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Nel Mio Zaino
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Max Lucotti
Messaggio: #1
Il mio zaino non è solo carico di materiali: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male R. Casarotto

Dopo una giornata di lavoro, approfittando di una finestra di previsioni del tempo buone ,in tutta fretta mi sono organizzato per realizzare un mio piccolo sogno che avevo in mente da un pò.
Caricato quindi zaino e macchina fotografica mi sono messo in auto alla volta delle Alpi Marittime, che ho raggiunto quando già buio nel punto in cui mi ero prefissato e che già conoscevo, località Gias della casa in Val Gesso.
Era una notte di luna piena , serena e tranquilla, la temperatura alla partenza, 1700 mt circa, di 7°C e con una leggera bava di vento. Ero solo, la montagna di fronte a me illuminata dalla luce lunare, lo zaino in spalla e la macchina fotografica nella borsa legata agli spallacci.

Scrivo su un biglietto che lascio sul cruscotto in macchina le destinazioni con le date di rientro programmate, faccio un profondo sospiro come per farmi coraggio e mi metto in marcia, l’avventura può iniziare.
Lo zaino è pesante, ma la mia previsione di dormire per due notti nel bivacco mi ha costretto a portare molte cose necessarie, meno male che l’attrezzatura fotografica ha un peso tutto sommato contenuto.
Niente giacca a vento addosso, nonostante la leggera brezza meglio stare poco coperti tanto fra un pò mi scaldo per la salita, e infatti dopo un pò inizio a sudare.
Più salgo e più sento di stare per staccarmi dal mondo civilizzato, l’unico mio collegamento con questo è l’auto che ho abbandonato. Il telefono non prende, lo sapevo, però lo uso come GPS cartografico (ne ho anche un altro acceso, non si sà mai) in modo da avere dietro tutti gli strumenti per non perdermi anche se la mia cartina è comunque sempre presente.
Man mano che salgo la fatica si fà sentire causa il peso, ma la mente inizia a essere libera. Nei forti contrasti della montagna illuminata dalla dura luce lunare si scorgono figure immaginarie, sul crinale mi sembra di vedere un gigante che mi osserva e oggetti vari si formano improvvisi lungo il sentiero. Ma cerco di prestare la massima attenzione a dove metto i piedi, sono solo e non posso permettermi incidenti di qualunque tipo quindi è vietato sbagliare.
Il panorama salendo diventa magico, mi fermo e metto giù il trepiede. La montagna mi ha riconquistato di nuovo, è mezzanotte e mi sento uno spirito libero nel mondo circostante.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Nel silenzio i miei passi, a volte un rumore di qualche animale nascosto mi ricorda che non sono solo. Perchè mi domando sono qui, che cosa stò cercando?
Voglio riempire il rullino (Memory card..) di foto oppure cerco qualcosa di altro? Mi guardo dentro e mi rendo conto che stò cercando me stesso, le mie paure e le mie angosce, il mio spirito libero. Ogni tanto ho bisogno di ritrovarmi, di andare nella direzione che voglio io nel sentiero faticoso della vita e quindi eccomi qui, si devo essere qui per questo. Voglio sapere se avrò paura della solitudine o se la natura mi terrà compagnia, se me la saprò cavare anche questa volta, insomma voglio confrontarmi con l’avversario più difficile, me stesso e le mie ansie.
Accendo la torcia da testa, il crinale è in ombra dalla luce lunare e non si vede dove si mettono i piedi.
Di fronte le cime dell’Argentera innevate sono uno spettacolo, mi viene in mente quando lì vicino al lago di Nasta ho fatto il bagno a 2700 mt, era estate ma l’acqua non era propriamente calda.
Ma quando arriva il bivacco,mi chiedo, di notte tutto sembra più lento e mi devo fermare per riprendere fiato..la temperatura è scesa, mi metto il berretto, il coprigola e i guanti. La luna è bellissima, le cime più vicine e si sente il rumore di un torrente.
Un minuto e via, fermarsi vuol dire prendere freddo sopratutto da sudati. Camminare della notte in un posto così solitario è una esperienza unica, spengo la luce per assaporarne meglio le forti sensazioni.
Finalmente il crinale, il bivacco dovrebbe essere vicino... sarà aperto, sarò solo? Domande un pò inutili alle 01,30 a 2450 mt... fra poco lo scoprirò.

