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La Composizione
Proporzioni e altro ancora...
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_Nico_
Messaggio: #1
Tempo fa, alcuni eoni fa, si pensò di creare una sorta di manuale fotografico in rete. Per parte mia mi ritagliai il compito di esaminare i criteri compositivi, campo in cui ho qualche esperienza, e soprattutto poco trattato a parte le solite raccomandazioni e formulette, come per esempio di seguire la "regola dei terzi"...

Mi sono concentrato sulla fotografia di paesaggio per una ragione semplice: è un soggetto statico su cui è più probabile si applichino dei criteri compositivi, che passano in secondo piano nel caso del reportage, per esempio. Inoltre la varietà dei climi, degli habitat, delle stagioni e dei momenti, garantisce anche una varietà di forme pressoché infinita.

Disclaimer
Questa discussione l'ho intenzionalmente aperta nella sezione Cultura, Temi perché non è esclusivamente una questione tecnica, e tanto meno solo fotografica. La sezione di tecniche fotografiche imporrebbe un taglio completamente diverso. Io non desidero dare istruzioni su come comporre il soggetto vattelapesca, ma riflettere sugli strumenti compositivi adottati nella fotografia, e ciò implica anche considerazioni 'filosofiche': visioni del mondo, e non solo impostazioni del tempo e del diaframma. Questa riflessione è naturalmente aperta ai vostri contributi.

_Nico_
Messaggio: #2
Premessa
Preferisco esaminare direttamente le immagini, piuttosto che teorizzare e formulare, ma una breve premessa va fatta, a partire dai principali formati fotografici.

Il più noto e usato è il 35 mm., modo abbreviato di indicare la pellicola 24 x 36. La scelta di queste proporzioni tra lato maggiore e minore dipende dal plurimillenario uso delle proporzioni armoniche, ovvero i rapporti numerici su cui si fondano gli accordi musicali antichi -e moderni. Le principali proporzioni armoniche mettono in rapporto i primi quattro numeri. La prima, 1:2, è nota come in Greco come diapason, termine ancora in uso; la seconda, 2:3, è il diapente (o intervallo di quinta); la terza, 3:4, è il diatessaron (o intervallo di quarta).

Basterà dividere 24 e 36 per 12 per rendersi conto che la pellicola 35 mm. è nelle proporzioni armoniche di diapente, o 2:3, come il piccolo dei grandi formati, il 6:9 (in questo caso basterà dividere per 2). Mentre è altrettanto evidente che il monitor televisivo e i sensori delle compatte sono impostati sulla proporzione di diatessaron o 3:4 (provate a dividere 800x600 per 200...).

Insomma, circa tremila anni dopo il tetracordo di Filolao, cioè la cetra, con quattro corde accordate secondo le proporzioni armoniche, la civiltà occidentale usa ancora gli stessi criteri. Ecco il tetracordo:

IPB Immagine

Ha quattro corde, con lunghezze pari a 6, 8, 9, e 12 unità. I rapporti 6:8 e 9:12 sono multipli del 3:4. I rapporti 6:9 e 8:12 sono multipli del 2:3. 6:12 è un rapporto di diapason, multiplo di 1:2.

Dunque molti formati fotografici sottendono già determinate proporzioni, che a loro volta implicano delle suddivisioni 'naturali'. Per esempio nel caso del formato 24x36, il rettangolo può essere suddiviso in sei quadrati regolari:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Dunque, prima d'applicare altri sistemi proporzionali (come la sezione aurea, o la tripartizione, nota come nel mondo della fotografia come "regola dei terzi"), è bene sapere e conoscere le suddivisioni sottese ai principali formati delle pellicole e dei sensori (per esempio il 4x5" è impostato sempre su un rapporto armonico...).
_Nico_
Messaggio: #3
Ci sarà modo d'approfondire le implicazioni cosmogoniche e pratiche sottese alle proporzioni armoniche (o ad altri sistemi compositivi, che sono sempre e comunque processi d'ordinamento del mondo). Per il momento partirei con questa foto di Cartier Bresson:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Le ragioni della scelta? Molto pratici: non ho trovato molti paesaggi di HCB in rete, è di dimensioni ampie, è impostata sulla "regola dei terzi": cominciamo quindi da composizioni 'canoniche'... smile.gif

