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D70, La Parola Ai Giurati.
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gerardo bonomo
Messaggio: #1
E’ un vecchio film di Sidney Lumet, un noir in bianco e nero con uno splendido Henry Fonda.

E’ già da qualche giorno che leggo con interesse dubbi e risposte sulla D70 sul Forum Nital, forse qualcuno di voi mi ha letto in qualche Experience.

Il mio primo approccio con la D70 è stato proprio durante la conferenza stampa delle Gran Canarie, degli inizi di marzo, e forse qualcuno ne ha letto il resoconto on line fino a qualche giorno fa sul sito Nital.

Pensiamo che molti tra i recenti e prossimi possessori di Nikon D70 ci siano
molti “coolpixiani” e che molti abbiano scelto Coolpix neglu ultimi anni in attesa di una reflex con un rapporto Prezzo/prestazione a misura di appassionato.
Non ci rivolgiamo quindi a chi già possiede una reflex digitale, né tanto meno ai professionisti.
La Nikon D70 è dedicata a quella fascia di pubblico che gli anglosassoni definiscono “enthusiast”: per i professionisti Nikon ha già da tempo a catalogo diversi sistemi, che si sono evoluti nel tempo e dove Nikon non ha ancora detto l’ultima parola, al contrario.
Pensiamo per esempio alla D2H che oggi è diventato uno standard nella fotografia di matrimonio e stiamo alla finestra in attesa che venga varata la D2X, che coniugherà ai plus della D2H una risoluzione ancora maggiore per essere utilizzata in altre branche della fotografia professionale.
Se avete una Coolpix siamo certi che non l’avete venduta né la rivenderete per comprare la D70: proviamo quindi per cominciare a confrontare il tempo di accensione – istantaneo – della D70 con qualsiasi Coolpix, ed eccoci davanti alla prima piacevole sorpresa. Passiamo poi all’autofocus, che nella D70 è praticamente istantaneo in qualsiasi situazione, anche in ambienti scarsamente illuminati e dimentichiamoci con piacere l’incubo del “pompaggio” tipico di quasi tutte le compatte digitali, alla disperata quanto spesso vana ricerca di un punto della scena sufficientemente contrastato per permettere la messa a fuoco. Non dimentichiamo poi che la D70, se la situazione è veramente “disperata” può passare immediatamente alla messa a fuoco manuale assistita.

Facciamo adesso un confronto tra l’esposizione manuale con una compatta e con la D70: quest’ ultima permette di regolare a piacere e in modo indipendente sia il tempo che il diaframma attraverso due ghiere distinte, senza mai staccare l’occhio dal mirino. Valutiamo adesso la velocità con cui la D70 scarica sulla scheda di memoria l’immagine appena scattata e quanto tempo trascorre dallo scatto alla comparsa dell’immagine sul display: centesimi di secondo.

Adesso riprendete in mano la vostra fida Coolpix e provate a fare un confronto. Situazione molto giurassica, non vi pare? Che dire – finalmente! – dell’ottica intercambiabile?
Del poter usare tutto o quasi il parco ottiche reperibile nel borsone di qualsiasi nikonista, e che magari è in letargo coatto da mesi se non da anni. Sì, è vero, possiamo montare anche le vecchie ottiche Ai perdendo diversi automatismi e usando ottiche progettate quando il digitale non era stato neppure concepito: nostre “prove” ci hanno permesso comunque di ottenere risultati più che accettabili, soprattutto dalle focali “normali” in su, senza contare il “gusto” di utilizzare ottiche di venti e passa anni fa su un sistema così rivoluzionario come il digitale. E nessuno ci vieta di lasciare nel nostro borsone anche una reflex analogica e di alternare ottiche e scatti tra la reflex analogica e quella digitale, certo, bisogna tenere conto del coefficiente di moltiplicazione delle focali sul digitale, ma dove lo mettiamo il gusto di bighellonare con nella borsa un bel corredo di ottiche da applicare a nostro piacere alternativamente a un “dorso” digitale piuttosto che analogico?
E, lasciatevelo dire, la pellicola ha ancora il suo bellissimo perché.
Personalmente abbiamo affiancato il digitale all’analogico con il risultato di un aumentato numero fotografie “belle” e con una rinnovata voglia di fotografare tanto in analogico che in digitale.