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Se il Paradiso esiste, benvenuto in Paradiso Max.
Il piccolo bivacco Rosso metallico sulla terrazza che dà sulla valle, intorno i monti con le cime innevate, la luna che illumina a giorno. Nonostante non sia caldo, un senso di casa mi pervade, apro le pesanti maniglie e mi infilo nella mia abitazione provvisoria. Ci sono delle brande con dei piccoli materassi, qualche coperta e un tavolino con intorno panche e sgabelli. Molto accogliente, di più non si può proprio pretendere e poi.. che panorama sublime!
Poso lo zaino e mi metto a fare qualche fotografia, e dopo una tisana calda finalmente alle 3 stendo il sacco a pelo e mi infilo in branda. Nel silenzio della notte si sentono tanti rumori, è difficile addormentarsi perchè mi manca l’abitudine ma finalmente cedo.
Verso il mattino l’aria si rinfresca molto, e il sacco pelo non basta, ci vuole anche una coperta sopra. Alle 6 suona la sveglia.. purtroppo se voglio vedere l’alba devo sopportarla e il lago dove voglio andare richiede una piccola camminata mattutina..
Dormirei ancora, ma salto giù dalla branda, oltre alle due felpe con cui ho dormito metto la giacca e vento, capello, guanti e coprigola. E luce da testa, oltre all’attrezzatura foto. Aprire la porta del rifugio e ritrovarsi davanti la meraviglia della natura è una sensazione bellissima, si rinizia a camminare ma più leggeri adesso. E’ ancora notte sulle selvagge Alpi Marittime.

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Il colore del cielo inizia a tendere al blu, e laggiù in fondo la luce sembra più chiara. Inizia il crepuscolo, qualche nuvola leggera nel cielo, la visibilità è buona e si annuncia una bella alba sul lago di Fremamorta.
Camminando nella vecchia mulattiera militare che i nostri alpini hanno costruito agli inizi del secolo scorso (dal 1930) per poter fortificare il “Vallo Alpino Italiano”, incontro una costruzione che doveva essere una caserma per i soldati in pietre a secco e cemento dall’aspetto tenebroso e decadente.

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Inizia a cambiare tonalità il cielo, dal magenta al viola e mi affretto per trovare la collocazione migliore per fare qualche scatto sul lago.

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Mi stupisco sempre della bellezza dei colori e dei contrasti durante questi istanti, le emozioni mi pervadono l’anima e il mio spirito è alto.


La fotografia è una scusa per alzarmi presto e fare certe sfacchinate ma il vero motivo è che ne ho bisogno io di emozionarmi e scaldarmi il cuore e la natura a volte ti sà regalare spettacoli unici e irripetibili ogni volta diversi.
Faccio fatica a pensare di andare in montagna senza macchina fotografica, faccio fatica a fare fotografia senza andare in montagna.

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Dopo aver assistito alla messa in scena dell’aurora, con i colori che dal viola sono passati all’arancione e al giallo, finalmente qualche raggio di sole inizia a scaldarmi.
Mi sposto al lago vicino in tempo per fare l’ultimo scatto, trovo un vecchio albero adagiato sul calmo specchio che le intemperie e l’acqua hanno quasi pietrificato e reso bianco.

