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Fotografia “analogica”?
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PAS
Messaggio: #1
Perché la fotografia a pellicola continua ad essere definita “analogica”?
hmmm.gif
buzz
Staff
Messaggio: #2
per analogia con la tecnologia analogica, precursore del digitale

però si chiama chimica
PAS
Messaggio: #3
Infatti la definizione corretta è appunto "fotochimica".
Analogica deriva da “analogia”.
Analogia tra immagine incidente e quella fissata sul supporto sensibile ed in questo sia la pellicola che il sensore sono entrambi “analogici”.
Inoltre anche la pellicola, come il sensore, genera un’immagine non continua ma discretizzata dalla granulosità dei cristalli di alogenuro.
Antonio Canetti
Messaggio: #4
QUOTE(PAS @ Apr 19 2017, 05:37 PM) *
Inoltre anche la pellicola, come il sensore, genera un’immagine non continua ma discretizzata dalla granulosità dei cristalli di alogenuro.


forse non è quello smile.gif

il singolo cristallo di alogenuro da la possibilità di rispondere in modo "continuo"
mentre il singolo pixel risponde con 0 e 1 quindi con un "salto" o meglio con 256 gradini

di qui la pellicola è analogica, mentre il sensore è digitale, cioè "numerico".

Antonio
togusa
Messaggio: #5
QUOTE(Antonio Canetti @ Apr 19 2017, 06:09 PM) *
mentre il singolo pixel risponde con 0 e 1 quindi con un "salto" o meglio con 256 gradini



Facciamo anche qualcuno di più di 256. wink.gif
Se i RAW sono a 12bit (per canale), mi aspetto 2^12 = 4096 "gradini" e se vengono salvati a 16bit allora ne hanno 65536.

Comunque, dettagli e pignolerie a parte, penso si sia iniziato a usare il termine "analogico" come semplice contrasto semantico col termine "digitale".
Così come le registrazioni su vinile o nastro magnetico audio sono "analogiche", mentre il CD o i DAT sono digitali.
Noi però diciamo così solo perché ci limitiamo ad osservarne le caratteristiche macroscopiche.
A livello microscopico, o per meglio dire a livello quantico... tutto diventa "digitale", perché nulla può essere diviso in parti inferiori al "quanto".

Il granulo d'argento è "analogico" se ne si osserva il livello di esposizione in confronto al pixel del sensore digitale, che per contro può essere limitato dalla propria risoluzione in bit (o dell'apparecchio che ne legge il valore).
Ma anche il granulo d'argento può solo assorbire "quanti" di luce interi, ovvero fotoni... e siccome non esiste "mezzo fotone", anche il granulo d'argento è "digitale", solo che la sua risoluzione è "1 fotone" (contro il "1 bit" del pixel).
Dalla sua, il granulo ha anche la sua forma fisica, per sua natura irregolare.
Ma questo è un altro discorso.
Antonio Canetti
Messaggio: #6
QUOTE(togusa @ Apr 19 2017, 07:35 PM) *
Facciamo anche qualcuno di più di 256. wink.gif
.


si ,difatti mi sembravano pochini smile.gif
ero rimasto ancora agli 8 bit.


Antonio
Curad
Messaggio: #7
analogico 3. In elettronica, qualifica che, in contrapp. a digitale o numerico, si dà a dispositivi, apparecchi, strumenti dove si svolgono fenomeni che sono modelli fisici di altri fenomeni di cui simulano l’andamento, permettendone un calcolo (detto appunto calcolo a.): calcolatore a., v. calcolatore; rappresentazione a. di una quantità (in contrapp. a digitale o numerica), quella ottenuta mediante grandezze fisiche (di solito correnti o tensioni) variabili con continuità: nei calcolatori a. le grandezze sono rappresentate in forma analogica.