Anzitutto noterete che, sebbene non sia una delle foto migliori di HCB, è stata stampata senza badare troppo a certi aspetti che oggi, nell'era digitale, stanno diventando persino fisime. Il formato globale non è proprio regolare, e si vede bene che il lato superiore non è parallelo alla base. Si vedono bene anche pelucchi di discrete dimensioni e granelli di polvere... smile.gif

HCB non si è preoccupato di saturare in particolar modo il cielo, anzi. Il grigio chiaro gli è giovato a mettere in risalto il soggetto, cioè la coppia di filari d'alberi che scorciano verso l'orizzonte dopo una curva. Tutta la composizione si basa sull'impostazione di due assi: l'orizzonte (che è un po' storto... smile.gif) e i filari d'alberi.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il filare di sinistra si appoggia sul primo terzo del formato (cioè sulla prima suddivisione naturale del formato 24x36), mentre l'orizzonte coincide -inclinazione a parte- col primo terzo dal basso. In altre parole i due assi determinanti della composizione sono ricavati da una suddivisione in terzi. Ecco un esempio semplice, direi lineare, della regola dei terzi... smile.gif
_Nico_
Messaggio: #4
La foto di Cartier Bresson è un caso d'impostazione assiale della regola dei terzi. Ma una qualsiasi tripartizione d'un quadrilatero non necessariamente comporta di comporre allineando gli assi dei soggetti su quelli del formato. Faccio un solo esempio, che traggo al volo dalla rete, di Joel Smith (era studente nel '99), che ha seguito una diversa modalità di composizione tramite la regola dei terzi:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

In questo caso il fotografo ha impostato la composizione su uno zig zag che però ha come assi portanti proprio quelli di tripartizione del formato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Questo possiamo descriverlo come uno dei modi dinamici di composizione sulla reagola dei terzi... smile.gif
Eliantos
Messaggio: #5
c'è un seguito?
leggo sempre con attenzione i tuoi interventi e credo che per adesso il tempo non ti manchi wink.gif
salvomic
Messaggio: #6
Il tema è interessante, e spazia molto al di là delle discussioni che si sono fatte sulla sezione aurea ed altro, la seguo con interesse, e spero in un seguito e in una altrettanto bella discussione. Grazie.

salvo
_Nico_
Messaggio: #7
QUOTE(Eliantos @ Sep 3 2006, 04:03 PM) *

c'è un seguito?
leggo sempre con attenzione i tuoi interventi e credo che per adesso il tempo non ti manchi wink.gif

Il seguito è infinito, Giuseppe, ma se mi chiedi se l'ho pronto da infornare la risposta è no... smile.gif

Oggi avevo del tempo, e ho preparato quanto vedi. Il problema non è il tempo, ma le immagini. Ho raccolto un po' d'esempi, ma sono minuscoli... E poi sono le domande a far crescere una conversazione. E io desidero sia una conversazione, non un monologo... smile.gif
BrunoCi
Messaggio: #8
Discorso interessantissimo e, fin qui, molto chiaro.

Non vorrei banalizzare e semplificare troppo, ma mi pare di capire che il rispetto delle proporzioni armoniche renda quindi più "gradevole" un'immagine, tant'è che anche il formato del fotogramma si basa su di esse.
E questo avviene anche se l'osservatore non ha coscienza di questo aspetto. Praticamente ci piace "per istinto".
E' così?

[OT]
Approfitto dell'occasione per ringraziarti per il tuo contributo a questo Forum e per complimentarmi per gli scatti del tuo portfolio!
[/OT]

Resto "sintonizzato" su questo thread! smile.gif

Bruno.
Giorgio Baruffi
Messaggio: #9
QUOTE(_Nico_ @ Sep 3 2006, 10:07 AM) *

(cioè sulla prima suddivisione naturale del formato 24x36)



e dunque il formato 24x36 non sarebbe stao una scelta casuale? wink.gif
BrunoCi
Messaggio: #10
QUOTE(GiorgioBS @ Sep 3 2006, 11:40 PM) *

e dunque il formato 24x36 non sarebbe stao una scelta casuale? wink.gif

Attenzione che poi qualcuno comincia a dire che il full-frame è più bello... Anche il formato APS-C ha un rapporto 2:3! biggrin.gif

Bruno.
Giorgio Baruffi
Messaggio: #11
se inquinano questo 3D li uccido!!! laugh.gif laugh.gif
salvomic
Messaggio: #12
QUOTE(GiorgioBS @ Sep 3 2006, 11:40 PM) *

e dunque il formato 24x36 non sarebbe stao una scelta casuale?