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E’ ora di fare una bella colazione, ritorno al bivacco e un memorabile tè caldo seduto davanti alla porta ad ammirare il paesaggio mi aspetta. Credo che non lo dimenticherò facilmente.
Mentre ritorno incontro un Capriolo che tornava dal lago dove si deve essere abbeverato, ci osserviamo per un pò a breve distanza fino a che ognuno riprende la sua strada. Nessuna foto, ho preferito godermi l’incontro e farlo intimamente mio.
La stanchezza si fà sentire, e dopo un bel pisolino ristoratore e aver ripulito il bivacco rimetto lo zaino in spalla direzione Passo Fremamorta, e poi oltre passando il confine i laghi di Fremamorta Francesi.
Troppo peso mi porto dietro per fare il giro ad anello ben più lungo ed impegnativo che avevo ipotizzato.
Superato il passo e sceso ai laghi è già ora di pranzo, mi godo la bellezza della valle con molti specchi contornati dai larici gialli. Non c’è pianta più bella di un larice in autunno.
Il mio obiettivo fotografico è il tramonto dal passo, quindi ritorno lì per la vista che si gode su entrambi i fronti e per la favorevole esposizione ad occidente.
Il passo di Fremamorta, sormontato dalla cima di Fremamorta, era un punto di difesa del vallo alpino. Si trova ancora un bunker e una fortificazione ancora solida ridossata alla roccia dove le truppe abitavano, ci sono le brande in ferro abbandonate ed è visitabile. Non deve essere stato facile vivere di inverno qui, i nostri padri e nonni hanno sofferto per regalarci dignità e libertà e questi monumenti decadenti lo ricordano. Immagino gli alpini del battaglione di Valdieri che si muovono, i muli che salgono, gli ordini che fioccano. E le armi che crepitano, ma forse qui non hanno sparato in quanto non è stato un vero fronte di guerra. I drammi delle grosse battaglie si sono consumati altrove.
Oramai mi sento parte del territorio, sono solo e in pace con me stesso e il mondo. Un ottimo momento per aspettare di vedere cosa ci regalerà il cielo questa sera.

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Mi muovo sul crinale, cercando le inquadrature più interessanti.

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Guradando verso la pianura Francese le nuvole formano un letto sotto le montagne, verso l’Italia no ma chissà... forse domani?

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Mentre cala il sole il cielo diventa sempre più rosso, il paesaggio grazie alla luce diventa emozionante e mi viene da pensare che quei poveri soldati almeno avranno goduto di questo spettacolo mentre erano obbligati a presidiare la fortificazione. C’è un pò di brezza, e a 2700 mt in ottobre facilmente diventa piuttosto freddina. Presto questo posto sarà ricoperto di neve fino a Giugno.

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E anche questo incredibile momento è terminato, avevo una mezza intenzione di dormire arrangiandomi dentro la fortificazione poi ho optato per il ritorno al bivacco, più confortevole e meglio posizionato per una eventuale arrivo delle nuvole basse in valle all’alba.
Mentre scendo la luna fà capolino tra le cime, degli occhi tra le ombre mi osservano, potrebbero essere Camosci. La magia di questi posti continua...

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Al Bivacco non trovo nessuno al mio arrivo,come nessuno incontrerò, ho finito l’acqua e ho potuto recuperare solo quella dentro i laghi, ma non mi sono fidato a berla. La farò bollire per sterilizzarla, intanto una bella pasta e fagioli calda è quello che ci vuole per festeggiare degnamente la fine delle mie fatiche giornaliere. Domani si ritorna a casa, mi godo l’ultima notte al caldo del sacco a pelo leggendo un libro e sorseggiando una tisana calda.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La sveglia è dolce, perchè la vista fuori sublima l’anima.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

E come sperato, nel fondo valle sono arrivate le nuvole a dividere il mondo in due. In basso uggioso e desolante, sopra soleggiato e rilassante. Adoro quando il paesaggio sottostante si trasforma in un morbido letto di nuvole, è come se tra me e il resto del mondo si inserisse qualcosa che ci isola, che ci separa.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Stamattina l’aurora la gusto li vicino, non voglio dimenticare la bellissima vista che si gode da fuori della porta del bivacco rosso.
L’avventura stà finendo, questa sarà l’ultimo regalo delle Alpi?
Con il trepiede in mano cerco la composizione migliore mentre timidamente i primi raggi colorano le nuvole.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