digitale 2 agg. [dall’ingl. digital, der. di digit (dal lat. digÄ­tus «dito») «cifra (di un sistema di numerazione)»]. – In elettronica e in informatica, qualifica che, in contrapp. ad analogico, si dà ad apparecchi e dispositivi che trattano grandezze sotto forma numerica, cioè convertendo i loro valori in numeri di un conveniente sistema di numerazione (di norma quello binario, oppure sistemi derivati da questo), sinon. quindi di numerico; anche, qualifica delle grandezze trattate da tali dispositivi, e della loro rappresentazione: rappresentazione di dati (o immagini) in d., in formato d.; calcolatore d., lo stesso che calcolatore numerico (v. calcolatore); effettuare una conversione da analogico a d., da d. ad analogico (v. conversione, n. 2 e); firma d. (v. firma); la diffusione del d.; come s. m., il d. terrestre, sistema di trasmissione di segnali televisivi digitali attraverso una serie di ripetitori, collocati al suolo, che ne consentono la ricezione tramite le normali antenne; fotocamera (o macchina fotografica) d., apparecchio fotografico in cui la pellicola è sostituita da una memoria magnetica, che permette di inviare le immagini digitali per via telematica e di elaborarle su un calcolatore. Il termine può essere riferito, per estens., anche a strumenti di misurazione o a indicatori che mostrino il valore di una grandezza direttamente in forma numerica; in partic., orologio d., tipo di orologio, anche da polso, in cui l’ora, anziché essere indicata dalla posizione delle lancette sul quadrante, si legge direttamente in cifre su un indicatore numerico a cartellini mobili o a lampade elettriche (nei grandi orologi pubblici) oppure (negli orologi da tavolo o da polso) a led o a cristalli liquidi.

...da vocabolario Tre Cani, Due Gatti ed Un Passerotto

C.

Messaggio modificato da Curad il Apr 24 2017, 03:32 PM
riccardobucchino.com
Messaggio: #8
Wikipedia dice: In generale con il termine analogico si intende un segnale che è la rappresentazione o trasformazione di una grandezza fisica tramite una sua analoga.

Nella fotografia "analogica" non vi è alcun segnale, solo granuli che per una reazione con la luce (prima) e con i chimici (poi) mutano la loro struttura chimica.

Il sensore "digitale" di digitale ha solo il nome, il segnale che ne esce è un segnale che può essere descritto dalla definizione di "analogico" di cui sopra, ossia un segnale che rappresenta una grandezza fisica (quantità di luce su un pixel). Che poi il segnale analogico venga digitalizzato non cambia la natura del sensore che resta analogico.


In conclusione:

_il sensore "digitale" è un dispositivo analogico
_la pellicola è chimica

FINE



E' interessante il fatto che la prima fotocamera "digitale" della storia salvava dati esclusivamente in raw analogici su di un supporto magnetico analogico, tali dati potevano essere visualizzati con un sistema che mostrava l'immagine su una TV analogica oppure con un lettore che collegato ad un computer trasformava i dati analogici in digitali. Insomma, la prima fotocamera digitale era più analogica di qualsiasi fotocamera analogica. Ed è interessante anche notare che in una fotocamera "analogica" di analogico spesso c'era solo l'esposimetro (e a volte neppure quello) e che in alcune fotocamere analogiche c'erano dei sistemi digitali come ad esempio il dorso data, temporizzatori, etc.
buzz
Staff
Messaggio: #9
QUOTE(riccardobucchino.com @ Apr 24 2017, 05:17 PM) *
---
E' interessante il fatto che la prima fotocamera "digitale" della storia salvava dati esclusivamente in raw analogici su di un supporto magnetico analogico, tali dati potevano essere visualizzati con un sistema che mostrava l'immagine su una TV analogica oppure con un lettore che collegato ad un computer trasformava i dati analogici in digitali. Insomma, la prima fotocamera digitale era più analogica di qualsiasi fotocamera analogica. Ed è interessante anche notare che in una fotocamera "analogica" di analogico spesso c'era solo l'esposimetro (e a volte neppure quello) e che in alcune fotocamere analogiche c'erano dei sistemi digitali come ad esempio il dorso data, temporizzatori, etc.