Passiamo ora a una prova del flash TTL integrato: non sbaglia un colpo, rifate la prova con una Coolpix e vi accorgerete che in molte situazioni sarete costretti a intervenire sulla sotto/sovraesposizione intenzionale del flash. Ecco, ci sembra che questi siano i primi confronti coerenti da fare, Nikon contro Nikon e, ovviamente, con la palma d’oro di default assegnata sempre alla D70. certo, oggi è difficile fare un confronto che non tenga anche conto della differenza di prezzo tra una Coolpix e una D70, ma solo un paio d’anni fa le Coolpix di fascia alta non costavano certo i prezzi attuali. Di contro oggi è possibile avvicinarsi al digitale di classe proprio attraverso una Coolpix e senza svenarsi oppure, ed è il motivo per cui siamo in questo momento riuniti intorno a un monitor, azzardare l’acquisto di una reflex digitale, il cui costo finalmente è diventato abbordabile anche ai non professionisti.

Perché questo distinguo? Perché per un professionista il prezzo non è determinante e viene comunque ammortato e ammortizzato all’interno di un certo numero di lavori; per un appassionato il prezzo può essere ammortizzato unicamente in base a quanto piacere e gratificazione prova ad usare la macchina per il suo hobby, un ammortamento quindi passionale più che economico.
Ecco, non ci sembra il punto di vista corretto, o il primario, quello di “provare” la D70 vedendo se riesce a districarsi in situazioni “surreali” – e che a nessuno interessa fotografare in pratica -; cominciamo a “godere” dei plus fino a qui descritti, e ci stavamo dimenticando il livello di consumo “irrisorio” delle batterie della D70 rispetto a qualsiasi compatta digitale di casa Nikon: noi siamo arrivati a scattare fino a oltre 500 immagini prima che sul display comparisse l’ideogramma della batteria carica a metà. E prima di addentrarci nelle prove assolute non dimentichiamo un altro plus prezioso, rispetto alle compatte, quello cioè di ruotare automaticamente gli scatti eseguiti in verticale prima che i file vengano scaricati attraverso Nikon View sul PC, non è solo tempo risparmiato ma è anche la certezza che il file originario venga scaricato sul PC pronto per l’uso senza nessun passo – e inevitabile riscrittura del file – in più.
Facciamo un passo indietro e con una mano sulla coscienza, chiediamoci tutti se abbiamo mai fatto qualche prova di una qualsiasi fotocamera analogica, di qualsiasi formato e di qualsiasi marca. Nessuno, vero?
Forse qualcuno a abbozzato qualche prova di obiettivo, ma sicuramente e sempre con risultati difficilmente confrontabili, se si esclude la vignettatura che può essere verificata con qualsiasi macchina e obiettivo semplicemente fotografando uno sfondo neutro e uniformemente illuminato.
Tutto il resto non è oggettivamente provabile, dalla distorsione al coma, fino alla risoluzione dell’obiettivo.
Oggi, con le fotocamere digitali, è possibile fare qualche prova più coerente grazie al fatto che l’immagine scattata può essere immediatamente rivista e ingrandita sul monitor del computer, sempre che il monitor in questione sia di risoluzione corretta e perfettamente bilanciato a 5.000°K.
E veniamo adesso alla neonata Nikon, alla D70: così come qualsiasi fotocamera digitale sono tre gli elementi che entrano in gioco durante una prova: l’ottica, il sensore, e il software di elaborazione nativo della fotocamera. Queste tre variabili, a seconda di come vengono settate, possono portare a prove di vario genere, ma mai a prove univoche e realmente confrontabili fra loro.
Vogliamo per cominciare provare se è meglio la D70, la d100 o la D2H?
Per prima cosa dobbiamo poter contare su un obiettivo di qualità eccellente, e dovremmo quindi provare prima l’obiettivo; ma non possiamo farlo con una fotocamera digitale, perché introdurremmo le altre due variabili, software e sensore. La prima prova quindi dovremmo farla provando l’ottica su una pellicola di qualità, sui cui parametri e standard non si discute: una pellicola diapositiva professionale mantiene i medesimi standard di qualità all’interno di una produzione di milioni di rullini. A questo punto dobbiamo anche trovare un eccellente laboratorio che sviluppi la pellicola con la chimica e i parametri suggeriti dal fabbricante, se parliamo di Kodak con chimica Kodak, se parliamo di Fuji con chimica Fuji e via così.