E’ oramai ora per me di rientrare, e mentre quando sono partito mi sono portato, come dice Casarotto, me stesso nel bene e nel male, mi accingo a rientrare giù sotto la coltre di nuvole con più consapevolezza e una maggior conoscenza delle mie ansie e paure. Ho trovato qui che la breve solitudine può essere una meravigliosa compagna e ne ho apprezzato la silenziosa presenza. Mi sono mosso in un ambiente che definirei familiare complice la stagione e le temperature ancora accettabili ma non dimentico che qui basta poco per ritrovarsi al contrario al freddo, nella neve o sotto l’acqua, con difficoltà a scaldarsi e a reperire cibo e anche acqua. Basta poco per passare da un ambiente perfetto ad un incubo e questo mi deve tenere sempre con la massima allerta su tutto quello che succede, visto che non posso contare sull’aiuto di nessuno. Anche una storta ad una caviglia o una scivolata potrebbero creare un problema di sopravvivenza quindi bisogna sempre tenere accesa la mente e il mio insito pragmatismo in questo mi aiuta. Avere un piano in quello che si fà è importante, ma a parer mio è fondamentale avere anche un piano B e se possibile uno C.
Inizia la discesa, e subito mi imbatto in un nutrito gruppo di Camosci di varie età che scendono con me per il sentiero, ne conto una quindicina.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Nel mentre mi fanno l’ultimo regalo, accompagandomi come in una favola verso valle tra i larici gialli illuminati dal sole mattutino, saluto la montagna che in questa meravigliosa avventura è stata con me amante generosa e mamma rassicurante nello stesso tempo.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Un ultimo colpo di scena lo fà un simpatico ermellino che si diverte a saltellarmi tutto intorno, lasciandomi anche un pò stupito per tanto ardire nel suo gesto festante alla mia vista.
Adesso l’avventura è veramente finita, le nuvole mi inghiottiscono nella loro umidità e mi ritrovo sotto una leggera e opprimente pioggia autunnale.

In questo link trovate una videoproiezione di 3 minuti con tutte le immagini


qui invece la mia Gallery
Max Lucotti

Grazie per l'attenzione, è gradito un vostro commento su questo lavoro.

Ciao
Max
checcozak
Messaggio: #2
Senza Parole MAX !!!

Semplicemente fantastici 2 giorni, sana invidia la mia !!! Foto, come sempre, splendide in tutto, composizione, esposizione e PP.
Sei pure bravo a raccontare !!! Mannaggia a te !!!

Bravo come sempre.

Ciao
Francesco
dbertin
Messaggio: #3
guru.gif guru.gif guru.gif ...non mi vengono altre parole!!!!

Il mio genere preferito di avventura e fotografia realizzato alla perfezione!!!
I miei più sentiti complimenti Max!!!

Prima o poi dovrò cimentarmi anch'io smile.gif

Ciao

Daniele
alex_giordani
Messaggio: #4
Senza parole!!! Ti faccio tanti complimenti, foto meravigliose guru.gif guru.gif guru.gif guru.gif guru.gif
giuliocirillo
Messaggio: #5
guru.gif guru.gif

ciao
Fabrizio9972
Messaggio: #6
Ciao Max, che bello rivederti, come avevo già detto altrove lavoro spettacolare a dir poco, da penta: guru.gif guru.gif guru.gif guru.gif guru.gif,

Ciao,
Fab
giodic
Messaggio: #7
Che dire Max? Conosco quelle sensazioni, anch'io vado in montagna (ho iniziato a fotografare proprio per questo... wink.gif ) e molto spesso sono solo, di giorno alla luce del Sole, e di notte con la Luna e la lampada frontale, e mi capita di salire mentre gli altri scendono o di scendere mentre gli altri salgono... smile.gif Conosco i rumori della notte e quei timori ancestrali che istintivamente escono fuori, ti tengono all'erta e ti fanno dormire con un occhio solo, così, senza motivi apparenti... e le sensazioni uniche che si provano all'alba o al tramonto, per le quali val la pena e la fatica di essere lì a prescindere...

Quindi che dire altro? Le foto sono bellissime e parlano da sole i momenti vissuti e le sensazioni provate le hai descritte molto bene e mi ci sono ritrovato pienamente: bravissimo guru.gif
aldosartori
Messaggio: #8
Max...non posso e non voglio commentare nulla!
E' stato uno spettacolo per gli occhi e uno per la mente.
E' un capolavoro!
Max Lucotti
Messaggio: #9
Grazie a tutti, sempre gentilissimi! wink.gif

Max
Uby501
Iscritto
Messaggio: #10
Uno spettacolo per gli occhi, non vedo l'ora di poter rileggere e rivedere il post con la calma e l'attenzione che merita.
Semplicemente complimenti guru.gif
beppe terranova
Messaggio: #11
sempre super Max

ciao
Peppe
vvtyise@tin.it
Messaggio: #12
le immagini sono tutte molte belle, cariche di emozione e di poesia. Il racconto non è da meno, complimenti sinceri.

Messaggio modificato da vvtyise@tin.it il Dec 30 2013, 04:02 PM
astellando
Messaggio: #13
Complimenti per tutto foto, racconto, emozioni che ci regali, coraggio...

