possibile, evitando di usare il fonh per asciugarle. Vedremo.
Espongo le mie lastre in condizioni di pieno sole e di elevato contrasto della scena e rinunzio in situazioni di cielo fortemente velato o coperto. Ciò deriva dal fatto di non poter determinare con precisione l'esposizione che dipende non solo dalla luce esterna, ma anche dal materiale sensibile.
Le considerazioni sono queste:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Data la limitata latitudine di posa dei miei materiali sensibili, un ampio contrasto della scena fotografata, mi permette di ottenere delle immagini decenti, anche con errori di esposizione consistenti (In alto nello schema).
In caso di debole contrasto invece, basta poco per trovarsi dei negativi del tutto sovraesposti o insufficientemente impressionati e quindi con nessuna immagine.
L'industria produce materiali con caratteristiche standard e costanti, cosa piuttosto difficile da ottenere con procedimenti artigianali.
La difficoltà dei primi fotografi ad ottenere delle esposizioni corrette, è dimostrata dall'uso che si faceva un tempo dei bagni di rinforzo e di riduzione: chi si ricorda del riduttore di Farmer?
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 2 2007, 09:54 AM

Cari amici: EUREKA!
ho bandito l'uso del phon con l'albumina, uso che invece non mi ha dato problemi con la carta.
Ieri sera ho sensibilizzato una lastra e l'ho posta ad asciugare al buio per tutta la notte. Questa mattina l'ho esposta, inquadrando lo stesso soggetto, proprio per poter meglio valutare le differenze. Alle nove il sole ancora non inondava il giardino e quindi ho esposto all'ombra. Basandomi sulla volta precedente che avevo esposto per 5 minuti al sole, ho valutato "a naso" che fosse necessario aumentare di due stop. Ho così tolto il tappo all'obiettivo e l'ho rimesso dopo 20 minuti. Lo sviluppo è proceduto in maniera lenta e regolare. Non ho cronometrato il tempo, ma ho estratto la lastra per porla nel fissaggio dopo una ventina di minuti. Lo sviluppo all'acido gallico è infatti uno "sviluppo fisico" dove è l'argento presente in soluzione che determina la crescita dei cristalli che hanno ricevuto luce. Con lo sviluppo chimico, l'immagine si sviluppa invece completamente in uno o due minuti. Ma all'epoca nella quale mi trovo, l'idrochinone non è stato ancora inventato laugh.gif
Il contrasto della scena più contenuto ed il tempo di posa azzeccato, mi hanno dato un ottimo negativo, nitido e con una ricca gamma tonale.
Ora è ad asciugare nel mio "essiccatoio" in compensato.
Questa sera ve lo mostro.
Buona domenica
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 2 2007, 08:59 PM

La lastra è asciutta e posso mostrarvi il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Un simile dettaglio non è realizzabile con un calotipo.

Questa mattina ho anche costruito un "gocciolatoio" per lastre, ispirandomi al modello presente in un testo francese del 1800:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La struttura è parte in legno e parte in metallo. Io l'ho realizzato tutto in compensato, per una capienza di 5 lastre:

IPB Immagine

Alla prossima lastra
Enrico

Inviato da: Riccardo S. il Sep 3 2007, 04:27 PM

Ciao Enrico,

complimenti per i risultati che stai ottenendo anche con questo metodo, la retinatura è decisamente inferiore e i dettagli sono belli nitidi.

Ma con l'albumina è possibile ottenere una lastra con assenza completa di retinatura? Aumentare lo spessore del composto aiuterebbe o creerebbe problemi?

Continuo a segurti.

Riccardo

Inviato da: enrico il Sep 3 2007, 07:56 PM

QUOTE(Riccardo S. @ Sep 3 2007, 05:27 PM) *
Ma con l'albumina è possibile ottenere una lastra con assenza completa di retinatura? Aumentare lo spessore del composto aiuterebbe o creerebbe problemi?


Ciao Riccardo,
non credo che sia possibile. Gustave Le Gray parla di esporre al calore la lastra fino ad ottenere una "screpolatura", che assicura l'avvenuta insolubilizzazione dell'albumina. Solo che questa screpolatura è presente anche prima dell'esposizione al calore. Osserva questa immagine:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

è un ingrandimento spinto di una lastra albuminata e non esposta al calore. Si vede bene come l'albumina, seccandosi, si frammenti in tanti pezzi dai bordi rettilinei Evidentemente si ritira e la contrazione della pellicola proteica ne causa questa caratteristica frammentazione.

Osserva quest'altra immagine:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

e di una lastra (a minore ingrandimento) esposta al calore. Non cambia molto. Si notano alcuni frammenti opachi: sono frammenti distaccatisi dalla superficie del vetro. Considera che, prima di spandervi l'albumina, ho pulito per bene il vetro e l'ho sgrassato con dell'alcool etilico.
Le Gray dice di preferire del vetro smerigliato, che consente una migliore aderenza dello strato di albumina. Mi son fatto tagliare una decina di lastre smerigliate (quanto guadagnano questi vetrai... devi vedere che prezzi). Ne ho preparata una che ti mostro:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La reticolatura c'è sempre, ma mi sembra molto fina e regolare e priva di frammenti in via di distacco.
Per quanto riguarda la tua domanda circa l'effetto dello spessore dell'emulsione, credo non risolva nulla l'aumentarlo (oltretutto si verserebbe fuori dal vetro essendo molto fluida). Guarda quest'altra immagine:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

si tratta di una lastra "sbagliata", perché lo strato non è di uguale spessore, ma non sempre gli errori sono negativi. In questo caso rispondono alla tua domanda: dove lo strato è più sottile (sulla parte destra), la reticolatura è più contenuta, pur essendoci sempre. E soprattutto non ci sono frammenti parzialmente distaccati (quelli opachi) ben visibili e numerosi sulla parte di sinistra più spessa.

Osserva ora quest'ultima immagine:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

questo è un foglio di cartoncino per acquerelli che ho trattato con la stessa albumina delle lastre. Qui non c'è traccia di microlesioni, probabilmente grazie alla adesione assicurata dalla struttura fibrosa della carta.
D'altra parte, mentre le lastre all'albumina ebbero vita brevissima, subito soppiantate dal collodio, le carte albuminate sopravvissero per lunghissimo tempo e davano dei risultati pregevoli.

A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 4 2007, 08:55 PM

Ieri sera ho sensibilizzato due lastre. Questa mattina il cielo era coperto da una coltre di nubi. Poiché, una volta sensibilizzate, le lastre non si conservano per molto, le ho esposte ugualmente.
La prima per 20 minuti dalla terrazza del piano notte. E' puntata sul muretto e sul melo che ho ripreso tante volte, a cominciare dalla prima prova, fino alle eliografie. Si distinguono molto bene i palazzi sullo sfondo, sui quali quasi non si nota la reticolatura:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Poi ho esposto la lastra smerigliata, riprendendo da distanza ravvicinata un vaso con dei peperoncini rossi (quello avevo a portata di mano smile.gif ). Ho lasciato che la luce agisse per 30 minuti, anche in considerazione dell'allungamento che mi è occorso per la messa a fuoco:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 4 2007, 09:20 PM

Alla cortese attenzione dei gestori del forum:

da un paio di giorni, quando accedo a questa discussione, mi compare un messaggio di errore. Il più delle volte a questo segue: "Impossibile visualizzare la pagina" e mi si chiude la finestra. Non so se succede anche agli altri visitatori.
Immagino dipenda dalla mancanza di una parentesi in qualcuno degli ultimi link a qualche immagine.
Chiedo cortesemente di porvi rimedio e cancellare questo messaggio.
Grazie.
Enrico


 

Inviato da: marcelus il Sep 5 2007, 12:45 AM

idem x l'errore

ma continuo sbalordito e meravigliato a seguirti

Inviato da: mauri998 il Sep 8 2007, 02:59 PM

Quando ero ancora un bambino vedendo i vecchi film western mi chiedevo che cosa potesse esserci dietro quel telo nero e quella strana scatola di legno, e come alla fine si potesse arrivare ad ottenere una foto. Oggi grazie al tuo affascinante lavoro mi sembra di essere entrato in uno di quei vecchi film.
Leggendo quello che hai fatto non posso che farti i miei più sentiti complimenti Pollice.gif
E' un lavoro bellissimo e molto istruttivo quello che stai portando avanti con grande passione; tra un esame e l'altro dovrò recuperare qualche mese di arretrati intanto seguirò quello che farai con grande attenzione, quindi CONTINUA COSì!!!!! wink.gif

A presto, Maurizio

Inviato da: enrico il Sep 8 2007, 04:03 PM

Maurizio, grazie. Sono anche gli amici che mi seguono che alimentano il mio entusiasmo e mi danno la spinta per andare avanti. Questa mattina ho rimesso in funzione la camera obscura. Le lastre sono ora ad asciugare. A stasera.
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 8 2007, 10:00 PM

Cari amici,
come promessovi, ecco la lastra.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Per il dettaglio ed il chiaroscuro, direi che è perfetta. C'è solo l'inconveniente della reticolatura, problema che devo risolvere. Il palazzo è quello al confine, sul retro di casa. Ho esposto per 15 minuti per evitare di perdere i dettagli nelle parti in ombra. Se ci fate caso, al centro in basso si nota una bicicletta appoggiata al muro.
Ogni volta è una emozione. Oggi la tecnologia e l'industria ci hanno reso tutto più facile (e questo è un vantaggio). Ci forniscono macchine e materiali ed a noi non resta che schiacciare il bottone: "Voi schiacciate il bottone e noi facciamo il resto" era il motto di Eastman.
Questo viaggio nel tempo mi ha fatto riscoprire il fascino della manualità e delle cose a misura d'uomo.
Anche i problemi da affrontare lungo il cammino hanno un loro notevole lato positivo: la profonda soddisfazione che si prova una volta che si è riusciti ad averne ragione ed a risolverli.
A domani.
ENrico

p.s. Continua a comparirmi il solito messaggio d'errore. Più di una volta mi è scomparsa la pagina ed ho dovuto ridigitare il testo. Non c'è nessuno che possa risolvere il probelma?
Grazie
Enrico

Inviato da: twinsouls il Sep 9 2007, 07:34 AM

Enrico,
continuo a seguirti affascinato. Anzi, questo è ormai l'unico thread che seguo nel Forum. La tua osservazione sulla "manualità" mi ha colpito, e la ocndivido in pieno.
Per il messaggio d'errore... A me non capita, non mi è mai capitato. Non so se sia perché uso Firefox... Ma ho provato ad accedere alla discussione dal link in Tecniche, dai Preferiti, dalla e-mail di notifica, e non ho mai avuto problemi.
Ciao,
Davide

Inviato da: enrico il Sep 9 2007, 08:16 AM

Ciao Davide,
è sempre un piacere risentirti.
Il messaggio di errore mi compare regolarmente quando accedo alla pagina 19 e sono certo che il problema è lì, nella mancanza di una parentesi in uno script. Ma quando cerco di scrivere, come ora, mi compare regolarmente anche da questa pagina e, dopo il primo messaggio, cliccandovi su, me ne compare un secondo e la pagina del forum scompare con la comparsa della solita pagina vuota di explorer che avvisa: "Impossibile visualizzare la pagina". Per fortuna questa successione non è costante ed ancora riesco a comunicare. Temevo sulle prime di venir tagliato fuori da questa discussione. In ogni caso la cosa è fastidiosa. Purtroppo non ho accesso alle modifiche per la corezione dell'errore, cosa che può fare solo un amministratore del forum.
Faccio colazione e provo a postare la seconda foto di ieri. Poi espongo l'ultima lastra che ho sensibilizzato ieri sera. In settimana preparo altre lastre, questa volta utilizzando solo il bromuro.
Enrico




 

Inviato da: enrico il Sep 9 2007, 08:59 AM

Ecco la seconda lastra di ieri:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Poichè il soggetto era in pieno sole, ho esposto per 10 minuti.
Mentre scrivo, è in esposizione l'ultima lastra. Non mi aspetto un capolavoro perchè lo strato di albumina è molto irregolare. Il soggetto è all'ombra del porticato, solo molto parzialmente sotto la luce diretta del sole. Provo ad esporre per 30 minuti.
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 9 2007, 09:45 AM

Ho sviluppato proprio ora l'ultima lastra. A parte i "buchi" dovuti al desfogliarsi dell'albumina, mi sembra buona. Al solito, è ad asciugare.
A stasera
ENrico

Inviato da: enrico il Sep 9 2007, 08:15 PM

Ecco l'ultima lastra. La reticolatura e la sfogliatura sono più accentuate delle altre. Ma per dovere di onestà, vi ho sempre mostrato successi ed insuccessi, anche se in questo caso lo stato della lastra lasciava prevedere un risultato non buono già prima dell'esposizione. Quello che mi piace, sono i toni bruni e caldi dei negativi.
Comunque, da un punto di vista dell'esposizione e dei toni, i risultati sono più o meno costanti.
Lavorerò ancora un po' sull'albumina per ottenere prove ancora migliori.
Intanto sto preparando tre piccoli piani regolabili per sistemare comodamente e con precisione le lastre su di un piano perfettamente orizzontale, condizione indispensabile per ottenere uno strato uniforme di albumina. Appena pronti, ve ne mostro il meccanismo.
Un saluto
ENrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: mauri998 il Sep 9 2007, 11:44 PM

Ciao! ero troppo curioso di vedere i nuovi risultati.............direi che sono ottimi, soprattutto la lastra numero 8; se non fosse per la reticolatura sembrerebbe ottenuta con prodotti industriali. Sono convinto che un modo per attenuarla deve esserci, anche se forse non è banale; ma d'altronde il bello del cimentarsi in questi hobby credo sia proprio lo sforzo di superare le difficoltà e di migliorarsi.
Aspetto nuove notizie, buon lavoro!

p.s. a me non compare nessun messaggio di errore, ne con explorer ne con mozilla unsure.gif

Inviato da: enrico il Sep 10 2007, 11:24 AM

QUOTE(mauri998 @ Sep 10 2007, 12:44 AM) *
Ciao! ero troppo curioso di vedere i nuovi risultati.............direi che sono ottimi, soprattutto la lastra numero 8; se non fosse per la reticolatura sembrerebbe ottenuta con prodotti industriali. Sono convinto che un modo per attenuarla deve esserci, anche se forse non è banale; ma d'altronde il bello del cimentarsi in questi hobby credo sia proprio lo sforzo di superare le difficoltà e di migliorarsi.
Aspetto nuove notizie, buon lavoro!

p.s. a me non compare nessun messaggio di errore, ne con explorer ne con mozilla unsure.gif

Anche a me la numero 8 sembra eccezionale. Il modo per attenuare la reticolatura lo troverò. Intanto ho realizzato tre piani per sistemare in orizzontale le lastre. Sono dei rettangoli di compensato di 15 x 15 cm, provvisti di tre viti poste ai vertici di un triangolo. Ho incollato sotto ciascun piano tre cerchi di compensato nei quali ho affogato il dado di ogni vite:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Per livellare il piano procedo così:
faccio girare le due viti a e b, poste sullo stesso lato, in senso inverso fino a che la livella a bolla mi dice che ho raggiunto l'orizzontalità lungo il primo asse:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Quindi oriento la livella a 90* rispetto a com'era prima ed agisco sulla vite c per ottenere l'orizzontalità lungo il secondo asse. A questo punto il piano è perfettamente orizzontale e lo spessore dell'albumina sarà perfettamente uniforme. Con le viti posso ottenere degli spostamenti micrometrici, abolendo così il sistema primitivo degli spessori di cartoncino adottato fin'ora.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Appena ho un po' di tempo, preparo nuove lastre cambiando la composizione e la concentrazione delle soluzioni.
Penso che con la gelatina, di prossima sperimentazione, il problema della reticolatura non dovrebbe esserci. Probabilmente si faranno vivi nuovi problemi smile.gif
Enrico


Inviato da: enrico il Sep 11 2007, 05:33 PM

Ho passato il pomeriggio di ieri e la mattinata di oggi a costruire un riproduttore per le lastre (ma non solo). Per i dettagli: http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=70098&st=
A presto
Enrico

Inviato da: danighost il Sep 11 2007, 07:15 PM

Sono tornato domenica dalle ferie e cosa c'è di più bello di un EUREKA?

Vedo che il dettaglio ora è notevole e che ci sono passi in avanti con l'albumina.
Invece queste carte all'albumina sono nuove o io ho perso un pezzo? dry.gif

Io con firefox non ho problemi di errore.