E’ chiaro da subito che già questa prova non è facilmente attuabile dalla maggior parte degli appassionati, possiamo allora andare ad esaminare il test dell’obiettivo (www.fotografia.it) fermo restando che il test di ciascun obiettivo è effettuato su una specifica matricola, e che la qualità, anche se di poco, può variare da matricola a matricola.
Una volta individuato l’obiettivo ideale – che nel caso della prova di una digitale deve necessariamente essere un obiettivo dell’ultima generazione riprogettato per l’utilizzo con i sensori, arriva finalmente il momento in cui potremo provare la macchina.
Per prima cosa dobbiamo escludere tutti i parametri software della macchina; le uniche prove affidabili del solo sensore, quindi, diventano quelle scattate in RAW, in modo da bypassare quasi completamente qualsiasi miglioramento “ o peggioramento” dell’immagine dovuta all’intervento del software. Personalmente abbiamo ottenute prove molto differenti tra loro di una D70 semplicemente settando i parametri su Normal da una parte e su OFF dall’altra.
Il RAW quindi diventa l’unico “linguaggio” che ci può permettere di avvicinarci a un giudizio che sia il più obiettivo possibile.
Cosa vogliamo provare della macchina? L’autofocus? Il sistema esposimetrico? Il flash? La velocità di scatto? Il bilanciamento del bianco in automatico?
Fin qui nessun problema, ma crediamo che la prova che più stia a cuore è quella della risoluzione, visto che la fotografia è nata innanzitutto per catturare con il maggior numero di dettagli possibili la realtà.
Non entriamo nelle specifiche tecniche del concetto di risoluzione, che si misura comunque il linee per millimetro: quando un’accoppiata pellicola/sensore-obiettivo comincia a superare le 40, 50 linee per millimetro, ci troviamo già di fronte a un’ottima attrezzatura. Teniamo presente che una buona pellicola non arriva mai a risolvere più di 100/120 linee per millimetro e che questo parametro si abbassa drasticamente quando l’immagine viene poi stampata, per la doppia variabile della risoluzione in linee millimetro della carta da un lato e della risoluzione in linee millimetro dell’obiettivo di stampa o dello scanner on board su molti sistemi di stampa odierni dall’altro.
Il vero parametro da tenere in considerazione è la capacità di risoluzione dell’occhio umano – il vero fruitore finale di una fotografia- che non supera, usando una terminologia di stampa digitale, i 150 dpi. E’ perfettamente inutile quindi produrre un’immagine che superi una certa risoluzione, perché l’occhio umano non sarebbe in grandi di distinguerne i particolari fini. Usando la pellicola si arriva a volte all’impiego del microscopio per una valutazione obiettiva della grana, per fare un esempio, ma è evidente che la comparsa della grana a 150 ingrandimenti presuppone che la stessa sia visibile ad occhio nudo sulla stampa finale se questa misurasse 6 metri di base!!!
Tornando al digitale, le prove e la valutazioni di una fotocamera vanno comunque indirizzate all’impiego finale dello scatto: se l’utilizzo fosse unicamente a monitor sarebbe più che sufficiente un sensore da 640x480 pixel, ben lontano da quello da oltre 6 milioni di pixel montato sulla neonata Nikon.
Il sensore della D70 genera immagini di 2.000x3008 pixel, in grado di garantire una stampa perfetta a 300 dpi nel formato 17x25 cm circa. Abbassando i dpi o interpolando il file si arriva a ingrandimenti maggiori ma con un’interpolazione che porta sempre e comunque a una “deviazione” dall’immagine originale. Superando comunque questo formato di stampa ne consegue un ingrandimento che si presuppone venga osservato da una distanza maggiore rispetto a quella di un ingrandimento inferiore e ancora una volta l’occhio posto a una certa distanza non è comunque in grado di leggere la trama dell’immagine, cioè i pixel.
Focalizzandoci sulla risoluzione in linee per millimetri, è in edicola da qualche giorno il numero di aprile 2004 di PC PHOTO all’interno del quale è stato inserito il Test target USAF 1951, la mira ottica di confronto più usata negli Stati Uniti con la quale è possibile calcolare risoluzioni anche superiori alle 100 linee per millimetro, vicine cioè alla risoluzione massima della pellicola, oltre la quale il collo di bottiglia non è più l’obiettivo ma la pellicola – o come vedremo, il sensore -.
