Ciao a tutti
C'è qualcuno che chiama le moderne macchine fotografiche con il termine DIGIREFLEX.
E' un termine, a mio parere, proprio brutto, anzi bruttissimo (per non dire peggio).
Ma dai, chiamiamola semplicemente.. REFLEX !
Il principio di funzionamento è assolutamente identico alle vecchie macchine, tranne che al posto della pellicola c'è il sensore, quindi...
E se proprio serve (quando serve), basta aggiungere la parola ANALOGICA oppure DIGITALE.
P.s. Un lettore della rivista FOTOGRAFARE sembra che sia del mio stesso parere
C'è qualcuno che chiama le moderne macchine fotografiche con il termine DIGIREFLEX.
E' un termine, a mio parere, proprio brutto, anzi bruttissimo (per non dire peggio).
Ma dai, chiamiamola semplicemente.. REFLEX !
Il principio di funzionamento è assolutamente identico alle vecchie macchine, tranne che al posto della pellicola c'è il sensore, quindi...
E se proprio serve (quando serve), basta aggiungere la parola ANALOGICA oppure DIGITALE.
P.s. Un lettore della rivista FOTOGRAFARE sembra che sia del mio stesso parere
Visto che non si tratta di domanda tecnica, sposto la discussione al bar
ciao
Attilio
ciao
Attilio
digireflex.... pellireflex..... mamma che brutto
Comunque è una contrazione di reflex digitale.
contrazione per contrazione, suggerirei: DIGIFLEX, simetterebbe d'accordo passato (quando molte fotocamere d'epoca avevano come desidenza "flex") e presente che non abbiamo tanta "voglia" di digitare tanti tasti sulla tastiera di turno
Antonio
bhe l apellicola sicuramente è analogica e non digitale, hai visto rullini con le batterie dentro ???
Non è proprio così, digitale significa che ha un sensore con un numero limitato di punti che possono raccogliere un numero discreto di livelli di luminosità, queste vengono memorizzate con una codifica binaria, e per risultare fruibili ad un utente umano hanno necessità di dispositivi (manitor o stampanti) che ritraducano le immagini in un formato compatibile con l'occhio umano (che per sua natura non funziona in digitale).
Un supporto analogico invece è un supporto che memorizza le informazioni senza convertirle in formato numerico, infatti la pellicola è composta da un'amalgama di particelle fotosensibili che cambiano il loro stato a seconda della quantità di luce che le colpisce, non in maniera discreta (ovvero con un numero di livelli finito) ma senza soluzione di continuità.
Al''atto pratico il digitale non rappresenta un limite in quanto l'occhio umano non è in grado di rilevare infiniti livelli di luce e/o infiniti colori, quindi un buon sensore digitale raccoglie informazioni più che necessarie per appagare la vista di chi le guarda.
Io, invece, non capisco il perche' venga chiamata "analogica" la reflex che usa la pellicola al posto del sensore digitale : di "analogico" cosa c'e'?
...infatti. La F6 registra anche gli EXIF su CF!
Semmai dovrebbe chiamarsi digitale il supporto dell'immagine. Tipo FILM DIGITALE, DFILM, DIGIFILM oppure DILM (quest'ultimo meno bello )
Personalmente preferisco la dizione SLR / DSLR.
f
...
Un supporto analogico invece è un supporto che memorizza le informazioni senza convertirle in formato numerico, infatti la pellicola è composta da un'amalgama di particelle fotosensibili che cambiano il loro stato a seconda della quantità di luce che le colpisce, non in maniera discreta (ovvero con un numero di livelli finito) ma senza soluzione di continuità.
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Un supporto analogico invece è un supporto che memorizza le informazioni senza convertirle in formato numerico, infatti la pellicola è composta da un'amalgama di particelle fotosensibili che cambiano il loro stato a seconda della quantità di luce che le colpisce, non in maniera discreta (ovvero con un numero di livelli finito) ma senza soluzione di continuità.
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Non è perfettamente esatto.
Innanzitutto anche la pellicola ha una sua risoluzione data dalla grandezza dei cristalli (grani) fotosensibili che, seppur microscopici e differentemente diffusi, hanno una loro grandezza (variabile a seconda della sensibilità) e sono paragonabili ai singoli pixel di un sensore digitale.
Poi i livelli di luce "registrabili" dai singoli cristalli non sono infiniti, neanche teoricamente perchè è la stessa luce ad essere discreta. Nella sua duplice natura di onda e particella, il fotone rappresenta la quantizzazione minima e non può esistere ad esempio mezzo fotone.
Anche se tutto ciò ha senso solo facendo i cavillosi in una discussione di fisica più che di fotografia, ciò che chiamiamo "analogico" è in fin dei conti, se non digitale, sicuramente discreto.
f
A me personalmente il termine "digireflex" non dà assolutamente alcun fastidio, ormai è universalmente capito ed accettato. Ciao e buona luce.
Primo.
P.S. UN lettore di "Fotografare" è d'accordo con te, non ti sembra poco?
Primo.
P.S. UN lettore di "Fotografare" è d'accordo con te, non ti sembra poco?
Anche se tutto ciò ha senso solo facendo i cavillosi in una discussione di fisica più che di fotografia, ciò che chiamiamo "analogico" è in fin dei conti, se non digitale, sicuramente discreto.
f
f
La mia considerazione, non era per fare il cavilloso; ma avendo un trascorso da elettronico, il termine analogico lo vedo appropriato ad un segnale elettrico ed al modo con cui viene processato.
La mia "amata" K1000 di analogico, ed elettronico, aveva l'indicatore dell'esposimetro, tutto il resto era dominio della meccanica e/o della chimica.
IMHO.
L.
La mia considerazione, non era per fare il cavilloso; ma avendo un trascorso da elettronico, il termine analogico lo vedo appropriato ad un segnale elettrico ed al modo con cui viene processato.
La mia "amata" K1000 di analogico, ed elettronico, aveva l'indicatore dell'esposimetro, tutto il resto era dominio della meccanica e/o della chimica.
IMHO.
L.
La mia "amata" K1000 di analogico, ed elettronico, aveva l'indicatore dell'esposimetro, tutto il resto era dominio della meccanica e/o della chimica.
IMHO.
L.
No, il "cavilloso" era riferito al mio intervento. Nel senso che in riferimento alla fotografia trova il tempo che trova*
f
*cioè se è bello resta bello e se piove resta piove