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La storia per immagini si conclude qui, incompiuta. La storia d'un puzzle di 1500 tonnellate. Un puzzle che solo l'uomo può ancora mettere insieme. Grazie al fuoco...
Quante belle foto!
Le mie preferite sono la terza, il saldatore "in blu" e il grandangolo con la prua della nave in b&n.
Mi piace molto questo tema e sapevo che prima o poi ci avresti proposto una serie ad alti livelli, grazie Nico
Le mie preferite sono la terza, il saldatore "in blu" e il grandangolo con la prua della nave in b&n.
Mi piace molto questo tema e sapevo che prima o poi ci avresti proposto una serie ad alti livelli, grazie Nico
Ciao Maurizio, non sai che felicità vedere di nuovo le tue foto. E che foto. Sono meravigliose. E' assolutamente impossibile sceglierne una.
Non ho parole. Sono felice di averti conosciuto.
Non ho parole. Sono felice di averti conosciuto.
non posso fare altro che farti i complimenti per tutte quante le foto, le ho guardate e riguardate perche' oltre ad essere ben fatte ogniuna di esse racconta qualcosa. Un tema a me caro per vari motivi che ho avuto modo di rivivere grazie alle tue belle immagini. Anche a me, su tutte, e' piaciuta molto la terza foto (quella del saldatore in blu).
Grazie ancora!
Alessandro
Grazie ancora!
Alessandro
ciao Nico
stupendo reportage. Fatto d'immagini dure, e immagini tenere.
Un cantiere navale di dove ?!
Bellissima la foto del vecchio e dei guanti rossi.
Bellissima la fotografia che ci fa esplorare nuovi mondi, altri modi di vivere ( altri rispetto al nostro ) .
Grazie per avercele presentate.
Saluti
Annalisa
stupendo reportage. Fatto d'immagini dure, e immagini tenere.
Un cantiere navale di dove ?!
Bellissima la foto del vecchio e dei guanti rossi.
Bellissima la fotografia che ci fa esplorare nuovi mondi, altri modi di vivere ( altri rispetto al nostro ) .
Grazie per avercele presentate.
Saluti
Annalisa
Reportage bellissimo,
composto di foto che già prese singolarmente sono dei racconti.
Complimenti perchè questi sono scatti di altissimo livello ed alcune sono per il mio modesto parere vere e proprio opere d'arte .
Ciao Alessandro.
P.S. Guardando affascinato le tue foto mi rendo conto di quanto ho da imparare e quanta strada devo ancora fare con la macchina fotografica in mano.
Messaggio modificato da Axabat il Aug 17 2006, 09:45 AM
composto di foto che già prese singolarmente sono dei racconti.
Complimenti perchè questi sono scatti di altissimo livello ed alcune sono per il mio modesto parere vere e proprio opere d'arte .
Ciao Alessandro.
P.S. Guardando affascinato le tue foto mi rendo conto di quanto ho da imparare e quanta strada devo ancora fare con la macchina fotografica in mano.
Messaggio modificato da Axabat il Aug 17 2006, 09:45 AM
Complimenti per queste bellissime foto, Nico..!!!!!
Francesco Martini
Francesco Martini
Ciao Maurizio!
Questo è lo stato attuale di quel progetto di cui mi avevi accennato "tanto tempo fa" , vero? Beh, proprio bello... Sembra di essere lì, a sentire l'odore del metallo e dei cannelli da saldatura, fra i crepitii delle elettrosaldatrici e i gemiti delle lastre... proprio bello, sì.
Mi piacciono tutte, queste foto. Mi piace il modo in cui si legano fra loro, e raccontano. Perché raccontano, eccome...
Forse ti stupirà, e forse no. Più guardo questa sequenza di foto e "ascolto" il loro racconto, più mi viene in mente una frase detta da Arthur Schnabel, pianista: "Con le note non me la cavo meglio di molti pianisti. Ma gli intervalli fra le note... Ah, è lì che risiede l'arte!".
Ecco, gli intervalli fra queste note fotografiche, già di per sé splendide... sono perfetti. Nè troppo, né troppo poco. Giusti. Permettono di seguire il racconto senza che rimangano "buchi" e senza che si formino ridondanze. Hanno un ritmo calibrato, "senti" il trascorrere del tempo eppure non c'è attesa né fretta, c'è il tempo che ci deve essere, indipendente dal ritmo degli avvenimenti narrati, è il ritmo del racconto. O almeno così lo sento io.
