Sono tutti piuttosto comuni. Tutti in Valgrosina.
Primula hirsuta All.
Visualizza sul GALLERY : 2.1
Viola palustris L.
Visualizza sul GALLERY : 2.4 MB
Vaccinium myrtillus L. (il comune Mirtillo nero)
Visualizza sul GALLERY : 1.7 MB
Sedum alpestre Vill. Foto particolarmente "laboriosa" (e si vede...)
Visualizza sul GALLERY : 2.1 MB
Kalmia procumbens (L.) Gift, Kron & Stevens ex Galasso, Banfi & F. Conti
(nome scientifico terrificante della piccola e innocente Azalea delle alpi, Loiseleuria procumbens).
Questa era particolarmente procombente, pendeva giù da un sasso e il vento ogni tanto la spostava.
Visualizza sul GALLERY : 1.8 MB
Messaggio modificato da brata il Jun 25 2016, 08:42 AM
Primula hirsuta All.
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Viola palustris L.
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Vaccinium myrtillus L. (il comune Mirtillo nero)
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Sedum alpestre Vill. Foto particolarmente "laboriosa" (e si vede...)
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Kalmia procumbens (L.) Gift, Kron & Stevens ex Galasso, Banfi & F. Conti
(nome scientifico terrificante della piccola e innocente Azalea delle alpi, Loiseleuria procumbens).
Questa era particolarmente procombente, pendeva giù da un sasso e il vento ogni tanto la spostava.
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Messaggio modificato da brata il Jun 25 2016, 08:42 AM
La povera azalea alpina ha tre sinonimi, pertanto se quello che hai indicato di terrifica, il semplice Azalea procumbens è adatto anche ai cuori più deboli. Scherzi a parte, molti botanici cercano di mettere il loro nome su qualche specie ed il risultato è quel pasticcio di nomi tassonomici che hai rilevato anche tu.
Le foto non mi convincono per la scarsa profondità ci campo, ma questo è un parere assolutamente personale.
Un appunto sullo scatto del Sedum : è ovvio che hai messo a fuoco sulle formiche, ma se questo è il soggetto principale, il resto è alquanto confuso per la scarsa profondità di campo. Se volevi fotografre formiche, un obiettivo macro era assolutamente indispensabile.
Messaggio modificato da epipactis il Jun 26 2016, 08:07 PM
Le foto non mi convincono per la scarsa profondità ci campo, ma questo è un parere assolutamente personale.
Un appunto sullo scatto del Sedum : è ovvio che hai messo a fuoco sulle formiche, ma se questo è il soggetto principale, il resto è alquanto confuso per la scarsa profondità di campo. Se volevi fotografre formiche, un obiettivo macro era assolutamente indispensabile.
Messaggio modificato da epipactis il Jun 26 2016, 08:07 PM
La povera azalea alpina ha tre sinonimi, pertanto se quello che hai indicato di terrifica, il semplice Azalea procumbens è adatto anche ai cuori più deboli. Scherzi a parte, molti botanici cercano di mettere il loro nome su qualche specie ed il risultato è quel pasticcio di nomi tassonomici che hai rilevato anche tu.
Le foto non mi convincono per la scarsa profondità ci campo, ma questo è un parere assolutamente personale.
Un appunto sullo scatto del Sedum : è ovvio che hai messo a fuoco sulle formiche, ma se questo è il soggetto principale, il resto è alquanto confuso per la scarsa profondità di campo. Se volevi fotografre formiche, un obiettivo macro era assolutamente indispensabile.
Le foto non mi convincono per la scarsa profondità ci campo, ma questo è un parere assolutamente personale.
Un appunto sullo scatto del Sedum : è ovvio che hai messo a fuoco sulle formiche, ma se questo è il soggetto principale, il resto è alquanto confuso per la scarsa profondità di campo. Se volevi fotografre formiche, un obiettivo macro era assolutamente indispensabile.
Ciao Epipactis,
non volevo fotografare le formiche, ma il Sedum, il soggetto principale è il Sedum (per ora non penso di fotografare insetti, mi interessano i fiori alpini). Le formiche stavano costantemente tra i piedi, a un certo punto ho deciso di farle entrare nella foto e ho messo a fuoco anche sulla formica che risulta più a fuoco, cioè quella in acrobazia, credo che stesse bevendo acqua dal petalo. Ma non ho messo a fuoco solo sulla formica, ho messo a fuoco quasi su ogni antera e altre parti dei fiori. La foto è il risultato, pastrocchiato, di 31 scatti, ciascuno con un diverso punto di messa a fuoco. La variazione della messa a fuoco è stata fatta però in modo non metodico, non sono, per esempio, partito dal punto più vicino spostando poi sistematicamente e regolarmente di una certa costante distanza il punto di messa fino ad arrivare al dettaglio più distante. Forse in futuro ci proverò, ma non l’ho ancora mai fatto, dovrei tra l’altro segnare una scala graduata e un indice sulla manopola di messa a fuoco della slitta micrometrica… Probabilmente quel che ti dà fastidio è l'incoerenza dell'insieme delle parti a fuoco e di quelle non a fuoco (ad esempio, un dettaglio più distante da uno a fuoco può essere più a fuoco di un altro più vicino).
La foto avrebbe i titoli (se hanno un qualche valore) per essere definita macro, in quanto fatta con il Leica R Elmarit 100 2.8 apo macro più l'Elpro 1:2-1,1, specifico per questo obiettivo, con questa accoppiata si raggiunge appunto il RR 1,1:1.
E' interesante quello che dici. In ogni caso continua (perfezionandola) con la tecnica del focus stacking. Una curiosità: ti sei mai imbattutto durante le tue escursioni in una Cypripedium Calceolus?