La domanda è interessante (stavo per farla pure io, ma ...mi hai preceduto) smile.gif

Oppure è stato casuale, ma coincide fortunatamente con il diapente?

PS: lasciamo fuori dalla discussione il "FF", please wink.gif
smile.gif

salvo


Messaggio modificato da salvomic il Sep 3 2006, 10:51 PM
Kozios
Messaggio: #13
Molto interessante questo thread, chiarissimo grazie.
Giorgio Baruffi
Messaggio: #14
chiarendo il senso della mia domanda (retorica, ma si è qua per parlare no?), credo si possa parlare di abitudini percettive più che di norme, giusto?

ecco, le abitudini scaturiscono da qualcosa, in questo caso cosa? ma soprattutto, all'inizio cosa ha fatto decidere per questo benedetto rettangolo aureo? wink.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #15
QUOTE(GiorgioBS @ Sep 4 2006, 12:17 AM) *

...credo si possa parlare di abitudini percettive più che di norme, giusto?
ecco, le abitudini scaturiscono da qualcosa, in questo caso cosa? ma soprattutto, all'inizio cosa ha fatto decidere per questo benedetto rettangolo aureo? wink.gif


Argomento che mi affascina sempre.

Maurizio indica una delle regole compositive più istintive.
La suddivisione dello spazio in termini di rapporti tra numeri naturali interi.
1:2 applicato al formato panoramico 6X12 ad esempio.
2:3 alle pellicole 35mm, alle pellicole 120 in formato 6X9 ed ai sensori delle reflex digitali.
3:4 ai sensori delle compatte ed ai monitor
4:5 alle pellicole piane 10X12 e 20X25 che in realtà sono misurate in pollici (4'X5' e 8'X10' e quindi misurano in effetti 10,2X12,7 e 20,3X25,4).
Per non parlare del rapporto più semplice: 1:1 delle pellicole 120 in formato 6X6.

I tagli delle carte fotografiche seguono tutte, uno o l'altro di questo rapporti.

La Sezione Aurea invece è un rapporto naturale di crescita (vedi sequenza di Fibonacci) per la quale è necessario scomodare un numero irrazionale: 1,618...e altri infiniti decimali.

Un altro rapporto molto utilizzato è il classico A4 (e derivati). Ossia il rapporto tra 1 e la Radice Quadrata di 2 (altro numero irrazionale). In pratica il rapporto esistente tra il lato di un quadrato e la sua diagonale.
I derivati di questo rapporto sono il 35X50, il 50X70, il 70X100, il 100X140...
Questo rapporto ha la caratteristica che dividendo in due, sul lato lungo, un rettangolo di questo tipo, si ottiene un formato che soggiace al medesimo rapporto.

Tutto questo per dire che, come ho affermato altrove, il nostro cervello ha bisogno di ordine.
In questo caso un ordine geometrico.
E' curioso, ma non del tutto sorprendente, come questo ordine sia generalmente applicato all'immagine, alla musica, all'architettura...

----

"...Al contrario di ciò che avviene in natura, dove è noto che l'entropia è sempre positiva, nel nostro cervello abbiamo bisogno di ordine.
L'esigenza di "regole" da seguire (o da infrangere) è determinata dal bisogno di ordine.
L'ordine è qualcosa di rassicurante, di comprensibile, di catalogabile, di archiviabile.
Nelle infinite combinazioni di cui il caos è composto, ci sentiremmo sperduti. Non sapremmo riconoscere nulla.
L'ordine, al contrario, ci permette di catalogare molte informazioni. Anche quelle visive..."


In corsivo, l'intervento (al quale faccio riferimento poco sopra) tratto dal thread sulla Sezione Aurea, che tutto sommato mi sembra pertinente.

Messaggio modificato da ludofox il Sep 4 2006, 01:57 AM
_Nico_
Messaggio: #16
QUOTE(BrunoCi @ Sep 3 2006, 11:38 PM) *
Non vorrei banalizzare e semplificare troppo, ma mi pare di capire che il rispetto delle proporzioni armoniche renda quindi più "gradevole" un'immagine, tant'è che anche il formato del fotogramma si basa su di esse.
E questo avviene anche se l'osservatore non ha coscienza di questo aspetto. Praticamente ci piace "per istinto".
E' così?
Non lo so... Certamente il 24x36 non è una scelta casuale, ma non so se renda più gradevole un'immagine... smile.gif