Un gran bell'esempio dell'Arte di Raccontare per Immagini.
Davide
Messaggio modificato da twinsouls il Aug 17 2006, 09:57 AM
Questo è lo stato attuale di quel progetto di cui mi avevi accennato "tanto tempo fa" , vero? Beh, proprio bello... Sembra di essere lì, a sentire l'odore del metallo e dei cannelli da saldatura, fra i crepitii delle elettrosaldatrici e i gemiti delle lastre... proprio bello, sì.
Mi piacciono tutte, queste foto. Mi piace il modo in cui si legano fra loro, e raccontano. Perché raccontano, eccome...
Forse ti stupirà, e forse no. Più guardo questa sequenza di foto e "ascolto" il loro racconto, più mi viene in mente una frase detta da Arthur Schnabel, pianista: "Con le note non me la cavo meglio di molti pianisti. Ma gli intervalli fra le note... Ah, è lì che risiede l'arte!".
Ecco, gli intervalli fra queste note fotografiche, già di per sé splendide... sono perfetti. Nè troppo, né troppo poco. Giusti. Permettono di seguire il racconto senza che rimangano "buchi" e senza che si formino ridondanze. Hanno un ritmo calibrato, "senti" il trascorrere del tempo eppure non c'è attesa né fretta, c'è il tempo che ci deve essere, indipendente dal ritmo degli avvenimenti narrati, è il ritmo del racconto. O almeno così lo sento io.
Un gran bell'esempio dell'Arte di Raccontare per Immagini.
Davide
Messaggio modificato da twinsouls il Aug 17 2006, 09:57 AM
Nico, report davvero super
..ora me lo riguardo, davvero bellissimo.
..ottimo occhio..anzi molto di più!!
Bravo
Ciao
Dennis
..ora me lo riguardo, davvero bellissimo.
..ottimo occhio..anzi molto di più!!
Bravo
Ciao
Dennis
splendide foto, una singolare maestria nel collezionare cosi' bene scatti che rendono benissimo l'idea di cosa sia una nave, ed il lavoro che ci sta dietro.
Da standing ovation.
.oesse.
Da standing ovation.
.oesse.
L’arte del fuoco per l’acqua
Stupenda questa definizione che introduce il lavoro.
L’assenza di didascalie e la scelta della sequenza delle immagini ci accompagna poi dentro al lavoro accanto a chi doma il fuoco per poter poi domare le acque.
Bellissimo e coinvolgente Maurizio!
Messaggio modificato da PAS il Aug 17 2006, 10:14 AM
Stupenda questa definizione che introduce il lavoro.
L’assenza di didascalie e la scelta della sequenza delle immagini ci accompagna poi dentro al lavoro accanto a chi doma il fuoco per poter poi domare le acque.
Bellissimo e coinvolgente Maurizio!
Messaggio modificato da PAS il Aug 17 2006, 10:14 AM
Nico, sono una più bella dell'altra: davvero da standing ovation, come dice Oesse.
Le mie preferite: il ritratto del vecchio operaio vicino alla finestra e la prua in B/N che tanto ricorda una di quelle cartoline di inizio 900
Bravissimo
Dam
Le mie preferite: il ritratto del vecchio operaio vicino alla finestra e la prua in B/N che tanto ricorda una di quelle cartoline di inizio 900
Bravissimo
Dam
La storia d'un puzzle di 1500 tonnellate. Un puzzle che solo l'uomo può ancora mettere insieme. Grazie al fuoco...
Anche il tuo è un puzzle…
Un’opera composta da tanti bellissimi pezzi, ma che assume la sua vera valenza proprio nel suo insieme. Per questo non ne preferisco una piuttosto che un’altra.
Solo questa fa storia a se ed è bellissima anche al di fuori del contesto.
Complimenti, Maurizio!
Che bella carrellata Nico, sono davvero bellissime!
Un lavoro fotografico eccezionale...
...complimenti...
...le foto sono una più bella dell'altra...
...complimenti...
...le foto sono una più bella dell'altra...
Maurizio cosa dire
gran bel lavoro complimenti
Davide
gran bel lavoro complimenti
Davide
Ce ne fosse una che non mi piace
Vincenzo
Vincenzo
Maurizio!!!