Piccolo errore di partenza: la prima fotocamera che descrivi era "elettronica" non digitale!
praticamente sfruttava lo stesso principio del videoregistratore ma su un "fermo immagine".
quindi era totalmente analogica.... salvo circuiti integrati digitali per le commutazioni elettroniche interne (porte logiche) i quali a loro volta cono costituiti da componenti che lavorano in elettronica analogica (a soglia)

ma di questo passo non la finiamo più! smile.gif
pes084k1
Messaggio: #10
QUOTE(Antonio Canetti @ Apr 19 2017, 06:09 PM) *
forse non è quello smile.gif

il singolo cristallo di alogenuro da la possibilità di rispondere in modo "continuo"
mentre il singolo pixel risponde con 0 e 1 quindi con un "salto" o meglio con 256 gradini

di qui la pellicola è analogica, mentre il sensore è digitale, cioè "numerico".

Antonio


Veramente la pellicola è più "discreta" (digitale) del "sensore digitale". Ogni cristallo può essere sviluppato o no (1 bit di informazione ), ma ce ne sono miliardi. La densità macroscopica dei grani sviluppati stabilisce la tonalità.

A presto telefono.gif

Elio
riccardobucchino.com
Messaggio: #11
QUOTE(buzz @ Apr 24 2017, 07:53 PM) *
Piccolo errore di partenza: la prima fotocamera che descrivi era "elettronica" non digitale!
praticamente sfruttava lo stesso principio del videoregistratore ma su un "fermo immagine".
quindi era totalmente analogica.... salvo circuiti integrati digitali per le commutazioni elettroniche interne (porte logiche) i quali a loro volta cono costituiti da componenti che lavorano in elettronica analogica (a soglia)

ma di questo passo non la finiamo più! smile.gif


Si era elettronica, o analogica se preferisci ma è considerata la prima fotocamera digitale della storia e non lo dico io ma chi l'ha creata, del resto è stata la prima con cui era possibile (anche se indirettamente) ottenere fotografie digitali.

Messaggio modificato da riccardobucchino.com il Apr 24 2017, 08:58 PM
buzz
Staff
Messaggio: #12
QUOTE(pes084k1 @ Apr 24 2017, 08:32 PM) *
Veramente la pellicola è più "discreta" (digitale) del "sensore digitale". Ogni cristallo può essere sviluppato o no (1 bit di informazione ), ma ce ne sono miliardi. La densità macroscopica dei grani sviluppati stabilisce la tonalità.

A presto telefono.gif

Elio


veramente ogni "grano" o cristallo può essere sviluppato anche per una parte. Per cui non è un bit di informazione.
Il cristallo di alogeniuro di argento infatti non è composto da un solo atomo, ma da una serie di molecole che possono essere imporessionate anche per metà.
giulysabry
Messaggio: #13
Basterebbe sapere se il sensore trasmette il segnale alla CPU con un codice binario (digitale 0-1) oppure in analogico (4...20mA o similare).Un cordiale saluto.

Giuliano
Cobaltatore
Messaggio: #14
QUOTE(PAS @ Apr 19 2017, 05:37 PM) *
Infatti la definizione corretta è appunto "fotochimica".
Analogica deriva da “analogia”.
Analogia tra immagine incidente e quella fissata sul supporto sensibile ed in questo sia la pellicola che il sensore sono entrambi “analogici”.
Inoltre anche la pellicola, come il sensore, genera un’immagine non continua ma discretizzata dalla granulosità dei cristalli di alogenuro.



Ritengo sia più legata alla profondità colore/grigi che non al numero di fotositi/granuli.
In sostanza la pellicola contiene un numero finito (anche se grande) di granuli, fotosensibili, che può assumere infinite sfumature di colore/grigio sul supporto finale (negativo/DIA) da cui il termine analogico, che normalmente si intende senza soluzione di continuità per la grandezza presa in considerazione.
Il digitale parte da un sensore simile come concetto alla pellicola (ovvero che può assumere infinite sfumature di grigio su un numero finito di fotositi), ma il risultato finale (che non è il sensore stesso) viene convertito in digitale e memorizzato dentro un file, questo non ha infinite sfumature, ma un numero discreto (finito) rappresentato per l'appunto con sistema binario digitale.
 
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