Inviato da: enrico il Sep 11 2007, 09:23 PM

Le carte all'albumina le ho provate tempo fa con l'annerimento diretto.
Bentornato.
ENrico

Inviato da: danighost il Sep 11 2007, 10:56 PM

grazie.gif , la mia è una curiosità, visto che nel tuo ultimo messaggio nella pagina precedente, dici che le laste hanno avuto vita debole, mentre le carte all'albumina sono durate più a lungo, se non ho capito male è perchè non avevano il problema della retinatura come le lastre.

Inviato da: enrico il Sep 12 2007, 07:36 AM

QUOTE(danighost @ Sep 11 2007, 11:56 PM) *
visto che nel tuo ultimo messaggio nella pagina precedente, dici che le laste hanno avuto vita debole, mentre le carte all'albumina sono durate più a lungo, se non ho capito male è perchè non avevano il problema della retinatura come le lastre.


Le lastre sono rigide ed hanno una superficie perfettamente liscia, per cui la dinamica del ritiro è diversa e parti di albumina possono anche perdere aderenza e desfogliarsi. Ho visto che le cose vanno molto meglio su di un vetro smerigliato. Per quanto riguarda la carta, sia la sua natura fibrosa, sia la sua assorbenza costituiscono un vantaggio per il problema della reticolatura e del distacco, ma uno svantaggio per la nettezza dell'immagine.
Ciao
ENrico

Inviato da: danighost il Sep 12 2007, 10:13 AM

Quindi con la carta non c'è questa nitidezza del vetro, ma non si ha la reticolatura sempre con il vetro; mentre se si usa il vetro smerigliato la attenui.

Queste lastre sono con il vetro smerigliato o liscio?

Inviato da: enrico il Sep 12 2007, 12:31 PM

Vetro liscio, tranne quella col vaso di peperoncini.

Inviato da: danighost il Sep 12 2007, 09:16 PM

grazie.gif

Inviato da: enrico il Sep 21 2007, 11:48 AM

Non sono scomparso,
vi chiedo scusa, ma ho acquistato finalmente il computer nuovo e sto passando i momenti liberi a far tracce sui muri per una piccola lan domestica e a reistallare programmi e dati...
Poi è iniziata la scuola.
Appena mi libero, ricomincio con gli esperimenti...
Saluti
Enrico

Inviato da: perrins87 il Sep 22 2007, 12:23 PM

Caro Enrico,
cari amici...

vi reincontro tutti con piacere a bordo della carrozza. Sono trascorse praticamente due lune dalla mia ultima presenza qui. Non mi sono mai dimenticato però del "nostro" fantastico viaggio.
Ho avuto la fortuna di un'estate intensa, piena di esperienze e di qualche viaggio, carico di emozioni. Tra le altre cose... se ne avrete la possibilità non mancate una visita al cimitero militare americano in normandia, appena sopra Omaha Beach, dove tra le novemila e più croci bianche si vedono le spiagge e le onde del mare, lo stesso di quel 6 giugno.

Non mi sono però dimenticato di questo bellissimo viaggio, che ho sempre seguito ogni volta che facevo tappa a milano, ma non ho mai avuto il tempo e la tranquillità per salutarvi e per rileggere bene e a fondo l'attività dell'ultimo periodo.
Sono a casa ormai da più di tre settimane ma, nell'attesa dell'inizio dell'anno accademico, ho trovato un piccolo lavoro che mi impegna per circa dieci ore al giorno (mai fu più desiderato tornare presto studente!) e, al ritorno a casa la sera, mi devo fare carico di altri due piccoli lavoretti nel web per conto di terzi.

Basta parlare di me, ora, e di giustificarmi. Oggi ho dedicato tutto il tempo necessario a gustarmi tutta l'attività del Nostro smile.gif negli ultimi due mesi. Sono rimasto affascinato: i risultati con l'abumina sono strepitosi e, davvero, il dettaglio non ha nulla da invidiare a quello che si ottiene ora portando un negativo a quelle risoluzioni (senza maschere di contrasto o archibugi simili). Sarebbe bello un "confronto" diretto! La latitudine di posa poi è entusiasmante!

Caro Enrico, continua così. Con la tua grande passione che emoziona tutti noi.

Sono rimasto davvero colpito (tant'è che ho riletto tutto tre volte) dalle tue foto aeree... che ingegnosità,che risultati... e che bello avere un prof così!

Torno in carrozza, amici e vi auguro uno splendido autunno.

Grazie Cocchiere smile.gif

pietro

Inviato da: enrico il Sep 22 2007, 12:50 PM

Bentornato Pietro.
E' proprio vero che non siamo padroni del tempo, ma è il tempo a decidere quando lasciarci liberi per le nostre attività preferite. Spero di tornare quanto prima fra le mie lastre. Intanto sono felice di sentirmi sempre circondato da tanti amici. Vi saluto tutti con affetto e simpatia.

Enrico

Inviato da: mauri998 il Sep 23 2007, 09:48 PM

Anche i tuoi studenti hanno bisogno di te; aspettiamo con entusiasmo i prossimi risultati che saranno ancora migliori ;-)

Maurizio

Inviato da: Juka il Sep 24 2007, 10:53 PM

tornare e sfogliare il tuo diario di bordo, è un vero viaggio nel tempo;
ed è molto bello vederti spaziare con tante tecnologie, ottenendo risultati interessanti
e molto coinvolgenti;
smile.gif grazie,
Luca

Inviato da: enrico il Sep 26 2007, 05:49 PM

Ciao Luca,
ora sono purtroppo alle prese con la tecnologia moderna. Ho acquistato un nuovo computer che mi sta dando dei problemi.... mad.gif
Enrico

Inviato da: twinsouls il Oct 4 2007, 06:31 PM

Ciao Enrico! smile.gif
A forza di seguire il tuo thread, mi é venuta voglia di riaprire gli "scatoloni della memoria": quelli delle vecchie foto di famiglia che ho ereditato da mia madre quando lei è morta.
E ci ho trovato dentro una piccola lastra in vetro... dimensione, circa 4 x 6 cm. Rovinata, ma non troppo. L'ho scannerizzata, e questo è il risultato...

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Spero che non ti spiaccia questa piccola invasione... Pensala come un augurio per i tuoi esperimenti con le lastre albuminate. smile.gif

Ciao,
Davide

Inviato da: enrico il Oct 4 2007, 08:16 PM

Ciao Davide. Certo che non mi dispiace, anzi. Le foto di un tempo hanno sempre un forte fascino. Sono delle meravigliose ed incredibili piccole finestre sul passato.
In questi giorni sono molto impegnato, sia con la scuola che è riiniziata e con essa consigli e riunioni, sia con altri piccoli problemi ed impegni che non mancano mai e ci tengono occupata la mente anche nei pochi momenti liberi. Ma appena ritorno padrone di un po' del mio tempo... in garage c'è un pacco di lastre di vetro pronte a ricevere nuove e diverse emulsioni dry.gif
Un saluto a te ed a tutti i compagni di viaggio
Enrico

Inviato da: enrico il Oct 12 2007, 09:15 PM

Cari amici,
non sono scomparso. La prossima settimana credo avrò il tempo di sensibilizzare qualche lastra. Intanto sto leggendo un interessante manuale francese dell'800 dal titolo: "Chimica fotografica". E' senza data, ma deve essere piuttosto antico, visto che si ferma al collodio. Vi si dice, a proposito dell'albumina, che le manipolazioni per prepararla e stenderla sul vetro, richiedono grande perizia. Fondamentale è la pulitura del vetro, da fare con tripoli (farina fossile) ed acido nitrico. Un vetro non perfettamente pulito e sgrassato può produrre distacchi dello strato d'albumina. Per ridurre questa evenienza (che conosco bene, anche se ho sempre messo molta cura nello sgrassare con sapone neutro ed alcool le lastre), vi si parla di aggiunta di gomma (arabica?) e di zucchero. Farò delle nuove prove.
Intanto mi sto informando su dove reperire il collodio (se qualcuno sa dove, me lo faccia sapere). Ho qualche timore in merito, derivando esso dal fulmicotone che è un esplosivo.
A presto
Enrico

Inviato da: apeiron il Oct 12 2007, 10:31 PM

Ciao, Enrico.
Aspetto con interesse le tue prove con il collodio. Ti confesso che ho atteso questo momento, fin da quando ti seguo.
...E così ci hai portato a Scott Archer, a Gustave Le Gray... e... all'istantanea.
guru.gif guru.gif guru.gif
Apeiron

Inviato da: maurizioricceri il Oct 12 2007, 10:42 PM

coraggio Enrico, siamo in attesa dei tuoi interessantissimi esperimenti.

Inviato da: enrico il Oct 13 2007, 06:31 AM

Ciao Apeiron, ciao Maurizio.
Che piacere risentirvi!
Apeiron, prima di trovare e provare il collodio passerà qualche tempo. Intanto continuo a perfezionare le mie prove all'albumina. Le galline dovranno sopportarmi ancora per un po' biggrin.gif
Per il collodio potrei farmelo a scuola nel laboratorio di chimica:
cotone idrofilo, acido nitrico o nitrato di potassio ed acido solforico producono il fulmicotone.
Quindi alcool ed etere e prende vita il collodio. Ma la cosa è troppo pericolosa e non ci penso nemmeno. Si tratta di un prodotto altamente incendiabile ed esplosivo.
Per stabilizzare il fulmicotone occorrono procedure ed attrezzature che non possiedo: meglio acquistarlo già pronto. Il collodio veniva un tempo utilizzato in medicina perché produceva sulle ferite una pellicola protettiva. Oggi in farmacia esiste qualcosa di simile e ne ho sentito anche la pubblicità in TV, ma si tratta di tutt'altra composizione, assolutamente inutile per i nostri scopi.
Un abbraccio
Enrico

Inviato da: mauri998 il Oct 16 2007, 02:51 PM

Ehilà! sono proprio contento di risentirti e di vedere che stai già meditando qualcosa di nuovo wink.gif spero che il collodio prima o poi si possa trovare, in bocca al lupo, a presto laugh.gif

Inviato da: enrico il Oct 16 2007, 03:34 PM

QUOTE(mauri998 @ Oct 16 2007, 03:51 PM) *
Ehilà! sono proprio contento di risentirti e di vedere che stai già meditando qualcosa di nuovo wink.gif spero che il collodio prima o poi si possa trovare, in bocca al lupo, a presto laugh.gif

Ciao,
questa sera preparo della nuova albumina. Questa volta userò soltanto bromuro di potassio per vedere se aumenta la sensibilità come credo. Sul volume che sto leggendo (dell'800!) si parla di sensibilità ai colori e vi si dice che lo ioduro d'argento è sensibile solo al blu, violetto ed ultravioletto. Il bromuro estende la sua sensibilità spettrale anche verso il verde ed un po' verso il giallo e l'arancio. Sarà anche per questo che presenta (a quanto ho molte volte letto) una maggiore sensibilità. Sempre in seguito a questa lettura che mi accompagna la sera (mentre gli altri della famiglia sono incollati alla televisione), mi è venuta voglia di sperimentare la sensibilità ai colori delle emulsioni al cloruro, ioduro e bromuro d'argento, prima di passare alla sensibilizzazione cromatica vera e propria con l'eosina ed altri pigmenti (calcando le orme di Vogel). Vi si parla infatti di alcune esperienze fatte con un prisma che scompone la luce bianca in uno spettro colorato. Segnando a matita i confini visibili di questo spettro su di un foglio di carta sensibilizzata, esposta allo stesso spettro e sviluppata, si può determionarne la sensibilità cromatica. Quello che stupì i primi sperimentatori fu che la carta si anneriva fortemente anche nella regione al di là del violetto, dove l'occhio non percepisce nulla.
Mi sembra un altro esperimento interessante ed affascinante da ripetere. Dovrò procurarmi un prisma di vetro e costruire uno spettrometro.
Sto intanto continuando la ricerca del collodio.
L'albumina per sua natura produce basse sensibilità, qualunque sia l'alogenuro con il quale è addizionata. Ho constatato di persona la cosa. Con la carta mi è stata sufficiente la posa di alcuni secondi per ottenere una buona densità d'immagine; con l'albumina sono dovuto tornare a misurare l'esposizione in minuti. So che con il collodio potrò mirare all'istantanea.
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Oct 16 2007, 04:54 PM

[attachment=87646:_DSC0003.jpg]Ho appena preparato l'albumina, aggiungendo a due chiare d'uovo 20 gocce di una soluzione satura di bromuro di potassio. Poi ho rimesso in funzione il trapano per montarle a neve dry.gif
Ora il tutto deve riposare per 24 ore. Vi tengo aggiornati.
Enrico


 

Inviato da: enrico il Oct 17 2007, 08:24 PM

Questa sera ho preparato due lastre con albumina bromurata.
Ho curato con grande attenzione la pulizia dei vetri, lavandoli prima con un detersivo del commercio, sciacquandoli abbondantemente ed immergendoli poi in acqua alla quale ho aggiunto dell'ammoniaca, facendo seguire un ultimo abbondante lavaggio in acqua corrente.
Ho utilizzato per la prima volta i piani in compensato a viti calanti. Ora l'orizzontalità e l'uniformità dello strato di emulsione dovrebbero essere perfetti.
All'albumina rimasta, ho aggiunto della gomma arabica, così come ho letto nel libro "Chimie photographique". Dovrebbe diminuire la fessurazione dell'albumina. La utilizzerò domani per preparare una terza lastra. Staremo a vedere.
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Oct 18 2007, 03:37 PM

Cari amici,
ho trovato il collodio! Pollice.gif
Ho inviato una e-mail ad una grossa ditta farmaceutica che mi ha immediatamente risposto. La confezione minima è di 1000 ml: c'è da scattare per una vita... Nadar, aspettami.
Intanto posso dirvi che le due lastre all'albumina sono secche e non c'è quasi traccia di screpolature.
Un saluto
Enrico

Inviato da: mauri998 il Oct 20 2007, 07:36 PM

Grande!!! wink.gif

A questo punto direi che siamo a cavallo biggrin.gif
a presto, Ciaooo

Inviato da: danighost il Oct 21 2007, 09:40 AM

Ottimo, non è un eureka, ma ci siamo vicini. biggrin.gif

Aspettiamo gli sviluppi.

Inviato da: enrico il Oct 21 2007, 10:59 AM

Ho sensibilizzato le lastre. per la verità volevo sensibilizzarne una sola.
Quando ho immerso la prima nel bagno di nitrato, dopo un po' sono ricomparse le sfogliature ed anche in misura notevole. Non ho scaldato l'emulsione prima per farla coagulare, visto che nei testi dell'epoca si dice che lo fa il bagno di nitrato d'argento.
Deluso dalla prima, ho deciso di sensibilizzare una seconda lastra che ho scaldato sulla fiamma del gas. L'effetto è stato anche qui una notevole sfogliatura. L'ho sensibilizzata ugualmente.
Ho preso poi la terza ed ultima lastra, quella cui avevo aggiunto un po' di gomma arabica. L'ho immersa direttamente nel bagno di nitrato d'argento senza sottoporla all'effetto del calore.
Il risultato è buono. Salvo una leggera sfogliatura ad un lato, il resto è rimasto compatto.
Userò le prime due per determinare il tempo di posa (è una giornata nuvolosa qui ad Avezzano).
Nella prima lastra, lo sfogliamento non si è prodotto su di un lato dove, nonostante l'accurato livellamento del vetro, lo spessore era minore. Proverò ad albuminare qualche altro vetro ed a farne scolare l'eccesso, così come è descritto nel testo dell'800.
A presto
Enrico

Inviato da: zico53 il Oct 21 2007, 12:49 PM

Sono stupefatto dal lavoro che stai facendo; alla fine qualcuno dovrebe darti una laurea onoris causa, oppure meglio ancora, un premio nobel per la pazienza. Sei un genio!