QUOTE(GiorgioBS @ Sep 3 2006, 11:40 PM) *
ecco, le abitudini scaturiscono da qualcosa, in questo caso cosa? ma soprattutto, all'inizio cosa ha fatto decidere per questo benedetto rettangolo aureo?
Nei rapporti di cui ho parlato il rettangolo aureo non c'entra. smile.gif
Anzi... La sezione aurea può riguardare rettangoli il cui formato sia 1:1,618 (in cui dunque il rapporto tra lato minore e maggiore è la stessa seziona aurea), o può secare una superficie qualsiasi. Nel caso dei rettangoli, che c'interessa perché diventano pellicola o sensori smile.gif, non c'è un solo formato fotografico che sia basato sulla sezione aurea. Ludovico ha fatto un ottimo lavoro di sintesi al proposito. Pensavo di farlo io, ma il suo è egregio:
QUOTE
1:2 applicato al formato panoramico 6X12 ad esempio.
2:3 alle pellicole 35mm, alle pellicole 120 in formato 6X9 ed ai sensori delle reflex digitali.
3:4 ai sensori delle compatte ed ai monitor
4:5 alle pellicole piane 10X12 e 20X25 che in realtà sono misurate in pollici (4'X5' e 8'X10' e quindi misurano in effetti 10,2X12,7 e 20,3X25,4).
Per non parlare del rapporto più semplice: 1:1 delle pellicole 120 in formato 6X6.
Se consideriamo che il sistema musicale è originariamente basato sulla lunghezza delle corde, allora abbiamo il primo DO pari a 1, e le note successive corrispondenti a queste frazioni: 8/9 (RE), 4/5 (MI), 3/4 (FA), 2/3 (SOL), 3/5 (LA), 8/15 (SI). Il successivo DO sarà 1:2 del primo...
Quindi il 6x6 è una sorta di DO (si chiamerebbe UT), i formati televisivi (3:4) sono corrispondenti al FA, il 24x36 e il 6x9 al SOL, i grandi formati (4x5", 8x10") al MI.

La divisione in terzi e in quarti è vecchia quanto il mondo. Quando prendete una lattina di birra ne bevete 1:3, e con una bottiglia ne bevete 2:3. Nel caso del vino ne bereste 3:4. Adesso, se dovete guidare, è bene smettere... smile.gif

Il nostro sistema di misurazione è molto diverso da quello antico. Noi utilizziamo misure unificate come il metro, e badiamo soprattutto alla dimensione. Il mondo antico sconosceva misure unificate e badava soprattutto alla proporzione. Qual è la differenza tra dimensione e proporzione? La prima esprime una quantità, la seconda una qualità (attraverso un rapporto tra le parti). La differenza è sostanziale.

QUOTE(ludofox @ Sep 4 2006, 02:30 AM) *
Maurizio indica una delle regole compositive più istintive.
Non so se siano più istintive... Anzi so che non lo sono. Sono 'culturali': utilizzano scientemente le proporzioni su cui si fonda il nostro sistema musicale, che è improntato alle origini dai rapporti tra numeri interi (la questione muta dopo Bach, che temperava ben bene i cembali laugh.gif, ma non è il caso di mettere in mezzo anche tutto ciò).

Le ragioni del successo delle proporzioni armoniche sono iscritte nella loro origine pitagorica: nell'essere cioè rapporti numerici che qualificano lo spazio sia come frequenza sonora, sia come disposizione e suddivisione di superfici. Funzionano sia nella musica sia nell'architettura e nelle arti visive. E ciò aveva rilievo, un tempo...
_Nico_
Messaggio: #17
Il paesaggio di Cartier Bresson è in fondo un caso di enfatizzazione del formato 24x36 o, ancor meglio, di "concordanza"... In che senso? Che questo formato, basato sul lato minore pari a 2 e il maggiore pari a 3, viene scandito proprio sull'asse di suddivisione dei 2:3. Insisto sul termine asse, perché si tratta di una composizione che privilegia i valori lineari-assiali. Un caso ancor più netto è questo paesaggio:

IPB Immagine

In sostanza un elemento viene 'appoggiato' sulla linea di scansione dei 2:3 del formato. Una composizione del genere è semplice: basta guardare, anche a occhio, l'area quadrata del formato. Salgado ha molto probabilmente fatto riferimento allo spazio quadrato a sinistra per dare rilievo al suo soggetto:

IPB Immagine
marcelus
Messaggio: #18
finalmente.
grazie nico x aver dato il LA a questa discussione.
PAS
Messaggio: #19
QUOTE(ludofox @ Sep 4 2006, 02:30 AM) *

Argomento che mi affascina sempre.

