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La Regola Del 16
ovvero: quando l'esposimetro non funziona
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simone_chiari
Messaggio: #1
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LA REGOLA DEL 16
ovvero: quando l'esposimetro non funziona
Se gli automatismi ci piantano in asso non facciamoci subito prendere dal panico. Infatti...
di Rino Giardiello, pubblicato su REFLEX di agosto 1986

C'era una volta, o meglio, una volta non c'era, l'esposimetro: eppure le foto si facevano lo stesso e venivano quasi sempre bene. D'accordo, in sede di stampa, soprattutto con il bianconero, si salvavano negativi più o meno sottoesposti o sovraesposti mentre la diapositiva non ammette errori se non entro tolleranze ridottissime, ciò non toglie che il fotografo di qualche decennio fa era abituato a riconoscere ad occhio la quantità e la qualità della luce, mentre noi siamo così viziati da Led ed automatismi che un'improvvisa "panne" del sistema esposimetrico è più che sufficiente per mandarci completamente in crisi.
Se la colpa è della pila, in molti casi non si può fare altro che riporre la reflex nella borsa e rinunciare a fotografare per tutto il resto della gita (avere sempre delle pile fresche deve diventare un'ottima abitudine!), dato che oggi la maggior parte delle reflex è piladipendente. I più fortunati avranno a disposizione un tempo meccanico (solo uno e di solito di circa 1/100) grazie al quale potranno ancora scattare finché c'è luce a sufficienza lavorando con il diaframma, mentre pochissimi eletti, possessori di una reflex completamente manuale e meccanica, continueranno spavaldi sino alla fine del rullino.

Non lasciamoci prendere dal panico e cominciamo a frugare nella borsa: se c'è ancora il foglietto che accompagna le pellicole può essere un ottimo punto di partenza.

Il fabbricante indica almeno quattro diverse condizioni di ripresa con i relativi tempi e diaframmi. Esponendo sulla base di queste indicazioni e stando attenti a valutare i cambiamenti di luce si avranno sicuramente dei risultati accettabili. L'importante è riuscire a vedere la differenza tra un'ombra chiara ed un'ombra scura, un cielo coperto da uno appena nuvoloso: sono tutte situazioni che determinano delle variazioni di luce di almeno uno stop e possono trarre facilmente in inganno.

Se il foglietto è stato buttato si può sempre ricorrere all'ormai dimenticata "regola del 16". Il punto di partenza è dato dalla situazione di pieno sole dove si dovrà impostare il diaframma f/16 ed un tempo di otturazione pari al reciproco della sensibilità della pellicola usata. Per esempio, con pellicola Ilford FP4 (125 ISO), si dovrà impostare il tempo di 1/125 di secondo fermo restante il diaframma f/16 (percio' si chiama REGOLA DEL 16). Logicamente nessuno ci potrà impedire di trasformare questo valore nella coppia tempo/diaframma equivalente che ci è più congeniale, per esempio 1/1000 con f/5,6.

Se la luce è difficile e siamo indecisi sul suo valore, si può sempre effettuare la cosiddetta "esposizione a forcella" vale a dire scattare più fotogrammi dello stesso soggetto sovraesponendo e sottoesponendo di uno stop rispetto al valore stabilito.

Per gli interni, soprattutto con luce artificiale, è quasi impossibile applicare una regola ben precisa, ci si può soltanto fidare della propria esperienza, effettuare qualche scatto in più e sperare nella fortuna! Comunque, nella maggioranza dei casi, si avranno delle situazioni standard come le manifestazioni sportive indoor, dove con pellicola 400 ISO bastano 1/125 con f/2.8, al circo 1/125 con f/4 o f/5.6 e più o meno gli stessi valori nelle sfilate di moda ed al teatro.

Proviamo, comunque, ad esercitarci a valutare l'esposizione ad occhio, magari quando l'esposimetro funziona perfettamente in modo da avere una conferma delle nostre supposizioni. Questa pratica potrà sempre essere utile in caso di necessità o per scattare qualche foto con la vecchia 6x6 di famiglia priva di esposimetro e per scoprire ancora una volta il fascino di un negativo di maggiori dimensioni. Vedrete che poi non è così difficile e l'operazione, liberando la mente dall'incubo delle pile, aghi e Led, potrà essere anche un utile e rilassante esercizio per migliorare le nostre inquadrature ed acquisire una notevole padronanza in camera oscura.


qualcuno di voi l'ha mai usata? è affidabile?
ciao
Simone
Antonio Canetti
Messaggio: #2
sul bianco nero è da considerarsi valida in quanto la non precisione viene recuperata in fase di stampa. sul colore e all'epoca se volevi qualcosa di decente e di sicuro ci vuole l'esposimetro, sul digitale non vedo il problema in quanto una fatto il primo scatto indicativone fai un secondo più preciso al tuo modo di vedere l'esposizione.