Inviato da: enrico il Oct 21 2007, 12:52 PM

Cari amici,
purtroppo questa volta fumata nera.
Ho esposto la prima lastra per otto minuti ma, sottoposta all'azione dello sviluppo, non c'è stato il minimo annerimento. Allora ho ripetuto l'esposizione di quella "buona" per 10 minuti (in precedenza, le lastre allo ioduro davano una esposizione corretta in 5 minuti in pieno sole). Ma anche dopo mezz'ora di sviluppo, non è comparso nulla, anche se avevo aggiunto al bagno dell'acido gallico fresco e qualche goccia di nitrato d'argento ed acido acetico.
Probabilmente dipenderà dal fatto che non ho utilizzato ioduro di potassio ma solo bromuro. Anche se la cosa mi appare strana, visto che le lastre alla gelatina sono al bromuro ed hanno una sensibilità maggiore. Forse la differenza è nell'interazione con l'albumina che si comporta in maniera diversa dalla gelatina? In tutte le formule relative all'albumina ho infatti sempre trovato lo ioduro ed una piccola percentuale di bromuro in veste di ritardante.
Quanto prima ritenterò con lo ioduro. A ben pensarci, gli insuccessi sono tali solo parzialmente. I dati che se ne ricavano permettono di aggiustare il tiro.
D'altra parte non abbandonerò l'albumina se non dopo aver ottenuto risultati più che buoni. Intanto mi attivo per ordinare il collodio.
Un saluto
Enrico

Inviato da: mauri998 il Oct 21 2007, 01:14 PM

Dai dai solo provando si può arrivare alla perfezione! I piccoli insuccessi fanno parte della pratica e servono a capire la via giusta smile.gif
Oltre tutto il tempo di oggi non è un granchè mi sa unsure.gif tienici aggiornati! CIAO cool.gif

Inviato da: enrico il Oct 21 2007, 01:33 PM

QUOTE(zico53 @ Oct 21 2007, 01:49 PM) *
Sono stupefatto dal lavoro che stai facendo; alla fine qualcuno dovrebe darti una laurea onoris causa, oppure meglio ancora, un premio nobel per la pazienza. Sei un genio!

Ciao Zico, ciao Mauri.
E sì, di pazienza ce ne vuole. Il "trucco" è nella passione, nel non farsi scoraggiare dagli insuccessi e nell'avere fiducia in se stessi smile.gif
Ma la soddisfazione che si prova di fronte ad un risultato positivo, ripaga di tutto.
E poi, questo tornare al passato credo non abbia prezzo. Significa per me riscoprire veramente l'essenza della fotografia.
Buona domenica
Enrico

Inviato da: zico53 il Oct 21 2007, 01:38 PM

QUOTE(enrico @ Oct 21 2007, 02:33 PM) *
Ciao Zico, ciao Mauri.
E sì, di pazienza ce ne vuole. Il "trucco" è nella passione, nel non farsi scoraggiare dagli insuccessi e nell'avere fiducia in se stessi smile.gif
Ma la soddisfazione che si prova di fronte ad un risultato positivo, ripaga di tutto.
E poi, questo tornare al passato credo non abbia prezzo. Significa per me riscoprire veramente l'essenza della fotografia.
Buona domenica
Enrico


Apposta ho detto che sei un genio!!!

Inviato da: enrico il Oct 22 2007, 11:31 AM

Cari amici,
ho appena ordinato il collodio. Dovrebbe arrivare fra un paio di settimane. Lo metterò da parte per utilizzarlo a conclusione delle prove sull'albumina.
Buona giornata.
Enrico

Inviato da: enrico il Nov 6 2007, 09:13 AM

Cari amici,
abbiate pazienza, il collodio non è ancora arrivato.
Questa sera preparerò dell'albumina fotografica per sensibilizzare qualche altra lastra, ritornando alla formulazione che mi aveva dato buoni risultati ed aggiungendo qualche goccia di ammoniaca che dovrebbe favorire una stesa regolare e conservarla più a lungo.
Infatti, anche quando l'attività pratica è temporaneamente sospesa, impiego il tempo libero nella lettura di manuali d'epoca. Oltre alla ricerca di altre notizie sui procedimenti all'albumina, mi sto documentando sul collodio. le "ricette" sono molte, spesso ogni fotografo personalizzava il metodo.
Ho letto che lo ioduro di potassio (da sciogliere nel collodio prima della stesa su vetro) può dare qualche problema perchè, essendo insolubile in alcool ed etere (il collodio è nitrato di cellulosa sciolto in alcool ed etere), va usata dell'acqua. E l'acqua potrebbe creare qualche problema. E' preferibile usare lo ioduro d'ammonio o di cadmio. Vuol dire che inizierò provando con lo ioduro di potassio di cui ho una confezione quasi intera, e poi mi procurerò dello ioduro d'ammonio.
La preparazione di una lastra al collodio, la sua sensibilizzazione, esposizione e sviluppo, deve avvenire in meno di un'ora perché, una volta che la pellicola si è essiccata, diviene impermeabile ai bagni.
Nel passato si è cercato di superare questo inconveniente, con diversi metodi, fra cui anche quello di stendere sul collodio del miele o della melassa: le lastre erano diventate quasi commestibili biggrin.gif
Comincerò con il collodio umido e, per fotografare lontano da casa, dovrò inventarmi qualcosa, tipo una camera oscura portatile per la sensibilizzazione della lastra ed il suo sviluppo. I pionieri si portavano delle tende dietro ed i fotografi di guerra seguivano le truppe con carri appositamente attrezzati.
Ho però trovato una ricetta per il collodio "secco" che fa uso del tannino. Chederò al mio negozio di chimica di procurarmelo.
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Nov 6 2007, 09:42 PM

Cari amici,
eccomi di nuovo a rituffarmi nell'ottocento. Ho appena preparato l'albumina, aggiungendo a due chiare d'uova 20 gocce di una soluzione satura di ioduro di potassio, 4 di una di bromuro, tre di una soluzione 0,5 M di cloruro e 4 gocce di ammoniaca. Ho sbattuto a neve il tutto con la solita "forchetta" di legno montata sul trapano per circa 5 minuti ed ora la soluzione è a riposare.
Intanto ho immerso in una bacinella con acqua e detersivo, 2 lastre di vetro liscie e due smerigliate (preferite da Gustave Le Gray per la loro maggiore aderenza) tenute separate da distanziatori di cartone.
Vado a leggere, visto che in Tv non c'è gran che.
A presto
Enrico

Inviato da: enrico il Nov 8 2007, 02:49 PM

Cari amici,
nell'attesa dell'arrivo del collodio e dell'essiccazione delle lastre all'albumina

(fidandomi di quanto letto, e cioè che il bagno di nitrato d'argento provoca la coagulazione dell'albumina quanto il calore, ho dovuto ripreparare le tre lastre, perchè il distacco dello strato mi ha convinto a riseguire la procedura di Gustave Le Gray),

mi è venuta voglia, considerata anche la splendida giornata, di tornare agli inizi della mia sperimentazione, cioé all'annerimento diretto. Ho così eseguito un "disegno fotogenico", che Talbot chiamò poi "Calotipi" solo da quando iniziò a sviluppare le sue prove con l'acido gallico. Dopo una esposizione di due ore precise, ecco il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


Mi sento così un po' meno in colpa per le lunghe attese che ultimamente vi costringo, non per mia volontà, a subire.
A presto
Enrico

Inviato da: perrins87 il Nov 11 2007, 12:47 AM

QUOTE(enrico @ Nov 8 2007, 02:49 PM) *
Mi sento così un po' meno in colpa per le lunghe attese che ultimamente vi costringo, non per mia volontà, a subire.


Ti seguiamo sempre, certi dei tuoi successi

Inviato da: enrico il Nov 12 2007, 09:22 PM

Ciao Pietro,
oggi ho esposto una lastra all'albumina. Sono andato da mio fratello da dove c'è una bella vista sul monte Velino (il terzo dell'Appennino in ordine di altezza dopo il Gran Sasso e la Maiella), con l'intenzione di riprenderlo. Il cielo però si è fatto scuro di nuvole. Ho allora rivolto l'obiettivo verso i palazzi di fronte, ripromettendomi di ripetere la ripresa con condizioni di luce migliori. Visto il cielo coperto, ho esposto per 20 minuti. L'immagine ha iniziato a rendersi visibile nell'acido gallico, dopo una quindicina di minuti, quando avevo ormai perso la speranza. Dopo quasi un'ora l'annerimento era soddisfacente e si vedevano tutti i particolari con grande nitidezza.
Ho sciacquato la lastra e l'ho immersa nel fissaggio che avevo preparato di fresco. Purtroppo l'immagine ha iniziato a sbiadire. L'ho tolta dal fissaggio, ma ormai era tardi. Devo usarlo più diluito.
In compenso però questa volta l'albumina non si è sfaldata affatto e questo è un buon risultato. Questa volta, dopo averla versata sulla lastra, l'ho fatta scolare per bene e questo ha comportato la formazione di uno strato sottile ed uniforme. L'ho poi fatta coagulare lentamente di fronte al fuoco del caminetto. Credo di essere arrivato finalmente alla giusta procedura di preparazione.
Ho altre due lastre. le userò quando ci sarà la luce piena del sole.
Un saluto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Da un negativo così leggero, il meglio che ho potuto tirar fuori è questo positivo.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: mauri998 il Nov 12 2007, 10:57 PM

mh, direi un ottimo risultato! considerando la giornata nuvolosa ed il fissaggio poco diluito è venuta benissimo; la lastra mi sembra molto buona nella sua struttura rolleyes.gif

con una bella giornata di sole vedrai che si otterranno foto bellissime wink.gif

alla prossima CIAO!

Inviato da: enrico il Nov 13 2007, 10:10 AM

Ciao Mauri.
Cari amici, è arrivato il collodio!

IPB Immagine

Inviato da: perrins87 il Nov 15 2007, 02:39 PM

QUOTE(enrico @ Nov 13 2007, 10:10 AM) *
Ciao Mauri.
Cari amici, è arrivato il collodio!


non ci resta che attendere il prossimo "eureka" !

Inviato da: enrico il Nov 15 2007, 09:44 PM

Ciao Pietro,
questa mattina c'era un bel sole ed il Velino era completamente innevato. Ho sensibilizzato la seconda lastra iodurata ed ho esposto per 20 minuti, un bel po' considerate le mie precedenti prove e le condizioni di luce. Temevo di aver sovraesposto ed invece l'immagine, nell'acido gallico preparato di fresco, ha messo molto tempo a comparire ed è rimasta leggera. Non l'ho nemmeno immersa nel fissaggio ma l'ho solo risciacquata abbondantemente.
La reticolatura macroscopica delle precedenti lastre è scomparsa, ma l'immagine appare molto irregolare. E la cosa non dipende da una cattiva agitazione. In primo piano c'era una lunga fila di cipressi, ma la lastra li ha riprodotti in modo molto parziale. Colpa dello strato di albumina troppo sottile, visto che dopo averla stesa l'ho fatta scolare? Ho semplicemente seguito la procedura descritta nel testo "Chimie photographique". Forse è passato troppo tempo dalla stesa? Colpa dell'aggiunta di ammoniaca?
E' molto difficile trovare la giusta via e forse è per questo che si è passati al collodio umido smile.gif (cosa che farò presto anch'io), pur se bisogna preparare la lastra, sensibilizzarla, esporla e svilupparla in meno di un'ora, cosa che costringeva i fotografi a portarsi dietro la camera oscura ed i prodotti chimici. Ma non abbandonerò l'albumina fin quando non otterrò dei risultati sodisfacenti e costanti.
A presto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: danighost il Nov 15 2007, 11:13 PM

Non sono degli eureka, ma ci siamo vicino.

Inviato da: perrins87 il Nov 17 2007, 02:24 PM

Direi che anche i risultati con l'albumina stanno costantemente migliorando! smile.gif
non si notano più screpolature ed eccessivi contrasti

Aspettiamo sorprese

Inviato da: mauri998 il Nov 21 2007, 10:55 AM

Ciao Enrico! A costo di ripetermi, complimenti per l'ennesimo bel risultato wink.gif Sono d'accordo quando dici di continuare con l'albumina fino ad ottenere dei risultati soddisfacenti e costanti, penso che sia il modo migliore per affinare la tecnica.
E poi finalmente è arrivato il collodio! Pollice.gif

A presto, CIAO

Inviato da: enrico il Nov 21 2007, 11:59 AM

Ciao Danigost, Pietro e Mauri,
grazie della vostra presenza. Ho appena acquistato etere ed alcool per diluire il collodio.
A presto le prime prove. proseguo certamente con l'albumina.
Enrico

Inviato da: enrico il Nov 22 2007, 11:27 AM

Cari amici,
ho trovato e pulito una bottiglietta di piccola capacità dove iniziare a preparare il collodio "fotografico" ed ora è ad asciugare. Intanto ho esposto per 40 minuti una lastra all'albumina. E' vero che il cielo è nuvoloso, ma 40 minuti sono quasi una esposizione per l'annerimento diretto. Ho immerso la lastra nella soluzione di acido gallico, ma è rimasta, anche dopo diversi minuti, senza alcun annerimento visibile. E' strano questo improvviso mancato apparire dell'immagine, dopo una serie di esposizioni riuscite bene se non per quella fastidiosa reticolatura. Mi è venuto allora un dubbio: non è che è la soluzione madre di acido gallico, quella che utilizzo per preparare la soluzione fresca di lavoro, ad aver perso il suo vigore? Il dubbio è fondato, trattandosi di un composto organico e quindi soggetto ad alterarsi, specie se in soluzione acquosa. A dire il vero sono molti mesi che l'ho preparata. Mi sono deciso a rifarla di nuovo a partire dall'acido gallico in polvere. Intanto, visto che dovevo buttarla, l'ho versata nella vaschetta con la lastra. Chissà, ho pensato, che aumentandone la concentrazione non venga fuori qualcosa? In effetti, pur se molto lentamente, qualcosa sta iniziando a venir fuori.
Credo proprio che gli ultimi insuccessi siano dovuti alla perdita di attività della vecchia soluzione. Meno male che ci ho pensato, altrimenti un eventuale insuccesso con il collodio a che lo avrei attribuito?
Vi farò sapere.
Buona luce
Enrico

Inviato da: marcelus il Nov 22 2007, 11:36 AM

QUOTE(enrico @ Nov 22 2007, 11:27 AM) *
.............Vi farò sapere...............




ansiosi, come sempre, di sapere guru.gif

Inviato da: enrico il Nov 22 2007, 09:22 PM

Cari amici,
ecco la lastra all'albumina. Si vede che il negativo è leggero e gli annerimenti non sono pieni, credo proprio a causa dello sviluppo esaurito, come ho detto in precedenza. La permanenza nello sviluppo si è protratta per circa un'ora. Tutto questo ha causato anche la visibilità di quei disegni e strie di essiccamento dell'albumina che altrimenti non si sarebbero visti. Unica nota positiva è che l'albumina non si reticola più:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

E' il palazzo di fronte casa, già ripreso con esiti migliori, dove si vede l'impalcatura che è servita per i lavori di rifacimento della tinteggiatura della facciata.
Un saluto ed a presto... con il collodio wink.gif
Enrico

Inviato da: zico53 il Nov 22 2007, 09:26 PM

Direi che questo già è un risultato stupefacente; avanti tutta Enrico.

Inviato da: enrico il Nov 22 2007, 09:35 PM

Grazie Marcelus, grazie Zico!
Enrico

Inviato da: enrico il Nov 26 2007, 10:51 AM

Cari amici, vi tengo aggiornati.
Ho appena preparato il collodio.
Ho sciolto in mezzo ml di acqua distillata un grammo di ioduro di potassio ed un decigrammo di bromuro di potassio. Ho versato la soluzione nel cilindro graduato, aggiungendovi 20 ml di alcool etilico a 95°. Ho quindi aggiunto 40 ml di etere. Si è formata subito una sospensione lattescente, stratificata al di sopra di quella inferiore che è rimasta limpida. Ho poi aggiunto al tutto 40 ml di collodio al 5%, molto viscoso, versando il tutto in una boccetta di vetro scuro. Ora dovrà riposare per 48 ore.
Ho avuto un po' da fare per eliminare dall'imbuto di vetro e dal cilindro la pellicola di collodio che vi era rimasta aderente. Per ora questi 100 ml di collodio fotografico mi bastano per parecchie esposizioni. In futuro credo che, per evitare di imbrattare la vetreria, segnerò la boccetta a diverse altezze, corrispondenti ai volumi delle diverse sostanze da mescolare. dry.gif
A presto
Enrico

Inviato da: mauri998 il Nov 27 2007, 04:16 PM

Grande! vedo che i lavori fervono più che mai wink.gif L'ultima esposizione non è niente male, chissa come sarebbe stata se la soluzione di acido gallico non si fosse "indebolita"..............praticamente perfetta, o quasi!
Ormai sei diventato un professionista Pollice.gif sono ansioso di vedere in azione il collodio rolleyes.gif

Ciao!