Grazie Andrea
gigibe
Messaggio: #14
Da amante della montagna non posso che provare una sana invidia per quello che hai splendidamente descritto con immagini e parole.
Veramente complimenti.
Gigi
marmara
Messaggio: #15
bello il racconto e belle le immagini, sull'andare in montagna da soli, seguendo il proprio ritmo, le proprie sensazioni ed emozioni concordo in pieno.


QUOTE(Max Lucotti @ Dec 30 2013, 12:00 PM) *
Il mio zaino non è solo carico di materiali: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male R. Casarotto

Dopo una giornata di lavoro, approfittando di una finestra di previsioni del tempo buone ,in tutta fretta mi sono organizzato per realizzare un mio piccolo sogno che avevo in mente da un pò.
Caricato quindi zaino e macchina fotografica mi sono messo in auto alla volta delle Alpi Marittime, che ho raggiunto quando già buio nel punto in cui mi ero prefissato e che già conoscevo, località Gias della casa in Val Gesso.
Era una notte di luna piena , serena e tranquilla, la temperatura alla partenza, 1700 mt circa, di 7°C e con una leggera bava di vento. Ero solo, la montagna di fronte a me illuminata dalla luce lunare, lo zaino in spalla e la macchina fotografica nella borsa legata agli spallacci.

Scrivo su un biglietto che lascio sul cruscotto in macchina le destinazioni con le date di rientro programmate, faccio un profondo sospiro come per farmi coraggio e mi metto in marcia, l’avventura può iniziare.
Lo zaino è pesante, ma la mia previsione di dormire per due notti nel bivacco mi ha costretto a portare molte cose necessarie, meno male che l’attrezzatura fotografica ha un peso tutto sommato contenuto.
Niente giacca a vento addosso, nonostante la leggera brezza meglio stare poco coperti tanto fra un pò mi scaldo per la salita, e infatti dopo un pò inizio a sudare.
Più salgo e più sento di stare per staccarmi dal mondo civilizzato, l’unico mio collegamento con questo è l’auto che ho abbandonato. Il telefono non prende, lo sapevo, però lo uso come GPS cartografico (ne ho anche un altro acceso, non si sà mai) in modo da avere dietro tutti gli strumenti per non perdermi anche se la mia cartina è comunque sempre presente.
Man mano che salgo la fatica si fà sentire causa il peso, ma la mente inizia a essere libera. Nei forti contrasti della montagna illuminata dalla dura luce lunare si scorgono figure immaginarie, sul crinale mi sembra di vedere un gigante che mi osserva e oggetti vari si formano improvvisi lungo il sentiero. Ma cerco di prestare la massima attenzione a dove metto i piedi, sono solo e non posso permettermi incidenti di qualunque tipo quindi è vietato sbagliare.
Il panorama salendo diventa magico, mi fermo e metto giù il trepiede. La montagna mi ha riconquistato di nuovo, è mezzanotte e mi sento uno spirito libero nel mondo circostante.



Nel silenzio i miei passi, a volte un rumore di qualche animale nascosto mi ricorda che non sono solo. Perchè mi domando sono qui, che cosa stò cercando?
Voglio riempire il rullino (Memory card..) di foto oppure cerco qualcosa di altro? Mi guardo dentro e mi rendo conto che stò cercando me stesso, le mie paure e le mie angosce, il mio spirito libero. Ogni tanto ho bisogno di ritrovarmi, di andare nella direzione che voglio io nel sentiero faticoso della vita e quindi eccomi qui, si devo essere qui per questo. Voglio sapere se avrò paura della solitudine o se la natura mi terrà compagnia, se me la saprò cavare anche questa volta, insomma voglio confrontarmi con l’avversario più difficile, me stesso e le mie ansie.
Accendo la torcia da testa, il crinale è in ombra dalla luce lunare e non si vede dove si mettono i piedi.
Di fronte le cime dell’Argentera innevate sono uno spettacolo, mi viene in mente quando lì vicino al lago di Nasta ho fatto il bagno a 2700 mt, era estate ma l’acqua non era propriamente calda.
Ma quando arriva il bivacco,mi chiedo, di notte tutto sembra più lento e mi devo fermare per riprendere fiato..la temperatura è scesa, mi metto il berretto, il coprigola e i guanti. La luna è bellissima, le cime più vicine e si sente il rumore di un torrente.
Un minuto e via, fermarsi vuol dire prendere freddo sopratutto da sudati. Camminare della notte in un posto così solitario è una esperienza unica, spengo la luce per assaporarne meglio le forti sensazioni.
Finalmente il crinale, il bivacco dovrebbe essere vicino... sarà aperto, sarò solo? Domande un pò inutili alle 01,30 a 2450 mt... fra poco lo scoprirò.