Maurizio indica una delle regole compositive più istintive.
La suddivisione dello spazio in termini di rapporti tra numeri naturali interi.
1:2 applicato al formato panoramico 6X12 ad esempio.
2:3 alle pellicole 35mm, alle pellicole 120 in formato 6X9 ed ai sensori delle reflex digitali.
3:4 ai sensori delle compatte ed ai monitor
4:5 alle pellicole piane 10X12 e 20X25 che in realtà sono misurate in pollici (4'X5' e 8'X10' e quindi misurano in effetti 10,2X12,7 e 20,3X25,4).
Per non parlare del rapporto più semplice: 1:1 delle pellicole 120 in formato 6X6.
......


Tanto per ampliare la base di discussione, aggiungerei un altro formato, il 16:9, assunto come standard nella HDTV ma che pare inizi ad essere preso in considerazione anche nella fotografia (es. compatta Panasonic LX1)

Ho assistito recentemente ad una mostra di immagini paesaggistiche scattate (a detta del fotografo) in modo tale da essere poi post elaborate in questo formato sicuramente di grande effetto.

A questo proposito sarebbe interessante anche analizzare gli aspetti formato/composizione in relazione al soggetto dell’immagine. Paesaggio e ritratto per esempio potrebbero trovare ciascuno il proprio formato tipo; quello che maggiormente li valorizza.

Messaggio modificato da PAS il Sep 4 2006, 12:06 PM
_Nico_
Messaggio: #20
QUOTE(PAS @ Sep 4 2006, 01:05 PM) *

Tanto per ampliare la base di discussione, aggiungerei un altro formato, il 16:9...

smile.gif

Ecco, forse era il caso ne parlassi subito... smile.gif Non è un altro formato, ma nient'altro che uno sviluppo delle proporzioni armoniche. Tecnicamente si chiama doppio diatessaron. Il diatessaron è la proporzione di 3:4. Se eleviamo al quadrato i due fattori, otteniamo 9:16. La proporzione completa è 9:12=12:16 (cioè: 3x3:3x4=4x3:4x4). Le altre principali proporzioni doppie sono il doppio diapason (1:4; 1:2=2:4) e il doppio diapente (4:9; 4:6=6:9).
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #21
Non sono mai stato una cima in matematica ma sto discorso mi prende...

Una cosa mi chiedevo, pensate veramente che all'atto dello scatto l'autore di paesaggi si metta davanti a tutti questi ragionamenti, oppure sia l'istinto e il colpo d'occhio che gli permetta di arrivare in automatico alla composizione giusta?

continuate
gaetano
_Nico_
Messaggio: #22
QUOTE(belvesirako @ Sep 4 2006, 02:10 PM) *
Una cosa mi chiedevo, pensate veramente che all'atto dello scatto l'autore di paesaggi si metta davanti a tutti questi ragionamenti, oppure sia l'istinto e il colpo d'occhio che gli permetta di arrivare in automatico alla composizione giusta?

Dipende... smile.gif

Dipende dalla mente, dal cuore, e dal mezzo. In genere chi sceglie un certo mezzo non fa altro che propiettare sul mezzo stesso il proprio procedimento. Dunque, una cosa è zompettare qua e là con una 35 mm., come facciamo spesso noi, laugh.gif altro è arrivare con un banco ottico, aprire il cavalletto, montare il banco ottico, osservare il soggetto rovesciato su un vetro smerigliato e spesso anche quadrettato... Quando il personaggio si chiama Ansel Adams e dispone ormai d'una mostruosa esperienza reputo sia difficile che malgrado ciò scatti all'impazzata... smile.gif

Comunque chi sceglie di lavorare sul paesaggio si pone dinanzi al proprio soggetto in maniera ben diversa da chi fa reportage. E infatti il Cartier Bresson dei paesaggi è diverso da quello urbano. Insomma, e soprattutto nei decenni scorsi, il paesaggio è stato un banco di prova per la composizione, al filo dell'astrazione, e talvolta oltre. Sarebbe curioso scegliere questo soggetto per lavorare d'istinto e fare composizione a caso.