Inviato da: maxiclimb il Nov 28 2007, 12:15 AM

Ti seguo sempre con attenzione Enrico, e adesso attendo curioso la prova con il collodio.
Al prossimo eureka! wink.gif

Inviato da: danighost il Nov 28 2007, 08:35 PM

Fortuna che ti è venuto in mente che sarebbe potuto essere l'acido gallico.
Direi che ti stai stabilizzando con i risultati.

Aspettimo il collodio, ma anche l'albumina vedo che dà dei buoni risultati.

Inviato da: enrico il Nov 29 2007, 08:39 AM

Ciao amici,
grazie per la vostra presenza.
Si, l'albumina mi consentirà di spostarmi da casa e fotografare qualche paesaggio, qualche chiesetta di montagna, in maniera da seguire le orme dei pionieri, oltre che nella tecnica, anche nel gusto e negli stili. Con il collodio umido, per far questo, dovrei attrezzarmi una camera oscura portatile, magari nel portabagagli dell'auto.
Durante la sperimentazione con il collodio, dopo l'acido gallico, proverò con il solfato di ferro che era lo sviluppo elettivo per questa tecnica. Oltretutto il solfato di ferro è molto più economico perché si trova a poche lire nei negozi dei fiorai.
Un saluto
Enrico

Inviato da: mauri998 il Dec 5 2007, 10:06 AM

Sempre in fermento pronto con nuove idee questa si che è passione! Pollice.gif

Inviato da: enrico il Dec 12 2007, 10:57 PM

Non sono scomparso. A breve la prima prova con il collodio.
Enrico

Inviato da: enrico il Dec 15 2007, 10:46 AM

Cari amici: EUREKA!
Questa mattina, dopo aver pulito dalla neve l'auto mia e di mia moglie, ho accompagnato le figlie a scuola e mi sono recato al lavoro. Il parcheggio della mia scuola era quasi vuoto. Ho pensato ad un'assenza collettiva causa neve, ma poi mi sono ricordato che oggi c'è l'assemblea d'istituto. Avevo una mattinata intera di libertà! Comprato il pane e passato in libreria a ritirare "Alle origini del fotografico", un libro su "Pencil of nature" di Talbot appena arrivato, sono tornato a casa.
Era il momento buono per la prima prova al collodio.
Ho pulito una lastra di vetro (devo tornare dal vetraio, me ne è rimasta solo un'altra) e, indossati i guanti di lattice, ho versato un po' di collodio su di un angolo, inclinandola per farlo stendere su tutta la superficie. Sapevo già che avrei avuto bisogno di un po' di pratica perché l'operazione non è facile ed occorre raggiungere una certa manualità. Infatti ne ho versato troppo poco ed ho dovuto aggiungerne dell'altro, cosa che è da evitare, perchè impedisce la formazione di uno strato uniforme.
Ho fatto passare un minuto e, giudicando "a naso" che il rapprendimento del collodio fosse buono, mi sono chiuso in camera oscura ed ho immerso la lastra nella soluzione di nitrato d'argento per sensibilizzarla. Si è subito formato uno strato lattescente, segno dell'avvenuta reazione di precipitazione. Dopo un minuto, l'ho posta a scolare. Quindi l'ho sistemata nello chassis. Non va sciacquata in acqua. Le lastre al collodio umido vanno esposte e sviluppate immediatamente, prima che il loro completo essiccamento le renda impermeabili ai bagni. Mi sono precipitato sul terrazzo del piano-notte ed ho puntato la mia camera obscura sul palazzo di fronte (che ormai conoscete bene), nuovo di tinteggiatura e privo dei ponteggi. Il cielo è nuvoloso, ma il riflesso della neve crea una luce uniforme e sufficientemente intensa. Sempre "a naso" ho giudicato buona una posa di 40 secondi (poi aggiusterò il tiro, pensavo mentre ero con l'occhio al cronometro e con il copriobiettivo in mano).
Trascorso il tempo, giù a sviluppare. In una manciata di secondi, nello sviluppo fresco all'acido gallico è comparsa l'immagine, netta, nitida. Si vedevano chiaramente anche i bidoni di vernice lasciati dagli operai. Mentre attendevo che l'annerimento giungesse al punto giusto, pensavo al fissaggio ed al timore che potesse ripetersi lo sbiadimento dell'immagine così come mi era capitato con l'albumina. Invece tutto è andato bene anche nel fissaggio. Solo in qualche punto periferico il bianco degli alogenuri non è scomparso completamente. Collodio già impermeabile?
Ora la lastra è ad asciugare. In giornata vi mostro il risultato.
Quanto è diverso leggere un libro di storia della fotografia dal riviverne gli eventi!
Credo che per imparare, occorra fare. Un esempio. Ho acquistato da qualche giorno il "Dizionario di fotografia" della Rizzoli, in vendita scontato al 50%. E' un buon testo, sintetico, sulla fotografia, traduzione dell'omonimo francese edito dalla Larousse, cui hanno collaborato firme importanti.
Alla voce "Collodio umido" leggo:

"...Nonostante numerosi inconvenienti: il peso e la fragilità del vetro, la difficoltà di applicare il collodio nell'oscurità e di sviluppare la lastra prima che sia asciutta, l'obbligo di trasportare una camera oscura portatile, i prodotti chimici e l'apparecchio stesso, i vantaggi di questo procedimento sono tali che compensano la difficoltà dell'operazione. La finezza della grana e la lucentezza dei bianchi permettono di ottenere una grande precisione nei dettagli e una vasta gamma di tonalità, caratteristiche che ritrattisti come Nadar e Carjat hanno saputo utilizzare al meglio".

Ora, non è vero che il collodio va applicato al buio. Si applica in luce piena perchè lo ioduro (di potassio o di cadmio) che vi si discioglie, non è assolutamente sensibile alla luce. Lo è lo ioduro d'argento che si forma in seguito all'immersione, questa sì al buio, nel nitrato d'argento.

A più tardi
Enrico

Inviato da: enrico il Dec 15 2007, 01:51 PM

Eccola.
credevo meglio in camera oscura. Ma è solo una prima prova smile.gif . Devo imparare a stendere bene l'emulsione. Il negativo, oltre a non essere uniforme, è leggero. Si vede che ho sopravvalutato la luminosità della scena.

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Inviato da: enrico il Dec 18 2007, 09:42 AM

A tutti i miei compagni di viaggio sulla carrozza del tempo smile.gif

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Inviato da: danighost il Dec 18 2007, 06:41 PM

E vai Enrico.

Inviato da: mauri998 il Dec 19 2007, 02:19 PM

Ottimo risultato!!! Pollice.gif

Decisamente ben augurante per il futuro, la pratica porta alla perfezione wink.gif

TANTI AUGURI DI BUONE FESTE ANCHE A TE smile.gif

Ciaoooooooooo

Inviato da: enrico il Dec 20 2007, 10:30 PM

Cari amici,
oggi sono stato dal vetraio ed ho riportato a casa venti lastre. Pronte per essere rivestite di collodio e di albumina. Come mi sembrano tante 20 lastre... e pensare che un rullino contiene 36 fotogrammi e mi sembravano pochi!
Continuate a seguirmi.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 9 2008, 07:44 PM

Cari amici,
la carrozza del tempo è ferma da un po', ma quanto prima riprenderà il trotto. Non mi sono eclissato. Lasciate che mi liberi da una montagna di impegni e rimetto mano all'albumina e soprattutto al collodio che è in garage anche lui in attesa. Fra l'altro, sto preparando una conferenza sulla fotografia 3d e sugli anaglifi. Ho ripreso in mano gli arnesi da falegname per riprodurre qualche stereoscopio d'epoca (ci sto lavorando). Anche questo è un ritorno al passato, ma mi ha distratto un po' da questo lavoro che resta sempre quello che più mi appassiona.
Mi sembrava doveroso farmi risentire.
Un saluto
Enrico

Inviato da: danighost il Feb 9 2008, 08:31 PM

Bè ogni tanto i cavalli hanno bisogno di riposare, e poi siamo in inverno.

Inviato da: apeiron il Feb 9 2008, 09:09 PM

Ciao Enrico,
ultimamente seguo molto poco questo forum ma mi fa un grande piacere ritrovarti ogni tanto e documentarmi sui tuoi risultati
smile.gif Apeiron

Inviato da: enrico il Feb 10 2008, 12:16 AM

Apeiron,
e per me è sempre una grande gioia leggerti.
Un saluto
Enrico

Inviato da: mauri998 il Feb 11 2008, 11:18 PM

Beh un pò di riposo in attesa della bella stagione ci vuole sempre! wink.gif Appena possibile la carrozza ripartirà................


A presto, CIAO!

Inviato da: enrico il Feb 21 2008, 10:54 AM

Ciao Mauri e ciao a tutti,
in attesa di riprendere, con l'arrivo della primavera e delle belle giornate, le riprese con le lastre all'albumina e, soprattutto, al collodio umido, ho iniziato a costruire uno stereoscopio, sul modello di quello di Holmes della seconda metà del 1800. Quindi siamo in tema e i cavalli che trainano la nostra carrozza del tempo possono sgranchirsi le zampe in attesa di riprendere il galoppo.
Devo finirlo, insieme ad altri due modelli (Elliot del 1839 e Weatstone del 1832), entro il mese per una conferenza sulla stereoscopia da tenere ai primi di marzo.

Questo è uno stereoscopio dell'epoca:

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e questi sono i primi pezzi che ho realizzato questa mattina, chiuso in casa dalla pioggia:

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Vi tengo aggiornati.

Inviato da: danighost il Feb 21 2008, 11:03 AM

Forte, ma c'è differenza con la foto 3D?

Le mollette usate, sono molto simili alle mie biggrin.gif .

Inviato da: enrico il Feb 21 2008, 11:08 AM

QUOTE(danighost @ Feb 21 2008, 11:03 AM) *
Forte, ma c'è differenza con la foto 3D?

Le mollette usate, sono molto simili alle mie biggrin.gif .


Ciao,
è foto 3D in effetti. Diciamo che il concetto di questo strumento è assai simile a quello che è stato usato negli stereoscopi della Wiew Master degli anni 50.
Enrico

Inviato da: twinsouls il Feb 21 2008, 01:45 PM

Un altro bel pezzo di viaggio, Enrico... In passato ho fatto alcuni esperimenti di fotografia stereoscopica, ma molto semplici, spostandomi semplicemente con la macchina... con risultati che IO ho valutato decenti. Diapositive poi visualizzate con quegli stereoscopi Viewmaster di cui parli, se non ricordo male. smile.gif
Avanti coi carri!
Davide

Inviato da: twinsouls il Feb 21 2008, 01:45 PM

ooops

Inviato da: enrico il Feb 21 2008, 02:41 PM

Ciao Davide,
ho prodotto un gran numero di anaglifi da dicembra ad oggi, proprio come dici tu, spostando di poco la macchina fra uno scatto e l'altro. Nella conferenza di marzo parlerò soprattutto di anaglifi e ne farò dimostrazione fornendo tutti di occhialini rosso/ciano che mi sono già procurato in abbondanza. Con la tecnica degli anaglifi una stessa immagine può essere vista da tutti contemporaneamente, e poi è facile da realizzare ed è sufficiente una comune macchina fotografica, un computer e, ovviamente, gli occhialini. L'effetto è stupefacente.
Però voglio rendere completa la cosa con gli atri dispositivi e metodi "storici". Ho letto molto in questi due, tre mesi. E' stupefacente come già a fine 1500 Iacopo Chimenti da Empoli avesse prodotto delle coppie di disegni di tipo stereoscopico, anche se pare senza che ci fosse uno strumento per vederle in 3D. Invece, su un libro che sto leggendo, dal titolo "Alle origini del fotografico", vi si dice che Wheatstone, amico di Talbot, dopo aver usato dei disegni per il suo stereoscopio, utilizzò dei calotipi appositamente preparatigli dall'amico. Quindi, la stereoscopia è più antica della Fotografia!
Il libro "Alle origini del fotografico", che parla di Talbot e soprattutto del suo "The pencil of nature", è uno dei più bei libri che abbia mai letto. Libro di notevole spessore culturale, tratta della visione della fotografia di Talbot e dei problemi espressivi e di linguaggio. E queste di Talbot sono delle riflessioni preziose, se si pensa che sono le prime riflessioni su di un mezzo complesso nel momento della sua nascita. E sono spesso riflessioni ancora attuali.
Un saluto
Enrico




 

Inviato da: enrico il Mar 2 2008, 08:42 AM

Cari amici: EUREKA!
Ce ne voleva proprio un altro smile.gif
Ho terminato lo stereoscopio di Holmes. Funziona perfettamente. Lo presenterò lunedì 17 prossimo nel corso di una conferenza sulla stereoscopia che terrò qui ad Avezzano. E così un altro pezzo dell'800 è ricostruito. In questo periodo non ho molto tempo a disposizione e gli impegni mi si accavallano. Non vedo l'ora che si allentino per poter rimettere mano al collodio e all'albumina.
Un saluto
Enrico

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Inviato da: Ellas il Mar 18 2008, 09:50 AM

Mamma mia. Due giorni attaccato al monitor a seguire tutti i passi. Caro Enrico, sono da poco entrato in questo forum ma, credimi, questa discussione qui vale da sola l'abbonamento annuale al provider.
Quanta passione! E che genialità! Non ti nascondo che quando sono arrivato alla mongolfiera per le foto aeree mi sei apparso come una sorta di Archimede Pitagorico!

Se posso, vrrei considerarmi della "carrozza". Non ho molta esperienza di protofotografia, se non dai racconti di mio padre che, con suo fratello giravano per le fiere con una "camera obscura" e delle cartoline "ferrania" come la scatola che hai mostrato tu. Non so se fossero albuminate o cosa, di certo è che lo sviluppo ed il fissaggio avveniva in loco.

Se posso, vorrei porti una domanda. Mi stupisce la facilità con cui ti procuri i prodotti chimici: come fai? dici di avere un negozio chimico di fiducia, ma cosa è un negozio chimico? Non credo sia una farmacia che, oramai, il più delle volte vendono solo prodotti in scatola. E poi i prezzi, dall'inizio ad oggi, puoi fornire non la cifra esatta, ma l'ordine di grandezza delle spese? Così, giusto per farci un'idea. Mi pare di capire che il pezzo più costoso sia stato il nitrato d'argento oppure le lastre di vetro.

Grazie e continua pure a tenermi col fiato sospeso!

Walter

Inviato da: enrico il Mar 18 2008, 10:30 AM

Ciao Walter e benvenuto nella carrozza. Tolgo un po' di polvere dal sedile (viaggiamo su strade bianche) così puoi accomodarti smile.gif
I prodotti chimici li ordino da un grosso negozio che rifornisce i laboratori di analisi della mia città. I prezzi sono un po' alti. Sicuramente il nitrato d'argento è il prodotto più costoso di tutti. Il prezzo varia con la quotazione dell'argento. Considera all'incirca un euro al grammo.
Le lastre di vetro non è che costituiscano una grossa spesa, solo che le fanno pagare al di sopra del loro valore. Ma oggi tutto costa in maniera spropositata ed ingiustificata nella maggior parte dei casi. Con quello che ho speso fin'ora, avrei potuto acquistare qualche obiettivo, ma non mi pento certo. Le emozioni che mi ha dato questo "viaggio" sono impagabili.
La carrozza è ferma da un po', ma mi trovo subissato da un sacco di impegni e non trovo ancora un po' di tranquillità e tempo per frustare (con delicatezza, rispetto gli animali) i cavalli.
Di cammino da fare ce n'è ancora e quanto prima le ruote torneranno cigolando a girare wink.gif
Un saluto a te ed a tutti coloro che ci visitano, assieme ad un augurio di Buona Pasqua.
Enrico

Inviato da: Ellas il Mar 18 2008, 04:53 PM

QUOTE(enrico @ Mar 18 2008, 10:30 AM) *
Ciao Walter e benvenuto nella carrozza. Tolgo un po' di polvere dal sedile (viaggiamo su strade bianche) così puoi accomodarti smile.gif


Eppure ho come un'idea che presto viaggeremo su comode strade asfaltate con... bitume di giudea

E Buona Pasqua a tutti

Inviato da: perrins87 il Mar 21 2008, 09:33 PM

Caro Enrico,

ultimamente, preso dagli impegni, non ho partecipato attivamente al viaggio della carrozza, che ho comunque continuato a seguire!
Ti porgo ancora i complimenti per il lavoro svolto finora, anche le ultime novità sono davvero intriganti.