Se il Paradiso esiste, benvenuto in Paradiso Max.
Il piccolo bivacco Rosso metallico sulla terrazza che dà sulla valle, intorno i monti con le cime innevate, la luna che illumina a giorno. Nonostante non sia caldo, un senso di casa mi pervade, apro le pesanti maniglie e mi infilo nella mia abitazione provvisoria. Ci sono delle brande con dei piccoli materassi, qualche coperta e un tavolino con intorno panche e sgabelli. Molto accogliente, di più non si può proprio pretendere e poi.. che panorama sublime!
Poso lo zaino e mi metto a fare qualche fotografia, e dopo una tisana calda finalmente alle 3 stendo il sacco a pelo e mi infilo in branda. Nel silenzio della notte si sentono tanti rumori, è difficile addormentarsi perchè mi manca l’abitudine ma finalmente cedo.
Verso il mattino l’aria si rinfresca molto, e il sacco pelo non basta, ci vuole anche una coperta sopra. Alle 6 suona la sveglia.. purtroppo se voglio vedere l’alba devo sopportarla e il lago dove voglio andare richiede una piccola camminata mattutina..
Dormirei ancora, ma salto giù dalla branda, oltre alle due felpe con cui ho dormito metto la giacca e vento, capello, guanti e coprigola. E luce da testa, oltre all’attrezzatura foto. Aprire la porta del rifugio e ritrovarsi davanti la meraviglia della natura è una sensazione bellissima, si rinizia a camminare ma più leggeri adesso. E’ ancora notte sulle selvagge Alpi Marittime.



Il colore del cielo inizia a tendere al blu, e laggiù in fondo la luce sembra più chiara. Inizia il crepuscolo, qualche nuvola leggera nel cielo, la visibilità è buona e si annuncia una bella alba sul lago di Fremamorta.
Camminando nella vecchia mulattiera militare che i nostri alpini hanno costruito agli inizi del secolo scorso (dal 1930) per poter fortificare il “Vallo Alpino Italiano”, incontro una costruzione che doveva essere una caserma per i soldati in pietre a secco e cemento dall’aspetto tenebroso e decadente.



Inizia a cambiare tonalità il cielo, dal magenta al viola e mi affretto per trovare la collocazione migliore per fare qualche scatto sul lago.



Mi stupisco sempre della bellezza dei colori e dei contrasti durante questi istanti, le emozioni mi pervadono l’anima e il mio spirito è alto.
La fotografia è una scusa per alzarmi presto e fare certe sfacchinate ma il vero motivo è che ne ho bisogno io di emozionarmi e scaldarmi il cuore e la natura a volte ti sà regalare spettacoli unici e irripetibili ogni volta diversi.
Faccio fatica a pensare di andare in montagna senza macchina fotografica, faccio fatica a fare fotografia senza andare in montagna.



Dopo aver assistito alla messa in scena dell’aurora, con i colori che dal viola sono passati all’arancione e al giallo, finalmente qualche raggio di sole inizia a scaldarmi.
Mi sposto al lago vicino in tempo per fare l’ultimo scatto, trovo un vecchio albero adagiato sul calmo specchio che le intemperie e l’acqua hanno quasi pietrificato e reso bianco.