Però le composizioni sinora esaminate sono tutte lineari. Non ci sono solo valori lineari in un'immagine, ma anche valori tonali... Ecco, chi desidera lavorare più d'«istinto» (il termine è inesatto, ma lo uso tanto per capirci), privilegia i valori tonali... smile.gif
_Nico_
Messaggio: #23
Le composizioni possibili, basandosi sulle linee strutturali (o di tensione) d'un formato, sono ovviamente molteplici. Provo a fare una breve carrellata, che certamente potrà essere accresciuta e commentata con calma... Una delle più semplici, ed efficaci, è d'usare una delle diagonali come asse di composizione. Ecco una foto di Salgado

IPB Immagine

e una di Ansel Adams

IPB Immagine

Le due foto hanno la stessa impostazione lineare: dalla diagonale ascendente (questa diagonale si chiama così per ragioni percettive e culturali: poiché scriviamo da sinistra a destra, abbiamo l'impressione che la diagonale salga) parte un'altra linea obliqua, più semplice nella foto di Salgado, più articolata e modulata in quella di Adams.

Le due foto hanno in comune la stessa impostazione lineare, e in questo caso ambedue esaltano la diagonale ascendente con un soggetto che effettivamente ascende. mentre il sistema tonale è praticamente rovesciato: scuro ciò ch'è sotto la diagonale nel caso di Salgado, chiaro nel caso di Adams. La foto di Salgado è impostata, dal punto di vista tonale su una scala anch'essa "ascendente", con i grigi che vanno a schiarire. Mentre la foto di Adams è più complessa, con le sue quattro aree: la sabbia ondulata e la sabbia perfettamente liscia; le dune in ombra e in luce.

In ambedue i casi, tuttavia, è evidente che la diagonale è solo l'asse d'impostazione per una dinamica tonale più articolata...

_Nico_
Messaggio: #24
Ecco anche qualche esempio di composizione impostata sulla diagonale discendente. Comincio con una foto celeberrima, scattata da Lewis Hine nel '31:

IPB Immagine

La diagonale è detta "discendente" perché la nostra consuetudine a scrivere da sinistra a destra e dell'alto al basso ci porta a vederla in questi termini.
In questo caso la posizione dell'operaio è contro la direzione della diagonale, e cioò esalta ulteriormente -se fosse necessario- la sua acrobazia.

In questo caso, invece, usare la diagonale discendente 'aumenta' la velocità del treno (foto di Libsohn):

IPB Immagine

Ma il fotografo credo conoscesse questo quadro dell'Inglese Turner, uno dei pilastri del Romanticismo. Ha cercato proprio un ponte, e un punto di ripresa del tutto analogo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

La diagonale discendente torna in un'altra foto delle stesso autore, Libsohn, nello stesso anno (1945):

IPB Immagine

Il tema è analogo a quello di Hine: l'eroicità dell'operaio, e Libsohn lo imposta in maniera analoga: la diagonale discendente come asse che vede l'operario sormontare le difficoltà. Tuttavia Libsohn ha usato anche la diagonale opposta, che dà slancio alla sua figura... Qualcosa di simile lo propone nel campo architettonico Andreas Feininger:

IPB Immagine
BrunoCi
Messaggio: #25
QUOTE(_Nico_ @ Sep 4 2006, 06:48 AM) *

Non so se siano più istintive... Anzi so che non lo sono. Sono 'culturali': utilizzano scientemente le proporzioni su cui si fonda il nostro sistema musicale, che è improntato alle origini dai rapporti tra numeri interi (la questione muta dopo Bach, che temperava ben bene i cembali laugh.gif, ma non è il caso di mettere in mezzo anche tutto ciò).


QUOTE(_Nico_ @ Sep 5 2006, 11:18 AM) *

Le due foto hanno la stessa impostazione lineare: dalla diagonale ascendente (questa diagonale si chiama così per ragioni percettive e culturali: poiché scriviamo da sinistra a destra, abbiamo l'impressione che la diagonale salga) parte un'altra linea obliqua, più semplice nella foto di Salgado, più articolata e modulata in quella di Adams.


Leggendo quanto sopra, quindi, mi pare di capire che alcuni aspetti siano puramente legati alla nostra cultura, e che quindi possano essere interpretati diversamente da persone di paesi profondamente diversi. Che so: la diagonale ascendente non sarebbe tale per chi scrive da destra verso sinistra o dall'alto verso il basso.
Questo fatto non toglie un po' di "universalità" alla fotografia?
Oppure, alla base, vi sono fattori culturali così antichi da essere "universali" sebbene le usanze siano poi state diversificate dalla storia?

Bruno.
 
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