Auguri di una Pasqua piena di piccole, gioiose, sorprese.

Pietro

Inviato da: enrico il Mar 22 2008, 09:55 AM

Ciao Pietro,
Buona Pasqua anche a te ed a tutti i viaggiatori del tempo dry.gif
Enrico

Inviato da: marcelus il Mar 22 2008, 11:23 AM

auguroni a te enrico e a tutta la compagnia.
non abbiamo fretta in questo viaggio, anche perchè noi abbiamo il vantaggio, rispetto ai nostri precedessori, di conoscere già il lieto fine...ma ciò non lo rende certo meno emozionante.

in questi giorni, approfittando degli acciacchi di stagione che mi trattengono a casa, ho messo mano a un bel po' di lastre di vetro per digitalizzarle visto che il tempo stà ormai togliendo loro ogni segno, inutile dire che l'emozione è fortissima quando ci si trova tra le mani la nostra storia.

buon viaggio

Inviato da: Ellas il Apr 3 2008, 11:02 AM

Nulla di nuovo sotto il sole?

Inviato da: enrico il Apr 3 2008, 12:48 PM

QUOTE(Ellas @ Apr 3 2008, 12:02 PM) *
Nulla di nuovo sotto il sole?


Grazie per aver bussato smile.gif
Debbo liberarmi un po' dai molteplici impegni e scadenza pressanti che mi rubano tutto il tempo a disposizione. Questa è la punizione per l'interessarmi a troppe cose hmmm.gif . Ho pronto un cospicuo numero di lastre di vetro ed un litro è più di collodio. Spero di far qualcosa prima delle vacanze estive...
Un saluto a tutti
Enrico

Inviato da: twinsouls il Apr 3 2008, 12:50 PM

Restiamo in trepida attesa! smile.gif
Ciao,
Davide

Inviato da: Ellas il Apr 3 2008, 05:08 PM

QUOTE(enrico @ Apr 3 2008, 01:48 PM) *
Grazie per aver bussato smile.gif
Debbo liberarmi un po' dai molteplici impegni e scadenza pressanti che mi rubano tutto il tempo a disposizione. Questa è la punizione per l'interessarmi a troppe cose hmmm.gif . Ho pronto un cospicuo numero di lastre di vetro ed un litro è più di collodio. Spero di far qualcosa prima delle vacanze estive...
Un saluto a tutti
Enrico


L'importante è sapere che tu ci sia. grazie.gif

Inviato da: enrico il Apr 3 2008, 05:39 PM

Grazie a te ed a tutti voi.
Non immagini che voglia ho di riprendere lastre, albumina, acido gallico. Il fatto è che, oltre all'impegno normale di insegnamento, sto tenendo un corso di Orienteering a Chieti, uno al secondo anno del corso di Scienze motorie all'università dell'Aquila, ho appena terminato di realizzare una cartina a Civitella Roveto e debbo completare un corso ai ragazzi della scuola media di lì. Questa mattina, mio giorno libero a scuola, sono stato all'Aquila per una esercitazione pratica in campagna e sono appena tornato dal Monte Salviano dove ho iniziato ad impostare il lavoro per i rilievi di un'altra cartina che mi porterà via molto tempo.
Ma lo trovo un pomeriggio per risalire in carrozza!
Buona serata
Enrico

Inviato da: mauri998 il Apr 9 2008, 02:35 PM

Ciao!!! Beh vedo che scendi e sali in continuazione su parecchie "carrozze" wink.gif Gli impegni non ti mancano, ma immagino che alla fotografia non rinuncerai smile.gif

A presto, Maurizio

Inviato da: enrico il Apr 9 2008, 02:37 PM

La Fotografia è la prima carrozza sulla quale sono salito, ormai da innumerevoli anni, ed è quella che per me è più importante.
Ciao
Enrico

Inviato da: mauri998 il Apr 20 2008, 10:20 PM

Non avevo dubbi wink.gif Io mi sono accorto di quanto mi piacesse già da bambino e tutt'ora dopo tanti anni ne sono affascinato, ancora di più quando ho la possibilità, come accade in questo spazio, di poterne ripercorrere la storia e capirne qualche piccolo segreto.

Ciao!

Inviato da: emigrante il May 11 2008, 08:11 AM

AFFASCINANTE!!!!

Ho appena finito di leggere tutto d'un fiato la tua fantastica aventura e ne sono assolutamente impressionato.

Un lavoro frutto di un insieme di cutura, manualità e passione come pochi hanno.

Mi sentirei onorato se ci fosse ancora un posticino libero sulla carrozza.

Saluti
Marco

Inviato da: enrico il May 13 2008, 01:08 PM

Marco,
c'è posto anche per te naturalmente, sali pure. la scuola e gli altri mille impegni si vanno attenuando e spero quanto ptima di far ripartire i cavalli.
Enrico

Inviato da: twinsouls il May 13 2008, 01:11 PM

Noi intanto si continua a strigliarli, i cavalli, e a far fare loro un po' di moto... così saranno ben allenati quando si ripartirà! wink.gif smile.gif biggrin.gif
Ciao Enrico, sempre grande!
Davide

Inviato da: enrico il May 13 2008, 01:24 PM

Ciao Davide,
sempre felice di incontrarti da queste parti.
Enrico

Inviato da: Ellas il May 20 2008, 07:05 PM

Hey... anche io non vedo l'ora si riparta! Buone cose, nel frattempo!

Inviato da: enrico il May 20 2008, 07:50 PM

Grazie Ellas,
anch'io non vedo l'ora di tornare padrone di un po' di tempo libero per ricominciare. Le vacanze sono prossime ;-)
Enrico

Inviato da: danighost il May 24 2008, 06:54 AM

Un saluto, altrimenti mi date per smarrito.

Ps ieri ho sviluppato il primo rullo di BN, sembra che sia andato tutto bene ora sto scansionando.

Inviato da: enrico il Aug 31 2008, 03:33 PM

Cari amici,
le vacanze sono passate e la carrozza è ancora lì ferma.
Ad ottobre ho una conferenza sulla storia della fotografia: "Tornando al passato", ed i cavalli dovranno per forza (ne sono felice) tornare a trainare la carrozza del tempo. Ho da esporre assolutamente qualche lastra al collodio. Debbo prendere la mano alla stesa.
A presto
Enrico

Inviato da: twinsouls il Aug 31 2008, 03:36 PM

Evvai! Pollice.gif

Siamo con te, Enrico. smile.gif

Davide

Inviato da: enrico il Sep 5 2008, 09:33 AM

Ciao Davide, ciao amici,
oggi, 5 settembre, la carrozza è ripartita. Uno schiocco di frusta ed i cavalli, riposati dalla lunga stasi, hanno ripreso il cammino.
Avrei voluto ricominciare con un Eureka, ma non è stato così: pazienza.
Mia moglie è a scuola ed i figli dormono. Un clima di grande tranquillità e silenzio, l'ideale per trasformare il bagnetto del grottino in camera oscura e rimettersi al lavoro.
Come sapete, il collodio umido richiede velocità perchè, una volta secco, diviene impermeabile ai bagni. Così ho steso la tovaglia di plastica sulla lavatrice e vi ho messo la vaschetta con lo sviluppo, quella con il fissaggio e quella con la soluzione di nitrato d'argento. Il fissaggio è limpido e credo sia ancora attivo. Sono salito sul balcone sud ed ho puntato la camera obscura sul palazzo di fronte. Ottima luce, splendidi giochi d'ombra. Al centro un balcone con una cornice di gerani fioriti e sotto un'auto ed una bicicletta che scintillavano al sole. Ho inquadrato con attenzione, ho messo a fuoco memorizzando la posizione del riferimento e sono sceso giù a sensibilizzare la lastra di vetro che ho puito con dell'alcool. Messi i guanti di lattice, ho versato il collodio sulla lastra, muovendola per distribuirlo per bene e scolando dopo un po' l'eccesso di liquido in un barattolo di vetro. Ho dato una rapida occhiata alla superficie: la stesa era uniforme, molto meglio che nel mio primo tentativo di diversi mesi fa. Lampada di sicurezza ed immersione della lastra nel bagno di nitrato d'argento. Dopo circa un minuto è divenuta lattiginosa, segno dell'avvenuta reazione con formazione dello ioduro d'argento. Altri trenta secondi nel bagno che tenevo in leggera agitazione alzando ed abbassando la vaschetta per un angolo, poi rapido risciacquo per immersione in acqua, inserimento nello chassis e via al piano notte per l'esposizione. Nella prima prova al collodio l'esposizione è stata di 40' secondi. Ho esposto per un minuto quindi, rimesso il tappo sull'obiettivo ed abbassato il volet, sono corso in "camera oscura".
Di tanto in tanto scrutavo la lastra immersa nell'acido gallico, certo di veder apparire i primi neri. Passa un minuto, due, tre... niente. Aspetto ancora ma non appare il minimo accenno di annerimento.
Cerco di capire cosa possa essere avvenuto. La soluzione di collodio e quella di nitrato d'argento debbono essere buone, visto che la reazione di precipitazione è avvenuta. L'acido gallico l'ho preparato dalla soluzione madre ieri. E' invecchiata la soluzione madre?
Mi conviene fare così: questa sera preparo una nuova soluzione di acido gallico ripartendo da quello in polvere e ripreparo una nuova soluzione di collodio. Domani riprovo.
La prima prova al collodio andò bene, tranne che per la stesa risultata irregolare.
Occorre aver fede...
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 5 2008, 05:24 PM

Fatto,
ho preparato una nuova soluzione madre di acido gallico (soluzione satura da diluire al bisogno). Per ora continuo ad usare l'acido gallico come rivelatore. Presa pratica col collodio, farò delle prove con il solfato ferroso che è, per il collodio, il rivelatore di elezione (almeno cos' è scritto nei testi dell'epoca).
Intanto ho ripreparato una nuova soluzione di collodio La vecchia ha un colore bruno che ne rivela l'età...
40 ml di collodio al 5%, 40 ml di acido acetico, 20 ml di alcool etilico. Parecchio tempo se ne è andato per ripulire il cilindro graduato e l'imbuto di vetro.
Ho versato nella bottiglietta 1 grammo di ioduro di potassio e 0,1 grammo di bromuro di potassio.
Di tanto in tanto l'agito un po'. Lo ioduro di potassio, solubile in acqua, lo è poco nell'alcool e nell'etere. Sarebbe preferibile lo ioduro di cadmio, ma è troppo costoso.
Ho sentito dalle previsioni del tempo che domattina è sereno. Ripeterò la prova.
Un saluto, di nuovo dal lontano 800.
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 6 2008, 12:21 PM

Cari amici, ma dove siete?
La carrozza è ripartita e sta alzando nugoli di polvere sulle strade sterrate dell'800. E sto per lanciare un altro eureka.
Stamattina ho sistemato la camera obscura in giardino, regolandone il fuoco su di una poltroncina per un nuovo autoritratto, questa volta al collodio, ricalcando le orme di Nadar.
Ho steso il collodio preparato di fresco sulla lastra in abbondanza, a cominciare dall'angolo sinistro e l'ho mossa per stenderlo su tutta la superficie. Manovra perfetta: uno strato uniforme e trasparente. Sensibilizzazione in camera oscura col nitrato d'argento per due minuti, risciacquo rapido in acqua e caricamento dello chassis. Quindi esposizione di un minuto e mezzo. Di corsa in camera oscura ad immergere la lastra nell'acido gallico. Dopo soli dieci secondi si è delineata l'immagine, nitida, perfetta. Di nuovo ho provato quella intensa emozione che nessuna digitale riesce più a dare. Guardavo quei neri profondi ed i bianchi trasparenti del negativo che riproducevano, a toni invertiti, me, la sedia e l'edera sullo sfondo. Immersione nel fissaggio ed un breve sguardo alla vaschetta del risciacquo posta sotto il lavandino. Torno alla lastra e la vedo notevolmente sbiadita. La estraggo, la sciacquo. Non è la prima volta che mi succede e non capisco ancora perchè. Rimetto la lastra nello sviluppo, ma resta così com'è.
Torno allora a sensibilizzare una nuova lastra e la riespongo. Questa volta la stesa non è perfetta come la prima, ma l'imagine compare di nuovo. L'annerimento non è però uniforme. Non la fisso e mi limito a sciacquarla. Sensibilizzo una terza lastra, senza risciacquarla dopo il bagno di nitrato, considerato che dopo il bagno in acqua notavo delle striature sulle precedenti. Torno a posare per due minuti e 30 secondi. Questa volta il risultato è di nuovo perfetto. La soluzione di sviluppo si annerisce e riesco a vedere l'immagine solo muovendo la vaschetta. Capisco subito il perchè di quel deposito granuloso nero: è la soluzione di nitrato d'argento che non ho asportato col lavaggio. Non la fisso, la sciacquo soltanto e la metto ad asciugare con le altre due nell'essiccatoio al buio. Userò la seconda prova per testare il tempo di resistenza alla luce. Senza sviluppo, l'annerimento diretto dovrebbe impiegare parecchio tempo a distruggere l'immagine.
Questo del fissaggio è un problema che devo risolvere. Quello con l'acido gallico è uno sviluppo con una forte componente fisica (infatti la soluzione è a pH acido e non basico come per gli sviluppi attuali). Dipende forse da questo? Nei vecchi libri che ho letto, non si fa cenno a questo problema.
Questa sera vi mostro i risultati.
Un saluto
Enrico

Inviato da: twinsouls il Sep 6 2008, 01:09 PM

Grande Enrico! smile.gif

Mi dispiace di non avere le conoscenze fisico-chimiche per poterti aiutare. Tutto il supporto che posso darti è, come dire... di tipo spirituale (no, no... non alcoolico! laugh.gif ).

Ci chiedi dove siamo... Siamo sempre qui, a guardare, a trattenere il fiato, a emozionarci con te, a gioire per i tuoi successi e a dispiacerci per gli intoppi, pur sapendo che ogni intoppo è una nuova sfida e che porta certamente a un nuovo apprendimento, a una nuova conoscenza e consapevolezza.

E continuiamo a viaggiare con te su questa bellissima carrozza, per la quale non ti ringrazieremo mai abbastanza. smile.gif

Ciao,
Davide

Inviato da: enrico il Sep 6 2008, 06:10 PM

Ciao Davide,
e di nuovo: EUREKA!!!
Ecco l'ultimo dei negativi di oggi, il migliore:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

e la sua copia positiva:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Sono soddisfatto. Vi ricordate i primi autoritratti calotipici, nei quali era visibile la grana della carta?
Uno dei miei obiettivi è sempre stato quello di "forare la barriera del tempo" riuscendo a rendere sempre più definito il mio volto. E' come guardarsi in uno specchio appannato che mano a mano diventa limpido. La definizione di questa immagine è buona, soprattutto tenendo conto che sono rimasto immobile (tranne qualche rapida occhiata all'orologio) per ben due minuti e trenta secondi, e senza poggiatesta o altri martingegni.
Vi mostro anche il terzo collodio (il primo di questa mattina) che con sorpresa ho trovato migliore di come mi era apparso in camera oscura. Vi mostro inoltre la quarta prova (la seconda di questa mattina), quella con la stesa del collodio non perfettamente riuscita.
Occorre essere rapidi nella stesa, altrimenti il collodio inizia a rapprendersi. Ma comincio a prenderci la mano smile.gif
Un saluto ed a presto amici.
ENrico






 

Inviato da: enrico il Sep 7 2008, 08:44 AM

Cari amici,
sto preparando una conferenza su queste sperimentazioni, che terrò il 24 di questo mese ad Avezzano e l'11 ottobre a Pescara. Per il titolo sono indeciso fra:
"Ritorno al passato" e "Ritorno alle origini".
Quale vi sembra più adatto ed efficace?
Grazie
Enrico

Inviato da: danighost il Sep 7 2008, 09:17 AM

Entrambi i titoli sembra che vadano bene, però se sono con le spalle al muro direi che ritorno alle origini è meglio.
Perchè non usi il titolo della discussione?

Puoi sempre accorciarlo in:

Seguendo le orme dei pionieri.

Se già si sà che è una conferenza fotografica, è il titolo giusto.

PS Erano giorni che curavo la carrozza, non è che le prime lestre non sono venute perchè le hai esposte per poco tempo?