E’ ora di fare una bella colazione, ritorno al bivacco e un memorabile tè caldo seduto davanti alla porta ad ammirare il paesaggio mi aspetta. Credo che non lo dimenticherò facilmente.
Mentre ritorno incontro un Capriolo che tornava dal lago dove si deve essere abbeverato, ci osserviamo per un pò a breve distanza fino a che ognuno riprende la sua strada. Nessuna foto, ho preferito godermi l’incontro e farlo intimamente mio.
La stanchezza si fà sentire, e dopo un bel pisolino ristoratore e aver ripulito il bivacco rimetto lo zaino in spalla direzione Passo Fremamorta, e poi oltre passando il confine i laghi di Fremamorta Francesi.
Troppo peso mi porto dietro per fare il giro ad anello ben più lungo ed impegnativo che avevo ipotizzato.
Superato il passo e sceso ai laghi è già ora di pranzo, mi godo la bellezza della valle con molti specchi contornati dai larici gialli. Non c’è pianta più bella di un larice in autunno.
Il mio obiettivo fotografico è il tramonto dal passo, quindi ritorno lì per la vista che si gode su entrambi i fronti e per la favorevole esposizione ad occidente.
Il passo di Fremamorta, sormontato dalla cima di Fremamorta, era un punto di difesa del vallo alpino. Si trova ancora un bunker e una fortificazione ancora solida ridossata alla roccia dove le truppe abitavano, ci sono le brande in ferro abbandonate ed è visitabile. Non deve essere stato facile vivere di inverno qui, i nostri padri e nonni hanno sofferto per regalarci dignità e libertà e questi monumenti decadenti lo ricordano. Immagino gli alpini del battaglione di Valdieri che si muovono, i muli che salgono, gli ordini che fioccano. E le armi che crepitano, ma forse qui non hanno sparato in quanto non è stato un vero fronte di guerra. I drammi delle grosse battaglie si sono consumati altrove.
Oramai mi sento parte del territorio, sono solo e in pace con me stesso e il mondo. Un ottimo momento per aspettare di vedere cosa ci regalerà il cielo questa sera.



Mi muovo sul crinale, cercando le inquadrature più interessanti.



Guradando verso la pianura Francese le nuvole formano un letto sotto le montagne, verso l’Italia no ma chissà... forse domani?


Mentre cala il sole il cielo diventa sempre più rosso, il paesaggio grazie alla luce diventa emozionante e mi viene da pensare che quei poveri soldati almeno avranno goduto di questo spettacolo mentre erano obbligati a presidiare la fortificazione. C’è un pò di brezza, e a 2700 mt in ottobre facilmente diventa piuttosto freddina. Presto questo posto sarà ricoperto di neve fino a Giugno.



E anche questo incredibile momento è terminato, avevo una mezza intenzione di dormire arrangiandomi dentro la fortificazione poi ho optato per il ritorno al bivacco, più confortevole e meglio posizionato per una eventuale arrivo delle nuvole basse in valle all’alba.
Mentre scendo la luna fà capolino tra le cime, degli occhi tra le ombre mi osservano, potrebbero essere Camosci. La magia di questi posti continua...



Al Bivacco non trovo nessuno al mio arrivo,come nessuno incontrerò, ho finito l’acqua e ho potuto recuperare solo quella dentro i laghi, ma non mi sono fidato a berla. La farò bollire per sterilizzarla, intanto una bella pasta e fagioli calda è quello che ci vuole per festeggiare degnamente la fine delle mie fatiche giornaliere. Domani si ritorna a casa, mi godo l’ultima notte al caldo del sacco a pelo leggendo un libro e sorseggiando una tisana calda.



La sveglia è dolce, perchè la vista fuori sublima l’anima.



E come sperato, nel fondo valle sono arrivate le nuvole a dividere il mondo in due. In basso uggioso e desolante, sopra soleggiato e rilassante. Adoro quando il paesaggio sottostante si trasforma in un morbido letto di nuvole, è come se tra me e il resto del mondo si inserisse qualcosa che ci isola, che ci separa.



Stamattina l’aurora la gusto li vicino, non voglio dimenticare la bellissima vista che si gode da fuori della porta del bivacco rosso.
L’avventura stà finendo, questa sarà l’ultimo regalo delle Alpi?
Con il trepiede in mano cerco la composizione migliore mentre timidamente i primi raggi colorano le nuvole.