Immagini stupende, non faccio preferenze tra una ed un'altra, perchè sono veramente tutte quante splendide. I porti, cantieri navali, e altre cose simili, sono posti che mi hanno sempre affascinato... non so perchè, ma evidentemente non sono l'unico a pensarla così, visto questa tua carrellata da rimanere a bocca aperta. Immagino siano state fatte al porto di Ravenna...
Un salutone, Davide.
PS:le immagini sono come sempre gestite, in "camera chiara", in maniera maniacale...
Immagini stupende, non faccio preferenze tra una ed un'altra, perchè sono veramente tutte quante splendide. I porti, cantieri navali, e altre cose simili, sono posti che mi hanno sempre affascinato... non so perchè, ma evidentemente non sono l'unico a pensarla così, visto questa tua carrellata da rimanere a bocca aperta. Immagino siano state fatte al porto di Ravenna...
Un salutone, Davide.
PS:le immagini sono come sempre gestite, in "camera chiara", in maniera maniacale...
ecco qualcosa che spinge i neofiti come me ad imparare cosa significa "scrivere con la luce" (è una frase letta da qualche parte, non mia).
Grazie nico per le bellisime foto.
prima di rispondere ho riflettuto molto per trovarne una che fosse più bella delle altre, ma non ci sono riuscito, sono tutte eccezionali.
grazie di nuovo
Franco
Grazie nico per le bellisime foto.
prima di rispondere ho riflettuto molto per trovarne una che fosse più bella delle altre, ma non ci sono riuscito, sono tutte eccezionali.
grazie di nuovo
Franco
Nico complimenti, sono bellissime tutte le foto....
tempo fa vidi un documentario proprio su un cantiere navale e devo dire che le tue foto rappresentano esattamente quanto ho visto in tv e soprattutto la gran fatica e pazienza che c'è dietro alla costruzione di queste imponenti imbarcazioni
ciao
tempo fa vidi un documentario proprio su un cantiere navale e devo dire che le tue foto rappresentano esattamente quanto ho visto in tv e soprattutto la gran fatica e pazienza che c'è dietro alla costruzione di queste imponenti imbarcazioni
ciao
Un gran bello spettacolo, ho guardato queste foto affascinato dalla sapienza con cui hai curato i tagli e le inquadrature, il tutto in una sequenza che racconta benissimo la storia di questa nave.
Posso solo applaudire a questo reportage, bravissimo.
Posso solo applaudire a questo reportage, bravissimo.
Una bellessima seguenza! Anche il titolo è da standing ovation!
Che piacere rileggerti!
Un supersalutone!
Che piacere rileggerti!
Un supersalutone!
Nico, COMPLIMENTI !! oserei dire che alcune di queste foto sono addirittura dei capolavori, tanto mi sono piaciute, sinceramente parlando e oltre ai complimenti non potrei aggiungere altro.
Anzi si ! che tu ricominci a postare foto cosi con più frequenza che abbiamo da imparare
Vi ringrazio molto, davvero, per gli apprezzamenti. È vero che posto poco. A fronte d'una certa "bulimia" -nell'inserimento di foto- io rischio l'anoressia. Queste foto stavano lì da qualche mese. Attendevo il completamento della nave, ma al momento non posso seguire l'ultima fase...
Comunque sono un po' critico e dubbioso nei confronti delle mie foto, e ho bisogno di scavare di più nel mio modo di fare fotografia...
Anch'io mi sono chiesto qual è la ragione per cui m'affascina il luogo del porto. Credo d'aver capito.
Il porto m'intriga perché è il residuo fossile d'una idea dell'uomo che ha plasmato prima il Mediterraneo e quindi l'Europa: l'epicentro degl'incontri, degli scambi, delle avventure. L'epicentro dell'aperto: il porto è anzitutto il punto di partenza verso l'immensa spaziosità dei mari, verso l'imponderabile. Il porto implica sempre una sfida, una scommessa, e al contempo impone umiltà. È il luogo in cui il nomade, non più raccoglitore o pastore, si fa pescatore -per continuare la raccolta. Si fa mercante per continuare a viaggiare, a cercare paesi, uomini, civiltà diverse.
Nel nostro mondo, governato dalla pianificazione e dall'omologazione, dominato dalla velocità, il porto è obsoleto come il mare su cui si apre. I viaggiatori sono diventati turisti, il viaggio non è più un'esperienza ma una vacanza, cioè una semplice assenza, uno svago di qualche giorno. Il mare è occasione per spalmarsi creme protettive. Non c'è più nulla da
esplorare. Il porto è "morto" come il mare verso cui si protende. È morto nell'immaginario dell'uomo, ovviamente. Non gli parla più, non gl'ispira epopee come l'Odissea o Moby dick -l'ultima, grandiosa, una sorta di sigillo definitivo sull'avventura sui mari...