Inviato da: enrico il Sep 7 2008, 09:34 AM

Ciao Danigost, e grazie per i tuoi consigli.
Una sola lastra non è venuta, ed è la seconda (di qualche giorno fa) dopo la prima prova risalente addirittura a dicembre scorso (per quanto tempo i cavalli hanno riposato! Ecco perchè li ho trovati un po' ingrassati biggrin.gif
Non è venuta evidentemente perché le soluzioni erano vecchie. Ieri ho esposto due lastre per un minuto e 30 secondi e la terza per 2 minuti e trenta secondi. Come hai potuto vedere, gli annerimenti sono buoni in tutte e tre le prove. La seconda presenta sulla destra una specie di solarizzazione, ma forse ha preso luce in camera oscura.
Certo che si tratta di tempi di posa lunghi, ma dipende dal fatto che il mio obiettivo ha apertura f/8.
A quei tempi c'era l'obiettivo progettato (per la prima volta matematicamente - siamo nel 1840) da Petzval con apertura di f/3,7. In pratica, due stop in meno del mio. Vale a dire che mi sarebbero bastati solo 30 secondi di esposizione.
Ah, dimenticavo. Grazie dell'aiuto. La carrozza l'hai tirata davvero a lucido e sui cavalli hai fatto un ottimo lavoro di brusca e striglia! biggrin.gif
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 8 2008, 08:33 PM

Cari amici,
questa mattina mi sono di nuovo messo all'opera. La prima lastra si è annerita appena. Ho allora preparato dello sviluppo fresco e ne ho esposto una seconda. Contrariamente alla stesa praticamente perfetta nell'autoritratto di ieri l'altro, questa volta ho avuto qualche difficoltà e si notano diverse striature. La cosa credo dipenda dal fatto che l'etere è estremamente volatile ed ogni volta che apro la bottiglietta con la soluzione di collodio, ne evapora una discreta quantità, rendendo più densa la soluzione. In ogni caso, la definizione è ottima. Mai così chiari i dettagli. Ho esposto per un minuto e trenta secondi. Troppo? Non mi sembra dal tempo che ha impiegato ad apparire l'immagine (rispetto a due giorni fa). Eppure si notano, nelle parti più chiare, come per il lenzuolo e per i riquadri bianche sotto le finestre al sole (quelle sulla destra), delle solarizzazioni.
E' straordinaria la latitudine di posa che ha reso leggibili le parti in ombra ed in luce del palazzo, colpito da un sole obliquo.
Ho aggiunto intanto dell'etere per la prossima prova, finendo la mia scorta. Dovrò tornare in farmacia a procurarmene dell'altro.
Un saluto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Inviato da: Flucks il Sep 9 2008, 02:17 PM

Carissimo Enrico,

complimenti per il post....veramente interessanti i tuoi provini!!

Ti leggo da un pò e solo ora mi sono iscritto....dopo aver acquistato la mia prima reflex nikon D60.

Ti scrivo per dirti che il bitume di giudea l'ho travato in vendita su questo sito http://www.faidate.it/Template/detailArticoli.asp?IDFolder=142&IDOggetto=62643&LN=IT se ti può interessare .

ciao e grazie ancora!!

Inviato da: enrico il Sep 9 2008, 03:02 PM

Ciao Flucks,
benvenuto. Mi interessa certo. Grazie.
Enrico

Inviato da: enrico il Sep 9 2008, 03:12 PM

Vi mostro una pagina di un libro di fotografia dell'800 dove si parla del collodio, ed in particolare del metodo per stenderlo sulla lastra:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Queste pagine parlano invece dell'uso del solfato di ferro come agente rivelatore. Uso che mi riprometto di provare al più presto, forse in settimana:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


Inviato da: enrico il Sep 9 2008, 09:15 PM

Cari amici,
sono stato a rileggermi un passo di un libro di mio padre, che vi ripropongo perchè, pur nel linguaggio dell'epoca, in alcuni punti è veramente attuale:

"Da: Giovanni Muffone – “Come il sole dipinge” – Fotografia per i dilettanti – Hoepli Editore, nona ed. 1925:
“Voi o lettori, non vi farete mai l’idea d’un dilettante al collodio perché potreste pensare molti eroismi e molte fissazioni di mente che il volgo prenderebbe per ostinate cocciutaggini, ma i sacrifizi, i lavori, le privazioni, le grandi virtù di soma, di cammello che si raccolsero in cotesto essere, che ormai è sparito dal martirologio umano, sono appena concepibili e appena narrabili. Noi lo nominiamo solo perché non sfuggano alla storia le benemerenze di questa classe di persone, che volle e fortissimamente volle e dimostrò a qual punto possa giungere il dilettantismo. Trasporto di bauli, di valigie, di tende d’accampamento, recipienti per l’acqua, un’infinità di boccette, veleni, treppiedi, scatole."

Vi vedo un po' il mio tavolo da lavoro:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


"Sembrava una spedizione per paesi inesplorati e con ciò un coraggio a tutta prova di sfidare la curiosa pubblicità dei monelli, dei villici, dei tranquilli quadrupedi delle vie di campagna che s’impaurivano al terribile apparato. E la vittima usciva dalla lotta con le mani macchiate dal nitrato d’argento, dall’acido pirogallico, con gli occhi rossi e stanchi per il lavoro nelle tende a laboratorio e per risultato aveva spesso una negativa… ironicamente negativa perché il fiasco era completo! Quanta abnegazione sconosciuta, quanto coraggio sventurato!"

Mi ci ritrovo, anche per le dita macchiate dal nitrato d'argento (e fossero solo le dita e non anche qualche volta camicia e pantaloni... ma non ditelo a mia moglie unsure.gif

"Eppure questa vecchia guardia è degna di ogni reverenza e pure a noi, giovani bersaglieri dell’oggi, fa impressione l’eroismo suo, e ci rendiamo conto del perché questi lodatori del tempo passato non si siano piegati ai nuovi processi… poiché è singolare, ma è umano, che la evoluzione urti nell’orgoglio di chi ha già fatto, e sembri a ciascuno men degno fare il più facile dopo aver superato il difficile. E così, nella turba dei nuovi fotografi troverete sempre un po’ a parte, con cipiglio dantesco o con bonomia manzoniana, colui che fu sacerdote del collodio e scosta e si tiene su dai novellini facilini e rimpiange i vecchi sistemi che provavano almeno l’ingegno, mentre oggi divengono marcelli nelle campagne e nelle città, tutti gli studenti che van fotografando”.

E' In queste ultime righe che trovo attualità e, nei fotografi al collodio che snobbano e non accettano le nuove lastre alla gelatina che tutto rendono più facile, ci vedo quei tanti che oggi snobbano il digitale esaltando le virtù della pellicola.
Niente di nuovo sotto il sole!
Un saluto
Enrico


Inviato da: enrico il Sep 10 2008, 10:45 PM

Dal Catalogo Emilio Resti Milano 1905:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Due appoggiatesta con prezzo di vendita. Credetemi, ne ho sentito il bisogno durante l'autoritratto che mi ha costratto ad una posa di un paio di interminabili minuti. Non è possibile altrimenti restare perfettamente immobili ed il risultato è una mancanza di definizione del volto.
Un saluto
Enrico

Inviato da: Ellas il Sep 14 2008, 09:03 PM

Salve a tutti e soprattutto al caro Enrico, vero viaggiatore nel tempo. Sono felice che la carrozza sia ripartita. Eh, avessi avuto io un maestro come te! Ma il mio rapporto con gli elementi chimici deve esere piuttosto problematico. Pensa che a Luglio mi ero procurato un po' di metanolo per pulirvi il sensore. Tappato e sigillato. A fine agosyo non ve n'era neppure una goccia. Boh? Misteri della chimica.

Vai avanti ché siamo tutti con te!

Walter

Inviato da: enrico il Sep 14 2008, 09:11 PM

Ciao Walter,
domani ricomincia la scuola, e fosse solo quella. Ho una lista nutrita di altri impegni. Ma il tempo per altri scatti lo trovo.
Ma si può parlare di scatti, visto che non uso l'otturatore? Dovrei dire: "il tempo di togliere e rimettere il tappo all'obiettivo"... laugh.gif
Grazie a tutti. E' anche per merito vostro che la carrozza prosegue. I miei cavalli non vanno avanti a biada, ma ad "entusiasmo", e voi li state foraggiando per bene!
E' bello sapere di essere in vostra compagnia in questo viaggio "alle origini della fotografia".
Enrico

Inviato da: Riccardo S. il Sep 17 2008, 09:06 AM

Complimenti per i progressi Enrico!

le nuove produzioni hanno raggiunto una definizione spettacolare, sei salito tantissimo con gli ISO dai primi 0,00000000...ecc!

Per quanto riguarda il titolo della conferenza concordo con chi suggeriva di mantenere quello di questo topic.

Un saluto.

R.


Inviato da: enrico il Sep 17 2008, 09:06 AM

Ciao Riccardo,
è un piacere risentirti.
Enrico

Inviato da: mauri998 il Oct 3 2008, 07:32 PM

Ciao! Beh direi i che la carrozza è ripartita alla grande, i cavalli non vedevano l'ora di muoversi wink.gif Gli ultimi risultati son a dir poco ottimi; Complimenti!!

A presto, Maurizio

Inviato da: enrico il Oct 3 2008, 07:39 PM

Ciao Maurizio,
ho tenuto una conferenza su qiesti lavori: "Ritorno alle origini: seguendo le orme dei pionieri" ad Avezzano la settimana scorsa, ed ha entusiasmato tutti. Per me, una bella soddisfazione.
La terrò sabato 11 prossimo a Pescara in occasione del Convegno FIAF Abruzzo 2008 al Museo delle Genti d'Abruzzo.
Chi è vicino e volesse venire, non può che farmi piacere.
Enrico

Inviato da: raffo1984 il Oct 30 2008, 01:19 PM

Ciao Enrico,
ho letto quasi tutte queste 25 pagine della tua discussione, e ho seguito tutti i progressi fatti. Volevo farti anche io, i miei più sinceri complimenti.

Hai fatto un ottimo lavoro.

Raffaele

Inviato da: enrico il Oct 30 2008, 01:50 PM

Ciao Raffaele e grazie.
Sono di nuovo indaffarato, però ho una bella notizia. Questo è il mio ultimo anno di insegnamento, visto che ho compiuto da qualche giorno 40 anni lavorativi e quindi a settembre sarò in pensione.
Allora avrò tutto il tempo per la fotografia e la carrozza galopperà per davvero! Ho già in mente le prossime tappe.
Un saluto a te ed a tutti gli amici che mi stanno seguendo pazientemente in questo viaggio nel tempo.
Enrico

Inviato da: emigrante il Dec 22 2008, 12:37 PM

Auguro buone feste al cocchiere ed agli stallieri tutti.

Ciao
Marco

Inviato da: enrico il Dec 22 2008, 02:01 PM

Grazie Marco!
Ricambio gli auguri e li giro a tutti.
Buon Natale e Buone Feste.
Enrico

Inviato da: Ellas il Dec 23 2008, 03:29 PM

QUOTE(enrico @ Dec 22 2008, 02:01 PM) *
Grazie Marco!
Ricambio gli auguri e li giro a tutti.
Buon Natale e Buone Feste.
Enrico


Felici Feste!

Inviato da: enrico il Dec 23 2008, 04:19 PM

Anche a te Ellas.
Enrico

Inviato da: lutzmail il Jan 9 2009, 11:44 AM

Anche io volevo provare. Dove si trovano però i nitrati di argento? Puoi scrivere una lista riassuntiva di cose minimali per realizzare lastra e fissaggio in cucina?? E' importante secondo me spiegare bene dove reperire la roba o come creare le soluzioni. Sbaglio o una volta alcune lastre erano fatte proprio sul vestro smerigliato e si guardavano controluce tipo diapositive?

Inviato da: enrico il Jan 9 2009, 11:59 AM

QUOTE(lutzmail @ Jan 9 2009, 11:44 AM) *
Anche io volevo provare. Dove si trovano però i nitrati di argento? Puoi scrivere una lista riassuntiva di cose minimali per realizzare lastra e fissaggio in cucina?? E' importante secondo me spiegare bene dove reperire la roba o come creare le soluzioni. Sbaglio o una volta alcune lastre erano fatte proprio sul vestro smerigliato e si guardavano controluce tipo diapositive?


Ciao Lutzmail
io mi rifornisco presso un negozio di prodotti chimici della mia città, presso cui si servono i laboratori di analisi. Puoi ordinare eventualmente anche su internet.
Ti allego un formulario. Le formule le ho tratte da diversi testi. Se conosci il francese, puoi trovare qualcosa su Gallica, il sito della biblioteca nazionale francese.
Le diapositive, a quel che so, si facevano su vetro trasparente. Il vetro smerigliato lo si usava per i negativi all'albumina perchè l'emulsione aderisse meglio. Ho usato anch'io il vetro smerigliato per qualche negativo all'albumina. per formule e procedimenti comunque li trovi disseminati in queste pagine, perchè ho sempre spiegato in dettaglio i procedimenti.
Buona giornata
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 17 2009, 09:00 AM

Cari amici,
abbiate pazienza. la carrozza è ferma, ma continuo ad oliarla ed a foraggiare i cavalli in attesa di avere di nuovo un po' di tempo libero da dedicarvi. Intanto ho trovato una "ricetta" per la gelatina.
Ho ancora da sperimentare molto con il collodio, ma nulla mi vieta, appena possibile, di fare con Maddox il grande balzo verso la gelatina. Eccovi in anteprima le pagine di uno dei più grandi manuali di chimica fotografica, quello del Namias.
Buona giornata
Enrico

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=216731 http://www1.nital.it/uploads/./ori/200902/gallery_499a6c2c8f666_namias1.jpg

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=216734 http://www1.nital.it/uploads/./ori/200902/gallery_499a6ddb3bab4_namias2.jpg

Inviato da: lutzmail il May 15 2009, 04:12 PM

Caro Enrico, con un po piu di tempo ho riletto tutta questa avventura, veramente affascinante e non vedo l'ora di avere anche io il tempo di tornare a sperimentare...
Presto mi iscriverò a un circolo fotografico e magari sarebbe cosa buona se trovassi qualche altro adepto..
A ottobre farò come istruttore CAI di alpinismo giovanile un corso base di fotografia a dei ragazzini, e non mi dispiacerebbe riuscire a far vedere loro la magia della fotografia facendo impressionare una lastra... anche solo negativa....
Rileggerò con attenzione e ripasserò un po di chimica... mannaggia.. è sempre il tempo che manca.

Inviato da: enrico il May 15 2009, 04:50 PM

QUOTE(lutzmail @ May 15 2009, 05:12 PM) *
Caro Enrico, con un po piu di tempo ho riletto tutta questa avventura, veramente affascinante e non vedo l'ora di avere anche io il tempo di tornare a sperimentare...
Presto mi iscriverò a un circolo fotografico e magari sarebbe cosa buona se trovassi qualche altro adepto..
A ottobre farò come istruttore CAI di alpinismo giovanile un corso base di fotografia a dei ragazzini, e non mi dispiacerebbe riuscire a far vedere loro la magia della fotografia facendo impressionare una lastra... anche solo negativa....
Rileggerò con attenzione e ripasserò un po di chimica... mannaggia.. è sempre il tempo che manca.


Ciao,
il tempo... a chi lo dici. Devo continuare questa avventura che ho interrotto per mancanza di tempo.
Un saluto
Enrico

Inviato da: danighost il Jun 21 2009, 09:37 AM

Piccolo passaggio per curare carrozza e cavalli.

Ciao Enrico, a presto.

Inviato da: maxfoto il Jun 26 2009, 12:51 PM

Davvero un esperimento molto interessante e affascinante allo stesso tempo. Complimenti.

Inviato da: enrico il Jun 26 2009, 01:01 PM

Dal primo di settembre sarò in pensione. Non mi mancherà allora il tempo per riprendere questo viaggio nel passato. Ancora un po' di pazienza e la carrozza ripartirà.
Enrico

Inviato da: malina il Jul 16 2009, 11:58 PM

Enrico, in attesa dei tuoi nuovi esperimenti aggiungo una piccola nota.
Sul web ho trovato questa notizia che mi ha fatto ripensare immediatamente alle tue ricerche ed al loro potenziale: Shaun Irving, un trentaquattrenne americano con la passione per la fotografia, si è inventato una... van-camera (alla faccia del grande formato!) ed, utlizzando un po' d'ingegno ed alcune delle tecniche che tu hai così accuratamente descritto, ha realizzato una serie di immagini con il suo fotofurgone: una piccola gallery si trova su http://twurl.nl/cllgv4, su youtube a http://twurl.nl/xmjb26 si può vedere Shaun in azione e, ovviamente, il Nostro ha un suo sito personale: http://www.cameratruck.net.
Buone vacanze!