Il grande vantaggio del Test Target USAF è che può essere utilizzato con qualsiasi sistema fotografico, analogico o digitale, in qualsiasi formato, con qualsiasi focale , cosa fondamentale, ponendo le mire a una qualsiasi distanza dalla fotocamera – introducendo poi il dato nella formula si ottiene la risoluzione corretta -; questo significa che in un normalissimo salotto si può testate perfino la risoluzione di una focale come un 500mm!!!
Questo è l’unico parametro in cui oltre all’obiettivo entra in gioco anche il sensore. Gli altri parametri, visibili ad occhio nudo, come la distorsione a cuscinetto o a barilotto, il coma, la diffrazione e le aberrazioni cromatiche sono tutte causate dall’obiettivo e non dal sensore – o dalla pellicola -: non ha quindi senso verificarle se vogliamo provare la bontà di una reflex digitale, se la macchina invece è una compatta, allora questi parametri possono entrare nel giudizio globale del modello perché l’ottica della compatta, essendo parte integrante della medesima, è responsabile della qualità finale e degli eventuali difetti, esattamente come il sensore sulla reflex.
Qualsiasi altra prova è fine a sé stessa e i risultati vi possono far creder di essere di fronte a un flop tecnologico così come di fronte all’ultima meraviglia della scienza. Una fotocamera non è un libro di poesie, è uno strumento scientifico e come tale se deve essere provato, va fatto in modo scientifico e ripetibile, usando un linguaggio – in questo caso una mira ottica – comprensibile ed utilizzabile anche da altri utenti.
Oggi la Nikon D70 è disponibile solo in kit con lo zoom 17-85: credo sia ovvio a tutti che quello non è e non può essere certo lo zoom più performante del catalogo Nikon, ma un ottimo compromesso tra il prezzo e la qualità; sappiamo invece tutti quali sono gli obiettivi “gioielli di casa Nikon. Provare la Nikon d70 con il suo zoom attualmente in corredo non permette – credo sia ovvio per tutti – di valutarne le capacità fino in fondo.
Se in questo momento in Val Badia un felice possessore di D0 la sta provando fotografando i palchi di un cervo e nello stesso momento in Sicilia un altro felice possessore la sta provando fotografando le ali di un airone, come è possibile confrontare le due prove? A cosa ci aggrappiamo? Alla risoluzione della lanugine che sta alla base dei palchi del cervo da un lato e alla risoluzione della lanugine che sta alla base delle penne di un airone dall’altro? E questa risoluzione di lanugine, con cosa la confrontiamo? Abbiamo in archivio altre foto di lanugine scattate con un’altra fotocamera ma alla stessa distanza, con la stessa ottica e con la stessa incidenza di luce?
Conclusioni.
Le prove, come in qualsiasi comparto dello scibile umano, vanno effettuate sullo strumento (il mezzo) in base al fine per cui lo abbiamo scelto. Provereste un’automobile al fine di valutarne il galleggiamento? O una barca al fine di valutarne l’aerodinamicità invece della idrodinamicità? Valutereste in modo negativo il fatto che la vostra auto non va a 300 all’ora quando la velocità massima ammessa dal codice della strada è di 130 chilometri all’ora?
Comprereste un banco ottico da 20x25 cm per fare stampe in formato 10x15 cm? Comprereste una reflex per impiegarla in still life dove il decentramento e il basculaggio sono le principali funzioni richieste allo strumento per ottenere una foto corretta? Se la vostra necessità è rivedere le foto immediatamente e inviarle per e mail, sareste disposti a scattare a una certa risoluzione inferiore a quella di un banco ottico dove dal momento dello scatto all’invio per e mail trascorre più di un’ora?
Il digitale è senza dubbio uno dei più grandi progressi nella storia della fotografia, ma non significa che ha decretato la morte della pellicola o che il suo uso è diventato illegale. A seconda delle proprie necessità è opportuno scattare in digitale o in analogico, o in tutti e due i modi contemporaneamente, valutando pregi e difetti di entrambi i sistemi, perché entrambi i sistemi hanno i loro vantaggi e i loro svantaggi. La cosa funziona solo se si sceglie il mezzo adatto per il fine che ci si è prefissato. Tornando alla risoluzione, sia troppa che troppo poca risoluzione possono diventare un problema per la fruizione dell’immagine.
In media stat virtus.
Buona D70 a tutti.

