Calendario Pirelli 2015. Capolavoro del Beccatevi questo.


Nel 2013 furono i ritratti street reportage super-saturi di Steve McCurry, nel 2014 furono i celebrativi postumi bianchi e neri di un inedito e sempreverde Helmut Newton. Nel 2015 sara' Steven Meisel a firmare il Pirelli Cal 2015.

Scatti un po sbagliati in studio per provocare, mix di colori per giocare sul contrasto. Modelle cicciotte, cozzaglia di stili differenti, per confondere, spaesare e far parlare, possibilmente male, malissimo di se.
Quale miglior arma dell'auto critica poteva trovare un grande fotografo per risparmiarsi il confronto tra i due grandi predecessori?

Questo e' un calendario geniale. Un calendario non-portfolio, un non-pirelli che si prende gioco del lettore, che prende in giro il glamour in se, che fa carta straccia della critica, del fotografo e di tutti i calendari precedenti.

Delle chiacchere post calendario, dei blog sul modello di bellezza femminile, delle false novita' curvy o non curvy, Steven Meisel se ne e' palesemente rotto le scatole prima ancora di iniziare, e allora se ne fa giullare. Scende dal podio, e sceglie un punto di vista differente, e spiazza tutti.

Prende modelle che non hanno nulla a che fare l'una con l'altra, strizza le loro abbondanze in dei non-vestiti ovvero degli elastici di lattice, le lascia seminude sul set e schiaffa su di loro una luce impietosamente e spettacolarmente dura e piatta.
Una serie di esercizi in studio degne del peggior workshop glamour fotografico di provincia, ombra netta sullo sfondo, una foto controluce, una modella bagnata, una con il tanto amato effetto seppia su seno nudo e voila', il calendario Pirelli 2015 e' servito. Bruttino? Allora e' riuscito. Perche' a fare un bruttino cosi magicamente strutturato non e' da tutti e chi fa foto, lo sa bene e se accorge subito. Il difetto c'e' e si vede, se voi lo trovate bello non avete capito niente.

Ecco cosa ci insegna, senza aver pretese di farlo, questo calendario. Anche questa e' fotografia, sara' pure il Pirelli, sara' che si e' scherzato, ma lo spirito qui del fotografo e' chiaro: #iofotografomisondivertito .

Anche noi ci stiamo divertendo in questi giorni a legger le sbrodolate di recensioni hashtag #grassoebello che stanno cercando di elevare questo calendario a simbolo della rivincita della ciccia e del va bene tutto.

Finalmente un fotografo che gioca spensierato con la macchina fotografica, che non si atteggia da maestro della luce. Finalmente un ragazzino che imbratta le vetrate e le tende della fotografia femminista-snob di alta fascia con una secchiata di acrilico colorato. Per una volta dissacra e non consacra. Un artista che se la ride, e che lascia cuocere nel loro brodo, sotto il caldo delle luci da studio in modalita' sole mezzogiorno di fuoco, i fortunati e selezionati puristi prossimi possessori del prossimo preziosissimo Pirelli 2015.


Luigi Gallerani

allora il prossimo posso farlo anche io.
vedrai quanti fotografi mediocri giustificheranno le loro schifezze!

eppure adriana lima, isabel fontana e le altre non mi sembrano modelle scadenti....

Non l'ho visto il calendario ma mi é piaciuta la tua recensione.

Mi piace come hai scritto la recensione, non condivido il tuo pensiero e la tua analisi.
Credo si tratti di un calendario che racconta le donne. Le foto con illuminazione semplice descrivono proprio la naturalezza del momento che raccontano, mentre non mancano foto con ottima illuminazione e modelle magre e belle.
Lo stile di Steven Meisel non mi dispiace affatto, anche al di fuori del calendario Pirelli lo trovo un ottimo fotografo.

Marco

allora il prossimo posso farlo anche io.
vedrai quanti fotografi mediocri giustificheranno le loro schifezze!

eppure adriana lima, isabel fontana e le altre non mi sembrano modelle scadenti....

Concordo pienamente! E' un ottimo lavoro!! E modelle bravissime, forse ti e' sfuggita la frase:

Perche' a fare un bruttino cosi magicamente strutturato non e' da tutti e chi fa foto, lo sa bene e se accorge subito.