Inviato da: enrico il Jul 17 2009, 07:55 AM

Ciao Malina e ben risentita.
Non conosco l'inglese, ma mi pare che il fotografo di cui parli abbia trasformato il suo furgone in una camera oscura e con questa fotografi, dall'interno, utilizzando una lente semplice e sensibilizzando le sue lastre. Bello.
Poi, i segni delle pennellate con cui è stesa l'emulsione, hanno un loro fascino particolare. La manualità una volta tanto ha il sopravvento sui processi industriali.
Il fascino di queste cose è che, mentre specie con il digitale, è come avere fra le mani una "scatola nera", ovvero un qualcosa che svolge un'azione di cui l'utilizzatore non conosce gli intimi meccanismi, tornando alle origini la "scatola" diventa trasparente e torniamo padroni di tutto il processo. Viviamo l'atto fotografico appieno, completamente. Ed anche se i risultati non sono quelli che la tecnologia ci consente, il loro valore non è da meno perchè più "vero" e pregnante.
Grazie della segnalazione e buone vacanze anche a te.
Enrico

Inviato da: Ellas il Sep 21 2009, 12:23 PM

Ciao Enrico e, spero che tu stia bene a dispetto di questo anno terribile per la tua terra.
Non ti ho dimenticato e, ogni tanto ripasso da qui per vedere come va a finire (o se ci sono "sviluppi") il tuo interessantissimo percorso che, tra l'altro, mi sono permesso di segnalare in uno o più forum che frequento.

Volevo porti una domansa, se permetti. Ammesso che io stampi una foto su di un lucido per proiezioni con la stampante laser, quelli che si usano in ufficio, ed ammettendo che lo stampi in negativo, sarebbe davvero impossibile, poi, stamparlo su un cartoncino opportunamente sensibilizzato? Chissà...

Ancora auguri per la agognata pensione.

Inviato da: enrico il Sep 21 2009, 12:49 PM

Ciao Ellas e grazie.
Per quanto riguarda la tua domanda, si può fare. L'ho fatto con la "xxx del melograno" a proposito della replica degli esperimenti di Niepce.
Da 21 giorni sono in pensione. Ancora non me ne sono accorto però. La mia figlia più piccola, Patrizia, ha superato brillantemente i test di medicina ed ora sono alle prese con l'iscrizione e la sistemazione dell'appartamento.
Certamente riprenderemo il cammino.
Un saluto
Enrico

Inviato da: enrico il Feb 25 2010, 05:56 PM

Cari amici,
oggi sono andato ancora più indietro nel tempo: all'epoca dei pittori vedutisti come Canaletto, che dipingevano i loro quadri facendo uso della camera chiara.
Ecco la mia che già conoscete:

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=379222 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201002/gallery_4b86a7ea1bfed_cameradifronte.jpg

Questo è lo schema:

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=379230 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201002/gallery_4b86aaa621a18_schema.jpg

Questo lo schizzo fatto per mezzo della camera:

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=379228 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201002/gallery_4b86aa97c73d4_camerachiaradisegno.jpg

E questo, dopo aver ribaltato e ricalcato lo schizzo, il dipinto all'acquerello. Anni luce dal Canaletto che vorrà perdonarmi rolleyes.gif

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=379229 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201002/gallery_4b86aaa0cf039_dachiaraacolori.jpg

Buona luce
Enrico

Inviato da: aledinoi il Mar 24 2010, 11:50 AM

Sono sicuramente banale e ripetitivo ma vorrei anche io ringraziarti per aver condiviso questa esperienza (experience?)

È assolutamente affascinante vedere ciò che stai facendo e soprattutto fare un paralelo con le attuali macchine fotografiche!

Grazie mille

Inviato da: danighost il Sep 20 2010, 07:22 PM

Questa me la ero persa.

Inviato da: enrico il Oct 3 2010, 01:09 PM

Cari amici,
stamattina ho costruito il famoso "velo" di Leon Battista Alberti. Inizialmente avevo pensato di costruirlo in legno ma poi l'ho realizzato in cartoncino poiché non intendo utilizzarlo che un paio di volte per motivi di ricerca storica. Ritengo infatti che per imparare a disegnare, non bisogna ricorrere a trucchi.
In ogni caso, questo tipo di strumento dimostra come prima dell'invenzione della Fotografia, gli artisti cercassero un qualche sistema che li aiutasse a riprodurre quanto più fedelmente possibile il reale. Una specie di "velo" è stato usato anche da Van Gogh. Poi, i pittori come il Canaletto, si sono aiutati con strumenti più "moderni" come la camera ottica.
Ma andiamo con ordine. Questo è il mio strumento. Il cartoncino, se provvisto di piegature, diviene sufficientemente rigido.

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=478276 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4ca86f88941fc_Senzatitolo1.jpg

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=478272 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4ca86f7442b02_Senzatitolo2.jpg

A breve vi mostrerò i risultati del suo uso.


Questa è una nota incisione di Albrecht Durer "Il disegnatore della donna coricata (Norimberga 1525) che mostra il meccanismo ed il suo uso:

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=478274 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4ca86f7e93aad_durer.jpg

Ancora, leonardo da Vinci (Codice atlantico, Milano Biblioteca Ambrosiana):

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=478273 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4ca86f798bf3f_leonardo.jpg

E questo è un disegno di Van Gogh che rappresenta lo strumento fattosi costruire da un falegname e che ha usato. Prima di farselo costruire dall'ebanista, ne aveva realizzato uno tendendo dei fili nella spalliera di una sedia.

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=478275 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4ca86f837b9d5_vangog.jpg

Ecco cosa scrive Van Gogh al fratello Theo in proposito:

«Se è vero che l'inverno passato ho speso meno in colori degli altri artisti, pure ho speso "di più" per fabbricare uno strumento per lo studio delle pro-porzioni e della prospettiva, la cui descrizione può trovarsi in un libro di Albrecht DUrer e che anche gli antichi pittori olandesi impiegavano. Questo strumento rende possibile il raffronto tra le propor­zioni degli oggetti vicini e di quelli situati su di un piano distante, in quei casi in cui non è possibile co­struire secondo le regole della prospettiva. E quan­do si cerca di fare "ad occhio soltanto" (a meno di non essere degli esperti ed anche molto bravi) il ri­sultato è sempre completamente errato. Non sono riuscito subito a costruire lo strumento, ma alfine ci sono riuscito, dopo molti sforzi, con l'aiuto del fale­gname e del fabbro. E dopo altri sforzi vedo la pos­sibilità di ottenere dei risultati ancora migliori».

Questi sono disegni alla camera ottica di Canaletto. Ciascuno è ottenuto ruotando di alcuni gradi la camera. I disegni venivano poi uniti e servivano come base per le vedute di cui Canaletto è maestro. Una specie di panoramica ante litteram.

Canaletto (1697-1768) Campo S. Giovanni e Paolo. Dal Quaderno, Venezia Gallerie dell'Accademia.

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=478278 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4ca870b404508_canaletto.jpg

Oggi molti pittori dipingono servendosi di fotografie. Sono un po' i moderni seguaci del Durer e di Canaletto :-)

Buona luce
Enrico

Inviato da: enrico il Oct 5 2010, 12:15 PM

Andando a ritroso sulle orme dei pionieri, non mi sono accorto di aver fatto un cammino di secoli, superando il '700, il '600, il '500!
Ed ecco il mio esperimento col "velo vitruviano".

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=479125 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4cab0673ad6f1_Senzatitolo1.jpg

La copia è stata davvero molto scomoda, a causa delle piccole dimensioni dello strumento. Ho dovuto traguardare da un forellino molto piccolo, per poter mettere a fuoco sia la caffettiera che la quadrettatura sull'acetato. Il risultato è un po' approssimato, come potete vedere. Può darsi che con uno strumento molto grande, la procedura sia più semplice e precisa. Ecco l'abbozzo:

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=479127 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4cab067a5aa34_Senzatitolo2.jpg

Ho completato il disegno a matita:

http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=479124 http://www1.nital.it/uploads/./ori/201010/gallery_4cab06687495a_senzatitolo3.jpg

Avrei ottenuto risultati migliori disegnando senza lo strumento biggrin.gif

In fin dei conti, il velo vitruviano è un po' un lontano precursore della macchina fotografica, ed il cui fine è quello di riportare meccanicamente su di un quadro il soggetto, superando l'imprecisione dell'occhio.
Buona luce
Enrico

Inviato da: Norfolk il Nov 28 2010, 11:14 AM

Come mai non riesco a visualizzare le imgs?

Aggiornamento:
ASSURDO!! Ho fatto due refresh e nulla.
Adesso posto e magicamente compaiono le immagini...

Inviato da: odissea61 il Jan 8 2011, 05:24 PM

QUOTE(enrico @ Jan 29 2007, 10:54 PM) *
Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico


Ciao Enrico,
sono nuovo nel forum ed un piccolo appassionato.Però proprio in questi giorni di scervellamenti(dovendo cambiare corpo ed obiettivi analogici) per orientarmi nel mondo digitale, Mi hai galvanizzato ed entusiasmato con le tue imprese, riaccendendo in me forti emozioni quando ormai mi sentivo un vecchio fuori dai giochi...
Grazie e non mollare, Ciao

Inviato da: Alì4ever il Jan 20 2011, 12:07 PM

ciao a tutti siamo delle ragazze di quinta liceo scientifico e stiamo cercando di riprodurre gli esperimenti di Talbot per un'area di progetto che porteremo all'esame. Abbiamo trovato delle difficoltà nel capire come fissava il negativo Talbot nei suoi primi esperimenti (sciadografia). Noi usiamo una soluzione di cloruro di sodio ma il nostro negativo dopo poco tempo torna bianco.
Abbiamo visto che Enrico ha effettuato questo tipo di esperimenti quindi abbiamo pensato che potesse esserci d'aiuto.
grazie.

Inviato da: Antonio Canetti il Jan 20 2011, 12:23 PM

in attesa che risponda Enrico, dopo una piccola ricerca, suppongo che bisogna fissare l'immagine con Iposolfito di sodio (banalissimo fissaggio) logicamente fatto al buio.


Antonio

Inviato da: Alì4ever il Jan 20 2011, 12:34 PM

QUOTE(Antonio Canetti @ Jan 20 2011, 12:23 PM) *
in attesa che risponda Enrico, dopo una piccola ricerca, suppongo che bisogna fissare l'immagine con Iposolfito di sodio (banalissimo fissaggio) logicamente fatto al buio.
Antonio


si abbiamo provato anche con quello ma con qualsiasi tempo di fissaggio il risultato è un foglio completamente bianco ( sembra che l'iposolfito faccia sparire il contrasto : a livello chimico è possibile che riesca a solubilizzare anche l'argento metallico?)
e comunque sappaimo se Talbot riusciva a fissare per lunghi periodi di tempo (non solo qualche giorno ma mesi)?
grazie =)

Inviato da: Zio Bob il Jan 29 2011, 08:55 PM

Bellissima questa dei pionieri. Complimenti e grazie. Me la sono letta d'un fiato.
Se qualcuno ha le capacità, voglia e tempo, suggerisco qualche esperimento con i dagherrotipi, che secondo me restano i più affascinanti: su metallo e positivi diretti.

Inviato da: enrico il Jun 7 2011, 05:14 PM

QUOTE(Zio Bob @ Jan 29 2011, 09:55 PM) *
Bellissima questa dei pionieri. Complimenti e grazie. Me la sono letta d'un fiato.
Se qualcuno ha le capacità, voglia e tempo, suggerisco qualche esperimento con i dagherrotipi, che secondo me restano i più affascinanti: su metallo e positivi diretti.


Attenti però ai vapori di mercurio... wink.gif
Un saluto

Inviato da: LorenzoI il Aug 30 2011, 12:55 PM

QUOTE(enrico @ Jun 7 2011, 06:14 PM) *
Attenti però ai vapori di mercurio... wink.gif
Un saluto


Enrico! sono quasi due anni che volevo commentare questo magnifico post,solo che avevo molte difficoltà nell'iscrivermi rolleyes.gif
Grazie a te mi sono appassionato alle tecniche fotografiche antiche,io ora studio chimica e per la maturità avrei intenzione di portare quest'argomento per la tesina: tecniche fotografiche antiche.
Ti vorrei fare i complimenti,questo iter attraverso la fotografia degli arbori è fantastico,dalla tua prima fotografia ai tuoi perfetti calotipi... grazie.gif
Per due anni mi sono cimentato nella costruzione di soffietti,prima in carta,poi in semipelle,ora ho intenzione di costruire una fotocamera a soffietto per eseguire qualche esperimento.
Continui a fare foto? grazie di tutto

Inviato da: Lutz! il Sep 13 2011, 02:05 PM


Sto disperatamente cercando il nitrato d'argento o l'acido nitrico qui in francia... (piuttosto il nitrato me lo faccio io!) Chimici per tentare l'esperimento di Talbot. Volevo iniziare con la carta salata in ripresa, non come stampa...

Ho trovato questo sito, che riassume molto bene tante tecniche e vende i prodotti. E' in francese, ma MERITA.
http://disactis.com/articles/articles.php

Inviato da: Lutz! il Dec 5 2011, 11:46 AM

Qualcuno ha mai provato a riprodurre le autocromie dei fratelli Lumiere?

Inviato da: IFelix68 il Jan 20 2012, 11:42 AM

Ho letto solo adesso, dall'inizio....ho avuto i brividi !!!

Enrico....grazie. smile.gif

Inviato da: Lutz! il Feb 8 2012, 03:30 PM

Tra un esperimento e l'altro... son passato alla grande formato... ho imparato a sviluppare in modo decente... oggi provo il colore..

Ho deciso... prima di farmi un anno o due di lavoro in camera oscura con sistemi moderni, e poi via via, provare quelli piu antichi.

In realtà solo due procedimenti voglio riprodurre perche mi affascinano veramente e secondo me son quelli chiave di tutta la storia della fotografia.

Prima di tutti, i negativi al collodio umido.

Secondi, stampa talbot carta salata e stampa all'albumina

Ho studiato a fondo gli altri procedimenti, e vi diroà, secondo me i procedimenti affascinanti son poi quelli che per praticità e economia hanno avuto piu successo.

Per dire, il procedimento al platino... mmm bello.... ma capisci leggendolo perche non abbia avuto questo successo...


Inviato da: 3dr il Mar 29 2012, 08:17 AM

QUOTE(enrico @ Oct 3 2010, 02:09 PM) *
Cari amici,
stamattina ho costruito il famoso "velo" di Leon Battista Alberti. Inizialmente avevo pensato di costruirlo in legno ma poi l'ho realizzato in cartoncino poiché non intendo utilizzarlo che un paio di volte per motivi di ricerca storica. Ritengo infatti che per imparare a disegnare, non bisogna ricorrere a trucchi.
In ogni caso, questo tipo di strumento dimostra come prima dell'invenzione della Fotografia, gli artisti cercassero un qualche sistema che li aiutasse a riprodurre quanto più fedelmente possibile il reale. Una specie di "velo" è stato usato anche da Van Gogh. Poi, i pittori come il Canaletto, si sono aiutati con strumenti più "moderni" come la camera ottica.
Ma andiamo con ordine. Questo è il mio strumento. Il cartoncino, se provvisto di piegature, diviene sufficientemente rigido.


Ciao Enrico, sono un architetto, ho lavorato per anni e continuo a lavorare con programmi di modellazione tridimensionale e renderizzazione che simulano le fotocamere reflex e da pochi mesi ne ho comprata una e sto cercando di imparare più cose possibili.
Solo oggi ho letto questa discussione e ne sono rimasto completamente affascinato.
In fotografia, come nel disegno, come nell'architettura, la conoscenza del passato è il passaggio più importante per affrontare il presente e il futuro.
Seguo con attenzione tutte le evoluzioni e ti faccio solo i complimenti!

Inviato da: enrico il Apr 21 2012, 06:54 AM

Grazie a tutti, amici, del passaggio.

Inviato da: Ellas il Jul 11 2012, 04:53 PM

QUOTE(enrico @ Apr 21 2012, 07:54 AM) *
Grazie a tutti, amici, del passaggio.