E con il porto, fossile d'un'antica idea dell'uomo, del tempo (quando viaggiare implicava tempo, tempo!) e dello spazio, m'affascinano anche le barche, perché sono "individui". Le navi, a differenza delle auto e degli aerei, contrassegnati ormai da cifre e sigle, continuano ad avere un nome, addirittura vengono benedette, cioè consacrate e battezzate. Ed è un rito che non è venuto meno, e che nessuno mancherebbe di fare..
Comunque sono un po' critico e dubbioso nei confronti delle mie foto, e ho bisogno di scavare di più nel mio modo di fare fotografia...
QUOTE(twinsouls @ Aug 17 2006, 10:55 AM)
Ecco, gli intervalli fra queste note fotografiche, già di per sé splendide... sono perfetti. Nè troppo, né troppo poco. Giusti. Permettono di seguire il racconto senza che rimangano "buchi" e senza che si formino ridondanze. Hanno un ritmo calibrato, "senti" il trascorrere del tempo eppure non c'è attesa né fretta, c'è il tempo che ci deve essere, indipendente dal ritmo degli avvenimenti narrati, è il ritmo del racconto. O almeno così lo sento io.
Davide, non sai quanto mi fanno piacere le tue osservazioni! In questo periodo sto meditando gl'intervalli in architettura, e puoi capire quanto mi sorprenda che tu colga qualcosa d'analogo in questo lavoro. Se l'hai avvertito forse in parte son riuscito a trasferirlo -non so come, tuttavia... I porti, cantieri navali, e altre cose simili, sono posti che mi hanno sempre affascinato... non so perchè, ma evidentemente non sono l'unico a pensarla così... Immagino siano state fatte al porto di Ravenna...
Sì lo scenario è quello ravennate, e il cantiere è nel mezzo di quella skyline di gru della prima foto... Proprio lì... Anch'io mi sono chiesto qual è la ragione per cui m'affascina il luogo del porto. Credo d'aver capito.
Il porto m'intriga perché è il residuo fossile d'una idea dell'uomo che ha plasmato prima il Mediterraneo e quindi l'Europa: l'epicentro degl'incontri, degli scambi, delle avventure. L'epicentro dell'aperto: il porto è anzitutto il punto di partenza verso l'immensa spaziosità dei mari, verso l'imponderabile. Il porto implica sempre una sfida, una scommessa, e al contempo impone umiltà. È il luogo in cui il nomade, non più raccoglitore o pastore, si fa pescatore -per continuare la raccolta. Si fa mercante per continuare a viaggiare, a cercare paesi, uomini, civiltà diverse.
Nel nostro mondo, governato dalla pianificazione e dall'omologazione, dominato dalla velocità, il porto è obsoleto come il mare su cui si apre. I viaggiatori sono diventati turisti, il viaggio non è più un'esperienza ma una vacanza, cioè una semplice assenza, uno svago di qualche giorno. Il mare è occasione per spalmarsi creme protettive. Non c'è più nulla da
esplorare. Il porto è "morto" come il mare verso cui si protende. È morto nell'immaginario dell'uomo, ovviamente. Non gli parla più, non gl'ispira epopee come l'Odissea o Moby dick -l'ultima, grandiosa, una sorta di sigillo definitivo sull'avventura sui mari...
E con il porto, fossile d'un'antica idea dell'uomo, del tempo (quando viaggiare implicava tempo, tempo!) e dello spazio, m'affascinano anche le barche, perché sono "individui". Le navi, a differenza delle auto e degli aerei, contrassegnati ormai da cifre e sigle, continuano ad avere un nome, addirittura vengono benedette, cioè consacrate e battezzate. Ed è un rito che non è venuto meno, e che nessuno mancherebbe di fare..
Ciao Nico,
foto splendide, ed una occasione, sia fotografica che "culturale", che veramente ti invidio.
Mi hanno colpito molto anche le tue considerazioni sul porto, ma sapevo già che da te non poteva essere diversamente.
sergio
foto splendide, ed una occasione, sia fotografica che "culturale", che veramente ti invidio.
Mi hanno colpito molto anche le tue considerazioni sul porto, ma sapevo già che da te non poteva essere diversamente.
sergio