Milano, 30 marzo 2004. Gerardo Bonomo.

Messaggio modificato da Giuseppe Maio il Mar 30 2004, 11:31 AM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #2
QUOTE (Bonomo @ Mar 30 2004, 11:03 AM)
Oggi, con le fotocamere digitali, è possibile fare qualche prova più coerente grazie al fatto che l’immagine scattata può essere immediatamente rivista e ingrandita sul monitor del computer, sempre che il monitor in questione sia di risoluzione corretta e perfettamente bilanciato a 5.000°K.

Grazie per l'interessante report, un solo dubbio: perchè consiglia una temperatura colore di 5000°K per il monitor, quando gli standard di default sono fissati a 6500°K?
Giuseppe Maio
Nital
Messaggio: #3
Scusate !!!

Ho litigato un po' con la rete...

Giuseppe Maio
www.nital.it
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #4
Amen
speleo
Messaggio: #5
QUOTE (Giuseppe Maio @ Mar 30 2004, 12:16 PM)
Scusate !!!

Ho litigato un po' con la rete...


biggrin.gif biggrin.gif
EVVAI...
...FINALMENTE!!

Anche Dio sbaglia...
biggrin.gif laugh.gif laugh.gif
benzo@baradelenzo.com
Messaggio: #6
Bellissima relazione, peccato ci voglia mezza giornata a leggerla e un'altra mezza a rifletterci sopra.
Potresti essere un pochino piú breve?
Alla fin fine quali sono le differenze tra una D100 ed una D70?
La prima é di gamma alta ma essendo vecchia di un anno e mezzo é inferiore tecnologicamente alla nuova di gamma media? Oppure esistono delle differenze?
Sinceramente dalle letture secondo me forse troppo entusiastiche del forum delle ultime due settimane sembra che la D70 sia il non plus ultra delle attuali macchine fotografiche e tutto il resto sia spazzatura.
Ciao e grazie:
Enzo
Marco Negri
Messaggio: #7
QUOTE (islandmedano@facilnet.es @ Mar 30 2004, 05:09 PM)
Alla fin fine quali sono le differenze tra una D100 ed una D70?

La prima é di gamma alta ma essendo vecchia di un anno e mezzo é inferiore tecnologicamente alla nuova di gamma media? Oppure esistono delle differenze?
Sinceramente dalle letture secondo me forse troppo entusiastiche del forum delle ultime due settimane sembra che la D70 sia il non plus ultra delle attuali macchine fotografiche e tutto il resto sia spazzatura.
Ciao e grazie:
Enzo

Ciao Enzo,
personalmente dalle righe in descrizione non ho avuto sentore che siano state messe a confronto le due DSLR…..

Bensì una descrizione delle nuove e performanti differenze tra una fotocamera, quale la Newentry D70 DSLR e le tante compatte da sempre presenti sul mercato.
Un articolo con il chiaro scopo di identificare e premiare tale modello, collocandolo in una richiesta di mercato che và dall’ esordiente al Pro, una serie di descrizioni per svolgere con esattezza e serietà i test…senza parlare per sentito dire o meglio per sentito scrivere.


Rileggendo con attenzione tra le righe potrai scoprire interessanti punti, là dove vengono decritti in chiaro quanto da me ora brevemente citato.

Buona lettura

Marco
gerardo bonomo
Messaggio: #8
QUOTE (matteoganora @ Mar 30 2004, 11:15 AM)
QUOTE (Bonomo @ Mar 30 2004, 11:03 AM)
Oggi, con le fotocamere digitali, è possibile fare qualche prova più coerente grazie al fatto che l’immagine scattata può essere immediatamente rivista e ingrandita sul monitor del computer, sempre che il monitor in questione sia di risoluzione corretta e perfettamente bilanciato a 5.000°K.

Grazie per l'interessante report, un solo dubbio: perchè consiglia una temperatura colore di 5000°K per il monitor, quando gli standard di default sono fissati a 6500°K?

Milano, 30 marzo 2004, ore 21.30.

Mi scuso, è corretto parlare di 6.500°K. Nella realtà però, soprattutto se si desidera stampare attraverso un laboratorio su carta fotografica tradizionale, e non attraverso un processo ink jet controllabile direttamente dall'utente finale, da mia esperienza ritengo sia sempre meglio mantenere al minimo qualsiasi intervento sull'immagine, sia cromatico, che di saturazione, contrasto e sharpness; facendo dei provini in laboratorio sarà poi più facile raggiungere il risultato desiderato attraverso le modifiche al file che possono essere apportate gradatamente direttamente attraverso la macchina da stampa, naturalmente insieme a un tecnico preparato e disponibile nei nostri confronti. Resta naturalmente importante che il nostro monitor sia perfettamente tarato ma non è affatto detto che il nostro laboratorio, nel momento in cui andrà a stampare i nostri file, sarà tarato nelle medesime condizioni.
Gerardo Bonomo
 
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