Tempo fa lessi tutto il "racconto". In questi giorni l'ho ripreso anche perché mi solletica molto tentare la gomma bicromata. Il potassio l'ho comprato su internet (e me lo mandano già diluito) La gomma la troverò senza difficoltà (spero) così cercherò di sentirmi pure io parte del gioco. seppur minima ed infinitesimale. Comunque vada sarà un bel gioco.
Il bicromato di potassio l'ho preso al 10% secondo la ricetta trovata qui sopra.Altrove avevo visto diluizioni tra il 5 ed il 13%. mo vediamo che esce.

Un saluto


Inviato da: Ellas il Jul 20 2012, 03:44 PM

QUOTE(Ellas @ Jul 11 2012, 05:53 PM) *
Tempo fa lessi tutto il "racconto". In questi giorni l'ho ripreso anche perché mi solletica molto tentare la gomma bicromata. Il potassio l'ho comprato su internet (e me lo mandano già diluito) La gomma la troverò senza difficoltà (spero) così cercherò di sentirmi pure io parte del gioco. seppur minima ed infinitesimale. Comunque vada sarà un bel gioco.
Il bicromato di potassio l'ho preso al 10% secondo la ricetta trovata qui sopra.Altrove avevo visto diluizioni tra il 5 ed il 13%. mo vediamo che esce.

Un saluto

Tra alti e bassi procedo. Ho già tirato alcune stampe. Procedo per prove ed errori.
Il più pacchiano che ho commesso è che "caricavo" le lastre alla luce. Ora lo faccio al buio.
Altro errore è il dosaggio del pigmento: mai troppo, ho capito che poco è meglio.
Errore numero 3: devo tarare meglio il bicromato. Ce l'ho al 10% ma credo che in rapporto 1 a 1 con la colla sia poco.
Errore numero 4: in pieno sole 3 minuti possono non essere sufficienti; 5 sono meglio. Ma non è una risposta devinitiva.
Errore numero 5: mai avere fretta. La carta nello sviluppo (ossia nell'acqua tiepida) va lasciata a lungo anche diverse ore.
Errore numero 5 e 1/2 evitare il pennello in acqua per facilitare la rimozione del colore e della gomma

Ho effettuato anche una variante. Ho cosparso due fogli con la gomma per intero. Poi ho lasciato asciugare il foglio poi l'ho sensibilizzato secondo la ricetta.

ciao

Inviato da: vinci62 il Oct 11 2012, 11:08 AM

QUOTE(enrico @ Jan 29 2007, 11:54 PM) *
Cari amici,
la parte ottica non mi crea problemi. Devo lavorare sulla parte chimica. La procedura è quella di bagnare la carta con una soluzione di sale da cucina (cloruro di sodio). Una volta asciutta, passo col pennello una soluzione di nitrato d'argento. Ciò crea dei fini precipitati di cloruro d'argento insolubile fra le fibre della carta (e nitrato di sodio solubile).
Mi propongo alcuni obiettivi:
a - produrre una distribuzione del cloruro d'argento il più uniforme possibile perché non si formino chiazze di diversa densità e macchie.
Mediante delle prove, vedrò se è meglio immergere totalmente la carta nella soluzione di cloruro di sodio (come ho fatto fin'ora) o passare anche questa col pennello (usando naturalmente un pennello diverso per ogni soluzione).
b - Vedere quali sono le concentrazioni più adatte e in che rapporto debbono stare. Talbot scoprì che la carta diventava più sensibile se si utilizzava una soluzione debole di sale da cucina ed una forte di nitrato d'argento. Si tratta di indicazioni qualitative (debole quanto? forte quanto?) da stabilire quantitativamente mediante delle prove. Se la concentrazione del sale da cucina invece prevale, la carta perde sensibilità; Talbot infatti usava agli inizi come stabilizzatore (non si può parlare di fissaggio perchè così non si eliminava il cloruro non colpito dalla luce), una soluzione forte di sale da cucina dopo l'esposizione.
In queste prove, ripeto i suoi primi procedimenti: praticamente sto usando una carta ad "annerimento diretto". Fu Talbot infatti a scoprire in seguito l'immagine latente ed a svilupparla con l'acido gallico. Non so se tale acido si trovi ancora oggi. Allora si estraeva dalle galle e dalla pianta di sommacco. Ho chiesto ad un amico farmacista di vedere se si trova.
Pare che Talbot abbia saputo delle proprietà dell'acido gallico da una comunicazione di un certo reverendo Reade la cui storia è gustosa. Reade stava ripetendo gli esperimenti di Wedgwood col nitrato d'argento per i quali questi utilizzava il cuoio perchè risultava più sensibile della carta. Così Reade utilizzò un paio di guanti di capretto che la moglie gentilmente gli diede. Ma alla seconda richiesta la signora giustamente si rifiutò. Pensando che la maggior sensibilità della pelle rispetto alla carta dipendesse dalle sostanze usate per la concia, pensò bene di "conciare" la carta. Allora per la concia si usava l'acido gallico...
Vedrò anche se, asportando mediante lavaggio il nitrato di sodio solubile, aumenta la sensibilità.
In effetti il primo (e molto prima di Talbot) a fissare l'immagine di una camera oscura, fu Niepce che però abbandonò l'impresa, sia perchè non riuscì a renderla stabile, sia perchè i toni risultavano invertiti e si dedicò a trovare una sostanza che alla luce non annerisse ma imbianchisse.
Più avanti, ho pensato di preparare della carta all'albumina.
Sono convinto che un conto è studiare la storia della fotografia, un conto è riviverla. Le emozioni che ciò mi procura, valgono bene tutta la fatica ed il tempo che ciò richiede.
Per evitare che la carta raggrinzi, ho preparato un supporto di compensato sul quale stenderla.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico


Sono veramente affascinato dal lavoro svolto da Enrico. A parte il progetto meccanico e ottico, pur sempre importanti, quello che mi colpisce è la voglia di successo (nel senso più umile che si possa immaginare) nel replicare il negativo sfruttando le conoscenze di chimica.
Tutto quanto hai mostrato è molto istruttivo e mi congratulo con te per i risultati che hai ottenuto. Come ha già detto qualcuno, vedere i tuoi risultati, utilizzando i negativi mostrati, mi fa pensare a come era difficile scrivere con la luce e quante difficoltà si dovevano superare.
Oggi siamo circondati da una tecnologia che corre e cambia velocemente e dimentichiamo i pionieri della fotografia, quelli che per ottenere una foto
dovevano "sudare". Il semplice click, l'automatismo e il PP non erano neanche presenti nei loro sogni.
Ottimo lavoro Enrico, continua così.
Un caro saluto,
Vincenzo


Inviato da: enrico il Nov 28 2012, 09:46 PM

Grazie ancora per il vostro passaggio amici.
Ieri ho provato a fare due foto con una scatola ed un foro stenopeico del diametro di mezzo millimetro ricavato su di un pezzo di lattina. Ho utilizzato una scatola di cartone autocostruita e vi ho inserito un mezzo foglio 13 x 18 di carta da stampa Ilford (sensibilità 500 ISO). Ho esposto per un minuto, dopo aver misurato l'esposizione con una digitale diaframmata ad f/8 e con sensibilità regolata sui 500 ISO. Mi è stato facile passare alla apertura della mia scatola (f/140) più chiusa di circa 9 stop. Nelle immagini, la scatola stenopeica e le due immagini.
Un saluto
Enrico






 

Inviato da: Ellas il Jan 10 2013, 04:57 PM

QUOTE(enrico @ Nov 28 2012, 09:46 PM) *
Un saluto
Enrico


Chiedo scusa se mi inserisco in maniera poco ortodossa. Avrei una domanda da fare. Ho visto che, soprattutto nelle tecniche fotografiche a contatto, la misurazione della luce è un elemento centrale per determinare il tempo di esposizione. Quello che vorrei chiedere è se la radiazione UV, che credo sia quella responsabile dell'annerimento degli elementi sensibili, varia col variare delle stagioni. Una bella e soleggiata giornata di gennaio è equivalente ad una assolata e calda giornata di luglio?
Ho intrapreso la sperimentazione della stampa alla gomma biscromata ma, con l'inverno, ho appeso le lastre al chiodo. Ora vedo che ci sono spesso delle belle giornatee vorrei osare. D'estate i negativi a contatto stavano esposti 5 minuti ma ora sarebbe del tutto inutile?
Spero di essere stato chiaro e confido in una risposta.
Grazie.

Inviato da: Lutz! il Feb 18 2013, 04:56 PM

QUOTE(Ellas @ Jan 10 2013, 04:57 PM) *
Chiedo scusa se mi inserisco in maniera poco ortodossa. Avrei una domanda da fare. Ho visto che, soprattutto nelle tecniche fotografiche a contatto, la misurazione della luce è un elemento centrale per determinare il tempo di esposizione. Quello che vorrei chiedere è se la radiazione UV, che credo sia quella responsabile dell'annerimento degli


Sicuramente cambia, specialmente la radiazione UV, cosi a naso, direi che il sole, essendo piu alto nel cielo (zenith) attraveresa minori strati di atmosfera, che filtrano meno raggi UV. Comunque non sono tanto gli UV che impressioanano gli elementi, quanto la luce visibile vicina all'ultravioletto. Non dimenticare che il vetro delle lenti e' un ottimo filtro per i raggi UV, e per fare obiettivi che facciano passare gli uv... occorrono lenti al quarzo!



Volevo solo informarvi che dopo attenta ricerca, ho trovato il BITUME DI GIUDEA, o asfalto siriano. Viene venduto su ebay (wow!) e nei negozi molto specializzati di colori per decupage. Costa uno sproposito, ma cio che costa ancora di piu e' l'olio di lavanda, che ho trovato in profumeria e farmacie francesi alla modica cifra di 15 euro per 8 ml !



Inviato da: andrea 1973 il Feb 18 2013, 10:58 PM

COMPLIMENTI PER LA REALIZZAZIONE DI TALE MACCHINA UNA BELLA COSA

Inviato da: Lutz! il Mar 20 2013, 05:06 PM

Ti manca solo di giocare con magnesio e alluminio e fare .... il FLASH! Visto che i pionieri della fotografia, non solo erano ottimi chimici per ottenere l'emulsione, ma anche per fare luce...


Inviato da: enrico il Apr 1 2013, 12:21 PM

Ho fabbricato una macchina stenopeica in legno compensato, più accurata di quella in cartone. Stamattina ho scattato due foto: una dal vecchio balcone sede dei miei primi esperimenti, quello da cui si vede il muretto di confine ed il melo. Quindi me ne sono andato fuori città con la macchina caricata con un solo foglio di carta sensibile e quindi con la possibilità di fare una sola foto (altro che gli scatti a raffica delle digitali). Ho sistemato la macchina sul cavalletto ed ho esposto per un minuto e mezzo (accorciando il tempo iniziale di 2 minuti consigliatomi dall'esposimetro, visto che nel frattempo la luce era aumentata di intensità.
Quindi a casa ad allestira la camera oscura curioso di vedere il risultato (attesa emozionante che si è persa anch'essa con il digitale).
Buona Pasquetta
Enrico

QUOTE(Lutz! @ Mar 20 2013, 05:06 PM) *
Ti manca solo di giocare con magnesio e alluminio e fare .... il FLASH! Visto che i pionieri della fotografia, non solo erano ottimi chimici per ottenere l'emulsione, ma anche per fare luce...


Ai tempi dei lampi al magnesio, questo veniva reclamizzato con il motto: "Il sole in tasca" smile.gif






 

Inviato da: camillobis il Nov 23 2013, 10:07 AM

QUOTE(enrico @ Apr 1 2013, 12:21 PM) *
Quindi a casa ad allestira la camera oscura curioso di vedere il risultato (attesa emozionante che si è persa anch'essa con il digitale).


Anch'io sarei curioso di continuare a seguire questo appassionante "ritorno al futuro"...

La cosa più bella è che non hai parlato solo dei risultati positivi, ma anche dei fallimenti, e questo ha reso ancor più vivibile da parte nostra la tua esperienza...

complimenti ancora. guru.gif

Inviato da: baturlo il Jan 6 2014, 06:59 PM

Non è molto che mi sono registrato su questo forum ma, è da diversi anni che mi diletto con la fotografia. Ho scoperto e letto tutto d'un fiato questo thread che mi ha riportato agli anni in cui, con un amico oggi scomparso, cercavamo di ottenere stampe alla gomma bicromata; mi ricordo anche le enormi difficoltà nel procedere, dato la scarsa disponibilità di tempo e conoscenze. Di questo tuo "viaggio" nel tempo, caro Enrico, posso solo dirti che mi ha lasciato basito!!

Impressionante la tua escalation di risultati e tenacia, ti ammiro profondamente.

Stefano.

Inviato da: giosavaring il Jan 6 2014, 07:30 PM

QUOTE(enrico @ Apr 1 2013, 12:21 PM) *
Ho fabbricato una macchina stenopeica in legno compensato, più accurata di quella in cartone. Stamattina ho scattato due foto: una dal vecchio balcone sede dei miei primi esperimenti, quello da cui si vede il muretto di confine ed il melo. Quindi me ne sono andato fuori città con la macchina caricata con un solo foglio di carta sensibile e quindi con la possibilità di fare una sola foto (altro che gli scatti a raffica delle digitali). Ho sistemato la macchina sul cavalletto ed ho esposto per un minuto e mezzo (accorciando il tempo iniziale di 2 minuti consigliatomi dall'esposimetro, visto che nel frattempo la luce era aumentata di intensità.
Quindi a casa ad allestira la camera oscura curioso di vedere il risultato (attesa emozionante che si è persa anch'essa con il digitale).
Buona Pasquetta
Enrico
Ai tempi dei lampi al magnesio, questo veniva reclamizzato con il motto: "Il sole in tasca" smile.gif

Assolutamente grande Enrico, sono commosso. Stai reinventando la fotografia, hai solo un vantaggio sui nostri progenitori, tu sai già come è andata a finire, ma questo tuo andare alla cieca partendo da zero come se non sapessi che alla fine la cosa ha funzionato, realmente sta riproducendo quegli eventi e non diminuisce la nostra curiosità per l'esito finale. Sarebbe bello filmare gli esperimenti e dagli spezzoni tirare fuori un cortometraggio dal titolo "come è nata davvero la fotografia" ma è bello anche il tuo racconto. Sono un D_ottocentista e la tecnologia mi affascina ma .... anche questa è tecnologia, anzi siamo alle vette della tecnologia ... solo con un salto all'indietro. Meriti l'Oscar del forum, spero che lo staff possa inventarsi qualcosa per dare il giusto risalto alla tua opera. Grazie grande Enrico - giovanni

Inviato da: theinfiltrated il Jan 8 2014, 11:45 AM

Ok, credo sia francamente i miglior thread del forum.

Enrico, la passione che hai messo nella tua ricerca è un potente sprone per tutti noi.
Leggere quello che è praticamente una pubblicazione tecnica sulla fotografia antica/sperimentale credo basti e avanzi a "decostruire" tutte le fesserie del marketing moderno.

Ma più che questo, hai fatto qualcosa di molto importante: hai fatto ciò che ti piaceva fare.
Trovare la felicità senza aggrapparsi a scorciatoie, ma bensì facendo ESATTAMENTE ciò che si desidera fare è qualcosa di potente, al massimo grado.
Quanto hai scritto trasuda di gioia nello sporcarti con i chimici, nelle frementi ore di attesa, nella crescita personale a prescindere dal risultato, solamente perché si è fatto.

Soltanto, complimenti.

Inviato da: emanuele nikon il Feb 23 2014, 12:27 AM

Magnifico !!! Pollice.gif Pollice.gif

Ciao complimenti per il lavoro ; ho letto tutto di un fiato.
Spero ci sia ancora posto in carrozza.

Emanuele

Inviato da: gicassa il Jan 3 2021, 09:59 PM

Ho cominciato a fotografare a 14 anni e da subito, per risparmiare, ho cominciato a caricarmi i rollini dalle pizze di pellicola Ilford e sviluppare i miei negativi poi stampare. Era impegnativo e spesso deludente ma appassionante. Oltre agli errori di ripresa c'erano quelli legati allo sviluppo del negativo, alla stampa, asciugatura, lucidatura...e si stava ore e ore al buio in camera oscura. A parlarne sembra siano passati secoli, secoli no, ma mezzo secoli sì... molto bello quello che stai facendo. Cerc
a sul FB Sergio Lagrasta che è un cultore delle vecchie tecniche di riproduzione.


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