Antonio
mikifano
Messaggio: #3
oltre a quanto detto da Antonio, aggiungo di valutare sempre bene anche il riflesso della luce procurato da pareti, pavimentazioni di piazze ecc.....
ciao-ceo
Messaggio: #4
L'ho provata un paio di volte in pieno sole su un campo innevato: ha funzionato perfettamente mentre l'esposimetro sottoesponeva.
E' stato un esperimento interessante ma la mia esperinza si ferma qui.

Riccardo

Messaggio modificato da ciao-ceo il Oct 6 2015, 04:40 PM
togusa
Messaggio: #5
La regola del 16 è assolutamente "funzionante", oggi come con la pellicola.
Inoltre, basandosi sulla luce INCIDENTE il soggetto non tiene conto della sua albedo, ovvero della luce RIFLESSA dallo stesso, che è poi quella che inganna l'esposimetro in situazioni limite (soggetti bianchi sottoesposti, soggetti neri sovraesposti).
simone_chiari
Messaggio: #6
QUOTE(Antonio Canetti @ Oct 6 2015, 05:22 PM) *
sul bianco nero è da considerarsi valida in quanto la non precisione viene recuperata in fase di stampa. sul colore e all'epoca se volevi qualcosa di decente e di sicuro ci vuole l'esposimetro, sul digitale non vedo il problema in quanto una fatto il primo scatto indicativone fai un secondo più preciso al tuo modo di vedere l'esposizione.

Antonio


scusa ho il maledetto vizio di dare le cose per scontate... si scatto in bn wink.gif
settimana prossima farò qualche esperimento grazie a tutti per il passaggio
ciao
Simone
Antonio Canetti
Messaggio: #7
QUOTE(simone_chiari @ Oct 6 2015, 06:45 PM) *
scusa ho il maledetto vizio di dare le cose per scontate... si scatto in bn wink.gif


domanda stupida: pellicola o digitale ?

ma in ambe due i casi non è centrare l'esposizione teorica sia con l'esposimetro o regola dedel 16, ma quanto una foto vada sovra/sottoesposta, l'espsozione teorica di uno strumento di misurazione è giusto per non sbaglaire, ma per una con una marcia in più è proprio l'arte di sovra/sottoespsozione, difatti nelle ultime fotocamere digitali è stato inventato il braketing si consuma più pellicola, ma dopo è più facile decidere a posteriori quale è espozione più adatta.

Antonio
simone_chiari
Messaggio: #8
QUOTE(Antonio Canetti @ Oct 6 2015, 09:01 PM) *
domanda stupida: pellicola o digitale ?

ma in ambe due i casi non è centrare l'esposizione teorica sia con l'esposimetro o regola dedel 16, ma quanto una foto vada sovra/sottoesposta, l'espsozione teorica di uno strumento di misurazione è giusto per non sbaglaire, ma per una con una marcia in più è proprio l'arte di sovra/sottoespsozione, difatti nelle ultime fotocamere digitali è stato inventato il braketing si consuma più pellicola, ma dopo è più facile decidere a posteriori quale è espozione più adatta.

Antonio


scatto a pellicola fomapan
ciao
Simone
Lutz!
Messaggio: #9
In pieno sole, la luce in sostanza e' sempre la stessa, magari un filo di piu d'estate uno stop in meno di inverno ma alla fine quella e' la luce quelli sono i valori di esposizione.

Stupisce che l'articolo non dica perche' si chiama regola del 16 piuttosto che regola del 5.6... visto che appunto si posson prender tutte le coppie EV (Exposure Values) equivalenti
La storia nasce nel fotogioralismo dove all'esigenza di una corretta esposizione, c'e' esigenza di una foto a fuoco sempre, piu delle volte in condizioni in cui non si ha spazio / tempo di fotografare focheggiando.
Ecco all'ora l'idea dell'f/16, diaframma piuttosto chiuso, da abbinarsi al concetto di iperfocale o comunque a una profondita' di campo generosa e un tempo che garantisca il "non mosso" su pellicole veloci (per l'epoca), 100, 50 asa. Quindi con una sola regola, si garantiva esposizione, fuoco, poco mosso

Aggiungo che da quello che ho trovato in vari libri, ma e' una mia supposizione, la regola ha radici nel fogiornalismo grande formato con Graflex o sulle medio formato a soffietto, a cui veniva spesso abbinato un flash a bulbo, tramandata ovviamente fino a giorni nostri la trovo un ottimo punto di partenza per far capire che si puo fare tanto anche con poco.

Andare a occhio funziona(va) meglio su formati pellicola generosi, un po come oggi piu largo e' il sensore, maggiori sonon le tolleranze e le speranze di recupero.

Unica volta in cui l'ho davvero usata e' quando ho giocato con delle stenoscopiche autocostruite.
Umbi54
Messaggio: #10
Io la usavo, come da foglio di istruzione, con la Comet Bencini e la Agfa silette L.
D'altro canto allora non sapevo neanche cosa fosse un esposimetro!
Umberto
 
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