E’ oramai ora per me di rientrare, e mentre quando sono partito mi sono portato, come dice Casarotto, me stesso nel bene e nel male, mi accingo a rientrare giù sotto la coltre di nuvole con più consapevolezza e una maggior conoscenza delle mie ansie e paure. Ho trovato qui che la breve solitudine può essere una meravigliosa compagna e ne ho apprezzato la silenziosa presenza. Mi sono mosso in un ambiente che definirei familiare complice la stagione e le temperature ancora accettabili ma non dimentico che qui basta poco per ritrovarsi al contrario al freddo, nella neve o sotto l’acqua, con difficoltà a scaldarsi e a reperire cibo e anche acqua. Basta poco per passare da un ambiente perfetto ad un incubo e questo mi deve tenere sempre con la massima allerta su tutto quello che succede, visto che non posso contare sull’aiuto di nessuno. Anche una storta ad una caviglia o una scivolata potrebbero creare un problema di sopravvivenza quindi bisogna sempre tenere accesa la mente e il mio insito pragmatismo in questo mi aiuta. Avere un piano in quello che si fà è importante, ma a parer mio è fondamentale avere anche un piano B e se possibile uno C.
Inizia la discesa, e subito mi imbatto in un nutrito gruppo di Camosci di varie età che scendono con me per il sentiero, ne conto una quindicina.



Nel mentre mi fanno l’ultimo regalo, accompagandomi come in una favola verso valle tra i larici gialli illuminati dal sole mattutino, saluto la montagna che in questa meravigliosa avventura è stata con me amante generosa e mamma rassicurante nello stesso tempo.



Un ultimo colpo di scena lo fà un simpatico ermellino che si diverte a saltellarmi tutto intorno, lasciandomi anche un pò stupito per tanto ardire nel suo gesto festante alla mia vista.
Adesso l’avventura è veramente finita, le nuvole mi inghiottiscono nella loro umidità e mi ritrovo sotto una leggera e opprimente pioggia autunnale.

In questo link trovate una videoproiezione di 3 minuti con tutte le immagini


qui invece la mia Gallery
Max Lucotti

Grazie per l'attenzione, è gradito un vostro commento su questo lavoro.

Ciao
Max

giangio83
Iscritto
Messaggio: #16
Veramente bello ed emozionante. Non so cos'altro dire se non grazie...
Max Lucotti
Messaggio: #17
Grazie per il passaggio!

Ciao
Max
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #18
COMPLIMENTI! Ottimo racconto e ottime foto! guru.gif

Roberto

fedebobo
Messaggio: #19
Ho già apprezzato questo reportage in altri lidi. Non posso fare altro che rinnovare i miei complimenti più sinceri anche qui, per questo tuo appassionante lavoro. Pollice.gif

Saluti
Roberto
Max Lucotti
Messaggio: #20
Grazie ai Roberti, laugh.gif al @fedebobo un grazie doppio.

Ciao
Max
Maurizio Rossi
Admin
Messaggio: #21
Complimenti un ottimo lavoro svolto con foto molto belle e ben composte Pollice.gif
B2BRUNO
Messaggio: #22
Ciao Max, hanno già detto tutto gli altri, ma da amante della montagna che ho visto prevalentemente di giorno ed in compagnia, devo dire che mi hai fatto vivere un'esperienza nuova e stimolante.
Perfetta la fusione tra parole ed immagini, come molto bella la musica della proiezione.
Tutto esprime in modo intenso la tua avventura in compagnia di te stesso.
guru.gif guru.gif guru.gif e grazie di aver condiviso con noi queste tue sensazioni.
Bruno
Max Lucotti
Messaggio: #23
Grazie Maurizio e Bruno, queste emozioni sono come una droga... appena finisce l'effetto hai già voglia di riprovarci.

Ciao
Max
FabioPerillo
Messaggio: #24
QUOTE(Max Lucotti @ Dec 31 2013, 08:51 AM) *
Grazie per il passaggio!

Ciao
Max


Grande, immenso. guru.gif

Ciao Fabio
ifelix
Banned
Messaggio: #25
Mi chiedo se in situazioni come queste, la paura possa prevalere su tutto il resto.
In alta montagna, da solo.....................
In compagnia non esiterei nemmeno un istante, ma da solo...............

Ma deve essere bellissimo.
Essere circondati da tutto e da quasi nulla fatto dall'uomo.
Senza tutte quelle cose che ci soffocano nelle nostra vita quotidiana.

Ma non andrei mai da solo.
Sono nato e cresciuto sul mare............ho paura della montagna.
E credo che possa essere anche al contrario per chi è nato e vissuto in montagna.

Sicuramente ci si sente liberi......come quando si è in mezzo al mare e lontani da tutto.

Complimenti per l'avventura che sei riuscito a farci quasi vivere come fossimo stati lì con te !!! smile.gif
 
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