Rimedio alla (grave ) assenza di Pulsatilla vernalis (L.) Miller in queste pagine con alcune foto di questo stupendo fiore riprese al termine del lunghissimo, angoscioso periodo di siccità che ha colpito quest'anno le Alpi. Da due settimane stanno sotto la neve. La prima foto è a f/22, l'ultima foto, fatta due settimane dopo le prime due, è a 400 ISO per dimenticanza, stava appena accennando a cadere qualche fiocchetto di neve. Tutte fatte con il solito Zeiss Distagon 25 F/2.8 in Valgrosina occ.

P.S. Nella seconda si può notare l'ombra dell'obiettivo sul tepalo in primo piano, nonostante avessi tolto il piccolo paraluce non ho potuto evitarla, con la lente frontale a 6 cm di distanza.





Visualizza sul GALLERY : 2 MB









Visualizza sul GALLERY : 1.5 MB






Visualizza sul GALLERY : 2 MB







Messaggio modificato da brata il May 7 2017, 04:41 PM

Mi piacciono tutte e tre, ma l'ultima è super, lo sfocato è davvero bello ed il taglio scelto altrettanto. A 6 cm di distanza?
Graziella

Messaggio modificato da grazrol il May 7 2017, 07:43 PM

Mi piacciono tutte e tre, ma l'ultima è super, lo sfocato è davvero bello ed il taglio scelto altrettanto. A 6 cm di distanza?
Graziella

Sì, più o meno anche questa è (dovrebbe essere) alla minima distanza di messa a fuoco, erano piuttosto piccolini, macchina su bean bag.

Di tutta la gran fioritura che stava iniziando al momento dei primi due scatti, prima di Pasqua, erano rimasti solo fiori secchi (tra l'altro c'era stata poi, ancora prima di Pasqua, una gelata notevole che può aver bastonato gli audaci). Bisogna dire anche che non ho ben capito quali erano realmente sfioriti e quali, seppur poco freschi, erano chiusi. Le Pulsatille si chiudono prontamente quando c'è poca luce e quel giorno il cielo era coperto e era già pomeriggio abbastanza tardi. Questi due stavano a una quota più alta dei primi, era in sostanza una fioritura un po' più tarda. Li avevo visti all'andata, ma non mi ero fermato perché cominciava a essere tardi e speravo ce ne fossero di più oltre, puntavo alla mia pozza. Poi, arrivato all'ultimo piano prima della pozza, Pian dei Rogi, le nuvole che si stavano abbassando non permettevano di vedere più il sentiero, ormai si camminava su neve continua, che in condizioni di scarsa visibilità rende ancor più indistinguibili le caratteristiche del terreno. Poiché c'è un tratto che non permette di sbagliare strada, altrimenti si cade di sotto, non era il caso di proseguire. Al ritorno dunque mi sono concentrato sui due piccolotti.

Però ora che le guardo meglio forse erano più lontane di 6 cm, in effetti curavo soprattutto la composizione e per farle entrare tutte nell'inquadratura posso aver allontanato un poco la macchina, sempre però questione di pochi centimetri, d'altra parte erano molto piccole.